Non pensavo di essermi mai sentita così pressata in vita mia.
E' come se fosse scattato qualcosa a tutta quella calcagna di persone che affollava
l'entrata dei cancelli del Palabam.
Non appena si sentì quel tanto atteso rumore metallico che sganciava il lucchetto
e rendeva possibile l'apertura dei cancelli,tutti scattarono in piedi.
Impazienti.
Trepidanti.
Pazzi.
Lo eravamo tutti in quel momento.
E lo spasimo si fece ancora più strada in noi quando notammo in che modo
gli uomini addetti alla security strappavano i biglietti.
Uno ad uno.
Persona a persona.

Oh mio Dio.Interminabile.

La prima fila è giocata.

               
                           .                      .                   .                     .               .

Bhè chi l'avrebbe detto,è anche più di quello che mi aspettavo.
Del resto correre fa sempre bene.

Arrivò anche per me il momento di entrare.
Il momento dello strappo per me fu una liberazione.
Ero finalmente libera dalla massa,e potevo correre.
Correre.
Gridare.
E avvicinarmi di più a loro.
Avevo decretato la mia posizione già da tempo,nessuno mi avrebbe fatto
cambiare idea.
Sinistra.
Sotto 5 Korg.Che in quel momento erano coperte da un telo nero.
Raggiunsi la mia postazione avvicinandomi ai ragazzi,contro i quali
urtai,per la scarica di adrenalina che arse dentro di me nel momento in cui
il mio biglietto fu strappato.

Non era una prima fila la mia.
Una seconda.
Bhè,non lamentiamoci.Non ho fatto 7 ore di fila per nulla.
Per un attimo mi girai,e mi ritrovai perplessa:le persone entravano,ma sembravamo
davvero pochi.Anche gli spalti,non sembravano riempirsi più di tanto,e ciò mi sconsolava.
I Nightwish si meritavano il miglior pubblico italiano che potevano desiderare,e quelle file
che non si infoltivano mi facevano agitare.

Agitazione nulla.
Idiota.
5 minuti dopo mi ritrovai nuovamente pressata contro i poveretti delle prime file che
ormai avevano fatto amicizia con le transenne.
Il Palabam era colmo.
E non sapevo,che da lì,avrei dovuto aspettare ancora 2 ore prima di realizzare uno dei
sogni della mia vita.

E intanto,pressavano.
Non mi spezzate.
Non adesso.

                                 .                          .                         .                        .                     .


Non pensavo di aver mai odiato una support band in questo modo in tutta la mia corta esistenza.
Le Indica e i Pain avevano scaldato il pubblico non poco.
Ero già esausta una volta che loro finirono la loro esibizione.
Ma avrei davvero voluto tirare un'anfibio ai Volbeat.
Li ho odiati fino allo spasimo,e solamente quando enunciarono la loro "last song",gli scandii
un'applauso scrosciate e grida esultanti.

E non fui l'unica.

E mi dissi in quel momento,che l'ora,era arrivata.
Ma c'era qualcosa che mi turbava.Non era ancora il momento.

...attendemmo la bellezza di mezz'ora.
Senza far nulla.

Non immaginavamo neanche che il vero show sarebbe iniziato alle 10:00.
E dunque aspettammo.
E pressavano.            Pressavano tantissimo.
E un pò,le gambe cedevano.E le ginocchia dolevano.

                                                                                            "Ma perchè non entrano?"
                                                                                                   "Ehhh..non ritrovano Emmpu.."

...sempre Shin e Edhel,con le loro battute del momento.
E ci riuscivano a far ridere la gente.Nonostante il fatto che eravamo strizzati l'uno contro
l'altro come sardine.

E mentre un'altro urlo si elevava nello stadio,a causa del solito omino con il berretto più
ridicolo del mondo,le forze mancavano.
Mentre si scoprivano le scenografie,le forze mancavano.
Mentre tutto era ormai preparato,le forze mancavano.


BUIO.
IMPROVVISO.
Un grido liberatorio si alzò,sentenziando l'ora.
Era davvero il momento.


Inesorabilmente,le forze,tornarono.
.
..nightwish...
       ...nightwish...
                     ..nightwish..
                          .nightwish...

Cori d'incoraggiamento.Come se loro ne avessero poi bisogno.
Eravamo noi ad averne bisogno.
Necessitavamo di una qualche conferma.
Adrenalina nell'aria.Tensione.
Palpabile.

Lentamente,un faro si posizionò su una figura sulla destra.
Era Troy.
Ehhhssì,l'uomo delle cornamuse.
E stava iniziando l'intro.Un'intro che nessuno aveva mai sentito prima.

                                                                                           "Finlandia."

Il fumo artificiale che s'intricava attraverso quelle rocce postate sull'orlo del palco
creavano un'effetto assurdamente reale.
Nebbia e foschia.Drama e teatro.
Tradizione e mistero.

Ma la tensione era ancora alle stelle,nonostante quella atmosfera avrebbe dovuto rilassarci
i sensi.
No,doveva ancora avvenire qualcosa...

Qualcuno.
Il tempo e la musica,si fermarono nella mia mente.
Quando entrò e lentamente,con un gesto che tutti attendevamo,ottenne un'ovazione da
parte del pubblico da far tremare le mura di quello stadio che stava diventando sempre
più fragile.

E da lì,incominciò ogni cosa.
Il maestro aveva iniziato a scandire le sue note.
Note che si scolpiranno inesorabilmente sulle nostre membra.
In quel momento più che mai.


Tuomas Holopainen era entrato.Ed aveva inziato a suonare.

                         .                             .                                .                           .                            .