Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: ludo22    22/04/2016    5 recensioni
La mia storia è ambientata subito dopo che Silas ha fatto la sua comparsa nel mondo dei vivi e Kol, nel presente di Caroline, nel nostro presente (oh santo cielo mi impiccio da sola e non avete ancora iniziato a leggere il capitolo) è già morto. Questa premessa mi è necessaria perché è proprio il minore dei fratelli Mikaelson il mio punto focale.
Bene, se non vi ho scoraggiato e volete proseguire nella lettura mi fa piacere, sennò pace, amore e fantasia.
Personaggi: Klaus\Caroline, Kol, Elijah, Rebekah Mikealson
Genere: Romantico, Avventura, Azione
Avvertimenti: Lemon, AU
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline\Klaus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
In Time
 
Dal capitolo precedente:
 
Caroline lo guardò, sorpresa. 
Era incredibile come, anche nel passato, Klaus fosse l'unico in grado di farla sentire unica e speciale. 
La prima scelta. 
Non Tyler, non Matt, non Damon, non Stefan. 
Klaus. 
L'ibrido millenario. 
Il più cattivo tra i cattivi. 
La persona che aveva ucciso milioni e milioni di persone.  
Caroline sapeva, oggettivamente, di amare troppo.
Amava i suoi genitori più di quanto loro avessero mai amato lei, aveva amato Matt incondizionatamente, aveva amato Tyler di un amore intossicante, illimitato, come se potesse essere solo lui l'ultimo amore della sua vita e ora Klaus… 
Solo che Klaus non era capace di amare! 
Se lo dovette ripetere nel cervello più di una volta.
Ma lei cosa provava per il vampiro? 
Non lo odiava, poco ma sicuro! 
Caroline si chiese se l'avesse mai davvero odiato. 
La loro storia sembrava essere costellata di miliardi di minuscoli frammenti di ragioni per cui doveva odiarlo, e miliardi di minuscoli frammenti di ragioni per cui lei non poteva odiarlo. 
Ma amare Klaus… Anche solo voler bene a Klaus… Significava entrare in una spirale che in cui non era certa di saper essere in grado di uscire. 
Diavolo, non era certa di niente! 
Il vampiro fraintese l'occhiata che gli lanciò lei, e si offese, perché sorrise amaramente:
<< Come vedi ce l'ho anch'io un cuore, piccola, ma si fa fatica a raggiungerlo, e tu ci sei arrivata così in fretta che mi spaventa, spesso. 
E adesso sono stanco, quindi, se me lo concedi, vorrei andare a letto. >> sdraiandosi e mettendosi una mano davanti agli occhi, come per nasconderli alla fievole luce che li accerchiava. 
<< No… Non… Non devi nasconderti. Non da me! Non da noi! Non da questo! >> proruppe la ragazza, scostandogli la mano dal volto. 
<< E allora cosa vorresti che facessi, hmm, Caroline? >> ribatté lui, infuriandosi e alzandosi in piedi di scatto. 
C'era un'energia nuova tra i loro corpi, la riuscivano a sentire entrambi. 
Una specie di senso di attesa.
Una specie di speranza nuova, che nessuno dei due avrebbe mai ammesso che ci fosse, ma che c'era. 
L'aria ne era pregna! 
Caroline pensò alle mille e più opzioni che le vennero in mente, ma erano tutte giuste e sbagliate allo stesso tempo, tranne… 
Sapeva che era una mossa azzardata, ma, forse, era l'unico modo in cui lui avrebbe capito cosa provava davvero lei nei suoi riguardi.
E ne sarebbe valso la pena in quel caso? 
Klaue era un maestro del controllo, eppure… 
Eppure era la paura il tratto dominante del suo carattere, in quel momento. 
Paura che scoprisse troppo, paura che non capisse, paura che…  
<< Scambiamoci il sangue! >> sussurrò. 

 
 
 
.
 
 
 
Silas era stato fermo, in attesa, da millenni oramai.
Parte di lui strepitava per il sangue della maledetta che lo aveva reso schiavo, imprigionandolo per il solo errore di essersi innamorato di un’altra donna, l’altra voleva solo ricongiungersi con Amara, e vivere per sempre con lei, in questa vita o nell’altra che fosse.
E non c’era stata fine ai suoi tormenti, imprigionato in quella tomba di pietra e roccia, fino a quando non aveva sentito una voce dire:
-E’ questa? Questa è la cura?-
Parole che non aveva saputo riconoscere di primo acchito, perché era troppo tempo che nessuno parlava così vicino a lui.
Ed adesso era, finalmente, vicino alla sua liberazione.
Così vicino a riabbracciare Amara nell’altro lato.
Così vicino alla morte che agognava da secoli.
Così maledettamente vicino…
La strega Bennett lo impensieriva, dall’altro lato.
Erano un paio di settimane che non aveva sue notizie.
Era tempo di farle vedere che lui non scherzava.
Era tempo di mostrare anche alle persone che lei amava che lui aveva smesso di perdere tempo con i giochetti infantili…
 
 
 
-°°°°-
 
 
 
Klaus smise di camminare e si girò, dandole le spalle, in completo shock.
Non poteva dire sul serio.
Aveva riconosciuto la determinazione e il coraggio nelle parole della ragazza.
<< Perché? >> chiese, quasi ringhiando, scombussolato.
Erano passati quasi otto secoli dall’ultima volta che aveva condiviso il sangue con un’altra persona.
Secoli di vittorie e di gioie, ma non poteva negare l’evidenza.
L’unica volta che si era concesso di provare ad amare, lei gli aveva frantumato il cuore…
Un unico suono sembrava risuonargli in testa, e sembravano le voci di Elijah, e Mikael, e Kol, e Finn, e delle centinaia di migliaia di persone che lui aveva ucciso.
Ti lascerà, come Aurora!, Ti lascerà, come Aurora!, Ti lascerà come Aurora!...
Aurora, dai profondi occhi verdi e la pelle chiara.  
Sei un mostro, Niklaus!...
Aurora, con i capelli rossi e le labbra fini.
Sei solo un patetico ragazzino!...
Aurora, con le sue cicatrici.
Nessuno ti amerà mai!...
Aurora, che conosceva l’uomo.
Ti lascerà!
Aurora, che non era stata in grado di restare.
Mostro!
Aurora che gli aveva frantumato il cuore.
Patetico!...
 
 
Dolore, amore e solitudine…
-Scappare con te? Lasciare questa casa? Mio fratello?- aveva chiesto Aurora, allucinata e scombussolata.
Dolore, amore e solitudine…
Klaus sapeva di starle chiedendo molto, ma sapeva che là fuori c’era altrettanto, se non di più.
Ci doveva essere di più!
Dolore, amore e solitudine…
-Il mondo è più grande di queste quattro mura. Permettimi di mostrartelo.- l’aveva implorata febbrilmente.
Dolore, amore e solitudine…
Non c’era tempo da perdere, purtroppo!
Mikael stava loro alle calcagna.
Gli sembrava quasi di sentire il suo respiro sul collo.
Klaus sentì un brivido freddo scendergli lungo la spina dorsale.
 Dolore, amore e solitudine…
-Come? Nascondendoci? Scappando da quel mostro di tuo padre? Sempre fuggendo e vivendo come cani?- gli aveva risposto lei rabbiosamente. Quella non era la sua Aurora. –Non penso proprio!-
Dolore, amore e solitudine…
-Tuo fratello ti ha messa contro di me!- era giunto rapidamente alla conclusione.
Sapeva bene cosa provava Aurora...
Dolore, amore e solitudine…
Tristan De Martel aveva decretato la sua fine, pensò.
-No, sono io ad abbandonarti, perché non ti amo! Lo pensavo, ma solo adesso sono in grado di vederti chiaramente. Sei una misera cosa crudele e non vali lo sforzo di essere amato, tanto più da me.- aveva urlato l’unica donna a cui aveva aperto il suo cuore.
Solo dolore!
-Non è questo quello che intendevi dire.- l’aveva pregata lui, sentendo un improvviso vuoto al centro del petto.
-Dopotutto anche tua madre ti ha lasciato. Se perfino colei che ti ha dato la vita ti ha rifiutato, quale speranza hai?- gli chiese Aurora, in modo freddo e… era la sua ragazza.
Che era colei che deteneva in mano il suo cuore.
Che era colei per cui lui sarebbe morto.
Che era colei che, un giorno, lui sperava accettasse di sposarlo.
Solo solitudine!
-Mi stai spezzando il cuore…- aveva mormorato, non riuscendo a trattenere le lacrime. –E mi hai giurato che non avremmo mai più parlato di questo!-
Che sciocco che era stato ad aver riposto tutto il suo affetto in quella ragazza che lo guardava come se non ci fosse stato più niente a legarli.
Niente che li unisse.
Niente che li…
Avevano, solo da qualche ora, condiviso il sangue e la colpa doveva essere della sua balzana idea di provare a vedere cosa succedeva.
Se solo avesse avuto il tempo di smaltire il suo sangue e, conseguentemente, tutte le orribili idee che le aveva messo in testa Tristan…
-Io non ti devo niente! Noi non siamo simili e io non ti amo!- aveva decretato lei, guardandolo come si guarda, spesso, una cosa sgradita alla vita e Klaus aveva capito.
Dolore e solitudine si mischiarono in un connubio disastroso quanto indescrivibile.
Lei non lo amava più.
Era stato solo il suo passatempo per qualche mese.
Lei non lo aveva mai amato.
Era rimasto, ancora una volta, solo…
 
 
Dopo di lei, Klaus si era chiuso all’amore, come un riccio si chiude al passaggio di un essere umano.
Non era una cosa che aveva fatto coscientemente.
Ma il pensiero di dover ripassare per quel calvario l’aveva indurito.
Il pensiero di essere impuro per quel sentimento l’aveva incattivito.
Il pensiero di…  
<< Perché non riesci a vederti come ti vedo io?
Tu sei diverso da chiunque io abbia mai conosciuto o incontrato. Perché scegli il tuo cammino senza voltarti indietro o rimorsi. Ma tu hai la possibilità di scegliere o meno se innamorarti di qualcuno. E vuoi sapere cosa penso?
Penso che tu ti sia innamorato di me. >> Caroline pensò all’ultima volta che lei gli aveva rivolto quelle quasi identiche parole.
Solo che, allora, lei non credeva che arrivasse mai il giorno in cui veramente si sarebbero realizzate…
 
 
-Se non mi nutro del tuo sangue, morirò- aveva mormorato, la voce rotta dalla febbre.
E perché ti sei messa in mezzo ad una discussione tra due stupidi arroganti quali erano il tuo ragazzo e l’uomo che aveva cercato di distruggere l’intera Mystic Falls, Forbes?
Non potevi farti i fatti tuoi, una volta tanto?
-Allora morirai, e Tyler avrà imparato la lezione nel più duro dei modi.- le aveva risposto lui, appoggiato allo stipite della porta, continuando a guardare dritto avanti a sé, il viso intellegibile, distaccato, quasi, come se non gli importasse più se lei viveva o meno.
Come se fossero due sconosciuti.
Come se lui non l’avesse salvata da Alaric, o dal morso di Tyler, solo l’anno prima...   
Dopo che l’aveva aiutata a trascinarsi sul divano, non avevano fatto un granché di conversazione, se si escludevano le grida dovute alle allucinazioni e, ogni tanto, le sue mani fredde sulla fronte, quasi ad accertarsi che la febbre ci fosse ancora.
O magari, ad alleviarle parzialmente il dolore.
-Come puoi fargli questo? A sua madre? A me?- stava perdendo sempre più le forze, se ne rendeva conto, ma voleva arrivare a fargli capire una cosa ben precisa.
Il veleno le rendeva difficile concentrarsi su più di un pensiero al secondo e stava iniziando ad avere il fiatone, come dopo un’estenuante maratona. 
-Ho mille anni. Chiamala noia.-
Perché non la stava guardando?
Klaus, anche nei suoi momenti peggiori, aveva sempre avuto lo sguardo fisso, puntato su di lei e adesso che le venne a mancare, sentì una specie di forza soprannaturale spingerla per continuare a parlare.    
-Non ti credo.- aveva mormorato Caroline, iniziando a sentire il peso della morte sulle sue spalle.
Era una cosina leggera, la morte, quasi liberatoria.
-Bene. Allora è perché sono il male puro, e non posso farci niente.- l’aveva ammonita Klaus, facendole intuire che se continuava su quell’andazzo, le cose per lei non avrebbero fatto altro che peggiorare.
Cosa avrebbe potuto farle più di quello?
Era incatenata sul divano della sua migliore amica, con lui come unica compagnia.
Lui, al quale lei stava per dare quella possibilità che le aveva chiesto, parecchi mesi prima.
Lui, che era diventato più del malvagio ibrido pronto a tutto pur di trovare vendetta.
Lui, che nascondeva la sua umanità dietro uno scudo di sangue e di ossa nemiche, come fossero quasi un premio.
Lui, il cui veleno la stava lentamente uccidendo.
Punizione peggiore non l’avrebbe potuta trovare nemmeno volendolo.    
-No,- dovette fare un respiro profondo prima di continuare a parlare. -è perché sei stato ferito.-
Dopo quelli che le erano parsi secoli, il suo sguardo blu oltremare incrociò quello della vampira.
-Il che significa che c’è una parte di te che è umana.-
Finalmente si era staccato da quella stupida parete e le si era avvicinato, pensò Caroline.
E l’espressione del suo viso era molto meno mortifera, considerò in fretta.
Klaus si sedette sul basso tavolino non perdendo, nemmeno per un istante, il contatto visivo.
-Come puoi arrivare a pensare una cosa del genere?- le chiese, le labbra leggermente tremanti, ma probabilmente quella era la luce che le giocava brutti scherzi.
-Perché l’ho visto.- per un secondo, Caroline si fermò. Era impossibile non fermarsi quando gli occhi di Klaus la guardavano in quel modo, santo cielo. -Perché mi sono ritrovata a sperare di dimenticare tutte le cose orribili che hai fatto.-
-Ma non ce la fai, non è vero?- stavolta, oltre agli occhi, anche le orecchie dovevano averle smesso di funzionare.
La voce di Klaus non poteva essersi spezzata!
Non poteva, semplice!
Era il suo veleno che la stava uccidendo, Dio santo.
Ma c’era di più.
C’era sempre di più, quando riguardava Klaus.
Perché riflesso nello sguardo di Klaus, Caroline riconobbe la paura.
Non per lui.
Per lei!
Lui non voleva che lei morisse, ma voleva sapere perché avrebbe dovuto risparmiarle la vita, quando ne aveva stroncate milioni di altre.
Voleva sapere che lei l’aveva perdonato.
Caroline conosceva bene le debolezze dell’essere vampiri.
Faceva male la consapevolezza di non essere più umani.
Faceva male la consapevolezza che bastava niente per farli scattare.
Faceva male la consapevolezza di non potersi più fermare.
Faceva male…
Caroline pensò a tutti gli errori che lo avevano condotto –diamine, che li avevano condotti- fino a lì.
Sarebbe stata in grado di perdonargli tutto?
La parte di lei umana, quella che somigliava stranamente a Stefan, e a Bill, e a sua madre, le disse di sì.
D’altronde morire era solo una continuazione della vita.
Significava solo essere passati dall’altra parte.
Significava solo essere nascosti, dietro l’angolo.
Significava solo essere incapaci di parlare con Elena, e Bonnie, e Tyler, e Stefan, e Liz, e… Klaus.
Niente che la vecchia Caroline non avesse già accettato.
La parte di lei vampira, invece…
-So che sei innamorato di me, e chiunque sia in grado di amare, è in grado di essere salvato.- non era quella la risposta che Klaus stava cercando, lo sapeva bene, ma questo era il meglio che riuscì a tirare fuori.
Lui distolse lo sguardo, quasi quello della vampira lo bruciasse e scandì:
-Hai le allucinazioni.-
Caroline aveva riso sommessamente.
-Immagino che non lo saprò mai…- aveva sussurrato, chiudendo gli occhi e sentendo il confortevole peso della morte iniziare a prendere possesso dei suoi arti, mentre un rantolo le lasciava le labbra.
-Caroline… Caroline…- aveva sentito lui provare a chiamarla.
Ci sono ancora, avrebbe voluto dirgli, ma non trovò la forza.
Poi, qualcosa le alzò la schiena, e sentì la lacerazione della carne e il meraviglioso profumo del sangue di Klaus che la chiamava.
Ma era troppo debole perfino per seguirne l’odore…
Fortunatamente l’ibrido sembrò capirlo, perché le avvicinò il polso alla bocca, mentre lei si faceva trascinare come una stupida bambola di pezza.
Non appena il suo sangue le toccò le labbra, Caroline fu in grado di ragionare di nuovo, al punto da dare una grossa sorsata e poi un’altra e dopo un’altra ancora e un’altra ancora, fino a che non si sentì abbastanza in forze da riuscire ad aggrapparsi al polso che, come aveva voluto toglierle la vita, adesso gliela stava ridonando.
Registrò, come fosse una cosa automatica, che petto dell’ibrido e la sua schiena erano vicini, troppo vicini, mentre sentiva la naturale scarica di adrenalina risalirle nei punti dove le sue mani o il suo petto che fossero, la stavano toccando.
L’altra mano di Klaus, nel frattempo, era impegnata ad accarezzarle i capelli, come se quei fili dorati fossero la cosa più importante al mondo…  
   
 
<< Oppure tu puoi amarmi, ma sei troppo testardo e spaventato per ammetterlo, perché l’ultima volta che sei stato innamorato sei stato ferito… >> continuò a parlare la donna.
Klaus pensò che non l’aveva mai odiata tanto come in quel momento.
Perché non era vero, lui non amava, lui era una creatura fredda e vuota e…
<< Smettila! >> ruggì. << Smettila di dirmi ciò che provo, o ciò che pensi io debba provare! >>
Ma Caroline seguitò, interperrita a parlare:
<< Perché? Non vuoi che ti dica le cose come stanno? O perché hai paura che io stia dicendo la verità? O perché è talmente tanto tempo che non provi a collegarti con qualcuno, che non sia la tua famiglia, senza ricatti o asservimento o comprandoli, da esserti dimenticato come si fa?…
 
 
Si trovavano, ancora una volta, al ballo della famiglia Mikaelson, nello studio di Klaus.
Lei non si era fatta incantare dalle sue parole!
Ci sarebbe mancato altro…
Però una parte di lei era affascinata, a sé stessa non poteva mentire!
Da quei meravigliosi occhi color oceano, dallo spiraglio di umanità che le aveva mostrato nel giorno del suo compleanno, dalla sua forza, dai suoi movimenti, felini e sinuosi, dal suo…
-Deve essere meraviglioso semplicemente schioccare le dita e ottenere ciò che desideri.- aveva commentato lei, in tono tra il serio e il faceto.
Klaus si era limitato a sorridere, non capendo bene dove volesse andare a parare, evidentemente.
-E’ per questo che collezioni ibridi? Un piccolo esercito personale che ti porta nei posti e che ti porta cose?- aveva dedotto a quel punto Caroline, arrabbiata.
Era un ibrido.
L’ibrido Originale, Santo Cielo!
Immortale per eccellenza.
Che se ne sarebbe mai potuto fare di…
-Stai facendo delle assunzioni!- aveva detto Klaus, lo sguardo fiammeggiante.
-E allora perché hai bisogno di Tyler? Smettila di controllarlo. Ridagli indietro la sua vita.- esalò Caroline, sentendosi sul punto di esplodere.
Non solo per la presenza accanto a se di lui.
Stargli accanto la portava a fare pensieri, dire cose, immaginare situazioni che la Caroline di prima non avrebbe mai e poi mai pensato di fare.
 
Roma? Parigi? Tokio?...
 
C’è un intero mondo che ti sta aspettando là fuori.
Grandi città e musica e arte.
La vera bellezza…
 
Dall’altro lato, lei amava Tyler.
Era certa di quello.
Anche se lui era scappato (per proteggerti, per proteggerti, per proteggerti, suonava come una cantilena oramai…).
Anche se lui non le poteva offrire il mondo, come stava facendo Klaus in quel momento.
Anche se lui…
-Sai, è stata una serata divertente,- Klaus l’aveva guardata intensamente negli occhi, ma c’era rabbia dietro il suo sguardo. Tanta rabbia. -ma è tempo che tu vada.-
-No, ho capito. Tuo padre non ti amava e tu pensi che nessuno lo farà mai. Ed ecco perché tu usi la compulsione sulle persone o le asservisci o cerchi di comprarle.- aveva commentato Caroline. -Beh, non è così che funziona. Tu non ti colleghi alle persone perché non provi nemmeno a capirle.-
 
 
Caroline realizzò che era un paio di secondi che aveva smesso di parlare e che le spalle di Klaus si erano arcuate.
<< Beh, siamo da soli, adesso, e non hai altra scelta che ascoltare quello che ho da dire. >> la piccola vampira fece forza per girarlo dalla sua parte, ma quel bambinone di un Originale era testardo più di un mulo e le toccò piazzarsi davanti a lui.
<< Apri gli occhi. >> sussurrò Caroline, notando che erano chiusi.
Si chiese distrattamente se fossero stati così durante tutto il suo discorso iniziale, o se li avesse chiusi non appena aveva sentito le sue mani avvicinarsi al suo braccio.
<< Apri gli occhi! >> ripeté.
Klaus, quando li aprì, si sarebbe aspettato tutto, meno che lo sguardo con cui lo stava guardando Caroline.
C’era comprensione nel suo sguardo.
E disponibilità.
Era come se lei gli stesse chiedendo di fidarsi.
Ma lui non poteva!
Era tutto troppo difficile.
<< E ti capisco.
Dio se lo faccio.
Ci sono passata anche io, sai?
Ad un certo punto hai deciso di abbandonare l’idea di amare perché ti sei illuso che così fosse più facile.
Perché ti sei illuso di non meritare l’affetto di una persona.
Ma io… >> Caroline si rese conto di avere parlato tutto d’un fiato e che le mancava l’aria e che le spalle di Klaus si erano incurvate ancora di più di quanto non fossero già prima, quando gli aveva detto che pensava che lui la amasse.
D’altronde se ciò poteva essere vero nel futuro, non era detto che fosse così anche nel passato.
Ma lei sapeva bene quello che provava.
Dio!
Parte di lei lo sapeva da sempre!
Un’altra parte di lei si ribellava perché non poteva essere vero.
Non poteva provare quel sentimento per l’ibrido Originale.
Ma si rese conto che quello che la bloccava era la paura!
Caroline aveva sempre avuto paura di Klaus.
Non delle sue zanne o dei suoi artigli.
Ma dell’ipotesi che si era avverata, alla fine.
Aveva cercato di mascherare le sue emozioni per così tanto tempo da essersi dimenticata che ci fossero.
Perché le paure sono tante mentre il coraggio è uno solo?, si chiese Caroline.
Si rese conto che la persona giusta non era quella che è in grado di calmare le ansie e riempire le attese, ma quella che non faceva avere ansie e attese, quella che le accetta, senza rimorsi di sorta.
Ed era così che Klaus la faceva sentire.
Caroline non era mai stata abbastanza, sempre troppo.
Troppo stupida, troppo superficiale, troppo inutile, troppo nevrotica, troppo insicura, troppo antipatica, troppo bambina, troppo adulta, troppo solare, troppo immatura, troppo matura, troppo bugiarda, troppo onesta, troppo brutale, troppo poco Elena… 
Mai abbastanza, sempre troppo!
Solo per lui, per quell’uomo psicopatico e bellissimo, lei era abbastanza!
<< Ma io non penso che tu sia un mostro. Hai sbagliato, hai commesso degli errori, hai pagato, paghi e pagherai sempre, ma con me non c’è alcun prezzo da pagare. Dio, io voglio conoscere il vero te stesso, perché non ho paura della tua oscurità, di ciò che sei, di ciò che eri, io… >>
Gliel’avrebbe detto.
Le serviva solo un altro secondo.
<< Tu? >>
<< Io… >> Cavolo!
Perché non riusciva a dirlo?
Poggiò la fronte sulla sua, i loro fiati si scontravano, infuocando le loro labbra.
Caroline desiderò, per un solo secondo, perdersi nella bocca dell’uomo, facendola sua per sempre.
<< Klaus io… >>
Klaus, evidentemente, arrivò a capire ciò che le voleva dire.
<< Shhh! >> le dita del vampiro corsero alla sua bocca per tapparla. Accidenti, adesso che si era decisa a dirgliele…
Perché?
Perché non voleva?
Sai un decimo, forse meno, del suo passato Barbie, e magari è un bene che ti abbia fermato!, le rispose la voce irriverente di Damon.
Magari ha solo paura, esattamente come te!, le rispose la voce incoraggiante di Stefan.
<< Klaus… >>
<< No! Non dirlo. >>
Forse non era ancora pronto a sentirsi amato, a prendere atto di essere un uomo meraviglioso…, Stefan era, come sempre, il suo più fidato consigliere, seppur solo mentale.
<< Permettimi di amarti, Klaus! >> riuscì a dire Caroline, riuscendo a togliersi le sue mani dal volto.
<< Tu, tu… Mi ami? >> chiese lui.
Perché sembra farti così male?
Perché ti sembra così surreale che una donna te lo possa dire?
<< Vorresti che te lo dicessi? >> chiese la vampira.
<< No, non voglio! >> ribatté lui diretto.
<< E’ una fortuna, allora, che io non segua mai ciò che mi dici di fare! >> sorrise Caroline.
<< Non adesso, Caroli… >>
<< Invece sì! >>
Klaus cercò di ruotare il capo, allontanando le loro teste, ma lei lo prese per le guance, stringendole leggermente e tenendolo fermo.
<< No. >> bisbigliò il vampiro.
<< Guardami… Guardami >> ripeté, dal momento che lui aveva abbassato lo sguardo. << Io sono innamorata di te. Dio, mi sento persa e sono completamente e follemente innamorata di te. >> Klaus si immobilizzò.
Sembrava che qualcuno lo avesse messo in pausa.
Oddio, ho rotto Klaus Mikaelson! O è quello o mi rifiuterà.
Una specie di ringhio gutturale uscì involontariamente dalla bocca di Klaus.
Sentendo quel suono primordiale la ragazza quasi si spaventò…
 
 
Era sul dondolo di casa Gilbert, aspettando.
Un segno, forse, o più semplicemente, una scusa.
Il morso, Tyler che se ne andava…
Quello era il posto dove Tyler le aveva detto addio.
Quello era il posto dove Tyler l’aveva baciata, per l’ultima volta.
Lui non avrebbe mai smesso di dargli la caccia.
E lei non avrebbe mai smesso di cercare di proteggere il suo primo amore.
Il morso, Tyler che se ne andava…
Uno squillo aveva rotto l’immobilità della sera.
La ragazza ci mise qualche secondo a capire che era il suo telefono a squillare.
Vedendo chi era che la stava chiamando, cercò di alzarsi, inutilmente.
Non poteva permettere a lui di avere l’ennesima arma da poter usare contro di lei, ma si arrese dopo qualche altro secondo.
Le sue gambe sembravano essersi cementificate.
-Elena- rispose alla fine.
Il morso, Tyler che se ne andava…
-Caroline? Stai bene?-
La bionda si chiese per qualche istante come mai la sua migliore amica le stesse facendo quella domanda.
Non era lei ad essere in pericolo di vita.
Lo era il suo ragazzo.
Il morso, Tyler che se ne andava…
E tutti i suoi più cari amici (eccetto Damon e Rebekah, che non potevano essere considerati amici, non da lei, comunque).
E anche se fossero tornati tutti sani e salvi, Klaus li avrebbe uccisi comunque.
-Si, abbastanza, grazie.- replicò, semplicemente.
Il morso, Tyler che se ne andava…
-Sei sicura? Hai una voce strana…- le aveva confidato Elena, preoccupata.
-Sto bene, Elena, grazie.- aveva risposto lei seccamente.
Non le andava di raccontarle il suo ennesimo fallimento.
Klaus sembrava dipendere, in un certo qual senso, da lei, e lei non era riuscita nel suo intento.
Tyler, prima o poi, sarebbe morto.
E lei non avrebbe potuto fare niente per impedirlo.
Altro che immortalità e immortalità!
-Se lo dici tu… Klaus è ancora nel…- aveva provato a chiedere l’amica.
-Si- l’aveva interrotta Caroline.
-Care, sei sicura di stare bene? Klaus…- l’aveva interrogata Elena, il tono di voce di chi sapeva che qualcosa era successo, anche se non sapeva esattamente cosa.
Elena aveva sempre avuto una specie di terzo occhio per capire quando qualcosa la preoccupava o la spaventava…
Solo che non voleva scoppiare in lacrime dove lui era a portata d’orecchio.
-Non mi può più fare del male, e nemmeno mi spaventa, Elena, tranquilla.- aveva cercato, istericamente, di tranquillizzarla la bionda.
Il morso, Tyler che andava via…
La sua migliore amica era rimasta per qualche secondo in silenzio, meditando.
-E non ti fa più paura questo che se te ne faccia?- aveva chiesto alla fine.
 
 
Con le lacrime agli occhi, lui la travolse in un bacio appassionato e la strinse a sé, come se gli avesse chiarito il senso della vita, o gli avesse rivelato le più importanti parole della sua vita. Erano, di certo, parole forti, potenti, che volevano mirare al cuore, ma per lei era così normale la bellezza di quell’uomo che, una volta dette, non riuscì più a smettere di dirle.
<< Mi sono innamorata di te, Klaus. Sono follemente innamorata di te! >> ripeteva, ad ogni ripresa di fiato, mentre lui continuava a baciarla.
Le sue labbra erano come seta contro le sue e le stavano sconvolgendo i sensi.
Ogni emozione che stava provando passava anche attraverso il suo corpo, per giungere dritta al cuore.
Potente, devastante, travolgente, lui era tutto ciò che Caroline non aveva mai pensato di poter avere.
E, anche se non rispose al suo ‘mi sono innamorata di te’, la giovane sentiva, sapeva e credeva che il suo cuore glielo stesse bisbigliando, anche se in modo impercettibile.
 
 
 
-°°°°-
 
 
 
Stefan stette in silenzio, pregando e aspettando, mentre Lucy Bennett li osservava da sotto le lunghe ciglia scure.
Avevano faticato come dannati per farsi dare da Katherine l’indirizzo della lontana parente di Bonnie, sperando in un qualunque tipo di aiuto.
-Non capisco quale sia il punto, signori Salvatore!- mormorò la strega, dopo parecchi istanti di silenzio.
Damon alzò gli occhi al cielo, irritato.
Lucy nel frattempo stava sorseggiando un po’ del suo the freddo.
-Vogliamo che...-
-Se fosse possibile.- Stefan interruppe il fratello, prima che creasse un danno irreparabile con la strega.
Il maggiore dei Salvatore roteò gli occhi.
-Già, comunque, vogliamo che tu ci dia una mano a far rivivere Bonnie.-
-Beh, questo è impossibile.- commentò Lucy, mentre un leggero ringhio di avvertimento proruppe dalla bocca di Damon. -Vedete, ammesso che io creda alla vostra storiella, c’è sempre il problema che, facendo risorgere la vostra amica, morirei io. E non mi sento proprio in vena di morire per una ragazzina che ha giocato troppo con la magia. Anche se fosse una mia parente, non vedo perché aiutarla. Non mi pare che avesse un coltello alla gola quando ha fatto l’incantesimo per spedire la vostra amica indietro nel tempo.- 
Davanti alla prospettiva di un’eternità senza la Elena umana che lui amava, in un attimo, il maggiore dei Salvatore fu in piedi, pronto ad attaccare la strega, zanne bene in vista, se non fosse che Stefan lo fermò, posizionandosi davanti a lui.
-Damon, abbiamo già giocato troppo con il futuro degli eventi.- sussurrò concitato, mentre il fratello seguiva, con lo sguardo, ogni più piccolo movimento di Lucy che, spaventata dalla rapidità dei movimenti dei fratelli, si era ritratta.
La donna ansimava, colta dal panico, mentre il più piccolo dei fratelli pensò, per un singolo istante, che le stesse venendo un attacco di cuore e che, se ciò fosse capitato, avrebbero avuto ben poche speranze di
-Vampiri…- sussurrò la strega, prima di urlare, non appena si riebbe un minimo. –Fuori! Andate fuori da casa mia!-
-Non ci penso nemmeno! Prima riporti in vita Bonnie, prima… Ouch!- il maggiore dei Salvatore fece una smorfia di dolore quando Stefan gli diede una gomitata sullo sterno.
-Ci dispiace di averti disturbata, Lucy.- disse semplicemente, strattonando e spingendo il fratello, affinché uscisse.
-Cosa stai facendo?- mugugnò Damon infuriato. –Credevo stessi dalla mia parte… Credevo…-
-Sono dalla tua parte, ma spaventarla non ci è utile.- sussurrò il minore, preoccupato.
D’altro lato le streghe erano le creature più potenti del loro mondo.
Sarebbe bastata una parola al posto sbagliato e il cuore di Damon avrebbe fatto un giro sul lucido pavimento in marmo della strega.
E questo era esattamente quello che Stefan intendeva evitare.
Per quanto non lo potesse soffrire, il più delle volte, era sempre suo fratello.
Quello che, quando erano bambini, più di una volta si era preso la colpa, pur di non scatenare l’ira del padre su di lui.
Quello che lo aveva difeso dai ragazzini più grandi e prepotenti quando erano ragazzetti.
Quello che gli aveva rubato la ragaz…
No, quello non era colpa di Damon!
O, almeno, lo era solo parzialmente!
Se solo non fosse stato così stupido da decidere di salvare prima Matt, le cose sarebbero andate diversamente…
Se solo non fosse stato così stupido da decidere di tornare a vivere a Mystic Falls, una volta che aveva salvato Elena dall’incidente, svoltosi sul ponte di Wickery, con i suoi genitori adottivi, le cose sarebbero andate diversamente…
Se solo non fosse stato così stupido da…
-Signor Salvatore, signor Salvatore…- li fermò Lucy, scoccando uno sguardo malevolo a Damon, facendogli intuire che era con Stefan che voleva parlare.
-Dimmi…-
-Non posso riportare indietro la vostra amica, ma questo non significa che non posso fare qualcosa!- sussurrò la strega, per non farsi sentire da Damon, che si era già rifugiato in macchina.
-Perché vorresti aiutarci ora, quando ci hai buttato fuori casa tua?- chiese il minore dei Salvatore, sospettoso.
Non era la prima volta che qualcuno gli teneva un’imboscata.
Magari poteva essere Klaus stesso ad avergli teso una trappola…
-Perché avete il cuore puro, nonostante la pessima influenza di vostro fratello.- mormorò Lucy. –E perché era da diverso tempo che non mi capitava un’avventura simile tra le mani.- rise poi.
Il giovane si specchiò negli occhi nocciola della donna, alla ricerca del tradimento imminente, dell’inganno, della macchinazione, ma non ne trovò.
-Va bene!- acconsentì alla fine il ragazzo. –Hai detto che non puoi riportare in vita Bonnie, cosa pensi di poter fare, allor…?-
-Posso spedire uno di voi nel passato, per aiutarvi a riprendere la vostra amica!- disse, sicura di sé Lucy.
 
 
 
-°°°°-
 
 
 
Non c’era abbastanza tempo, non c’era abbastanza tempo, non c’era abbastanza temp…, mentre Klaus le strappava la gonna e lei faceva altrettanto con i suoi pantaloni e la sua camicia.
Caroline aprì di botto gli occhi, che aveva chiuso durante quei ruvidi baci, ritrovandosi avvolta dalle morbide coperte del suo let… del loro letto, guardando Klaus con un senso di attesa e il respiro accellerato.
Eccolo lì, l’uomo che avrebbe bruciato la Terra e tutto il sistema solare, solo per vederla sorridere.
Eccolo lì, l’uomo con cui lei aveva scelto di stare.
Eccolo lì, l’uomo che avrebbe lottato per lei fino all’inferno e ritorno.
Eccolo lì, l’uomo che aveva in mano il suo cuore.
Klaus scese, e scese, e scese, fino a che non arrivò ad un passo da , dove si permise di fermarsi ad apprezzare il corpo della bionda sotto di lui.
Caroline tremò sotto il suo fiato caldo, che si andò a scontrare con la sua nudità.
Il vampiro alzò lo sguardo al suo volto e incontrò i suoi occhi.
L’espressione del suo viso era quasi timida, quasi paurosa, quando la sua lingua, un secondo dopo, calò su di lei.
Caroline dovette trattenersi per evitare di prendere i suoi ricci ribelli e spingere la sua testa dove più la voleva.
Dio, la sensazione di essersi persa era così forte…
La seconda volta che la sua lingua la colpì, fu più rilassata, ma non per questo, meno appagante.
Klaus non le aveva mai dato l’impressione di essere uno che si sarebbe sottomesso, ma non era, forse, quello che stava facendo adesso?
E… Dio, la percezione di averlo lì, tra le sue gambe, era incredibile.
Caroline si stupì ulteriormente, imprecando mentalmente, al pensiero che lui, con quelle labbra e quella lingua che, adesso, le stavano dando piacere, era stato in grado di minacciare e uccidere centinaia di migliaia di nemici.
I loro occhi si rincontrarono di nuovo, mentre lei scorse un luccichio malizioso nelle iridi blu dell’uomo, che si tirò su di scatto e prese a baciarle la pancia, per poi risalire al seno, soffermandovisi parecchio tempo, continuando a leccare, a depositare leggeri morsi e baci altrettanto impalpabili, per poi arrivare alla sua bocca.
In un unico rapido e fluido movimento la penetrò, iniziando a muoversi prima piano, poi sempre più velocemente, fino a quando non trovarono il loro ritmo, selvaggio e animalesco.
Lui sorrise di uno di quei suoi rari, genuini sorrisi, che solo a lei (e a Rebekah, forse) riservava.
<< Shhh, amore, shhh. Sembra che il cuore ti debba uscire dal petto. Shhh. >>
Una delle sue mani percorse lentamente il tragitto che andava dalle sue cosce fino al suo sterno, tamburellando e simulando il ritmo del suo cuore.
Klaus decelerò i suoi movimenti, fino all’istante prima frantici, affinché Caroline sentisse tutto di lui, affinché capisse
Il male e il bene.
La parte umana e la bestia.
Il buio e la luce.
L’amore e l’odio.
Caroline, nella sua fantasia, aveva da sempre immaginato che Klaus fosse un amante superbo, eccezionale addirittura (in mille anni ce ne erano di cose che un essere umano può sperimentare, può fare, può…), ma quello non era paragonabile a niente che lei avesse mai vissuto.
Il modo in cui le sue spinte collidevano con il suo centro, il modo in cui la guardava attraverso gli occhi socchiusi, il modo in cui…
Non avrebbe mai immaginato che ci si potesse sentire così.
Così bene!
Così forte!
Così perversamente…
Gli occhi di Klaus si aprirono non appena realizzò quello che stava… quello che stavano per fare.
Era impossibile che quella donna avesse richiesto a lui, tra tanti uomini sulla Terra, di condividere il sangue.
Era impossibile che quell’angelo avesse chiesto ad un diavolo come lui di condividere il sangue.
Era impossibile che quella dea della luce avesse chiesto ad un dio delle tenebre di…  
Una volta che le sue zanne fossero entrate nella pelle lattea del collo della ragazza cui sentiva di appartenere, anima, mente, corpo e cuore, non avrebbe più permesso a nessuno di avvicinarla.
Non avrebbe più permesso a nessuno di toccarla.
Non avrebbe più permesso a nessuno di...
Sarebbe stata sua… Per sempre.
<< Caroline… >> la chiamò.
Caroline non era mai stata propriamente una fan del suo volto in modalità vampiro, ma quello di Klaus, quello di Klaus era… Magnifico.
Le zanni prominenti, che erano a malapena coperte dalle labbra piene, gli occhi neri screziati dalle profonde venature, il modo in cui i suoi occhi la veneravano in più di un modo…
Scosse la testa con decisione:
<< Fallo! >> sussurrò.
<< Caroline… >> era una supplica quella di Klaus.
La stava pregando di farsi mordere o di non farsi mordere?
Era troppo tardi, pensò.
La sua decisione era stata presa!
<< Klaus, fallo! Ti prego. >> richiese lei.
Caroline sentì le zanne bucarle le gengive e, dopo che lui le ebbe dato il suo assenso, spostando leggermente il collo, gli affondò i denti nella gola.
Il sangue di Klaus era… Meraviglioso.
Esattamente come ricordava fosse dalle precedenti esperienze che aveva avuto bevendo da lui, solo che stavolta era ancora migliore!
Se non fosse che… mancava del tutto il veleno, ereditato dal suo vero padre, letale per i vampiri.
Perché?, si domandò il suo Damon mentale.
Beh, non è ancora diventato un ibrido!, le rispose lo Stefan che abitava permanentemente nel suo cervello. 
Klaus la morse solo pochi secondi dopo.
Fu in quel momento, quello in cui il leggero dolore dovuto al suo morso la trafisse, che raggiunse il culmine del piacere e fu certa che avrebbe urlato se non avesse avuto la bocca impegnata mentre, anche Klaus, dopo altre due spinte, venne dentro di lei.
Una miriade di sensazioni non sue presero possesso della sua mente e del suo cuore.
Era come se un flusso continuo di emozioni li collegasse.
Fu un’esperienza stranissima ma, non per questo, meno fantastica.  
La prima emozione che riuscì ad identificare fu l’adorazione.
Per lei.
Successivamente venne il piacere.
Era quasi certa che lei stesse emettendo le stesse vibrazioni a lui.
Poi scorse rabbia, ma era lontana, in quel momento.
Fiumi di rabbia.
Si chiese distrattamente come avesse fatto a sopravvivere con tutta quell’ira in corpo.
Non era sano, non era normale!
Ma aveva capito, già da diverso tempo, che la normalità non faceva più parte della sua vita.
La quarta sensazione che riuscì a percepire fu la vendetta.
Così come per la rabbia, ce ne era a fiumi.
Dieci vite non sarebbero bastate a dissiparla tutta.
Ma c’era più di quello.
Un’ultima emozione la colpì, nell’esatto momento in cui si sentì pronta a smettere di bere. 
Klaus era felice.
Non sarebbe riuscita a spiegarlo facilmente a parole, ma era una cosa che sentiva, come l’aria fredda della notte o il cinguettio degli uccelli al mattino o il profumo di french tost al mattino.  
Le serviva aria, aveva assolutamente bisogno di aria e si rese conto che Klaus si era staccato dal suo collo e che la stava guardando.
Così, dopo un’ultima vigorosa sorsata, finì anche lei di bere.
<< E’ stato… Semplicemente… >> ansimò Caroline, sentendo un’intensa stanchezza colpirla, e allo stesso tempo, una profonda euforia e una vibrante energia.
Probabilmente, non sarebbe mai stata più forte di come lo era in quel momento.
<< Incredibile? >> domandò Klaus, uscendo delicatamente da lei e puntellandosi su un gomito per riuscire a guardarla.
<< Cos’erano tutte quelle sensazioni che ho provato? >> cercò di non mettere troppa enfasi nella domanda, temendo che lui si ritraesse, come tutte le volte che si apriva con lei.
Un passo avanti e due indietro.
Era il gioco del gambero.
Era il loro gioco.
<< Non lo avevi mai fatto prima? >> domandò Klaus, sinceramente meravigliato.
Doveva esserci stato qualcun altro prima di lui.
Ci doveva essere stato!
Non era possibile che quell’angelo gli si fosse consegnato così, altrimenti…
Perché lei era pura e bellissima mentre la sua anima era macchiata irreparabilmente di sangue (e altro materiale organico, probabilmente).
La donna soppresse uno sbadiglio:
<< No, mai. Tu? >>
<< Tu… Tu… Io… >> Klaus tentennò sulla risposta (voleva essere onesto con lei, lo voleva davvero, per la prima volta nella sua ottocentenaria vita voleva essere del tutto sincero con una donna, ma non sapeva come lei l’avrebbe presa e… Perché era stata così onesta e sincera nel dirgli che non aveva mai condiviso il sangue prima? Diamine, da qualche parte ci doveva essere una legge che vietava quel grado di franchezza e schiettezza), prima di notare le palpebre chiuse e il respiro regolare della ragazza.
Si alzò lentamente e spense l’interruttore.
Tornò a letto e la coprì con il leggero piumone.
Mai, in ottocentocinque anni di vita, aveva mai provato il desiderio di abbracciare una donna dopo averci fatto sesso, ma loro non avevano fatto solo sesso, ragionò.
C’era un qualcosa di stranamente attraente in lei.
Come se lui fosse il polo negativo di una calamita e Caroline fosse quello positivo.
Si chiese se quella strana sensazione alla bocca dello stomaco (milioni di piccole cose che volavano) fosse l’amore.
Accompagnate, ovviamente, dall’onnipresente sensazione che qualcuno, o qualcosa, l’avrebbe portata via.
Che fosse Elijah, o 
Ecco il dramma delle emozioni, ne lasci entrare una e il portone si spalanca per tutte, considerò infastidito.
Solo che non poteva permettere che prendessero il sopravvento.
Dio, era Niklaus Mikaelson!
Le emozioni erano inutili e fortemente sopravvalutate.
L’indomani avrebbe cercato un insetticida e se lo sarebbe buttato in gola, nella speranza che qualche goccia gli giungesse nello stomaco.
Ma prima…
<< Non so cosa sia l’amore, né se una creatura come me sia in grado di provarlo ma, se esiste, deve essere il muro che, con il sudore della mia fronte, ho eretto intorno a te. >> sussurrò, osservando la donna muovere la testa nella sua direzione, come se una parte inconscia di lei lo sentisse.
<< L’ho costruito perché fosse grande, perché fosse forte, l’ho costruito perché respingesse gli impulsi del mio cuore.
E il muro è diventato grande e forte e si è liberato da chi l’aveva costruito.
Ho dimenticato chi ci avevo murato vivo.
Ho dimenticato che, chi ci avevo murato, forse, è morto nelle fondamenta.
Il muro si è liberato dal suo costruttore.
E forse, da tempo, sono morto nelle fondamenta, mentre il muro continua a crollare, e a ricostruirsi. >>
Non visto, il segno del morso non si rimarginò come avrebbe dovuto fare…
 
 
N/A
 
Ciao ragazze,
 
Vi chiedo scusa per la mia assenza, ma sono stati mesi abbastanza drammatici!
Capitolo abbastanza Caroline-centric (non temete, sta arrivando anche quello più Klaus-centric XD).
Per il resto, spero che il capitolo vi sia piaciuto, perché ci ho messo davvero l’anima, il cuore e buona parte del mio fegato (XD).
Penso sia impossibile non rendere, almeno un pochino, Klaus OOC quando Caroline gli rivela i suoi sentimenti (o forse sono io a renderlo sempre OOC, non saprei XD).
Chi pensate che sia il prescelto ad andare nel passato (sempre se ci sarà un prescelto XD)?
Seconda scena smut completata!
Vi è piaciuta?
Avreste voluto più dettagli?
Vi ha fatto schifo?
E Caroline è riuscita, finalmente, ad esprimere ciò che prova per Klaus.
Quanto durerà la loro felicità?
E cos’è ‘sta storia del morso?
Perché non si rimargina?
Magia?
Sfiga?
Vi premetto che non avrà nulla a che fare con il fatto che Klaus, nel futuro, sarà un ibrido (o almeno, ce l’ha solo parzialmente), ma avrà a che fare con una certa persona morta che… Ops, troppi spoiler ;)!
Vi ha fatto schifo l’intero capitolo?
Causa wifi rotto sono ancora impossibilitata a scrivere più di un capitolo al mese, ma vi prometto, questa volta, di essere più puntuale.
Recensite per piacere.
Un bacione,
 
Ludovica
 
Ps. Parte del discorso di Caroline è stata presa dal più famoso telefilm ‘One Tree Hill’, che amavo quando ero ragazzina (Brooke e Lucas forever, e vaffanculo a quella stronza di una Peyton, per diana).
 
PPs. Per ogni recensione sono venti righe in più e un giorno in meno di attesa!
Giudicate voi ;)! 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: ludo22