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Autore: cranberriesky    15/04/2016    3 recensioni
« Cos'hai in mano? »
« Questa? Era nel tuo cassetto. »
« Malfoy... Mettila giù... Attentamente, non ruotare la clessidra... » mentre diceva queste parole, Hermione si avvicinò a lui, sfiorandogli la mano che precariamente teneva il prezioso oggetto.
« Non toccarmi, mezzosang... »
Una luce abbagliante, poi una sensazione simile a quella della smaterializzazione.
I due caddero a terra, svenuti, la Giratempo distrutta a un metro di distanza.
Cap. II
Per una serie di sfortunati eventi, Draco Malfoy ed Hermione Granger si ritrovano catapultati nel passato e, per non finire nei guai con la comunità magica, sono costretti a trascorrere un anno di vita come semplici babbani.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Da VI libro alternativo
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Lost in Her
CAPITOLO XIII



 
L'abbraccio durò pochi secondi. Hermione si alzò per prima, sul suo volto si leggeva chiaramente un velo d'imbarazzo.
« Io, ehm.. Andrò a preparare del tè. » disse voltandosi per nascondere il nascente rossore del viso.
Draco sorrise fra sé e annuì con un verso.
 
Ripoggiando la testa sul cuscino, ripensò all'incubo da cui era appena stato svegliato. Poteva essere diviso in tre parti: la prima, piuttosto angosciante, della sua tomba abbandonata; la seconda, in cui Hermione cercava di tirar fuori il peggio di Draco e la terza, la peggiore, in cui non era stato in grado di proteggerla. Che tutto ciò potesse o meno avere un significato nascosto, gli importò ben poco. Scuotendo la testa, si alzò avvicinandosi alla scrivania. Guardò il calendario, 14 febbraio.
 
San Valentino.
 
L'idea che quel coso inutile di Tobias potesse portar fuori Hermione per festeggiare il loro legame affettivo gli fece venire il voltastomaco. La sua espressione si trasformò in una disgustata smorfia, poi gli occhi si posarono su una foto incorniciata di fianco al calendario. Non ci aveva mai fatto caso: la foto ritraeva una piccola Hermione insieme ai suoi genitori, tutti e tre ridenti, distesi su una tovaglia a quadri in mezzo a un prato verdissimo.
Un'idea gli balenò nella mente in pochi secondi, così Draco scese al piano di sotto sorridente e soddisfatto di sé.
 
« Ho avuto un'idea. » disse rompendo il silenzio, mentre Hermione portava in tavola le tazze per la colazione.
« Ti ascolto. » rispose lei.
« Facciamo un pic-nic. »
« Un pic-nic? »
« Un pic-nic! »
« Ma almeno sai cos'è un pic-nic? »
« Non sono stupido Granger, anche i maghi fanno queste cose. Non i Malfoy, ovviamente, ma so di che si tratta. »
 
Hermione rispose con un verso, facendo spallucce, poi verso l'acqua bollente nel samovar di ceramica.
 
« È un sì? » insistette Draco.
« Ci tieni così tanto? »
« È per fare qualcosa di diverso. Potremmo portare Joy, che ne dici? È una bella giornata, fuori c'è il sole. »
« D'accordo. Ma dovrai aiutarmi a preparare dei panini. »
Draco sorrise annuendo, poi sorseggiò il suo tè.
 
 
***
 
 
La giornata prometteva un pomeriggio dal clima quasi primaverile. Il sole non aveva smesso di risplendere dal mattino, all'orizzonte non c'era una nuvola. Sulla strada verso il piccolo colletto, Joy correva come impazzita dietro ad un euforico Draco, che in un ingenuo egoismo aveva lasciato ad una appesantita Hermione le due ceste piene di cibo.
« Guarda come corre! » gridò Draco.
 
Nonostante il carico, Hermione si sentì felice. Finalmente le cose stavano ingranando fra lei e Draco e i mesi davanti a loro si prospettavano se non altro piacevoli.
Quando i tre raggiunsero il colletto, all'ombra della quercia Draco stese la stessa tovaglia a quadri della foto incorniciata.
 
« Lo sai che giorno è oggi? » chiese ad Hermione, una volta che furono seduti.
« No. »
« San Valentino. »
« Ah. » Hermione guardò in basso.
« Come vanno le cose con... »
« ... Tobias. Bene, credo. Ci siamo chiariti. »
« E allora come mai sei qui, con me? »
 
Hermione non rispose, si limitò ad inginocchiarsi e a tirar fuori i piatti di carta. Poi versò dell'acqua in una ciotola e la porse a Joy.
« Non siamo una coppia convenzionale. Insomma, perché dovremmo festeggiare il 14 febbraio se possiamo stare insieme ogni giorno? » continuò lei.
« Se lo dici tu. »
« Ho portato una cosa. » Hermione cercò di cambiare argomento, tirando fuori da uno dei cestini una piccola radio.
« È una radio. I babbani la usano per ascoltare la musica e le notizie, un po' come una tv, ma senza immagini. »
 
Hermione cominciò a cercare una frequenza che prendesse fino a loro, muovendo la rotella casualmente.
 
Because maybe
You're gonna be the one who saves me?
And after all
You're my wonderwall
 
  « La conosco questa. » disse Draco prima di addentare un sandwich al tacchino.
« Davvero? L'anno scorso era in cima alle classifiche qui in Inghilterra... Bè, quest'anno. »
« Forse l'ho sentita in auto. Credo di aver pensato che fosse stupida. »
« È bellissima. Dovresti provare ad andare oltre al significato letterale. »
« Che cosa diavolo sarebbe un wonderwall? »
« Forse un giorno lo capirai. Io pensavo di averlo fatto. »
« Di che parli? »
 
Hermione abbassò lo sguardo sul suo panino.
« Oh... Weasley. »
 
Hermione si alzò dalla tovaglia, Joy la imitò e la raggiunse sulla cima del colletto, a pochi passi dalla tovaglia. Inspirando a pieni polmoni la fredda aria di febbraio, Hermione sorrise. Poi si voltò verso Draco.
« Grazie. Per avermi portata qui. »
 
Lui le rispose con uno sguardo dubbioso.
« Dico davvero. » Hermione tornò da Draco sorridente, poi si distese sulla tovaglia indossando gli occhiali da sole vintage di sua madre.
« E quelli? » Draco ridacchiò, riponendo i piatti nel cesto per far spazio sulla tovaglia.
« Occhiali da sole. Certe volte voi maghi mi sembrate così… obsoleti. »
Draco si distese sul fianco, rivolto verso Hermione. Nonostante gli occhiali, poteva vedere che aveva gli occhi chiusi. Era rilassata e felice, e questo rendeva in qualche modo felice anche lui. Mai avrebbe pensato di poter instaurare un certo tipo di rapporto con una ragazza, tantomeno una Nata Babbana, tantomeno Hermione Granger in persona. Eppure era successo, e non sapeva spiegarselo. Se fino a qualche mese prima la prospettiva del suo futuro si faceva sempre più grigia col passare dei giorni, ora uno spiraglio di luce si faceva spazio nell'oscurità. E non poteva essere un caso che questa speranza coincidesse con la presenza di Hermione nella sua vita.
 
Perché forse
sarai tu quella che mi salverà?
E dopo tutto
tu sei il mio... wonderwall.
 
« Ho capito. » sussurrò Draco.
Lei non rispose, si era addormentata al calore del sole.
Un senso di angoscia s'impossessò dello stomaco di Draco, che si girò sulla schiena per evitare di guardare Hermione.
Con gli occhi ancora spalancati, Draco deglutì con veemenza, come a mandar giù l'ansia stessa, ma invano. Sperando che Joy lo seguisse si alzò di scatto, ma la cagnolina, esattamente come Hermione, se ne stava addormentata al sole.
Allontanandosi dalla quercia, Draco si chiese il perché di quello strana sensazione nello stomaco. Era un qualcosa che non aveva mai provato prima, e non gli piaceva affatto. Che fosse legato a quello strano pensiero che gli era balenato nella testa? Dopo qualche minuto di camminata solitaria, tornò sui suoi passi. Hermione se ne stava ancora sdraiata, ma sul fianco. Si era tolta gli occhiali. Avvicinandosi cautamente per non svegliarla, Draco si ridistese accanto a lei.
 
« Dov'eri? » sussurrò lei.
« A fare un giro. »
« Che cos'è... Cos'è che hai capito? »
« Che? »
« Prima... Mi hai detto che hai capito. Che cosa? »
« Non so di che parli. »
« Ok. »
 
Hermione tacque, gli occhi erano rimasti chiusi tutto il tempo.
« ... Wonderwall. » Draco non riuscì a trattenersi.
« Mmm? » bofonchiò Hermione.
« È il muro delle meraviglie, letteralmente. Ma nel contesto dell'intero testo... Significa muro portante. La persona a cui è dedicata la canzone è il muro portante della vita dell'autore. »
« Credo sia così. » rispose Hermione ancora intontita dal sonno.
« Hermione... Tu sei il mio muro. »
« Che? » Hermione aprì gli occhi di colpo.
 
Draco la guardò, i loro visi erano a pochi centimetri l'uno dall'altro. Lui poteva avvertire il calore che si era acceso dentro di lei, infiammandole le guance. Lei invece avvertì l'insicurezza e il timore di lui. Poi, in un battito di ciglia, Draco si allungò verso Hermione, baciandone le calde labbra. Lei chiuse gli occhi e ricevette il bacio, ancora confusa dal sole e dal sonno.
 
Poi qualcosa di umido s'intromise fra loro. Il naso incuriosito di Joy fece separare Draco ed Hermione imbarazzati come mai prima nella loro vita. Entrambi si misero seduti, voltando la testa per evitare lo sguardo altrui.
 
« Dovremmo andare. » provò a dire Hermione, la voce spezzata.
« Già. » rispose Draco, la mano portata verso le proprie labbra.
 
 
***

Ciao lettori! Finalmente! Scusatemi se lascio passare così tanto tempo fra un capitolo e l’altro, ma come mi avevo scritto la scorsa volta ho molto da fare ultimamente. L’interpretazione di Wonderwall è mia personale, gli Oasis non si sono mai pronunciati a riguardo. Spero che il capitolo, seppur breve, vi sia piaciuto. Non ho voluto aggiungere troppa retorica, credo che certe scene siano più belle se lasciate libere all’immaginazione del lettore, guidate solo dal dialogo.
Un grande abbraccio, vostra
Amy
 
 
  
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