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Autore: Aagainst    21/04/2016    2 recensioni
Una serie di omicidi sconvolge Washington. Le vittime sono tutti ragazzi, pestati a sangue. La squadra è chiamata a risolvere il caso, ma il rischio di rimanere intrappolati in un gioco mortale sarà altissimo
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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5.

Il vero inferno è svegliarsi ogni mattina
e non sapere perché esisti
(Dal film Sin City)
 
-Povero ragazzo.- mormorò Morgan, scostando il telo che copriva il cadavere.
-È lui, vero?- domandò la Prentiss, sperando di ricevere una risposta negativa che, però, non arrivò.
-Sì, è lui. È Josh Taylor.-  affermò il federale.
-È il fratello di Elizabeth?- chiese incuriosita JJ. Lei e Reid avevano raggiunto il resto della squadra sulla scena del crimine, immediatamente.
-Sì. Da quanto ha detto a me e a Morgan stava cercando la sorella.- rispose Emily.
-Ciò vuol dire che, probabilmente, abbiamo ragione e che la ragazzina è davvero implicata in questa faccenda.- osservò Spencer.
-O magari l'S.I. aveva solo bisogno di una vittima.- ribatté Rossi.
-Nah, non ci credo nemmeno io a questa cosa che ho detto.- si rimangiò tutto David.
-Meglio non escludere nessuna pista, comunque.- sentenziò Hotch.
 
JJ e Spencer salirono in macchina. La donna sbatté la portiera.
-JJ...- 
-"JJ" un bel niente! Devo trovarla! Chissà se sa cosa è successo a suo fratello! O magari le è successo qualcosa!-.
Reid deglutì. 
-Metti in moto l'auto.- ordinò.
Jennifer si voltò verso l'amico, attonita.
-La vuoi trovare no? Beh, l'unico modo è cercarla.- spiegò pacatamente Spencer. JJ provò a controbattere, ma era rimasta troppo stupita dall'atteggiamento così sicuro di Reid che non riusciva a spiccicare parola e poté solo mettere in moto l'automobile. Spencer abbassò lo sguardo e sospirò.
 
Elizabeth si sedette per terra, sfinita. Il sole era alto nel cielo e lei stava morendo di caldo. Aveva voglia di scappare, senza lasciare alcuna traccia di sé, ma sapeva che non sarebbe mai stato possibile. Loro l'avrebbero trovata e lei non sarebbe mai stata al sicuro, da nessun posto. Lanciò un urlo, noncurante del fatto che avrebbero potuta sentirla anche dei poliziotti. Anzi, magari l'avrebbero arrestata e condannata alla pena di morte, liberandola da quel fardello che è la vita, sempre che la sua si potesse chiamare tale. Si trovò a pensare a quella federale dai capelli biondi che l'aveva quasi presa e scoppiò a piangere.
 
-La vedi?- chiese JJ a Reid.
-No, nessuno che le assomigli. Anzi, aspetta, torna indietro!- esclamò il più giovane. Jennifer indietreggiò e, dopo aver fermato la macchina, si mise a osservare la ragazzina seduta sul marciapiede tutta sola che aveva davanti.
-Reid, rimani qui per favore. Se ci sarà bisogno di sparare, tu spara.- asserì la donna, posando la sua pistola sul sedile.
-Che vuoi fare?- domandò Spencer.
-Voglio solo parlarle.- rispose JJ, aprendo la portiera e recandosi velocemente verso la giovane la quale, vista l'agente, si alzò e fece per correre via.
-Non scappare, aspetta! Sono disarmata, voglio solo parlare!- esclamò Jennifer.
-Beh, io no!- ribatté la ragazza.
-Elizabeth, qualsiasi cosa stia succedendo ti prometto che farò il possibile per aiutarti.- affermò la federale.
-Nessuno può aiutarmi! Nessuno! Vattene via prima che ti spari! Ho una pistola e non ho paura di usarla.- la minacciò la ragazzina. 
-Puoi spararmi, se pensi sia giusto farlo. Ma non credo che sia ciò che realmente vuoi.- replicò JJ. Per tutta risposta, Elizabeth estrasse dalla tasca una pistola e se la puntò alla tempia.
-Allontanati o lo faccio!- urlò. Jennifer, invece, avanzò.
-Lo faccio! Mi ammazzo! Lo faccio!- Continuava a gridare la ragazzina, in lacrime.
-Fermati o premo questo fottuto grilletto e la mia testa salterà in aria!- sbraitò. JJ fece un passo indietro.
-Elizabeth, dammi la pistola. Non è quello che vuoi.- 
-Tu non sai un cazzo riguardo a ciò che voglio!- ribatté la ragazzina. Jennifer allungò la mano, avanzando un pochino.
-Fermati o mi sparo!- continuò a urlare la diciassettenne, tremando.
-Non voglio morire.- mormorava tra sé e sé, fino a quando la mano della donna non afferrò la sua, stringendola. La pistola le cadde e rimase così, immobile. 
-Vieni con me. Qualunque sia il problema, ti prometto che ti aiuterò.- promise JJ.
-Non puoi.- mormorò la ragazzina.
-Mi dispiace, ma devo andare.- disse poi, scappando via e lasciando Jennifer da sola, attonita.
 
-Si può sapere perché non hai chiamato?- domandò Hotch, arrabbiato.
-Io... Io pensavo di poterla portare qui.- rispose l'agente Jareau.
-Hai rischiato la tua vita, quella di Reid e quella della ragazzina.- commentò Aaron. JJ chinò il capo. 
-La prossima volta...-
-La prossima volta ci sarà un'agente in meno in questa squadra se dovesse succedere nuovamente una cosa del genere.- la ammonì Hotch. JJ annuì, uscendo dall'ufficio. Spencer le si avvicinò. 
-Non è colpa tua.- lo rassicurò lei.
-Se non ti avessi convinta a cercarla...-
-No, Spencer. Cercarla è stato giusto, ma, una volta trovata, avrei dovuto chiamare gli altri. Hotch si è arrabbiato per questo.- lo tranquillizzò la donna, con un sorriso. 
-Io... Vorrei parlare anche di altro.- esordì il collega.
-Non trovi strano il cambiamento di comportamento di Elizabeth? Insomma, non era una ragazza ribelle e strafottente?- osservò Spencer. JJ annuì.
-Ieri, invece, sembrava così... Indifesa. Pareva quasi che ci aspettasse, che fosse tentata di lasciarsi arrestare.- continuò Reid, con il suo solito acume. 
-Sembrava come sconvolta da qualcosa, ma non penso sapesse del fratello.- ragionò JJ. 
 
-Morgan, tutto a posto?- domandò Rossi. L'afroamericano sembrava piuttosto stravolto.
-Sì, sto bene. Stavo solo pensando a quel ragazzo. E se non l'avessero ucciso solamente per tappargli la bocca? Se si trattasse, anche in questo caso, di un'omicidio rituale?- ipotizzò Derek.
-Ragioniamo: il ragazzo stava cercando la sorella e aveva deciso di collaborare con noi. E questo fa presupporre che volessero evitare che parlasse. Eppure l'abbiamo trovato esattamente come gli altri cadaveri, martoriato da calci e pugni.- osservò l'afroamericano.
-Abbiamo dei riferimenti temporali per quanto riguarda gli omicidi?- domandò Hotch.
-Gli omicidi non seguono uno schema né per quanto concerne le date, né per quanto riguarda i giorni stabiliti.- spiegò Reid.
-In pratica, continuiamo a non avere nulla in mano. Fantastico.- sbottò Emily.
-Beh, sappiamo che, probabilmente, un gruppo settario che si fa chiamare "Unchained" potrebbe essere il responsabile di questi omicidi e che Elizabeth Taylor, diciassette anni, dovrebbe essere coinvolta.- ribatté Morgan.
-E immaginiamo che le sia successo qualcosa che l'abbia scossa molto, a giudicare le reazioni di stamattina.- aggiunse Rossi.
-Garcia, non hai trovato nulla sugli Unchained?- chiese poi.
-Stavo giusto cercando. Ogni tanto qualche blogger accenna a un gruppo settario sconosciuto e non meglio identificato costituitosi da poco e pronto a mostrare quanto vale.- asserì Penelope.
-Fai immediatamente una lista dei blogger che ne parlano e rintracciali.- ordinò Hotch.
-Non è necessario. È sempre lo stesso, lo conosco. Si chiama Owen Klee, ha lavorato per qualche tempo come giornalista per il Washington Post per poi ritirarsi e aprire questo blog in cui denuncia, secondo lui, ciò che non funziona nella nostra amata città.- spiegò l'informatica.
-Procurami immediatamente l'indirizzo. Reid e Prentiss, andate a trovare Klee. Morgan e JJ, ritrovare la ragazzina e portatela qui. Niente mosse azzardate, per qualsiasi problema chiamate immediatamente anche il resto della squadra. Non voglio incidenti, chiaro? Comunque sia, avrete degli agenti che vi aiuteranno. La nostra priorità assoluta è trovare Elizabeth Taylor. Mi sono spiegato?-. Derek e Jennifer annuirono.
-Hai idee per trovarla?- domandò Morgan.
-Possiamo iniziare le ricerche vicino all'isolato in cui l'ho incontrata stamattina.- propose JJ.
 
L'uomo era seduto su una sedia. Stava compilando delle carte, molto concentrato. Improvvisamene, qualcuno bussò alla porta.
-Chi è?- si innervosì.
-Sono io, signore.- rispose una voce.
L'uomo sospirò. Si coprì il volto con un passamontagna.
-Entra.- ordinò. La porta si aprì.
-Che vuoi Elizabeth? Mi stai disturbando.- affermò, con tono violento.
-Volevo dirle che ho fatto quello che mi ha chiesto.- asserì la ragazzina, terrorizzata.
-Bene, ora fila. A meno che tu non voglia essere la prossima. Hai visto che fine fanno i traditori.- 
-Pete era un traditore, signore?- domandò la diciassettenne. L'uomo si avvicinò verso di lei e le carezzò una guancia. Quel gesto, apparentemente dolce, le fece gelare il sangue. 
-Voleva lasciarci e abbandonare il Grande Progetto. Gli abbiamo solo facilitato le cose.-.
Elizabeth chiuse gli occhi. E, in quel momento, si pentì come non mai di non aver premuto il grilletto quella mattina.
 


Angolo dell'Autrice

Ehilà! Capitolo abbastanza lungo, che non mi soddisfa a pieno, in realtà. Forse sono troppo autocritica, ma spetta a voi giudicare. Ho adorato descrivere le sensazioni di Elizabeth, quello lo ammetto. Spero piacciano anche a voi. 
Grazie a CloveRavenclaw39 per la recensione! Vi invito a commentare, anche negativamente se serve. Ho bisogno di un feedback per poter migliorare.
Alla prossima!
   
 
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