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Autore: HicEtNunc9878    19/04/2016    0 recensioni
[Attori/Cantanti]
Caro diario,
Oggi è stato il mio primo giorno qui al Whitmore college.
La giornata è trascorsa in fretta ed è filato tutto liscio, nulla di eclatante, o almeno, nulla fino all’ora di cena perché dopo cinque anni durante quei pochi attimi mi sono sentita diversa. Eh si perché seduta a quel tavolo ho conosciuto LUI .
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4: Home.
 
E’ mattina , sento suonare la sveglia , la stessa sveglia che ho da anni con la mia canzone preferita “Personal Jesus” dei Depeche Mode . Allungo la mano per spegnerla e mi giro per vedere se Ian si è svegliato..
 Non c’è.
E ora dov’è …
Mi alzo per cercare di capire dove possa essere, voglio chiamarlo. Vedo sul letto che c’è ancora la sua maglietta nera, me la metto in fretta per coprirmi. Mentre prendo il telefono si apre la porta , è lui.
<< Ehi! Che fine avevi fatto! >> gli chiedo
<< Ehi.. Sono andato a prendere la colazione.. Temevi fossi andato via..? >> mi dice facendomi vedere un sacchettino con dei muffin e un altro con due bicchieri di Starbucks .
Lo Starbucks  più vicino al college si trova in città, a quasi 10 chilometri … Che carino che è stato e io l’ho anche sgridato..
<< Ah .. cioè no .. mi stavo solo preoccupando.. >>
<<  Tranquilla te l’ho detto che non me ne vado.. >>
Che sciocca sono stata a pensare anche solo per un momento che se ne fosse andato davvero..
Facciamo colazione , poi lui
<< Ehi senti volevo farti vedere una cosa prima di andare a casa tua.. >>
<< Ora? >> chiedo un po’ interdetta
<< Si certo, andiamo dai >> mi dice alzandosi e porgendomi la mano
<< Ma non sono vestita praticamente aspetta! >>
In effetti indossavo ancora sola la sua t-shirt ..
<< Dai mettiti i jeans e andiamo! >> mi dice in fretta
<< E rimango cosi con la tua maglietta? >>
<< Si .. mi piace come ti sta >> sorridendomi e usando quel suo tono profondo e sensuale
Mi metto i pantaloni e le scarpe e lui subito mi prende per mano e mi porta fuori dalla stanza.
 Ci fermiamo davanti alla porta della sua camera, non capivo cosa volesse farmi vedere li..
La porta si apre
<< Sorpresa!! >> grida un coro di persone
Non posso credere ai miei occhi. Osservo tutte le persone nella stanza rapidamente ancora scioccata.
Sono tutti i miei vecchi compagni del liceo.
<< Ragazzi come siete arrivati qui ?! >>
<< Beh un po’ grazie a me, ma soprattutto grazie a Gabe che è riuscito a chiamare tutti.. >> mi dice Ian compiaciuto
Corro subito a salutare le mie amiche Nina e Hanna per abbracciarle.
Anche loro non le vedevo dalla fine del liceo, come tutti quelli in quella stanza; Jacob, Louis, Elizabeth, George e Harold. Li guardavo tutti uno per uno e li salutavo, poi per ultimo saluto il più importante di loro, Liam, lui era la mia ancora mi aiutava sempre nello studio e in tutti i problemi che avevo.
<< Ehi .. ciao >> lo guardavo negli occhi quasi con commozione ,
come ho potuto tagliare i contatti anche con lui..
<< Come va? >>
<< Bene direi… e tu? >>
<< Bene ora.. Senti mi dis.. >>
<< Non c’è bisogno .. Mi racconterai poi… Sono felice di vederti >>
<< Anch’io >> dico abbracciandolo
Credo che tutti siano rimasti a guardare quella scena come se fosse una cosa molto importante quasi sacra.
<< Allora cosa vogliamo fare? >> chiedo ora rivolgendomi a tutti
<< Beh diccelo tu, sei tu la festeggiata! >> mi dice Gabe
<< Ho trovato, stasera venite tutti da me ci sarà un festa.. e poi finalmente vi spiegherò tutto .. Che ne dite? >>
Subito si alzarono cori di approvazione e tutti erano contenti della riunione di tutto il gruppo. Spiego a tutti i dettagli della festa e l’ora di inizio .
Guardo l’ora sono le undici e mezza, è tardi dobbiamo partire subito sennò non farò in tempo a fare tutte le cose.
Lo dico a Ian che subito dice di andare. Cosi saluto tutti e usciamo dalla stanza.
Prediamo alcune cose in camera mia e usciamo dal college.
 
<< Aspettami qui vado a prendere la macchina >> mi dice quando siamo nel cortile
Si allontana e va verso il parcheggio. Dopo poco si ferma davanti a me una bellissima decapottabile azzurra, quasi blu elettrico
<< Sali? >> mi dice Ian facendomi un cenno con la testa dopo aver abbassato il finestrino
Rimango sorpresa quasi a bocca aperta, immobile
<< Ma questa è una Chevrolet Camaro del ’69?! >> gli chiedo quasi retoricamente , sapevo che macchina fosse ed ero sconvolta
<< Si.. proprio lei.. aspetta tu conosci questa macchina? >>
<< Ovvio! Vado matta per le auto d’epoca!!Non posso crederci .. è bellissima >>
Mi sorride quasi come se fosse più sorpreso lui per la mia passione che io per la visione di quell’auto.
Metto le cose nel bagagliaio e partiamo.
<< Allora in che direzione dobbiamo andare? >>
<< Verso Charlottesville.. al 30 della Old Mile >>
<< Agli ordini ! >> mi dice sorridendo
Durante il viaggio Ian ogni tanto da un colpo di gas , così senza un vero motivo ,o meglio il motivo non era direttamente legato alla macchina..
Siamo ormai a metà strada tra il college e la città su una tipica strada della Virginia in mezzo al bosco
<< Ehi posso accendere la radio? >> gli chiedo
<< Certo >> mi risponde
Scorro le varie stazioni e mi fermo su WVTF la mia preferita.
Sento il ritornello di una delle canzoni che amo di più, “Salvation” di Gabrielle Aplin. Questa canzone sembra terribilmente adatta al momento, penso al suo testo Quegli occhi selvaggi, una forma psichedelica non avevo intenzione di innamorarmi di te ma sono stata sepolta e tutto ciò che potevo vedere era il bianco. La mia salvezza “ . Non riesco a smettere di guardarlo, perché penso a tutto quello è successo e a come sono stata, è vero non avevo intenzione di innamorarmi dopo tutto quello che era successo, ma lui mi ha salvata. Il momento crescente della canzone con quel suono cosi carico sembra quasi caricare ancora di più il momento. Noto Ian che accelera, non tanto vedendolo dal contachilometri, ma vedo scorrere più veloci gli alberi del paesaggio vicino a noi. Continuo a guardarlo estasiata. Finita la canzone noto che è molto pensieroso
<< Ehi .. a che pensi? >> gli chiedo abbassando il volume
<< Mh!? >> mi risponde quasi come se fosse appena uscito da un altro mondo << Niente di che.. >>
<< Sicuro? >>
<< Più o meno.. >>
<< Dai dimmi tranquillo >>
<< Il fatto è che ho un po’ paura di incontrare la tua famiglia.. se non dovessi piacergli? O se facessi qualcosa di sbagliato? >>
Non ho mai visto una persona parlarmi cosi sinceramente..
<< Ehi .. non devi preoccuparti , andrà tutto bene. Tu sei una persona fantastica, hai tante qualità bellissime. Sei dolce, simpatico, bello, educato e conquisterai tutti fidati. >> gli dico con tono sicuro per farlo calmare , è ciò che penso davvero e ciò che è.
<< Davvero pensi tutto questo? >>
<< Si! >>
<< Grazie… sul serio >> mi dice sorridendomi. Sembra molto sorpreso, come se non si aspettase che una persona potesse davvero pensare questo di lui.
<< E di che. >> concludo poggiando la mia sulla sua che si trova sul cambio.
Pochi minuti e arriviamo davanti casa mia e parcheggiamo nel vialetto affianco alla macchina di mamma.
<< Mamma siamo arrivati! >> dico aprendo la porta
<< Ehi! >> sento rispondermi da lontano
Vedo mia madre arrivare dal piano di sopra correndo giù dalle scale
<< Ciao chicca! Come va? >> , mia madre, cosi come il resto dei miei parenti, mi ha sempre chimata "Chicca" da che ricordo e ancora lo fa..
<< Tutto bene tu? >>
<< Tutto ok anch’io.. >>
<< Elèna ? >>
<< Sta di sopra si stava facendo un bagnetto.. ora la vado a prendere.. >>
<< Ehi mi aprite? >> si sente da fuori, è Ian che stava finendo di prendere le cose in macchina
<< E’ lui?! >> mi chiede mamma curiosa e un po’ esaltata
<<  Si! >>
Apro la porta. Ian era proprio davanti, mi sembrava ancora più bello con la luce del sole del mezzogiorno che rifletteva sul suo viso. Mi guardava con quel suo tipico sguardo penetrante che scivola dal basso verso l'alto, mentre inarca le sopracciglia e accenna quel suo dolce e seducente sorriso obliquo...
Ci fu un momento di silenzio, poi
<< Salve signora io sono Ian , piacere di conoscerla.. >>
Mamma rimane zitta ad osservarlo per qualche secondo e poi porge la mano
<< Miriam, piacere mio! Vieni entra pure, puoi poggiare le cose li >>
<< Si, grazie >> dice entrando e chiudendo la porta
Mamma torna su mentre io e lui andiamo nel salotto.
<< Allora ti piace qui? >> gli chiedo sedendomi sul divano
<< Molto! Davvero bella la tua casa >> guardandosi intorno
<< E ancora devi vedere il resto >> gli dico facendogli l’occhiolino
<< Non vedo l’ora.. >> mi dice facendo quel suo sorrisetto un po’ malizioso e sedendosi sul divano vicino a me
Sento il rumore di passi sui gradini delle scale, passi pesanti ma leggerissimi allo stesso momento, passi ancora insicuri, passi che avrei riconosciuto tra milioni..
Mi alzo.
<< Mamma! >> quasi urla una vocina dolce e squillante
<< Elèna amore! >> gli dico andandola a prendere davanti le scale << Come stai? >>
<< Bene… >>
<< Mhh… Senti un po’ ti vorrei far conoscere una persona.. ti va? >> le dico con tono dolce
<< Chi? >>
<< Vedrai… ti piacerà >>
Andiamo verso il salone, Ian è ancora sul divano, ma appena ci vede scatta in piedi facendo un gran sorriso, bellissimo.
<< Allora… Elèna, lui è Ian… >> non so come proseguire la frase, non so come definirlo ancora ai suoi occhi; “amico”, “caro amico”, ho pensato persino “un compagno del college di mamma”, ma nessun epiteto mi sembra adatto, non voglio ne illudere Elèna di poter finalmente avere un figura maschile che la proteggesse e si prendesse cura di lei, ne far sentire Ian imbarazzato. Rifletto ancora rapidamente per trovare una soluzione ma prima che la situazione si facesse “strana”
<< Ehi piccolina, piacere >> Interviene Ian dopo avermi guardata intensamente dritta negli occhi per un attimo, talmente intensamente e con quel suo fare di socchiudere leggermente le palpebre e scrutare con decisione ,cosa che fa quando vuol capire una cosa precisa, che probabilmente ha percepito la mia difficoltà.  << Lo sai che sei proprio bella… sembri una principessina poi con questo vestitino.. >>
<< Grattie… >>  dice semplicemente lei guardandolo e stringendo un po’ un braccino introno al mio collo per la timidezza , tipica dei bambini.

Ian rimane un po’ a guardare la piccola, estasiato, come se stesse guardando un angelo; ogni tanto posa i suoi occhi su di me come per carpire la somiglianza tra noi. Sembra quasi che il tempo si sia fermato in quel momento per permettergli di assaporare a pieno tutti i piccoli particolari dei tratti.
Metto giù Elèna poi e lei ,subito, va verso i suoi giochi e si siede sul grande tappeto posto in una parte del salotto adibito a “angolo del divertimento” . Sento ancora gli occhi di Ian addosso anche se non lo guardo, non so cosa dire, lui sembra cosi perso per lei … in un momento ho visto i loro incrociarsi e creare un legame, un legame quasi magico, chimico , una connessione che sarebbe durata per molto tempo.

Spero solo di non sbagliarmi.
   
 
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