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Autore: Eristhestrange    15/04/2016    2 recensioni
Un'alternativa agli eventi di Dressrosa: una prigioniera piuttosto singolare, un accordo a cui non si può sfuggire, un piano da portare a termine. Ad ogni costo.
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donquijote Doflamingo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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VI capitolo

 

Il dono di nozze

 

 Due occhi di fuoco scandagliarono l'espressione contratta di Doflamingo da sotto il suo braccio, alzato a difesa del volto.

Lo aveva punzecchiato su un argomento troppo scottante e aveva previsto una reazione simile, ma a quel punto poco le importava di farlo arrabbiare.

Quella posizione statuaria sembrò durare un'eternità.

Ad Eris non rimaneva molta energia; se avesse attaccato probabilmente non avrebbe avuto più modo di difendersi.

Re Riku sgranò gli occhi per la sorpresa e per l'apprensione. Viola gli aveva riferito la storia della giovane e provava compassione per lei, nonostante fosse un pirata.

In fin dei conti, agli occhi del vecchio re, era solo una ragazza che, messa in trappola dalla stessa persona che aveva rovinato la sua vita e il suo regno, si era ritrovata a dover sposare un uomo orribile e più vecchio di lei di vent'anni. Lo sguardo misericordioso che gli aveva lanciato era espressione della sua nobiltà d'animo, ma Riku, come la ragazza stessa, non poteva fare nulla per contrastare quell'oscurità che li aveva assoggettati.

Un allarme suonò improvvisamente, facendo riscuotere tutti dai loro pensieri. Il re si diresse spedito verso il lumacofono davanti al proiettore mentre Eris tornò di corsa davanti al ragazzo svenuto.

"Rapporto dal bastione frontale! L'intruso è Cappello di Paglia!" la voce trafelata di una guardia colpì tutti come un fulmine a ciel sereno: le immagini proiettate sullo schermo mostravano chiaramente Luffy impegnato nel match finale dell'arena.

 "Luffy è qui?" pensò la ragazza rivolgendo lo sguardo preoccupato verso l'amico privo di sensi .

"Impossibile, ci dev'essere un errore! Cappello di Paglia sta combattendo al Colosseo!" Baby 5 aveva un tono del tutto spazientito "No! E' proprio lui! Ha anche distrutto il portone d'ingresso!".

Lo sguardo di Doflamingo si fece di fuoco mentre la sua fronte si corrugava in una miriade di solchi.

"Non ci sono dubbi! E' proprio Luffy Cappello di Paglia! Con lui ci sono anche il Cacciatore di taglie e un altro tizio! E anche Violet-sama!"

"Cappello di Paglia è qui? Ma allora chi è quello al Colosseo? Cosa diavolo sta succedendo?"

Il Demone Celeste era furibondo.

"Trafalgar! Finalmente ti sei svegliato! Avevo paura che non avresti più riaperto gli occhi!" la ragazza si rivolse felice all'amico che stava lentamente riprendendo i sensi.

"Eris...che cosa ci fai qui..." rispose Trafalgar con voce flebile e strozzata.

"No! Che cosa ci fai tu qui! Guarda come ti hanno ridotto! Cosa speravi di fare?" il tono della ragazza era ansioso e severo allo stesso tempo, ma il suo volto tradiva la sua contentezza nel vederlo di nuovo cosciente.
"Mi dispiace, ho reso vano il tuo sacrificio...Eris..."

"Non dire sciocchezze!Non è il momento per l'autocommiserazione!Siamo nei guai... "

Doflamingo osservò la scena, riacquistando il suo ghigno inquietante; prese la cornetta del lumacofono, mettendosi una mano in tasca.

"Baby 5 e Buffalo nella Sala dei Semi, subito! Tutti gli altri ufficiali vadano ad accogliere gli ospiti!"

A quelle parole i due ragazzi si voltarono simultaneamente verso il re che stava loro venendo in contro.

"Bene bene...vedo che ti sei svegliato, Trafalgar!"

"Non osare toccarlo!"

Eris si pose davanti al trono di cuori, fronteggiando il re con aria sprezzante.

Questi, per tutta risposta, le sorrise malignamente.

"Ti facevo più spiccata, mia cara Principessa"

"Eris, non metterti in mezzo..."

" Cosa pensi che ci faccia qui, Principessa? Credi davvero che sia venuto per salvarti? Che abbia eroicamente rischiato la vita per tirarti fuori dai guai? No...mi dispiace deluderti, ma conosco abbastanza bene Trafalgar per sapere che non si trova qui per ricambiare il favore!"

"Di che diavolo stai parlando?" chiese con rabbia, mentre il re si avvicinava allo scranno.

"Trafalgar ha architettato questo piano per danneggiarmi molto prima di Punk Hazard e questo ha da sempre previsto anche lo sbarco a Dressrosa! Dico bene?"

Il ragazzo indirizzò un'espressione ferina a Doflamingo, che ricambiò con uno sguardo divertito e compiaciuto.

"Pensi che sia qui per te? Questa non è una missione di salvataggio cara Principessa, ma semplicemente una spedizione punitiva nei miei confronti! Questo moccioso è qui solo per vendicarsi e nient'altro! Hai acconsentito a sposarmi per causa sua e tenti ancora di salvargli la vita, ma io e lui siamo fatti della stessa pasta. Lo stai solo difendendo da un suo simile, fra noi non c'è alcuna differenza!Non sei che una pedina in una scacchiera, una pedina che non gli serve a molto a quanto pare!"

Il ragazzo digrignò i denti, ma prima che potesse parlare fu Eris a spezzare il discorso del re.

"Non mi interessa!"

Ammise con decisione senza spostarsi dalla sua posizione, lasciando tutti colpiti.

"Eris..."

"Non mi interessa, Trafalgar! Non mi importa per che motivo sei qui e non ho bisogno di spiegazioni! Io non ho chiesto a nessuno di essere salvata o aiutata, quindi non è mai stata una delle mie aspettative. Non mi pento di ciò che ho fatto! Salvare la vita di un amico è un dovere a cui io certo non verrò meno! Non l'ho fatto per ottenere qualcosa in cambio!" sorrise beffarda "Doflamingo, quando verrò a sapere di una persona tanto subdola e senza scrupoli come te, prometto che te lo farò sapere, ma credo che quando la troverò sarà già tanto se sarai ancora in grado di respirare!"

Ad interromperli giunsero sul posto i due ufficiali richiesti da Doflamingo.

"Ci ha mandato a chiamare, Signorino?"

Il re assunse un'aria divertita, mentre Law era rimasto senza parole ad osservare la coraggiosa ragazza davanti a sé.

"Certo, venite qui voi due!"

Quando gli ufficiali videro il ragazzo accasciato sul trono si meravigliarono, subito dopo salutarono Eris con un inchino, credendola ancora sotto l'effetto del filtro.

"Law! Sei stato davvero uno sciocco a metterti contro il Signorino!" lo canzonò Buffalo "Già! Non la passerai liscia adesso!" rise Baby 5.

"Zitti!" intimò Eris con imponenza.

Lo sguardo demoniaco dipinto sul volto della ragazza li fece sussultare, ma vennero subito riscossi dalle parole del loro capo.

"La principessa è una donna molto saggia nonostante la sua età. Il coraggio non le manca...e nemmeno la sfacciataggine. Sembra sapere benissimo quale sia il suo posto nel mondo e quali i suoi doveri!" le disse sorridendo, per poi rivolgersi al ragazzo incatenato "Trafalgar...ho intenzione di ucciderti, ma non ora...sai, in questo momento ho un impegno che non posso assolutamente rimandare. Una cerimonia che sto programmando da molto tempo e che sono ansioso di celebrare. Eris cara, avevo pensato a qualcosa di più in grande per noi due, ma avremo tutto il tempo di festeggiare! Andate a chiamare l'officiante, ditegli che prepari subito le corone e che voglio una cerimonia breve ma efficace nella cappella del castello."

"Che cosa?" l'imponenza di Eris vacillò a quelle parole.

"Non puoi farlo, Doflamingo!"

"Oh, ma certo che posso! E' solo merito tuo se ho ottenuto una tale fortuna! Ah...a proposito..." guardò la ragazza sorridendo "...molto strano che tu abbia cambiato idea, ieri sera sembrava fremessi dalla voglia di sposarti!"

"Ieri volevo sposarti, oggi vorrei solo vedere la tua stupida testa bionda su un palo! Che ci vuoi fare, le persone cambiano!" rispose con schietto sarcasmo.

"Eris, cosa vuol dire tutto questo?" chiese lo sbigottito Trafalgar.

"Il Signorino mi ha fatto gentilmente recapitare una tonnellata di fiori in camera, senza lasciare nemmeno un bigliettino che avvertisse dell'effetto che provocavano. Una specie di filtro d'amore: un cliché. Penso che se dovessi scegliere la parte più disgustosa della mia vita opterei proprio per la giornata di ieri!" rispose visibilmente infastidita.

"Il fiore di Lafuente! Se l'hai anche solo sfiorata..." ringhiò il ragazzo incatenato, cercando di alzarsi in un impeto d'ira.

"...non l'ho solo sfiorata, effettivamente! Tuttavia non penso tu sia in grado di fare promesse e minacce dalla tua posizione. Fra voi due non so quale sia la principessa in pericolo!" ammise ridendo, mentre la fronte del Chirurgo della Morte si corrugava sempre di più.

"Sei semplicemente disgustoso!" Eris era ormai al limite della sopportazione.

"Un vero peccato, perché sei costretta a sposarmi! A meno che tu non voglia venir meno ad un Sacro Accordo...con tutti i rischi che comporta, naturalmente..."

Il suo sguardo si spense in pochi secondi, chiuse gli occhi mordendosi le labbra, inviperita.

"Non hai più nulla da dire, principessa? Che strano, sei sempre così loquace!"

"E' tutto pronto, Signorino! Il sacerdote sta raggiungendo l'altare in questo momento! Buffalo sta aspettando lì." disse Baby 5 sugli attenti, seguita da un plotone di guardie. Il re sorrise.

"Trafalgar, purtroppo sono costretto a lasciarti qui con i miei uomini, ma non preoccuparti, potrai goderti lo spettacolo dallo schermo in diretta! Tutto il popolo deve poter gioire del lieto evento! Mi farai sapere se preferisci questo o la morte quando tornerò per interrogarti!"

Doflamingo sogghignò, facendo cenno alla ragazza di seguirlo.

Eris si alzò da terra

"No! Non puoi farlo! Non puoi sposarlo!" il ragazzo strattonò le catene come un cane legato e rabbioso.

"Taci!" la collera che provava verso sé stessa e quella situazione umiliante si fecero vive. Trafalgar sgranò gli occhi e la ragazza ritornò in sé, rivolgendosi a lui tristemente, con lo sguardo a terra "Non mi sembra il caso di infierire oltre. Se ci fosse un altro modo lo avrei già scelto da tempo! Ho fatto una promessa, Trafalgar, una promessa sacra. Il mio onore di pirata e il valore che viene dato alla mia parola sono più importanti di qualsiasi corona!"

Il ragazzo la osservò fra l'incredulo e il disperato mentre Eris camminava mesta verso la porta, dove già la aspettava il sorridente Doflamingo.

"Anche più importanti della tua felicità?"

Non rispose.

I suoi occhi vitrei erano spenti, desiderava solo dimenticare tutto quello che stava accadendo e che le era accaduto.

Ciò che si trovava attorno a lei le giungeva ovattato, come se ogni cosa fosse impalpabile e priva di consistenza.

"Dei! Proteggeteci, vi supplico!"

 

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Quartier Generale dell'esercito di Re Riku, qualche ora prima...

 

"Ehi ragazzi! Ragazzi! Mi sentite?" Usopp gridava dalla cornetta del lumacofono. Il segnale aveva ripreso a funzionare da qualche minuto, sotto gli occhi increduli di tutti.

"Law-dono è stato ridotto in fin di vita! E' stato Doflamingo!" la voce trafelata di Kin'emon giunse come un fulmine a ciel sereno alle orecchie dei compagni di ciurma in linea.

"Ehhh?"

Non ebbero il tempo di riprendersi dalla sorpresa che dal lumacofono giunsero sinistri rumori di spade.

"Zoro-dono è sprofondato!" prima che potessero fare altre domande, sentirono il raccapricciante gemito del samurai colpito da qualcosa.

"Kin'emon!! Dimmi che stai bene!" stavolta era stato Brook a parlare.

"L'uomo che è qui insieme a Doflamingo...è un Ammiraglio della Marina!" rispose a spezzoni con voce roca.

Di nuovo tutti i presenti alla chiamata rimasero scioccati dalle notizie del samurai.

"Un Ammiraglio! Sull'isola!!" iniziò a gridare Usopp spaventato.

"Possibile che si sia alleato con la Marina?" si interrogò Robin, interrotta subito dal cecchino "Se è davvero qui siamo tutti spacciati!!"

"Qui parla Kin'emon! Law-dono è stato portato via!"

 A interrompere quella situazione già grave stavolta furono i presenti sulla Sunny , i quali gridavano a squarciagola.

Luffy prese la parola "Ehi Brook, che succede?" "Siamo nei guai! Grossi guai! La nave di Big Mom! E' qui, davanti a noi!!"

"Sul serio? Big Mom???"

"Siamo spacciati!" il povero Chopper pareva essere in preda alla più totale disperazione.
"C'è anche lei sulla nave?"

"Non lo so!" rispose Sanji "Ma ci sono quei due dell'isola degli uomini pesce!"

"BIG MOM? Luffy è tutta colpa tuaaaa!" gridò il cecchino spaventato.

"Sembra che il loro obiettivo sia Caesar!"

"Caesar? Cosa vogliono da lui?" chiese alterato Franky.

Nessuna risposta, solo grida e rumori di palle di cannone.

"Sanji va tutto bene? Non fate avvicinare Big Mom all'isola o il piano dei Nani salterà!"

"Ascoltatemi tutti!" stavolta fu Nami a parlare, prendendo le redini della faccenda "Per quanto desideri essere lì con voi per aiutarvi, sono certa che la cosa migliore da fare sia allontanarci dall'isola e non sbarcare a Dressrosa! Abbiamo con noi Caesar e Momonosuke e sappiamo che entrambi sono nel mirino di Doflamingo! Possiamo tenerlo sempre e comunque in scacco, mentre voi vi occupate di distruggere la fabbrica! A Law è stata tesa un'imboscata, ma ha allontanato lo scontro per permetterci di fuggire! Se non li porteremo in salvo, il suo sacrificio sarà stato vano!"

"Certo...hai ragione Nami! Ci riprenderemo Trafalgar! Eris, che cosa ne dici? Puoi dirci qualcosa di utile per entrare a palazzo?" chiese Luffy, ma a rispondergli fu la voce di Robin.

"Eris non è più con noi purtroppo!"

"Cosa?" gridarono tutti all'unisono.

"Ha sentito gli spari, la linea si è interrotta ed è voluta andare al Colosseo!"

"Come avete potuto lasciarla partire da sola? Sapete che la sua energia è ridotta al minimo!Verrà sicuramente catturata!"  gridò Nami.

"Non abbiamo potuto fare niente per fermarla, non ha dato retta a nessuno! E' davvero una SUPER testarda!" disse Franky corrucciato.

"Non preoccupatevi, la incontreremo sicuramente lungo la strada! Se la caverà! Sanji!Nami!Chopper!Brook!Momo! Dirigetevi a Zou!"

"Ricevuto, Capitano! Tuttavia chiedo il tuo permesso per fare una cosa!" rispose il cuoco.

"Il permesso per cosa?" "Per rispondere all'attacco!"

"D'accordo!" il capitano aveva acconsentito senza indugi, con la sua caratteristica noncuranza.

"EEEEEEEEH?"

"Ma è pericoloso! Non farlo!" Brook e Chopper sembravano tutt'altro che d'accordo, ma il cuoco pareva non voler sentire ragioni.

"Ragazzi, vi aspettiamo a Zou, tutti quanti!" gridò Nami.
"D'accordo! E noi distruggeremo la fabbrica!" dichiarò il cyborg.

"Ciurma, state in guardia! Andiamo a palazzo a riprenderci Trafalgar e Eris!"

"Ricevuto Capitano!"

"Ricevuto!"

Franky riagganciò il lumacofono.

"E' arrivata l'ora di mettere in atto il piano! Comandante! Siete pronti?" chiese Franky sorridente. Il soldatino giocattolo fece un cenno di approvazione con la testa, mentre i Tontatta si sistemavano sugli attenti attorno a lui.

"Soldati! Procederemo secondo i piani! Attraverseremo il tunnel sotterraneo per raggiungere il porto! Il nostro obbiettivo è l'Ufficiale Sugar!" Leo continuò il discorso "Le dobbiamo far perdere i sensi, così tutti i giocattoli dell'isola potranno ritornare umani! Andiamo! Riprendiamoci ciò che è nostro, restituiamo l'isola al suo legittimo re!"

I Tontatta gridarono in coro la loro soddisfazione, mentre gli squadroni dell'Ape Rosa e del Coleottero Giallo si prestavano a partire all'istante.

"Andiamo!" risposero tutti in coro, imboccando di gran carriera il passaggio sotterraneo per il porto commerciale.

Anche i tre compagni della ciurma di Cappello di Paglia avevano tutta l'intenzione di seguirli, ma si ritrovarono a fare i conti con lo stretto passaggio a misura di nano.

"Non abbiamo tenuto conto del fatto che anche degli umani sarebbero dovuti passare per di qua!" ammise Leo costernato.

"Voi due dovreste riuscire a procedere! Tu invece..." il soldatino indicò il cyborg "Dovrai passare per la Toy House, il posto dove tutti i giocattoli si riuniscono durante la notte!"

"Un momento, riuscirò ad arrivare alla Fabbrica?" chiese Franky perplesso.

"Si, ci sono quattro entrate, ma tutte sotto sorveglianza! Dovrai vedertela da solo purtroppo!"

"La cosa si fa SUPER interessante! Farò in modo di creare un gran disordine, cosicché possiate attaccare Sugar senza intralcio!"

Il cyborg strizzò l'occhio ai compagni per poi correre a perdifiato lungo le scale che portavano all'uscita del Quartier Generale.

I due pirati rimasti vennero trasportati attraverso lo stretto tunnel dai Tontatta stessi, che li fecero atterrare nel deposito sani e salvi.

Nascosti fra i grandi container, il soldatino e il suo gruppo organizzavano gli ultimi preparativi per la missione S.O.P. , mentre Robin e Usopp perlustravano la zona.

Il porto, nonostante fosse nascosto, aveva delle dimensioni enormi, ma ciò che più lasciò esterrefatti i due pirati fu la vista dei poveri giocattoli costretti alla schiavitù.

"Quella costruzione al centro è la Torre degli Ufficiali!" spiegò Leo  indicando una grossa torre rossa"Sugar si trova sicuramente lì dentro!Da quei tubi che confluiscono nell'edificio arrivano gli umani che devono essere trasformati!".

Il cecchino rabbrividì.

"Sugar va matta per l'uva: il nostro piano è rimpiazzare uno degli acini con uno finto, lo abbiamo creato apposta per lei ed è composto da una miscela di spezie fortissime che le farà perdere i sensi!"

"Capito! Quindi bisogna fare in modo che lei lo mangi...dobbiamo solo capire come entrare nella torre e poi..."

Uno strano rumore attirò l'attenzione di Robin e dei presenti. I due pirati e i Tontatta si sporsero da uno dei container per osservare ciò che stava accadendo.

In varie zone del porto alcune lumacamere stavano trasmettendo un messaggio in diretta su degli enormi schermi.

In primo piano videro il volto sorridente e compiaciuto di Doflamingo rivolgersi a tutta Dressrosa e capirono che qualcosa di terribile stava per accadere davanti ai loro occhi.

 

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"Oooooh! Un Nano!" gridò meravigliato Luffy da sotto il suo costume rosso da carpa.

"Mi chiamo Wicca! Membro dell'esercito di ricognizione di Re Riku!Vi guiderò fino al palazzo reale!" rispose la piccola nana vestita di blu, apparsa dal travestimento da gatto di Zoro.

"Sbrighiamoci! La nostra operazione è già cominciata!"
"Stento ancora a credere che esistano persone così piccole!" disse stupito il samurai, mentre Cappello di Paglia gli faceva eco "E' una cosa fantastica! Dovrai presentarmi tutti i tuoi compagni!"

"Di solito non ci mostriamo mai agli umani, tranne ai membri della famiglia reale! Ma con gli Usolanders le cose sono diverse!"

Mentre continuavano a correre, perplessi da quell'affermazione, il piccolo nano indicò loro una costruzione tubolare che percorreva in verticale le mura del palazzo.

"Guardate! Quello è l'ascensore che porta al palazzo reale!"

"Saliremo con quel coso? Evvivaaa" il capitano era già estasiato all'idea, tuttavia le sue aspettative vennero in breve tempo smorzate dalla piccola Wicca.

"Per accedere bisogna mostrare un lasciapassare alla guardia, temo che sarà difficile!"
"Possiamo sempre stenderla con un pugno!"

"No! Faresti solo una gran confusione e attireresti altri nemici sciocco!"

"E allora?"

"Stupido che non sei altro!! Alcuni Ufficiali sono davvero dei terribili avversari e non potresti raggiungere in tempo Doflamingo!!"

"Ragazzi, guardate! Sembra stia arrivando qualcuno!" Zoro indicò un grosso cavallo giocattolo che sbarrava loro il cammino.

"Sapevano del nostro arrivo?" la Nana assunse un'espressione accigliata mentre si avvicinavano sempre più al loro ostacolo.

"Ehi! Chi sei?" chiese Luffy alla figura incappucciata che svettava sopra al cavallo.

"Sei Cappello di Paglia?" chiese questa con fare misterioso.

"Si, sono io!"

"Stai zitto!!! Ti sei fatto scoprire!" gridarono all'unisono i due compagni.

"Ti stavo aspettando! Farò in modo di farvi entrare a palazzo!" enunciò togliendosi il cappuccio dal volto. Ai loro occhi comparve la bella Viola.

Poco dopo tutti si erano messi al riparo in una strettoia tra due edifici per discutere la situazione.

"Mi dispiace, ho fatto il possibile per ritardare il fidanzamento tra Doflamingo ed Eris, ma non ci sono riuscita...anche se lei non si è mai fidata di me, io potevo spiare nella sua mente e sapevo quanto fosse difficile la sua situazione. Ho sempre tentato di aiutarla e di comportarmi in maniera gentile, ma ero un Ufficiale della Family e lei non avrebbe mai collaborato con me. Quando l'ho vista sotto l'effetto del filtro d'amore ho provato una grande tristezza..."

"Non temere Viola! Non è colpa tua! Ora andremo a riprenderci sia Eris che Trafalgar, poi la farò pagare a Doflamingo!" Luffy rispose risoluto allo sguardo abbattuto della donna.

"Un momento...capisco che tu voglia aiutarci, ma per passare dall'ascensore ci serve un lasciapassare!" ammise Kin'emon.

"Io ne ho uno con me, ma non vi conviene prenderlo!"

"Come sarebbe?"

"L'ascensore ci farebbe raggiungere il Palazzo, ma se ci scoprissero saremmo spacciati!"

"Ve l'ho detto! Si va a prendere a calci qualcuno!"

"No! Non servirebbe a niente! Come te lo dobbiamo dire! Ci fermerebbero!" gridò Zoro palesemente irritato.

"Eh?! Ah. Già."
"Inoltre siete davvero troppo sospetti vestiti così!"

"Hai ragione, Viola-sama!" confermò Wicca.

I tre sembravano non essere della stessa idea.

"Il modo migliore per arrivare lassù in cima è usare il passaggio segreto! E' conosciuto solo ai membri della famiglia reale e consente di arrivare subito a palazzo senza usare l'ascensore!"

Tutti si guardarono annuendo, mentre seguivano la donna verso l'entrata nascosta.

In men che non si dica il piccolo gruppo giunse davanti al portone d'ingresso del castello, sorvegliato da una nutrita schiera di uomini.

Si appostarono dietro le mura degli edifici per osservare la situazione.

"Questa è l'entrata inferiore del palazzo! Noi prenderemo un altro passaggio segreto per entrare..." Viola iniziò a spostarsi attraverso il cortile, seguita dai due spadaccini "...non dobbiamo attirare l'attenzione, se venissimo raggiunti da Pica e dagli Ufficiali non riusciremo mai a raggiungere Doflamingo!"

La donna fece appena in tempo a terminare la frase prima di essere interrotta da uno schianto terribile.

Luffy era avanzato da solo e aveva deciso di scagliare il Gigant Pistol contro i soldati e il portone, distruggendolo in mille pezzi.

I compagni osservarono la scena atterriti.

"Cosa si è messo in testa di fare???"

"Ehi ragazzi, ho aperto il portone!"

"Che diavolo dici??? L'hai distrutto!" gridò Zoro.

"Ormai non possiamo tornare indietro, presto, saliamo le scale, non c'è un minuto da perdere!"

Quella di Viola era l'unica alternativa che era rimasta dopo l'avventato gesto del ragazzo di gomma, così il gruppo iniziò a correre a perdifiato salendo le grandi scale che portavano ai piani superiori .

"Viola! Usa i tuoi poteri per capire dove si trovano Law e Doflamingo, così potremo raggiungerli a colpo sicuro!" intimò lo spadaccino dai capelli verdi mentre tutti correvano lungo i gradini.

Viola fece un cenno di assenso con il capo e si fermò per qualche minuto, così come i suoi compagni.

"Allora? Dov'è??"

"Taci! Non vedi che sta cercando di concentrarsi!" la piccola nana zittì il giovane capitano, facendo cenno a tutti di fare silenzio portandosi l'indice alla bocca.

Dopo qualche istante in cui venne osservata intensamente da tutti, la ragazza riaprì di scatto gli occhi ambrati.

"Oh no! Non posso crederci!" il volto di Viola era sconvolto.

"Che cosa sta succedendo, Viola-sama?" chiese preoccupata Wicca.

"Sta..sta per sposarla!"

"COSA??" tutti i presenti rimasero a bocca aperta.

 

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"Popolo di Dressrosa! Sono estremamente spiacente di non aver reso a questa cerimonia tutta la solennità che essa richiedeva, tuttavia vi prometto che verranno indette a breve grandi feste per celebrarla! Come è noto ieri sera è stato ufficializzato il mio fidanzamento e di ciò non sarei potuto essere più felice. L'evento, come era prevedibile, ha suscitato scalpore in tutto il mondo e qualche essere ignobile ha ben pensato di ricorrere istantaneamente a subdoli mezzi per rovinare la felicità di questo bel regno! Trafalgar Law, colto in flagrante mentre tentava il rapimento della Principessa di Dressrosa, è stato oggi privato dall'Ammiraglio Fujitora del titolo di membro della Flotta dei Sette. La sua vita ora è in mano alla Marina, ma questo non è ciò che mi preme dirvi. Per quanto mi riguarda ho corso il terribile rischio di lasciarmi sfuggire dalle mani qualcosa di enormemente prezioso e insostituibile. Per questo motivo, di comune accordo fra me e la Principessa, abbiamo deciso di sposarci seduta stante, in modo che nessuno possa più dividerci! Il mio desiderio di veder indossare quella corona ad una donna tanto coraggiosa e tanto onesta, così adatta a governare quest'isola, finalmente potrà avverarsi!Procedete pure!"

La lumacamera inquadrò l'abside affrescato della cappella, dietro il cui altare dorato erano in attesa un vecchio sacerdote col suo attendente. Doflamingo raggiunse il suo posto davanti all'ara sacra.

L'organista di corte modulò la lenta marcia della principessa ancora vestita di rosa, alla quale era stato posto un velo bianco sul capo. I capelli raccolti mostravano il suo volto mesto e pallido rivolto verso terra, mentre raggiungeva l'altare.

A quella vista tutti i suoi compagni, ovunque essi si trovassero, assunsero un'espressione inorridita.

Non avevano mai visto quell'atteggiamento di desolazione e rassegnazione comparire sul volto dell'amica e la sua sofferenza arrivava dritta al cuore di ognuno di loro.

"Papà, mamma...gli dei vogliano che non siate costretti ad assistere a tutto questo! Trafalgar, Luffy, tutti voi amici, vi prego di perdonarmi!"

Una lacrima silenziosa fece capolino dai suoi occhi vitrei mentre raggiungeva la base dell'altare.

I due si inginocchiarono e l'anziano rivolse le braccia al cielo, iniziando a celebrare il rito con voce roca "Popolo di Dressrosa!Siamo qui riuniti oggi per celebrare il matrimonio fra Donquixote Doflamingo e la nostra Principessa, Eris. Mi è stato intimato che questa cerimonia sia breve e concisa, dunque..." il sacerdote si schiarì la voce.

"Molto bene. Siete venuti a contrarre questo matrimonio in piena libertà, senza vincoli o costrizioni, consapevoli della vostra scelta?"

Il re sorrise con un ghigno beffardo "Certamente"  seguito da un "Si" appena sussurrato.

Tutto il popolo di Dressrosa rimase col fiato sospeso.

"Se è vostra intenzione unirvi in matrimonio, datevi la mano destra"

Una mano bianca e tremante si fece avanti per stringere quella molto più grande e decisa che aveva di fronte.

"Io, Donquixote Doflamingo, prendo te Eris, come mia sposa!"

"Io,Eris, prendo te, Donquixote Doflamingo, come mio sposo..."

"I testimoni hanno sentito?"

"Si!" gridarono in coro sorridenti i due Ufficiali.

Il vecchio fece segno all'attendente di portare le due tazze di sakè, che gli sposi si scambiarono per tre volte.

Durante quei brevi momenti che le parvero durare un'eternità, Eris non aveva mai guardato in volto nessuno; era rimasta in ginocchio a fissare il pavimento di marmo senza fiatare.

Ad ogni parola il suo terribile destino si avvicinava sempre di più ed ormai era in procinto di compiersi completamente. Chiuse gli occhi mentre ascoltava le parole dell'officiante decretare la condanna che si era procurata con le sue stesse mani.

"In nome degli Dei e della Legge di Dressrosa, vi dichiaro marito e moglie!"

A quelle parole, tutti coloro che stavano osservando meravigliati e stupiti l'accaduto attraverso le lumacamere, esultarono di gioia gridando e cantando.

La ragazza si alzò in piedi per firmare la pergamena posta sull'altare con mano tremante. Terminò l'ultimo arabesco della sua siglatura, appena sotto quella del re: era fatta.

Doflamingo nel frattempo si era posto sul capo la corona e quando la ragazza ebbe terminato di apporre la sua firma le fece cenno di inginocchiarsi nuovamente, con il suo immancabile sorriso.

L'officiante prese in mano la tiara, che gli fu subito tolta dal re.

"Se permette, voglio essere io stesso ad incoronarla!"

Il vecchio si fece immediatamente da parte con un rispettoso inchino, mentre il re portava in alto la corona.

"Vuoi proprio farmi capire che hai vinto, Doflamingo?"

Si tolse il velo bianco, appoggiandolo a terra, si inginocchiò riluttante davanti a lui e tenne il capo chino.

"In qualità di Re di quest'isola e con il potere che da esso mi deriva io ti dichiaro, Eris, Regina di Dressrosa!"

Quando la corona le venne posta sul capo, da ogni parte dell'isola le grida e la gioia furono ancora maggiori. Il popolo aveva finalmente la sua regina e si preparava a grandiosi festeggiamenti.

Gli amici che potevano vedere dagli schermi l'accaduto non potevano credere ai loro occhi. Trafalgar era in preda alla più nera rabbia, seduto e incatenato sul trono, incapace di compiere qualsiasi azione. Viola appariva totalmente scioccata e teneva gli occhi sbarrati, mentre l'ira si faceva spazio nella mente degli amici che la circondavano.

La giovane sentì il peso di quella corona gravarle sul capo come un enorme macigno. Strizzò gli occhi, tremando, incapace di dire una sola parola.

Quando si rialzò non era più Eris, ma una sposa e una regina; si sentì vuota e incorporea come un fantasma. L'unica cosa che percepiva era quel carico pesantissimo che le pendeva sulla testa come la spada di Damocle: quella corona era il simbolo della sua eterna condanna.

Nessuna disgrazia le sarebbe sembrata a quel punto peggiore di ciò stava vivendo, ma si sbagliava.

In quel momento di totale buio, con lo sguardo perso nel vuoto e i sensi affievoliti, si sentì all'improvviso afferrare un fianco.

Quando realizzò ciò che stava per accadere era ormai troppo tardi.

Le sue mani enormi si strinsero attorno alla vita stretta senza lasciarle il tempo di agire. Sentì la sua gigantesca figura incombere minacciosa come un avvoltoio affamato. La sovrastava, tenendola in scacco, come aveva fatto fino a quel momento.

Un altro "bacio".

La prima volta la sua mente era annebbiata da una totale incoscienza ed incapacità di distinguere il bene dal male, ma stavolta era diverso.

Capiva, ragionava, sapeva.

Eppure la debolezza di quell'attimo era bastata a far sì che si ripetesse un avvenimento che lei trovava riprovevole e disgustoso.

Un bacio senza amore.

Le sue labbra vennero forzate a schiudersi come una rosa costretta a sbocciare troppo presto. Sentiva che quel gesto era mosso da una passione senza sentimento, messo in atto al solo scopo di sottometterla al suo dominio: quell'azione malvagia era il motore del suo desiderio.

Le piume rosa della sua vistosa giacca sembravano inglobarla in una sfera di orrore e desiderio che lui stesso aveva creato appositamente per lei.

Quella connessione terrificante la portò in un attimo a comprendere la natura del suo animo scellerato, tanto oscuro da sembrare inumano.

Il suo pensiero volò verso gli amici, verso Trafalgar che era costretto a vedere ciò che stava accadendo.

Si sentì umiliata.

Umiliata davanti a loro, davanti a tutti. L'incoronazione e il matrimonio potevano anche essere una condanna che era disposta ad accettare con mestizia, chinando il capo di fronte agli eventi, tutto per mantenere la parola data. Quello che le stava accadendo però non era né non era una parte della sua condanna né qualcosa che spettasse di diritto a Doflamingo: era un atto di sottomissione che si era preso la libertà di compiere.

L'aveva vista senza più difese, senza più speranza, pensava che si fosse arresa completamente a quel destino.

Aveva ragione: Eris aveva perso la speranza, non vedeva nient'altro che il buio davanti a sé, facendo così il gravissimo errore di dimenticare che c'era qualcuno su quell'isola che stava lottando per la propria libertà e anche per la sua.

Quell'orribile gesto con cui Doflamingo pensava di aver sancito la sua resa, aveva in realtà fatto ripartire il suo cuore.

Il braccio destro si tinse di nero, strinse la mano in un pugno e in quel punto incanalò tutta la rabbia e la frustrazione di quel momento.

Fu un attimo.

Si staccò da quella presa indesiderata e il colpo arrivò dritto dritto in mezzo agli addominali scolpiti di Doflamingo, scaraventandolo a qualche metro più in là, nel più totale sconcerto degli astanti.

Le lumacamere interruppero la connessione un secondo prima, lasciando tutti esterrefatti.

"Non osare toccarmi mai più! Schifoso verme!" gridò iraconda, col volto in fiamme.

Il re si pose una mano sul punto in cui aveva ricevuto il colpo, la osservò e dopo qualche istante rise sguaiatamente.

"Cosa pensi di fare? Sei davvero una sciocca! Credi di sconfiggermi con un pugno? Guardati! Un colpo e hai già terminato la tua energia, a stento ti reggi in piedi!"

Eris si era appoggiata all'altare a fianco a sé, il celebrante e il suo assistente erano fuggiti fuori dalla cappella terrorizzati, lasciandoli soli assieme agli Ufficiali.

Il suo respiro si faceva sempre più affannato, aveva usato troppa energia. Tuttavia, in quel momento di forte tensione, trovò la forza di rispondere sorridendo "Ne è valsa la pena!".

Doflamingo si avvicinò a grandi falcate a l'afferrò per un braccio, guardandola dritto negli occhi verdi.

"Sei una moglie troppo sfrontata, ma saprò come metterti al tuo posto!" con uno sforzo quasi minimo la lanciò a terra, ai piedi degli Ufficiali.

"Prendetela e fatela rinchiudere nei sotterranei, non vorrei mai che la mia cara sposa si facesse del male!" ordinò sogghignando.

Mentre Eris tentava di rialzarsi venne afferrata per le braccia da entrambi gli Ufficiali.

"Adesso devo andare a fare quattro chiacchiere col tuo amichetto incatenato di sopra, ma non temere, avrò tutto il tempo per divertirmi anche con te quando mi sarò sbarazzato di questi mocciosi!"

Eris alzò la testa: ancora una volta lo guardò sorridendo "Prima che arrivi quell'ora, caro marito, sarò già sepolta sotto la Terra Nera!"

"Le bestie più difficili da domare sono quelle che danno maggiore soddisfazione!Portatela via!"

La osservò da sotto gli occhialini: la ragazza, tenuta sollevata per le braccia dai due Ufficiali, continuava a guardarlo beffarda nonostante la sua visibile mancanza di forze.

"Un momento, caro re. Non hai notato lo splendido regalo di nozze di mia madre?"

Il ghigno di Doflamingo si attenuò "Cosa vuoi dire?"

La ragazza rise "Non dirmi che non hai notato il nome della tua sposa! I manifesti della Marina tendono ad essere molto sintetici, in effetti tutti mi chiamano Eris, ma pochi sanno che è solo un soprannome. Quando firmo, oltre a scriverlo per intero, uso il cognome di mia madre, per rendere onore alla sua memoria!"

A quel punto l'espressione di Doflamingo divenne di seria preoccupazione, afferrò con stizza la pergamena sull'altare e lesse in un baleno la segnatura appostavi dalla novella sposa.

Istantaneamente la preoccupazione del Demone si trasformò in ira, il suo volto si fece rosso come il sangue, sulla fronte le vene pulsarono a ritmo sostenuto e la sua bocca si contrasse in una smorfia di rabbia.

"Sorpreso?" chiese la ragazza sorridendo.

"Non è possibile..." le rispose a denti stretti, rimettendo con un pugno la pergamena accartocciata sull'altare.

In fondo alla pagina, a caratteri barocchi, il motivo dell'ira del Demone Celeste aveva preso forma in un nome che non avrebbe più scordato.

Merisger .D. Kahli.


Angolo dell'autrice:

 

Il matrimonio è stato portato a termine e a quanto pare Doflamingo ha avuto la sua vittoria! Anche se si è preso un relativamente debole ma ben assestato pugno, sembra che le cose stiano volgendo a suo favore! Ma non tutto è perduto! Il re è rimasto piuttosto contrariato dal vero nome di Eris, sarà forse per quella simpatica "D"? Cosa farà adesso? Chi è la madre da cui ha preso questo strano cognome, ma soprattutto, chi è suo padre? Troverete finalmente una risposta a queste domande nel prossimo capitolo! Grazie a tutti per aver letto e alla prossima!

   
 
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