Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Giuls_breath    18/04/2016    1 recensioni
Era trascorso circa un anno dagli ultimi terribili eventi che avevano devastato Mystic Falls, era tutto normale…. o almeno così mi piaceva pensare.
Stavo male, era un dato di fatto, non una fantasia o una suggestione.
Stavo male per tante cose, mi sentivo come una bomba ad orologeria e non sapevo che cosa avrebbe potuto disinnescarla, chi mi avrebbe aiutata.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Kai, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il mio mondo - prigione

Diciassettesimo Capitolo



 
“AAAAH!” Bonnie urlò di nuovo.
“Okaaay.” disse Sebastian ammirando l’atrocità che aveva fatto lungo il braccio destro di Bonnie: aveva preso un ferro acuminato e tracciato linee piccole parallele e oblique, il braccio di Bonnie era pieno di strisce sanguinanti.
Bonnie piegò la testa all’indietro abbandonandosi per come le catene lo consentivano.
“Forza, Bonnie!” la incitò prendendola per i capelli “Sei più forte di così.” la guardò “Vero?”
Bonnie non rispose.
“Ti medico, ti lascio riposare un po’ e poi continuiamo a divertirci, ti va?” si allontanò per prendere le garze “Continuiamo fino a che non arriva il tuo amico, okay?”
Bonnie alzò la testa e aprì gli occhi “Più che divertirti… ti suggerisco di cominciare a nasconderti. Kai ti farà vedere…”
“Non mi preoccupa.” disse senza neanche voltarsi.
Forse Sebastian voleva davvero ucciderla, lentamente.
Senza fretta.
Forse avrebbe voluto farla spegnere il più dolorosamente possibile.
Con violenza.
Forse Kai l’avrebbe salvata e tirata fuori.
Con l’aiuto di Lucy o forse senza di lei, non era sicura che i due avrebbero collaborato.
Stava cominciando ad avere voglia di morire, di spegnersi e questa volta per sempre.
“Eccomi.”
Guardò verso il suo aguzzino con aria spenta.
Prese ovatta e acqua ossigenata e prese a disinfettare le ferite da lui inflitte “Anche lui ti ha medicata, non è così?” Bonnie non rispose “Non è così?” chiese con insistenza, non ebbe nessuna risposta da Bonnie e così le pestò con violenza il piede, urlò.
“Allora?”
Bonnie strinse gli occhi e mugolò un sì.
“Quindi come funziona Bonnie, lui fa il pazzo, ti salva un po’ e tu cadi ai suoi piedi? Funziona così per te?”
Bonnie rispose: “Non va così. Ma tu cosa ne vuoi sapere?”
“Hai ragione, io non so nulla. Ma a cosa serve? Si vive tranquillamente anche senza conoscere questi… sentimenti. Forse tu hai bisogno di vedere il lato buono delle cose e delle persone, magari ti aspetti che gli altri li abbiano sempre. Con Kai ha funzionato, ma con me…. direi proprio di no.
Io ho solo bisogno che tu muoia, Bonnie.” disse mentre avvolgeva intorno al suo braccio delle medicazioni.
“Perché allora mi stai medicando se mi vuoi morta?”
La guardò “Perché dovrà essere Kai a ucciderti… o meglio a credere di averti uccisa. Il rimorso lo ucciderà, niente Bennett, niente Parker uguale liberazione per me e per gli altri.” le sorrise “Tutti saranno vincitori… in qualche modo.
Fatto!”
Si allontanò da Bonnie e si sedette di fronte a lei.
“Riposa adesso. Riprendiamo tra… diciamo… un paio d’ore.”
Bonnie si guardò intorno, doveva fuggire.
Subito.
“Ho fame.”
Sebastian si alzò e sparì per pochi minuti, tornò con un piatto con pane e formaggio.
Le porse il piatto “Slegami.”
Sebastian le slegò i polsi e le porse il piatto, Bonnie si massaggiò i polsi e proprio mentre lui le stava avvicinando il piatto, lei gli diede un pugno in pieno viso facendolo cadere all’indietro e facendo rovesciare il contenuto del piatto.
Incanto!” urlò alle catene che le tenevano bloccati i piedi, si spezzarono.
Fuggì per le scale.
Immobilus!” sentì urlare Sebastian.
Sfuggì all’incantesimo per un pelo, salì di corsa per le scale. La porta di casa era chiusa, ma immaginava fosse bloccata ancora da quell’incantesimo quindi si guardò intorno e salì al piano di sopra.
“Nessuno può toccarti, ho dato quest’ordine. Tutti tranne io, Bonnie.” urlò Sebastian.
Bonnie si trovò di fronte ad un corridoio lungo e scuro, da nessuna stanza filtrava una luce. Tutta la casa sembrava deserta, aprì una porta e poi un’altra per far credere a Sebastian di trovarsi in una di quelle. Entrò poi in una stanza e si chiuse dentro.
Sentì il pazzo salire le scale di corsa, poi per un lungo istante il silenzio.
Si udì quindi il pavimento scricchiolare, era lì. Vicino.
Retrocesse.
Voleva nascondersi, ma dove?
I passi furono sempre più vicini e Bonnie era lì al centro della stanza pietrificata dalla paura.
I passi poi si allontanarono, Sebastian era andato oltre.
Sentì chiaramente allontanarsi il pericolo. Ci fu di nuovo il silenzio.
Attese un paio di minuti e poi aprì piano la porta.
Era quasi pronta a scagliare un incantesimo, ma nessuno le si parò davanti.
Uscì, stava per scendere le scale quando, a un paio di gradini di distanza, si trovò davanti il ragazzo.
Mo..”
“No, shh, shh, shh.” la zittì Sebastian.
Lei voleva fare l’incantesimo, ma non ci riusciva. Era stata bloccata.
Sebastian le si avvicinò e prima che potesse pensare a qualunque cosa, la pugnalò.
Urlò forte piegandosi verso di lui, la fronte contro la sua spalla.
“Fa male?” le chiese all’orecchio.
Le accarezzò i capelli in un gesto quasi dolce e che contraddiceva quanto aveva appena fatto.
“Doveva essere fatto.”
La prese quindi per la testa e la spinse per terra, cadde e svenne.
“Come ti ho già detto, andava fatto.” voltò le spalle e se ne andò lasciandola con un coltello piantato nello stomaco.
 
Le ore passavano, ma tutti i piani che Kai proponevano venivano bocciati.
“Guardiamo in faccia alla realtà, nessun piano riesce!” sbottò Caroline.
“E’ quello che ho detto io!” affermò contrariato Damon.
“Sentite, se non ci proviamo come facciamo col dirlo?” chiese Kai.
“Per una volta sono d’accordo con lui.” assentì Lucy.
Kai allargò le braccia dicendo “Bene, allora andiamo a salvarla!”
“Fermi!” 
“Cosa?” sbottarono in coro Kai e Lucy che si guardarono negli occhi quasi con meraviglia.
“Non sapete quanti sono, se realmente ci sono o se sono illusioni di questo pazzo che a quanto pare è più pazzo di qualcun altro… senza offesa!” disse Damon.
“Mi hanno detto di peggio.” disse Kai quasi in tono neutro.
“Io non so…” affermò indecisa Caroline.
“Io sono estremamente perplesso.”
“Ma insomma che vi prende! E’ di Bonnie che stiamo parlando! Lei quante volte si è sacrificata per voi? Tante, forse troppe e per delle persone che lei considera amici, ma che a quanto pare non la vedono come tale!” sbottò furiosamente Kai.
Nella stanza scese il silenzio, Kai non aveva mai provato una rabbia simile.
Quella ragazza si era fatta in quattro – anzi di più – e loro la liquidavano con un ‘non so’ e ‘sono perplesso’? Kai scosse la testa.
“E’ incredibile! Sapevo che tu eri un egoista e tu una superficiale, ma non pensavo lo foste anche verso una persona che si è sacrificata più di quanto sia umanamente possibile!” Damon e Caroline si guardarono di sfuggita “Andiamo, che vi prende? Fatelo per Bonnie, non ho detto di farlo per me. Forza, ragazzi. Possiamo farcela.”
Caroline si mise le mani tra i capelli e annuì dicendo: “Sì, okay. In fondo non è la prima missione difficile in cui ci buttiamo.”
Damon sollevò le sopracciglia e si morse piano il labbro inferiore. Non disse niente. Voltò le spalle e se ne andò.
“Ma che cos’ha?” chiese Lucy.
Kai ci mise pochi secondi a capire che cosa passasse per la testa a Damon, quindi si alzò dal divano e lo seguì silenziosamente. Damon lo aveva sentito, ma non commentò.
Il suo pensiero andò ad Elena.
Era inevitabile.
Come poteva non pensarci ogni volta che si parlava della vita di Bonnie?
“Damon.” lo chiamò Kai.
“Che vuoi?”
“So a cosa pensi.”
“Ah, davvero?” si voltò.
“Ad Elena.” rispose sostenendo il suo sguardo gelido.
Damon si affacciò alla finestra, non perché ci fosse qualcosa da vedere, ma solo per trattenere ciò che provava in quel momento. Rabbia, dolore, voglia di vendetta.
“E’ stata tutta colpa mia, lo so. Non avrei mai dovuto lasciarmi convincere a farlo, ma in quel momento volevo solo uscire e….”
“Aspetta, cosa?” Kai si interruppe “Che cosa hai detto?”
Il giovane si interruppe.
“Hai detto… non avrei mai dovuto lasciarmi convincere.. ma da chi? Di chi parli?”
Kai si morse la lingua e assunse l’espressione di chi aveva parlato troppo.
“Sputa il rospo! Con chi ti sei messo d’accordo?”
Kai osservò il soffitto in difficoltà.
“Ti devo minacciare?” chiese in tono minaccioso Damon.
Sospirò profondamente, poi Kai rispose: “No.”
Tacque.
Aveva promesso che sarebbe stato zitto, ma ormai la frittata era fatta.
“E’ stata…” si voltò “E’ stata tua madre.”
Damon retrocesse di mezzo passo come se fosse stato spinto, assunse un’espressione stupita e confusa.
Sua madre?
Non era possibile.
“Stai mentendo.”
“Che motivo avrei di mentire?” chiese Kai.
“Non lo so, ma da uno come te ci si può aspettare di tutto.”
“Ancora con questa storia? Damon, ti ho dato prova su prova di essere diverso e tu cosa fai? Appena ti dico la verità mi dici che mento? Se non vuoi vedere la verità dei fatti, okay. Ma non accusarmi di essere un falso.”
“Perché lo avrebbe fatto?” chiese Damon ancora profondamente scosso.
“Se vuoi i motivi della sua collera nei tuoi confronti o verso Elena.. non lo so. Ho accettato solo perché volevo punire Bonnie, il resto non m’importava.”
Damon abbassò lo sguardo, profondamente ferito.
Odiava già prima la donna che lo aveva messo al mondo per aver abbandonato lui e suo fratello, ora se possibile la odiava ancora di più.
Si sedette per terra, come a voler assestare il colpo, ma più sentiva il pavimento freddo sotto di lui e più la voglia di ucciderla – e questa volta per sempre – si faceva forte.
“Damon, immagino cosa tu stia provando, ma…”
“Sta’ zitto! Proprio tu…. stai zitto. Non voglio parlare con te. Vuoi parlarmi di Bonnie, okay, ma di quello che sto provando e di Elena è meglio che non metti bocca.”
Kai abbassò lo sguardo, aveva detto troppo.
Quindi uscì dalla stanza.
Percorse lentamente il corridoio di casa Salvatore, forse doveva stare zitto, ma era una qualità che non aveva mai avuto.
Tornò in salotto e vide Caroline e Lucy in silenzio l’una su un divano e l’altra in piedi davanti al camino acceso.
“Allora?” chiese Lucy.
“Credo che non ci aiuterà.”
Caroline parve shockata “Cosa? Ma…”
“Gli ho dato una brutta notizia… come se non ne avesse avute altre.”
“Quindi? Cosa facciamo?”
“Caroline, tu vieni?” le chiese Lucy.
La bionda annuì “Bonnie lo avrebbe fatto per me, io lo farò per lei.”
“Bene. Andiamo.”
Kai e Lucy fecero per uscire.
“Aspettate!” disse Caroline.
“Che c’è?”
“Lascio un biglietto a Damon, se vuole raggiungerci, siamo al bosco dietro al Whitmore.” rispose la vampira.
Detto questo, i tre si diressero al Whitmore.
Lucy guidava, Caroline fissava l’orologio continuamente facendo accrescere l’ansia in Kai.
 
 Ben presto giunsero alla miniera, teatro di quelli che erano stati gli orribili atti della setta.
Kai fu il primo a scendere dalla macchina, seguito da Lucy e Caroline. Di Damon non vi era ancora traccia, ma sia Kai che Caroline confidavano nella sua presenza.
Si addentrarono nella caverna, là dove avevano lasciato il Grimorio della Magia Nera.
Lucy estrasse l’Ascendente creato e disse in tono grave: “Dobbiamo andare.”
“E Damon?” chiese Caroline.
“Non c’è più tempo.” le rispose ancora Lucy.
“Aspettiamo ancora, può darsi….”
Sentirono dei passi riecheggiare alle loro spalle, si voltarono e Damon comparve all’ingresso della stanza. Aveva l’aria perplessa mentre si guardava intorno, “Facciamolo.” disse solo.
 
 
Bonnie sussultò per il dolore: vide le mani sporche di sangue e le sfuggì un lamento. Quel bastardo l’aveva ferita profondamente, non riusciva quasi a respirare per il dolore. A fatica si voltò sul fianco, provò un gelo inquietante…. era forse la morte?
La morte che stavolta voleva portarla via?
Chiuse gli occhi e attese…. il cuore le batteva violentemente nel petto, il respiro era accelerato, sentiva il sangue inzupparle i vestiti, la pelle… voleva pensare a qualcosa di bello, che la aiutasse a morire serenamente, dolcemente, ma niente. Il dolore aveva la meglio su tutto, il cuore batteva forte… non poteva morire così – a un certo punto si disse – in preda al dolore. Aprì gli occhi e cercò di mettersi in piedi, ci mise quasi dieci minuti a sedersi e altri dieci per alzarsi, ma ce la fece.
Mentre si incamminava lungo il corridoio buio, Bonnie incappò di nuovo in Sebastian. Pallidissimo in volto e in tono lugubre disse: “Ti curo io.”
Era nelle mani di un sadico…
Sebastian la prese per il braccio sinistro e la portò in una stanza oscura. Il cuore di Bonnie continuava a batterle forte nel petto, aveva paura, ma non poteva cedere. Doveva restare lucida e pensare al da farsi. Poi un’idea – altamente pericolosa – le saltò alla mente.
“Sai, Bonnie, non sono cattivo io in realtà.”
La ragazza era stesa, pallida. Sempre più pallida e il cuore che le batteva sempre più forte nel petto, stava morendo. Sebastian la stava guardando morire senza fare nulla, questo era atroce e totalmente folle.
“Sai perché l’ho fatto?” aspettò alcuni secondi come aspettandosi che la ragazza gli rispondesse “Non perché voglia ferire te… cioè sì una parte di me vuole ferirti, o meglio la tua antenata, quindi il tuo sangue. Sai, adoro veder zampillare il sangue dalle tua pelle lacerata.” sorrise ampiamente, scosse poi la testa e disse: “Oh, beh se non ti curo tu morirai e mi servi ancora. Viva.” sorrise forzatamente.
Cominciò quindi a ripetere un incantesimo di guarigione chiudendo gli occhi, la ferita di Bonnie cominciò molto lentamente a chiudersi, Bonnie gemeva sommessamente per il dolore non voleva dargliela vinta, ma soprattutto lentamente cercava di afferrare un coltello che si trovava lì vicino al tavolo.
“E’ snervante dover far del male, ma… se gli altri non ti danno scelta! Ti pare, Bonnie?”
Questa non rispose, anzi riuscì ad afferrare il coltello e lo conficcò nel polso di Sebastian inchiodandolo al tavolo. Sebastian urlò forsennatamente. Bonnie guarita saltò giù dal tavolo e fece per avvicinarsi alla porta, ma il ragazzo scagliando un incantesimo fece chiudere la porta e imprecando e urlando estrasse il coltello, si tenne il polso come per scongiurare la perdita di altro sangue, Bonnie allora urlò con tutta la forza che aveva “PHESMATOS INCENDIA!!”
Attorno a loro fu tutto un tripudio di fiamme e calore…

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Giuls_breath