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Autore: cioco_93    14/04/2016    2 recensioni
New York è un punto di svolta per chiunque vi approdi, ed è proprio questo che Elena sta cercando: una vita diversa da quella da cui è scappata, una vita felice e senza problemi.
Damon invece è il classico cattivo ragazzo, che i problemi ama crearseli, e scappa da tutto quello che potrebbe dargli stabilità.
Due vite diverse, che però per destino si incontreranno e scontreranno, nel tentativo di viversi senza paura.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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3. Non chiedermi chi ero.

I giorni a seguire passarono veloci e tranquilli.
Caroline si destrò egregiamente tra me, Stefan e il lavoro, mentre io dopo qualche giro per la città tra consegne e i ritiri di moduli e documenti per il mio Stage, mi godevo i miei ultimi giorni di pace da nulla facente.
Quel giovedì sera per la precisione, me ne stavo bellamente stravaccata sul divano a guardarmi un’ignorantissima puntata di Geordie Shore: Caroline aveva un importante evento lavorativo quella sera, e nonostante mi avesse chiesto di accompagnarla, avevo ceduto ben volentieri il posto a Stefan.
Una volta iniziato lo stage a Cosmopolitan, avrei dovuto presenziare a milioni di quei eventi mondani, quindi finché potevo me ne tiravo fuori.
Insomma, era la classica serata stile Briget Jones: tv, cibo spazzatura, faccia struccata, ma ovviamente non durò il tempo previsto.
- Barbie, Piccoletta, guardate chi è tornato.??? – entrò d’un tratto un allegro, e sempre purtroppo favoloso, Damon in casa.
- Ma non avevi deciso di imparare a bussare.?? – domandai infastidita dalla sua presenza.
- Ci avevo effettivamente pensatoto, ma preferisco l’effetto sorpresa – rispose lui con un ghigno sedendosi tranquillamente sul divano di fianco a me e posando un pacco di birre sul tavolino di fronte – Ma la mia bionda preferita.?? – chiese poi perplesso guardandosi attorno.
- Aveva un cocktail party al lavoro – risposi cercando di tornare a concentrarmi sulla TV.
- E tu non sei con lei perché… - cercò di indurmi a continuare a parlare il ragazzo.
- Perché da settimana prossima lavorerò per una rivista per la quale dovrò presenziare a un sacco di feste del genere, quindi oggi ho preferito il Geordie Shore a Marc Jacobs – gli spiegai sempre più irritata.
Il ragazzo si sforzo a non scoppiarmi a ridere in faccia, e cercò di riprendersi prestando la sua attenzione alle birre sul tavolo. Ne prese e stappò direttamente due, allungo i piedi sul tavolino e me ne passò una come se nulla fosse.
- Scusa cosa staresti facendo.?? – gli domandai perplessa.
- Ti passo una birra e guardo il Geordie Shore? Sai mi piace quel Gaz* – constatò lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Lo fissai attonita per qualche secondo. Inutile dire che il primo istinto fu ovviamente quello di cacciarlo in malo modo e ritornare alla mia cara e solitaria serata, ma mi resi conto, che per quanto lo ritenessi un essere insopportabile, avevo promesso a Caroline di provare almeno a conoscerlo. Presi quindi la birra che mi stava ancora porgendo, e rivolgendomi di nuovo alla Tv commentai semplicemente – Chissà perché, non ne avevo dubbi -

I 20 minuti che seguirono furono stranamente abbastanza pacifici, probabilmente dettati dal fatto che eravamo entrambi concentrati sul programma in TV, tanto che fui la prima stranamente a rivolgergli parola quando partirono i titoli di coda.
- Non ti ho più visto da domenica, eri ancora a far baldoria con il futuro sposo.?? – chiesi curiosa. Da quello che avevo intuito dai racconti di Caroline, Damon era una presenza fissa in quella casa, e per quanto lo trovassi odioso, non avrei mai voluto che lui si allontanasse dalla mia amica per causa mia.
- Allora un po’ ti sono mancato.?? – rispose maliziosamente lui avvicinandosi pericolosamente verso il mio viso.
- Dio se sei Idiota – ribattei innervosendomi e alzandomi prontamente dal divano, diretta a prendere qualcosa da stuzzicare in cucina
- Se per questo tu sei acida. A ognuno il suo – disse divertito sporgendosi sul tavolino per prendere un’altra birra. Ero ovviamente pronta a replicare, ma alla fine lui continuò a parlare dandomi finalmente una risposta seria – Comunque ero via per lavoro. Faccio il fotografo – iniziò a spiegarmi – Per la precisione ho passato gli ultimi 4 giorni in Alaska, sono tornato una cosa come 2 ore fa – concluse facendo un sorso del suo liquido ambrato.
Ritornai così a sedermi di fianco al ragazzo finalmente interessata, e gli porsi quasi come segno di pace un po’ delle mie patatine, approfittando anch’io di un’altra birra.
- Viaggi molto.?? – domandai attirata dall'argomento
- Dipende dai periodi, ma per me è sempre troppo poco. Fosse per me sarei sempre in giro per il mondo, ma per quanto non sia una cosa poi così impossibile, ho delle responsabilità qui nei confronti di determinate persone, e non sono un così totale egoista da lasciare tutti da un giorno all’altro senza guardarmi indietro – si espose serio. Fu quella credo la prima volta che scorsi qualcosa in lui. Parlava fissando il vuoto, come a trattenersi dal raccontare tutta la storia, come a trattenersi da spiegare il motivo per cui New York li fosse troppo stretta. C’era tristezza nei suoi occhi, e mi sentii incredibilmente vicina a lui. Sapevo bene cosa volesse dire avere un qualcosa dentro che ti attanaglia lo stomaco, ma che non puoi o non riesci esporre al mondo che ti circonda.
Ci fu un minuto di silenzio nel quale tutti e due fummo presi dai nostri pensieri, ma ovviamente, nonostante tutto ero in compagnia di Damon, quindi la pace non durò al lungo.
- Allora Gilbert, raccontami piuttosto un po’ di te – disse d’un tratto ritornando a fissarmi con quel suo sorriso sghembo.
- Non c’è molto da dire – risposi pacata, senza però guardarlo negli occhi – Sono una ragazza che si è appena trasferita nella Grande Mela carica di una valigia pieni di sogni e illusioni – continuai. Odiavo quando la gente mi chiedeva di me. Una domanda tirava sempre l’altra e si andava a parare su argomenti del tutto comuni, che a me però bruciavano dentro.
- Tutto qui.?? – chiese perplesso.
- Tutto qui – confermai sorseggiando la mia birra.
- Nessuna storia d’amore tormentata, nessun problema con la giustizia.?? –continuò a domandare divertito come se avesse davanti un alieno.
- Niente di niente – asserì.
- Oh mio Dio sei ancora Vergine.!! – disse il ragazzo strabuzzando gli occhi.
- Mi spieghi di quali diamine di problemi mentali soffri te.?? – domandai fuori di me – Non avere avuto tormentate storie d’amore non è pari a non averle avute affatto – gli feci notare stizzita.
- Scusa ma ammetterai che c’è sempre un ragazzo nei racconti della propria giovinezza. Quello di Caroline com’è che si chiamava?? Tyson.?? – cercò di ricordare Damon.
- Tyson.??? Ahahha – scoppiai a ridere – Tyler caso mai.!! E comunque, ok. C’era un ragazzo. Si chiamava Chris. Ci siamo messi insieme il primo anno di liceo, e abbiamo avuto una relazione fino a metà dell’ultimo anno. Fine – raccontai sbrigativa.
- E perché è finita.?? – continuò l’interrogatorio il ragazzo.
- Perché io sono cambiata – mormorai sovrappensiero.
- In che senso.?? – insistette.
- Dio Damon cosa sei un poliziotto.?? – sbottai – Sono cambiata nel senso che sono cresciuta. Siamo cresciuti. E con la fine del liceo e il pensiero del college ci siamo divisi. Punto. Nessuna storia di passioni e tradimenti se è questo che speravi di sentirti dire – Conclusi nervosa.
- Ok ok, calmati leonessa. Volevo solo fare conversazione – si giustificò lui alzando le mani in segno di resa.
- E poi immagino che quello con delle storie incredibili da raccontare sia tu tra i due – continuai più calma, cercando di allontanare l’attenzione sulla mia vita.
- Probabile. Ma comunque non ti credo. È nei paesini sperduti come quello da dove provenite tu e Caroline che accadono sempre le storie più assurde – Affermò fiero del suo pensiero.
- Mi sa che guardi troppi film Damon – ribadì nervosa.
Il ragazzo notò che c’era qualcosa di strano nel mio comportamento e nelle mie risposte sbrigative, e iniziò a fissarmi come per scrutarmi, per leggermi dentro. Pronunciò un flebile – L’altra sera… - ma fortunatamente venne interrotto da un urgano chiamato Caroline.
- Elena, sono tornata.!! – urlò trionfante la ragazza entrando nell’appartamento – Oh Damon.!! Vedo che sei tornato anche tu – constatò poi buttandosi tra di noi sul divano.
- Ti prego Barbie dimmi che almeno a te sono mancato, perché questa acida piccoletta non mi ha dato nessuna soddisfazione – Disse sorridente porgendole in tempi zero un birra anche a lei.
- Damon.!! – gli urlai contro, non tanto per avermi definito acida, quando per quell’odioso soprannome – Quante volte ancora dovrò dirti di non chiamarmi piccoletta.?? – chiesi esasperata. Ovviamente non ottenni risposta se non una fragorosa risata da parte dei due amici.
- Ah ok, allora non vi sopportate ancora – disse tornando a ridere la ragazza – E io che pensavo già che vi fosse bastata una serata davanti a una birra anche a voi due per diventare amiconi -
- Ferma Ferma. È lei che non sopporta me. Io sto ancora cercando di conquistarla – fece con tono serio il ragazzo, e così fui io che scoppiai a ridere bonariamente.

4 anni prima

La neve non smetteva di scendere oramai da due giorni. Tutto era ricoperto da una candida coltre bianca che rendeva l’atmosfera quasi surreale, quasi tetra.
Il gelo pervadeva in tutta la città, ed era la stessa atmosfera che circolava tra me e Chris.
Eravamo seduti sotto il gazebo da circa 10 minuti a raccontarci cose scontate sul come fossero andate le lezioni quella mattina e i suoi allenamenti di Basket, ma tutte e due sapevamo qual era il vero motivo del nostro incontro, eppure nessuno riusciva a iniziare per primo il discorso.
Poi d’un tratto, quando le chiacchiere di circostanza furono esaurite Chris prese finalmente parola con toni seri, ma dispiaciuti.
- Elena ascolta… Io ti amo. Davvero. Ma… non so se sono in grado di sopportare questa situazione – iniziò a giustificarsi il ragazzo – Non riesco più neanche a sfiorarti che tu tiri indietro – continuò.
- Credi che questa cosa mi piaccia.?? Pensi che mi diverta a non riuscire nemmeno a farmi abbracciare dal mio ragazzo.?? Bhè ti sbagli, è uno schifo anche per me – sibilai con rabbia e delusione.
- Non ho detto quello, ma sembra quasi che tu non ci prova neanche a uscire da questa situazione – iniziò ad accusarmi lui – Stiamo insieme da anni Dio Santo. Capisco che tu faccia fatica a fidarti ed aprirti con le persone, ma dovresti farlo almeno con me.!! Mi fai sentire impotente, inutile e non riesco più a reggere il tutto– concluse alzando perfino la voce e a quelle parole non ci visi più, e scoppiai come non mi capitava da tempo.
- Tu non reggi questa situazione.?? Tu ti senti impotente.?? Dio senti almeno quello che dici.? Però hai ragione. Questa cosa non più andare avanti, perché con tutto quello che mi sta capitando non credo di meritarmi anche un ragazzo che dice di amarmi, ma non sopporta il fatto che non faccio sesso con lui da qualche settimana. Quindi vai, tranquillo, ti libero da questo fardello – Urlai con rabbia con tanto di lacrime che oramai scendevano copiose sul mio volto. Mi voltai di scatto e me ne andai, con la promessa di non crede mai più ai Ti amo della gente.


Il Budapest café di Manhattan, in quei pochi giorni da quando mi ero trasferita, era diventato il posto migliore dove godermi una tranquilla colazione. Era poco frequentato, ma con delle Cheesecacke da far quasi invidia al boss delle torte. Ma soprattutto era vicino a casa.
Sfogliavo ancora assonnata l’ultimo inserto del National Geographic bevendo il mio triplo e super calorico Ciococapuccino, quando il telefono iniziò a squillare e mi destò dai miei pensieri.
- Pronto – risposi senza tener conto di chi ci fosse dall’altra parte del telefono.
- Sai è decisamente strano entrare in casa e non vederti appollaiata sulla finestra del salotto intenta a leggere chissà quale mattone 800tesco – disse dolcemente la voce dall’altra parte della cornetta.
- Jeremy.!! – salutai felice mio fratello – allora ti ricordi ogni tanto di avere una sorella da chiamare – commentai ridente.
- Guarda che sei tu quella che si è trasferita nella Grande Mela; ero io quello che si aspettava una tua chiamata su come te la stessi passando – ribatté logicamente il ragazzo.
- Non hai tutti i torti, ma non so mai i tuoi orari in accademia, e poi sono sincera, la sera me ne scordo sempre – confessai con voce che implorava un velato perdono.
- Massì tranquilla sorellina – mi rincuorò lui.
Jeremy era sicuramente la persona a cui tenevo di più al mondo. Avevamo giusto due anni di differenza, e negli anni, nonostante qualche classico bisticcio tra fratelli, ci eravamo sempre fatti forza l’un l’altro. Ci sostenevamo e proteggevamo a vicenda, qualsiasi cosa accadesse.
– Allora com’è New York.?? – chiese a seguire.
- Caotica, gigantesca, sovrappopolata da qualsiasi tipologia di persona, ma stupenda. Davvero, è quello che sognavo – gli iniziai a raccontare sorridente.
- Spero che il tuo letto, o almeno il vostro divano sia abbastanza grande da potermi ospitare qualche week end. Vero.?? – disse con finto tono preoccupato.
- Per te in casa mia ci sarà posto in qualsiasi parte del mondo io sia – affermai con dolcezza - Aspetta, ma hai detto di essere a casa.?? – domandai d’un tratto impanicata.
- Si, ma stai tranquilla. Non c’è nessuno. Ho chiesto ad Anna di chiamarmi quando l’avesse visto entrate al Grill per fare colazione – Cercò di tranquillizzarmi il ragazzo – E poi oramai sono anni che con me non può vincere, e lo sai tu come lo sa bene lui – concluse poi duro.
- Hai ragione, ma comunque ti preferisco sapere lontano da lì se io non ci sono – l’ammonì.
- Va bene, promesso. Ora ti lascio che vedo di recuperare la mia roba e tornare in Accademia. Ho lezione per mezzogiorno, e sta mattina era l’unico momento libero, in cui evitavo di incrociarlo – disse tornando di nuovo a suoi toni spensierati.
- Va bene Jer. Ci sentiamo presto. Ti voglio bene – risposi con il cuore in mano.
- Anch’io El – fece lui, e chiuse la chiamata.
Saperlo in quella casa mi metteva ansia, non sopportavo l’idea che dovesse confrontarsi con il suo inquilino senza che io potessi fare da salvagente alla situazione.
Cercai di tornare a pensieri più tranquilli, più lontani da Mistyc Falls, e cercai di concentrami nuovamente sul National Geograifc. C’era un bellissimo reportage sulle condizioni di vita ad Haiti dopo qualche anno dallo sconvolgente terremoto.
Rimasi scioccata come ancora dopo tutto quel tempo, il dolore fosse presente nei luoghi e nelle persone. Guardai attentamente le foto, e rimasi colpita di come esse sapessero trasmettere l’anima dei bambini inquadrati. Alcuni sorridevano alla camera, altri ancora giocavano a pallone su delle strade piene di buche e pozzanghere e altri ancora gli vedevi immersi nei loro pensieri. Sembravano tutti così spenti però. Anche quelli che ridevano. Come se avessero vissuto troppo orrore da sopportare per tornare a vivere davvero.
- Ti piacciono le foto.?? – disse d’un tratto una voce.
- Sono incredibili. E come se ti trasmettessero l’anima di questi bambini – risposi sovrappensiero. Poi mi accorsi delle mie parole, ma soprattutto del mio interlocutore.
- Elena Gilbert mi ha fatto un complimento. Segnerò la data di oggi sul calendario – affermò con finto tono fiero Damon sedendosi al mio stesso tavolo.
- Il fatto che ti abbia rivolto parola non ti ha da il permesso di sederti al mio stesso tavolo – commentai distaccata.
- Come fai a esser così acida dopo un ciococapuccino e un’enorme cheesecacke agli oreo.?? Sono una botta di zuccheri, eppure tu riesci a azzerarli tutti – domandò retorico e divertito fregandomi pure una forchettata di torta.
- Giù le mani almeno dalla mia torta.!! – lo rimproverai io dandogli una sberla sulla mano – E poi scusa, le tue foto.?? - domandai impressionata.
- Va bene che non mi sopporti, ma pensavo che ieri una minima mi stessi ascoltando quando parlavo del mio lavoro- disse con finto tono dispiaciuto.
- Certo che ti ascoltavo, ma non pensavo fossi un fotografo così bravo.!! - ammisi stupefatta.
- Questo è un colpo basso Gilbert. Non so se esserne profondamente onorato o offeso – proclamò perplesso. Non aveva tutti i torti.
- Non intendevo offenderti – cercai subito di rimediare – e che uno può esser un fotografo ed esser bravo a far vedere ciò che vediamo tutti. Poi ci sono i fotografi eccezionali, che non ci mostrano solo la realtà che si vede a colpo d'occhio, ma che con uno scatto ti mostrano anche qualcosa di più nascosto: come questo bambino – cercai di spiegarmi indicandogli la foto – Un bravo fotografo avrebbe colto solo il suo sorriso, tu invece sei riuscito a mostrare dolore interiore. Non so se mi spiego – provai a concludere -tu non sei bravo, sei eccezionale e questo non potevo saperlo se non vedo dei tuoi scatti – finì imbarazzata il mio monologo cercando i suoi occhi. Grosso errore. Mi scontrai con due pozze azzurre talmente profonde da poter percepire una scarica elettrica per tutta la schiena dall'intensità con la quale contraccambiavano il mio sguardo. Fu questione di un attimo, ma credo che fu quello il giorno in cui vidi per la prima volta la vera anima che Damon celava nascosta dentro di se.

*Per chi giustamente non guardi il Geordie Shore Gaz è uno dei protagosti, non che il maggiore Don Giovanni del reality (motivo per cui sta tanto simpatico a Damon) sembra un grandissimo stronzetto, soprattutto con Charlotte, con la quel però non corso delle serie si sono presi, lasciati, presi, lasciati ecc... Adesso bho sembrerebbe che sista un Happy Ending anche per noi fan dei Chaz XD

Salve bella gente, rieccomi qui con un nuovo capitoletto. Finalmente come promesso abbiamo qualche piccolo passo per i nostri Damon ed Elena. Mi piace descrivere la loro conoscienza come un reciproco studiarsi tramite le loro mezze frasi e comportamenti, soprattutto perchè, anche se non vi ho ancora chiarito di preciso cosa sia successo ad Elena, come diceva Caroline nel capitolo precedente anche Damon è una persona molto incasinata, e anche Elena ha iniziato a capire che il nostro ragazzo nasconde il suo passato.
Detto ciò ringrazio tutti quelli che mi leggo, e chi ha pure iniziato a seguire la storia e metterla tra i preferti.
Truly honored of that.!!! :)
Bacioni A.

  
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