Anime & Manga > Hellsing
Segui la storia  |       
Autore: Rory Drakon    15/04/2016    3 recensioni
Alucard ha alle sue spalle un passato oscuro e doloroso, che l'ha profondamente segnato nel cuore e nell'animo, per tutti gli anni che ha passato al servizio dell'Organizzazione Hellsing.
Che cosa accadrebbe se nella sua vita entrasse qualcuno in grado di penetrare la corazza che ha costruito tra sé e la sua umanità perduta, i suoi sentimenti più profondi?
Anche i mostri hanno un cuore e sono capaci di amare.
Anche il Re Immortale, il Conte.
(ST0RIA SOSPESA)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Alucard, Nuovo Personaggio, Seras Victoria
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Christ, seduta sul parapetto dell’immenso terrazzo dell’Organizzazione Hellsing, stringeva le ginocchia contro il proprio petto, mentre le lacrime le annebbiavano e le scendevano inesorabili lungo le guance.
Basta! Non voleva più restare lì, in quel dannato posto, sotto lo stesso tetto di quel bastardo assassino di Alucard! Voleva prenderlo, voleva colpirlo, voleva farlo soffrire! Voleva fargli provare una minima parte del dolore che aveva provato quando l’aveva uccisa, quando aveva creduto di aver perso Rory per non essere riuscita a proteggerla come si deve!
Se avesse potuto avrebbe preso a pugni Joshua… non si doveva permettere di parlare in quel modo di Aion! Che assurdità andava blaterando! Joshua non sapeva un bel niente di Aion.
Un rumore di passi in avvicinamento risuonò alle sue spalle, ma Christ lo ignorò, affondando la testa tra le ginocchia, immobile, singhiozzando.
«Ohi…»
Christ alzò la testa e si voltò di scatto, tentando di asciugarsi le lacrime con il dorso della mano. «Subaru…»
Il vampiro la scrutò impassibile con i suoi occhi di corniola. «Che cos’hai?»
«Niente…» mormorò Christ. «Non sono affari tuoi…»
Subaru non rispose, si avvicinò e si sedette accanto a lei sul parapetto, scrutando il cielo tempestato di stelle scintillanti. Christ lo imitò, facendo un respiro profondo.
«È vero, non sono affari miei… infatti non ho intenzione di chiederti perché piangi, né perché sei venuta qui da sola…» disse Subaru.
«Allora perché sei qui?» domandò Christ.
«Perché posso stare dove mi pare e piace».
«Okay» sbuffò Christ, irritata. «Allora io me ne vado!»
E così dicendo la vampira si alzò, gli voltò le spalle e fece per andarsene.
«Sei davvero masochista» le arrivò da dietro la voce di Subaru.
Christ si girò. «Perché?»
Subaru si alzò in piedi. «Mi prendi per stupido? È evidente che stai male».
«E allora? Sono affari miei! Non sono cose che ti devono interessare…»
Lui le si avvicinò, arrivando ad un centimetro di distanza da lei. «Perché fai così? Perché vuoi fare il mio stesso errore? Perché vuoi trasformarti in una creatura repressa e violenta come me?»
«Smettila di insultarti e disprezzarti, tu non c’entri niente! Io sono così, okay? E poi sono già una creatura violenta…»
Subaru le puntò addosso gli occhi rossi, quasi non riuscisse a credere alle proprie orecchie. «Tu? Tu che sei riuscita a leggermi nell’anima, pensi davvero di essere così?»
Christ non riuscì ad articolare parola. Si perse in quello sguardo profondo incastonato in quel volto dai lineamenti bellissimi ed immortali.
«No, tu non potresti mai essere così abietta. Sei delicata come le rose in primavera» sussurrò Subaru.
«Tu non mi conosci, non puoi sapere come sono…» mormorò Christ.
«Ah, no?». Subaru alzò un sopracciglio. «Io lo so invece. So che non staresti qui un minuto di più, se non fosse per la tua amica, Rory…»
«Perché ti interessa tanto come sto?»
«Non sono affari tuoi…» sbuffò il vampiro.
«Sì che lo sono invece!» sbottò la vampira.
«Sei sempre così testarda?». Il tono con cui Subaru pronunciò quelle parole sembrava sottintendere un’accusa.
Christ annuì, sfacciata.
Il vampiro scosse la testa. «Sei diversa da qualunque altra ragazza, umana o vampira, abbia mai conosciuto…»
«Dovrei prenderlo come un complimento?»
«È semplicemente la verità…»
«Grazie» mormorò Christ. Era la cosa più carina che le avessero mai detto.
«Dai buona mostra di te» disse Subaru, lentamente. «Ma scommetto che soffri molto più di quanto dimostri».
Christ chinò lo sguardo. «È vero… ma io odio far vedere agli altri che sto male…»
«Tanto che ne possono sapere loro?» sbottò Subaru, più a sé stesso che a lei. «Cosa ne vogliono sapere di quello che significa soffrire? Guardare impotenti mentre i propri cari sono in pericolo e non poter fare nulla per aiutarli? Che ne vogliono sapere, gli altri?»
Christ sbuffò. «Non ne sapranno mai niente… del dolore… perdere una persona cara è niente, dal perderle tutte…»
«Hai perso qualcuno anche tu, vero?»
«Qualcuno!?» esclamò Christ. «Ho perso tutta la mia famiglia… il mio intero villaggio… mi resta solo Rory, ormai… e credevo di aver perduto per sempre anche lei…» Al solo pensiero, le lacrime ricominciavano a rigarle le guance, copiose.
Subaru le prese il mento con le dita e lo sollevò, guardandola intensamente.
«Non si può descrivere un dolore così…» singhiozzò Christ.
«Né lo si può capire» ribatté Subaru. «Se non lo si è mai provato… e fidati, io posso capirlo…»
«Lo so» mormorò Christ. «Tu hai perso tua madre, la persona più importante della tua vita… so che puoi capirmi… almeno tu…»
«Fa un male bestia non sfogarsi…». Subaru la strinse a sé, accarezzandole i capelli.
Senza riflettere, Christ gli cinse la schiena con le braccia. «Grazie… ma ormai il pianto è il mio sfogo…»
«Invece… la rabbia è il mio…»
Christ alzò lo sguardo per incrociare i suoi occhi. «Me ne sono accorta, signor Scorbutico…»
Subaru imprecò fra i denti, e Christ scoppiò a ridere.
«La tua faccia è stata fantastica!» esclamò Christ, tra le risate.
«Sei… bellissima…» mormorò Subaru, quasi con fatica. «Quando ridi…». Le sfiorò la guancia col dorso della mano, in una carezza delicata.
Christ avvertì il fiato profumato del vampiro sul proprio viso; lentamente lui le si avvicinò, e premette le labbra sulle sue. Christ chiuse gli occhi e dischiuse le labbra, abbandonandosi a lui.
Il tempo sembrava essersi fermato, per intrappolarli eternamente in quell’istante.
“Christ, cosa stai facendo!? Fermati! Pensa ad Aion!” le disse una parte di lei.
Ad un tratto riuscì a pensare lucidamente e si ritrasse, rossa come un peperone.
Subaru sembrò non averci fatto caso; catturò una ciocca dei suoi capelli color della luna, accarezzandola con innaturale delicatezza, come se stesse toccando qualcosa di molto raro e prezioso.
Christ abbassò lo sguardo.
«Perdonami». Subaru lasciò andare la ciocca, mesto.
«Non… fa… niente…» balbettò Christ, sempre più rossa.
«Non avevo alcun diritto.»
«Ti ho detto che non fa niente, quindi smettila…»
Subaru si voltò, dandole le spalle. «Ti lascio sola. Non… non ti importunerò più…»
«Peccato… la tua compagnia… non mi dispiace… anche quando… sei irritante…» balbettò Christ.
A quelle parole, Subaru si voltò, abbozzando un sorriso che lasciò Christ senza fiato. «Mi fa… bene… parlare con te…»
«Fa bene anche a me» mormorò Christ. «Sei più simpatico di quanto dai a vedere…»
«Odio mostrarmi simpatico… non voglio che le persone mi si affezionino…»
«Peccato». Christ lo fissò intensamente.
«Non è peccato rifuggire alla sofferenza» obiettò Subaru. «Per questo non voglio amici… potrei perderli e soffrirne la mancanza. E non voglio che accada…»
«Questo non è rifuggire la sofferenza» replicò Christ. «Questa è paura…»
Subaru la fulminò con lo sguardo, ma la ragazza non si lasciò intimorire.
«Fifone!». Christ gli fece una linguaccia.
«Stupida ragazzina…» imprecò il vampiro.
«Stupida impertinente, vorrai dire!» lo corresse Christ ridendo.
«Mocciosa presuntuosa, bambina cattiva e ragazzina arrogante!»
«Ed ecco il solito Subaru scontroso… IO NON SONO UNA BAMBINA!!!»
«Invece sì» sghignazzò Subaru.
«Invece no!»
«Sì!»
«No!»
«Ohhh sì!»
«No, no e no!»
Subaru scoppiò a ridere, una risata calda e gioiosa, che gli illuminava l’affascinante viso immortale. Christ trattenne il fiato perdendosi in quella magnifica visione.
«Antipatico» borbottò.
Subaru le schioccò un bacio sulle labbra e poi si allontanò. «Ci vediamo…» sussurrò, sparendo alla sua vista.
«Ciao…» mormorò Christ, il cuore in subbuglio. Rimase per un po’, lì, ferma, chiedendosi se tutto quello che era appena successo non fosse stato frutto della sua immaginazione.
Fu allora che qualcuno la abbracciò da dietro. «Come sta la mia deliziosa spia?»
«Aion!» trasalì Christ.
«Ciao, piccola.»
«Ciao… mi hai spaventata! Sai quanto odio quando mi arrivi alle spalle!»
«Oh, suvvia, non fare così». Aion la prese per un braccio e la fece girare, stringendosela al petto. «Chi era quel ragazzino con cui ti ho intravista un attimo fa?»
Christ impallidì. «Un vampiro… che lavora qui…»
«Non mi piace, ti sta troppo vicino» sogghignò Aion, ma non sembrava furioso. «Sai che sono geloso, tu sei solo mia, piccola…». E le mordicchiò l’orecchio.
«Ah… lo so… come mai sei qui?»
«Passavo solamente a trovarti, mia bellissima» rispose Aion. «Domani conti di continuare ad allenare i tuoi amici Apostoli?»
«Sì… e a proposito di questo…». Christ gli raccontò di Joshua e ciò che il ragazzo aveva detto nei suoi confronti.
Aion non parve affatto turbato. «Joshua è stato plagiato da chi la pensava diversamente da me… devi capire che non è facile far capire quanto sia importante per l’universo il nostro scopo. Ma non temere, lo aiuteremo a tornare sulla retta via, come le tue amiche. Prima però dovrai finire di insegnare Rory e Alyssa. Porta loro e Joshua all’Hyde Park per completare il loro addestramento.»
«Okay, va bene.»
«Brava, piccola» disse l’uomo, cominciando a baciarle la spalla. Al contatto delle labbra sulla sua pelle Christ sentì un brivido salirle lungo la schiena, e non era un brivido di piacere, ma di ribrezzo, e non ne capiva il motivo. Poi Aion mise una mano sulla spalla della giacca e la tirò in giù, lasciandole la spalla scoperta. Christ lo fermò, allontanandosi di botto.
Aion la fissò, divertito. «Cos’hai, piccola? Non ti piace qui? Preferisci che andiamo nella tua stanza?»
«No…» balbettò Christ. «È solo che… non ho voglia… e poi potrebbero vederci… e gli altri mi staranno cercando… devo andare…».
E così dicendo se ne andò, lasciando Aion da solo sulla terrazza, che la fissava attraverso le lenti degli occhiali con un’espressione indecifrabile.


   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Hellsing / Vai alla pagina dell'autore: Rory Drakon