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Autore: HakunaMatata_3    15/04/2016    4 recensioni
Dal primo capitolo:
Appena rientrato, Joe si leva il camice e prende dal cassetto della scrivania due cornetti e due caffè enormi.
"Allora? Come stai?" mi chiede dopo aver scaldato il tutto con un colpo di bacchetta.
"Oh, andiamo, Joe! Come potrei stare, secondo te? Oggi è… "
"Venerdì. Grazie a Dio è venerdì. La solita storia" mi interrompe lui, liquidando tutto con un gesto della mano. Scuoto il capo.
"Tu proprio non capisci" gli dico.

Rose Weasley, 25 anni, Indicibile. Felicemente fidanzata, ha un lavoro che adora e una famiglia che le vuole bene.
Scorpius Malfoy, 26 anni, Spezzincantesimi. Felicemente single, ha un lavoro all'estero e una famiglia che non vede da anni.
Ma il letale morso di un Nundu africano sconvolgerà le loro vite.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lorcan Scamandro, Roxanne Weasley | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Mercoledì, 30 aprile 2031 – Venerdì, 2 maggio 2013
 
Cristal Palace è il delizioso quartiere della zona tre di Londra dove questa mattina sono diretto.
L’odore di spezie che proviene dai ristoranti etnici, il chiacchiericcio allegro dei passanti e il grande prato in cui giocano i bambini quasi mi distraggono dal mio intento. Dopo aver vagato un po’ per le stradine, finalmente trovo l’indirizzo che mi è stato dato da quella che definirei “la donna del momento”.
La sua casa è deliziosa e completamente arredata in stile babbano, con molti oggetti non-magici e un sacco di spine.
Rose Weasley mi offre una tazza di delizioso tè e iniziamo a chiacchierare del più e del meno prima di passare alle domande vere e proprie.
Non è la tua prima intervista, ma noto lo stesso un po’ di nervosismo.
No, non è la prima, ma sono sicura che il nervosismo sia più che lecito. Due interviste del genere farebbero tremare le gambe a chiunque.
Non sei a tuo agio con la popolarità? Sei una donna abbastanza famosa, Rose Weasley, sin da quando eri solo una bambina.
Be’, essere figlia di due dei tre “salvatori del mondo magico” di certo non ha contribuito a farmi rimanere nell’anonimato (ride, ndr). In generale no, no mi trovo molto a mio agio ad essere al centro dell’attenzione, ma ci si abitua dopo un po’. E se è questo il prezzo per le mie ricerche e i miei studi, ben venga.
Allegheremo a questa intervista una copia di quella vecchia sulla tua scoperta dell’Estratto di Ricordella. Hai qualcosa da dire su quel periodo della tua vita?
Niente da aggiungere a quel che dissi già due anni fa. Vorrei solo precisare che l’Estratto di Ricordella non è stata proprio una scoperta, quanto una miglioria alla formula utilizzata per le Ricordelle.
Miglioria che ti ha portato alla pubblicazione di un saggio e a un’altra formidabile scoperta che rivoluzionerà per sempre il nostro mondo.
Il saggio mi fu richiesto per poter capire al meglio i procedimenti utilizzati per la composizione dell’Estratto di Ricordella e per l’autorizzazione all’insegnamento di questa pozione alla scuola di Hogwarts. Anche se io e la professoressa Byrer abbiamo aggiunto un ingrediente per invalidarne l’effetto… una pozione che aiuta la memoria non è molto leale da assumere in sede d’esame (ride, ndr).
Cosa mi dici, invece, sulla pozione che cura la memoria?
È stata una pozione molto complicata, sia da progettare che da eseguire e anche gli effetti collaterali sono molti e irreparabili, come la perdita completa della memoria. Ma il mio intento è quello di riuscire a far tornare la memoria sottratta o modificata irreversibilmente con la magia ed è inevitabile che la pozione sia potente.
È una pozione straordinaria e pericolosa allo stesso tempo.
Esatto. Proprio per questo ho già preso accordi inerenti alla sua somministrazione con i guaritori del reparto Lesioni da incantesimo del San Mungo.
So che questa è una rivista accademica e non di gossip, ma girano voci su un feeling tra te e uno dei guaritori dell’ospedale… Confermi o smentisci?
Smentisco, smentisco (ride, ndr). L’unico guaritore che frequento con assiduità – e che vorrei pubblicamente ringraziare per l’aiuto che ha dato alla mia ricerca – è Joe Carson, un mio carissimo amico. Per il resto, mi tengo alla larga da


Continuo a guardare il foglio dell’intervista che ho concesso due giorni fa a Michael Goold senza guardarlo davvero, ancora incredula per la stupidaggine colossale che ho fatto. Prendo un foglietto di pergamena lì accanto, lo spiego e lo rileggo per l’ennesima volta.
Sono spiacente, Rose, ma l’intervista è già andata in stampa. Parla subito con il tuo amico, io posso darti il nome di un bravo magiavvocato, se ne hai bisogno. Mi spiace per il casino creato, spero si risolva tutto. M.G.

Spiego la lettera di Joe che dice che non è colpa mia e che con i suoi superiori è tutto okay, anche se gli hanno assegnato un altro Indicibile.
Lascio vagare lo sguardo sulle lettere lasciate da tutti i miei parenti, sui resti di cibo che ingombrano il tavolo della cucina da giorni, sulla pergamena inviatami dal padre di Scorpius che mi offre i suoi servigi, sulla lettera di licenziamento dall’Ufficio Misteri che il Ministero mi ha mandato dieci minuti dopo la pubblicazione dell’intervista.
Mi do della stupida per aver spifferato ai quattro venti la mia amicizia con Joe e, di conseguenza, il fatto che ho violato tutte le norme di segretezza imposte dall’Ufficio.
Mi alzo dal tavolo della cucina e prendo a vagare per casa come un’anima in pena. Resto qualche minuto alla finestra in attesa della lettera di Scorpius che non arriverà nemmeno oggi.
È mezzogiorno e decido che sono abbattuta al punto giusto, così mi stendo sul divano, sintonizzo la radio su Radio Strega Network e canto a squarciagola tutte le canzoni che danno e che conosco. Passo così quasi tutto il pomeriggio, poi Louis fa irruzione in casa mia.
<< Al Ministero c’è una sorta di protesta per il tuo licenziamento… ti ho portato la cena >>.
Louis è una delle persone che preferisco al mondo. Non solo perché è mio cugino, ha la mia stessa età e giocavamo sempre insieme con Albus e Roxanne. Lo adoro per il suo carattere, per la capacità che ha di tranquillizzarmi, per il suo modo di prendermi e di dirmi le cose fingendo che non siano importanti lasciandomi il tempo per decidere da sola il peso da dare loro.
<< Che gran cagata >> commento. Ma Louis odia le parolacce, quindi sbatte sul tavolo la cena e mi fa una ramanzina infinita su quanto stia diventando volgare appresso a Roxanne.
Io evito di dirgli che Roxanne la conosco dalla culla e che è altamente improbabile il fatto che mi possa influenzare solo ora.
<< Hai ragione, scusa >> gli dico, poi cerco di mantenere un tono abbastanza neutro quando gli chiedo se ha notizie dall’estero.
<< Oh, sì >> risponde e mi faccio subito attenta. << Albus ha mandato una lettera proprio stamattina, al Ministero spagnolo c’è qualche problema, ma niente di grave >>
<< Ah ah ah. Divertente, Loulou >>
<< Non chiamarmi Loulou. E se mi vuoi chiedere di Scorpius fallo e basta >>.
Lo guardo male, poi sospiro e gli chiedo direttamente quello che voglio sapere.
<< Non ha scritto neanche a te? >>.
Scorpius è partito esattamente quattro settimane fa e non è mai tornato né si è fatto sentire. Sarebbe dovuto rientrare due settimane fa, ma sembra che le sue ricerche preliminari si siano rivelate più complicate del previsto.
<< No, Rose, mi spiace. Ma sono sicuro che venerdì ci sarà. È l’uomo del momento, un sacco di gente lo vuole incontrare e il Ministero ha bisogno di esibire una vittoria dopo… be’, dopo tutto il polverone all’Ufficio Misteri >>
<< Dopo il polverone che ho alzato io, vorrai dire >> commento amara. << Salutami Scorpius quando lo vedi, allora. Non verrò alla serata di gala, quest’anno >>.
Louis mi guarda male e so che sta per partire un monologo di dimensioni colossali, quindi mi affretto a parlare prima di lui.
<< Non posso andare, Lou. Hai idea di cosa succederà quando varcherò la soglia del Ministero nel mio bell’abito da sera? Sarò lo zimbello di tutto il mondo magico, la gente non farà altro che indicare la Weasley scema che si è fatta cacciare via dall’Ufficio Misteri a seguito della sua brillante intervista e della sua scoperta rivoluzionaria… non posso far questo alla mia ormai inesistente autostima >>
<< Quand’è che sei diventata così egoista, Rose Weasley? Smettila per un secondo di autocommiserarti e pensa che è l’unica occasione che hai per rivedere Scorpius. Ora perdonami, ma ho un appuntamento e non voglio fare tardi >>.
Mio cugino sparisce così com’è comparso poco fa e cado sempre più nello sconforto. Mando un biglietto a Roxanne dove le dico che il suo coinquilino è pessimo e le chiedo di passare qui appena può, poi mi stendo sul divano e mi metto a pensare al Galà.
Il Gran Galà del due maggio fu istituito tre anni dopo la Seconda Guerra Magica e si tenne la prima volta al Ministero, ma ogni cinque anni ci si reca a Hogwarts. Partecipo al Galà da quando sono nata, in quanto i miei genitori e zio Harry sono sempre stati gli ospiti d’onore e a nessuno degli amici o parenti dei miei andava di restare a casa a occuparsi di me e mio fratello durate un evento così importante ed esclusivo.
Quest’anno si terrà nuovamente al Ministero: l’Atrium verrà completamente trasformato e reso delle dimensioni giuste per contenere tutti gli invitati, la pista da ballo, l’orchestra e i tavoli per il buffet.
Provo a concentrarmi sul pensiero del Galà, immagino i vestiti che ci saranno, gli ospiti esteri, il cibo… ma ogni pensiero che rimanda a venerdì mi fa pensare anche al fatto che Scorpius sarà a Londra per la prima volta da quando è partito. Potremmo vederci, parlarci, capire… << Capire >> sospiro.
<< C’è poco da capire, Rose >> dice la voce di Roxanne e quasi mi viene un colpo. Mi alzo di scatto dal divano e fulmino con lo sguardo mia cugina portandomi una mano al petto. Sembra che il cuore stia per uscirmi dalla cassa toracica, tanto dallo spavento. Roxanne scoppia a ridere, così prendo la bacchetta e gliela punto contro.
<< Te lo do io un motivo per ridere! Rictusempra! >>
<< Rose… sei una grandissima… SMETTILA! >>. Roxanne ansima in preda agli insulti che mi rivolge e al solletico che non accenno a voler interrompere.
<< Così impari a entrare in casa mia di soppiatto >> le dico, borbotto la contro formula e mia cugina si accascia sul divano.
<< Non sono entrata di soppiatto, sono entrata e basta >> ribatte lei. << A cosa pensavi? >>
<< Al Gran Galà… tu che ci fai qui? Non dovresti vederti con Josh-del-bar? >>
<< L’ho mollato ieri. E Louis mi ha cacciata di casa per cenare con una certa Charlotte >>
<< COSA? >>
<< Lo so! Insomma, è casa mia! >>
<< No, Roxanne… perché hai lasciato Josh? Non dirmi che è per Lysander! >>. Mia cugina scoppia a ridere, una risata grassa e forzata alla quale non credo per niente. Ancora più storica e disastrosa della mia cotta per Scorpius fu la cotta di Roxanne per Lysander. Sono anche stati insieme un paio d’anni ai tempi di scuola, ma le cose non andarono a finire bene. Da quel momento, Roxanne lo evita come la peste, ha sempre paura di ricascarci.
<< Andiamo, Rose! Come ti viene in mente? Ho incontrato Lysander? Sì, l’altro giorno a casa di Joe e Lorcan. Lui ha lasciato quella sgualdrinella bionda? Sì. Ci siamo baciati? No >>.
Stavo per dirle che le credo, ma a metà “no” ha distolto lo sguardo.
<< ROXANNE! >> esclamo indignata e le sue guance s’imporporano.

*
Non arrossire. Non arrossire. Sangue freddo, nega fino alla morte e, soprattutto, non arrossire.
<< Cosa? >>
<< Vi siete baciati?! >>
<< No >>. Brava, Rox, così si fa. << Lui ha baciato me >>. Maledizione.
<< ROXANNE! >>. Rose sembra in preda a uno di quelli che io chiamo “attacchi di Hermione”, durante i quali inizia a camminare avanti e indietro per la stanza, inveire contro tutto e tutti erigendosi a massima autorità morale. << Quante volte te lo devo dire? Lysander è un cretino! Ti ha tradita, te lo ricordi? >>
<< Avevamo sedici anni… >> borbotto.
<< L’ha fatto lo stesso. Ricordi come sei stata dopo? >>
<< Sì >>
<< E cos’è successo a Natale all’ultimo anno di scuola? >>
<< Rose, io… >>
<< Cos’è successo? >>.
Ci risiamo. Ora Rose elencherà tutte le volte in cui ho interagito con Lysander, ci sono andata a letto insieme e puntualmente sono stata scaricata.
<< Ho sbagliato >> sospiro. << Ma continua a fare promesse, Rose, e io non riesco a non credergli ogni volta. Ogni maledetta volta >>. Sento che sto per piangere e lo sguardo allarmato di mia cugina me lo conferma. Cerco di pensare ad altro, così le chiedo del Galà. Suo malgrado, Rose accetta il cambio di argomento.
<< Louis ci è andato giù pesante, per i suoi standard >> mi dice e io scoppio a ridere. Louis è la persona più calma che esista.
<< So che c’è la remota possibilità di poter incrociare lo sguardo di Scorpius prima che la società magica inglese si divida tra l’osannare lui e deridere me e solo questo dovrebbe convincermi ad andare… ma mi vergogno troppo, Roxanne. Non so che fare >>.
Mi mordicchio un labbro, indecisa su cosa consigliarle. Il mio cervello mi dice di starcene qui insieme venerdì sera, a mangiare sushi e guardare film alla TV, o di mangiarci un bel secchio di ali di pollo da KFC (amo i Babbani!) e andare al cinema a vedere qualche scadente commedia romantica americana. Sto per dirglielo, ma, per la seconda volta nel giro di poche ore, emerge un’altra parte di me: una parte composta di occhi, labbra, lingua, naso, mani, pelle, cuore; la parte di me che oggi pomeriggio gli ha aperto la porta e ha incontrato il suo sguardo, la stessa che ha riassaporato per la seconda volta in due giorni le sue labbra, la stessa che fino a un’ora fa si rotolava insieme a Lysander tra le lenzuola del mio letto.
<< Potrebbe essere comunque il giorno migliore delle ultime settimane… Lo ami, Rose. Lo devi vedere >> le dico. Rose sembra spaventata, ma annuisce. Poi prendo una decisione.
<< E io devo parlare con Lysander >>. Mia cugina annuisce e appella il sushi che ho imposto a Louis di portarle.
Ceniamo sedute a terra, la TV accesa su un vecchio film giallo che non stiamo guardando davvero, la testa fisicamente poggiata al divano, ma la mia è da tutt’altra parte, così come quella di Rose.
È una serata silenziosa e a nessuna delle due viene in mente un argomento di conversazione, finché non si fanno le dieci e inizio ad avere sonno. Il gufo di Louis che mi dà il via libera per tornare a casa tarda a farsi vedere e a stento celo uno sbadiglio.
Rose insiste per farmi dormire in camera sua. << Sono disoccupata, ho intenzione di passare la notte sul divano a mangiare gelato e a guardare i peggiori programmi trash finché non mi addormento >> ha detto prima di appellare un suo pigiama e lanciarmelo.

Dopo aver indossato quello che Rose definisce un pigiama, ma che in realtà non è altro che una t-shirt risalente alla preistoria che va a coprire un paio di shorts macchiati di cioccolata, esco dal bagno. Sto per dare la buonanotte a mia cugina, ma è talmente assorta nei suoi pensieri da non accorgersi di me. Mi avvicino piano mentre la vedo singhiozzare vicino alla finestra, scrutando un punto nel cielo dal quale sicuramente spera di veder comparire un gufo da parte di Scorpius. Cambio idea a metà strada e la lascio da sola con il suo dolore e i suoi pensieri.
<< Venerdì sarà di nuovo il tuo giorno, Rosie >> le dico. La sento sussultare, poi mi chiudo la porta della sua stanza alle spalle.

*
Ieri è stata una giornata da coma vegetativo, come l’ha definita Joe quando è venuto a trovarmi, ma oggi è venerdì, ed è tutta un’altra storia.
Per la prima volta dopo anni, mi sveglio tardi. Non accolgo il mio giorno speciale, non lo festeggio più. Mi limito a dormire fino alle dieci e a pensare che, nel giro di una settimana, sono cambiate parecchie cose. Mi trascino per casa senza fare niente fino alle undici, fingo un po’ di riordinare, ma il richiamo della televisione è troppo forte, così la accendo. Il venerdì è la giornata che ho deciso di dedicare alla cultura, quindi guardo prima un film sulla guerra dei cent’anni, poi un documentario su vita, morte e miracoli di Isaac Newton. Concludo in bellezza con un documentario sulla caduta del nazismo. Mi stiracchio e decido di schiacciare un bel pisolino prima che arrivi mio fratello a prendermi, quando squilla il telefono.
<< Pronto? >> chiedo soffocando uno sbadiglio.
<< Ben svegliata! >> mi saluta mio fratello all’altro capo del ricevitore.
<< In realtà non ho mai dormito >> gli dico aggrottando la fronte.
<< Non dovevi fare un pisolino per “affrontare al meglio la tua morte”? >>
<< Stavo proprio per andare. Ti avevo chiesto di chiamarmi alle cinque, Hugo >>
<< Sono le cinque e un quarto, Rose… >>.

“Ritardo” è la sola cosa che riesco a pensare mentre corro su e giù per casa: faccio la doccia e lo shampoo più veloci della storia, rischio di perdere quasi tutti i capelli mentre li asciugo con un distrattissimo colpo di bacchetta, scelgo l’intimo adatto al mio vestito blu monospalla. Mi trucco con massima accuratezza, copio passo passo un’acconciatura tanto bella quanto complicata che ho trovato l’anno scorso sul Settimanale delle Streghe, mi infilo il vestito e le scarpe e mi osservo con aria critica allo specchio. Scuoto la testa e mi dirigo a passo di marcia verso il cassetto dove conservo i gioielli. Scelgo un paio di orecchini pendenti con un piccolo zaffiro alla fine, regalo da parte dei miei per il mio diciassettesimo compleanno, rifaccio da capo l’acconciatura e cambio scarpe. Il panico mi assale quando, alle sette e mezza, sento qualcuno che esce dal mio camino.
<< Sono io! >> mi urla Hugo e io mi precipito in salone ad abbracciarlo. Non lo vedo da mesi.
<< Rose, smettila! Sono stato in Romania con zio Charlie, non in guerra >>. Scoppio a ridere e gli chiedo come sta.
Hugo si perde nel racconto degli ultimi draghi che stanno studiando, di com’è stato tornare a casa dopo sei mesi, di come mamma e papà lo stiano ossessionando e di come non veda l’ora di tornare a casa sua a Bucarest.
Hugo continua a distrarmi con le sue chiacchiere e ne sono davvero grata. L’unico momento d’interruzione arriva quando ci smaterializziamo direttamente fuori a uno degli ingressi del Ministero. La fila per il “bagno delle signore” è infinita e, non appena vengo riconosciuta, tutte iniziano a sussurrare.
Quasi mi pento della decisione che ho preso, ma l’idea di rivedere Scorpius sta per non essere più solo un’idea ed è questo a darmi forza. Dopo dieci minuti di fila, finalmente entro nel gabinetto, faccio scivolare i piedi dentro alla tazza del water e faccio un ultimo, lunghissimo sospiro prima di tirare la catena.
Che il mio Gran Galà – il mio "giorno migliore" – abbia inizio.
 
 
Titolo tratto dall'omonima canzone dei Take That.

 
Buonasera!
Sono contenta di essere riuscita a pubblicare in tempo e vi chiedo ancora scusa per le due settimane di assenza, durante le quali sono giunta a varie conclusioni:
1) Lisbona è una città stupenda e si fanno delle cadute spettacolari xD Visitatela (Imperio!);
2) Non è mai troppo tardi per cambiare completamente opinione su una cantante (in questo caso Noemi) e iniziare ad amarla alla follia;
3) Sono sommersa dagli esami;

Detto ciò, spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
All’inizio avevo deciso di scrivere la storia solo dal punto di vista di Rose, ma chi ha letto le mie precedenti storie sa che per me è praticamente impossibile. Se ci fossero dei dubbi sui PoV (ma non credo xD): il primo è di Rose, il secondo di Roxanne, il terzo di nuovo di Rose. In origine doveva essercene anche uno di Scorpius, ma ho preferito separare le cose... lo ritroverete nel prossimo capitolo. Ringrazio tutti coloro che seguono, ricordano e preferiscono la storia e un super grazie a tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo.
Ora corro a prepararmi, mi aspetta una serata a teatro e sono già in super ritardo xD
A tra due venerdì!
  
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