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Autore: ARed    17/04/2016    3 recensioni
E se Edward in "I don't want", non si fosse arreso, se avesse cercato la sua Bella, cosa sarebbe successo? E se Jacob lo avesse aiutato? Scopriamolo assieme.
Scopriamo cosa è successo dopo i flashback dei capitoli 3 e 4.
Dedicato a tutti coloro che hanno letto I don't want
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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I don't want.. E se..

APRILE 2007
Non ce la facevo più, certo Stanford era bellissima, i corsi interessanti e tutto, ma mi mancava, lei mi mancava. 
Non era più tornata a Forks,era andata via, ed io non sapevo dove, i suoi genitori non mi dicevano nulla, nemmeno loro lo sapevano.
Erano quattro mesi che non sapevo più nulla di lei, che la cercavo, aveva detto a mamma che mi odiava per aver scelto Stanford a lei, ma questa non era la mia Bella, era lei che più di tutti mi incoraggiava ad andare in California. Forse non mi amava, forse aveva un altro. Nell'ultimo periodo era strana, si distraeva, si perdeva nei suoi pensieri, ma sembrava anche felice. Cosa ti è successo Bella? Cosa ti è successo amore mio?
Il mio nuovo telefono cominciò a suonare, quello vecchio era sparito, probabilmente durante il trasloco, non riconobbi il numero.
<< Pronto?>>
<< Edward, sono Jacob>>, il fratello di Bella, le era successo qualcosa.
<< Ciao, come va?>>, era più piccolo di Bella di due anni, ma era sempre stato molto geloso della sorella.
<< Bene, senti Edward, mi costa molto fare questa chiamata dopo ciò che hai fatto a Bella!>>, che stava dicendo?
<< Come?>>
<< Non fare finta di non sapere, con me non funziona Cullen!>>, disse con voce glaciale, mi stavo preoccupando.
<< Cosa è successo a Bella?>>, dissi alzando la voce.
<< So che hai chiesto di lei ai miei, cosa ti hanno detto?>>, perché non mi diceva nulla di Bella.
<< Che se ne era andata, ma non dove..>>,avevo una strana sensazione.
<< Non ti hanno detto dove si trova?>>, domandò stupito.
<< No, Jacob per favore dimmi dov'è Bella, dimmi cosa ha.. per favore>>, chiesi disperato,sapevo che le era successo qualcosa.
<< Edward? Tu davvero non sai nulla? Davvero non l'hai lasciata appena te l'ha detto?>>
<< Detto cosa Jacob? Detto cosa? Io non l'ho lasciata!>>, non l'avrei mai fatto, mai.
<< Bella è incinta>>, il mio corpo s'irrigidì alle sue parole, non poteva essere, stavamo sempre attenti, ma poteva capitare, perché non me lo aveva detto? Non era mio? Bella perché?
<< Edward? Ci sei?>>
<< Si.. cosa vi ha detto Bella?>>, perché diceva che l'avevo lasciata? Parlai con un filo di voce, mi sedetti le mie gambe tremavano come foglie al vento.
<< Che non lo volevi, che te ne sei andato>>
<< No, no, io Bella non la vedo dal giorno della mia partenza, e l'ultima cosa che mi ha detto era che ci saremmo visti il girono dopo, nient'altro>>
Cosa era successo in quelle ore? Perché mamma mi aveva detto che non mi voleva vedere, perché il suo telefono non funzionava? L'aveva fatto per me, sapendo che non sarei partito per rimanerle accanto? Perché Bella mi hai nascosto mio figlio.
<< Jacob dov'è? Devo andare da lei>>
<< Da nonna Marie>>, ma certo! Come avevo fatto a non pensarci prima? Ci saremmo dovuti andare per le vacanze di Natale.
<< Grazie Jacob, non dirle niente, prendo il primo volo e raggiungo lei e nostro figlio>>, ero sicuro fosse mio, Bella non mi avrebbe mai tradito, qualcosa di grave le era successo se non me lo aveva detto.
<< Non farla stare male, prenderti le tue responsabilità>>, non avrebbe mai più sofferto, non a causa mia, mai più.
<< Lo farò>>
<< In bocca al lupo!>>
<< Crepi il lupo!>>, dissi mettendo giù e cominciando a prepararmi, dovevo andare subito da lei.
Presi un taxi e in mezz'ora mi ritrovai all'aeroporto di San Francisco, il primo volo disponibile partiva alle undici, presi il biglietto, per mia fortuna il volo non era ancora pieno. 
Mancava poco e l'avrei rivista, mi doveva molte spiegazioni, le dovevo molte scuse per non esserle stato accanto.
Il volo fu una tortura, il tempo non passava più, erano state le quattro ore più lunghe della mia vita, avevo pensato a cose dirle, a cose domandarle, ma tutto mi sembrava banale e superficiale.
Alle cinque del pomeriggio, ora locale, scesi dall'aereo e dopo aver fatto i vari controlli, mi buttai in strada alla ricerca di un taxi.
Appena salì diedi al tassista l'indirizzo di nonna Marie, e in quaranta minuti mi ritrovai davanti all'entrata della casa, avevo il cuore a mille, da li a poco l'avrei rivista, mi avrebbe ancora voluto?
Con mano tremante suonai il campanello e poco dopo la dolce nonna Marie aprì la porta, appena mi vide sorrise dolcemente per poi tornare seria, sembrava molto arrabbiata.
<< Cosa ci fai qui?>>, domandò dura.
<< Voglio vedere Bella>>, dissi abbassando lo sguardo.
<< Ora? Ce ne hai messo di tempo per svegliarti figlio mio!>>, disse facendomi una carezza sul braccio.
<< Siete giovani, hai avuto paura..>>, no, non era per quello.
<< No, io non lo sapevo>>
<< Come?>>
<< Lei mi ha lasciato senza dirmi nulla, voglio vederla, ti prego Marie fammi entrare!>>, non ce la facevo più.
<< Non è qui!>>, come non era li? Jacob mi aveva detto che era da nonna Marie.
<< Dov'è?>>, stavo cominciando a perdere le forze.
<< E' in ospedale>>
<< In ospedale? Perché? Sta male, il bambino..>>, ed io non c’ero.
<< Calmati Edward, stanno bene entrambi, deve fare un'ecografia>>, stavano bene, il mio amore stava bene.
<< In che ospedale è?>>, domandai voglioso di andare da lei.
<< Al Northwestern Memorial Hospital>>, disse sorridendomi felice, sembrava non essere più arrabbiata con me.
<< Grazie!>>, le risposi dandole un bacio sulla guancia.
<< Lascia qui la valigia, chiaritevi>>
Presi il taxi e in pochi minuti mi ritrovai all'entrata dell'enorme ospedale, non sapevo dove andare.
<< Scusi in che piano si fanno le ecografie?>>, domandai alla reception.
<< Che tipo di ecografia?>>, quante ne esistevano?
<< Emm, la mia ragazza è incinta, devo raggiungerla. Questo posto è enorme, mi ci perdo sempre>>, anche se era la prima volta che ci mettevo piede.
<< Certo, al quinto piano, ala ovest, corridoio due>>
<< Grazie>>, mi fiondai sul primo ascensore libero dell'ala ovest e schiacciai il numero 5, avevo il cuore a mille, avevo paura della sua reazione.
Le porte che si aprivano mi dissero che ero arrivato, feci un lungo respiro e mi avviai verso il corridoio numero due.
I miei occhi scovarono subito la sua figura, era seduta da sola, lontana dagli altri, erano tutte coppie. Si era isolata, perché io non c'ero, accarezzava dolcemente la sua pancia, quella rotondità che custodiva il nostro bambino. Quell'immagine mi sconvolse, avevo saputo da poche ore che Bella era incinta, ma ancora l'idea in me non era reale, il vedere quel pancino rendeva tutto vero. A diciotto anni sarei diventato papà ed ero felice, certo eravamo giovani, ma io la amavo ed amavo anche quella piccola creatura che cresceva in lei.
Mi avvicinai a lei, che non si accorse della mia presenza.
<< Bella>>, la chiamai inginocchiandomi davanti a lei e al suo pancione.
<< Edward?>>, disse lei sorpresa puntando i suoi grandi occhi su di me.
<< Sono qui>>, mise entrambe le mani sul suo pancione, sembrava avere paura.
<< Hey.. sono qui, non me ne vado..>>, volevo tranquillizzarla.
<< Tu non lo vuoi>>, perché diceva cosi?
<< Bella, perché dici così?>>
<< Cosa dovrei dire?>>, disse cercando di trattenersi dall’urlarmi in faccia.
<< Bella io non lo sapevo..>>
<< Tu non lo sapevi? Questa è nuova, ti ho cercato Edward, per tutta la mattina quel giorno, sono andata a casa tua e tua madre mi ha detto che te ne eri andato in California!>>, cosa? Bella cominciava ad agitarsi.
<< Calmati amore, non fa bene al bambino>>
<< Come osi chiamarmi amore, dopo che  mi hai lasciata con un messaggio?>>, era arrabbiata, la gente intorno a noi non sembrava accorgersi di nulla, era indifferente a tutto.
<< Bella io.. non ti ho scritto nessun messaggio, Jacob sta mattina mi ha chiamato e mi ha detto dov'eri, sono mesi che ti cerco Bella>>
<< Che stai dicendo?>>, sembrava non credermi.
<< Sei sparita, non sapevo più nulla di te, non sapevo perché te ne fossi andata, ne dove. I tuoi non mi dicevano nulla, se non di non farmi più vedere..>>, dissi facendo un debole sorriso all'ultima frase.
<< I miei genitori non ti hanno detto dov'ero?>>
Scossi la testa e presi le sue mani tra le mie, lei non mi rifiutò.
<< Perché non me lo hai detto Bella?>>
<< Tua madre mi disse che eri partito, che non mi amavi, allora provai a chiamarti, ma tu non rispondevi..>>, disse mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.
<< Che giorno era?>>, cominciavo a collegare le cose, e quello che ne stava uscendo fuori non mi piaceva.
<< Sabato>>
<< Io sono partito venerdì, mamma mi disse che mi odiavi, che non mi volevi vedere perché avevo deciso di andare a Stanford, quando sono tornato tu non c'eri, avevi anche rifiutato la mia lettera..>>, questo mi aveva detto mia madre.
<< Quale lettera? Io non ho mai detto quelle cose a tua madre>>, Bella era sincera, non sapeva mentire, mia madre mi aveva fatto credere quelle cose.
<< Sabato ti è arrivato il messaggio?>>, il mio telefono era sparito prima della mia partenza.
<< Si, hey..>>, disse sorridendo e toccandosi la pancia.
<< Che succede?>>, domandai preoccupato.
<< Si è mosso>>, era felice, << Posso?>>, domandai avvicinando la mia mano alla sua, lei annuì e mi prese la mano posandola nello stesso punto dove poco prima c'era la sua. E li sentì il mio bambino scalciare forte, era una sensazione bellissima, << Bella ti amo>>.
<< Non lo dire, ti prego>>
<< E invece si, ti amo e non ti lascerò mai più, amo te e il nostro bambino. Ti prego perdonami se non ci sono stato in questi quattro mesi>>, la stavo pregando, non volevo lasciarla andare, non di nuovo.
<< Tu non lo sapevi?>>
<< No amore mio, l'ho scoperto solo oggi>>
<< Sei qui solo per lui, allora>>, com'era testarda.
<< No, sono qui per te, sono quattro mesi che ti cerco, e stupido come sono non ho mai pensato a nonna Marie, perdonami>>
<< Allora spero che non prenda da te!>>, disse regalandomi il suo bellissimo sorriso.
<< Insieme, non sei più sola, siamo noi tre>>, le dissi prendendo il suo volto tra le mani e avvicinandolo al mio, e la baciai. Come mi erano mancate le sue dolci labbra.
<< Isabella Swan?>>, domandò un'infermiera, Bella staccò imbarazzata le sue labbra dalle mie e si alzò in piedi, io accanto a lei la presi per mano.
<< Vuoi entrare?>>, mi domandò.
<< Certo>>, risposi baciandole la tempia e accarezzando il suo pancione.
<< Allora, la crescita è perfetta..>>, disse la dottoressa che passava l'ecografo sul pancione di Bella.
Sul monitor c'era l’immagine del mio bambino, era bellissimo poter sentire nell'aria il suo cuore battere, come a voler dire "hey sono qui, ho voglia di vivere!", Bella stringeva forte la mia mano.
<< Bella scusa, ma lui chi è?>>, domandò indicandomi, sembrava essersi accorta solo adesso della mia presenza.
<< Lui è Edward..>>
<< Il suo ragazzo e papà di lui o lei>>, la dottoressa mi sorrise. 
<< È in posizione, volete sapere il sesso?>>, domandò muovendo l'ecografo, non osai rispondere, se Bella non voleva avrei accettato la sua decisione, anche se ero divorato dalla curiosità.
<< Si>>, rispose lei, << Tu lo vuoi sapere?>>, mi domandò ed io annuì dandole un bacio a fior di labbra.
<< Allora, ecco qui.. vedete?>>, disse indicando lo schermo e capì, si vedeva benissimo, amava mostrarsi.
<< È un maschio?>>, domandai titubante, forse avevo visto male.
<< Si, vostro figlio ama mostrarsi!>>, ci disse passandomi dei fazzoletti per ripulire dal gel la pancia di Bella. Lo feci e lasciai sulla sua pancia una serie di baci, Bella si copriva il viso imbarazzata. La dottoressa aveva detto “vostro figlio”, due parole bellissime, la donna che amavo a soli diciotto anni mi stava facendo il regalo più bello della mia vita.
<< Spero assomigli a te, che prenda i tuoi occhi, i tuoi capelli..>>, mi disse Bella, una volta usciti dall'ospedale.
<< Io invece voglio che sia dolce e buono come la sua mamma>>, le risposi accarezzandole la pancia, lei posò la sua mano sulla mia e si sporse per baciarmi.
<< Quando devi partire?>>, domandò rattristendosi.
<< Ci sono le vacanze di primavera, ho una settimana libera>>
<< Poi te ne andrai>>, disse evitando il mio sguardo.
<< No, anche Chicago ha una buona università..>>, Bella si allontanò da me.
<< Non ti permetterò di buttare al vento Stanford!>>
<< Allora vieni con me>>, non le sarei rimasto lontano.
<< Edward, tra poco avremo un bambino, ha bisogno di una casa e di essere mantenuto, qui a Chicago c'è nonna che mi aiuterà>>, si voleva allontanare.
<< Bella, i miei a Stanford mi hanno preso un appartamento, ci vivo con un amico, a cui dirò di trovarsi un'altra sistemazione, viste che è li a scrocco>>, le dissi e lei sorrise, volevo sempre vederla così.
<< Non è molto grande, ma per ora andrebbe bene, poi la scuola superiore e l'università sono vicine, dimmi di si>>
<< Ti scoccerai di me>>, com'era testarda!
<< No mai e poi mai, non puoi scocciarti della persona che ami, è impossibile!>>
<< Va bene, dovrò lasciare la scuola se no chi baderà a lui?>>, che diamine stava dicendo, nessuno dei due avrebbe lasciato nulla.
<< No tu finirai il liceo signorina, chiederò a mia madre di venire, lo porteremo al nido..>>, le soluzioni erano tante.
<< No, tua madre no>>, disse scuotendo la testa, anche lei aveva la sensazione che mia madre centrasse qualcosa nella nostra separazione.
<< Chiederemo a nonna Marie di venire con noi, la casa ha due stanze, se anche lei dice di sì, allora una delle due è sua!>>, proposi.
<< Ti amo>>, mai parole più dolci uscirono dalle sue labbra.
<< Ti amo, vi amo>>, e la baciai in mezzo al parco, la gente ci guardava e ci invidiava, perché ci amavamo, perché saremmo diventati genitori, non importava se eravamo giovani. La nostra vita non sarebbe stata perfetta, ma stando uniti e amandoci avremmo superarto ogni difficoltà.
Nonna Mari accettò di venire in California con noi, a suo parere il clima era migliore di quello di Chicago, andammo a Forks e scoprimmo tutto ciò che Esme aveva architettato, da quel giorno non la chiamai più mamma. I genitori di Bella vennero a trovarla solo quando Daniel nacque, lei gli aveva tagliati fuori dalla sua vita, ma non negava a loro le visite a Daniel. Bella era così, era buona, per colpa di mia madre e dei suoi genitori avevo rischiato di perderla e di perdermi la nascita e la crescita di nostro figlio.
Mi amava, la amavo e amavamo immensamente nostro figlio.


Ciao a tutte, sorpresa, non avevo detto a nessuno di questa piccola cosa.
Mi sono sempre immaginata un qualcosa di diverso per I don’t want, un Edward più combattivo, meno bambino.
Cosa ne pensate? Aspetto i vostri commenti.
A domani con il nuovo capitolo di End?
Buona domenica sera, un bacio.

PS. Per chi non avesse letto I don’t want, eccolo qui.




   
 
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