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Autore: ethy    20/04/2016    2 recensioni
prima mia storia AU
Killian è un ricco ragazzo che incontra Emma in un particolare momento della sua vita a cui si legherà per sempre, i due si perderanno di vista e si ritroveranno con grandi sorprese nel loro presente, non sarà facile riconquistare la fiducia l'uno dell'altro, ma ci proveranno anche se un pericolo incombe sulla vita di uno dei due dovuto ad un passato non molto chiaro.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Si avvicinò, non voleva essere visto, ma forse si, rimase  immobile e indeciso a pochi passi da casa sua  quasi ad aspettarla uscire per andare a lavoro, ma vide uscire Cora per prima, che lo fissò per qualche istante, e lo salutò con un cenno della mano, bene beccato, pensò.
Poi vide uscire Emma da sola, pensava dovesse portare il figlio a scuola, magari avrebbe potuto vederlo da li, era curioso di vedere.. si esatto di vedere la somiglianza con Neal, era convinto che fosse suo, ma Emma lo intravide, nonostante si fosse spostato poco più indietro, e si diresse verso di lui.
-Jones, adesso mi controlli?-
-no sottiletta, facevo un giro..-
-già- disse lei con sguardo birichino – un giro sotto casa mia.. ok, portami a lavoro allora su, eri qui per questo no?-
-Emma, tesoro, tu non riuscirai mai a leggermi come un libro aperto, come io faccio con te ancora oggi-
Dicendo questo mise in moto, fece un cenno alla macchina che lo aveva raggiunto.
-ma ti seguono sempre?-
-al bagno e sotto la doccia al momento no-
Attese che Emma si sistemasse il casco e poi partì in direzione del porto.
Non era andato li per portarla al lavoro, voleva solo pensare, ed i pensieri lo avevano portato davanti casa sua, voleva parlarle e dirle quel che aveva passato negli anni, voleva dirle dei viaggi, della fuga, del peschereccio.. degli anni passati a nascondersi..
O forse non era ancora il momento.. Ma voleva farlo, presto, molto presto lo avrebbe fatto, voleva riconquistarla e solo con la verità ci sarebbe riuscito, la stessa verità che avrebbe preteso da lei.
 
 
 
 
***
 
 
Era una stanza molto luminosa per essere uno studio pieno di libri e dai colori prettamente maschili.
Libri ovunque, sparsi tra i mobili scuri ed il divano in pelle marrone, l’odore della carta impregnava l’aria della stanza mentre tra i libri un uomo elegante dai capelli neri e gli occhi penetranti osservava dei documenti attentamente, come se fosse in ansia, come se da questi dipendesse qualcosa di importante.
Non aveva mai parlato di quei documenti al nipote, aveva il timore di sconvolgere nuovamente l’equilibrio che il ragazzo aveva ritrovato dopo quella brutta notte, poi la sua scomparsa, i documenti dimenticati in cassaforte, la felicità di riaverlo in casa, la finta dimenticanza di quelle carte, o forse solo la voglia di proteggerlo, o di proteggersi, o di non dover di nuovo soffrire aveva lasciato  quella storia sepolta nella cassetta di sicurezza, ma ora, quegli incubi erano tornati avevano ripreso il sopravvento, e di nuovo  in modo incessante da quando qualche tempo prima incendiarono la piattaforma… da quando lui aveva deciso nuovamente di creare il caos.
 
Eithan non sapeva piu come far fronte a tutti quei pensieri che gli schiacciavano lentamente il cuore in una morsa incontrollabile.
Aveva provato a ricontattare il fratello, aveva provato a farlo ragionare ma Brennan non aveva intenzione di cedere,era sicuramente impazzito, e lui doveva fermarlo a tutti i costi.
 
 
-ti prego Brennan, lascialo in pace, è come me che ce l’hai-
-ti sbagli fratellino, la colpa di quel che è accaduto è di entrambi-
-hai rinunciato alle imprese di famiglia, e non ne capisco il motivo, ma posso ritirarmi e darti la mia quota, ti prego cerca di ragionare-
-non sono i soldi che mi interessano, è la sofferenza, la tua che voglio-
-bene, incontriamoci, dimmi che posso fare, dammi la possibilità di rimediare-
-non puoi rimediare più ormai, puoi solo pagare e per farlo sai bene chi ci andrà di mezzo-
-È tuo figlio Brennan, non puoi veramente volergli cosi male, ha i suoi occhi, non conta nulla per te che il ragazzo le somigli e che ti abbia sempre cercato? Non ha sofferto già troppo?-
-Non è mio figlio, lo sappiamo entrambi…. ora, quel ragazzo non doveva venire al mondo… lo perderai, e forse in quel momento capirai cosa mi hai fatto-
-incontriamoci, parliamone, ti prego non mi hai mai lasciato spiegare, c’è un motivo per tutto questo-
-si, c’è, è quel che hai fatto, solo per riprendertela una notte sei riuscito a togliermela per sempre-
-Brennan, io.. lascia che ti spieghi..-
 
 
Cosi si concluse la telefonata l’ultima volta, da quel giorno Eithan intensificò la sicurezza sulla piattaforma,ma non servì a molto, qualcuno riuscì ad entrare ed appiccare l’incendio,  Killian quel giorno che doveva essere presente, proprio nel deposito incendiato, era stato chiamato per una presentazione sulla terra ferma per fortuna.
Sulle petroliere,c’era il doppio dell’equipaggio, e per spiegare al nipote che erano necessari tutti quegli esuberi, beh non era stato semplice.
La sua scorta non fu un grande problema dopo l’incendio, accettò di essere seguito in quanto membro del consiglio di amministrazione ed unico erede delle imprese ma solo dopo un’estenuante battibecco sulle sue capacità di aver cura di se stesso, specialmente dopo aver passato 5 anni su un peschereccio di cui 2 come mozzo,riuscì ad imporgli una scorta ridotta, ovunque suo nipote potesse andare Eithan aveva predisposto il massimo controllo con o senza la sua collaborazione, suo fratello era impazzito con le buone o con le cattive lo avrebbe fermato, a costo di strangolarlo con le sue stesse mani.
 
Nascosto tra i libri disordinati, immerso nei pensieri quel uomo elegante dai capelli corvini e gli occhi penetranti ripose i documenti nella cassetta di sicurezza, poi in cassaforte ed uscì per andare ai cantieri come ogni giorno.
E come ogni giorno aveva in mente solo una cosa: trovare suo fratello e rinchiuderlo.
 
 
 
***
 
 
 
 
-eccoci arrivati Swan, sicura di non voler fare colazione prima di entrare e lasciare questo affascinante povero ricco ragazzo da solo?-
Emma si girò a sorridergli e nel mentre arrivò David con due caffè
-scusa Jones, non eri previsto-
-David?! Ma ti pare..Emma tesoro, ci sentiamo dopo- cosi dicendo si avvicinò alla guancia di lei per darle un bacio, lei si rigirò di scatto e finirono per sfiorarsi le labbra, la scossa  lasciò entrambi incantanti persi nei reciproci occhi, tanto che David dovette tossire più volte per spezzare quel legame di sguardi, che avvampò nei loro volti.
-Jones, ti senti bene amico? Hai le orecchie rosse- disse sogghignando David
Killian si grattò dietro l’orecchio destro, esattamente come faceva da ragazzino, Emma non potè non notarlo e guardarlo come lo avrebbe guardato anni fa, persa nella sua tenerezza.
-ti passo a prendere?-
-no, no devo fare delle commissioni con Regina-
-bene, oh.. bene-
-ti chiamo se vuoi ok?-
-ok, si a dopo Swan-
 
-Emma spiegami che cosa c’è tra voi due, di nuovo, perché credo di essermi perso qualcosa tra ieri sera e questa mattina-
-smettila di prenderlo in giro, ricordati che è il mega capo della mega compagnia -
Disse lei sbeffeggiando David, che le sorrise e le diede il caffè facendole cenno di precederlo in ufficio.
-dai mettiamoci al lavoro e chiudiamo questa faccenda petroliere-
 
Cosi dicendo Emma prese il telefono per accordarsi con le squadre di recupero delle cisterne, i progetti di Killian erano ingegnosi, quelle cisterne potevano essere estratte dalla nave una volta svuotate e portate via senza danno alcuno all’ambiente, era affascinata da come aveva progettato il tutto e da come aveva pensato alla salvaguardia del mare, ma forse per lui, che amava il mare in modo incondizionato, era normale pensare di proteggerlo prima di ogni altra cosa.
Si passò le dita sulle labbra, forse potevano ricominciare, forse potevano parlare e chiarirsi..
 
 
***
 
 
Un enorme boato fece accendere tutte le sirene, Emma e David uscirono di corsa dall’ufficio, davanti ai loro occhi la petroliera semi affondata era un tizzone ardente, pronta per eruttare come un vulcano in mille scintille e in mille pezzi, sarebbe stato un vero disastro.
Emma si diresse al motoscafo e David la fermò
-sei impazzita?-
-David ci sono persone che stanno lavorando su quella nave? Bisogna aiutarli?-
-Emma, Emma, ragiona, noi due non possiamo fare nulla, con quel motoscafo se non suicidarci, chiama i soccorsi e poi Jones, io chiamo la petroliera gemella, per vedere se da loro è tutto regolare, andiamo-
 
 
 
 
 
***
 
“avanti Killian, rispondi al cellulare, dimmi che come mi hai lasciata non sei salito su quella nave, avanti… rispondi..”
-Emma allora?-
-no, non risponde, ma  i soccorsi sono arrivati ora-
-vedrai che starà parlando con gli avvocati e non può risponderti- disse David cercando di infonderle speranza
-si, sarà cosi- “ma il mio Killian non avrebbe mai ignorato una mia telefonata..” pensò
 
 
***
 
“avanti ragazzo, rispondi al telefono…” disse tra se Eithan
-preparate l’aereo non ho intenzione di restare qui un momento di più-
-signore c’è la riunione del consiglio tra poche ore-
-non me ne frega niente  del consiglio!! Io sono il padrone qui dentro!! Ho detto di prepararmi l’aereo, è ora che veda di persona questo incidente con le petroliere!!!-
-certo signore, saremo pronti tra massimo 90 minuti-
-sbrigatevi!-
 
“Brennan prega di non esserci tu dietro a tutto questo altrimenti nemmeno scappare su di un’isola deserta ti potrà salvare da me!”
-CLARKE!!! Dannazione rispondi a questo telefono!!!-






angolo dell'autrice: eccomi di ritorno, scusate per l'assenza, allora forse il capitolo è un po' corto, ma ho cercato di delineare un po' di più la storia, confesso che scrivere AU non è proprio facile ed a volte vorrei scrivere un sacco di cose e mi trovo a pasticciare con i periodi..
spero vi piaccia
a presto!
Ethy
   
 
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