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Autore: Giulia K Monroe    05/04/2009    6 recensioni
E se Harry Potter avesse avuto una sorella minore?
E se Sirius Black non fosse stato catturato e portato ad Azkaban?
Cosa sarebbe successo alla storia più amata di tutti i tempi? Scopritelo leggendo!
***
All'improvviso lo sguardo opaco, grigio metallo sporco, si accese. Luminoso e carico di rabbioso odio, si riversò su quello della ragazza, che trasalì spaventata.
Alexis fece per indietreggiare, ma lui non glielo permise: lasciata scivolare la mano da sotto le sue, le aveva artigliato le spalle con una presa tanto violenta da farla gemere per il dolore; l'aveva quindi trascinata contro l'armadio e l'aveva sbattuta furibondo contro lo specchio, facendole mancare il respiro.
«Perché non ti sei fidata di me?!» ruggì Draco e alzò il braccio con una mossa così repentina che lei, per un attimo, temette che stesse per colpirla; lui invece scaraventò il pugno al di sopra della sua spalla e il suo viso venne sfiorato solo dall'aria smossa: le nocche pallide avevano cozzato con lo specchio al quale era poggiata, incrinandolo.

[IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Ron/Hermione
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Salve a tutti!
Finalmente, dopo un vergognosissimo e oltragiosissimo ritardo, rieccomi qui con il 12esimo capitolo.
Chiedo perdono a tutti quelli che mi stanno seguendo, ma in questi due mesi (ebbene si, erano due mesi che non aggiornavo *si frusta* ç___ç) non ho avuto per niente ispirazione!
Inoltre ero occupata con l’apertura del mio nuovo GDR play by forum, per cui non trovavo un attimo per scrivere! ( se a qualcuno interessasse la cosa, il link è reperibile nella mia pagina^^ )Senza contare i compiti a scuola e il camposcuola, durante il quale ho provato a scrivere qualcosa nel viaggio, ma mi è uscita solo una paginetta scarsa.

Per cui scusatemi tutti quanti, sul serio T____T


Sperando che abbiate accettato le mie scuse e che quindi continuiate a seguirmi in questa mia folle – e lenta xD – impresa, passiamo al capitolo.
Bhe, ancora una volta mi vedo costretta a rimandare il capitolo dal titolo “Uno scontro bagnato dal tramonto”. Chiedo venia, ma come al solito, quando si tratta di me, niente va secondo i piani u.u Ogni volta che scrivo, mi si aggiungono pezzi ai quali non avevo pensato, e così mi ritrovo a scriverli. Poi, per non fare capitoli troppo lunghi – se no addio aggiornamenti – sono costretta a tagliare e a rimandare.
Comunque non temete, se non va “storto” qualcos’altro – e credo di no – il capitolo con quel titolo ci sarà tra due capitoli!
Inoltre, anche se è tanto che non aggiorno, purtroppo questo è solo un capitolo di passaggio, ma spero comunque che vi piaccia! Mi serviva per spiegare qualcosa in più del misterioso sogno e della situazione attuale della piccola Alexis all’interno della scuola.

Dal prossimo capitolo, tornerà l’amouuur <3

Inoltre, con questa settimana di vacanze, cercherò di portarmi un po’ avanti con i capitoli, in modo da ristabilire la frequenza di aggiornare almeno una volta alla settimana.
Prometto che non vi lascerò più per tanto tempo!

Infine, come al solito, ci tengo a ringraziare tutte le persone che mi stanno seguendo.
Grazie mille a tutti, sul serio!

3860 letture
49 preferiti
47 recensioni

So che magari per voi non è molto, ma per me è tantissimo!
Siete il mio piccolo orgoglio e sono fiera di scrivere per voi!

PS.
Un grazie speciale ad Ashley Snape e sguby89 per avermi inserita tra i loro autori preferiti!*___*

Bene, dopo questo poema, vi lascio finalmente alla lettura!
Spero vi piaccia!


Ada Wong







~Un Particolare In Più~






























Ancora una volta.
Stava sognando di nuovo.
Con la differenza, che questa volta, sapeva di farlo.
Eppure, continuava a sembrare tutto così reale, nonostante la testa continuasse a ripeterle che, ancora una volta, si trovava dentro quell’incubo maledetto, che da qualche mese a quella parte, continuava ad angosciarla.

Ogni notte.
La cosa peggiore, ora, era che, a differenza delle prime volte, quando si risvegliava, ricordava tutto.
L’ultima cosa che rimembrava era il sorriso rassicurante di Blaise, e poi, più nulla.

Il buio più totale.
L’oblio più nero, si dissolse quando aprì gli occhi. Ma questo non cambiò molto le cose. Riusciva solo a vedere la sua figura, abbracciata da un’oscurità agghiacciante. Sentiva il freddo penetrarle nelle ossa, e gelarle il viso. Si guardava attorno, sperando solo che, questa volta, fosse indolore.
E poi, di nuovo quella voce, che la chiamava, roca e sibilante al tempo stesso.
-…Vieni…Vieni da me…-
Continuava a ripeterle, malvagia e tentatrice. E le si infilava nel cervello, cattiva, rimbombandole con un eco infinito.
-NO!-
Urlò, scuotendo la testa. Era diverso dalla prima volta. Non si trovava nel giardino, ma nel nulla più totale, e questo, la fece sentire ancora più sola. Ma stranamente, viva. Il suo grido terrorizzato si disperse nel vuoto, senza alcun rimbombo.
Come se non l’avesse sentita, la voce le si infilò di nuovo nella testa, insistente.
-…Vieni…Vieni da me…-
Continuava a ripetere, ammaliatrice.
-No! Non voglio!-
Urlò ancora, ma quella insisteva. La chiamava con violenza e rabbia.
Poi, ancora una volta, ecco riapparire il puntino luminoso.
Lo guardò, e come se fosse stata sotto Imperius, cominciò a muoversi lentamente.
Si ritrovò per la seconda volta, di fronte all’ampia porta luminescente, finemente decorata.
E la voce la chiamò di nuovo. Con le stesse parole.
-…Vieni…Entra…Diventa…-
La piccola mano affusolata, si mosse lenta e sfiorò la superficie della maniglia calda.
Stava per aprirla, quando, come un flash improvviso, si ricordo della luce abbagliante, e delle lame acuminate che l’avrebbero investita e ferita, se avesse girato quella maniglia maledetta.
Ritirò la mano, quasi si fosse bruciata, e indietreggiò lentamente, sul viso, il terrore assoluto.
-Vieni!-
Le ordinò rabbiosa la voce, da dietro la porta. Ma lei scosse la testa ancora una volta.
-NO!-
Urlò, e si raggomitolò su se stessa, stringendo gli occhi e portando le mani a coprirsi le orecchie. Ma la voce, continuava a penetrarle nel cervello, dolorosa come un trapano.
-VIENI! APRI LA PORTA!!-
Urlava rabbiosa la voce sibilante. Alexis scosse ancora la testa.
-NO! NO! LASCIAMI STARE! BASTA! VATTENE VIA! LASCIAMI IN PACE!-
Urlò disperata, mentre copiose lacrime cominciavano a rigarle il viso, contratto dalla paura.
Singhiozzava, cercando di stringere, quanto più forte potesse, le mani sulle orecchie. Ma la voce continuava a martellarle nella testa, minacciosa.
Sentiva che le sarebbe scoppiato il cervello da un momento all’altro. Sentiva le tempie pulsare furiose, e la fronte attraversata da fitte continue.
Poi, all’improvviso, un tocco delicato le sfiorò una spalla. E una voce leggera, fredda ed elegante, sovrastò senza sforzo, gli urli minacciosi dell’entità che cercava di spingerla ad aprire la porta.
-Alexis…-
La chiamò. La ragazza spalancò gli occhi e fece per voltarsi di scatto, ma la persona dietro di lei, glielo impedì.
-Non voltarti…-
Le sussurrò, facendola alzare e restare di spalle.
-Chi sei…?-
Gli domandò, con voce rotta dal pianto e dai singhiozzi, poco più alta di un morbido sussurro.
-Non ha importanza chi sono io…-
Le rispose. Quel tono di voce, così freddo, sensuale, eppure carico di affetto, le era terribilmente familiare. Ma non riusciva a ricondurlo a nessuno. Eppure, lo conosceva, ne era sicura. Fece per voltarsi di nuovo, ma lui glielo impedì, abbracciandola da dietro, e circondandole la vita, con fare protettivo. La strinse a se, lasciando che la sua schiena, si scontrasse con quel petto marmoreo, provocandole un deja vu. Ma ancora una volta, come se avesse la mente bloccata, non riuscì a ricordare.
-Ogni cosa a suo tempo…-
Le sussurrò con dolcezza all’orecchio.
-Che sta succedendo…?-
Domandò ancora lei. Sentiva le lacrime ghiacciarlesi sulle guance, e diventare tante goccie di cristallo, che si infrangevano sul pavimento nero di quell’oblio.
-Non lo so…-
Ammise lo sconosciuto, con voce morbida.

Quella voce, che riusciva a farla tranquillizzare.
Alzò un braccio e le sfiorò il viso, asciugandole quelle lacrime d’argento che continuavano a scivolarle giù per le guance.
-Ma non voglio che tu pianga…-
Le sussurrò, stringendola di nuovo a se.
-Non farlo più…E io ti giuro che ti starò sempre accanto…Nessuno oserà farti del male, finchè ci sarò io a proteggerti…Ma tu, non piangere più…O il mio cuore non reggerà…-
Aggiunse, e a quelle parole, Alexis sentì il fiato fermarlesi in gola, e il cuore cominciare a pompare più sangue del necessario.
Restarono qualche minuto in silenzio, e poi, cattiva, quella voce maledetta riprese a tamburarle nella mente.
-…Vieni…Vieni da me…Solo varcando questa soglia…Non soffrirai più…-
Disse, e questa volta, la voce non era più sibilante e cattiva, ma morbida e vellutata.

Un’altra voce conosciuta.
Con lo sguardo perso, allungò una mano verso la porta, che riprese a brillare, eccitata.
Ma, di nuovo, il ragazzo dietro di lei, la fermò.
L’abbracciò, fermandole le braccia lungo i fianchi, e la strinse a se.
-Non farlo…-
L’avvertì ansioso.
-Perché…? Quella voce è così gentile…Mi promette la felicità…Perché non dovrei accettarla?-
Chiese ancora una volta Alexis.
-Non importa perché! Promettimi solo che non varcherai mai quella soglia! Promettimelo Alexis!-
La supplicò quasi, con voce tesa. Lei rimase qualche minuto in silenzio, poi annuì debolmente.
-Grazie…-
Le sussurrò all’orecchio. Poi sciolse l’abbraccio con lentezza.
Alexis approfittò della situazione per voltarsi, e vedere finalmente il volto di colui che l’aveva salvata. Ma quando i suoi occhi fecero per incontrare il viso del ragazzo, una luce bianca l’avvolse. Si riparò lo sguardo, temendo una nuova raffica di lame acuminate. Ma questa volta, solo un calore immenso, che l’avvolse, accompagnata da un dolce profumo.

Profumo di pioggia.
Quando aprì gli occhi di scatto, venne investita dalla luce artificiale di un sole, che annunciava che era ormai mattina.
E contemporaneamente, in un’altra stanza, qualcun altro si svegliava, confuso e con il cuore che martellava nel petto.



~~~

Era passata una settimana dalla nottata in cui il sogno le era apparso per la seconda volta, con quel particolare in più. E, da quando aveva fatto quella promessa al ragazzo sconosciuto, non l’aveva più sognato. Anche se ogni sera, prima di andare a dormire, la sua mente vagava nella fantasia, alla ricerca disperata di ricongiungere quella voce, quel tocco gelido e quell’odore di pioggia, a qualcuno che conosceva. Ma niente, era del tutto inutile. Quando sembrava stesse per arrivare alla soluzione, il volto del ragazzo le sfuggiva dalla testa, svanendo lontano.

Erano le dieci di un lunedì mattina di un Ottobre ormai inoltrato, e mentre Piton illustrava su di una lavagna, gli ingredienti da usare per la pozione del giorno, Alexis, ancora una volta, non ascoltava una minima parola, persa nel ricordo di quel sogno maledetto. Si risvegliò dai suoi pensieri, solo quando Diamond, seduta accanto a lei, le affibbiò una gomitata su di un braccio. Si voltò a guardarla stranita, ma non fece in tempo ad aggiungere nulla, perché una nera ombra minacciosa, le si parò davanti. Si voltò lentamente, fino a ritrovarsi il volto di un furente Piton, ad un palmo dal suo.
-…ma sono sicuro che la signorina Black potrà sorprenderci, questa volta, non è vero?-
Sibilò ad un centimetro dal suo naso, gli occhi neri come dorsi di scarafaggi, ardenti più del fuoco.
-Dato che si ritiene così esperta nel preparare questa pozione, dal momento che trova inutili le mie spiegazioni, confido nel fatto che, almeno per una volta, potrà prendere “Eccezionale”, e riparare a tutti i disastri passati, vero, signorina Black?-
Aggiunse, schioccandole un’occhiata furente, prima di voltarsi e di far apparire, con un colpo di bacchetta, tutti gli ingredienti necessari per la “Pozione del ghiaccio”, sulla cattedra.
Alexis sospirò, distrutta. Non aveva ascoltato una sola parola della lezione, e ora era nei guai fino al collo. Altro che Eccezionale! Sarebbe stato un miracolo se fosse riuscita a prendere un altro Scadente!
-Bene, potete cominciare…-
Strascicò il professore, sedendosi dietro la scrivania e cominciando a scrutare i suoi alunni, con un perfido ghigno sulle labbra fine.
Tutti gli studenti, si trascinarono fino alla scrivania e presero il necessario. Lo stesso fecero Alexis e Diamond – per fortuna si lavorava a coppia.
Fu quando la Black stava misurando, con un contagocce, un liquido gelido e argenteo, che l’amica aprì la conversazione, commettendo un grosso sbaglio.
-Ehi Alex, stai bene? Mi sembri un po’ stanca…-
Osservò preoccupata, mentre inseriva, uno ad uno, gli ingredienti precedentemente tagliuzzati e miscelati, all’interno del liquido blu che ribolliva nel calderone. La moretta alzò lo sguardo, sorpresa, ma poi sorrise, scuotendo la testa leggermente.
-Sto bene, non preoccuparti!-
Le rispose, sfogliando una pagina del libro e seguendo le istruzioni che non aveva sentito da Piton.
-Devi mescolarlo con quest’erba, ora…- le suggerì Diamond, passandogliela – ma sei sicura che sia tutto a posto? Ultimamente mi sembri assente…-
Insistè. Alexis scosse la testa ancora una volta, mentre inseriva l’erbetta tritata nella ciotolina e mischiava il tutto.
-Sto bene, sul serio…. è solo un po’ di sonno arretrato, nulla di più, sta tranquilla!-
Ripetè, versando il liquido ottenuto in un ampolla contenente una strana melma verdastra. Riprese il contagocce, e lo riempì. Lesse velocemente il libro, e poi cominciò a versare il liquido ottenuto nel calderone, una goccia alla volta.
-Sicura sicura?- domandò ancora la bionda – Non è che hai litigato di nuovo con Draco? –
Appena quel nome lasciò le labbra dell’amica, per raggiungere il suo udito, le dita che stringevano il contagocce, fecero una pressione più forte del previsto, e una decina di gocce, scivolarono nel pentolone, tutte insieme.
-Oh no!-
Alexis ritirò la mano, spostando lo strumento sul tavolo, ma il danno, ormai, era fatto.
Guardò Diamond mortificata, mentre la pozione, invece di diventare azzurra, assumeva uno strano color mattone. Le due ragazze si scambiarono uno sguardo allarmato, quando la pozione cominciò a bollire e a salire rapidamente verso il bordo.
-Ehm…Professore…?-
Lo chiamò la bionda, preoccupata.
Piton alzò lo sguardo dal registro e la fissò scocciato.
-Che succede, signorina Cherin?-
Strascicò, annoiato.
-Ehm…dovrebbe venire…un secondino…qui…-
Mormorò, dando un’occhiata alla pozione, che ora aveva preso a produrre una strana schiuma giallastra. Il professore sbuffò, e si avvicinò al tavolo.
-Che altro ha combinato, signorina Black?-
Domandò stizzito, osservandola con espressione di sufficienza.
Scrutò l’interno del pentolone, appena in tempo per vederlo esplodere davanti ai suoi occhi, e investirlo in pieno, ricoprendo lui e le due ragazze, con una melma appiccicosa e maleodorante.
Dopo l’esplosione, tutta la classe scoppiò a ridere, non aiutando la reazione del docente, oltremodo furioso. Era così arrabbiato, che quasi si poteva vedere il fumo uscirgli dalla testa, sciogliendo la sostanza marroncina. Gli occhi neri lanciavano fulmini e saette, che si riversavano, irrimediabilmente, contro Alexandra Black, un disastro ambulante. La sua peggior disgrazia. Era addirittura peggio di Neville Paciock!
La ragazzina, d’altra parte, lo guardava mortificata, solo i grandi occhioni verdi, che spuntavano da sotto quella maschera improvvisata. Diamond, accanto a lei, faceva scorrere lo sguardo da lei, al professore, temendo seriamente un omicidio immediato.

Per fortuna che gli sguardi non potevano uccidere.
-
Sono…sono mortificata…-
Mormorò Alexis, abbassando lo sguardo e arrossendo di vergogna, nonostante nessuno potesse notarlo.
- Pulirò il disastro da me combinato, signore…-
Aggiunse, estraendo la bacchetta dalla borsa. Stava per agitarla davanti al professore, che sembrava ormai fatto di pura pietra, quando la mano di questo scattò, fino a serrarle un polso.
-Ovviamente. Ma non con l’utilizzo di questa: ha già combinato troppi danni.-
Sibilò, furente. Le confiscò la bacchetta, riponendola all’interno della sua mantella.
-Mai, e dico mai, in tutta la mia carriera scolastica, ho visto un Serpeverde, un componente della casata dei Black, più incapace di lei. Ma infondo, non tutti comprendono la nobile e sottile arte di creare pozioni. E non mi aspetto che lei lo faccia, visto le parentele con Sirius Orion Black. Vero, signorina?-
La fissò con odio, prima di voltarsi verso la classe e di tuonare.
-E VOI CHE FATE, RAZZA DI IMBECILLI? LO SPETTACOLO E’ CONCLUSO! FINITE LE VOSTRE POZIONI!-
E con un incanto si ripulì, lasciando le ragazze e il loro banco, cosparse del disastro che avevano combinato.
Alexis sospirò, lasciandosi cadere su di una sedia, lo sguardo lucido. Diamond si sedette accanto a lei, mettendole una mano sulla spalla.
-Mi dispiace…Prenderai un brutto voto per colpa mia…-
La biondina sorrise da sotto la melma e scosse la testa.
-Tranquilla, non è niente…!-
Le rispose, rassicurante, mentre si puliva la faccia con un fazzoletto, e ne offriva uno anche ad Alexis. La moretta cercò di sorridere, come ringraziamento, e cominciò a passarsi il fazzoletto sul viso, ripulendolo dalla melma che l’aveva investita. Cercò di pulirsi anche i capelli e la camicetta della divisa, alla bene e meglio, ma non ci riuscì granchè.
Quando, finalmente, la campanella suonò la fine dell’ora, tutti i ragazzi si affrettarono a lasciare un’ampolla con la pozione creata, sulla cattedra, e ad uscire velocemente. A nessuno piaceva particolarmente restare in quell’aula, neanche ai Serpeverde. E alla prospettiva di passare un pomeriggio chiuse lì dentro, Diamond e Alexis non facevano certo i salti di gioia.
Si stavano per mettere a sistemare il disastro che avevano combinato, quando Piton si avvicinò a loro e le scrutò con un ghigno, la piccola Black in particolare.
-Signorina Cherin…So che lei non è responsabile di questo disastro…Infondo i suoi voti parlano da se…Per cui puo’ andare. Sono sicuro che alla signorina Black non dispiacerà mettere a posto il casino che lei stessa, ha combinato. Non è vero?-
E schioccò un’occhiataccia alla ragazza, che annuì, remissiva.
-Si signore.-
-Ma…-
Cercò di replicare Diamond, ma uno sguardo furente di Piton, la fece tremare e accettare la decisione. Si abbassò a prendere la cartella e guardò l’amica con rammarico.
-Mi dispiace…-
Le sussurrò, mentre si metteva lo zaino in spalla e usciva dalla classe.
Piton le lanciò un’occhiata ancora furente, e uscì dall’aula a sua volta, lasciandola sola.
Alexis alzò lo sguardo verso il soffitto, dal quale pendevano bianche ragnatele, che si intrecciavano tra loro in eleganti posizioni. Sbuffò. Si guardò intorno e si mise al lavoro.
Prese uno straccio e una bacinella da un armadietto e riempì l’ultima con dell’acqua. Intinse il panno nel recipiente, lo strizzò delicatamente e cominciò a passarlo sulla scrivania. Cercava di pulire quanto meglio potesse, ma, con la sola acqua, era davvero difficile lavare via quello schifo.
Sospirò.
Certo che lì sotto c’era davvero un silenzio spaventoso.
Nessun rumore dall’alto sembrava riuscire a penetrare quelle spesse e fredde mura di pietra.
Quella calma sembrava quasi irreale. E terribilmente agghiacciante.
Le sembrava di essere diventata sorda.
E tutto quel silenzio, le riportava alla mente quell’incubo maledetto, facendole battere il cuore nel petto, impaurito.
Fece rumore due o tre volte, spostando le sedie o il banco, solo per assicurarsi che avesse ancora l’uso dell’udito.
Certe volte era davvero sciocca! Quello era solo un sogno, e ora sapeva di trovarsi nella realtà, e con un compito poco gradevole da svolgere, e anche in fretta, se non avesse voluto saltare il pranzo.
Si rimise al lavoro, ma di nuovo, quel silenzio tetro, le mise addosso l’angoscia.
Sospirò ancora una volta.
Si guardò intorno con circospezione.
Riprese a pulire.
Niente, non riusciva a tranquillizzarsi. E le strane creature imbottigliate, che la guardavano dagli scaffali, non contribuivano certo a rassicurarla.
Distolse lo sguardo da quei mostri “sotto vuoto”, e si concentrò di nuovo sul tavolo, accorgendosi che erano circa dieci minuti che continuava a pulire lo stesso punto.
Scosse la testa e si spostò, cominciando a passare il panno sull’altra parte del tavolo.
Eppure, quel silenzio, ancora una volta, l’avvolse, facendola quasi tremare.
Non ne poteva più!
Si schiarì la voce, con decisione, e prese a canticchiare.
Almeno, il rumore della sua voce che intonava una melodia qualsiasi, l’avrebbe aiutata a rilassarsi e a cancellare quel silenzio maledetto.

[ Watch all the flowers
Dance with the wind
Listen to snowflakes
Whisper your name
Feel all the wonder
Lifting your dreams
You can fly

Fly to who you are
Climb up on your star
You believe you'll find
Your wings
Fly
To your heart ]


Un ragazzo, dall’espressione perennemente ghignante, stava scendendo le scale dei sotterranei, per arrivare all’aula di Pozioni. Il professore gli aveva comunicato che aveva un compito per lui, e che lo aspettava nella sua classe.
Stava per aprire la porta, quando aveva sentito una dolce melodia catturargli l’udito e bloccare ogni suo movimento. Restò lì dietro, ad osservare un’esile ed elegante figura, danzare al ritmo di quella canzone che lei stessa stava intonando.


[ Touch every rainbow
Painting the sky
Look at the magic
Glide through your life
A sprinkle of pixie dust
Circles the night you can fly

Fly to who you are
Climb upon your star
You believe you'll find
Your wings
Fly
You can fly
To you heart.]

Era incantevole.
Era elegante.
Era luminosa – nonostante si trovasse in un luogo così buio.
Era lei.
Semplicemente lei.
La sua piccola Alexandra Black.

E si muoveva sinuosa, piroettando qua e là intorno al tavolo che stava, probabilmente, ripulendo.
Era bella persino quando faceva le pulizie.
Distolse lo sguardo dalla sua figura, solo quando avvertì un’aura minacciosa avvicinarglisi alle spalle e affiancarlo.
Un battito di mani riempì il silenzio del luogo, quando Alexis concluse la canzone, cosa che la fece voltare di scatto.
La figura nera e furente di Severus Piton, si avvicinava lentamente a lei, a grandi passi, mentre le mani battevano una contro l’altra, in un applauso evidentemente sarcastico.
Accanto a lui, solo più dietro, camminava un dannato biondino di sua conoscenza, che la osservava con sguardo strano.
-Ma brava, signorina Black, davvero Eccellente.-
Proferì con tono ironico il professore, ghignando perfido.
La moretta abbassò lo sguardo, imbarazzata e strinse il panno sporco tra le mani.
-Sono sicuro che sarebbe stata meglio in una di quelle scuole private per babbane, quelle dove ti imparano l’ inutile spreco del cantare, non trova anche lei? Magari lì sarebbe riuscita a prendere almeno un voto decente, che ne pensa?-
La osservò dall’alto con uno sguardo sprezzante ed un ghigno odioso, mentre lei, terribilmente mortificata, stringeva con forza il piccolo panno umido e si tratteneva per non piangere.

Non davanti a lui.
Con lo sguardo abbassato, vide Piton spostarsi verso il tavolo da lei pulito e osservarlo in silenzio.
-Però, è brava anche con le pulizie. Se dovesse essere bocciata ha ben due lavori assicurati nel mondo babbano, non è contenta?-
Sogghignò trionfante, mentre lei sentiva gli occhi pizzicarle sotto il familiare
impulso di quelle lacrime che premevano per uscire.

Da quando era arrivata ad Hogwarts, era diventata davvero una piagnucolona, non c’era che dire.
-In ogni caso, non sono venuto qui per mortificarla…-
Proferì ironico, tanto che lei alzò il viso, fino ad incontrare quello sguardo nero, che la osservava divertito. Fu costretta a mordersi forte la lingua, per non rispondergli.
Sentiva lo sguardo argentato di Draco osservarla con insistenza, ma non aveva il coraggio di intercettarlo, per vederne l’espressione.
Forse era divertita. Infondo amava vederla in difficoltà.
O magari era schifata. Una serpeverde purosangue che non era in grado di sostenere neanche il primo anno ad Hogwarts.
Oppure, era semplicemente apatica. Infondo, cosa poteva davvero interessarle di una come lei?
Lui voleva solo farla soffrire, finchè non fosse riuscito a portarsela a letto.

E poi l’avrebbe abbandonata.
Quei pensieri non facevano altro che aumentarle la voglia di scappare via, lontana e di piangere in pace, da sola.
Avrebbe voluto fuggire, prendere il primo espresso per Londra e tornare da Sirius.
Non le importava come.

In quel momento, voleva solo rivederlo, perché lui era l’unico veramente in grado di capirla.
Si, c’era Blaise, ma già il fatto che fosse amico di quell’idiota di Malfoy, non la rassicurava molto. Chissà quante grasse risate si facevano alle sue spalle. Sparlando di lei, della sua fragilità, della sua inutilità, del fatto che ogni due per tre piangeva.
E poi c’era Harry. Oh Harry. Mai come in quel momento aveva desiderato raggiungerlo e dirgli la verità. Ma quel poco di lucidità che le era rimasta, le impediva di farlo.
Non ce la faceva più.
Voleva scappare.
Andare via.

Si, era una codarda. Scappava davanti alle più piccole difficoltà.
Ma lei sul serio, non poteva continuare così.
Quel sogno maledetto le faceva venire i nervi a fior di pelle già di prima mattina, senza contare le notti nelle quali dormiva malissimo.
Draco continuava a tormentarla con i suoi tira e molla. Un minuto prima era gentile, il secondo dopo la trattava male, e subito poi cercava di baciarla. La stava facendo impazzire.
La scuola non andava granchè bene, a causa dell’incubo, che non le permetteva di concentrarsi durante le lezioni. E la sera, era troppo stanca per pensare ai compiti.
E ora, ci si metteva anche Piton, con quell’ironia del cavolo che non divertiva nessuno.

A parte lui, ovviamente.
Non chiedeva molto.
Solo di essere lasciata in pace.
Voleva andare via da quei sotterranei freddi e inaccoglienti e rinchiudersi in camera, per non uscire più per tutto il giorno.
-Il motivo per cui sono qui e sto sprecando il mio prezioso tempo per lei…-
Riprese il professore, distogliendola dai suoi pensieri e costringendola a trattenere ancora le lacrime, mentre lo guardava dal basso, con uno sguardo quasi furioso, che lo divertiva sottilmente.
-E’ per darle la possibilità di recuperare al suo disastro di oggi…e a tutti quelli precedenti…-
Alexis corrugò la fronte, non capendo e sbarrò leggermente gli occhi, sorpresa.
-Dato che in questi giorni mi sento magnanimo…Ho deciso di affidarle un tutor che l’aiuti in quest’impresa…impossibile…e ho scelto il mio miglior alunno…-
Allungò una mano verso Malfoy e lei finalmente incontrò il suo sguardo.
Quell’argento stranamente furioso, divenne totalmente apatico quando incontrò lo sguardo brillante e velato della ragazza. Un ghigno leggero gli colorò le labbra, senza però illuminare gli occhi.
-Il signorino Malfoy è il mio miglior alunno e confido nel fatto che seguirà quanto le dirà, non è vero, signorina Black?-
Domandò Piton retoricamente, mentre lei si affrettava a distogliere lo sguardo dal ragazzo per portarlo su quello del professore.
-Certamente signore.-
Rispose, abbassando lo sguardo.
-Molto bene, entro domani mattina voglio la sua pozione completa, signorina Black. E il signor Malfoy la aiuterà…-
Ordinò Piton, ma fu interrotto dal biondino, che sbarrò gli occhi e balzò in avanti.
-Entro domani mattina? Ma c’è il quidditch oggi pomeriggio! Quando vuole che la aiuti?-
Protestò contrariato, osservandolo furioso. Piton si limitò a ghignare e a scoccare un’occhiata eloquente ad Alexis.

Lo aveva fatto apposta! Quel dannato!
-I suoi impegni extra-scolastici non mi interessano, signor Malfoy. Entro domani mattina, o la prima partita del campionato la vedrà dagli spalti!-
Draco strinse le mani in due pugni, gli occhi fiammeggianti per l’ira. Cosa che non fece che compiacere ancora di più Piton, che con un nuovo ghigno si voltò e raggiunse l’uscita.
-Spero sia tutto chiaro, a domani!-
Fece per uscire, ma Alexis fece qualche passò e lo chiamò, fermandolo.
-Aspetti signore, la mia bacchetta?-
Chiese. Lui si limitò a guardarla con un sopracciglio alzato e poi si voltò indignato.
-La riavrà solo se riuscirà ad ottenere un voto decente nella pozione.-
E poi scomparve dietro la porta.
Sia Draco che Alexis rimasero in silenzio ad ascoltare i passi di Piton allontanarsi lentamente.
Lei fissava la porta e si concentrava per non piangere.
Lui scuoteva la testa, incazzato. Non poteva privarlo del quidditch per aiutare una primina!
Anche se era la sua Alexandra, la cosa non cambiava!
Quando non si sentirono più rumori, il biondino si voltò furioso e diede un calcio ad un sedia, rovesciandola. Alexis si voltò spaventata e lo guardò osservare il pavimento, con occhi lampeggiante. Deglutì e socchiuse gli occhi. In silenzio mise a posto la bacinella con l’acqua e il panno. Poi, si avvicinò di nuovo a Malfoy e lo osservò in silenzio. Lo vide chiudere gli occhi, per calmarsi e non saltarle addosso. Se fosse stata un ragazzo – o semplicemente non fosse stata lei – era sicura che non si sarebbe fatto tanti scrupoli nel tirarle un paio di calci nel fondoschiena.
Quando li riaprì, erano ancora più furiosi di prima e la inchiodarono sul posto, lampeggiando come saette.
-Non intendo saltare il quidditch per te, chiaro?-
Sibilò arrabbiato.

E non fu tanto il tono che usò a farle male, tanto il suo contenuto.
Le era arrivato dritto in viso come uno schiaffo inaspettato, lasciandole un dolore immenso.
Ma certo, lei non era più importante del quidditch per Malfoy.
Lei non era più importante di nulla, nella vita del principe delle serpi.
Era solo un altro nome femminile da aggiungere alla sua lunga lista.

Nulla di più.
Lo sapeva benissimo anche da se, ma allora perché sentirgli dire una frase del genere, sicuramente dettata dalla rabbia, le aveva fatto così male?
Perché sentiva che il cuore aveva smesso di batterle e avvertiva solo un atroce dolore che dilaniava il petto?
Perché le lacrime si facevano sempre più insistenti e diventavano più forti di lei?
Abbassò lo sguardo e strinse le mani in due pugni.
Doveva resistere.
Non voleva mostrarsi debole a lui, ancora una volta.

Non voleva.
Rimasero in silenzio, finchè non fu lui a parlare di nuovo.
-Faremo tutto stanotte e non mi importa se sarai stanca o cosa, non ti permetterò di mandarmi a monte la prima partita del campionato, solo perché non hai voglia di impegnarti, chiaro?-
Aggiunse, fuori di sé dalla rabbia al solo pensiero.
Finalmente era stato preso come cercatore della squadra di Serpeverde e poteva finalmente far vedere a tutti, e anche a lei – soprattutto a lei - di valere molto di più di San Potter. Non potevano impedirgli di giocare per una cazzata come quella!
Fu allora che Alexis non ci vide più. Alzò di scatto il viso, lo sguardo terribilmente lucido e furente.
-Scusa tanto se non siamo tutti dei geni come te! Hai perfettamente ragione: il tuo prezioso allenamento di quidditch è più importante di una stupida come me! Va e non preoccuparti per me, non ho bisogno del tuo aiuto!-
Urlò, piegandosi a prendere la tracolla e sorpassandolo velocemente, mentre le prime lacrime cominciarono a rigarle il viso.
-E lasciami in pace!-
Aggiunse con voce rotta dal pianto, prima di uscire dall’aula come un razzo e dirigersi verso i dormitori, dai quali non sarebbe uscita più per tutto il giorno, lasciandolo lì, da solo.
Ma che diavolo gli aveva preso?
Perché l’aveva trattata così?
Si voltò e diede un altro calcio ad un banco, rovesciandolo in terra.
Strinse le mani in due pugni e poi si lasciò cadere su di una sedia, prendendosi la testa tra le mani.

Era un’idiota.
E pensare, che quando l’aveva vista ballare e cantare, solo poco prima, e aveva scoperto che era lei la ragazza alla quale doveva dare ripetizioni, si era sentito al settimo cielo.
Avrebbe avuto l’occasione di passare un po’ di tempo con lei, lontano da quell’idiota di Potter.
E invece, aveva mandato tutto a monte.
Erano state le sue ultime parole a risvegliarlo da quella rabbia cieca.
Lasciami in pace” gli aveva detto.
E gli era sembrato, che stesse piangendo.
Al solo pensiero, sentì il cuore stringersi in una morsa e affibiò un potente pugno al banco più vicino.
-Maledizione!-
Sussurrò ancora più furioso di prima.

Non voleva vederla piangere. Mai più.
Odiava quando piangeva.
Ogni volta che la vedeva con gli occhi lucidi, sentiva un dolore pazzesco, mai provato prima, dilaniargli il petto.
Anche quando Piton la stava schernendo poco prima, e aveva osservato quegli occhi meravigliosi farsi lucidi, aveva avvertito l’incontrollabile desiderio di spaccargli la faccia e di difenderla.
E allora, perché proprio lui aveva reagito così?
Non si sarebbe mai perdonato di essere stato la causa del suo pianto.
Lui, che avrebbe ucciso anche suo padre, pur di non vederla più piangere.
Non sapeva il perché di quell’improvviso senso di protezione.
Era stato da quella mattina.
Dopo quello strano sogno, del quale ricordava poco e niente.
Si era svegliato subito con una strana sensazione in corpo.
Poi, quando l’aveva vista in quello stato, quella sensazione era aumentata, lasciandogli il desiderio di picchiare chiunque la facesse soffrire.
Si sarebbe dato una lezione da solo, per averla fatta piangere.

Ma niente sarebbe stato più doloroso, del ricordo di amare lacrime che rigavano quel viso.





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x elita: Ciao! Mi scuso personalmente per il vergognoso ritardo, mi dispiace ç___ç Comunque, sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto! Il rapporto tra Alex e Blaise piace molto anche a me, mi diverto a scrivere di loro ^^ E anche delle crisi di Draco XD come avrai letto, in questo capitolo ne ha un’altra! (muahuaha come son sadica xD). Comunque, per quanto riguarda la scoperta che Alexis è una Potter, come ho detto nell’introduzione iniziale, con me nulla è certo! Quando ti avevo risposto tempo fa, secondo i miei calcoli doveva tipo avvenire in questo capitolo (ovvero il 12). Poi, ho cominciato ad aggiungere altre cose ed è slittato terribilmente lontano xD Guardando gli schemi, è il capitolo numero 45 (O__O), ma ripeto, con me niente è sicuro! Potrebbe avvenire prima, o anche dopo, ma non credo aggiungerò altro, sta già avendo troppi capitolo (80 secondo il mio calcolo O___O”). Quindi, mi dispiace, ma solo seguendomi potrai saperlo, e spero continuerai a farlo!*___* Per quanto riguarda Ginny, c’entrerà eccome, anche se ora non sembra, vedrai che le cose si avvicineranno di più alla trama originale man mano che proseguirò con il racconto! Bhe, spero che questo capitolo ti sia piaciuto e mi scuso ancora per la lunga attesa ç___ç continua a farmi sapere cosa ne pensi!

Un bacione, Ada =*

x HermioneForever92: Tesoraaaaa ç____ç Perdono per il ritardoooo! ç___ç Mi dispiace tantissimo! Ti ringrazio per recensirmi sempre e per sostenermi con i tuoi complimenti!*_* Per quanto riguarda la rivelazione del sogno, purtroppo andrà per le lunghe, per cui se vuoi saperne di più ti basta continuare a seguirmi! Spero che questo atteso capitolo ti sia piaciuto e che mi farai sapere cosa ne pensi!

Un bacione, Ada =*

x BabyAle92: Grazie mille per i complimenti e per aver aggiunto la mia ficcy ai preferiti, mi hai resa felice^^ Continua a seguirmi e farmi sapere che ne pensi, mi raccomando ^.-

Un bacione, Ada =*

x _bambolina_: Ciao cara! Grazie per aver recensito anche il capitolo scorso e per i complimenti *//////* Grazie mille davvero! Rispondendo alla tua domanda, si seguirò anche la trama originale, ma questo si vedrà più in là! Spero quindi che continuerai a seguirmi e farmi sapere che ne pensi!

Un bacione, Ada =*

x alice brendon cullen: Amoraaaaaa! *la abbraccia piangendo* scusa per il ritardo ç_______ç sempre colpa di quella maledetta scuola! T______T (e della mancanza di ispirazione lo ammetto ^^”). Comunque, grazie per essere sempre qui a recensire e a farmi sapere che ne pensi! Grazie per sostenermi, per sopportarmi e per farmi sempre tanti complimenti!*_____* Per quanto riguarda la scena piccante tra Alexis e Draco, dovrai aspettare ancora temo…come hai visto in questo capitolo le cose non volgono al meglio per i due. Inoltre sto cercando di costruire al meglio la trama di questa storia e sconvolgerla subito con loro due già così innamorati da “fare qualcosa” non mi attira molto xD Prometto però che nel prossimo capitolo ci saranno delle cosucce dolci e interessanti! Inoltre, non vorrei cimentarmi in qualcosa più grande di me, scrivendo scene che non saprei gestire e quindi deludere te e le altre. Ma prometto che quando mi sentirò pronta, lo farò, promesso!^^

Bhe, che altro dirti se non ancora grazie di seguirmi! Mi raccomando, continua a farmi sapere che ne pensi!

Un bacione, Ada =*

x piccola_puffola: Grazie mille per i complimenti, ecco il dodicesimo capitolo,spero tanto che ti sia piaciuto!*___* Continua a farmi sapere che ne pensi!

Un bacione, Ada =*

PS. La canzone cantata da Alexis è “Fly To You Heart” di Selena Gomez, tratta dalla colonna sonora del film di Trilli *_*

Per chiunque volesse ascoltarla, ecco il link: http://www.youtube.com/watch?v=2ViGx1iHtkQ&NR=1

   
 
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