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Autore: Rory Drakon    16/04/2016    3 recensioni
Alucard ha alle sue spalle un passato oscuro e doloroso, che l'ha profondamente segnato nel cuore e nell'animo, per tutti gli anni che ha passato al servizio dell'Organizzazione Hellsing.
Che cosa accadrebbe se nella sua vita entrasse qualcuno in grado di penetrare la corazza che ha costruito tra sé e la sua umanità perduta, i suoi sentimenti più profondi?
Anche i mostri hanno un cuore e sono capaci di amare.
Anche il Re Immortale, il Conte.
(ST0RIA SOSPESA)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Alucard, Nuovo Personaggio, Seras Victoria
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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L’Hyde Park era uno spazio ampio, immenso, rotondeggiante e verdeggiante. E a quell’ora della notte, completamente privo di turisti e visitatori. Un luogo perfetto per esercitarsi.
Quel luogo aveva sempre affascinato Rory, soprattutto perché lì accanto c’erano i Giardini di Kensington, dove si trovava la famosissima statua di bronzo del suo eroe, Peter Pan.
Dopo l’allenamento, alla faccia di tutti, si sarebbe insinuata nei Giardini e le avrebbe dato un’occhiata. Ne aveva solamente sentito parlare dai racconti di Alucard e di Lady Integra, ma non aveva mai avuto l’occasione di poterla vedere veramente dal vivo.
Quel giorno con loro era venuta anche Seras, a sentire lei perché si annoiava spesso ed era molto curiosa ad assistere agli allenamenti, ma quando aveva affermato ciò era diventata rossa, balbettava e lanciava mezze occhiate a Joshua, che arrossiva e balbettava a sua volta, accettando la sua venuta a nome di tutti. Che accidenti stavano macchinando quei due?
Rory aveva chiesto anche ad Alucard di venire, sebbene, non poteva negarlo, gliel’avesse chiesto anche lei balbettando e arrossendo. Si ricordava ancora i baci e le carezze di quella notte, e adesso la imbarazzava parecchio trovarsi al cospetto del vampiro.
Alucard non aveva ridacchiato come al solito o dato una risposta ambigua sorridendo maliziosamente, le aveva solamente risposto, con un tono freddo e distaccato: “Ci sarò. Non immediatamente, ma ci sarò”. Dopodiché era sparito attraverso il muro, come perso nei propri pensieri, senza neppure salutarla.
Rory ci era rimasta di stucco. Ma che cosa gli era preso? Non l’aveva mai trattata così.
Se doveva essere del tutto sincera con sé stessa, aveva voluto invitarlo perché sperava in un’occasione in cui rimanessero da soli… e potessero parlare di quello che era successo. Ammesso che Rory ne avesse avuto il coraggio. Al solo pensiero la bocca le si seccava.
Nella sua testa quella notte la scena si ripeteva avanti e indietro, e le sensazioni erano quasi vivide; la mano fredda di lui che le sfiorava la schiena, il tocco delle labbra, la forza con cui le cingeva i fianchi...
Quasi non riusciva a crederci. Aveva baciato Alucard. Anzi, era Alucard che aveva baciato lei, e per la seconda volta di fila. Questa volta, però, vi era qualcosa di più; lei quel bacio l’aveva ricambiato con tutta sé stessa.
Ma ora che succedeva? Stavano insieme? Per la miseria! Lei non sapeva un accidente di rapporti sentimentali! L’unico sentimento che avesse mai provato per qualcuno era per il Conte Dracula!
“Oh cavolo…”. Arrossì di botto.
Be’, alla fine l’aveva ammesso anche con sé stessa. Era innamorata di Alucard.
Totalmente, incondizionatamente innamorata di lui.
Ma lui, lui che cosa provava per lei? Anche lui l’amava? Dopotutto l’aveva baciata, no? Mica l’aveva fatto così per scherzo? O invece sì? Magari quella volta aveva baciato lei, ma magari un’altra notte aveva baciato Seras, o forse addirittura Lady Integra… e poi l’aveva trattata in quel modo… forse lei era andata male? Porca miseria… magari avrebbe dovuto tenere il naso dall’altra parte e tenere la lingua più in fuori…
«Accipicchia, come si sta bene qui fuori!» esclamò Seras, tutta frizzante. «C’è un venticello davvero piacevole!»
Rory sentì un groppo in gola. Se Alucard fosse stato lì, sicuramente avrebbe detto che quella era una notte bellissima, con una luna meravigliosa. E lei si sarebbe trovata subito d’accordo.
Lanciò un’occhiata ai suoi compagni: oltre a lei e Seras vi erano Joshua e Christ. Alyssa non c’era, era rimasta all’Hellsing assieme a Sebastian, Subaru e… Alucard. Rory non poté pensare il suo nome senza che il suo stomaco si contorcesse sgradevolmente.
Tra Joshua e Christ si avvertiva una certa tensione: si tenevano a distanza di sicurezza e non si parlavano propriamente in modo diretto.
«Rory, come sicuramente ricorderai dall’ultimo incontro, ti abbiamo spiegato come fare per poter evocare le ali» esordì Joshua.
Rory annuì.
«Bene, allora è il momento che provi a mettere in pratica quello che ti abbiamo detto» affermò Christ.
Rory annuì ancora, quindi chiuse gli occhi e si concentrò. Immaginò le ali, così come le aveva visto il giorno che le erano comparse quella notte. Immaginò di essere uccello e di spiegare le proprie ali.
Attese per un tempo che le parve infinito, poi si decise ad aprire gli occhi e voltò la testa dietro di sé. Trattenne a stento un gridolino di gioia. Le sue candide ali angeliche erano lì, più grandi e belle che mai!
«Brava, Rory!» si complimentò Seras.
«Ottimo lavoro» le sorrise Christ. Poi lanciò un’occhiataccia a Joshua, che era rimasto zitto.
«Sì, non male» commentò il ragazzo. «Ma ci hai messo molto tempo, devi esercitarti di più. Ora prova a farle sparire».
«Va bene». Rory chiuse gli occhi e si concentrò. Di nuovo immaginò di essere un uccello, stavolta però che piegava le proprie ali e le chiudeva. Dopo un po’ riaprì di nuovo gli occhi, e le ali erano sparite nel nulla.
«Molto meglio» commentò Joshua. «Ci hai messo meno di prima. Come ho detto, devi esercitarti di più. Riprova».
Ma prima che Rory potesse minimamente reagire, la terra iniziò a tremare, ed un forte vento iniziò a soffiare, facendo vorticare i capelli dei quattro ragazzi.
«Aaah! Ma che cosa diamine succede!» urlò Seras, cercando di smorzare il rumore del vento con la voce.
«Non… lo… so!» le urlò in risposta Christ, tentando di ripararsi con le braccia.
Fu allora che Rory avvertì una strana sensazione: era come se una sorta di potentissima vibrazione si fosse diffusa nell’aria, scuotendo l’ambiente intorno.
Joshua trasalì. «È qui!» gridò, visibilmente sconvolto. «Lui è qui!»
Rory sollevò lo sguardo, e attraverso i capelli che le arrivavano sulla faccia, scorse un’aquila testabianca volare a bassa quota.
«Ma che cosa…»
L’aquila planò e andò a posarsi sul braccio destro di un uomo, il quale si voltò e fissò Rory, dritto negli occhi. Una morsa gelida artigliò il petto della ragazza, cavandole il respiro.

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Era un uomo alto e slanciato, avrà avuto più o meno ventotto, massimo trent’anni. La pelle era liscia e abbronzata, i capelli biondo platino, lunghi e raccolti in una coda, gli occhi erano grandi e a mandarlo, dalle iridi violacee, e portava un paio di occhiali. Indossava un lungo abito di un bianco candido con una mantella, e sul suo braccio stava appollaiata l’aquila, che aveva gli occhi rossi e fin troppo intelligenti per un comune volatile.
L’uomo sorrise a Rory, un sorriso così caldo e aperto, così maledettamente sincero e credibile… la giovane ne ebbe orrore.
All’apparire dell’uomo, il vento e il terremoto cessarono come d’incanto. E finalmente Rory capì che quella vibrazione che aveva avvertito proveniva da quell’uomo.
E questo significava solo una cosa.
«È un demone!» sentì gridare Seras, dando voce ai suoi pensieri.
L’uomo non staccava gli occhi di dosso a Rory, ma quando udì la vampira parlare si voltò verso di essa. A quel punto, parlò.
«Chi? Io?». Aveva una bella voce, profonda e calda. «Che immagine banale. Io sono l’Alfa e l’Omega. Il principio e la fine».
Joshua fece un verso sprezzante. «Aion» ringhiò.


   
 
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