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Autore: spongansss    18/04/2016    2 recensioni
Emma aveva sempre cercato di controllare la sua vita, nulla era mai riuscito a distruggere i suoi piani, tranne l'arrivo di Henry, finché un incontro le ha fatto capire che le nostre vite non possono essere controllate fino in fondo.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9
La nostra giornata



 
-“Mamma, ultimamente sei davvero strana… e sai qual è la cosa assurda? All’inizio mi sembrava stessi male, ora mi sembri felicissima. Cosa succede?”
Quel ragazzino era assurdo, così piccolo e già capiva così bene le persone… la genetica evidentemente ha una valenza, è un osservatore come sua madre.
Nel suo maggiolino giallo, Emma non sapeva come rispondere alle domande del suo bambino. Non perché non volesse parlare di ciò che le stava accadendo, sapeva di avere a che fare con un ragazzino estremamente sveglio e maturo per la sua età, che voleva il suo bene quasi quanto lei desiderava quello del suo ometto. La verità era che lei stessa non sapeva come affrontare l’intera situazione. Non ci era più abituata: uscire ogni tanto con le amiche, bere un po’ più del dovuto e andare a letto con un qualsiasi ragazzo lei ritenesse sufficientemente avvenente era estremamente più semplice che dover gestire tutta quella confusione. Era brava a capire gli altri, era con sé stessa che aveva qualche problema. Poi Killian era uno del gruppo, non avrebbe nemmeno potuto tenere segreta la loro “relazione” – che poi era una relazione quella che avevano? – infatti già Ruby, non si sa come, li aveva scoperti, era solo questione di tempo e anche gli altri avrebbero capito.
-“Mamma, mi stai ascoltando?”
-“Oh, scusami ragazzino, mi ero distratta un attimo. Comunque, non so cosa tu abbia notato con esattezza, però posso dirti che sono stata un po’ stressata sul lavoro ed ora sto riprendendo i miei soliti ritmi, sarà questo.”
Detestava mentirgli, ma doveva proteggere sé stessa. Non poteva ancora permettersi di parlare con qualcuno, non era pronta. Aveva fatto un passo in avanti con Killian ed era andata molto vicina al pentirsene. Gli atti di spontaneità non facevano per lei, troppo razionale e riflessiva per buttarsi, troppo spaventata dalla vita per rischiare. L’inconscio aveva lavorato al suo posto. Aveva interpretato l’accaduto come un segno del bisogno fisico di felicità che aveva. In fondo sapeva che ciò che aveva, per quanto bello fosse, non le bastava più… aveva dovuto agire senza controllo per capirlo, eliminare ogni tipo di filtro e guardarsi dentro.
Stava proteggendo anche lui, a dir la verità. Per quanto credesse che Henry avrebbe capito, non poteva averne la certezza. Aveva solo 10 anni e aveva sempre vissuto con sua madre, mai nessuna figura maschile si era presentata nella sua vita. Lei non conosceva il rapporto che un figlio potesse avere con un genitore, ma pensava che in età infantile un cambiamento simile potesse creare una gelosia irrazionale anche nel bambino più maturo. Non lo poteva sapere personalmente, ben pochi legami aveva avuto nella sua vita, né aveva potuto studiare qualcosa che potesse avere un minimo di attinenza con l’argomento, ma la sua idea se l’era fatta. Voleva aspettare, per sé e per lui.
-“Io non credo sia solo questo. Comunque, ho capito che non vuoi parlarne ma, non temere, scoprirò tutto.”
-“Tu passi troppo tempo con Ruby, cominci a parlare come lei.”
-“La zia Ruby è fantastica, questo è un grande complimento. Tralasciando tutto ciò, dove andiamo per pranzo?”
-“Pensavo di passare da Marco’s così salutiamo August ma, se vuoi, possiamo andare da qualche altra parte.”
-“Ma come da qualche altra parte? Io adoro August e adoro le loro lasagne. Però non dirlo a Regina che preferisco le loro alle sue.”
-“Tranquillo ragazzino, il tuo segreto è al sicuro con me.”


Avevano deciso di passare una giornata madre e figlio. Era da un po’ che non avevano un po’ di tempo tutto per loro. Quando Emma aveva fatto quella proposta ad Henry, lui era diventato un agglomerato esplosivo di felicità. Adorava passare del tempo con sua mamma. Sapeva di essere fortunato: sua madre era molto giovane ed estremamente disponibile, lo adorava e, per quanto non volesse darlo a vedere, nel profondo era ancora una bimba. Inoltre, con lui stava vivendo tutti quei momenti famigliari che la sua infanzia le aveva negato.


Dopo aver parcheggiato il maggiolino giallo ad una distanza che Emma ritenesse sufficiente per poter passeggiare tranquillamente con il figlio, si avviarono lentamente verso il ristorante.
Formavano una coppietta niente male. Passeggiavano mano nella mano, la sciarpa di lui assurdamente abbinata al giacchetto di lei. La cosa fantastica di quei due era che, nonostante non si somigliassero quasi per nulla, chiunque avrebbe capito al volo che fossero mamma e figlio. Avevano quel guizzo negli occhi, quella curiosità infantile che non aveva mai abbandonato Emma; poi avevano lo stesso sorriso. Gli occhi erano diversi ma assurdamente simili: quelli di Henry sembravano quelli della mamma visti con poca luce. Avevano quel colore indefinito, di quelli che non capisci se siano chiari o scuri. Quelli di Emma, invece, erano di un bellissimo verde, anche i suoi un po’ camaleontici, di quelli che a volte appaiono azzurri.
E proprio due occhi azzurri apparvero davanti a loro.
Emma non si accorse di nulla finché non se li ritrovò a un palmo dal naso, era talmente presa dalle risate che stavano animando lei e suo figlio da non accorgersi che Killian stavo procedendo sul quel marciapiede in direzione opposta alla loro.

-“Ehi Swan, te l’hanno mai detto che quando si incontrano persone conosciute, sarebbe buon costume salutarle?”
-“Killian! Non ti avevo visto, scusami.”
-“Figurati, immaginavo, so che non potresti mai evitarmi.”
-“Non credi di essere un po’ presuntuoso? Comunque, Killian lui è mio figlio Henry. Henry, lui è Killian.”
-“E’ lui l’amico di Robin, mamma?”
-“Sono proprio io. Piacere di conoscerti, tua mamma e Regina hanno parlato molto bene di te.”
Henry sorrise in risposta. Dopo i convenevoli, Killian si era concentrato su sua madre la quale ricambiava tutte le sue attenzioni. Henry aveva perso il filo del discorso, continuava a seguirli camminando vicino a Emma stringendole la mano. Non sapeva esattamente come fosse successo, ma si ritrovarono tutti e tre seduti da Marco’s. Un tavolo per tre. Dovevano essere in due. Doveva essere la loro giornata, quella intromissione non gli andava proprio giù.
A dir la verità Emma aveva chiesto ad Henry se avesse voglia che Killian si fermasse con loro, ma lui era troppo preso dai suoi pensieri per darle ascolto, così annuì senza dare peso alla domanda che gli era stata posta. Fece male.


-“Allora, tu che sicuramente conosci questo posto più di me, cosa mi consiglieresti di prendere?”
Killian si era reso conto della leggera ostilità che Henry aveva nei suoi confronti, così provò ad approcciarlo, parlarci e metterlo a proprio agio.
-“Siamo in un ristorante italiano, prendi la pasta.”
Henry capì quale fosse l’obbiettivo di Killian e, per quanto detestasse ammetterlo, apprezzò quel gesto, ma non per questo si ammorbidì. Quella era la sua giornata madre-figlio, non madre-figlio-amicouscitodanonsisadove, non gliel’avrebbe data vinta.
Emma capiva la situazione complicata, per cui evitò di sgridarlo sul serio, ma gli mandò un’occhiataccia.
Anche Killian comunicò con Emma attraverso i suoi bellissimi occhi lanciandole uno sguardo interrogativo. Di solito i bambini lo adoravano, cosa che di solito lo infastidiva dato che l’amore non era reciproco, per lui era strano che quel ragazzino tenesse così le distanze.
Ci misero un po’ di tempo per ingranare, ma alla fine passarono il pranzo in modo tranquillo e piacevole.
Henry non aveva un problema con Killian nello specifico, anzi, lo trovava persino simpatico, gli dava semplicemente fastidio la sua intromissione. Non appena fosse tornato a casa avrebbe espresso tutto meno che felicità riguardo la giornata appena trascorsa.
Dopo aver finito di mangiare Henry si diresse in bagno lasciando soli i due adulti per qualche minuto.
-“Scusami Killian, io davvero non capisco cosa sia successo. Di solito Henry è un bambino solare e socievole, mi dispiace tanto.”
-“Tesoro, figurati! Non si può piacere a tutti.”
-“Cambierà idea, come ho fatto io.”
-“Allora, non sono bravo con le parole quindi cercherò di dire quello che ho in mente da questa mattina senza giri di parole. So che non vuoi ancora che si sappia che stiamo uscendo…”
-“Killian, io…”
-“Aspetta Swan, fammi finire, non ti sto chiedendo questo. Vorrei, con la solita segretezza, che mi concedessi un’uscita vera. Sabato sera.”
-“Oh Killian, certo che voglio uscire con te.”
-“Questo ti fa onore Swan, so che per te, in quanto donna, sarà difficile gestire l’ansia senza lo squadrone di amiche al tuo fianco, apprezzo il coraggio.”
-“Sei un idiota.”
-“Non lo pensi davvero.”



Non appena furono rientrati a casa, Henry iniziò a svolgere i suoi compiti. Emma, invece, aveva bisogno della sua dose di dolcezza giornaliera; si preparò una cioccolata calda e la bevve sul divano.
Tecnicamente sul divano ci si tuffò come se non aspettasse altro da tutta la vita, tirando anche un forte sospiro.
Regina entrò in salotto e la trovò lì, sul divano con la tazza tra le labbra. C’era qualcosa di strano, qualcosa di diverso sul suo viso, nel suo sguardo.
-“Allora Swan, cos’hai di bello da raccontarmi?”
La prese alla lontana, non sapeva se Emma fosse disposta  a parlare del qualsiasi cosa avesse cambiato il suo volto.
-“Niente di che, una normalissima giornata madre figlio, le lasagne di August sono fantastiche come sempre, Henry quando mangia è uno spettacolo, abbiamo incontrato Killian e abbiamo mangiato un dolce davvero fantastico.”
Bingo! Regina conosceva bene Emma, non le sfuggi il sorriso che tentò di trattenere mentre pronunciava quel nome.
-“Oh, Killian era con voi, come mai?”
-“L’abbiamo incontrato lungo il percorso e si è unito a noi per il pranzo, tutto qui.”
-“Tutto qui? Davvero Swan?”
-“Sì, cosa c’è di strano?”
-“Di strano c’è che mai avevi permesso a qualcuno di unirsi alla vostra giornata madre-figlio, ma con lui hai fatto un’eccezione.”
-“Non ho fatto nessuna eccezione, con voi non è mai capitata l’occasione. Anzi, io ti ho chiesto più volte se volessi venire con noi ma non hai mai accettato.”
-“D’accordo, un punto per te. Ciò non toglie il fatto che i tuoi occhi si illuminano quando pronunci il suo nome.”
-“Non è vero.”
-“Andiamo Swan, sputa il rospo!”
-“Te l’ha detto Ruby?”
-“Cosa avrebbe dovuto dirmi? Ehi, perché lei lo sa e io no?”
-“Okay, va bene. Mi avete beccata… entrambe. Sono uscita un paio di mattine con Killian. Non vi ho detto nulla perché non so neanche io cosa stia succedendo, se ci sia qualcosa di concreto tra noi o se stiamo confondendo l’amicizia con qualcos’altro.”
-“Sì, ma in questi giorni non avevi questo sguardo, è successo qualcosa. Andiamo, a questo punto è inutile che mi tenga nascosto ciò che ti succede.”
-“Mi ha chiesto di uscire, per un’uscita vera, di sera, a ristorante, come le coppie normali.”
-“E tu te la stai facendo sotto.”
-“Esatto.”
-“Bhe, è ottimo che io e Ruby sappiamo tutto, così ti terremo a bada noi. Andrà tutto bene. Sono contenta che finalmente abbia deciso di riaprire il tuo cuore.”


Cenarono tutti e tre insieme come di consueto, Regina vide Henry un po’ rabbuiato così decise di attaccare bottone.
-“Allora, come è andata oggi?”
-“Così”
-“Sei di poche parole oggi. Cosa ti è successo? Sai che non puoi nascondermi nulla, ti conosco troppo bene.”
-“Diciamo che non è stata proprio la giornata che speravo.”
-“In che senso?”  -“Già ragazzino, vorrei saperlo anche io. Ho per caso fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?”
Henry alzò improvvisamente la voce. –“Cosa hai fatto, mi stai chiedendo? Doveva essere la nostra giornata madre figlio, invece hai lasciato che qualcuno si intromettesse. Dovevamo essere solo io e te; io, te e il nostro cibo. Invece no, avete dovuto rovinare tutto.”
Così dicendo lasciò la stanza chiudendosi la porta della sua camera alle spalle.
-“Regina…”
-“Cosa?”
-“Non posso uscire con Killian.”






Angolo dell'autrice
Mi scuso, mi scuso, mi scuso per avervi fatto aspettare. Anche queste note saranno sbrigative perché sto per vedere la diretta e ho i tempi strettissimi.
Come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto. Happy OUAT day a tutti.
Alla prossima.
 
   
 
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