Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Lelusc    14/04/2016    0 recensioni
Ambra è da sola,ha un solo amico e uno stalker che un giorno al mese la molesta con una domanda, a cui lei risponde sempre negativamente,poi però... e così cambierà tutta la sua vita,che lei coraggiosamente aveva protetto da tanto tanto tempo.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il giorno seguente quando mi svegliai mi accorsi di essere sola, Mikael non c’era e la sua parte di letto era perfettamente fatta e guardai lo spazio vuoto dove prima c’era la bara di Steven.

Il giorno prima era successo tutto così velocemente, dopo le sconcertanti scoperte del padre di Giulian e degli altri, forse ho anche qualcosa di strano, che spigherebbe come ho ucciso April.

Scesi dal letto e andai all’armadio. Mi vestii con dei pantaloni neri attillati e una maglietta rosso pompeiano, più ampia per diversificare gli indumenti,poi mi misi gli stivali, mi diedi due spazzolate ai capelli per poi legarli in una coda alta.


In sala rimasi sorpresa Mikael stava dietro il bancone della cucina con la frusta in mano intento a battere le uova mentre dietro di se il forno cuoceva una torta.

Mi avvicinai e lui subito alzò il capo e mi sorrise.

“Buongiorno Ambra, mi augurò dolce.

“Buongiorno Mikael”e indicai il bancone.

“Che stai facendo?”

“ La moglie di un mio collega mi ha chiesto se volevo fare delle torte per darle in beneficenza ”

“e visto che sei dolcissimo, hai accettato, ma solo tu le fai?”Chiesi.

 "No, li portano anche altri”

“immagino che tu abbia speso i tuoi soldi”gli dissi sicura della risposta.

“Beh… ecco…”

“che devo fare con te?” Gli chiesi posandomi le mani sui fianchi per dare più incisività alla predica.

“è che mi sento a disagio a usare i tuoi”

“allora fatti dare dei consigli e nuove ricette”gli dissi avvicinandomi.    


“è vero tu hai lavorato in una pasticceria sai fare i dolci” annuisco.

C’è qualcosa che non ti viene bene o con cui hai difficoltà?”

“No, mi pare di no”

“il pan di spagna non ti si brucia?” Mi guardò in viso e poi mi fece uno dei suo delicati sorrisi.

“Sì, ogni tanto, sopra”

Gli sorrisi. “Capisco, semplice, mettila in un piano più sotto”

“quale?” Mi chiese

“conta da sotto un piano e poi metti la teglia a quello dopo, così non ti si brucia"

“va bene, la sposto subito” e mentre lo fa, guardai la ciotola con dentro un meraviglioso impasto giallo con la tentazione d’infilarci un dito e portarlo alla bocca per assaggiare, ma purtroppo non posso farlo e questo è un lato che detesto dell’essere vampiri.


Girai intorno alla penisola e mi sedetti su uno sgabello per guardarlo lavorare.

"Che torta fai ora?


Una torta alla frutta, poiché l’altra la farò al cioccolato, crema e panna.

Gli sorrisi, da quanto tempo non mangiavo più una delizia simile. Dopo aver ricevuto il bacio oscuro non ho più potuto mangiare niente.

“Ricordo che la mia torta preferita era quella con fragole e panna”me ne uscii all’improvviso, senza pensare.


“Davvero?”

Lo guardai. “Sì, ma ormai...”dissi alzandomi dallo sgabello, per prendere dal sottofondo frigorifero del mobile una sacca e una tazza.


“Capisco, deve essere una tortura”

“a volte”dissi cominciando a spremerlo, poi ne bevvi un sorso.

All’improvviso suonò il telefono, ma non mi spostai neanche di un millimetro per andare a rispondere.

“Ambra, suona il telefono”mi fece notare Mikael.

“Lo so, non mi va di rispondere, se è importante lasceranno un messaggio in segreteria” dissi continuando a bere tranquilla.


Dopo tre squilli si mise in funzione la segreteria. “Ambra so che sei a casa, rispondi cavolo! Esclamò Victor arrabbiato. Ho i risultati degli esami”continuò a dire poi, calmo.

Subito posai la tazza e corsi ad alzare la cornetta. “A si? E che dicono?”Chiesi, calma.


“Allora ci sei? Perché non rispondevi?”

“Non mi andava, allora?”

“Allora…senti posso venire a parlarti di persona, parlarti tramite questo aggeggio m’irrita”

“come vuoi, ti aspetto” e appesi.


Mi voltai e vidi Mikael guardarmi preoccupato. “Verrà un ospite”gli dissi, come se non avesse già sentito.

Annuii e continuò a girare l’impasto, mentre io mi sedetti a guardarlo.


Poco dopo intenta a vedere Mikael decorare la torta con la frutta, mi balenò in mente una cosa, così mi alzai e m’incamminai verso la stanza di Steven, ancora non lo avevo visto oggi.

“Steven, sei sveglio?! Chiesi

“si vieni” entrai.

“Bene, sei sveglio e non ti fai neanche vedere”lo rimproverai faceta.

“stava seduto sul divano a 
gambe accavallate, intento a leggere un libro”

“No, è che mi sono messo a leggere e mi ha preso”mi disse per scusarsi.

Feci un lieve sorriso. “Vieni, siediti vicino a me” disse guardandomi e battè con la mano accanto a se.


Mi sedetti. “Sai, sta venendo Victor, ha i risultati dei miei esami”

“però che veloce”

“già”disse appoggiandomi allo schienale imbottito.

“Che leggi?”

“Un libro d’avventura ed erotico”

Rimasi sbalordita.  “E me lo dici così? Hai capito il giovanotto”

Mi fece il suo solito sorriso timido e mi guardò.  “Sai, non sono poi così piccolo” mi fece notare

“lo so bene”gli dissi poggiando il capo sulla sua spalla, mentre ritornava a leggere.


Rimasi così anche quando suonarono alla porta. Avevo notato Steven guardarmi, ma vedendo che non mi alzavo ritornò a leggere. Sentii Mikael andare ad aprire, Victor chiedere di me e poi incamminarsi entrambi verso di noi e infine bussare

“Ambra c’è Victor” non mi muovevo.

Si aprì la porta e guardai verso di loro.

“Ah! Che bella stanza”disse all’improvviso Victor.

“Grazie”rispose Steven non distogliendo lo sguardo dal libro.


Quindi questa e la sua stanza, eh Ambra? Sei stata brava nel fargliela” mi disse, ma io rimasi in silenzio a guardarlo

“Dai, ti devo parlare”

“mi dispiace Victor, ma ora sono occupata a non fare niente, passa più tardi”dissi e Mikael e Steven scoppiarono a ridere.

“Sto scherzando, andiamo a parlare in sala e poi dì pure tutto, non ho segreti per loro”.


“Bene, come vuoi” in sala mi sedetti al tavolo e Victor si accomodò di fronte a me“

Dunque i risultati degli esami sono strani.

”A quelle parole Mikael si fece più attento e Steven si concentrò su quello che stava dicendo Victor.


“Che vuoi dire?”

“Quello che ho detto, pare che tu abbia un potere strano”

“Perché strano? È normale per noi vampiri avere dei poteri“

“sì,ma tu non puoi avere il potere che hai”

“e sentiamo, che potere sarebbe?”Gli chiesi calma.


“Sì, come se fosse facile. Dunque fammi spiegare dall’inizio, ti sto per dire una cosa che sappiamo solo noi fratelli e che nessuno deve sapere all’infuori di quelli in questa stanza, chiaro”

Annuimmo.


“Dunque, noi abbiamo una stanza segreta con diverse boccette contenenti del sangue di potenti antenati vampiri per ricordarci di loro anche dopo la morte"

“reliquie quindi”dissi interrompendolo.

“Sì, infatti. Ora,il potere che tu hai, è uguale al potere di uno di questi antichi vampiri; il bello è che è impossibile, per via dell’età in cui è vissuto l’antico, altrimenti tu ora avresti molti, ma molti più anni di quelli che hai e non è così”

“quindi, in poche parole, ho questo potere che non potrei avere”

“esatto”

“qui la domanda che mi viene spontanea è. Come faccio ad averlo? E che potere è?”

“All’ultima domanda posso risponderti io, ma alla prima no”.


“Tutti i seguaci o figli di quel sommo antico, sono morti con lui, quindi tu non puoi esserlo, oltre al fatto come ti ho detto, dell’età differente”

“e il potere consiste in cosa?”Chiesi

“il potere e quello dell’autodifesa”

“autodifesa?”

“Sì, in poche parole, quando vieni attaccata o viene attaccata una persona a cui vuoi bene e che vuoi difendere, il potere si attiva e uccide l’assalitore difendendoti o difendendo la persona, semplice e chiaro, no?”

“Ehi! Ti ricordi Ambra"disse all’improvvisamente Mikael.

“Quella volta eri con me al night club, April sotto effetto della droga mi ha attaccato e tu...”

“e io ti volevo difendere”continuai a dire.


"In poche parole l’ho uccisa veramente io e con il solo toccarla”

“sì, il potere si può usare in diversi modi, tramite un semplice tocco o tramite qualsiasi oggetto che hai in mano che diventa automaticamente un arma. Tutto quello che ti serve è pensare che devi difenderti o devi difendere qualcuno, anche irrazionalmente e il potere si manifesta e fa il suo lavoro”

Mi alzai di scatto dalla sedia facendola cadere e arrabbiata colpii con la mano il tavolo che stranamente resse la mia forza e cominciai a camminare avanti e indietro per la stanza incapace di stare ferma per il nervoso, poi mi fermai di colpo.

“Victor, si può togliere questo potere o controllare?”


“Togliere, no, controllare, non credo”

“proprio non è possibile?”

“Per controllarlo ci vuole pazienza, calma e fortuna e molta esperienza. Ci saranno molti altri vampiri che ucciderai prima che tu riesca a controllarlo”

“è proprio questo quello che non voglio fare! E non solo perché è contro la legge!”dissi scoppiando in un eccesso d’ira e poi mi lasciai ricadere pesantemente sul tavolo, frustrata.


“Comunque, anche se volessi provare a controllarlo non posso uccidere fino a che ci riesco”

“quindi non puoi esercitarti e non puoi controllarlo”mi disse chiaramente Victor.


“Ora mio leggiadro e incantevole cigno, devo andare”

“un attimo, che mi dici della sostanza?”

“Che abbiamo trovato e condannato molti vampiri e servi che lo spacciavano, ne abbiamo distrutto una quantità abnorme, ma ancora non si sa chi l’abbia creato. I servi non parlano e quando li lasciamo un attimo soli si uccidono, quindi dovremmo scavare più a fondo”

"capisco, allora grazie per la brutta notizia, ci vediamo Victor”

“sì stellina”mi disse e andò via.


Non appena la porta d’entrata si chiuse, rimanemmo in silenzio. Non ho il coraggio di guardare in faccia Steven, alla fine è stata colpa mia per davvero.

Mi alzai dalla sedia senza spiccicare parola e mi diressi all’armadio, prensi cinque sacche di sangue da un litro e andai a prendere una tazza.


“Ohi! Frena i cavalli!" Esclamò Mikael prendendomi le sacche dalle braccia.

“Lasciami stare, dammele”gli ordino.

“No, vuoi forse farti venire la brama di sangue?”

“Perché no, poi sarebbe Victor quello che mi dovrebbe uccidere e chissà forse è anche meglio”

“ma che dici?!”

“dico che è tutto un disastro e che sono stanca, se lo sono adesso pensate un po’ fra qualche anno e poi non voglio più uccidere nessuno”

“non lo pensi, se non fosse per questo potere non lo avresti mai detto ne pensato”mi disse Mikael.

“Può darsi”


“La pianti con queste scemenze!” Urlò Steven.

“Tu non ti arrendi, cos'è scena? Tu non sei così, sei solo nervosa e se ti viene la brama di sangue e ti uccidono tanto meglio, a te non importa molto di fare una vita lunga, giusto? Pensi questo, ma non pensi a chi ti vuole bene, ai tuoi amici e a quelli che ti hanno dato la tua prima vita e la seconda? Stupida!”Mi urlò Steven arrabbiato come non lo avevo mai visto e per la prima volta, dopo aver scoperto questa piaga del potere, lo guardai in volto.


Vidi determinazione e rabbia. “E va bene, molta è scena e non intendo uccidermi, ma solo mangiare come una pazza, perché mi va e per il nervoso, ma una cosa è vera; io non voglio più uccidere nessuno e un'altra cosa, hai ragione non mi arrendo mai e non lo farò nemmeno questa volta, qualunque sia la situazione e di questo puoi starne certo. Ti do la mia parola d’onore e poi non mangio molto, quelle sacche non mi faranno niente, quindi da qua”dissi a Mikael allungando una mano verso di lui.

“Solo tre”

“che fai? Le dimezzi?”

“esatto”

“e va bene,mamma”

“mamma?”

“Sì,mamma” gli dissi divertita. 

“Non voglio essere tua madre”

“perché?” Ed ecco che diventò serio, mentre io stavo solo scherzando.

“Perché sarei vecchio”

Rimasi immobile un attimo, poi scoppiai a ridere.

“Tu sei strano e mi hai anche fatto passare la voglia di mangiare”dissi prendendogli dalle mani le altre sacche e riportandole tutte al loro posto, mentre scuotevo il capo divertita.


Le posai e rimasi un attimo ferma davanti al mobile dando le spalle ai ragazzi.

Steven, io volevo dirti che...”

“non devi dirmi niente” mi voltai di scatto.

“Come?”Chiesi sorpresa.

“Non devi dirmi niente, tu non hai fatto niente”

“ma sé?”

“Nessun sé, c’è un mistero sotto e finché non è risolto non voglio credere che sia stata tu e se nella più che remota e infame possibilità che si scopra che è stata veramente colpa tua, non voglio crederlo lo stesso”mi disse.

Rimasi imbambolata a guardarlo sorridere tristemente.

“Come vuoi, però io”

“zitta”mi ordinò e mi abbracciò.


“Grazie" gli sussurai”

“e di cosa”mi rispose lui

“di essere mio amico”

“niente di più facile”mi rispose.

Sciogliemmo l’abbraccio e mi girai verso Mikael che era rimasto da una parte a guardarci intenerito.

“Sai che la tua faccia è buffa?” Gli dissi. 

“Allora perché non ridi?”

“E tu che ne sai? Forse dentro di me lo sto facendo”

“ok, ora tocca a me” disse abbracciandomi.

“Cos’è? Una fissa?”

“No, è che sono anch'io un tuo amico, diciamo”

“che vuol dire diciamo?”

“eh? Che stai dicendo?Chi ha detto quella parola?”

“che pazienza che ci vuole con te”.


“Comunque ora vorrei andare a distrarmi”

“possiamo trovare un posto poco illuminato…”mi propose Mikael.

“Sì, certo e poi mi salti addosso, ma per favore, pensavo di uscire e andare a ballare in discoteca oggi e se qualcuna ti fa il filo potrei sempre prenderla a pugni”

“che rude per una ragazza”mi disse

“allora a unghiate e tirate di capelli, a parte che io ho studiato dell’autodifesa, ma posso accontentarmi, non vorrei rompere qualche osso”

“esagerata”così gli afferrai il braccio e glielo rigirai dietro la schiena con un movimento veloce.

“Dicevi?”

“Ahi! Niente hai ragione, sei brava”disse e lo lasciai.

Lo guardai massaggiarsi il braccio, orgogliosa di me stessa.

“Visto? Non prendere sotto gamba lei mie parole e ora ora andiamo a ballare!”Esclamai euforica

“ma prima mi cambio”dissi di nuovo calma.


Andai in camera, scelsi degli abiti appropriati e mi cambiai in bagno.

Indossai un top i velluto nero con bretelle leggerissime, una minigonna porpora e degli stivali a polpaccio come il top, decorati con un nastro rosso.


Quando uscci dalla camera vidi Mikael, che era già vestito, a bocca aperta.

“Che c’è?”Chiesi. 

“Niente, è che sei troppo provocante e non lasci niente all’immaginazione, non uscirai così, vero?”

“No,papà”dissi ironica

“no, dico davvero, non esci così”

“e perché?”

“Perché? Tu mi chiedi perchè? perché sei una bomba da paura e non ti porterò in giro vestita in quel modo, così dovunque passi tutti si gireranno e sbaveranno per te”

“sei esagerato come sempre, ci sono molte altre ragazze più carine di me”gli dissi spazzolandomi i capelli che poi fermai sul capo con una spilla d’argento di raffinata fattura.


“Ecco fatto, adesso mi metto del rossetto rosso, la matita, il mascara e l'eye-liner neri per uno sguardo più profondo e ipnotico. Bene ora sono proprio pronta, una giacca nera lunga e ho fatto, gli dissi girandomi.

“No, non e no, io ti chiudo dentro casa”mi disse Mikael guardandomi.

“Quanto sei esagerato, ma forse se mi metto delle calze è meglio”

“delle calze? Tutto l’abbigliamento devi cambiare, non devi aggiungere le calze. Ora te li scelgo io i vestiti e vedrai che a confronto sembrerà che vai in chiesa, vedrai”

“non te lo permetto, non ci provare, gelosone”

“gelosone io?”

“Sì, tu” dissi tenendo chiuse le due ante dell'armadio per evitare che le aprisse.


“Io sarei geloso?”

“Oh sì e molto anche”

“non è vero, vedrai che te lo dirà anche Steven quando ti vedrà”

“e io invece dico che approverà, tu sei di vedute chiuse e vecchie decrepite. E poi si dice che i vampiri sono vecchi e di vedute antiche”

“ho detto no!”Urlò tirando con tutta la sua forza, l’armadio non si aprì, ma ci cadde letteralmente addosso.


Mikael mi spostò giusto in tempo o saremmo stati schiacciati, anche se io non mi sarei fatta niente, tanto meno Mikael, è stato un suo gesto istintivo.

“Però, che schifo di riflessi che ho” dissi e rimasi sorpresa quando mi trovai Mikael sopra.


Ci guardammo neglio occhi, ed io stavo quasi per perdermi nei suo caldi occhi azzurri, quando la porta si aprì interrompendo la magia e comparve sulla soglia Steven.

"che succede?
 Cos’è stato quel rumore?”Chiese, poi notò entrambi stesi a terra alla destra del mio letto con l’armadio caduto in mezzo a noi.

“Niente, tutto a posto”disse Mikael alzandosi da sopra di me. 

“è lei che vuole andare in discoteca così, dille qualcosa”lo spronò porgendomi poi la mano per aiutarmi ad alzarmi.

Una volta in piedi vidi Steven guardarmi.

“Chi sei?”

“E secondo te chi dovrei essere?”

“Una bambola, però un po’ troppo poco vestita trovo”

“visto? Che ti dicevo?”

"Tu non parlare e addrizzami l’armadio, subito!”

“Va bene, va bene, non  ti scaldare”mi disse.  Prese da dietro l’armadio e lo tirò in piedi, mentre Steven andò davanti per aiutarlo.


Peccato che Mikael c’e la facesse anche da solo e tirando su l'armadio, si aprì facendo cadere tutti i vestiti che c'erano rimasti dentro e Steven fu sommerso.

“Steven, stai bene?”Chiesi un po’ irritata per il disordine.

“Sì, tutto a posto”poi lo vidi scrollarsi di dosso i vestiti e uscire fuori. 

“Che carino”disse Mikael. 

“Come?”Chiese Steven perplesso e io trattenni una risata.


“Hai un mio cappello in testa”se lo tolse e lo guardo facendo una smorfia di disgusto”

“Ambra? Ma davvero ti metti i prati in testa, guarda quanti fiori?”

Scoppiai a ridere. “No, quello è un capello che tengo lì per ricordo. Non lo indosso da diversi anni”dissi prendendoglielo dalle mani”


“è il primo regalo che mi ha fatto Nathan”

“davvero?”

“Adesso ho capito perché lo odi”disse Mikael strappandomi un sorriso divertito, mentre Steven scoppiò a ridere.


“Chissà forse è davvero così”dissi

“comunque qui c’è veramente un bell’abito, né troppo provocante e sexy né troppo pudico, questo lo puoi indossare per la discoteca”disse Mikael.


 “Quello che hai in mano l’ho messo la prima volta che ho fatto delle cose… beh avete capito, con Nathan”

“bleh” esclamò disgustato tirandolo in aria

“ma sei sicura di non amarlo ancora?” Mi chiese Steven.

“Sì, sono solo ricordi, potrei tranquillamente bruciarlo e non sentire niente”

“perfetto, ci penso io”disse Mikael.

 
“Ehi tu! Non mettere le mani nei miei vestiti, non vorrei succedesse qualcosa, tipo quello che è successo all’armadio”gli dissi divertita.


“Va bene, va bene, allora mettiti questo”

“ma pensa, lo sai che hai trovato?”

“Cosa? Un vestito che ti ha cucito Nathan con le sue manine?”

“No”risposi tra le risate che questa volta l’immagine di Nathan intento a cucire mi avevano suscitato.

“Questo è un regalo di Giulian”

“e quando te l’ha fatto? Non ne sapevo niente”.

“Quando ero ancora nella casata di Nathan; lui era solito andare molto spesso dal fratello, anche se non ne so il motivo e un giorno mi portò questo”

“via, bocciato anche questo” disse Mikael posandolo senza troppe attenzioni su un mucchio di abiti.


"E va bene, questa volta ho preso un abito che non è infausto. Ne sono sicuro”disse e tirò su un abito rosso pompeiano.

“E questo? Non mi dire che te l‘ha fatto Nathan perché mi suicido”.


“No, quello me l’hanno dato in orfanotrofio, a quanto pare era di mia madre” dissi calma, con il sorriso.

“Ah allora teniamolo con cura, ecco lo piego e lo metto qui”mi disse posandolo delicatamente sul letto.

Lo guardai per un po’ poi distolsi lo sguardo.


 “Ok tocca a me”disse Steven. "Queste belle scarpe nere da cerimonia chi te l’ha comprate?”

“Io, per un matrimonio di una mia sorella più grande dell’orfanotrofio”

“ah"

“non sapevo avessi una sorella?”

“Noi eravamo tutte sorelle in orfanotrofio, possiamo dire che io avessi venti fratelli, compresi i maschi”dissi facendo un sorriso felice.


“Ah, in questo senso”

“allora. Questa scarpa niente” disse Steven, cercando la sua compagna e mettendole bene da una parte.


 “Questa maglietta lunga e verde?”Chiese Mikael.

“Quella me l’ha regalata il mio primo fidanzato”.

“Eh? Allora sono davvero sfortunato” disse guardando triste l’abito.

“Sì, era carino, anche se gli mancava un dentino”

“cosa?”

“Era un bambino di sei anni del orfanotrofio che si affezionò a me e mi diceva sempre che da grande mi avrebbe sposato e mi donò quel abito”

“ah si?Che felicità?”

“Cosa?”

“Sapere che non hai avuto un fidanzato”

“certo, scherzavo, ma potrei averne avuti molti prima, per esempio quella maglietta blu" gli dissi indicandogliela.

L’ho comprata quando
 ho avuto una storiella prima che diventassi vampira”gli dissi.

 “Storiella? E mi ero anche innamorata, ma era un classico tipo solo per una notte e poi ciao con una tacca in più sulla cintura. Beh, infondo ero ingenua allora. Piansi e dimagrii cinque chili in una settimana, poi trovai un lavoro e la superai”.

 “E allora perché tieni questa maglietta?"

"Per aver qualcosa da odiare e per sfogarmi, infatti, se ci fai caso ha dei buchi, ogni tanto l’appendevo al muro e ci tiravo sopra le freccette mentre urlavo imprecazioni su di lui, così mi sfogavo,anche perchè non ho mai avuto una sua foto.


“E queste scarpe qui?”

“Quei sandali me l'ha comprati la mia sola e unica migliore amica, Rosmery.

Lei era molto bella e allegra, ed era la figlia della cuoca dell’orfanotrofio. Dopo alcuni anni, è andata via per studiare in Inghilterra e non l’ho più vista, anche se ci scrivevamo delle lettere.  Quando andai via dall’orfanotrofio non potei più risponderle e se anche avessi voluto non potevo perché ricevetti da qualcuno il bacio oscuro, di certo non potevo scriverle... 

“ciao Rosmery, Come stai? Spero bene, io invece d’ora in poi avrò una vita infinita, sai sono diventata un vampiro”. Beh, direi che non potevo dire una cosa simile e poi si sa che devi lottare per controllare la sete all’inizio, non avrei avuto tempo né pensiero per lei” e così non ci siamo più sentite.


“Ok, e questa gonna molto leggera e svolazzante”

“quella era la gonna che mi regalò Nathan, sai com’è, era più facile alzarla e fare certe cose… hai capito?”

“Retro satana!”Urlò Mikael lanciandola in aria e per un momento pensai che si bruciasse all’istante”


“Oh Mio Dio, che schifo l’ho toccata e che immagine perversa che mi è venuta in mente e devo dire che mi urla tantissimo. Hai dell’acqua santa in casa?”

“Certo che no, è letale per me, perché?”

“Mi devo togliere la maledizione di trovare abiti sudici e malevoli. Dell’acido muriatico?

“E quello a che ti serve?”

“Per disinfettarmi le mani”

Scoppiai a ridere. “No, non c’e l’ho?”


E andammo avanti così fino all’ora di andare a dormire.

Quando Steven si ritirò, l’armadio era a posto, avevo raccontato tante storie diverse e certe divertenti, avevamo scherzato e riso insieme. Alla fine mi ritrovai a letto, con le forti braccia di Mikael che mi stringevano a se e il suo viso sul mio collo e con l’armadio molto più leggero, perchè nel rimettere i vestiti dentro, ne buttai via la maggior parte, tutti inutili e vecchi.

 
Buttai la maglietta di quel tipo delle freccette, il capello e la gonna svolazzanti di Nathan, l’unico indumento suo che mi tenni fu l’abito che mi piace ancora, nonostante me l’ha fatto lui.


La gonna, non serve nemmeno dirlo, la prese Mikael e si divertì a farci i coriandoli che poi lanciò dalla finestra con un sorriso soddisfatto sul volto e divertendosi come un matto, mentre io avevo detto più cose di quante avrei mai pensato di confidare a qualcuno.

Quella notto, mi ritrovai a dormire tranquillamente nel mio letto con accanto il mio solito coccoloso Mikael e avevamo dimenticato del tutto la discoteca. Beh, buon per Mikael, ora sarà felice, almeno lui, io invece dovevo ancora pensare al mio potere. Che Dio me la mandi buona!  
           
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Lelusc