Salve a
tutti!
Finalmente,
dopo un vergognosissimo e oltragiosissimo
ritardo,
rieccomi qui con il 12esimo capitolo.
Chiedo
perdono a tutti
quelli che mi stanno seguendo, ma in
questi due mesi (ebbene si, erano due mesi che non
aggiornavo *si frusta* ç___ç) non ho avuto per
niente ispirazione!
Inoltre ero occupata con l’apertura del
mio nuovo GDR play by forum, per cui non trovavo un attimo per
scrivere! ( se a
qualcuno interessasse la cosa, il link è reperibile nella
mia pagina^^ )Senza
contare i compiti a scuola e il camposcuola, durante il quale ho
provato a scrivere
qualcosa nel viaggio, ma mi è uscita solo una paginetta
scarsa.
Per cui
scusatemi tutti
quanti, sul serio T____T
Bhe, ancora una volta mi vedo costretta
a rimandare il capitolo dal titolo “Uno
scontro bagnato dal tramonto”. Chiedo venia, ma
come al solito, quando si
tratta di me, niente va secondo i piani u.u Ogni volta che scrivo, mi
si
aggiungono pezzi ai quali non avevo pensato, e così mi
ritrovo a scriverli. Poi,
per non fare capitoli troppo lunghi – se no addio
aggiornamenti – sono costretta
a tagliare e a rimandare.
Comunque non temete, se non va “storto”
qualcos’altro – e credo di no – il
capitolo con quel titolo ci sarà tra due
capitoli!
Inoltre, anche se è tanto che non
aggiorno, purtroppo questo è solo un capitolo
di passaggio, ma spero comunque che vi piaccia! Mi serviva
per spiegare
qualcosa in più del misterioso
sogno
e della situazione attuale della piccola Alexis all’interno
della scuola.
Dal
prossimo capitolo,
tornerà l’amouuur <3
Prometto
che non vi
lascerò più per tanto tempo!
Grazie
mille a tutti, sul
serio!
49 preferiti
47 recensioni
Siete il
mio piccolo
orgoglio e sono fiera di scrivere per voi!
Spero vi
piaccia!
~Un
Particolare In Più~
Ancora una volta.
Stava sognando di nuovo.
Con la differenza, che
questa volta, sapeva di farlo.
Eppure, continuava a
sembrare tutto così reale, nonostante la testa continuasse a
ripeterle che,
ancora una volta, si trovava dentro quell’incubo maledetto,
che da qualche mese
a quella parte, continuava ad angosciarla.
Ogni
notte.
La cosa peggiore, ora,
era
che, a differenza delle prime volte, quando si risvegliava, ricordava
tutto.
L’ultima cosa che rimembrava
era il sorriso rassicurante di Blaise, e poi, più nulla.
Il
buio più totale.
L’oblio
più nero, si
dissolse quando aprì gli occhi. Ma questo non
cambiò molto le cose. Riusciva
solo a vedere la sua figura, abbracciata da
un’oscurità agghiacciante. Sentiva
il freddo penetrarle nelle ossa, e gelarle il viso. Si guardava
attorno, sperando
solo che, questa volta, fosse indolore.
E poi, di nuovo quella voce,
che la chiamava, roca e sibilante al tempo stesso.
-…Vieni…Vieni da me…-
Continuava a ripeterle,
malvagia e tentatrice. E le si infilava nel cervello, cattiva,
rimbombandole
con un eco infinito.
-NO!-
Urlò, scuotendo la testa.
Era diverso dalla prima volta. Non si trovava nel giardino, ma nel
nulla più
totale, e questo, la fece sentire ancora più sola. Ma
stranamente, viva. Il suo
grido terrorizzato si disperse nel vuoto, senza alcun rimbombo.
Come se non l’avesse
sentita, la voce le si infilò di nuovo nella testa,
insistente.
-…Vieni…Vieni da me…-
Continuava a ripetere,
ammaliatrice.
-No! Non voglio!-
Urlò ancora, ma quella
insisteva. La chiamava con violenza e rabbia.
Poi, ancora una volta, ecco
riapparire il puntino luminoso.
Lo guardò, e come se fosse
stata sotto Imperius, cominciò a muoversi lentamente.
Si ritrovò per la seconda
volta, di fronte all’ampia porta luminescente, finemente
decorata.
E la voce la chiamò di
nuovo. Con le stesse parole.
-…Vieni…Entra…Diventa…-
La piccola mano affusolata,
si mosse lenta e sfiorò la superficie della maniglia calda.
Stava per aprirla, quando,
come un flash improvviso, si ricordo della luce abbagliante, e delle
lame
acuminate che l’avrebbero investita e ferita, se avesse
girato quella maniglia
maledetta.
Ritirò la mano, quasi si
fosse bruciata, e indietreggiò lentamente, sul viso, il
terrore assoluto.
-Vieni!-
Le ordinò rabbiosa la voce,
da dietro la porta. Ma lei scosse la testa ancora una volta.
-NO!-
Urlò, e si raggomitolò su se
stessa, stringendo gli occhi e portando le mani a coprirsi le orecchie.
Ma la
voce, continuava a penetrarle nel cervello, dolorosa come un trapano.
-VIENI! APRI LA PORTA!!-
Urlava rabbiosa la voce
sibilante. Alexis scosse ancora la testa.
-NO! NO! LASCIAMI STARE!
BASTA! VATTENE VIA! LASCIAMI IN PACE!-
Urlò disperata, mentre
copiose lacrime cominciavano a rigarle il viso, contratto dalla paura.
Singhiozzava, cercando di
stringere, quanto più forte potesse, le mani sulle orecchie.
Ma la voce
continuava a martellarle nella testa, minacciosa.
Sentiva che le sarebbe
scoppiato il cervello da un momento all’altro. Sentiva le
tempie pulsare
furiose, e la fronte attraversata da fitte continue.
Poi, all’improvviso, un
tocco delicato le sfiorò una spalla. E una voce leggera,
fredda ed elegante,
sovrastò senza sforzo, gli urli minacciosi
dell’entità che cercava di spingerla
ad aprire la porta.
-Alexis…-
La chiamò. La ragazza
spalancò gli occhi e fece per voltarsi di scatto, ma la
persona dietro di lei,
glielo impedì.
-Non voltarti…-
Le sussurrò, facendola
alzare e restare di spalle.
-Chi sei…?-
Gli domandò, con voce rotta
dal pianto e dai singhiozzi, poco più alta di un morbido
sussurro.
-Non ha importanza chi sono
io…-
Le rispose. Quel tono di
voce, così freddo, sensuale, eppure carico di affetto, le
era terribilmente
familiare. Ma non riusciva a ricondurlo a nessuno. Eppure, lo
conosceva, ne era
sicura. Fece per voltarsi di nuovo, ma lui glielo impedì,
abbracciandola da
dietro, e circondandole la vita, con fare protettivo. La strinse a se,
lasciando che la sua schiena, si scontrasse con quel petto marmoreo,
provocandole un deja vu. Ma ancora una volta, come se avesse la mente
bloccata,
non riuscì a ricordare.
-Ogni cosa a suo tempo…-
Le sussurrò con dolcezza
all’orecchio.
-Che sta succedendo…?-
Domandò ancora lei. Sentiva
le lacrime ghiacciarlesi sulle guance, e diventare tante goccie di
cristallo,
che si infrangevano sul pavimento nero di quell’oblio.
-Non lo so…-
Ammise lo sconosciuto, con
voce morbida.
Quella
voce, che riusciva a farla tranquillizzare.
Alzò un
braccio e le sfiorò
il viso, asciugandole quelle lacrime d’argento che
continuavano a scivolarle
giù per le guance.
-Ma non voglio che tu
pianga…-
Le sussurrò, stringendola di
nuovo a se.
-Non farlo più…E io ti giuro
che ti starò sempre accanto…Nessuno
oserà farti del male, finchè ci sarò
io a
proteggerti…Ma tu, non piangere più…O
il mio cuore non reggerà…-
Aggiunse, e a quelle parole,
Alexis sentì il fiato fermarlesi in gola, e il cuore
cominciare a pompare più
sangue del necessario.
Restarono qualche minuto in
silenzio, e poi, cattiva, quella voce maledetta riprese a tamburarle
nella
mente.
-…Vieni…Vieni da me…Solo
varcando questa soglia…Non soffrirai
più…-
Disse, e questa volta, la
voce non era più sibilante e cattiva, ma morbida e vellutata.
Un’altra
voce conosciuta.
Con lo sguardo perso,
allungò una mano verso la porta, che riprese a brillare,
eccitata.
Ma, di nuovo, il ragazzo
dietro di lei, la fermò.
L’abbracciò, fermandole le
braccia lungo i fianchi, e la strinse a se.
-Non farlo…-
L’avvertì ansioso.
-Perché…? Quella voce è
così
gentile…Mi promette la
felicità…Perché non dovrei accettarla?-
Chiese ancora una volta
Alexis.
-Non importa perché!
Promettimi solo che non varcherai mai quella soglia! Promettimelo
Alexis!-
La supplicò quasi, con voce
tesa. Lei rimase qualche minuto in silenzio, poi annuì
debolmente.
-Grazie…-
Le sussurrò all’orecchio.
Poi sciolse l’abbraccio con lentezza.
Alexis approfittò della
situazione per voltarsi, e vedere finalmente il volto di colui che
l’aveva
salvata. Ma quando i suoi occhi fecero per incontrare il viso del
ragazzo, una
luce bianca l’avvolse. Si riparò lo sguardo,
temendo una nuova raffica di lame
acuminate. Ma questa volta, solo un calore immenso, che
l’avvolse, accompagnata
da un dolce profumo.
Profumo
di pioggia.
Quando aprì
gli occhi di
scatto, venne investita dalla luce artificiale di un sole, che
annunciava che
era ormai mattina.
E contemporaneamente, in
un’altra stanza, qualcun altro si svegliava, confuso e con il
cuore che
martellava nel petto.
-…ma sono sicuro che la
signorina Black potrà sorprenderci, questa volta, non
è vero?-
Sibilò ad un centimetro dal
suo naso, gli occhi neri come dorsi di scarafaggi, ardenti
più del fuoco.
-Dato che si ritiene così
esperta nel preparare questa pozione, dal momento che trova inutili le
mie
spiegazioni, confido nel fatto che, almeno per una volta,
potrà prendere
“Eccezionale”, e riparare a tutti i disastri
passati, vero, signorina Black?-
Aggiunse, schioccandole
un’occhiata furente, prima di voltarsi e di far apparire, con
un colpo di
bacchetta, tutti gli ingredienti necessari per la “Pozione
del ghiaccio”, sulla
cattedra.
Alexis sospirò, distrutta.
Non aveva ascoltato una sola parola della lezione, e ora era nei guai
fino al
collo. Altro che Eccezionale! Sarebbe stato un miracolo se fosse
riuscita a
prendere un altro Scadente!
-Bene, potete cominciare…-
Strascicò il professore,
sedendosi dietro la scrivania e cominciando a scrutare i suoi alunni,
con un
perfido ghigno sulle labbra fine.
Tutti gli studenti, si
trascinarono fino alla scrivania e presero il necessario. Lo stesso
fecero
Alexis e Diamond – per fortuna si lavorava a coppia.
Fu quando la Black stava
misurando, con un contagocce, un liquido gelido e argenteo, che
l’amica aprì la
conversazione, commettendo un grosso sbaglio.
-Ehi Alex, stai bene? Mi
sembri un po’ stanca…-
Osservò preoccupata, mentre
inseriva, uno ad uno, gli ingredienti precedentemente tagliuzzati e
miscelati,
all’interno del liquido blu che ribolliva nel calderone. La
moretta alzò lo
sguardo, sorpresa, ma poi sorrise, scuotendo la testa leggermente.
-Sto bene, non
preoccuparti!-
Le rispose, sfogliando una
pagina del libro e seguendo le istruzioni che non aveva sentito da
Piton.
-Devi mescolarlo con
quest’erba, ora…- le
suggerì Diamond,
passandogliela – ma sei sicura che sia tutto a posto?
Ultimamente mi sembri assente…-
Insistè. Alexis scosse la
testa ancora una volta, mentre inseriva l’erbetta tritata
nella ciotolina e
mischiava il tutto.
-Sto bene, sul serio…. è
solo un po’ di sonno arretrato, nulla di più, sta
tranquilla!-
Ripetè, versando il liquido
ottenuto in un ampolla contenente una strana melma verdastra. Riprese
il
contagocce, e lo riempì. Lesse velocemente il libro, e poi
cominciò a versare
il liquido ottenuto nel calderone, una goccia alla volta.
-Sicura sicura?- domandò
ancora la bionda – Non è che hai litigato di nuovo
con Draco? –
Appena quel nome lasciò le
labbra dell’amica, per raggiungere il suo udito, le dita che
stringevano il
contagocce, fecero una pressione più forte del previsto, e
una decina di gocce,
scivolarono nel pentolone, tutte insieme.
-Oh no!-
Alexis
ritirò la mano, spostando lo strumento
sul tavolo, ma il danno, ormai, era fatto.
Guardò Diamond mortificata,
mentre la pozione, invece di diventare azzurra, assumeva uno strano
color
mattone. Le due ragazze si scambiarono uno sguardo allarmato, quando la
pozione
cominciò a bollire e a salire rapidamente verso il bordo.
-Ehm…Professore…?-
Lo chiamò la bionda,
preoccupata.
Piton alzò lo sguardo dal
registro e la fissò scocciato.
-Che succede, signorina
Cherin?-
Strascicò, annoiato.
-Ehm…dovrebbe venire…un
secondino…qui…-
Mormorò, dando un’occhiata
alla pozione, che ora aveva preso a produrre una strana schiuma
giallastra. Il
professore sbuffò, e si avvicinò al tavolo.
-Che altro ha combinato,
signorina Black?-
Domandò stizzito,
osservandola con espressione di sufficienza.
Scrutò l’interno del pentolone,
appena in tempo per vederlo esplodere davanti ai suoi occhi, e
investirlo in
pieno, ricoprendo lui e le due ragazze, con una melma appiccicosa e
maleodorante.
Dopo l’esplosione, tutta la
classe scoppiò a ridere, non aiutando la reazione del
docente, oltremodo
furioso. Era così arrabbiato, che quasi si poteva vedere il
fumo uscirgli dalla
testa, sciogliendo la sostanza marroncina. Gli occhi neri lanciavano
fulmini e
saette, che si riversavano, irrimediabilmente, contro Alexandra Black,
un
disastro ambulante. La sua peggior disgrazia. Era addirittura peggio di
Neville
Paciock!
La ragazzina, d’altra parte,
lo guardava mortificata, solo i grandi occhioni verdi, che spuntavano
da sotto
quella maschera improvvisata. Diamond, accanto a lei, faceva scorrere
lo
sguardo da lei, al professore, temendo seriamente un omicidio immediato.
Per
fortuna che gli sguardi non potevano uccidere.
-
Sono…sono mortificata…-
Mormorò Alexis, abbassando
lo sguardo e arrossendo di vergogna, nonostante nessuno potesse notarlo.
- Pulirò il disastro da me
combinato, signore…-
Aggiunse, estraendo la
bacchetta dalla borsa. Stava per agitarla davanti al professore, che
sembrava
ormai fatto di pura pietra, quando la mano di questo scattò,
fino a serrarle un
polso.
-Ovviamente. Ma non con
l’utilizzo di questa: ha già combinato troppi
danni.-
Sibilò, furente. Le confiscò
la bacchetta, riponendola all’interno della sua mantella.
-Mai, e dico mai, in tutta
la mia carriera scolastica, ho visto un Serpeverde, un componente della
casata
dei Black, più incapace di lei. Ma infondo, non tutti
comprendono la nobile e
sottile arte di creare pozioni. E non mi aspetto che lei lo faccia,
visto le parentele con Sirius Orion
Black. Vero,
signorina?-
La fissò con odio, prima di
voltarsi verso la classe e di tuonare.
-E VOI CHE FATE, RAZZA DI
IMBECILLI? LO SPETTACOLO E’ CONCLUSO! FINITE LE VOSTRE
POZIONI!-
E con un incanto si ripulì,
lasciando le ragazze e il loro banco, cosparse del disastro che avevano
combinato.
Alexis sospirò, lasciandosi cadere
su di una sedia, lo sguardo lucido. Diamond si sedette accanto a lei,
mettendole una mano sulla spalla.
-Mi dispiace…Prenderai un
brutto voto per colpa mia…-
La biondina sorrise da sotto
la melma e scosse la testa.
-Tranquilla, non è niente…!-
Le rispose, rassicurante,
mentre si puliva la faccia con un fazzoletto, e ne offriva uno anche ad
Alexis.
La moretta cercò di sorridere, come ringraziamento, e
cominciò a passarsi il
fazzoletto sul viso, ripulendolo dalla melma che l’aveva
investita. Cercò di pulirsi
anche i capelli e la camicetta della divisa, alla bene e meglio, ma non
ci
riuscì granchè.
Quando, finalmente, la
campanella suonò la fine dell’ora, tutti i ragazzi
si affrettarono a lasciare
un’ampolla con la pozione creata, sulla cattedra, e ad uscire
velocemente. A
nessuno piaceva particolarmente restare in quell’aula,
neanche ai Serpeverde. E
alla prospettiva di passare un pomeriggio chiuse lì dentro,
Diamond e Alexis
non facevano certo i salti di gioia.
Si stavano per mettere a
sistemare il disastro che avevano combinato, quando Piton si
avvicinò a loro e
le scrutò con un ghigno, la piccola Black in particolare.
-Signorina Cherin…So che lei
non è responsabile di questo disastro…Infondo i
suoi voti parlano da se…Per cui
puo’ andare. Sono sicuro che alla signorina Black non
dispiacerà mettere a
posto il casino che lei stessa, ha
combinato. Non è vero?-
E schioccò un’occhiataccia
alla ragazza, che annuì, remissiva.
-Si signore.-
-Ma…-
Cercò di replicare Diamond,
ma uno sguardo furente di Piton, la fece tremare e accettare la
decisione. Si
abbassò a prendere la cartella e guardò
l’amica con rammarico.
-Mi dispiace…-
Le sussurrò, mentre si
metteva lo zaino in spalla e usciva dalla classe.
Piton le lanciò un’occhiata
ancora furente, e uscì dall’aula a sua volta,
lasciandola sola.
Alexis alzò lo sguardo verso
il soffitto, dal quale pendevano bianche ragnatele, che si
intrecciavano tra
loro in eleganti posizioni. Sbuffò. Si guardò
intorno e si mise al lavoro.
Prese uno straccio e una
bacinella da un armadietto e riempì l’ultima con
dell’acqua. Intinse il panno
nel recipiente, lo strizzò delicatamente e
cominciò a passarlo sulla scrivania.
Cercava di pulire quanto meglio potesse, ma, con la sola acqua, era
davvero
difficile lavare via quello schifo.
Sospirò.
Certo che lì sotto c’era
davvero un silenzio spaventoso.
Nessun rumore dall’alto
sembrava riuscire a penetrare quelle spesse e fredde mura di pietra.
Quella calma sembrava quasi
irreale. E terribilmente agghiacciante.
Le sembrava di essere
diventata sorda.
E tutto quel silenzio, le
riportava alla mente quell’incubo maledetto, facendole
battere il cuore nel
petto, impaurito.
Fece rumore due o tre volte,
spostando le sedie o il banco, solo per assicurarsi che avesse ancora
l’uso
dell’udito.
Certe volte era davvero
sciocca! Quello era solo un sogno, e ora sapeva di trovarsi nella
realtà, e con
un compito poco gradevole da svolgere, e anche in fretta, se non avesse
voluto
saltare il pranzo.
Si rimise al lavoro, ma di
nuovo, quel silenzio tetro, le mise addosso l’angoscia.
Sospirò ancora una volta.
Si guardò intorno con
circospezione.
Riprese a pulire.
Niente, non riusciva a
tranquillizzarsi. E le strane creature imbottigliate, che la guardavano
dagli
scaffali, non contribuivano certo a rassicurarla.
Distolse lo sguardo da quei
mostri “sotto vuoto”, e si concentrò di
nuovo sul tavolo, accorgendosi che
erano circa dieci minuti che continuava a pulire lo stesso punto.
Scosse la testa e si spostò,
cominciando a passare il panno sull’altra parte del tavolo.
Eppure, quel silenzio,
ancora una volta, l’avvolse, facendola quasi tremare.
Non ne poteva più!
Si schiarì la voce, con
decisione, e prese a canticchiare.
Almeno, il rumore della sua
voce che intonava una melodia qualsiasi, l’avrebbe aiutata a
rilassarsi e a
cancellare quel silenzio maledetto.
Dance with the wind
Listen to snowflakes
Whisper your name
Feel all the wonder
Lifting your dreams
You can fly
Fly to who you are
Climb up on your star
You believe you'll find
Your wings
Fly
To your heart ]
Stava per aprire la porta,
quando aveva sentito una dolce melodia catturargli l’udito e
bloccare ogni suo
movimento. Restò lì dietro, ad osservare
un’esile ed elegante figura, danzare
al ritmo di quella canzone che lei stessa stava intonando.
Painting the sky
Look at the magic
Glide through your life
A sprinkle of pixie dust
Circles the night you can fly
Fly to who you are
Climb upon your star
You believe you'll find
Your wings
Fly
You can fly
To you heart.]
Era elegante.
Era luminosa – nonostante si trovasse in un luogo
così buio.
Era lei.
Semplicemente lei.
La sua piccola Alexandra Black.
E si muoveva sinuosa,
piroettando qua e là intorno al tavolo che stava,
probabilmente, ripulendo.
Era bella persino quando
faceva le pulizie.
Distolse lo sguardo dalla
sua figura, solo quando avvertì un’aura minacciosa
avvicinarglisi alle spalle e
affiancarlo.
Un battito di mani riempì il
silenzio del luogo, quando Alexis concluse la canzone, cosa che la fece
voltare
di scatto.
La figura nera e furente di
Severus Piton, si avvicinava lentamente a lei, a grandi passi, mentre
le mani
battevano una contro l’altra, in un applauso evidentemente
sarcastico.
Accanto a lui, solo più
dietro, camminava un dannato biondino di sua conoscenza, che la
osservava con
sguardo strano.
-Ma brava, signorina Black,
davvero Eccellente.-
Proferì con tono ironico il
professore, ghignando perfido.
La moretta abbassò lo
sguardo, imbarazzata e strinse il panno sporco tra le mani.
-Sono sicuro che sarebbe
stata meglio in una di quelle scuole private per babbane, quelle dove
ti
imparano l’ inutile spreco
del
cantare, non trova anche lei? Magari lì sarebbe riuscita a
prendere almeno un
voto decente, che ne pensa?-
La osservò dall’alto con uno
sguardo sprezzante ed un ghigno odioso, mentre lei, terribilmente
mortificata,
stringeva con forza il piccolo panno umido e si tratteneva per non
piangere.
Non
davanti a lui.
Con lo sguardo
abbassato,
vide Piton spostarsi verso il tavolo da lei pulito e osservarlo in
silenzio.
-Però, è brava anche con le
pulizie. Se dovesse essere bocciata ha ben due lavori assicurati nel
mondo
babbano, non è contenta?-
Sogghignò trionfante, mentre
lei sentiva gli occhi pizzicarle sotto il familiare
impulso di quelle lacrime
che premevano per uscire.
Da
quando era arrivata ad Hogwarts, era diventata
davvero una piagnucolona, non c’era che dire.
-In ogni caso, non sono
venuto qui per mortificarla…-
Proferì ironico, tanto che
lei alzò il viso, fino ad incontrare quello sguardo nero,
che la osservava
divertito. Fu costretta a mordersi forte la lingua, per non
rispondergli.
Sentiva lo sguardo argentato
di Draco osservarla con insistenza, ma non aveva il coraggio di
intercettarlo,
per vederne l’espressione.
Forse era divertita. Infondo
amava vederla in difficoltà.
O magari era schifata. Una
serpeverde purosangue che non era in grado di sostenere neanche il
primo anno
ad Hogwarts.
Oppure, era semplicemente
apatica. Infondo, cosa poteva davvero interessarle di una come lei?
Lui voleva solo farla
soffrire, finchè non fosse riuscito a portarsela a letto.
E
poi l’avrebbe abbandonata.
Quei pensieri non
facevano
altro che aumentarle la voglia di scappare via, lontana e di piangere
in pace,
da sola.
Avrebbe voluto fuggire,
prendere il primo espresso per Londra e tornare da Sirius.
Non le importava come.
In
quel momento, voleva solo rivederlo, perché lui
era l’unico veramente in grado di capirla.
Si, c’era
Blaise, ma già il
fatto che fosse amico di quell’idiota di Malfoy, non la
rassicurava molto.
Chissà quante grasse risate si facevano alle sue spalle.
Sparlando di lei,
della sua fragilità, della sua inutilità, del
fatto che ogni due per tre
piangeva.
E poi c’era Harry. Oh Harry.
Mai come in quel momento aveva desiderato raggiungerlo e dirgli la
verità. Ma
quel poco di lucidità che le era rimasta, le impediva di
farlo.
Non ce la faceva più.
Voleva scappare.
Andare via.
Si,
era una codarda. Scappava davanti alle più
piccole difficoltà.
Ma lei sul serio, non
poteva
continuare così.
Quel sogno maledetto le
faceva venire i nervi a fior di pelle già di prima mattina,
senza contare le
notti nelle quali dormiva malissimo.
Draco continuava a
tormentarla con i suoi tira e molla. Un minuto prima era gentile, il
secondo
dopo la trattava male, e subito poi cercava di baciarla. La stava
facendo
impazzire.
La scuola non andava granchè
bene, a causa dell’incubo, che non le permetteva di
concentrarsi durante le
lezioni. E la sera, era troppo stanca per pensare ai compiti.
E ora, ci si metteva anche
Piton, con quell’ironia del cavolo che non divertiva nessuno.
A
parte lui, ovviamente.
Non chiedeva molto.
Solo di essere lasciata in
pace.
Voleva andare via da quei
sotterranei freddi e inaccoglienti e rinchiudersi in camera, per non
uscire più
per tutto il giorno.
-Il motivo per cui sono qui
e sto sprecando il mio prezioso tempo per lei…-
Riprese il professore,
distogliendola dai suoi pensieri e costringendola a trattenere ancora
le
lacrime, mentre lo guardava dal basso, con uno sguardo quasi furioso,
che lo
divertiva sottilmente.
-E’ per darle la possibilità
di recuperare al suo disastro di oggi…e a tutti quelli
precedenti…-
Alexis corrugò la fronte,
non capendo e sbarrò leggermente gli occhi, sorpresa.
-Dato che in questi giorni
mi sento magnanimo…Ho deciso di affidarle un tutor che
l’aiuti in quest’impresa…impossibile…e
ho scelto il mio miglior
alunno…-
Allungò una mano verso
Malfoy e lei finalmente incontrò il suo sguardo.
Quell’argento stranamente
furioso, divenne totalmente apatico quando incontrò lo
sguardo brillante e
velato della ragazza. Un ghigno leggero gli colorò le
labbra, senza però
illuminare gli occhi.
-Il signorino Malfoy è il
mio miglior alunno e confido nel fatto che seguirà quanto le
dirà, non è vero,
signorina Black?-
Domandò Piton retoricamente,
mentre lei si affrettava a distogliere lo sguardo dal ragazzo per
portarlo su
quello del professore.
-Certamente signore.-
Rispose, abbassando lo
sguardo.
-Molto bene, entro domani
mattina voglio la sua pozione completa, signorina Black. E il signor
Malfoy la
aiuterà…-
Ordinò Piton, ma fu interrotto
dal biondino, che sbarrò gli occhi e balzò in
avanti.
-Entro domani mattina? Ma
c’è il quidditch oggi pomeriggio! Quando vuole che
la aiuti?-
Protestò contrariato,
osservandolo furioso. Piton si limitò a ghignare e a
scoccare un’occhiata
eloquente ad Alexis.
Lo
aveva fatto apposta! Quel dannato!
-I suoi impegni
extra-scolastici non mi interessano, signor Malfoy. Entro domani
mattina, o la
prima partita del campionato la vedrà dagli spalti!-
Draco strinse le mani in due
pugni, gli occhi fiammeggianti per l’ira. Cosa che non fece
che compiacere
ancora di più Piton, che con un nuovo ghigno si
voltò e raggiunse l’uscita.
-Spero sia tutto chiaro, a
domani!-
Fece per uscire, ma Alexis
fece qualche passò e lo chiamò, fermandolo.
-Aspetti signore, la mia bacchetta?-
Chiese. Lui si limitò a
guardarla con un sopracciglio alzato e poi si voltò
indignato.
-La riavrà solo se riuscirà
ad ottenere un voto decente nella pozione.-
E poi scomparve dietro la
porta.
Sia Draco che Alexis
rimasero in silenzio ad ascoltare i passi di Piton allontanarsi
lentamente.
Lei fissava la porta e si
concentrava per non piangere.
Lui scuoteva la testa,
incazzato. Non poteva privarlo del quidditch per aiutare una primina!
Anche se era la sua Alexandra, la
cosa non cambiava!
Quando non si sentirono più
rumori, il biondino si voltò furioso e diede un calcio ad un
sedia,
rovesciandola. Alexis si voltò spaventata e lo
guardò osservare il pavimento,
con occhi lampeggiante. Deglutì e socchiuse gli occhi. In
silenzio mise a posto
la bacinella con l’acqua e il panno. Poi, si
avvicinò di nuovo a Malfoy e lo
osservò in silenzio. Lo vide chiudere gli occhi, per
calmarsi e non saltarle
addosso. Se fosse stata un ragazzo –
o
semplicemente non fosse stata lei – era sicura che
non si sarebbe fatto
tanti scrupoli nel tirarle un paio di calci nel fondoschiena.
Quando li riaprì, erano
ancora più furiosi di prima e la inchiodarono sul posto,
lampeggiando come
saette.
-Non intendo saltare il
quidditch per te, chiaro?-
Sibilò arrabbiato.
E
non fu tanto il tono che usò a farle male, tanto il
suo contenuto.
Le era arrivato dritto
in
viso come uno schiaffo inaspettato, lasciandole un dolore immenso.
Ma certo, lei non era più
importante del quidditch per Malfoy.
Lei non era più importante
di nulla, nella vita del principe delle serpi.
Era solo un altro nome
femminile da aggiungere alla sua lunga lista.
Nulla
di più.
Lo sapeva benissimo
anche da
se, ma allora perché sentirgli dire una frase del genere,
sicuramente dettata
dalla rabbia, le aveva fatto così male?
Perché sentiva che il cuore
aveva smesso di batterle e avvertiva solo un atroce dolore che
dilaniava il
petto?
Perché le lacrime si facevano
sempre più insistenti e diventavano più forti di
lei?
Abbassò lo sguardo e strinse
le mani in due pugni.
Doveva resistere.
Non voleva mostrarsi debole
a lui, ancora una volta.
Non
voleva.
Rimasero in silenzio,
finchè
non fu lui a parlare di nuovo.
-Faremo tutto stanotte e non
mi importa se sarai stanca o cosa, non ti permetterò di
mandarmi a monte la
prima partita del campionato, solo perché non hai voglia di
impegnarti,
chiaro?-
Aggiunse, fuori di sé dalla
rabbia al solo pensiero.
Finalmente era stato preso
come cercatore della squadra di Serpeverde e poteva finalmente far
vedere a
tutti, e anche a lei – soprattutto
a lei
- di valere molto di più di San Potter. Non potevano
impedirgli di giocare per
una cazzata come quella!
Fu allora che Alexis non ci
vide più. Alzò di scatto il viso, lo sguardo
terribilmente lucido e furente.
-Scusa tanto se non siamo
tutti dei geni come te! Hai perfettamente ragione: il tuo prezioso
allenamento
di quidditch è più importante di una stupida come
me! Va e non preoccuparti per
me, non ho bisogno del tuo aiuto!-
Urlò, piegandosi a prendere
la tracolla e sorpassandolo velocemente, mentre le prime lacrime
cominciarono a
rigarle il viso.
-E lasciami in pace!-
Aggiunse con voce rotta dal
pianto, prima di uscire dall’aula come un razzo e dirigersi
verso i dormitori,
dai quali non sarebbe uscita più per tutto il giorno,
lasciandolo lì, da solo.
Ma che diavolo gli aveva
preso?
Perché l’aveva trattata
così?
Si voltò e diede un altro
calcio ad un banco, rovesciandolo in terra.
Strinse le mani in due pugni
e poi si lasciò cadere su di una sedia, prendendosi la testa
tra le mani.
Era
un’idiota.
E pensare, che quando
l’aveva vista ballare e cantare, solo poco prima, e aveva
scoperto che era lei
la ragazza alla quale doveva dare ripetizioni, si era sentito al
settimo cielo.
Avrebbe avuto l’occasione di
passare un po’ di tempo con lei, lontano da
quell’idiota di Potter.
E invece, aveva mandato
tutto a monte.
Erano state le sue ultime
parole a risvegliarlo da quella rabbia cieca.
“Lasciami in pace”
gli aveva detto.
E gli era sembrato, che
stesse piangendo.
Al solo pensiero, sentì il
cuore stringersi in una morsa e affibiò un potente pugno al
banco più vicino.
-Maledizione!-
Sussurrò ancora più furioso
di prima.
Non
voleva vederla piangere. Mai più.
Odiava quando piangeva.
Ogni volta che la vedeva con
gli occhi lucidi, sentiva un dolore pazzesco, mai provato prima,
dilaniargli il
petto.
Anche quando Piton la stava
schernendo poco prima, e aveva osservato quegli occhi meravigliosi
farsi
lucidi, aveva avvertito l’incontrollabile desiderio di
spaccargli la faccia e
di difenderla.
E allora, perché proprio lui
aveva reagito così?
Non si sarebbe mai perdonato
di essere stato la causa del suo pianto.
Lui, che avrebbe ucciso anche
suo padre, pur di non vederla più piangere.
Non sapeva il perché di
quell’improvviso senso di protezione.
Era stato da quella mattina.
Dopo quello strano sogno,
del quale ricordava poco e niente.
Si era svegliato subito con
una strana sensazione in corpo.
Poi, quando l’aveva vista in
quello stato, quella sensazione era aumentata, lasciandogli il
desiderio di
picchiare chiunque la facesse soffrire.
Si sarebbe dato una lezione
da solo, per averla fatta piangere.
Ma niente
sarebbe stato più doloroso, del ricordo di
amare lacrime che rigavano quel viso.
x elita: Ciao! Mi scuso personalmente
per il vergognoso
ritardo, mi dispiace ç___ç Comunque, sono
contenta che il capitolo precedente
ti sia piaciuto! Il rapporto tra Alex e Blaise piace molto anche a me,
mi
diverto a scrivere di loro ^^ E anche delle crisi di Draco XD come
avrai letto,
in questo capitolo ne ha un’altra! (muahuaha come son sadica
xD). Comunque, per
quanto riguarda la scoperta che Alexis è una Potter, come ho
detto nell’introduzione
iniziale, con me nulla è certo! Quando ti avevo risposto
tempo fa, secondo i
miei calcoli doveva tipo avvenire in questo capitolo (ovvero il 12).
Poi, ho
cominciato ad aggiungere altre cose ed è slittato
terribilmente lontano xD
Guardando gli schemi, è il capitolo numero 45 (O__O), ma
ripeto, con me niente
è sicuro! Potrebbe avvenire prima, o anche dopo, ma non
credo aggiungerò altro,
sta già avendo troppi capitolo (80 secondo il mio calcolo
O___O”). Quindi, mi
dispiace, ma solo seguendomi potrai saperlo, e spero continuerai a
farlo!*___*
Per quanto riguarda Ginny, c’entrerà eccome, anche
se ora non sembra, vedrai
che le cose si avvicineranno di più alla trama originale man
mano che
proseguirò con il racconto! Bhe, spero che questo capitolo
ti sia piaciuto e mi
scuso ancora per la lunga attesa ç___ç continua a
farmi sapere cosa ne pensi!
Un
bacione,
Ada =*
x
HermioneForever92:
Tesoraaaaa ç____ç Perdono per il
ritardoooo! ç___ç Mi dispiace tantissimo! Ti
ringrazio per recensirmi sempre e
per sostenermi con i tuoi complimenti!*_* Per quanto riguarda la
rivelazione
del sogno, purtroppo andrà per le lunghe, per cui se vuoi
saperne di più ti
basta continuare a seguirmi! Spero che questo atteso capitolo ti sia
piaciuto e
che mi farai sapere cosa ne pensi!
Un
bacione,
Ada =*
x
BabyAle92: Grazie
mille per i complimenti e per
aver aggiunto la mia ficcy ai preferiti, mi hai resa felice^^ Continua
a
seguirmi e farmi sapere che ne pensi, mi raccomando ^.-
Un
bacione,
Ada =*
x
_bambolina_: Ciao
cara! Grazie per aver recensito
anche il capitolo scorso e per i complimenti *//////* Grazie mille
davvero! Rispondendo
alla tua domanda, si seguirò anche la trama originale, ma
questo si vedrà più
in là! Spero quindi che continuerai a seguirmi e farmi
sapere che ne pensi!
Un
bacione,
Ada =*
x alice
brendon cullen: Amoraaaaaa! *la abbraccia
piangendo* scusa per
il ritardo ç_______ç sempre colpa di quella
maledetta scuola! T______T (e della
mancanza di ispirazione lo ammetto ^^”). Comunque, grazie per
essere sempre qui
a recensire e a farmi sapere che ne pensi! Grazie per sostenermi, per
sopportarmi e per farmi sempre tanti complimenti!*_____* Per quanto
riguarda la
scena piccante tra Alexis e Draco, dovrai aspettare ancora
temo…come hai visto
in questo capitolo le cose non volgono al meglio per i due. Inoltre sto
cercando di costruire al meglio la trama di questa storia e
sconvolgerla subito
con loro due già così innamorati da
“fare qualcosa” non mi attira molto xD
Prometto però che nel prossimo capitolo ci saranno delle
cosucce dolci e
interessanti! Inoltre, non vorrei cimentarmi in qualcosa più
grande di me,
scrivendo scene che non saprei gestire e quindi deludere te e le altre.
Ma
prometto che quando mi sentirò pronta, lo farò,
promesso!^^
Bhe, che
altro
dirti se non ancora grazie di seguirmi! Mi raccomando, continua a farmi
sapere
che ne pensi!
Un
bacione,
Ada =*
x
piccola_puffola: Grazie mille per i
complimenti, ecco il
dodicesimo capitolo,spero tanto che ti sia piaciuto!*___* Continua a
farmi sapere
che ne pensi!
Un
bacione,
Ada =*
PS. La
canzone cantata da Alexis è “Fly
To You Heart” di Selena
Gomez, tratta dalla colonna sonora del film di Trilli *_*
Per
chiunque
volesse ascoltarla, ecco il link: http://www.youtube.com/watch?v=2ViGx1iHtkQ&NR=1