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Autore: Eristhestrange    22/04/2016    1 recensioni
Un'alternativa agli eventi di Dressrosa: una prigioniera piuttosto singolare, un accordo a cui non si può sfuggire, un piano da portare a termine. Ad ogni costo.
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donquijote Doflamingo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VIII

 

Giudizio divino

 

"Questo Trafalgar mi sta già antipatico!" sbottò la piccola Tontatta seduta sulle ginocchia di Eris, che scoppiò in una sincera risata. "Beh...in effetti non hai tutti i torti! Sa essere davvero odioso quando ci si mette, ma non è cattivo..."

"Ma io credevo che fosse un tuo nemico..." la principessa la osservò stranita, ricevendo per tutta risposta un sorriso comprensivo "E lo era, in effetti...lo era davvero..."

 

Punk Hazard, più di una settimana prima...

 

"Ancora un diavolo di niente! Solo scartoffie e stupidi rottami!" gridò lanciando in aria l'ennesima scrivania.

Si guardò attorno: oltre allo stuolo di uomini tramortiti a terra c'erano soltanto monitor, attrezzi e tute da laboratorio, nient'altro.

"Odio questo posto! L'unica cosa che posso fare di veramente utile è cercare qualcuno qui che ne capisca qualcosa e farlo parlare, altrimenti girerò a vuoto per sempre. Ormai è la ventesima stanza che controllo e ho trovato soltanto questi stupidi idioti con le maschere a gas!"

Camminò con rabbia verso l'uscita, imboccando il corridoio per poi vagare senza meta per quelle strade labirintiche.

Ogni posto sembrava uguale: pareti laminate, tubi, cavi, spine, scale.

"Avessi trovato almeno un'altra mappa comprensibile, qualcosa di utile! Nulla di nulla! In più ora che sanno che qualcuno ha fatto irruzione mi staranno tutti alle costole. La Marina, la gente che sta qui, Trafalgar...gli unici amichevoli su quest'isola sembrano proprio i Cappello di Paglia!"

"Ehi!"

Svoltando un angolo si accorse che qualcosa era andato a sbattere sui suoi lunghi stivali.

Abbassò lo sguardo istintivamente e vide un curioso animaletto dal cappello rosa e azzurro, con un buffo zainetto sulle spalle.

"Oh! Ma che grazioso! Sei un altro di quegli animaletti di Vegapunk?" si abbassò per osservarlo meglio, ma questo si alzò e cominciò ad indietreggiare spaventato.

Con suo sommo sconcerto, dietro di lui comparve una bambina, se così si poteva definire date le sue dimensioni colossali.

Rimase più che mai perplessa.

"Tu...tu...sei Eris!" gridò l'animale impaurito e tremante, il quale si era messo a protezione della bambina che stava osservando la scena con timore.

"Cosa? Riesci anche a parlare? Quel Vegapunk è davvero in gamba!"

"Ehi! Guarda che io non sono una creatura di Vegapunk!" il tono stizzito dell'animaletto la fece sorridere.

"Oh...ti chiedo scusa! E' che sei così grazioso!" mentre lo strano essere, visibilmente in imbarazzo, tentava invano di scongiurare il complimento, la bambina indicò Eris.

"Chi è questa ragazza?" la giovane si avvicinò con cautela alla coppia.

"Mi chiamo Eris! Piacere di conoscerti!" la bambina rispose sorridente all'espressione dolce della ragazza.

"Io sono Mocha! Sei un'amica di Chopper?"

"Chopper?" ripeté la ragazza osservando l'animale che ancora girava di qua e di là per il corridoio in evidente imbarazzo "Tu sei uno dei membri della ciurma di Cappello di Paglia, non è così?".

La piccola renna assunse un atteggiamento più contenuto, rivolgendosi col muso in alto direttamente alla sua interlocutrice.

" Si, faccio parte della ciurma di Luffy. Ha detto che l'hai aiutato..."

"Proprio così! Il tuo capitano sembra un tipo simpatico! Ma che cosa ci fate qui da soli? Non mi sembra un posto sicuro dove aggirarsi con una bambina al seguito!"

" Eris-sama! I miei amici sono ancora qui dentro ed io non posso andare via senza di loro!" Mocha aveva un'aria decisa, tuttavia la ragazza non capì a cosa si stesse riferendo.

"Calma calma! Potreste spiegarmi cosa sta succedendo qui? Quando sono arrivata pensavo che l'isola fosse deserta! Cos'è tutta questa storia?" .La renna si avvicinò con più sicurezza: Eris sembrava non avere nessuna cattiva intenzione, a dispetto di ciò che aveva detto Law.

"Un ex compagno di Vegapunk, un certo Caesar Clown, ha stabilito qui il suo laboratorio e ha dei piani terribili! Questa bambina, assieme ad altri, è stata portata via dalla sua famiglia e narcotizzata giorno per giorno fino a diventare dipendente dalla droga che le hanno somministrato! Così facendo quello scienziato folle vorrebbe ottenere un esercito di combattenti giganti e inarrestabili, ma la realtà è che sono destinati a morte certa! Sono riuscito a trovare la composizione chimica della droga e ho iniettato un sedativo a Mocha! Prima io e i miei compagni eravamo riusciti a tirare fuori da qui i bambini, ma Caesar ci ha trovati e li ha portati nuovamente nel laboratorio, dove ha preparato dell'altra droga per loro! Ora sono in preda alla rabbia dettata dall'astinenza; dobbiamo assolutamente impedirgli di mangiare quella roba e curarli il più in fretta possibile!" la voce di Chopper tremava per il nervosismo e la tensione. Era evidente che quell'argomento gli stava particolarmente a cuore.

La bambina dai capelli neri interruppe il discorso "Lo sto conducendo alla Biscuit Room, così finalmente potremo aiutare i miei amici!"

"Cosa? Un ex collaboratore di Vegapunk è qui? Magnifico! Cioè, voglio dire...no, è terribile!!! Deve essere un pazzo per fare una cosa tanto spregevole a dei bambini! Che razza di mente malata potrebbe mai pensare ad un piano tanto orrendo? E' disgustoso!" Eris era inorridita da quel racconto e non riusciva nemmeno ad immaginare una cosa più terribile in quel momento.

"Eris! Ti senti bene?" Chopper e la bambina la osservavano con gli occhi sgranati.

"Come?"

"La tua pelle!"
La ragazza si guardò le mani e notò che la sua carnagione già molto pallida si stava via via schiarendo fino ad assumere un colorito innaturale, identico a quello della neve. Delle linee azzurrine simili a vene comparvero sulla pelle, ramificandosi come edera lungo tutto il corpo.

"Oh! No no! E' normale..." spiegò sorridendo ai due amici sbalorditi "ho mangiato un Frutto del mare e...beh...è davvero complicato da spiegare! In ogni caso anche io sono in missione qui e mi occuperò personalmente di questo Caesar! Assaggerà la mia furia!"

"In realtà se ne stanno già occupando Luffy e Law!" intervenne il piccolo Chopper.
"Luffy e Law?"

"Esatto...hanno stretto un'Alleanza e hanno un piano per catturarlo! Puoi stare tranquilla!"
"Un'Alleanza? Un'Alleanza pirata fra quei due? Quindi era per questo che si trovavano entrambi sull'isola!" il suo tono alterato spaventò la renna che subito si espresse per chiarire le cose "No, noi siamo arrivati qui per caso! Law era già qui...ha finto di stare dalla parte di Caesar e di lavorare per lui per attuare il suo piano!"

"Capisco...quindi è stata una decisione presa sul momento! Dove si trovano ora?"

"In realtà..." l'animaletto assunse un'espressione preoccupata "...quando li ho lasciati erano appena stati catturati! Ma sembra abbiano un piano per scappare!"
"Catturati? Come?"

"Non so come sia successo..tuttavia so che Law è quello più in difficoltà. A quanto pare ha consegnato come garanzia a Caesar il suo cuore ed ora è nelle mani di uno strano uomo, un certo Vergo..."

"Vergo? Ma non è della Marina?"

"Ha fatto finta di esserlo! In realtà è stato sempre un pirata al servizio di un certo Joker, anche Caesar lo è!"

"Joker??? Incredibile! Stento a credere alle tue parole Chopper..." l'espressione della ragazza si fece sempre più stupita e ancora più dubbi si insinuarono nella sua mente. Esisteva qualcosa che non fosse maledettamente fuori posto in quel momento?

"Eris-sama! I tuoi occhi!" gridò la bambina spaventata.

"Tranquilla! Non è niente! Anzi, ora dobbiamo proprio sbrigarci! E' davvero un bel guaio! Vi aiuterò ad arrivare fin dove vorrete sani e salvi, poi andrò a cercare questo Caesar! Non mi importa dell'Alleanza, non è affar mio, ma devo fare a questo tizio un paio di domande a cui sicuramente saprà dare risposta! Inoltre non posso permettere che venga fatto del male a dei bambini in questo modo! E' davvero disumano!" la ragazza si rivolse verso i due amici preoccupati con determinazione.

"Grazie mille, Eris!" rispose Chopper annuendo.

"Grazie Eris!" disse la bambina felice.

"Non preoccuparti! Vedrai che non avremo problemi, ed ora sistemiamo questa faccenda!" sorrise, cominciando a correre dietro ai due compagni diretti alla Biscuit Room.

Il corpo era coperto dal lungo cappotto nero, ma il suo volto appariva completamente stravolto. La pelle era bianchissima e solcata da venuzze azzurrine come le sue labbra, gli occhi parevano fatti di cristallo chiaro e quasi trasparenti. Il loro verde smeraldino era completamente svanito, lasciando posto ad un colore perlaceo e traslucido. Le grandi ali piumate erano tenute chiuse dietro le spalle per non ingombrare il corridoio.

Dopo qualche minuto udirono provenire delle grida da uno dei passaggi vicini: erano i bambini che stavano scalpitando per raggiungere la stanza.

I tre corsero verso la porta che conduceva nel loro corridoio e vi si gettarono addosso per tenerla chiusa. Il piccolo Chopper mutò forma, assumendo delle sembianze antropomorfe sotto gli occhi ammirati di Eris.

"Accidenti, questi bambini hanno la forza di una mandria di bufali! Come diavolo faremo? La porta cederà a breve!" la ragazza sembrava particolarmente inquieta, mentre la renna si allontanava per prendere un grosso tubo d'acciaio, che pose fra le due maniglie della porta.

"Fermi ragazzi, non potete passare!" gridò la bambina disperata, la quale si prodigava assieme ai compagni per tenere chiusi i battenti.

"Mocha!" gridò d'un tratto Chopper "accompagna Eris alla Biscuit Room, prendete le caramelle e sbarazzatevene!"

"Ma...Chopper! Non puoi rimanere qui da solo!" Eris, con le braccia tese a tenere la porta, lo osservava nervosa.

"Devo! Correte, presto! E' per il bene di tutti!" vedendolo così tenace e deciso, non poté far altro che annuire. Pensava prima di tutto al bene dei bambini rinchiusi nel laboratorio contro la loro volontà e destinati ad una fine certa. Come si poteva anche solo pensare ad un piano tanto crudele? Le loro vite lì dentro dovevano essere state davvero tremende e Chopper ne era più che consapevole. Era disposto a tutto pur di portarli in salvo e i suoi occhi trasmettevano la sua determinazione e il suo desiderio di curarli.

La bambina e la ragazza si scambiarono uno sguardo d'intesa "Piccola renna, abbi cura di te!" "Ti aspetteremo!" gridò Mocha tristemente, mentre iniziavano a correre a perdifiato alla ricerca della stanza.

"Muovetevi, presto! Trovate quella caramella e distruggetela!" sentirono urlare da dietro le spalle.

 

"E quindi sarebbe questa la famosa Biscuit Room?" chiese guardandosi intorno. Dopo qualche minuto avevano varcato la soglia di un ambiente circolare, colorato e pieno di giocattoli: aveva proprio l'aspetto di un asilo, se non fosse che si trovava in un laboratorio di uno scienziato pazzo.

"Esatto Eris! Questa è la nostra stanza dei giochi!"

"Guarda Mocha! Quella dovrebbe essere la caramella che stiamo cercando!" la ragazza le indicò in fondo alla stanza un grosso dolcetto rotondeggiante, avvolto in una carta colorata.

"Si! E' proprio lei!" annuì la bambina, mentre si avvicinavano alla caramella.

Rassicurò Mocha, che nel frattempo aveva raccolto il grosso involucro da terra "Sta tranquilla, tornerete a casa in men che non si dica!"

"Grazie, Eris! Speriamo solo che Chopper stia bene!" rispose preoccupata.

"Lo spero anche io! Ma sono certa che se la caverà! Adesso dobbiamo trovare il modo di sbarazzarci di questa cosa! Andiamo verso l'uscita!" intimò, voltandosi verso la porta che le stava alle spalle, quando improvvisamente furono attirate da un rumore assordante.

"Oh no! Stanno arrivando!" disse spaventata ad Eris.

Un gruppo di bambini enormi era entrato correndo da dove erano giunte e si stava scagliando nella loro direzione.

"Mocha! Dacci le caramelle!" gridavano con voci sinistre, mentre la bambina di contro aveva iniziato a stringere il dolcetto a sé.

Dietro di loro comparve un altro gruppo di persone, che Eris identificò immediatamente come i pirati di Cappello di Paglia.

Istantaneamente due enormi mani si frapposero fra loro e i bambini, i quali cominciarono ad attaccarle con violenza.

"Deve essere opera di Nico Robin...ha ingerito il frutto Hana Hana!"

"Mocha! Eris!" gridò una ragazza dai capelli arancio per richiamare la loro attenzione.

"Sorellona!" rispose felice la bambina.

"La gatta ladra!" la sua espressione interrogativa si mutò in stupore quando la ragazza precisò "Ero io il cyborg! Grazie per prima!"

"Oh...Di niente!" rispose sorridendo e alzando le braccia in segno di saluto.

"Ascoltatemi! Dovete scappare con la caramella! Noi cercheremo di tenere a bada i bambini!" gridò dall'ingresso.
"Ricevuto! Vieni Mocha, corriamo!"

Le due si voltarono in fuga, quando la porta alle loro spalle iniziò a coprirsi di un manto di neve e ghiaccio.

"Che diavolo succede?"

"Eris, cosa facciamo adesso?" gridò la bambina spaventata, stringendo la caramella al petto.

La ragazza rivolse lo sguardo in alto e si accorse che sul corrimano del livello superiore stava appollaiata una strana donna-uccello con ali enormi e zampe da rapace. Lentamente il pavimento della stanza cominciò a coprirsi di neve e la temperatura a scendere.

"Chi sei? Spostati da lì e lasciaci passare!" Eris si rivolse con durezza alla figura in alto sopra la sua testa.

"Mocha! Non è carino non condividere le caramelle con gli altri bambini!" la donna dai capelli verdi sembrò ignorarla completamente, indirizzandosi alla bambina affianco ad Eris. I Cappello di Paglia erano avanzati verso di loro per capire cosa stesse accadendo.

"Monet!" gridarono i bambini felici in coro.

"No! Queste caramelle ci fanno solo male!" rispose spaventata, eclissandosi dietro ad Eris.

"Sei davvero una bambina ostinata!" disse planando verso di lei, ma la ragazza rimase ferma immobile, frapponendosi fra la donna e il suo obbiettivo.

"Non osare toccarla, razza di arpia!" ringhiò; un vento gelido percorse tutta la stanza e la travolse assieme ad un'ondata di freschi fiocchi di neve.

"Oh...Eris-san!" le si rivolse come se l'avesse appena notata, mentre tutti rimanevano ad osservare atterriti, coinvolti in quella piccola bufera scatenatasi nella sala "Sapevamo del tuo arrivo! Ti stavamo aspettando!" ammise sorridendo, tenendosi sospesa a mezz'aria sopra di lei.

"Cosa diavolo stai dicendo?" l'umore di Eris era sempre più alterato "Ti ho vista quando eri nella metà infuocata e ho subito avvisato chi di dovere! Vergo era impaziente di fare la tua conoscenza! A quanto sembra desiderava discutere di affari, ma non ti vedo molto propensa ad ascoltare in questo momento!". I capelli della ragazza fluttuavano come rosse onde marine cullate dal vento gelido; in quell'ambiente ormai innevato, erano l'unica parte del corpo a risaltare sul resto della sua carnagione, identica al colore della neve depositatasi sul terreno.

La osservò con rabbia mentre rimaneva senza scomporsi davanti alla bambina, penetrandola con i suoi occhi (letteralmente) di ghiaccio.

"Vergo eh? Mi hanno detto che si trova qui e non ho idea di che cosa c'entri la Marina con tutta questa faccenda, ma vedrò di vederci chiaro una volta per tutte!"

"Ah...allora Law aveva ragione...non sai proprio nulla." disse sorridendo; la neve non sembrava voler cessare di cadere.

" Che c'entra Trafalgar?"

"Sapevamo che eri qui e l'abbiamo mandato a monitorare la situazione. Gli abbiamo detto di invitarti da noi ma ci ha informati che hai sdegnosamente rifiutato!"

"Cosa?" la ragazza rimase perplessa.

"Un vero peccato che fosse un traditore, ma ora Vergo si occuperà di lui come merita! A quanto pare anche Smoker sembra averlo raggiunto nella stanza del SAD, due piccioni con una fava!"

"Non mi interessano i tuoi discorsi. Ora dobbiamo proprio andare..."

"Vi lascerei andare, se solo non steste portando via i miei adorati bambini!"

"Non mi sembra di aver chiesto il permesso"

Sogghignò, mentre un'onda invisibile partiva dal suo corpo, irradiandosi e distruggendo il muro di neve a protezione della porta, sollevando il manto bianco e spazzandolo via.

Tutti i presenti rimasero a bocca aperta. Brook e Usopp si abbracciarono terrorizzati. Fu Eris stessa a riscuoterli.

"Mocha, tutti voi! Uscite di qui! Non mi sembra il caso che vi intratteniate con questa Rogia troppo a lungo!"

La bambina corse spedita verso l'uscita mentre i pirati tentavano di organizzarsi in tutta fretta.

"Usopp, Brook! Andate a cercare delle manette di agalmatolite! Me lo ha chiesto Luffy e credo sia importante!" il cecchino e lo scheletro tornarono immediatamente indietro senza troppi complimenti, seguiti da uno strano tizio che Eris non aveva mai visto.

Sentendo le parole di Robin, l'arpia si era scagliata su di lei ed Eris percepì le sue intenzioni. Spiegò le ali e la raggiunse in un batter d'occhio, colpendo con un calcio uno dei due enormi spilloni che si erano materializzati fra le sue zampe, facendolo cadere a terra e spingendo più in là l'avversaria.

"Grazie!" disse Robin, la quale si stava rialzando da terra dopo che aveva perso l'equilibrio, seguita da Nami che teneva in braccio il piccolo Chopper.

La donna nel frattempo si era sciolta in un nugolo di neve e la ragazza sapeva che avrebbe attaccato a breve.

"Voi  uscite da qui e raggiungete i bambini, dovete aiutare Mocha!" mentre le ragazze la stavano a sentire, una voce maschile richiamò la sua attenzione.

"Eris-san!"

"Roronoa Zoro! E' un vero piacere conoscerti, peccato che non sia una delle migliori situazioni!" rimase piacevolmente stupita nello scoprire che anche lo spadaccino di cui aveva tanto sentito parlare fosse lì.

"Esci insieme ai miei compagni! Di lei mi occupo io!"

Eris lo osservò, sembrava piuttosto determinato e non aveva dubbi sul fatto che se la sarebbe cavata egregiamente. Stando a tutto quello che le avevano raccontato, doveva essere davvero formidabile e le sarebbe piaciuto vederlo in azione, tuttavia la questione era della massima urgenza e non aveva tempo per questo.

"Vedi di non farmela ritrovare di nuovo fra i piedi!" disse sorridendo, indicando l'arpia che si era materializzata poco più in là. Zoro asserì col capo prima che riprendesse il volo seguita dalle due ragazze e da Chopper.

Fecero appena in tempo a raggiungere il corridoio che il muro di neve si ricompose bloccando la porta e serrando nella Biscuit Room lo spadaccino.

I compagni di Cappello di Paglia tirarono un sospiro di sollievo non appena furono fuori da quella stanza.

"E' un piacere sapere che stai bene e che Law ti ha ritrasformata!" ammise felice rivolgendosi a Nami.

"Ti ringrazio, ma adesso dobbiamo assolutamente raggiungere i bambini prima che sia troppo tardi!"

"Un momento! L'arpia ha detto che Vergo si trova in giro per il laboratorio e a quanto pare la sua collaborazione con la Marina è conclusa! Non posso permettere che vaghi a piede libero, la fama di quell'uomo è giunta fino alle mie orecchie! E' un tipo pericoloso!Inoltre potrebbe sapere dove si trova ciò che sto cercando!"

"Ma, Eris..." la ragazza coi capelli arancio la guardò preoccupata; le rispose con un sorriso "So che ve la caverete benissimo anche senza di me! Fidatevi, quando avrò terminato con lui saremo sicuramente più al sicuro!"
"Eris, Caesar ha liberato un'arma di distruzione di massa! E' un gas velenoso e letale per chi lo inala, se ti raggiunge morirai!" Chopper parlò dalle braccia di Nami, visibilmente in apprensione. La ragazza rimase nuovamente a bocca aperta.

"Cosa??? Un gas letale? Qui dentro?"

"Proprio così...è stato creato da Caesar Clown e si chiama Shinokuni! Lo ha liberato all'esterno e anche qui, nel laboratorio!Le stanze che non sono chiuse e sigillate ne sono pervase!"

"Non posso crederci..." Eris aveva gli occhi sbarrati e la mente confusa,ma decise comunque di tentare "Non so dove sia questa "sala del SAD" di cui ha parlato quella donna, ma qualcosa mi dice che Vergo non avrebbe mai deciso di andarci se poi non potesse più uscirne vivo! Nico Robin, sai per caso leggere questa cartina?" l'archeologa prese in mano il foglio che Eris le aveva consegnato e dopo qualche minuto cominciò a spiegare.

"Prendi questo corridoio, svolta a sinistra e procedi diritto, dovresti vedere delle grandi scale. Sali e ti troverai di fronte alla porta che conduce alla sala del SAD!"
"Grazie mille! Mi dovrai insegnare come capirci qualcosa di queste scartoffie una volta finita questa faccenda!" disse lasciandole la cartina in mano "Servirà più a voi che a me!".

Robin sorrise.

"Eris, vieni con noi...sono certa che gli altri sapranno occuparsi di Vergo anche da soli!" la navigatrice non aveva cambiato la sua espressione turbata, così come la piccola renna tra le sue braccia.

"Mi dispiace Nami...da quel che so quell'uomo ha un controllo enorme dell'Haki dell'Armatura, il che lo rende davvero un osso duro! Ho bisogno delle mie informazioni e lui sicuramente saprà rispondermi! Voi occupatevi dei bambini, vi ho già fatto perdere troppo tempo! Ci vediamo più tardi! Abbiate cura di voi!"

Eris salutò sbattendo le ali e volando il più velocemente possibile nella direzione che le era stata indicata sotto lo sguardo apprensivo degli amici, i quali si rimisero a correre verso i bambini.

"Law ha mentito...ma perché lo ha fatto? Ah! La situazione in questo posto è davvero delirante! Non riesco a capirci più nulla...adesso l'unica cosa che importa è Vergo! Una volta messo alle strette gli estorcerò il luogo dove si trova la pietra, poi salveremo quei bambini e me ne andrò per la mia strada. Papà sarà contento che finalmente io e Cappello di Paglia ci siamo conosciuti!" sorrise mentre volava in alto, sopra le scale che conducevano alla rinomata stanza del SAD.

 

Al suono ridondante dei tacchi nella sala, tutti volsero lo sguardo per vedere chi stesse entrando.

In mezzo ai due uomini che aveva sconfitto, stesi uno su un lato, uno sull'altro dell'ambiente in perfetta simmetria, stava il possente Vergo.

"Ho sentito parlare di te!" disse con calma, mentre i suoi capelli rossi ondeggiavano ad ogni passo dietro ai suoi fianchi.

"Eris-san! La cosa è reciproca!" le rispose sorridendo nella sua direzione.

Al suono di quel nome Smoker, disteso con il volto sul pavimento, sgranò gli occhi, mentre Law rimaneva imperturbabile ad osservarla, coperto di sangue. Entrambi erano ridotti in condizioni terribili. Lo scontro che avevano avuto con Vergo doveva essere stato piuttosto duro.

"Ho interrotto qualcosa?" chiese maliziosamente girandogli attorno con passo tranquillo, come un avvoltoio dalle ali bianche.

" Ho appena finito di occuparmi di queste due nullità." la sua voce greve risuonò attraverso le pareti metalliche.

"Credevo che facessi parte della Marina, tuttavia.." lanciò un'occhiata al Viceammiraglio a terra "...credo che quei tempi siano passati ormai!"

"Non ho mai appoggiato gli ideali della Marina, tuttavia farne parte mi permette di rendermi utile..." le rispose osservandola con circospezione.

"Oh...già, Joker!" si fermò ad esaminarlo coi suoi occhi vitrei, con la schiena rivolta verso l'ingresso della stanza "Sei un uomo molto forte, tuttavia il tuo non mi sembra un modo leale di combattere...non pensavo necessitassi di questi trucchetti subdoli per far fuori i tuoi avversari!" ridacchiò.

"Intendi il cuore di Law? Beh..ti assicuro che ne sarei stato capace anche senza averlo fra le mani!" il tono dell'uomo era sempre placido e uniforme, come una nota greve suonata ripetutamente.

"Allora non ti dispiacerà se lo prendo io!" ammise con voce suadente.
Law sgranò gli occhi, sgomento, mentre Vergo si accigliò, corrugando la fronte.

"Non credo che consegnartelo rientri nelle mie mansioni!"
"Chi ha detto che me lo devi consegnare?" l'uomo la guardò divertito da sotto i suoi occhiali "Non mi batto con le ragazzine!" .

Girandogli attorno aveva potuto notare che era piuttosto alto e imponente. La sua lunga giacca bianca nascondeva quasi interamente il suo corpo, ma la sua Percezione le aveva già permesso di intuire molto sulle sue capacità. Come sospettava, la sua Ambizione era particolarmente sviluppata. Avrebbe dovuto stare molto attenta a come agire, tuttavia non aveva molto tempo per pensare e preferì seguire l'istinto, come spesso faceva.

"Molto meglio, vorrà dire che non dovrò faticare a lungo!" sorrise "Trafalgar, se permetti prendo questa per un po', deve essere un duello ad armi pari!".

Si voltò verso il ragazzo e distese un braccio verso di lui, con il palmo rivolto verso l'alto.

"White stream" sussurrò mentre un raggio filamentoso dai colori cristallini si irradiava e attorcigliava su sé stesso come un grosso serpente, partendo dalla sua mano per snodarsi attraverso la stanza, giungendo a stringersi attorno all'elsa della nodachi di Law. Lo strano fascio luminoso si ritirò portando con sé anche la spada, prima che il ragazzo potesse trovare la forza per riappropriarsene.

"Che stai facendo?" rispose sfinito, con un filo di voce.

Eris strinse in pugno la lunga arma; chiuse gli occhi.

"Una lama corrotta. Kikoku. Grido del demone. Mi piace!" sussurrò sfoderandone la lama.

"Non ti permetto di usare la mia spada!" sibilò Law sdraiato con la schiena sull'inferriata; la ragazza si riscosse dai suoi pensieri  "Io starei zitto se fossi in te, non sei nelle condizioni di parlare!" rispose sprezzante, volgendo lo sguardo verso di lui.

"E tu non sei nelle condizioni di distrarti!" la voce di Vergo provenne inaspettatamente da dietro le sue spalle.

I suoi occhi di vetro si spalancarono.

Una fitta acutissima si propagò dal centro delle ali lungo tutta la schiena. Si piegò con le ginocchia a terra, facendo cadere sul pavimento la spada con un tintinnio metallico. L'uomo l'aveva colpita con la sua canna di bambù intrisa di Haki.

 Lanciò un grido di dolore.

"La sua Armatura è fortissima!"

Stava per ricevere un secondo colpo, ma impugnò la spada in un secondo per poi scattare in avanti e voltarsi.

"Colpire alle spalle un avversario! Che cosa subdola! Sai che hai davanti un osso duro non è vero?" gridò infastidita per il colpo subito, stringendo forte l'arma nella mano destra.

Era particolarmente grande per essere una nodachi, ma essendo Eris anche più alta di Law il problema era praticamente nullo.

Non appena la brandì, la potenza della spada riecheggiò dentro di lei come il suono ridondante e possente di una campana.

In un istante la lama divenne nera e scintillante come una pietra preziosa.

Vergo la osservò con aria di sfida, mentre avanzava verso la ragazza armata.

"Non sarai abbastanza veloce!" le gridò, lanciandosi su di lei con il bastone in mano.

In effetti l'uomo era velocissimo, tanto che Eris riusciva difficilmente ad usare la sua Percezione per indovinarne i movimenti.

Il bambù cozzò contro la spada e i due si fronteggiarono ringhiando. Con forza, Eris calcò sull'elsa per spingere Vergo lontano da lei, ma questo fu così veloce da sparire in un lampo per poi ricomparire alle sue spalle.

"La mia Percezione dovrà essere davvero infallibile!"

Pensò mentre si voltava per parare un nuovo attacco, gridando per lo sforzo.

Il duello si faceva sempre più serrato: l'uomo compariva e scompariva attorno a lei con la velocità del lampo, mentre Eris tentava di prevederne le mosse.

Parò i colpi della canna di bambù così tante volte da non riuscire nemmeno a contarle, tante volte quante si era specchiata nei suoi occhialini neri riuscendo a intravedere il suo viso pallido nel riflesso.

"Lo sta facendo apposta per stancarmi, sa che se continuerà così tra breve mi distrarrò e lui riuscirà a colpirmi! Devo fare qualcosa, ma cosa?"

Dopo l'ennesima parata, le venne finalmente in mente un'idea.

Vergo sparì e in quella frazione di secondo Eris si alzò in aria volando a qualche metro da terra, osservando così la situazione dall'alto.

L'uomo, che non si aspettava quella mossa, rimase interdetto.

"Cosa stai facendo? Scappi?" sbraitò osservando la ragazza dal volto bianco sorreggersi in aria sulle sue grandi ali, brandendo la lunga spada affilata.

"Prova a parare questa!" gli gridò dall'alto, per poi gettarsi in picchiata sull'avversario con la nodachi sguainata.

Questo preparò il bambù a difesa del volto, tenendolo con entrambe le mani, pronto a ricevere il colpo.

Qualche secondo prima di urtare contro l'avversario, la spada venne ulteriormente scossa da una seconda ondata di energia proveniente dalla spadaccina che la brandiva.

Quando Vergo se ne accorse era troppo tardi.

Il bastone si frantumò in due, mentre l'uomo venne ferito alla spalla destra che il bambù proteggeva. Eris lo aveva superato in volo, aspettandolo alle sue spalle. Si mise una mano sulla ferita sanguinante per poi voltarsi a guardarla.

"Ti piace il gioco duro eh, ragazzina?"

Sentiva che il respiro del suo avversario si faceva affannoso, ma anche lei era stata messa a dura prova.

La ragazza gettò a terra la spada: i suoi occhi trasudavano rabbia, le labbra azzurrine si contorsero in una smorfia crudele.

"Te ne sei accorto finalmente!"

Smoker aveva assistito al combattimento a bocca aperta, a terra, mentre Law era in estrema angoscia e apprensione. Non aveva idea di cosa sarebbe successo al suo cuore dopo quello scontro, ma sapeva che non sarebbe stato in nessun caso in buone mani.

Nel frattempo Vergo aveva tolto la sua giacca, mostrando l'enorme torace muscoloso ricoprirsi di Haki dell'Armatura, diventando completamente nero dalla testa ai piedi.

Sembrava visibilmente irritato, ed Eris cominciò a preoccuparsi.

"Un Haki formidabile, non c'è che dire!"

La ragazza si tenne pronta ad un altro round, mentre l'uomo le si avvicinava.

Per tutta risposta, fece la medesima cosa sotto gli occhi stupiti degli astanti. Tutte le parti visibili del suo corpo da bianche si macchiarono di nero lucido.

Parò i colpi con estrema agilità: le sue braccia sembravano molto più deboli a vedersi rispetto a quelle dell'avversario, tuttavia riuscivano a parare i duri colpi dell'uomo. Non era una questione fisica, quello scontro riguardava esclusivamente la potenza della loro Ambizione.

Usare l'Haki in quel modo richiedeva una grandissima concentrazione sul Busou-shoku a scapito delle altre tonalità ed Eris lo ricordò a sue spese.

Se non avesse usato l'Armatura, la mandibola le sarebbe saltata via in un attimo. Non ebbe il tempo di asciugare il sangue che le colava dagli angoli della bocca che Vergo si era di nuovo scagliato contro di lei.

Era davvero troppo veloce per poterne prevedere le mosse e si ritrovò in seria difficoltà.

"Ho voluto comportarmi come lui solo per far vedere che sono alla sua altezza! Sono davvero un'idiota!"

Decise che avrebbe usato l'Armatura solo sulle zone direttamente interessate e la pelle del suo volto ritornò bianca.

"Ci stai rinunciando?" la canzonò col suo tono tedioso.

"Ti piacerebbe!"

Si lanciarono con forza l'uno contro l'altro, continuando il loro terribile scontro corpo a corpo.

Riuscì a resistere ad ogni colpo senza cadere a terra e ciò la rassicurava, se l'Haki di Vergo fosse stato più potente del suo quei pugni l'avrebbero mandata al tappeto in un batter d'occhio.

Anche la concentrazione dell'avversario aveva qualche falla e non poté evitare un paio dei suoi colpi. Sembrava proprio che la sfida fosse tra pari.

Venne colpita ancora dietro la schiena, anche le sue ali ne stavano risentendo: alcune delle piume erano cadute a terra e svolazzavano per la stanza trascinate dalle correnti d'aria create dai movimenti collerici dei due lottatori.

Si erse in tutta la sua statura. Ormai era furiosa.

"Basta giocare!Rifugio sacro!" gridò, mentre il suo corpo si ricopriva di una strana scarica di energia bianca e azzurrina del tutto simile a quella usata precedentemente per prendere la spada. Ora la sua figura brillava come se fosse ricoperta da un fuoco cristallino e impenetrabile; da sotto quei fasci di luce lo sguardo di Eris si fece incandescente.

"Provaci adesso!"

L'uomo si scagliò nuovamente contro di lei. Era in procinto di colpirla nuovamente quando improvvisamente la ragazza si abbassò di scatto, colpendolo all'addome.

L'effetto fu quello sperato.

Con un grido, Vergo posò una mano sul suo ventre bruciato.

Eris non poteva esitare. Si rialzò fulminea e gli posò una mano sulla spalla ferita.

"Giudizio divino!" proferì con solennità.

Il corpo dell'uomo si ricoprì all'istante di quell'energia di cui anche Eris era rivestita.

 Non sembrò avere alcun apparente effetto.

Vergo stava fermo sul posto, senza muoversi.

Anche Law e Smoker stavano immobili, in silenzio, ad osservare la scena.

Avevano assistito a quel feroce combattimento, ma non si aspettavano nulla di simile.

Dopo quella che parve un'eternità l'aura di energia, risalendo lungo il braccio di Eris, sparì dal corpo dell'avversario,che si accasciò a terra in ginocchio, privo di forze.

"Che...cosa...mi hai fatto!" chiese con voce spezzata mentre l'Armatura si dissolveva. Sembrava che non fosse più in grado di agire.

Eris riprese in mano la spada che aveva lasciato qualche metro più in là, si tolse il sangue dalla bocca col dorso della mano e ritornò dall'avversario esaminandolo dall'alto, sprezzante.

"Dimmi dove si trova la Gemma di Ruthiel! Parla!" gli gridò, puntandogli la nodachi alla gola.

"Non...so di cosa...parli!"

"E' una pietra, avrai pur visto una pietra da qualche parte qui dentro!" il suo tono era sempre più spazientito e rabbioso.

"Io...è Caesar...conosce...il laboratorio..."

"Perfetto! Allora sei ancora più inutile di quello che sembri!" gli disse con sdegno per poi assestargli un colpo alla testa con l'elsa della spada, tramortendolo.

Silenzio.

Eris si voltò verso Smoker, il quale la guardò con gli occhi sgranati e il volto a terra.

"Non ho idea di cosa ci fai qui, Smoker-san, ma non sarò di certo io a metterti i bastoni fra le ruote. Anzi, ti ho tolto un ostacolo di mezzo, credo che la Marina mi debba un favore!" ammise ridendo "Non ti consiglio di metterti contro di me...non oggi!".

 La sua pelle stava lentamente ritornando normale e anche i suoi occhi acquisivano pian piano il loro caratteristico colore verde smeraldo.

"Ah...taci!" le rispose con rabbia, mentre cercava di rialzarsi.

Con passo lento, raggiunse Law, ponendosi davanti a lui e osservandolo con espressione beffarda.

Sorridendo tirò fuori dalla tasca un cuore pulsante, racchiuso in un gelatinoso involucro trasparente; con l'altra mano teneva impugnata la spada.

"Veniamo a noi!"

Con la schiena appoggiata sull'inferriata, il ragazzo la guardava con sgomento e rabbia.

Eris osservò per qualche minuto con curiosità l'organo vivo che teneva in mano.

Inaspettatamente gettò ai piedi del pirata la sua spada.

"Riprenditelo!" disse lanciandogli il cuore addosso con grande sorpresa di Law, il quale strinse per un momento l'organo fra le mani per poi rimetterlo al proprio posto.

"Non combatto contro un avversario che non è nel pieno delle sue facoltà!"

Il ragazzo impugnò l'arma e si rialzò, finalmente completo.

"Come ti sei permessa di usare la mia spada?" le gridò furioso.

"Cosa??? E mi ringrazi così? Sei davvero un cafone!"

"Perché non hai usato la tua? Ad ogni modo...voglio proporti una tregua finché non saremo usciti di qui!" ammise tutto d'un fiato mentre si sistemava il cappello in testa.

"Stavo per fare lo stesso! Ci sono cose più importanti a cui pensare in questo momento, per esempio salvare quei bambini, trovare la mia pietra, sfuggire alla morte..cose di questo genere!" rispose spazientita, mentre l'espressione di Law si faceva via via più torva.

"Che diavolo c'è? Hai cambiato idea?"

"Eris abbassati!" le gridò.

Fece appena in tempo a cadere sulle sue ginocchia che Law aveva lanciato un fendente estraendo la sua spada ad una velocità impressionante.

La ragazza si voltò e vide il corpo di Vergo tagliato a metà, ma presto si accorse che non era l'unica cosa ad aver fatto la stessa fine. Trafalgar aveva tagliato l'intera stanza, l'intero laboratorio!

"Ma che diavolo hai fatto!?" il soffitto cominciò a cedere mentre attorno a loro tutto tremava per il terribile colpo. Le cisterne riempite di SAD cominciarono a far sgorgare un inquietante liquido verde dai loro involucri rotti.

Eris si rialzò in tutta fretta mentre il ragazzo rinfoderò la spada con assoluta tranquillità, superandola e dirigendosi oltre Vergo, verso l'uscita.

"Guarda cos'hai combinato! Hai distrutto tutto! Sei un maldestro!" gli gridò rincorrendolo .

"Ti ho salvato la vita, quindi taci!" Law si voltò stizzito.

"Salvato la vita? Guarda che l'avevo sentito e stavo per colpirlo!"

"Ma non diciamo sciocchezze, saresti finita con la faccia a terra!"

"Come ti permetti, razza di sfacciato!"

"Sfacciato? Hai preso la MIA spada senza il mio permesso!"

"La TUA spada serviva più a me che a te!"

"Che razza di scusa è mai questa?"

"Una scusa? Se non fossi arrivata io qui quella nodachi ti avrebbe fatto compagnia nella tomba!"

"Ma sentitela!"

"Sei davvero infantile!"

"Non distraetevi!" da dietro di loro Vergo gridò lanciandosi in aria col bastone di bambù in mano; a quanto pareva riusciva ancora ad usare l'Armatura anche se tagliato a metà.

"...tu non immischiarti!" Eris sferrò un terribile pugno nero contro il busto dell'avversario. I due potenti Haki, scontratisi l'uno con l'altro, generarono dal loro punto d'incontro una spaventosa onda d'urto che fece sollevare la polvere e i massi caduti a terra.

Quando la nube di pulviscolo si dissolse la ragazza era ancora in piedi nella stessa posizione in cui aveva sferrato il colpo, coi muscoli tesi e la pelle bianchissima, come era prima.

Vergo, di contro, era finito dall'altro capo della stanza, sbattendo la schiena sull'inferriata.

"Vedi? So ancora prevedere le mosse dei miei avversari!" rispose abbassando il braccio e rivolgendosi con sdegno verso il ragazzo.

"Certo! Quando sono tagliati in due!"

"Certo, tagliati in due da qualcuno a cui ho restituito il cuore qualche minuto fa!"

"Me lo sarei ripreso!"
"Di sicuro non stando attaccato a quella ringhiera mezzo morto!"

"La volete smettere con queste scenate, mocciosi?" Smoker si stava alzando, sorreggendosi sulla sua arma.

Entrambi si voltarono ad osservarlo.

"Dobbiamo raggiungere gli altri, se non vogliamo morire qui dentro!"

"Il Cacciatore Bianco ha ragione! Prima sistema quel tizio una volta per tutte, Trafalgar!"

"Da quando in qua sei tu a dare gli ordini?" rispose seccato.

"Da quando sei in piedi soltanto perché l'ho deciso io!"

"Tu avresti deciso?"

"Proprio così!"

"Ma figuriamoci! Ti servo vivo solo perché non hai idea di dove andare a sbattere il naso in questo laboratorio!"

"Io so benissimo dove devo andare!"

"Ah sì? Allora dove si trova quella cosa che stai cercando?"

"Non sono affari che ti riguardano! Chiudi quella boccaccia!"

"Finitela!" tuonò nuovamente il Viceammiraglio "Siete proprio due mocciosi insolenti!"

"Nessuno ha chiesto il tuo parere!" gridarono all'unisono.

Un boato scosse il pavimento sotto di loro.

"Trafalgar santo cielo muoviti!"

 

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Dressrosa, Altopiano del Re


"Leo! Le ho trovate!" gridò entusiasta Viola dal suo lumacofono.

La donna stava in piedi sull'altopiano del Re, con lo sguardo rivolto verso la deformata Dressrosa.

Pica ne aveva modificato l'assetto morfologico tanto da renderla praticamente irriconoscibile; ciò era avvenuto durante il duro scontro coi pirati che tentavano di raggiungere il palazzo reale.

Sulla loro testa ora si stringeva minacciosa la temibile "Gabbia per Uccelli" di Doflamingo, ma ciò che spaventava più di tutto il resto era il terribile "gioco" che quest'ultimo aveva messo in atto. Tutti i giocattoli erano finalmente tornati umani e il re aveva approfittato della situazione per mettere sulla testa di alcuni degli intrusi sull'isola un'accattivante taglia. Questo gli avrebbe permesso di scampare temporaneamente all'ira di chi aveva reso schiavo, nonché di smettere di preoccuparsi dei suoi avversari.

Assieme a Viola si trovavano anche i due samurai che si erano finalmente ricongiunti, Kanjuro e Kin'emon, l'ex re Riku e Usopp il cecchino, che rappresentavano solo alcuni dei tanti ricercati del "gioco".

Questi avevano tentato di sfuggire alla folla inferocita scappando lassù, ma ormai stavano per essere raggiunti e non avevano più un posto dove rifugiarsi. I Tontatta, presso la Fabbrica di Smile, stavano cercando la principessa Manshelly senza successo, ma grazie alle abilità di Viola ora era nota a tutti la sua ubicazione, nonché quella dell'attuale Regina in carica, Eris, che per uno strano caso della sorte si trovava con lei. La donna aveva infatti usato la sua Chiaroveggenza per individuarle e dopo svariati tentativi infruttuosi aveva finalmente capito dove erano state portate.

"Ricordi la stanza delle punizioni?" chiese a Leo "Si! Quella dietro alla Cappella!".

"Esattamente! Sia Eris che Manshelly sono chiuse lì dentro! Purtroppo Eris ha addosso il bracciale di Agalmatolite, non potrà fare molto per aiutarvi!"

Nell'udire quelle parole, ad Usopp, che si trovava lì accanto a lei, tornarono in mente le parole di Robin e si affrettò a riferirle anche a Viola.

"Un momento! La nostra compagna ci ha detto che una volta contratto il matrimonio, Eris ha in effetti assolto all'impegno preso tramite il Sacro Accordo! Di conseguenza può avere indietro i suoi poteri senza venir meno ai patti!"

La donna stette ad ascoltare sbalordita per poi curvare le labbra in un grande sorriso "Leo, Kab! Avete sentito?".

Dall'altro capo della cornetta udì i piccoli Tontatta gioire "Eris è libera!".

Lo sguardo di Viola si fece di nuovo serio davanti agli occhi del cecchino "Tuttavia è necessario recuperare la chiave del bracciale! Per fortuna so dove Doflamingo la tiene nascosta, ma non sarà una cosa facile! Dirigetevi alla base del palazzo e liberate le due prigioniere, quando avrete finito ricontattatemi, passo e chiudo!"

"Sarà fatto, Viola-sama!"
I Tontatta riagganciarono, partendo seduta stante dalla Fabbrica, diretti al Palazzo Reale.

Il padre le si avvicinò appoggiandole una mano sulla spalla, mentre il cecchino e i samurai erano impegnati in una conversazione dietro di loro.

"Non preoccuparti, vedrai che ce la faranno!"

"Lo spero, padre. L'apporto di Eris potrebbe essere decisivo per questa battaglia!La sua forza..." il vecchio re la interruppe con voce greve "Quella ragazza ha sofferto molto durante la sua permanenza qui, potrebbe non essere in grado di agire come credi..."

Gli occhi ambrati della donna indagarono l'espressione preoccupata del padre "Sposarsi con Doflamingo le ha causato un grave trauma, ma so che il suo potere è enorme. Ho sentito la sua energia con la Chiaroveggenza! Non appena avrà l'occasione di farla pagare a Doflamingo sono sicura che quel mostro non avrà scampo!"

"Ed è proprio ciò che temo! Nei suoi occhi ho visto una grande afflizione. Se quella sofferenza si muterà totalmente in ira non sarà solo Doflamingo che dovremo temere, ma anche lei!"

"Ma...padre! Cosa stai dicendo, non capisco..."

"Poco più di un anno fa giravano delle voci...sulla Marina, sulla ragazza..."

Viola sgranò gli occhi incredula "Non crederai mica che..."

Il vecchio re rivolse lo sguardo preoccupato verso il castello "Non possiamo esserne totalmente sicuri, ma se quello che si dice è vero tutta l'isola sarebbe in pericolo! Non sappiamo ciò che potrebbe accadere!"

Padre e figlia si volsero pensierosi verso la nazione devastata e in subbuglio.

"Per salvarci servirà un miracolo!"

 

Angolo dell'autrice:

Scusate il "ritardo"! :D Sembra sia successo un po' di caos a Punk Hazard! Eris deve ancora trovare ciò che sta cercando nonostante abbia faticato molto per mettere Vergo al tappeto! Chissà che Frutto del Mare avrà mangiato per ottenere dei simili risultati...Nel prossimo episodio il finale di Punk Hazard e la missione dei Tontatta per recuperare le due prigioniere! Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Alla prossima!

   
 
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