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Autore: _heartbeat_    15/04/2016    1 recensioni
-Se ci facessimo un breve viaggio fuori dal Maine?-
-Intendi una vera vacanza?- chiese Biancaneve.
-Più o meno, qualcosa di breve, cinque giorni e via, lontano da qui-
-E come pensi di andarci?- chiese Robin curioso mordendo una carota di contorno.
-Aereo?- propose Emma.
-Aere...cosa?- domandò confuso il capitano.Non era abituato a sentir parlare di oggetti del mondo reale.
-E’ una macchina che vola Hook, ma non mi sembra una buona idea- rispose Regina scettica.
-E come vorresti andarci?Con la Jolly Roger?- chiese Emma ironica.
-Con la magia genio, ci mettiamo meno ed è più sicuro-
-Se non ti fosse chiaro non puoi usare la magia fuori da Storybrooke.Non sei nessuno fuori di qui-
-Ha parlato la grande esperta di città...-
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Emma vagava per casa dei suoi genitori in mutande e reggiseno aprendo tutti i cassetti e tirando fuori i vestiti di Neal e di sua madre e di suo padre, era alla disperata ricerca del suo completino super strettissimo ed estremamente scomodo che però le dava un’aria così importante ed autorevole e quella sera le sarebbe servita davvero la sua corazza da finta dura.
Era venerdì, di nuovo venerdì, e come sempre era in ritardo per la sua serata speciale, doveva ancora lavarsi, mangiare, truccarsi, fare uno snack, vestirsi ed essere inutilmente cattiva come sempre.
-Swan!Copriti, il tuo culo pallido non è un bello spettacolo, nemmeno per questi occhi meravigliosi-
Emma arrossì visibilmente imbarazzata da quell’intrusione, non riusciva a starsene un attimo in pace da sola che qualcuno invadeva il suo spazio vitale, se quel qualcuno era Regina allora diventava inspiegabilmente più aperta e calma.
-Hai fatto la copia delle chiavi di casa?- la prese in giro tirandole un’orribile gonna ocra appartenuta a qualche antenato mummificato.
L’altra si scansò ridendo andando in cucina per prendersi del succo.
“Come se fossi a casa tua” pensò Emma ma non riusciva lo stesso ad arrabbiarsi e non provava a replicare.
Rovistò nell’armadio di legno della camera matrimoniale trovandoci la sua vecchia copertina di quando era piccola, se la portò al naso respirando il profumo di buone e di sua madre.Le piaceva ancora il sapore di quella casa, sapeva di bello e felice, era diverso da casa Dark, non era fredda, era strana.
Casa.La sua casa e la sua famiglia erano lì.
Regina, per quanto odiasse ammetterlo, ne faceva parte al novanta per cento, era talmente influente da avere più peso nelle scelte delle vacanze estive o del menù del picnic domenicale.A volte era frustrante, l’avrebbe voluta polverizzare o trasformare in qualcosa di piccolo e imbarazzante.
-Casa tua è sempre una piacevole sorpresa- disse appoggiandosi allo stipite della porta.
-Ho notato, sai anche dove sta l’ultimo granello di polvere sfuggio alle grinfie di mia madre?-
Regina sembrò pensarci su, fece la sua faccia da finta intelligente scatenando le risate della bionda che si appoggiò stanca sul letto.
Niente da fare, non l’aveva trovato, era sparito nel nulla.
-Non farmi credere che tu stia pensando perchè so che non è così e il mio super sviluppatissimo sesto senso sa che stai mentendo-
Regina sbuffò e si lasciò cadere sul letto dal lato opposto in modo da avere le teste vicine, parlavano da orecchio ad orecchio.
-Effettivamente, se anche ci stessi provando, non ce la potrei fare: l’idea di averi a trenta centimetri da me, mezza nuda e stesa su un letto è particolarmente allettante.Mi fermerei a dormire se...- disse avvicinandosi al viso di Emma.
-Se...n.non dovessi uscire tra meno di due ore Regina, ne abbiamo già parlato, non succederà più.Su, alzati e aiutami- le prese il braccio e la tirò in piedi.
Regina sembrava scocciata e dispiaciuta, avrebbe voluto davvero avere Emma tutta per sè ma sapeva che questo era praticamente impossibile, doveva rassegnarsi.
-Cosa devi cercare?-
-I miei vestiti, non so che fine hanno fatto-
Regina le sussurrò un “maledettamente disordinata ed imprecisa” a cui Emma rispose con una pacca e un “Fanculo Regina perfettina” accompagnato da voce altezzosa e superba.
-Era l’ora che qualcuno.te li buttasse via, sono inguardabili, sembri il corvo spennacchiato di Malefica che si è addormentato con la testa nella vernice platino.Fai paura!-
-L’unico aspetto positivo del mio essere Oscura, davvero, è consolante, Regina, sapere che almeno i miei vestiti fanno scappare la gente, fa crescere la mia autostima già calpestata-
-Fanno ribrezzo, non paura, sono un incubo.Malefica ti denuncerebbe per uso improprio di squame di drago-
-Ehi...non è drago, il drago è scomodo, meglio lo scorpione, è anche più economico, sai quanto lo paghi un vestito così tutto di drago?-
-Te lo tirano dietro e ti fanno lo sconto pure sullo scorpione,. Ma abiti decenti?A te ci vuole dello shopping cara!-
-Sarebbe utile se avessi tempo e se non fossi invitata ad un super party malvagio dove ci saranno tipi e tipe estremamente cattivi e terribilmente affascinanti pronti a stillare un decalogo dei miei difetti di Signora Oscura...non posso neanche rimediare con le tette perchè guarda...-
Regina si voltò dall’altra parte aprendo la finestra, aveva caldo, terribilmente caldo come quando si scolava un paio di bicchieri, o di bottiglie, di sidro di mele di troppo perchè era troppo nervosa; era successo solo quattro o cinque volte solo quel mese.Colpa di Henry, di Emma, di Storybrooke, di tutti.
Si consolava nel gusto frizzante del suo amico e si godeva la sensazione di testa vuota che aveva alla fine.
-Non puoi chiedermi questo Emma, non posso guardarti le tette e dirti che non ne hai perchè sarebbe un insulto, stasera ti proteggerò io, lo prometto, me ne occupo personalmente e guai a chi dice che non sei abbastanza cattiva per stare con loro-
Emma sorrise a quell’affermazione, le piacevano le attenzioni dolci e tenere di Regina, erano insolite e molto strane ma particolarmente piacevoli.
-Veramente non credo tu possa venire, serve una soglia di malvagità minima, non ci farebbero entrare-
Regina sembrava scioccata, schioccò la lingua contrariata.
-Veramente sarei la tua ancora di salvezza, se ci affidassimo a te saremmo già sulla strada del ritorno, chi sono gli altri sfortunati?-
-Gold, Ursula, Crudelia, Jafar, Nimue, Hook e Malefica-
Regina rise sonoramente.
-Cioè due di questi sono già morti, uno è in coma da settimane, una è tipo un polpo gigante cotto male, uno è il tuo ex e l’ultima la mia migliore amica del liceo, vuoi dirmi che questi sono più cattivi di me?Stai scherzando vero?-
-Senti, ho dovuto fare un test, si chiama Perfidici, sono risultata nella fascia verde, hai capito che vuol dire, sono la mia speranza di arrivare ad un misero livello giallino chiaro quasi verde, per questa volta non posso portarti con me-
-E’ venerdì.Il nostro Beverdì?-
-Ti prometto che lo recupereremo, ti farò un favore, ti terrò Henry un giorno di più se avrai bisogno o ti darò uno dei miei per vederlo di più.Mi farò perdonare!- disse velocemente Emma avviandosi rassegnata verso la cassettiera tirandone fuori una maglia attillata nera e un paio di Jeans chiari strappati ovunque.Non aveva per niente un aspetto cattivo, sembrava una turista sbandata e con poco senso del tempo e dell’orientamento data la temperatura e il clima di quella giornata di fine inverno a Storybrooke.
-Non voglio che mi tieni Henry, volevo il nostro Beverdì, il nostro tempo da passare insieme, mi manca e mi manchi anche tu e voglio venire alla tua stupida festa e uscire con te, cavolo!Sei sempre impegnata, sto rinunciando a troppe cose per te!-
-Forse dovresti lasciarmi perdere, andare avanti, conoscere qualcuno e cominciare a farti una vita che non dipenda da questo stupido venerdì.Vai avanti come se niente fosse, dimenticami e ricordami solo come madre di Henry e sceriffo, è meglio per entrambe.Ora scusa, devo andare!Ci si vede Gina!-
Detto questo la lasciò sola nella camera, la rabbia le aveva fatto arrossare le guance, era ferita, incazzata, arrabbiata e aveva voglio di seguire Emma e farle provare tutto il male che stava provando lei in quel momento.Fumava dalla rabbia che ribolliva nel suo stomaco.
Lei era Regina, la Regina Cattiva, per un motivo ben preciso, non era una da secondo posto, era la cattiva per eccellenza e aveva già un piano per rovinare la serata ad Emma.
Aveva i suoi mezzi per arrivare al risultato.
Emma arrivò al club con venti minuti di anticipo rispetto all’orario di entrata, la compagnia dei Deficienti era già al completo ma lei si sentiva un po’ vuota.Ricordava di essere uscita di corsa da casa, di aver detto delle brutte cose a Regina che stava cercando di aggregarsi alla sua serata, le aveva detto cose orribili che non avrebbe immaginato potessero uscirle dalla bocca, l’aveva ferita, umiliata e abbandonata scaricandola a qualcun’altro per avere il suo posto in quella stupida cerchia.
La coda era già immensa e i bodyguard all’entrata squadravano con sguardo inquisitorio gli invitati: era tutta gente strana, alcuni avevano solo un occhio, altri sei, brutti ceffi.Veri cattivi.Lei si sentiva totalmente fuori posto avvolta in quei jeans troppo pacifici e in quella maglietta da finta bulla dell’asilo, era patetica.
Si accostò ad Ursula notando che aveva accuratamente sostituito i tentacoli con un paio di sinuose gambe avvolte in un tubino nero molto sexy, Malefica aveva acconciato i suoi capelli per mettere a più agio il corvo, Hook era più attraente del solito e Jafar aveva addocchiato un tavolo con “vista” molto apprezzato dal capitano.
Tutti erano lì e lei pensava a Regina, al loro venerdì insieme.
La musica suonava forte, la gente ballava e finalmente erano riusciti a convincere il bodyguard arancione sul grado di malvagità di Emma.
-Signore Oscuro, si sta godendo la serata?- chiese Hook mettendo un braccio attorno a Malefica sorseggiando il suo drink –Vuoi qualcosa da bere di più forte?...Cameriere, un “Dente cavato all’uncino arruginito” e un “Alga e Verde”-
-Ma che razza di nomi sono!Io denti, uncini e alghe non le voglio, preferisco la mia vodka fragola come al solito, tu continua così che io sono a posto- sbbottò Emma osservando la barba  del capitano cambiare al colore delle luci.
-Bel posto questo, oserei dire Sinistro- si intromise un giovane che non sembrava essere per nulla cattivo.
-Scusate, a me hanno fatto delle storie e questo lo hanno fatto entrare in giacca e cravatta?-
-Anche Uncino è in giacca e cravatta- disse Ursula mangiando un’oliva.
-Sì, ma ha l’uncino-
-Vedi che questo serve a qualcosa, dà un aspetto da duro e misterioso boy fatal-
-Zitto!Voglio sapere questo cos’ha fatto!-
-Ho sequestrato tre nani per tre giorni nella miniera-
Emma era allibita, continuava a pensare che questi erano niente in confronto alla cattiveria della sua Regina, erano zerbini che poteva calpestare facilmente.
Buttò giù l’ultimo sorso di drink all’alga e uno shot di vodka creando un sapore in bocca disgustoso.Aveva bisogno di acqua e aria, però era più importante l’aria.
-Vado a farmi un giro.Torno tra poco!
Salì le scale uscendo sul prato antistante l’entrata.Il cielo era libero di nuvole, non faceva freddo, l’alcol che aveva in colpo iniziava a fare effetto ma non capiva se si trattasse dei drink o dei loro disgustosi ingredienti.Voleva incredibilmente andare a casa, dormire e abbracciare Regina.
Sentì una donna litigare con una delle scimmie all’entrata.Doveva essere una tosta per affrontare uno di quei cosi grugnosi e primitivi.
-Lasciami andare!Sono abbastanza cattiva per avere un posto riservato su uno di quei divanetti.Lo voglio e me lo merito-
-Non è in lista.No invito no entrata-
-Devo entrare, lei non sa chi sono?Non mi conosce, non ci credo!-
-Visto che si crede così importante, mi dica cosa avrebbe fatto di tanto terribile-
-Ho strappato il cuore a troppe persone, sono stata cattiva, perfida, senza srupoli.Ho ucciso, derubato e raggirato sovrani e potenti.Basta?-
-No!Il prossimo!- con una mano pelosa spostò la donna da una parte, quella inciamoò e per poco non cadde, Emma le si avvicinò e la prese appena in tempo.Non pesava nulla.
-Mi hai seguito.Perchè?- disse tirando l’altra in piedi.
-Non so di cosa parla, mi lasci andare-
-Oh come vuole Regina!- allargò le braccia rimanendo sempre dietro di lei per prenderla.
-No, va bene, va bene, Emma, non lasciarmi cadere-
-Shhh, quanto parli, è ovvio che non ti lascio andare per terra- la strinse nelle sue braccia.
Regina sospirò chiudendo gli occhi sentendo il calore del corpo di Emma vicino a sè.
-Sei arrabbiata?-
-Dovrei ma non ci riesco, non ne potevo più mi hai salvato!-
-Troppo buona per loro?-
Emma sccosse la testa, aveva bisogno di camminare o il suo stomaco si sarebbe ribellato al più presto.
-Troppo buoni per me!- sorrise ammiccando la bionda.
-Modesta!-
Emma alzò le spalle soddisfatta.
-Andiamo, non ti meritano e nemmeno me.Sono ancora in tempo per il nostro venerdì?-
-Mancano ancora tre minuti-
-Allora li userò bene-
Le si avvicinò chiudendo le sue labbra su quelle della mora.Un bacio dolce, tenero e voluto.
-Meno due!-
Risero poi Emma non ce la fece più, si avvicinò ad un cespuglio e vomitò l’aperitivo.Regina le tirò indietro i capelli dolcemente.
-Faceva così schifo il mio bacio?-
-No, colpa delle alghe.Ora è passato!-
-Andiamo?-
-Mezzanotte-
-Mezzanotte!-
 
 
  
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