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Autore: JeanRavenclaw    14/04/2016    2 recensioni
Dal testo:
- "Abbiamo bisogno del suo aiuto." - disse l'uomo.
"Io devo aiutarvi?" - disse l'altro, ora curioso quanto sorpreso.
"Potrebbe diventare potente. Potrebbe avere l'intero Paese - magico e non - ai suoi piedi, se solo accetta di aiutarci" - rispose l'altro, senza smettere di fissarlo intensamente.
Il prigioniero rimase in silenzio, gli occhi spalancati a perlustrare di nuovo il nulla. All'improvviso la sua bocca si piegò in un sorriso maligno, il suo sguardo si rimise a fuoco e si piantò in alto, in quello dell'uomo.
"Va bene" - disse infine. -
Sono passati 7 anni dalla fine della Seconda Guerra Magica, ma l'Oscurità si muove come un'ombra tra la Londra magica e quella babbana. I Mangiamorte sono pronti a tornare, inisieme ad un aiuto prezioso.
Il mondo magico e quello babbano sarrano costretti a collidere.
Harry, Ron e Hermione, collaboreranno con le persone più improbabili, per salvare i due mondi: Draco Malfoy, Mangiamorte pentito del suo passato oscuro; e il babbano dalla mente più brillante, saggia - e razionale - che Londra abbia mai conosciuto: Sherlock Holmes.
Una bizzarra avventura attende questo bizzarro quintetto.
Il mondo magico e quello babbano, non saranno più quelli conosciuti fino ad oggi.
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Kingsley Shacklebolt, Mangiamorte, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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1.
 
Al termine della riunione il Ministro concesse a Sherlock di coinvolgere suo fratello e i suoi uomini - non senza una certa preoccupazione - e lo spedì, insieme a Hermione, a fare ciò che dovevano fare.
"Dove lavora esattamente tuo fratello?" - chiese curiosamente Hermione, guardando fuori dal finestrino del taxi e cercando di capire dove fossero diretti.
"È uno dei fondatori del Diogenes Club. È lì che stiamo andando." - le rispose Sherlock.
"Diogenes Club? Non è una di quelle associazioni a stretto contatto con i servizi segreti britannici?"
Sherlock alzò un sopracciglio, ammirato - "Vedo che sei molto informata, non lo sanno tutti."
Hermione si strinse nelle spalle e accennò un sorriso compiaciuto - "Mi piace documentarmi"
"A me piace definirlo come il salotto degli antisociali" - disse Sherlock tornando a parlare del Club - "un luogo che potrebbe essere di mio gradimento, ma purtroppo le persone là dentro sono noiose - e, oltretutto, è stato mio fratello a fondarlo, perciò è normale che lo detesti."
"Ho letto che è richiesto l'assoluto silenzio all'interno della struttura"
"Sì, assoluto noioso silenzio. Mycroft lo adora" - rispose Sherlock, aprendosi in un sorriso furbesco - "È per questo che a me piace interromperlo."
 
"Buongiorno, fratellino!"
Sherlock era entrato senza bussare - come al solito - ed ora era fermo sulla soglia dell'ufficio di Mycroft con un sorriso enigmatico che - lui sapeva - non prometteva niente di buono.
"Detesto quando usi quel vezzeggiativo per rivolgerti a me, è disgustoso." - rispose Mycroft, dando una veloce occhiata alle spalle del fratello e accorgendosi che non era da solo - "Vedo che hai compagnia. Hai trovato un'assistente?" - chiese sarcasticamente - "Se è così, le faccio le mie condoglianze signorina." - disse infine, rivolgendosi a Hermione, che se stava zitta accanto a Sherlock. 
"Cosa vuoi, Sherlock?" - chiese poi con aria disinteressata, tornando a posare lo sguardo sui suoi fogli.
"Ho un lavoro per te" - annunciò Sherlock.
"In caso non te ne fossi accorto, sto già lavorando" - lo liquidò l'altro.
"Oh, ma è un lavoro noioso. Quello che abbiamo in mente noi è più divertente." - rispose Sherlock, sorridente.
Mycroft lasciò un'occhiata in tralice alla ragazza accanto al fratello, poi si rivolse a lui - "Non mi interessa risolvere un triplice omicidio, ti ringrazio per la tua gentile offerta."
"Nessuno ha parlato di un triplice omicidio" - fece Sherlock, assottigliando lo sguardo.
"L'hai definito un lavoro divertente" - rispose Mycroft, alzando un sopracciglio e stampandosi il volto il suo sorriso più antipatico.
"Questo è molto meglio di un triplice omicidio!" - esclamò Sherlock, infischiandone della sua espressione e dello sguardo sconvolto di Hermione - "È coinvolta l'intera Londra, Mycroft!"
Quest'ultimo sembrò finalmente prestare attenzione ai suoi ospiti. Li analizzò con uno sguardo che solo un Holmes poteva permettersi; poi mise da parte i documenti sui quali aveva perso le speranze di concentrarsi e decise di ascoltarli - nonostante il forte dubbio che si trattasse di uno scherzo.
"Di cosa si tratterebbe, sentiamo." - sbuffò.
Sherlock fece un passo avanti e unì le mani dietro alla schiena, pronto a lasciarsi nella spiegazione del problema, ma Hermione lo fermò prima che potesse aprire bocca, afferrandolo per la manica del cappotto. Sherlock le rivolse uno sguardo interrogativo.
"Credo che sarebbe meglio se fossi io a introdurre il.. problema magia. In fin dei conti ti ho accompagnato per questo." - mormorò Hermione, così che solo Sherlock potesse sentirla.
Sherlock si lasciò scappare una risata di scherno - "Credi per caso che non sia in grado di sostenere un discorso sull'esistenza della magia? Mi hai accompagnato perchè a te spetta la dimostrazione pratica - se ne fossi capace io, ti assicuro che non mi servirebbe il tuo aiuto - e poi abbiamo delle ricerche da fare, una volta usciti di qui."
"È solo che al primo sguardo non mi sembra che andiate molto d'accordo" - insistè Hermione.
"Non ho tutto il giorno" - interloquì Mycroft alle loro spalle, infastidito.
Sherlock gli lanciò un'occhiata e poi tornò a guardare Hermione, soppesando la sua osservazione. "E va bene." - concesse alla fine, scocciato - "Ma non dilungarti in particolari inutili".
Mycroft aveva accavallato le gambe e ora picchiettava le dita sul suo ginocchio, attendendo che qualcuno gli spiegasse per quale motivo stava perdendo tempo a dar retta a Sherlock. Hermione si avvicinò alla sua scrivania e si schiarì la voce.
"Signor Holmes, mi chiamo Hermione Granger. Ho accompagnato Sherlock perchè è bene che lei sappia da una persona... esperta, di quale problema si tratta. Solitamente il nostro Ministero non si rivolge a... persone come voi" - Hermione parlava con sempre meno sicurezza, pregando che le sue parole non venissero fraintese.
"Persone come noi?" - ripetè lentamente Mycroft, cercando di capire cosa intendesse.
"Sì, signore. Vede, questa volta non dovremo impedire ai soliti criminali di attaccare la città. Questa volta si tratta..." - Hermione fece una pausa e deglutì - "...di Maghi Oscuri". Mycroft sbarrò gli occhi e corrugò le sopracciglia; fu in procinto di dire qualcosa, ma Hermione aggiunse - "E saranno aiutati da James Moriarty."
Calò un intenso silenzio, interrotto solo dal rumore della penna che cadde dalle mani di Mycroft.
Hermione lo guardava ansiosa, convinta che da un momento all'altro li avrebbe cacciati via. Anche Sherlock teneva lo sguardo puntato sul fratello, ma dal suo volto non traspariva alcun segno di preoccupazione.
Quello a preoccupare maggiormente, era il volto di Mycroft, che in quei pochi minuti era stato attraversato dalla concentrazione sulle parole di Hermione, seguita dalla sorpresa nel sentire parlare di maghi nel mezzo di un discorso sulla sicurezza cittadina, sostituita immediatamente dall'esasperazione e da uno sguardo di puro odio nei confronti di Sherlock.
Alla fine sembrò calmarsi; rilasso le spalle e fece un respiro profondo - ma quando risollevò lo sguardo, le sue iridi azzurre stavano ancora fiammeggiando, e iniziò a inveire su di loro.
 
2.
 
"Chi stai chiamando?"
Era passata una manciata di minuti dalla sfuriata di Mycroft. Sherlock e Hermione avevano chiamato un altro taxi ed ora erano diretti a casa di lei a prendere i libri utili per la loro ricerca.
Hermione accostò il cellulare all'orecchio e rispose a Sherlock - "Sto chiamando Harry. Dobbiamo dirgli che siamo riusciti a convincere Mycroft."
"Usate anche voi il telefono? Non avete qualche incantesimo per comunicare?" - chiese Sherlock, fingendosi poco interessato.
"Ne abbiamo diversi, ma non mi sembrava il caso di sfoderare la bacchetta davanti al tassista" - rispose lei, abbassando la voce - "Ho praticamente obbligato Harry a procurarsene uno. Ron non ha voluto saperne: l'ultima volta che ha usato un telefono non è andata molto bene."
"Oh, capisco" - disse distrattamente Sherlock.
"Pronto? Hermione?" - rispose la voce di Harry al telefono.
"Harry? Sì, sono io. Mycroft ci darà una mano" - annuciò soddisfatta.
"Davvero? È stato facile convincerlo?"
"Più o meno. Ha minacciato Sherlock di spedirlo per sei mesi sottocopertura nell'Europa dell'Est e ha chiamato le guardie per farci portare via, ma ho trasformato la sua scrivania in un cavallo prima che potesse farlo."
"Cosa non darei per vedere quell'espressione sbalordita tutti i giorni" - commentò Sherlock ridendo.
"Hai trasformato la sua scrivania in un cavallo?" - domandò Harry, basito.
"Beh, ho pensato che sarebbe stato più convincente fare le cose in grande.." - disse timidamente Hermione.
"Sei fantastica!" - rise Harry.
"Com'è andata l'organizzazione?"
"Abbiamo dovuto interromperla, Draco non si sentiva bene."
"Cosa aveva?" - chiese Hermione, sorpresa.
"Diceva di avere un forte mal di testa. Poi Ron ha detto la sua e Draco se n'è andato infuriato" - "Non è colpa mia se si atteggia come una principessina" - si sentì la voce di Ron in sottofondo.
Hermione annuì pensierosa, poi ricordò di essere al telefono - "Siamo quasi arrivati. Se troviamo qualcosa di interessante ve lo facciamo sapere. A più tardi!"
"D'accordo, a più tardi!".
Hermione chiuse la chiamata e chiese al taxi di fermarsi. 
"Ci metto solo un minuto" - disse, scendendo dall'auto e lasciando Sherlock ad attenderla. Fu velocissima, e quando si sedette di nuovo accanto a Sherlock con in grembo la sua borsetta di perline, lui la guardò confuso, ma trattenne la sua curiosità.
 
Raggiunsero il 221B di Baker Street in poco tempo. La signora Husdon era intenta a spolverare alcuni quadretti nell'ingresso, e quando li vide entrare sembrò molto sorpresa nel vedere Sherlock accompagnato da una ragazza.
"Oh, e lei chi è Sherlock?" - domandò, con un gran sorriso.
"Mi aiuta con un caso" - le rispose Sherlock senza degnarla di uno sguardo e procedendo a salire le scale. Hermione accennò un sorriso imbarazzato e lo seguì.
"Chi è quella signora?"
"La padrona di casa, ma non è importante" - la lliquidò Sherlock. Si levò il capotto e la sciarpa alla velocità della luce e si sedette sulla sua poltrona di pelle unendo le mani sotto il mento.
Hermione restò imbabolata sulla soglia finchè lui non le fece segno di sedersi di fronte a lui.
"Allora" - iniziò, aguzzando lo sguardo su di lei - "Raccontami chi sono questi Mangiamorte e perchè sono così pericolosi"
Hermione si sistemò meglio sulla poltrona, pensando da dove iniziare. 
"Hai notato la cicatrice sulla fronte di Harry? - oh beh, certo che l'hai notata. Quella cicatrice è stata la causa di parecchie disgrazie, sia per Harry stesso che per l'intera comunità magica. Il mago che gliela procurò -"
"Puoi essere più concisa?" - la interruppe Sherlock, spazientito.
"No, non posso!" - esclamò Hermione, puntandolo con lo sguardo alla Molly Weasley che usava quando rimproverava Harry o Ron.
"D'accordo" - rispose Sherlock roteando gli occhi.
"Dicevo, il mago che gliela procurò fu lo stesso che creò l'esercito dei Mangiamorte. Il suo nome era Tom Riddle, ma si faceva chiamare Lord Voldemort. Lui e i suoi seguaci avevano come obiettivo quello di purgare il Mondo della Magia e di farlo cadere sotto il comando maghi purosangue."
"Purosangue?"
"Sì, essere discendenti di un'intera famiglia di maghi. Non per tutti è così, alcuni maghi sono mezzosangue, altri ancora nati babbani. Entrambi gli ultimi erano disprezzati dai Mangiamorte, considerati esseri inferiori e quindi indegni di possedere doti magiche."
"E tu sei..?"
"Nata babbana." - disse Hermione, portandosi inconsciamente la mano a stringere l'avambraccio sinistro.
Sherlock colse la sua reazione, ma intuì che non fosse il caso di fare domande; la invitò ad andare avanti.
"Ogni Mangiamorte ha un tatuaggio stregato sull'avambraccio sinistro, che rappresenta un serprente attorcigliato ad un teschio. Quando Voldemort aveva bisogno di loro o quando doveva essere informato per qualche ragione importante, bastava toccare il tatuaggio. Funzionava come un cerca-persone, in un certo senso."
"Il vostro amico Draco era un Mangiamorte" - affermò sicuro Sherlock.
"Ha deciso di stare dalla parte giusta. Meglio tardi che mai" - sospirò Hermione.
"E questo Voldemort è morto, suppongo."
Hermione annuì - "È stato Harry ad ucciderlo - oh, non sarà felice che te l'abbia detto. Ci è voluta una guerra per porre fine a tutto...". Assunse un'aria triste, al ricordo di quegli anni passati.
Sherlock s'infossò di più nella poltrona. Il suo sguardo si muoveva velocissimo, come se stesse leggendo un libro invisibile. Hermione lo osservò incuriosita, finchè lui non la rimise a fuoco e attaccò a parlare.
"Ok, abbiamo un esercito di criminali guidati da un comandante - se così si può dire - che però ora è morto. Questo deve averli resi meno organizzati, per cui è possibile che ci siano delle falle nel loro piano. Mi hai detto che disprezzavano chiunque non fosse di sangue puro, per cui dev'essere lo stesso per gli incapaci e per i traditori. Chiunque debba affidare un oggetto di valore a qualcuno, sceglierebbe una persona affidabile e furba, ma data la loro mania di grandezza è probabile che siano stati tanto stupidi da scegliere qualcuno da umiliare, piuttosto che qualcuno di cui fidarsi.
Il tatuaggio è un segno che li caratterizza; è importante, potrebbero usarlo ancora in qualche modo. Inoltre -"
Sherlock fu interrotto dallo squillo del cellulare di Hermione.
"È Harry" - disse sorpresa, afferrando il cellulare. "Pronto?"
Più cose Harry le diceva, più il volto di Hermione si faceva pallido e l'espressione spaventata.
"Cos'è successo?" - chiese Sherlock, non appena chiuse la chiamata.
"Tre babbani sono stati rapiti..."
 
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Ciao tutti! Vi chiedo scusa per l'attesa. Non ho parecchio tempo per scrivere, e quando lo faccio solitamente rivedo molte volte ciò che ho scritto (Sono una stupida perfezionista).
Ho cercato di finire questo capitolo il più velocemente possibile. Spero sia stato di vostro gradimento!.
Chiarimento del giorno: Nella serie originale di Sir. Arthur Conan Doyle, non viene mai esplicitato il fatto che il Diogenes Club sia collegato ai servizi segreti, ma nella serie della BBC, scritta da Steven Moffat e Mark Gatiss, è chiaro che esso sia collegato all' MI6.
Bene, che altro mi resta da dirvi?
Credo che ricordiate bene il giorno in cui Ron chiamò Harry al telefono di casa dei Dursley.... eheh.
Amo il rapporto "odi et amo" tra Mycroft e Sherlock, e spero di averlo presentato bene! 
Hermione e Sherlock non potevano che lavorare insieme - sono i cervelloni della situazione!
Cosa sarà successo ai tre babbani? Eheh... lo scoprirete nel prossimo capitolo!
 
Grazie per la pazienza e per la voglia che avete di leggere i miei pensieri folli!
Alla prossima! :-*
 
-Jean
   
 
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