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Autore: Emma Bennet    05/04/2009    4 recensioni
Sono una vera appassionata della storia d'Inghilterra, e la mia regina preferita in assoluto è Elizabeth, Elisabetta I.
Molti credono che lei sia stata una regina vergine, ma io credo nella storia d'amore che ebbe con il suo favorito Robert Dudley.
Questa fanfiction è ispirata alla canzone Breathe di Taylor Swift, che adoro, e che mi sembrava adatta.
Piccola nota: La dama di compagnia nominata nel testo è Laetita Knollys, figlia della sorella della madre della regina, e quindi nipote di Elizabeth. Dovrebbe essere figlia della figlia di Mary Boleyn e Henry VIII, proprio per questo è uguale alla regina: ha preso dal nonno.
Cecil è William Cecil, consigliere e amico fidatissimo della regina.
HAVE FUN
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Tudor/Inghilterra
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Breathe

Era un freddo giorno di fine Gennaio del 1560.
Elizabeth era nella sua stanza, le mani tra i capelli color rame, il rosso dei Tudor.
Disperata, piangeva sulla sorte del suo Paese, e della sua. Sapeva che avrebbe dovuto sposare qualcuno, e non ne aveva la minima voglia.
-Vostra Maestà?
La regina girò appena la testa, verso la dama di compagnia che le aveva rivolto la parola.
-Vostra Maestà, c'è...-
La regina non le diede il tempo di continuare.
-Manda via chiunque voglia vedermi, Laetitia. Non posso. Non ora- disse, con fare autoritario.
Laetita si inchinò, rispondendo :-Come volete, Vostra Maestà- ma, invece di andarsene, si avvicinò ancora di più alla regina.
-Si tratta di Lord Robert, Vostra Maestà. E' lui che chiede di voi.
Elizabeth si riprese, alzando la testa, sorridendo. le guance si tinsero di un leggero rosso, gli occhi brillarono.
-Oh, ma dovevi dirmelo subito! Fatelo entrare immediatamente!
-Come ordinate, Vostra Maestà- accondiscese la dama, senza nascondere un sorriso malizioso.
Uscì fuori la stanza della Regina, raggiungendo Lord Robert Dudley.
-Non vuole vedere nessuno- cominciò, osservando l'espressione di disappunto mista a tristezza che apparve sul volto del bell'uomo.
-Ma per voi farà un'eccezione- continuò.
-Benissimo. Perchè non parli chiaro da subito, Laetitia?
-Oh, perchè voi preferite così- sentenziò lei, guardandolo in modo civettuolo.
-Laetita- lo ammonì Robert, sentendosi pieno di desiderio verso quella ragazza in tutto e per tutto uguale alla regina. Ma non l'avrebbe mai ammesso.
-Sì, lord Robert? Volete faccia qualcosa per voi?- cinguettò angelicamente la ragazza, aggiungendo :-Ne sarei ben lieta, e anche voi-
L'uomo rise leggermente, guardando negli occhi quella maliziosa ragazza.
-Voglio che mi accompagni dalla regina
-E basta? Ne siete sicuro? Credo che il vostro istinto da uomo non la pensi così
Lui alzò gli occhi al cielo, pensando che aveva tremendamente ragione, ma non era certo il caso di farsi prendere dal desiderio. Robert Dudley era un donnaiolo affermato, e aveva imparato a dominare gli istinti, anche quelli più forti, così fece un cenno alla ragazza, che non prima di avergli lanciato un'occhiata maliziosa, lo fece entrare nella stanza della regina.
-Oh! Robert!- esclamò la regina,  vedendolo entrare. Si era aggiustata i capelli, e asciugata le lacrime, e sorridendo, lo invitò ad avvicinarsi.
-Buongiorno, Vostra Grazia. Siete più bella che mai, questa mattina.
Lei ridacchiò come una bambina, facendo cenno alle dame di compagnia di uscire, in modo che potesse parlare privatamente con l'uomo.
Appena l'ultima si fu chiusa la porta alle spalle, la regina si gettò tra le braccia del suo amante, che la strinse forte a sé.
-Elizabeth, è successo qualcosa?
-Oh, Robert, lo sai anche tu, e meglio di me! Il popolo è scontento, le casse sono vuote, io devo sposare qualcuno e...
-E?
La regina tirò su con il naso, affondando la testa nel collo dell'uomo.
-E amo voi.
-Elizabeth, anche io  vi amo, e non dovete affliggervi così, lo sapete.
-Ma come faccio, Robert? Il papa non fa altro che incitare il popolo contro la regina infedele, e i cattolici inglesi lo prendono in parola! Ogni minuto arriva alle mie orecchie la notizia di un nuovo complotto contro di me, c'è sempre qualcuno che vuole imprigionarmi, o uccidermi, o tutte e due le cose, e mettere sul trono Mary Stuart! E Cecil continua a ripetermi che l'unico modo per risolvere tutto questo è sposarmi, e dare un erede al trono, così che sarò al sicuro!
-Elizabeth, vi prego, quando state male sto male anch'io. Ci sono io quì. Calmatevi- sussurrò Robert, accarezzando i riccioli della ragazza.
-Sapete cosa dovete fare, amor mio- continuò -sposare l'unico uomo che amate, così che io possa continuare a proteggervi apertamente, senza nascondermi, e tutta l'Inghilerra saprà che ci amiamo
-Robert, lo vorrei tanto. Ma Cecil dice che...
-Non mi importa ciò che dice Cecil, Elizabeth. Io vi amo, e voi amate me, e questa è la cosa più importante.
-Robert, come posso sposarvi? Sapete benissimo di essere sposato, e io stessa ho danzato al vostro matrimonio. E come reagirebbe il popolo? Cecil dice che metà corte vi odia, ed è vero. Diventando re vi odierebbero ancora di più, e a quel punto sarebbe in pericolo anche la vostra vita.
-Lo è già, amor mio, e non mi interessa. E voi siete Governatrice Suprema della Chiesa, potreste sciogliere il mio matrimonio.
Elizabeth chiuse gli occhi. Immaginò come sarebbe stato. Avrebbe potuto far divorziare Robert da quella stupida campagnola della moglie. Avrebbe potuto sposarlo. Avrebbe potuto avere un figlio da lui. Avrebbe potuto vivere il resto della sua vita con lui.
Poi vide tutto il resto. Il popolo l'avrebbe odiata, e anche la corte. Sarebbe stata una regina detestata da tutti, come era stata sua sorella Mary. Anzi no. Non sarebbe più stata regina. L'avrebbero costretta ad abdicare in favore di Mary Stuart. Avrebbe dovuto rinunciare al trono. Sarebbe morta completamente sola.
Respirò profondamente, e si allontanò dall'uomo, facendo un passo indietro. Si lisciò la gonna del vestito, color verde brillante. E alzò lo sguardo, guardando negli occhi Robert.
-Non posso. E lo sapete. Sapete quanto lo vorrei. Ma non posso. So che non sarà semplice. La rottura sarà netta, e tu non sarai quì a salvarmi. Voi siete l'unica cosa che conosco come il palmo della mia mano, e io non posso vivere senza di te. Ma devo. Devo vivere senza di te.
-Elizabeth...-
-No, Robert- lo interruppe lei.
-Non avrei mai desiderato questo, vedervi ferito. Ma le persone sono persone, e talvolta le cose non si risolvono. Niente di ciò che diremo, o faremo, ci salverà da cio che accadrà. E' inevitabile. E io mi sento due volte peggio che se avessi perso un amico. Non posso vivere senza di te, amore mio, ma devo.
I due amanti si guardarono a lungo negli occhi, dopodichè lui si inchinò, e se ne andò.
Appena ebbe chiuso la porta la regina scoppiò a piangere, mormorando delle scuse.
Era finita, per il bene del suo regno.
Aveva dovuto scegliere tra il trono e l'amore.
Aveva allontanato Robert.
Ma sapeva che sarebbe ritornato.
   
 
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