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Autore: gallifreyandemigod    22/04/2016    1 recensioni
Alexander Lightwood era molte cose, ma non era ancora riuscito a trovare il genere musicale adatto lui.
Dopo gli avvenimenti in Città delle Anime Perdute, la solitudine lo avvolge.
Chissà che possa essere proprio la musica a salvarlo e a ricondurlo al suo amato.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Magnus Bane, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alec era nervoso. Si sentiva come una vergine la prima notte di nozze: spaventato ed eccitato allo stesso tempo.
Aveva acconsentito ad accompagnare e di farsi accompagnare a sua volta da Simon, o come iniziò ad auto dichiararsi il “Maestro Jedi di un Giovane e Sperduto Padawan che Deve Essere Istruito alle Arti Musicali”, in un negozio di dischi a Manhattan dal nome quasi impronunciabile.
Da quando due giorni prima il suo “Mentore” gli aveva regalato, -Non mi interessa, Simon, non te li torno. Ne hai centinaia tu! Li tengo io. Fine della discussione-, i suoi primi due Cd, Alec era stato risucchiato dalla musica.
A causa degli allenamenti e delle ricerche per trovare Sebastian, non era riuscito a sgattaiolare facilmente fuori dall’istituto, ma dopo aver imparato a memoria tutte le parole e le note dei due album a sua disposizione, decise di cambiare aria e trovare una terza raccolta che avrebbe temporaneamente saziato la sua sete di rumore, come lo definì Maryse, sua madre, entrando nella sua camera mentre ascoltava “Young Volcanoes” dei “Fall Out Boy”.
Arricciò lievemente il naso al breve ricordo e continuò a camminare per raggiungere il punto dove si sarebbe incontrato con Simon.
A detta del Diurno, il locale ere era difficile da trovare, se non si sapeva cosa cercare. Apparentemente da fuori sembrava completamente innocuo, ma all’interno la musica rock era così alta da non permettere agli acquirenti neanche di pensare.
Alec era elettrizzato.
Dall’altro lato della strada vide Simon, che pazientemente lo aspettava. Una volta raggiunto, il Vampiro distese le sue labbra in un grande sorriso e gli chiese: “Sei pronto?”.
Alec annuì più volte, ormai impaziente, e questo fece esplodere l’altro ragazzo in una fragorosa risata. Appena riuscì a riprendere fiato, se così si possa dire per un morto-vivente o non-morto, Simon aggiunse :“Hai tolto la runa dell’invisibilità, vero? Non vorrei che mi prendessero per pazzo in uno dei miei negozi preferiti perché parlo al vento”. Dopo aver rassicurato l’amico, entrambi i giovani entrarono.
Non appena vide le pareti ricoperte di poster e chitarre e vari corridoi separati da file e file di dischi in vinile nelle loro delicate custodie cartacee e di Cd plastificati, il giovane nephilim si sentì sopraffatto dall’emozione: la musica lo avvolse a tutto volume di getto e un forte odore di legno di riempì le narici. 
Simon era già partito verso l’esplorazione degli scaffali alla ricerca di qualche disco, ‘Probabilmente sta cercando un’altra copia di “Save Rock And Roll”, visto che gli ho praticamente rubato la sua’ pensò Alec, senza riuscire a muoversi dall’uscio della porta.
Un giovane uomo sulla trentina gli si avvicinò chiedendo allo shadowhunter se stesse cercando qualcosa di particolare, ma Alec era troppo preso dalla musica che usciva dalle casse poste ad ogni angolo della stanza per accorgersene.
Come in ipnosi avanzò verso gli scaffali passando le sue dita sulle cover dei dischi in vinile, senza mai smettere di ascoltare le note che riempivano l’ambiente. Al momento vi era un forte assolo di chitarra, seguito da una voce femminile che quasi urlava; Alec non riuscì subito a capire il significato della canzone, e neanche perché la donna si stesse rivolgendo a un barracuda, un pesce, dicendogli di “burn it to the wick”(Barracuda, Heart), ma decise che avrebbe indagato in seguito, facendosi trasportare dal ritmo.
Senza mai smettere di girare fra gli scaffali, il nephilim ascoltava distrattamente la musica che finiva e ricominciava, passando da artista a artista e di genere in genere. Gli rimasero impresse nella mente una canzone dagli accordi di chitarra molto veloci che parlava di persone colpite da un tuono e probabilmente sesso (Thunderstruck, AC/DC) e una dalla melodia nostalgica e lenta, scandita da un ritmo preciso e regolare, che parlava d’amore e destino (Can’t Help Falling In Love, Elvis Presley).
Inutile dire che entrambe le canzoni riaffiorarono nella mente un’unica immagine: un bell’uomo dai tratti asiatici, i capelli alzati e ricoperti di brillantina, gli occhi dalle iridi allungate come quelle di un gatto.
Una lacrima solitaria scese sulla guancia del giovane shadowhunter dal cuore spezzato alla fine della seconda canzone, ma non fu quella a entrare nella sua mente e sotto la sua pelle al momento: il suo posto fu preso da quella subito successiva.
Alec si fermò all’improvviso tenendo le orecchie tese per afferrare le note il più possibile. Un’altra melodia moderata, né troppo veloce né troppo lenta, riempì l’aria. Anche questa era ritmata, stavolta il tempo scandito con un tamburo, ma il significato era diverso: questa non sembrava parlare d’amore, o almeno così pareva al giovane; la storia sembrava raccontare di una rinascita, di una “new age”. La voce maschile che animava le parole era calda e melodiosa, perfettamente fusa con il ritmo.
Era quello di cui Alec aveva bisogno: non voleva crogiolarsi nel suo dolore e nel vuoto che occupava il suo petto ogni qualvolta fosse solo, doveva trovare il modo per andare avanti.
Appena la canzone finì ne partì un’altra, ma oramai l’attenzione dello shadowhunter era rivolta ad altro.
Cercò con lo sguardo l’uomo che prima aveva ignorato e lo raggiunse a grandi falcate. Il pover’uomo sbiancò alla vista di Alec, che era di parecchie spanne più alto di lui, ma riprese tutto il suo contegno non appena il ragazzo chiese: “Mi scusi, può dirmi il titolo della canzone precedente?” e tirò fuori uno dei suoi più dolci sorrisi. L’uomo disse tranquillamente il titolo, ‘Radioactive’ degli ‘Imagine Dragons’, e indicò gentilmente ad Alec dove trovare l’album.
Dopo aver ringraziato il suo interlocutore, il nephilim raggiunse il Diurno, che aveva in mano un grosso vinile, -Tutto, Alec, e dico proprio TUTTO, suona meglio in 33 o 45 giri- gli aveva confessato precedentemente.
Nonostante gli fosse piombato alle spalle, Simon non batté ciglio all’improvvisa apparizione del giovane, merito dei suoi riflessi da vampiro. Il Diurno chiese ad Alec se avesse trovato qualcosa di suo gradimento, domanda alla quale Alec rispose affermativamente, citando la canzone sentita poc’anzi.
Simon sorrise e disse:“Imagine Dragons, cavoli! I tuoi gusti sono davvero ottimi, mio giovane Padawan”, ‘Ma cosa significa Padawan’ pensò Alec, “presto non avrai più bisogno del mio aiuto!”.
Uscirono dal negozio dopo aver entrambi comprato qualcosa, Alec il Cd “Night Vision(Deluxe)” con sulla copertina un ragazzo voltato di spalle che si staglia su un cielo dalle tonalità del blu, viola e azzurro, e Simon con un vinile 33 giri di un gruppo chiamato ‘Nirvana’, che tenne gelosamente stretto contro il petto, non permettendo allo shadowhunter di guardarne la copertina, dicendo semplicemente:“È per quando sarai più grande. Le tue orecchie non sono ancora pronte per questo capolavoro”. Camminarono assieme fino alla stazione della metropolitana, parlando solo ed esclusivamente di musica; Alec scoprì nel breve tragitto i titoli delle altre due canzoni ascoltate nel negozio e si ripromise di comprarne i dischi in un secondo momento.
Arrivati alla stazione si separarono verso due tragitti differenti e non appena le porte scorrevoli si chiusero, la mente di Alec iniziò a vagare. Pensò un po’ a tutto: a cosa avrebbe mangiato a cena; se avrebbe fatto degli allenamenti con Izzy quella sera; se sua madre fosse ancora arrabbiata con lui per l’ordine in cui aveva lasciato la sua stanza.
A cosa stesse facendo Magnus.
Lasciò che mente e cuore si soffermassero sul ricordo dello stregone per molti minuti, perdendosi nella nitida immagine dei suoi occhi.
Quasi non si accorse si essere arrivato alla fermata che l’avrebbe portato all’Istituto, alla sua casa, tanto era assorto nei suoi pensieri.
Scese velocemente dal treno e accelerò il passo durante nel restante tragitto, ansioso di chiudersi in camera e ascoltare il nuovo cd.
Arrivato all’Istituto, corse nell’ascensore, chiedendo come avesse fatto a non accorgersi mai di quanto fosse lenta la sua salita. Chiuse con delicatezza la porta della sua stanza per evitare che Izzy si accorgesse della sua presenza e, dopo aver afferrato le cuffie e il lettore portatile regalatogli dalla sorella, si buttò sul letto sospirando.
Il tempo sembrò dilatarsi mentre toglieva il cd dalla custodia e lo inseriva nel lettore.
Immediatamente la musica partì: la prima canzone era la stessa che aveva sentito al negozio e nuovamente irruppe nelle orecchie di Alec come un suono potente, un canto che avrebbe potuto portare in battaglia.
Parlava di apocalissi e fini del mondo, e di risvegli che si riusciavano ad essere sentiti sotto la pelle, “ in my bones”.
La canzone sfocò direttamente nella seconda, che iniziò di botto con un ritmo piuttosto veloce, dallo stile retro.
Senza neanche essersene reso conto, Alec si mise a sedere con le gambe incrociate nel letto e iniziò ad ondeggiare il busto al ritmo della musica, muovendo la testa avanti e indietro. Verso la fine della canzone anche le braccia si aggiunsero in maniera scoordinata  all’improvvisata danza.
Rallentò i movimenti del corpo con l’arrivo della terza e si bloccò quasi immediatamente appena iniziò la quarta.
Il giovane nephilim rivolse tutta la sua attenzione alle parole, profonde, che andarono a infilarsi sotto la pelle del ragazzo. Frasi come “I wanna hide the truth”, o “No matter what we breed, We still are made of greed”, o ancora “Don’t wanna let you down But I am hell bound” iniziarono a vorticargli in testa e rimasero impresse nel suo cervello. Dopo il ritornello si stese nella sua posizione originale sul letto, chiudendo gli occhi per assaporare meglio i mille significati possibili delle parole scelte.
Sorrise alla frase “Your eyes, they shine so bright”, ripensando ad un paio di iridi che cambiavano colore dal giallo al verde, con le pupille di forma allungata.
Il lettore riprodusse autonomamente la canzone successiva, che tirò su il morale di Alec e lo fece nuovamente ballare sul letto, stavolta ritto come se fosse “On top of the world”.
Il ritmo dell’intero album era molto vivace e allegro, tranne per alcune tracce laconiche, e spesso Alec si ritrovò a muoversi seguendo le melodie, memorizzando le note che caratterizzavano ogni canzone.
Quando le note si facevano più scure, lo shadowhunter dai begli occhi azzurri si stendeva nuovamente sul letto chiudendoli e assaporando le parole.
Una frase sembrò leggergli dentro l’anima, “I’ve come too far to see the end now, even if my way is wrong”, e Alec non poté far a meno di pensare che quello fosse l’esatto sentimento che aveva provato ogni volta che era andato da Camille: sapeva che fosse una pessima idea, ma lo intrigava lo stesso.
E adesso stava scontando le pene dei suoi errori.
There’s nothing left to say now”, non resta altro da dire adesso.
Quando, invece, le note prendevano un ritmo più velocizzato, Alec si lasciava trasportare dalla musica, quasi lasciandosi scivolare le parole di dosso.
Arrivato a metà del disco afferrò il suo lettore fra le mani e iniziò a girare per la camera muovendosi a ritmo, con i piedi nudi e gli occhi chiusi.
We’ve been missing each other”, Alec non poté far a meno di sperare che fosse vero; il suo cuore era vuoto senza Magnus, ma lui era solo un mortale, mentre lo stregone aveva centinaia di anni alle spalle, centinaia di perdite alle sue spalle. Era forse possibile che un essere tale potesse sentire la mancanza di qualcuno insignificante come Alec?
Il resto dell’album aveva melodie e ritmi veloci, che schiarirono momentaneamente la mente del nephilim dai tristi pensieri.
Non appena il disco finì, il giovane trasse un profondo respiro, ma non poté far a meno di sorridere.
Posò il Cd nella custodia, gettando un’altra occhiata al ragazzo che gli dava le spalle sulla copertina, e lo posò insieme al lettore e alle cuffie accanto agli altri due album a sua disposizione.
Uscì fuori dalla stanza con la musica ancora nelle orecchie, sorridendo, e corse fino alla sala da pranzo, dove sua madre e sua sorella erano prese dalla loro discussione. Durante tutta la cena la testa di Alec era altrove, sorvolava su valli esotiche e posti misteriosi, mentre mangiava distrattamente.
Decise di scendere dalle nuvole solo dopo che Maryse l’ebbe rimproverato di battere con i piedi sotto al tavolo il ritmo della canzone “Every Night”.
Una volta terminata la cena, salutò le due donne e corse nuovamente verso la sua stanza. Si cambiò velocemente, canticchiando fra sé e sé “Miss Missing You” dei “Fall Out Boy” e si infilò sotto le coperte.
Domani sarebbe stato un nuovo giorno e non poteva predirne il corso, ma per il momento era contento di come l’oggi fosse andato.
Con la mente affollata da note e melodie varie, chiuse gli occhi, distendendo le labbra in un piccolo sorriso e cadendo placidamente fra le braccia di Morfeo.

   
 
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