Videogiochi > Sonic
Segui la storia  |       
Autore: GlendaSinWrasprigrel    19/04/2016    1 recensioni
Sonic si liberò dalle macerie urlando dal dolore per lo sforzo e si piegò in due per riprendere fiato. Alzata la testa, spalancò gli occhi davanti a quell’orrore: le colline verdi erano ormai diventate nere come la pece e il fiume era diventato una pozza di fuoco. Tutto bruciava di uno spaventoso colore cremisi.
« Ma che… ahi!» Bastò un passo e Sonic si trovò a terra. Portatosi una mano alla caviglia la sentì gonfia. «Che cosa è successo?» si chiese il riccio preoccupato.
«Quello che vedi, topastro.»
Alzata la guardia Sonic squadrò una palma alla sua destra, dove una ragazza vestita da abiti orientali lo fissava con un sorrisetto compiaciuto.
«Tu…chi diavolo sei?!» le ringhiò Sonic.
«Calma, Sonic the Hedgehog.»
«Sei stata tu? Cos’hai fatto ai miei amici?!»
«Tranquillo. Li raggiungerai molto presto» la ragazza scese con un salto dall’albero e, cogliendo Sonic di sorpresa, gli si avvicinò e lo alzò da terra con facilità prendendolo per il collo. Il riccio sputò sangue, cercando di staccarsi da quella morsa.
«Questo pianeta è morto. Come te» dalla manica del prezioso vestito ricamato, la ragazza estrasse una lama, pronta a colpire il riccio ormai privo di forze. «Addio, topastro.»
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non curandosi della grossa macchia d’olio sulla manica, Eggman si asciugò la fronte sudata, finendo col sporcarla di nero. «Finalmente ho finito» sospirò. «Maledetti insetti. Se foste stati immobili forse avrei finito in mezz’ora! E non in due ore!»
Diversi cavi dell’alta tensione attirarono l’attenzione del dottore, provocando un paio di scintille. «E magari avrei potuto salvare le mie adorate macchine.»
«Sarebbe stato troppo facile, a parer mio» la ragazza incappucciata si materializzò davanti all’omone spaventandolo. «È stato divertente vederti rincorrere i miei bambini» ridacchiò lei.
«Sai, io ho una certa età – per quanto io possa essere attraente- potrei morire d’infarto se entri così all’improvviso! Aspetta… Eri sempre stata qui?»
«Ha importanza?»
Eggman alzò le braccia scuotendo la testa.
La ragazza si avvicinò alle sue creature esaminando il lavoro del professore. L’armatura nera e opaca calzava a pennello non solo sulla loro corazza dalla forma esagonale, ma anche sulle loro zampette. Il ticchettio di queste ultime era fastidioso, ma comunque sopportabile. La visiera color indaco che copriva i quattro occhi dorati era perfetta. «Impressionante. Ha eseguito ogni mia richiesta. In questo modo sono ben protetti e useranno le loro abilità a mio comando.» sorrise soddisfatta.
«Bene. Ora che ho finito il mio lavoro, ho la possibilità di sapere cosa vuoi fare?»
Senza smettere di grattare due suoi insetti, la ragazza disse :«Ho un conto in sospeso con il topo blu.»
«Perdona la mia osservazione, ma io conosco Sonic da sempre e non ricordo che lui avesse qualcosa in sospeso con… come hai detto che ti chiami?»
«Il mio nome non ha alcuna importanza» ruggì lei spaventando Eggman. «Solo perché sei il suo arcinemico, non significa che tu sappia tutto su di lui.» disse con la voce tremante, distruggendo la sua copertura di ghiaccio.
«Non so bene chi tu sia e come tu faccia a conoscere Sonic, ma una cosa è certa. Non farebbe paura neanche ad una mosca.»
Guidata dalla rabbia, la ragazza dai capelli corvini levitò fino a raggiungere Eggman che indietreggiava, cercando invano di nascondersi sotto un pezzo di metallo grande quanto la sua testa. «Tu non hai idea di ciò che io… noi abbiamo passato! Quel mostro ha rovinato tutto!» scariche elettriche e venti riempirono improvvisamente il laboratorio.
«Fermati, ti prego! Mi sarà impossibile sistemare tutto così! Ho capito, ok?! Non chiederò più nulla al riguardo!» urlò Eggman disperato.
Accolte le suppliche dell’uomo, l’incappucciata riportò la calma, sistemando quel che poteva al proprio posto. Eggman e insetti poterono uscire dal loro nascondiglio. «Bada all’uso che fai della tua lingua, dottore. O la prossima volta te la taglio.»
Lui deglutì, sudando freddo. «D’accordo. Starò al mio posto, promesso.»
«Ora, se vuoi scusarmi, ho delle faccende da sbrigare. Li porterò con me» aprì un portale dimensionale dal colore indefinito. «Tu preparati a partire. Usufruirò ancora del tuo aiuto.»
Annuì.
Seguita dalla colonia di insetti, la ragazza svanì per chissà quale dimensione.
 
Avvistata una panchina, Veritas vi si avvicinò con le sue ultime forze per potersi finalmente sedere. «I miei poveri piedi. Giuro che non ce la faccio più.»
«Ma come! Sei già stanca?» le domandò ridendo Sonic.
«Voi umani siete proprio deboli. Non riuscite nemmeno a resistere ad una semplice camminata» disse severo Shadow.
«Ehi, dateci un taglio. Abbiamo girato praticamente mezza città. Non immaginavo che fosse così grande» sbuffò la ragazza godendosi il suo meritato riposo. «E comunque possiamo prenderci una pausa, no?»
Il blu e il moro si guardarono e alzarono le spalle all’unisono.
«Come vuoi. Tanto non abbiamo trovato nulla di interessante.»
«Grazie, Sonic.»
Avendo guadagnato un po’ di tempo, Veritas ne approfittò per controllare se i suoi genitori l’avessero ritracciata, ma le chiamate e i messaggi più recenti risalivano a tre ore fa, ovvero quando lei avvisò che sarebbe andata in città. «Che strano» sussurrò.
«Qualcosa non va?» chiese Sonic avvicinandosi.
«I miei genitori non mi hanno più richiamata. Eppure è mezzogiorno passata.»
«Saranno impegnati, considerando il loro lavoro» si intromise Shadow. «Appena avranno finito chiameranno.»
Veritas annuì, nuovamente sorpresa dalla gentilezza del riccio nero.
La piazza prese ad affollarsi sempre di più davanti al grande schermo, in quanto la notizia dell’ultimo minuto attirò l’attenzione.
«Che succede?» domandò Veritas alzandosi.
«Deve essere una cosa grossa» ipotizzò Sonic.
I tre ragazzi seguirono la folla e alzarono gli occhi sullo schermo. Una donna bionda in giacca e cravatta dall’espressione professionale annunciò:«Poche ore fa la cava di diamanti Misty Cave, dove da diversi giorni si tenevano ricerche importanti, è crollata. All’interno di essa vi erano i due ricercatori e scienziati di fama mondiale: Anthony e Martha True, accompagnati dal giovane assistente John Murray, di soli ventitré anni.»
Pian piano un brusio coprì l’intera piazza. Molti acconsentirono di conoscere la coppia, altri solo per sentito dire, ma nessuno era preoccupato quanto Veritas, che fissava le foto dei suoi genitori con gli occhi velati di lacrime.
«Mamma! Papà!» urlò d’istinto la ragazza. Pronta a correre, venne fermata dai due amici ricci.
«Veritas, calmati! Non agitarti!» cercò di tranquillizzarla Sonic. «Dove pensi di andare?»
«Alla cava! Devo salvare i miei genitori!»
«Ragazzina, prima di fare qualche stupidaggine, ascolta il notiziario fino alla fine» riuscito a portarla vicino a sé, Shadow prese con entrambe le mani la testa di Veritas per spostarla verso lo schermo. «Ascolta, ti ho detto!»
Avendo la vista annebbiata dalle lacrime, Veritas si lasciò guidare dalle parole della giornalista. «Fortunatamente, prima che l’intera cava crollasse, i soccorsi arrivarono in tempo grazie alla chiamata del dottor True. I tre ora sono ricoverati all’ospedale Saint Gerald
«Hai sentito? I tuoi genitori stanno bene.»
Non appena Shadow le lasciò il braccio, Veritas poté rilassare i muscoli e quindi asciugarsi gli occhi. «Sono vivi. I miei genitori sono vivi» ripeté per esserne sicura.
«Ospedale Saint Gerald, eh? Sbaglio o ci eravamo passati un’ora fa?» domandò entusiasta Sonic.
«Da qui ci vogliono venti minuti camminando» puntualizzò Shadow.
«Che cosa aspettiamo?! Andiamo subito da loro!» Veritas venne presa di nuovo al braccio dal riccio nero.
«Ho detto camminando. Correndo ci metteremo poco più di venti secondi.»
 
Il forte odore di alcol dell’ospedale obbligò sia Sonic che Shadow a tapparsi il naso: era davvero insopportabile e le pareti color bianco perla erano accecanti.
«Direi che oltre alla nostra velocità abbiamo anche il nostro olfatto e la vista da ricci. Mamma che fetore» si lamentò Sonic.
«Non ricordavo che gli ospedali umani fossero così… maleodoranti. Veritas, muoviti a cercare i tuoi genitori.»
Veritas si avvicinò subito alla prima infermiera che vide e chiese informazioni sulla coppia True.
«Oh, tu devi essere loro figlia! Tuo padre non faceva altro che parlare di te. Vieni, ti porto da loro.»
Gli occhi di Veritas si illuminarono dalla gioia e durante tutto il tragitto l’unico pensiero fu la loro incolumità.
Sonic e Shadow si limitarono a seguirle.
Tutti e quattro presero l’ascensore per raggiungere il terzo piano. «Il numero della stanza è il 215b, primo corridoio a destra» disse sorridente l’infermiera. «Puoi stare tranquilla, stanno benissimo.»
Veritas le sorrise di rimando e, non appena le porte si aprirono, sfrecciò fuori per imboccare subito il corridoio, seguita dai due amici. «215b…. 215b…21-… Eccolo!»
Superate una decina di porte, Veritas trovò finalmente la stanza dei suoi genitori. Senza indugio, entrò. «Mamma! Papà!»
«Veritas!» con le lacrime agli occhi, i True accolsero la figlia tra le loro braccia.
«Amore mio! Sono così felice di rivederti!» la baciò sulla fronte Martha .
«Anche io! Sono felice che stiate bene entrambi!»
«È stato un vero miracolo. Se i soccorsi non fossero arrivati in tempo, allora sì che saremmo stati spacciati.» puntualizzò Anthony.
«Ma questo perché tu li hai subito chiamati, tesoro.»
«Basta parlare. Ciò che conta è che voi siate qui» Veritas li strinse per avvicinarli di più. La cosa che le importava in quel momento era che i suoi genitori erano sani e salvi. La scuola e tutto il resto erano passati in secondo piano.
Sonic e Shadow entrarono nella stanza tenendosi a debita distanza. Avvistati i ragazzi, i due adulti alzarono lo sguardo e li salutarono con un sorriso.
«Forse dovremo lasciare a loro un po’ di spazio» disse Shadow con le braccia incrociate al petto.
«Lo credo anche io. Avranno molto da dirsi dopo un’esperienza del genere.»
Senza farsi notare, i due ricci uscirono e chiusero la porta.
«I True stanno bene, che sollievo.»
«È il rischio che devono correre dato il lavoro che fanno.»
«Santo cielo, Shadow. Quando vuoi ne esci con certe freddure.» disse Sonic sfregandosi le spalle.
«Non era di certo un vano tentativo di fare una battuta il mio. Ho detto solo la verità.»
«E ora che facciamo?»
«Continuiamo le nostre ricerche. Così torneremo indietro il più presto possibile.»
«Gliel’ho detto! Grazie di tutto, ma ora dobbiamo andare! Non possiamo aspettare oltre!»
«E io vi ripeto che non vi posso lasciare andare da soli
A Sonic bastarono le prime parole per fermarsi, ma gli servì ascoltare l’intera frase per realizzare di chi fosse quella voce. Squillante e autoritaria.
«Sonic, qualcosa non va?» gli chiese Shadow che era cinque passi più avanti di lui.
«Quella voce» disse quasi sussurrando.
«Voce?»
«La prego, signore. La ringrazio per le ferite, ma dobbiamo proprio andare. Ci riprendiamo il nostro amico e ce ne andiamo» subentrò una voce fioca e gentile.
«Non abbiamo tempo da perdere!» seguita da una grossa e aggressiva.
«Ma questi sono…» cominciò Shadow.
I due rivali si guardarono e iniziarono a correre in direzione delle voci a loro familiari, che si agitavano sempre di più.
«Non vi posso lasciare senza la presenza di un adulto» continuava a ripetere la voce adulta.
Girato l’angolo, il riccio blu allargò un sorriso non appena vide un caschetto rosa di sua conoscenza. «Amy!» chiamò lui sicuro.
La testa rosa shock si voltò verso di lui, mostrando due grandi occhi verde smeraldo, che si velarono di lacrime appena riconobbe la testa blu. «Sonic!» rispose lei contenta.
Dalle spalle di Sonic cadde un enorme peso. Quella ragazzina vestita di rosso era la sua cara amica Amy. Al suo fianco c’era una graziosa bambina che a prima vista pareva essere Cream, riconoscibile dai due codini biondi e dai colori pastello dei suoi vestiti.
«Ma è davvero Sonic, quello?» incredulo e sulla difensiva, c’era anche Knuckles, vestito interamente di rosso e i capelli aggrovigliati in dread.
Raggiunti gli amici ritrovati, Sonic non riuscì a smettere di sorridere. «Ragazzi, sono davvero felice che stiate ben-…»
«Oh Sonic! È un miracolo! Pensavamo che fossi morto!» il micidiale abbraccio di Amy precedette il riccio blu. Come al solito. «Non sai cosa ci è successo in questi giorni! È stato terribile!»
Sonic cercò di rispondere meglio che poteva a quella trappola mortale, ma senza opporre resistenza. Le mancava tanto quella sensazione.«Amy, per favore. Ora calmati! Non respiro!»
«Ma guarda, c’è anche Shadow il Musone» disse irritato Knuckles.
«È un piacere rivederti anche per me.» rispose il moro sarcastico.
«Scusate, ragazzi. Ma voi li conoscete?» si intromise il dottore aggiustandosi gli occhiali.
«Sì, sono con noi» avanzò Shadow tirando fuori la sua pietra già pulsante. «E non si deve preoccupare più di loro.»
Un leggero fascio di luce colpì gli occhi del medico ipnotizzandolo all’istante. Scossa la testa, l’uomo sorrise al ragazzo rosso e nero davanti a lui. «Bene, vedo che avete trovato i vostri fratelli maggiori» si rivolse ad Amy e a Cream. «Visto? Vi avevo detto che li avreste trovati. Fatte attenzione, va bene?» e se ne andò, come se non fosse successo nulla.
Amy, Cream e Knuckles si voltarono verso Shadow in silenzio. Tutti e tre si portarono una mano al collo per tastare le loro pietre color fragola, limone e ciliegia.
«Presumo che avremo molto di cui discutere, ma preferirei parlarne in un posto più appartato» disse Shadow. «Andiamo fuori.»
«Aspetta, Shadow!» lo fermò Amy prendendo tutto il suo coraggio. «Possiamo anche parlarne qui. C’è la stanza di Tails.»
Sentito il nome del suo migliore amico, Sonic prese Amy per le spalle preoccupato. «Tails è ferito? È tanto grave? Dove si trova?»
«Tranquillo, Sonic. Non è grave. Solo che Tails si è fatto in quattro per nasconderci e dalla stanchezza è crollato.» gli rispose sorridente la ragazza.
Sonic si rilassò. «Grazie al cielo.»
«Perfetto. Allora possiamo andare da lui. Forza.»


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Mi scuso per l'attesa, ma la scuola mi sta tenendo impegnata più del solito. Mi scuso anche per la lunghezza del capitolo. Sono ancora molto misteriosa, ma ben presto emergeranno capitoli più interessanti :) 
Grazie a coloro che seguono questa storia. Ci vediamo presto! 

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Sonic / Vai alla pagina dell'autore: GlendaSinWrasprigrel