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Autore: lightblue96    12/04/2016    1 recensioni
La sorella di Louis nasconde un segreto. Qualcosa che le ha rovinato la vita, che l'ha fatta cambiare radicalmente. E Louis è intenzionato ad aiutarla, anche se non sa la verità. E forse, non la saprà mai.
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Meglio essere felici nell'ignoranza che infelici nella consapevolezza. Preferisco così.
..
E' così che inizia il suo diario. E' l'inizio della tragedia. La porta del suo inferno personale.
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Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Charlotte's Pov
 

Mi svegliai sentendo il campanello suonare ininterrottamente. Mi alzai sbuffando e andai ad aprire. Erano Liam e Niall. E, dovevo riconoscerlo, si erano fatti davvero dei gran bei ragazzi. Uomini, direi. Vedendomi aprire la porta, mi guardarono in modo strano. Manco fossi nuda! La maglia mi arrivava quasi sopra le ginocchia.

"Si?!" chiesi. "Che volete?"

"Cercavamo Louis" disse Liam. "è in casa?"

"Certo che è in casa, Liam. L'abbiamo solo preso in contropiede" fece il biondo.

Risi. Avevo capito. Pensava fossi una delle ragazze di mio fratello. Non mi avevano riconosciuto. Avevo in mente uno bello scherzetto, che mi fece sogghignare. "Entrate. LouLou sta dormendo" feci io. "Volete qualcosa da bere?" chiesi.

"No grazie" risposero loro.

"Comunque sono Charlotte. Il mio orsacchiotto mi ha parlato molto di voi" dissi io, cercando il più possibile di rimanere seria.

"Orsacchiotto?!" fece Niall.

"Si, non assomiglia a un tenero orsacchiotto?! Il mio BooBear.." ridacchiai con fare civettuolo.

"Certo" fece Liam. Anche lui si stava trattenendo le risate. Con scarso successo, oserei dire. Non sapeva quanto lo capivo..

"Beh, ve lo vado a chiamare" dissi, facendo per andarmene.

"Aspetta!" mi chiamò Niall. "Da quanto va avanti? Sono curioso"

"mmm" mi misi un dito sul mento e rivolsi il mio sguardo in alto, facendo finta di ricordare qualcosa. "Un mese. Ma oggi, o meglio, ieri, mi sono trasferita qui. Sapete LouLou vuole fare le cose sul serio, perciò.."

I loro occhi si spalancarono per la sorpresa. Pensavo sarebbero saltati fuori a farsi un giro per quanto erano sgranati. Non riuscii più a trattenermi. Risi come una pazza e non riuscivo a smettere. Davvero.

"Che c'è di così divertente?" borbottò Louis uscendo dalla camera. "Oh ciao ragazzi"

"Stavo prendendo per il culo i tuoi amici" risposi io asciugandomi le lacrime. "Ed ora tutto ha un sento: siete degli idioti, ecco perché andate tanto d'accordo!"

"Ehi!" fece Niall offeso.

Loro in tutto ciò non avevano capito nulla. O forse si.

"Allora non sei la ragazza di Lou!" esclamò il finto biondo.

"Bleah!" fece Louis. "è mia sorella, deficiente" disse, dandogli uno scappellotto dietro la nuca.

"Ahi!" si lamentò lui.

"Giuro, non mi divertivo così da anni" feci io, ancora ridacchiando. "Beh, vado a vestirmi. Addio" e me ne andai.





Louis’ Pov


“È davvero Lottie?” chiese Liam. Annuii in risposta.

“È cambiata tantissimo” fece Niall. Sospirai.

“Lo so. E spero di scoprire presto la causa”

“In che senso?” mi chiese Liam, confuso.

“Il suo cambiamento non è normale, Liam. Mia sorella è ancora lì, da qualche parte dentro il suo corpo freddo e indifferente. E la riporterò indietro” dissi io convinto.

“Smettila Louis!! Smettila!!” urlò Charlotte, sorprendendomi. Quella ragazza ci metteva davvero poco a prepararsi. “Te lo ripeterò un’ultima volta Louis: o mi accetti così come sono o me ne vado. Quindi. Per favore, smettila!” disse puntandomi un dito contro. 

Sospirai, scuotendo la testa.

“Dovrei essere io quella esasperata. Non tu, Louis” disse lei. “Io ora esco. Non so a che ora torno e dove vado. Non mi chiamare o tartassare di messaggi. E non provare a farmi seguire da nessuno! Me ne accorgerei. Forse ci vediamo stasera” fece lei. Si diresse verso la porta. “E un’ultima cosa: non ti conviene farmi incazzare Louis. Lo dico per te”

Poi rivolgendosi ai ragazzi, disse: “è stato un piacere rivedervi, ragazzi. Siete un vero spasso” E si chiuse la porta alle spalle, sbattendola.





Charlotte’s Pov


Che gran rottura di palle! Perché non capiva che non ero più quella di un tempo? Perché? Erano passati quattro anni, dopotutto. La gente cambia in quattro fottutissimi anni. Beh, in teoria tre, ma non era quello il punto.
Una volta uscita da quella casa, mi diressi nel primo bar che incontrai ed entrai. Al bancone vi era una tizia magra e bionda. Aveva qualche anno in più di me, a giudicare dal viso. Ma era risaputo che ero una frana a capire l’età delle persone. L’unica cosa che mi interessava era che non mi chiedesse il documento.

“Buongiorno. Come posso aiutarla?”

“Vorrei un cosmopolitan bello forte”

“Hai un documento?”

-Merda, lo sapevo- pensai. Feci finta di cercare nella borsa, poi alzai o sguardo verso di lei. “No. devo averlo lasciato a casa. È un problema?" Chiesi innocentemente.

“Si. Non posso darti niente, dolcezza. Mi dispiace.”

Che. Cazzo. Di. Sfiga. pensai sospirando.

“Okay, grazie lo stesso. Posso comunque domandarti una cosa?”

“Certo”

“Conosci qualche ONG od ospedale che ha bisogno di volontari con i bambini?”

“Mmm” ci pensò per qualche minuto, poi, come se le si fosse accesa una lampadina, mi disse “Ah sì! Tieni, ti do il numero dell’ospedale. Digli che ti manda Doria” Mi fece l’occhiolino. Che dolce!

“Grazie mille, davvero” le risposi, sorridendo. Presi il biglietto e uscii. Dopo aver camminato per qualche minuto, arrivai davanti a un parco. Entrai e mi sedetti su una panchina e mi accendetti una sigaretta. Fumare mi rilassava. I miei muscoli, sempre in tensione, si stendevano. Le prime volte mi sembrava che potessi rompermi in mille pezzi da un momento all’altro, tanto ero rilassata. Ma, con il tempo, quell’orribile sensazione se ne andò, lasciandomi solamente più leggera.

Presi il telefono e chiamai il numero datomi dalla barista. Come si suole dire: via il dente, via il dolore. O qualcosa del genere. Dopo un paio di squilli mi risposero.


>Pronto? Chi parla?
>Salve, sono Charlotte. La signora Doria, mi ha dato il suo numero in merito a del volontariato con i bambini.
>Oh, certo. È interessata?
>Si. Vorrei solo sapere di quale organizzazione si parla, dove si trova e quant’altro. Ci possiamo incontrare?
>Certamente. Le va bene la settimana prossima, alle 4.00 presso il London Hospital? Purtroppo sono pieno di impegni.
>Va benissimo. Allora a giovedì!!
>Bene. Arrivederci.
>Buona giornata.

Bene, ora potevo finalmente divertirmi.


 

  
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