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Autore: cin75    15/04/2016    3 recensioni
Jared è un artista molto particolare e unico nel suo genere.
Jensen è un critico molto apprezzato e unico nel suo genere.
Entrambi hanno un passato alle spalle. Entrambi capiranno che devono vivere il presente. Entrambi faranno di tutto per avere un futuro insieme!!!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Richard Speight Jr.
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Come stai?!” chiese a Jensen.
“Sto che vorrei ucciderlo per quello che ha fatto. Hai visto anche tu le foto….come….come ha potuto….Dio!! se solo ci penso , io…..io impazzisco!!” ringhiò furioso.
“Ok! D’accordo. Nessuno più di me , ti può capire. Ma ora….ora devi darti una calmata. Tra un po’, Robert, ci farà vedere Jared. Vuoi che capisca tutto il casino che hai combinato? Perchè lo sai che a lui non occorre la vista per capire lo stato d’animo di una persona!!” gli fece presente Rich, cercando di riportare Jensen alla calma.
“Hai…hai ragione. Mi ..mi calmo. Mi calmo!!” disse facendo dei respiri profondi e poggiando le mani sulle ginocchia.
 
Qualche minuto dopo, i due, erano davanti alla porta della stanza di Jared.
Jensen stava per entrare quando si fermò improvvisamente.
“Che c’è?!” chiese perplesso Rich.
“E’ colpa mia. È stata tutta colpa mia. Se non fossi uscito per quello stupido libro!!….se non lo avessi lasciato solo…tu non c’eri e io l’ho lasciato solo….è colpa mia….è colpa mia!!” iniziò a ripetere quasi istericamente il ragazzo.
“Ok! Smettila. Smettila!!” lo rimproverò aspramente Rich. “Non è colpa tua. Una cosa del genere poteva accadere anche se ero io a dover stare con lui. Credi che io non lo lasci mai solo??? Jensen…” lo richiamò severamente. “…Jared non vuole vivere sotto una campana di vetro. Non lo ha mai voluto e se tu ti impegnerai a fare una cosa del genere lo perderai.” fece duro e deciso e Jensen strabuzzò gli occhi allarmato alla sola idea di perdere Jared.
“La colpa è solo di quel bastardo di Gil. Ma questa volta pagherà. Giuro che troverò il modo con cui anche suo padre dovrà accettare il casino in cui si è infilato il figlio!!” cercò di rassicurarlo.
“Va bene! Va bene!” sospirò Jensen, che si passò le mani sul viso, strofinandosi vigorosamente per mandare via l’ansia che sentiva ancora addosso. “Andiamo da Jared!”
“Sì. Andiamo da Jared.” fece eco, l’altro.
 
I due entrarono nella stanza. Jensen vide Jared tenere gli occhi chiusi, forse dormiva. Forse era ancora sotto gli effetti degli antidolorifici. Si avvicinò cautamente al letto e mentre stava per accarezzargli il dorso della mano , mollemente poggiata sulla pancia, Jared sorrise appena.
“Mi chiedevo quanto ancora ti avrei dovuto aspettare!!”
“Sei sveglio??” si sorprese, piacevolmente, Jensen, sedendosi appena sul bordo del letto.
“Come credi si possa riposare con tutto il casino che hai fatto?!” lo prese in giro, il giovane.
“Ohw! Hai sentito?!” rispose imbarazzato Jensen.
“Credo che l’abbiano sentito per tutto il piano, amore mio.” lo prese in giro Jared.
Jensen si chinò piano sul viso del compagno e non dovette fare altro perché vide anche Jared sporsi verso di lui.
Un bacio leggero. Quasi una carezza.
“Ciao!” fece Jensen.
“Ciao!” rispose Jared.
“Come stai, piccolo?!” chiese poi, dopo avergli accarezzato i lineamenti ed essersi soffermato sullo zigomo ferito. E in quel gesto sentì una rabbia furiosa montargli dentro, ma poi fissò lo sguardo di Jared e lentamente si concentrò solo su di lui e non sul livido.
“E’ stato assurdo, Jensen. Non ho avuto il modo di difendermi o chiamare te o Rich. Lui…lui mi è arrivato alle spalle e ha …..” e poi rimase un attimo spaurito.
“Jared che hai!?” chiese preoccupato Rich.
“Angel….lui ha colpito rabbiosamente perfino Angel che cercava di proteggermi. Come sta?...come sta?!”
“Tranquillo, Jared. Angel sta bene, anzi è lui che ci ha portato da te!” lo rassicurò Jensen, mentre continuava ad accarezzarlo dolcemente.
“Aveva qualche ammaccatura, ma lo abbiamo portato alla clinica veterinaria sulla Settima. Hanno detto che quel sacco di pulci si riprenderà in fretta!” fece Rich.
“Ora, per favore, mi dici come stai?!” domandò ancora Jensen.
“Un po’ dolorante , ma sto bene. Te lo giuro. Sto’ bene. Credo che essere caduto in parte prima sulla spalliera del divano e poi a terra, abbia attutito la caduta! Mi rimetterò in fretta anche io!!” e questa volta era il giovane che cercava di rassicurare gli altri due.
“Che peccato!! E io che speravo di giocare al dottore e all’ammalato almeno per un po’!” scherzò Jensen facendo ridere Jared e sbuffare di disapprovazione Rich.
“E a questo punto io vado via!!!!” esclamò esasperato l’amico.
“Ok! Ma prima potresti aprire di più le persiane di questa stanza? So che è strano detto da me..ma è…è troppo buio!” fece Jared.
 
In quello stesso momento, Jensen e Rich, si guardarono spaesati e preoccupati.
La stanza era inondata di luce. Anzi, se non fosse stato per le tende che ne attutivano il bagliore, sarebbe stato quasi fastidioso stare lì dentro.
 
“Sì..sì…” balbettò Rich. “Io…io…sì..”
“Che hai , amico?!” chiese Jared notando immediatamente il cambio di tono.
“Niente! È.. che è stanco.. di fare sempre..sempre quello che gli chiedi!” provò a distrarlo Jensen.
“Non…non credo!” rispose incerto Jared. “Anche tu hai cambiato umore!” lo spiazzò Jared. “Mi è sembrato che tu avessi perfino tremato!”
“Cosa? Noooo!!” insistette Jensen.
“Ragazzi, che succede?!” li interrogò Jared, ora leggermente più serio. “E’ come se qui dentro fosse arrivata l’Era Glaciale e voi…” e mentre stava per continuare, qualcosa mutò anche in lui.
Jensen vide Jared voltare il viso verso le finestre e restare come se fosse in attesa. Capì quello che stava facendo il giovane compagno.
“Jared!....”
“Sono aperte! Le finestre sono aperte, non è vero?!” chiese spaventato.
“Jared ,ascoltami..” provò ad anticipare il panico che vedeva sul volto del compagno.
“Sono aperte!!!!????” gridò.
Jensen sussultò a quella esortazione disperata. “Sì, piccolo. Le persiane sono aperte e c’è luce , tanta luce nella stanza.” Non era più il caso di mentire.
“No..no..no… il buio no. Il buio completo, no!!” iniziò ad agitarsi Jared.
“Chiama Benedict!” ordinò Jensen rivolto a Rich che si mosse immediatamente.
Poi si avvicinò a Jared, e lo tirò su piano, facendo attenzione alla flebo nel braccio, stringendoselo vicino. Abbracciandolo il più forte possibile per rassicurarlo.
“Non il buio. Non sopporterei il buio!! Non il completo buio!!” sussurrava Jared stretto tra le braccia di Jensen che non smettevano mai di cullarlo.
“Andrà tutto bene. Te lo giuro, Jared. Andrà tutto bene!” che altro poteva dire?
 

Meno di un quarto d’ora dopo, Benedict portava Jared in radiologia per fare degli accertamenti. Il giovane aveva chiesto al medico se Jensen poteva seguirli ed era stato accontentato.
“Ok! Jared. Ora cerca di stare fermo. Faremo presto!” fece il radiologo di turno, mentre sia Robert che Jensen aspettavano le prime immagini nella sala attigua a quella in cui c’era Jared. Non che per Jensen avrebbero fatto differenza. Lui aspettava di vedere l’espressione del medico per intuire l’esito dell’esame.
“Tom, che succede? Le immagini sono sfocate. Il macchinario fa di nuovo storie?” fece Robert.
“No, dottor Benedict. Non è il macchinario. E’ lui!” disse indicando Jared. “Si sta agitando troppo.”
Benedict si avvicinò al microfono con cui si interagiva con la stanza annessa e pigiò il pulsante per parlare.
“Jared, devi stare fermo o le immagini non saranno chiare!” lo avvertì.
“E’ buio…è troppo buio. Non…non resisto…mi …mi manca l’aria..fatemi…fatemi uscire!!” fece nervosamente.
“Jared ascolta…” provò ancora il medico, ma Jensen lo fermò e gli fece cenno che voleva parlare con Jared. Benedict gli lasciò il posto.
“Ehi, piccolo?!” lo richiamò.
“Jensen?...ti prego …ti prego fammi uscire da qui!!” implorò e Jensen fece male il cuore a causa del tono che aveva Jared. Sembrava un bambino spaventato.
“Al più presto. Te lo giuro. Ma devi…devi permettere al tecnico di fare il suo lavoro.” Cercò di spiegargli con tono rassicurante.
“Non ci riesco…io non ….”
“Ascolta….. se io faccio una cosa per te, tu puoi fare una cosa per me?”
“Sì….” Balbettò e poi più sicuro: “Sì!”
“Va bene, allora io sto per fare qualcosa di cui me ne vergognerò a vita e con cui tu mi prenderai in giro a vita. Ma lo farò. Solo per te.” promise con nel tono già un velo di imbarazzo.
“Va bene!” convenne già più calmo Jared.
“Ok! Ma tu ora devi stare fermo mentre io faccio questa cosa!” si raccomandò Jensen.
“Va bene!” ripetè ancora più tranquillo il giovane.
Jensen guardò i due al suo fianco e il medico fece cenno al tecnico di riprendere l’esame. Jensen nello stesso momento, si avvicinò al microfono e sospirando  mantenne la sua promessa.
 

When I see your smile, I can face the world  (Quando vedo il tuo sorriso posso affrontare il mondo)
You know , I can do anything                          (Sai, posso fare tutto)
When I see your smile, I see a ray of light.     (Quando vedo il tuo sorriso, io vedo la luce)
When I see you smile… at me!”                      (Quando che tu sorridi…a me!)
 

L’esame ebbe buon fine e le immagini risultarono chiare e ben precise e quando l’infermiere andò a prendere Jared nell’altra stanza, Jensen gli andò dietro per essere fuori dalla porta quando il giovane fosse uscito.
“Ehi!!” lo richiamò accarezzandogli il viso. “Sei stato bravissimo, amico!” lo rassicurò Jensen.
“Hai cantato per me?!”
“Io farei di tutto per te, amore mio!” sussurrò Jensen che si era chinato appena per baciargli la fronte.

I due raggiunsero insieme la stanza di Jared dove li attendeva Rich. Pochi minuti dopo vennero raggiunti anche dal medico.
“Allora?!” fece ansioso Jensen che non si spostava mai dal fianco di Jared.
“Ci sono due notizie e…”






N.d.A.: Ok! farò finta di ignorare gli improperi che molti di voi stanno recitando con sentito trasporto in questo momento, e mi limiterò a dirvi che la canzone che Jensen canticchia a Jared è dei Bad English e si intitola "When I see you smile".
Perchè ammettiamolo il sorriso di Jared è.....beh!, è il sorriso di Jared!!!

Baci, Cin!
   
 
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