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Autore: cin75    20/04/2016    5 recensioni
Jared è un artista molto particolare e unico nel suo genere.
Jensen è un critico molto apprezzato e unico nel suo genere.
Entrambi hanno un passato alle spalle. Entrambi capiranno che devono vivere il presente. Entrambi faranno di tutto per avere un futuro insieme!!!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Richard Speight Jr.
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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" Ci sono due notizie ..."

“E, cosa? Giochiamo a “prima la brutta o prima la bella”? scherzò Jared, ma solo per cercare di combattere il panico che gli attanagliava lo stomaco.
“No, in effetti, dal punto di vista medico chirurgico possono essere viste entrambe ... positive!” asserì fiducioso il medico.
“E questo che significa?!” intervenne Rich.
“Vi spiego: il colpo ricevuto di recente dalla caduta ha causato un nuovo ematoma ..”
“E come fa questo ad essere una notizia buona?!” ironizzò Jared che istintivamente , alle parole del medico, aveva cercato la mano di Jensen e naturalmente l’aveva trovata.
“Lo è perché questo nuovo ematoma, più grande e per questioni di tempistica ancora …come posso spiegarvi….elastico, ha inglobato quello preesistente e che causava la tua cecità, Jared!” spiegò semplicisticamente.
“Ho capito, ma a quanto pare questo nuovo ematoma mi ha reso definitivamente cieco. Se prima vedevo qualche luce o distinguevo almeno delle ombre, ora…ora io….”
“La questione è che questo nuovo ematoma è operabile Jared!” lo fermò Benedict.
“Come?...cosa?!” fece Jensen. “Che significa che è operabile?!”
“Che se agiamo in fretta, possiamo eliminarlo e con lui eliminare anche quello più vecchio. E se siamo fortunati….se la zona in cui era incastrato quel piccolo bastardo , in questi anni, ha comunque ricevuto ossigeno ed è ancora vascolarizzata, possiamo sperare che tu….”
“…che eliminando l’ematoma, possa tornare a vedere?!” azzardò Jared.
“Se dopo aver eliminato entrambi gli ematomi, lì dentro è tutto a posto, abbiamo il 90 per cento di possibilità che tu..sì, Jared…che tu possa tornare a vedere!” rispose Il dottore con tono ottimistico.

Jensen guardò fisso Jared che invece sembrava spaventato. Rich pareva confuso anche lui e Benedict lo notò.

“Ok! Rich…credo che tu abbia bisogno di un caffè e che i due ragazzi debbano parlare.” fece guadagnando l’uscita con l’amico. “Jared?” fece poi rivolgendosi di nuovo al ragazzo. “Se decidi, dovrò operarti stasera stessa. Non possiamo aspettare e rischiare che la situazione cambi!” sembrò avvisarlo e vide il giovane annuire appena.
 
“Che devo fare, Jensen?!” chiese alla ricerca di un consiglio. Se si operava e tutto andava bene , avrebbe visto di nuovo. Ma se le cose fossero andate in maniera diversa, lontane dall’andare bene, la sua vita sarebbe stata una lunga strada immersa nel buio. “Che devo fare?...io..io…ho paura di…”
“Va bene! Ascoltami, piccolo!” fece Jensen sedendosi accanto. “Qualsiasi cosa tu decida, e qualsiasi cosa accada dopo che avrai deciso, l’affronteremo insieme. Io ti starò vicino, sempre. Non metterai un passo senza di me. Al diavolo Rich che continua a ripetermi che non devo metterti sotto una campana di vetro. Tu sei la cosa più bella e preziosa che mi sia capitata e non permetterò mai più a nessuno di farti del male. Io e te , piccolo. Qualunque cosa accada , saremo sempre io e te!” e quelle parole le disse con una tale convinzione e forza che Jared riuscì a percepire ogni briciolo d’amore che quelle stesse parole racchiudevano.
“Io e te?!”
“Sempre, amore mio. Per sempre!”
“Jensen?!” lo richiamò Jared, ancora stretto nell’abbraccio del suo amato.
“Si, piccolo!”
“Ti prego non ridere di me per quello che sto per dirti…” iniziò Jared arrossendo appena.
“Non l’ho mai fatto, amore. Non ho mai riso di te. Ho sempre riso ..con te!”
“Sì, lo so. Ma quello che voglio dirti è…che per quanto io non riesca a vederti, per la mia mente e il mio cuore tu sei un immagine nitida e bellissima…”
“Jared…”
“ ….perché ti vedo con gli occhi dell’amore. E quelli non possono essere ciechi!”
Jared dopo quella dolcissima dichiarazione sentì le braccia di Jensen stringerlo ancora più forte ed ebbe l’impressione che il compagno fosse come…scosso da leggeri tremori.
“Jensen…tu…stai…”
“E’ colpa tua, piccolo. È tutta colpa tua!” sospirò Jensen baciandogli il capo nascosto sul suo petto mentre, discretamente , tirava su col naso.
 

Le ore che seguirono l’operazione di Jared furono interminabili e stressanti. Ogni infermiera o persona che usciva dal reparto in cui c’erano le varie sale operatorie passavano accanto ai due in attesa, come se nemmeno esistessero.
“Ma quanto ci vuole ancora?!” ringhiò esasperato quando l’ennesima infermiera gli passò indifferente accanto.
“Sta’ buono, Jens. E’ della testa di Jared che stiamo parlando. Hai idea del casino che ci avranno trovato i dottori quando avranno aperto?!” ironizzò Rich , un  po’ per sdrammatizzare , un po’ per cercare di calmare anche se stesso.
Quando finalmente , un addetta alle sale, li andò ad avvisare che l’operazione era finita e che stavano portando Jared in camera, i due invece, si avviarono verso il dott. Benedict che aveva fatto cenno loro di avvicinarsi.
“Allora come è andata?!” chiese Jensen.
“Abbiamo rimosso entrambi gli ematomi e sembra che ci sia ancora vascolarizzazione nella zona colpita già sette anni fa.” Riferì mentre aggiornava la cartella che aveva tra le mani.
“Questo significa che…”
“Questo significa che l’operazione è andata bene, che Jared starà bene, ma che per il resto dovremo aspettare di togliere le bende. Domani mattina sapremo il resto!” fece risoluto. “Ora!, so che dire di andartene a casa è inutile…” fece guardando Jensen. “..ma almeno cerca di riposare un po’.” affermò mettendogli una mano sulla spalla con un gesto amichevole. “E tu?” fece rivolto a Rich. “Non hai più l’età per queste maratone. Va a riposare anche tu!”
“Ma se abbiamo la stessa età!!??” fece offeso
“Ehi!! io sono più giovane di te!” affermò il medico.
“Seh!! Di 17 giorni!!” replicò l’altro.
“17 giorni fanno un enorme differenza!!” continuava mentre si trascinava verso la macchina del caffè l’amico, lasciando a Jensen la possibilità di raggiungere Jared.

Il giovane dormì per tutta la notte e Jensen, per tutta la notte, restò al suo fianco, di tanto in tanto però il sonno vinceva su di lui e allora appoggiava la testa sul bordo del letto accanto alla mano del compagno e lasciava che quella sonnolenza lo avvolgesse dolcemente.
La mattina fu svegliato da un infermiera che lo avvisava che i dottori sarebbero arrivati presto per il solito giro e quindi Jensen si diede una sistemata veloce e attese l’arrivo di Benedict.
“Jensen?!” fece la voce assonnata e appena stentata di Jared.
“Ehi, Jared!! Sei sveglio….finalmente.” fece Jensen andandogli immediatamente vicino e accarezzandogli il viso per fare diventare quella sua presenza qualcosa di più concreto. Si chinò e gli posò un bacio leggero sulle labbra. “Ciao, amore mio!”
“Ciao!” rispose con un sorriso Jared. “Come è andata?!” chiese poi.
“Benedict sta arrivando. Tra un po’ toglieranno le bende e sapremo se…”
“…c’è luce alla fine del tunnel!”
“Andrà bene, Jared. Andrà bene!” volle rassicurarlo il maggiore, anche se, pure lui  temeva l’esito finale dell’operazione.
 

Benedict tagliava con attenzione le bende intorno alla testa di Jared.
“Tranquillo!! Non ti rovinerò il taglio!” scherzò mentre continuava.
“O sbagli pure dottore!!” fece la voce di Rich. “Chissà che sia la volta buona per farlo sembrare un uomo invece che un modello da cartellone pubblicitario!!”
Quelli presenti nella stanza risero e questo servì a sciogliere almeno per alcuni momenti la tensione anche perché ormai le bende erano finite e rimanevano da rimuovere solo le ovattine poste sugli occhi di Jared.
“Allora Jared, ora chiuderò le persiane, perché nel caso in cui , come ci auguriamo, tutto sia tornato in ordine, non voglio che i tuoi occhi siano colpiti da troppa luce tutta insieme. Una volta che avrò rimosso le garze, man mano aprirò le persiane alle finestre così che tu ti possa riabituare pian piano. Ok!?” spiegò quello che sarebbe successo di lì a poco.
Jared sentì le mani del dottore sugli occhi. Sentì quel leggero fastidio di cotone sparire e attese.
“Va bene, Jared. Ora…prova ad aprire gli occhi. Lentamente. Con calma!” lo istruì.
 
Jensen vide Jared stringere gli occhi e non capiva se era perché provava dolore oppure perché cercava il coraggio di aprirli e agitato guardò Rich.
L’amico gli fece cenno di stare tranquillo e di dare tempo al tempo, ma anche lui fremeva.
 
Jared aprì piano gli occhi e poi li richiuse per poi aprirli di nuovo e tenerli aperti anche se sembrava gli costasse fatica.
“Jared?” lo richiamò il medico che finestra dopo finestra, apriva lentamente le persiane. “Jared vedi qualcosa?!” chiese ancora, per poi tornare al fianco del suo paziente.
Il giovane non rispondeva. Sembrava solo spaesato. Si guardava attorno come se non sapesse nemmeno dove si trovava e la cosa più assurda era che nessuno in quella stanza riusciva a capire se Jared vedeva o meno.
“Jensen?!” fu l’inattesa richiesta del giovane.
“Sì…sì, Jared. Sono qui!” fece l’altro, avvicinandosi di fretta al letto.
Il giovane alzò una mano verso di lui, in chiara richiesta di sostegno e a Jensen prese il panico.

Dio, no!! Non vede!, pensò mentre stringeva con forza la mano che gli era stata porta.

“Andrà tutto bene, Jared. Andrà tutto bene!!” allora disse credendo di portare conforto e rimanendo stupito quando vide un sorriso piegare le labbra del giovane compagno.
“Sapevo che dovevi essere bello, ma che il verde dei tuoi occhi fosse un tale spettacolo…non potevo immaginarlo!” disse guardandolo dritto negli occhi.

E lo guardava. Dio!! se lo guardava. E lo vedeva.

La bocca di Jensen si spalancò dallo stupore e dalla felicità. Anche se non riusciva a dire niente data l’emozione che stava provando in quel momento.
“Sìììììì!!!” fu il grido di compiacimento di parte di uno dei presenti nella stanza.
Jared guardò appena dietro le spalle di Jensen per vedere a chi fosse appartenuto un simile entusiasmo.
Fissò l’uomo, basso di statura, almeno in confronto a lui o a Jensen. Castano, i capelli tirati indietro e una faccia decisamente furba e con una barba che lo rendeva decisamente affascinante.
“Rich?!” sembrò chiedere.
“Sì, ragazzo. Sì!” fece l’altro e non potè impedire alla sua voce di mostrare una sincera emozione.
“Finalmente ci conosciamo, Rich!” ironizzò mentre l’uomo gli si avvicinava. “Non ti facevi così….basso!” scherzò.
“Non sono basso. Sei tu che sei un dannato gigante!!” replicò Rich facendogli una sentita carezza che partì dalla fronte fino al viso raggiante. “Felice che tu stia bene, ragazzo. Felice che tu stia bene!!”

Il giovane gli sorrise riconoscente e poi tornò a fissare il ragazzo che in quei momenti non aveva mai lasciato la sua mano e che , nonostante fosse un ottimo oratore, non era riuscito a dire ancora niente.
“Jensen?!” lo richiamò il giovane. Ma gli occhi di Jensen risposero per lui. Era radiosi. Erano felici. Erano emozionati e soprattutto erano lucidi di lacrime costrette a non cadere per non peggiorare la situazione. Il ragazzo si limitò ad annuire, per far capire che era tutto a posto.
“Di’ qualcosa, Jensen!”
Jensen prese un respiro profondo. “Ti amo!” disse solo soffocando in una risata nervosa un singhiozzo e poi passandosi la mano libera dalla mano di Jared, sul viso.
Jared non insistette. Gli bastava.
“Ti amo anch’io!” rispose.
   
 
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