[Note dell'autrice: eccomi di nuovo qui
con un altro aggiornamento. Oramai ci siamo, mancano poche ore alle battute
finali di questa fan fiction, vi informo anche che sono tornata in possesso del
mio computer, così finalmente non avrò più problemi con gli accenti.
Purtroppo non sono riuscita a mettere il
SasuSaku promesso, sarebbe diventato lunghissimo, ma
dato che lo sto già scrivendo sarà nel prossimo capitolo. Per cui leggete e
recensite che il prossimo aggiornamento arriverà a breve. Baci baci!!]
Cap.8 -8
L’avvocato entrò nel lussuoso ufficio
della Manda Tower, l’espressione sul suo volto
lasciava chiaramente intendere che la situazione era più grave del previsto, in
compenso però aveva anche ottime notizie riguardanti le informazioni che Orochimaru aveva espressamente richiesto.
“Allora? Come sta?”
Nonostante gli avvenimenti, Orochimaru riusciva sempre a mantenere una calma ed una
freddezza fuori dal comune.
“Uno dei nostri uomini ha prelevato Kabuto
in tempo e lo ha portato in un luogo
sicuro. Almeno per il momento. Non sappiamo se l’assassino è ancora sulle sue
tracce e quando lo troverà.”
“Hai trovato le informazioni che ho richiesto?”
“La nostra informatrice è stata piuttosto dettagliata a
riguardo. Kabuto aveva ragione; i due giovani che ha
malmenato sono fratelli ed uno di loro era proprio Corvo Nero. Uno dei due è
morto e l’altro adesso vuole portare a termine il lavoro.”
“Se lei lo conosce, sa anche come trovarlo ed eliminarlo per
il doppio della cifra concordata. Per quanto riguarda mio figlio, credo sia
giunto il momento di farlo sparire per un po’. Fai preparare lo yacht, dovrà
partire immediatamente.”
L’Edo Tensei
era appena stato messo sotto sequestro, la polizia presidiava la zona e c’era un via vai di
agenti che raccoglievano prove ed interrogavano tutti i testimoni; Naruto raggiunse Sakura nella Metro insieme ad alcuni
poliziotti della scientifica e dei paramedici, lei era ancora
visibilmente scossa per quanto accaduto
nella metropolitana, era stato come trovarsi in un sogno e guardò con
insistenza il telefono indecisa se chiamarlo, mandargli un messaggio o lasciare
perdere.
“Hey, stai bene? Mi hai fatto
preoccupare, cosa è successo qui?”
Naruto
indicò il cadavere dell’uomo sulla panchina. Non era a conoscenza di come erano
andate veramente le cose.
“Io sto bene…solo che...”
Le parole le si bloccarono in gola,
aveva ancora davanti agli occhi l’immagine di lui che spariva sul treno dopo
aver ucciso l’uomo che l’aveva aggredita e ad un tratto sentì il forte
desiderio di confidarsi con qualcuno.
“Sakura puoi fidarti di me. Lo vedo dai tuoi occhi che
qualcosa non va. Dimmi che cosa è accaduto!”
“Ho visto qualcuno scendere nella Metro è l’ho seguito. Poi
quell’uomo mi ha assalito ed ho lottato per difendermi…
ad un tratto ho creduto che non ce l’avrei fatta se…”
“Se cosa?”
“Non ero da sola. C’era qualcun altro qui... Però poi ha
preso il treno e se ne andato.”
“Sai chi era?”
“L’ho incontrato qualche mese fa in un bar del centro ed
abbiamo iniziato a frequentarci. Non abbiamo mai parlato di cosa facevamo per
vivere, solo di noi e di tante altre cose che ci piaceva fare. Eppure sono
sicura che era lui, lui ha ucciso quell’uomo per difendermi e non ho idea se
abbia a che fare con tutti gli altri omicidi.”
“Sakura mi stupisci. Non credevo che ti piacessero gli uomini
pericolosi… Ok, non è il momento per le battute
stupide. Come si chiama almeno me lo vuoi dire? Così se lo incontro gli stringo
la mano”
“Sei il solito imbecille, lo sai vero? Bhè
so solo che si chiama Sasuke, ma non so il cognome. A
dire il vero non mi è mai interessato un granché saperlo. Mi piaceva lui, il
suo carattere, il suo aspetto fisico…”
Sakura si accorse che stava arrossendo e
sorrise nervosamente, non le era capitato di sentirsi così vulnerabile ma tutto
sommato la aiutò ad allentare un po’ la tensione che in quelle ore aveva
accumulato; non vide che il volto di Naruto si era
fatto improvvisamente serio, forse non era un cervellone come Shikamaru ma non era certo uno stupido, sapeva fare 2+2.
Non appena Sakura nominò Sasuke non gli ci volle molto a collegare gli eventi e la scia di morti che stavano insanguinando la
città era ad opera di uno soltanto e miravano ad un obiettivo preciso.
Questa era una delle qualità maggiori
degli assassini di Luna Rossa, Sasuke non faceva
eccezione.
“Sai penso che dovresti farti vedere da un medico. Qui non
c’è niente altro che puoi fare, posso gestire tutto io…”
“Non è necessario Naruto, sto bene.
Ormai siamo in ballo ed intendo andare fino in fondo”
Naruto
stava per ribattere, non poteva certo raccontarle la verità, eppure doveva
tenere l’amica lontana da Sasuke il più possibile, la
situazione poteva essere più pericolosa di quanto si aspettassero e la cosa
iniziava a farlo incazzare.
Per sua fortuna squillò il suo cellulare
e rispose subito alla chiamata; era Kiba che, come
promesso, aveva l'indirizzo di dove poteva trovarsi la macchina che stavano
cercando, in un container di uno scalo merci al porto.
“Kiba ha fatto centro. Sei sicura
di voler continuare?”
“E’ il nostro lavoro Naruto e il
tempo stringe, non possiamo perdere un minuto di più.”
“D’accordo, Sai può tenere sotto controllo la situazione qui.
Però guido io stavolta, tu hai già avuto abbastanza emozioni per stasera”
Sakura acconsentì sbuffando e si
incamminò verso l’uscita della metro, la loro auto era ancora parcheggiata
davanti al locale e sarebbe stata un’impresa fare manovra con tutto il
personale della centrale in attività sul luogo.
Naruto
le era subito dietro e, senza farsi notare, inviò un sms con il cellulare a chi
sapeva lui.
Nella camera d’albergo, Kakashi si stava rivestendo quando ricevette una mail da Shaikamru nella quale gli inviava in allegato una serie di
documenti, ovvero scansioni di pagine di una agenda, che erano state mandate in
forma anonima per posta elettronica direttamente alla sede informatica della
centrale.
Non appena Kakashi
iniziò a scorrere sullo schermo le varie pagine, capì la gravità della
situazione e decise di informare Fukaku direttamente,
girando la mail ad un indirizzo di posta criptato che soltanto lui conosceva.
Grazie a quelle informazioni, Kakashi aveva già ben chiaro quale sarebbe stata la
prossima mossa di Sasuke e doveva sbrigarsi a
seguirlo.
Accanto a lui Mikoto
lo osservò con una certa preoccupazione, ma lui la rassicurò.
“Credo di aver trovato Sasuke. Non
preoccuparti, manterrò fede al nostro accordo”
Poi, osservando le curve che il suo
splendido corpo sfoggiava sotto il lenzuolo aggiunse.
“Dovremmo fare più attenzione, lo sai?”
“Se ti riferisci a mio marito, non sono ignara del fatto che
mi controlla. Ma ora come ora la cosa non mi interessa…”
Si scambiarono uno sguardo di intesa e
terminò di vestirsi; si stava facendo giorno ormai e non c’era più tempo per
dedicarsi ad altri piaceri.
Nel frattempo Sasuke
doveva occuparsi di un altro piccolo problema; rientrato all’appartamento del
fratello, si recò subito a prendere la valigetta di primo soccorso; infatti una
volta sfilata la giacca e la camicia, questi erano imbrattati del suo stesso
sangue, un vistoso taglio all’addome cominciava a cicatrizzarsi e
fortunatamente per lui non era un taglio profondo, fu sufficiente disinfettare
la ferita, applicare qualche punto di sutura e bendarla, non senza però una
bella dose di dolore gratuito.
Essendo un abile assassino, non era una
cosa nuova per lui, auto curarsi le ferite ricevute in missione faceva parte
del suo bagaglio di addestramento, quello che però lo sconcertava era il come
si era procurato quella ferita; era abbastanza certo che fosse stato mentre
lottava contro le guardie di Kabuto e che poi gli era
sfuggito, ma subito dopo gli tornò in mente l’uomo della metropolitana e la
ragazza dai capelli rosa che aveva cercato di uccidere.
Per quanto ne sapeva lui, esisteva una
sola ragazza in tutta la città che corrispondeva a quella nella metro e la cosa
lo turbava parecchio; cosa ci faceva lei lì sotto? Possibile che fosse dalla
parte di Orochimaru? Da come aveva lottato poteva
essere della polizia ma niente gliene dava la certezza. Chi era veramente lei?
Tornò a concentrarsi sull'agenda del
contabile ed alle ricerche a computer che aveva iniziato trovando quasi subito
conferma ai sospetti che aveva avuto fin
dall'inizio; Orochimaru era responsabile di molti
omicidi eccellenti su commissione, uno di questi era il procuratore Haruno, un amico di suo padre e che aveva sempre
appoggiato, inoltre un membro dell'Organizzazione aveva tradito ed ora stava
facendo il doppio gioco fornendo nomi e
informazioni su tutti i suoi membri dell’Organizzazione ad Orochimaru.
Non era chiaro il nome della talpa, ma
una volta completata la sua vendetta, Sasuke si
promise che avrebbe trovato e consegnato ai capi di Luna Rossa il traditore; in
quel momento il cellulare squillò, era un messaggio di Naruto
che pareva non essere molto amichevole.
“Che cazzo stai combinando, Teme??”
Sasuke
storse la bocca, preferì non rispondere, non era dell’umore per dargli corda;
iniziò ad osservare la cronologia dei messaggi, quasi sperando di vedere se lei
lo aveva cercato nelle ultime ore, ma non c’era nulla e non c’era motivo per
cui fosse lui a doverla cercare. Magari una volta che tutto fosse finito
avrebbe anche provato a parlarle, ma allo stato attuale doveva rimanere concentrato sul suo obiettivo.
Ad un tratto qualcuno suonò al
campanello della porta, rimase in silenzio senza rispondere per qualche secondo
fino a che non suonarono ancora e la cosa lo insospettì; prese mano alla
pistola e si avvicinò alla porta controllando dallo spioncino chi fosse. Rimase
di sasso quando riconobbe la persona in attesa fuori dalla porta, come faceva a
conoscere quell’indirizzo?
Aprì e il suo volto non nascondeva una
certa irritazione, quella giovane dai capelli rossi era l’ultima persona che
poteva permettersi di fargli quelle improvvisate.
“Immagino che tu non sia qui per caso, vero Karin?”
“Sono un membro dell’Organizzazione, tesoro, ho anche io le
mie risorse. Inoltre conosco questo appartamento molto meglio di te.”
“Chissà perché non sono sorpreso”
“Lo sai che ho sempre avuto un debole per te, ma tuo fratello
ha… come posso dire, delle “doti” sorprendenti”
Sasuke
si fece da parte e la fece entrare; Karin era una eccellente assassina ma, allo
stesso tempo, era anche una sgualdrina di prima categoria, non c’era uomo
all’interno dell’Organizzazione che non se la fosse portata a letto: una volta l’aveva
anche sorpresa ad uscire dall’ufficio di suo padre con la camicetta ancora
sbottonata.
“Non sono in vena di visite, sono piuttosto occupato. Ti ha
mandato il vecchio?”
“Non esattamente… diciamo che “il
vecchio” a cui ti riferisci non è tuo padre”
Le aveva dato le spalle, ma non rimase
ignaro al suono della sicura disinserita per consentire alla prima pallottola
di entrare in canna; fece in tempo ad abbassarsi prima che venisse sparato il
colpo e rapidamente le fu addosso sbattendola contro la porta ed ingaggiando un
violento corpo a corpo con la rossa, la quale, pur essendo di corporatura
esile, aveva una forza ed una abilità straordinaria, non a caso avevano
ricevuto lo stesso addestramento.
A Sasuke poco
importava contro chi si trovasse a dover fare a pugni, uomo o donna non aveva
preferenze, in quella circostanza però la donna in questione era ben
intenzionata ad ucciderlo. Il peggio era che faceva parte anche lei di Luna
Rossa, il che non lasciava più molto spazio a dubbi su chi fosse la talpa.
Lei era decisamente agguerrita con pugni
e calci ben assestati, uno dei quali lo aveva centrato in una zona che era
meglio non toccare.
Questo le diede un po’ di vantaggio, ma Sasuke, nonostante l’incazzatura maggiore per aver ricevuto
il colpo basso, non si fece trovare impreparato, la afferrò per le spalle e le
fece fare una carambola dritta sul tavolino del salotto che andò in frantumi
sotto per effetto del peso nonché della forza con cui Sasuke
la sbattè a terra.
Lei riuscì a rialzarsi con agilità
prendendolo contro piede, partì un altro colpo di pistola che non arrivò a
segno perché, altrettanto abilmente Sasuke era
riuscito ad afferrarle il braccio e a disarmarla e con un calcio ben assestato,
Karin era andata a finire contro la cucina.
I coltelli erano a portata di mano e ne
prese uno lanciandosi di nuovo nella lotta.
“La serpe devi averti pagata parecchio per tradire
l’Organizzazione”
“E non immagini quanto è disposto a sborsare solo per farti
fuori”
Karin cercò più volte di colpirlo con il
coltello ma Sasuke riuscì ad evitare ogni suo
tentativo di andare a segno fino ad afferrarle il braccio e disarmarla ancora
una volta; a quel punto prese il sopravvento lui, afferrando la camicia che si
trovava a terra e ad avvolgergliela intorno al collo. Lei si trovava ora in una
posizione di netto svantaggio, a terra con Sasuke
sulla sua schiena che la stava strozzando; in verità non era esattamente un
vero e proprio soffocamento, esisteva infatti una tecnica adoperata in molti
addestramenti militari e dei servizi segreti per cui stringendo il collo di una
persona, a mani nude o con l’utilizzo di un qualsiasi mezzo, come un pezzo di
tessuto ad esempio, era possibile bloccare l’afflusso di sangue al cervello
tanto bastava per far perdere i sensi alla vittima senza doverla uccidere.
Una tecnica pericolosa che, se applicata
non in modo corretto, poteva portare alla morte; nonostante questo, Sasuke era stato addestrato da Itachi
stesso nell’uso appropriato di quella tecnica e a poco a poco, il corpo di
Karin iniziò ad ammorbidirsi e ad abbandonare ogni resistenza.
Ci volle una bella dose di auto
controllo per resistere alla tentazione di aumentare la presa e farla finita
una volte per tutte, ma era necessario che Karin rimanesse in vita, così da
affrontare il giudizio del Consiglio che avrebbe deciso delle sue sorti;
dovette quindi limitarsi a spedirla semplicemente nel mondo dei sogni e ad
affrontare il problema un passo alla volta.
Il caso volle che nello stesso palazzo,
abitasse un altro prezioso membro dell’Organizzazione e, la persona in
questione, per sua fortuna non era in servizio e decise quindi di andare a
bussare alla sua porta.
“Ciao Gai, hai impegni al momento?”
Un uomo di alta statura, dalla
capigliatura anni ’70 e con enormi sopracigli nere rimase piuttosto divertito
quando vide come era conciato.
“Se è una festa a tema che state organizzando al piano di
sopra, potrei farci un pensierino”
“Molto di più. Giuda ha bisogno di una corda nuova!”
-7
Alcune auto nere entrarono da un
cancello sorvegliato ed attraversarono tutto lo scalo merci del porto, fino una
specie di hangar che fungeva da magazzino; di fronte ad esso il molo dove era
già attraccato uno yacht di notevoli dimensioni e tutto l’equipaggio era in
fermento per i preparativi in vista della partenza.
In uno stanzino del magazzino,
costantemente sorvegliato, Kabuto si stava fumando
uno spinello dietro l’altro, era decisamente nervoso, dopo il tentativo di
assassinarlo avvenuto nel suo locale, non si sentiva più così al sicuro e sperò
che la nave fosse pronta al più presto. Suo padre aveva dato l’ordine di farlo
partire verso destinazione ignota, ma Kabuto non era
così sicuro che ci fosse luogo al mondo in cui, l’assassino, non l’avesse
raggiunto.
Infatti, nessuno sapeva che Sasuke era ancora sulle sue tracce ed era riuscito a
mettere fuori gioco Karin, pagata da Orochimaru
apposta per ucciderlo.
La rossa era legata ad una sedia, in
casa di Gai che la teneva sottocontrollo come richiesto da Sasuke;
l’Organizzazione era già stata informata e a breve sarebbero venuti gli
“spazzini” a prelevare la ragazza.
“Pare che tu abbia scelto il lato sbagliato, dolcezza. Le
regole di Luna Rossa sono chiare e severe specie riguardo a chi no le
rispetta.”
“Non mi è mai importato nulla delle regole. E’ sempre un
piacere infrangerle, se la ricompensa è equa…”
Gai non si accorse che, Karin,
slogandosi il pollice di una mano, era riuscita a liberarsi della corda che la
teneva legata alla sedia ed, approfittando di un momento di distrazione di gai
che le dette le spalle, gli fu subito addosso, costringendolo ad una lotta che
durò meno di uno secondo; preso alla sprovvista, l’uomo si ritrovò a terra sul
pavimento, con un cuscino sulla faccia: Karin gli prese la pistola che teneva
dietro la schiena e gli sparò a bruciapelo, usando lo stesso cuscino come
silenziatore.
Gli prese il cellulare e controllò le
ultime chiamate fatte e sogghignò nel riconoscere uno dei contatti di Gai;
avrebbe portato quel nome ad Orochimaru ed era
abbastanza certa che, in quel, modo si sarebbe assicurata un notevole extra.
Dall’altro lato del porto, una nave
merci stava per caricare numerosi container; non c’erano guardie armate, ma
solo i marinai e gli addetti a terra che stavano lavorando a pieno ritmo.
Naruto
e Sakura decisero di lasciare la macchina all’ingresso del molo e di muoversi a
piedi, perlustrando l’area e controllando i numeri dei container che in quel
momento stavano per essere caricati; secondo Kiba,
quello con il numero di serie HAKA 0043247 era
quello che stavano cercando e doveva trovarsi nell’area di carico Nord.
Provarono a chiedere ad uno degli operai
che li indirizzò verso l’area giusta; ovviamente era pieno di container in
attesa di essere caricati, ci sarebbe voluto un po’ per trovare il loro.
Decisero di diversi e iniziarono a
guardare in due diverse direzioni, fortunatamente i numeri di serie erano ben
visibili e dopo quasi venti minuti, Sakura chiamò Naruto,
aveva trovato il container.
“Il numero è quello giusto, speriamo che sia giusto anche il
contenuto e non una bufala del tuo amico”
“Non possiamo aprirlo senza un mandato, fidati è sicuramente
lui.”
“Secondo te allora cosa dovremmo fare? Starcene qui in attesa
che un qualche giudice ci firmi il mandato? E con quali prove? Per quell’ora
questo container sarà già in viaggio verso la Cina!”
“Sakura non abbiamo scelta. Kakashi
ci farebbe il culo. Magari Shikamaru potrebbe fare
una delle sue magie per noi e farci risparmiare tempo”
“Sta bene, mentre tu lo chiami io apro il container, così
risparmiamo ancora più tempo. E pensare che ero io quella che seguiva sempre le
procedure e tu quello che faceva casino. Da quando hai tirato il freno a mano?”
“Da adesso. Abbiamo compagnia”
“Hey voi, che state
facendo?”
Due uomini armati si stavano avvicinando
e non avevano l’aria di essere amichevoli; dal completo che indossavano erano
identici agli uomini della sicurezza uccisi all’Edo Tensei
Lounge, non c’era dubbio quindi che facessero parte
dell’esercito di Orochimaru.
Naruto
e Sakura misero mano alle pistole e mostrarono i distintivi, ma, non appena li
videro, i due uomini iniziarono a sparare di conseguenza anche loro furono
costretti a rispondere al fuoco.
“Sembra che la nostra presenza non sia del tutto gradita!”
Naruto
riuscì a beccare uno dei due mentre l’altro, a sorpresa, venne colto alle
spalle da una persona che nemmeno i due ragazzi si sarebbero aspettati di
vedere.
Asuma
li aveva raggiunti ed ora stava dando loro manforte; a seguito degli spari
stavano per sopraggiungere altri ospiti indesiderati ed era meglio levare le
tende il prima possibile.
“Vi farete ammazzare se restate qui. Vi conviene andarvene”
“Asuma? Ma che…?
Non importa, non possiamo andarcene. Siamo venuti qui apposta per questo container…”
“Del container me ne occupo io. Adesso sparite e alla svelta”
Sakura non era una che mollava
facilmente ma in quella particolare situazione non aveva altra scelta che fare
come aveva detto lui; inoltre Asuma poteva coprire
loro la fuga dal momento che aveva a che fare con la criminalità organizzata di
Orochimaru e suo figlio. Ora che le veniva in mente, Shikamaru aveva detto che il nome di Asuma
compariva spesso come collegamento tra Luna Rossa ed Orochimaru;
forse era il caso di tornare in centrale e spremere un po’ le abilità
informatiche del loro amico.
“Muoviti Sakura andiamo!”
Entrambi riuscirono a tornare alla
macchina e senza farsi vedere e corsero subito in centrale, avevano diverse
questioni che andavano risolte.
“Siete tornati alla buon ora ragazzi, la colazione è passata
da un pezzo”
“Evita le battute sceme Shikamaru è
stata una lunga nottata e crediti questa giornata non proseguirà meglio. Ci
serve tutto quello che hai su Asuma, i suoi legami
effettivi con Orochimaru e Luna Rossa inoltre…”
“Hey, hey,
ferma i motori bellezza, si dia il caso che anche il sottoscritto ha avuto una
lunga nottata. E per tua informazione il mio turno è appena terminato e sto
giusto aspettando Shizune per il cambio”
“Dai Shika, lo sai com’è fatta
Sakura quando ha la luna di traverso. Dacci ancora un piccolo aiutino prima che
arrivi Shizune e non ti daremo più fastidio, promesso”
Sakura rivolse un’occhiataccia a Naruto che venne completamente ignorato; Shikamaru a quel punto, sbuffando e un po’ di controvoglia,
si rimise alla tastiera e in pochi istanti ecco comparire sullo schermo tutte
le informazioni richieste.
Effettivamente su Asuma
non era c’era molto, fatta eccezione della fedina penale, in compenso però, Shikamaru trovò una nota particolare ed un documento del
ministero degli Affari Interni, di alcuni anni prima, in cui veniva indicato il
nome di Asuma come infiltrato nella criminalità; il
documento in particolare era stato firmato sia dal ministro che anche dal procuratore
di allora: Haruno.
Sakura rimase di sasso, nel riconoscere
il nome di suo padre in quel documento ufficiale; anche Shikamaru
riconobbe il nome e mostrò a quel punto la mail anonima che aveva ricevuto solo
poche ore prima.
A Naruto non
sfuggì l’espressione di Sakura nel vedere il contenuto di quella mail e le mise
una mano sulla spalla, quasi che volesse, con quel gesto, farle capire che era
pronto a sostenerla ancora una volta.
“Io le riconosco… queste pagine,
sono di una agenda… da dove arriva questa email?”
“Ho rintracciato il numero IP del computer da cui è stata
inviata, ma non ho ancora scoperto l’indirizzo del luogo in cui si trova il
computer. E’ collegato ad una rete Wi-Fi protetta da
un serie di firewall, mi ci vuole tempo per sbloccarle tutte.”
“Sono le pagine dell’agenda a cui stava lavorando mio padre…”
“Come dici scusa?”
“Il procuratore Haruno…era mio
padre. Stava indagando sui crimini commessi da Orochimaru
ed era in procinto di arrestarlo e mandarlo davanti ad una giuria quando è
stato ucciso insieme a mia madre. Tra le prove a cui stava lavorando, c’era un’agenda
uguale a quella che hai tu adesso sul computer”
“Bene… allora non ti farà piacere
sapere che su questa agenda c’è una lista di persone fatte uccidere da Orochimaru e tra queste c’è anche quello di Haruno. Ma c’è di più; qualcuno sta vendendo informazioni
ad Orochimaru riguardo proprio a Luna Rossa, quindi
credo di poter affermare che, ciò che pensavamo in principio, ovvero che Orochimaru sia a capo di questa Organizzazione, in realtà sia
del tutto sbagliato”
Sakura si fece seria e cominciò a
riflettere attentamente; erano sicuramente informazioni importanti, aveva
atteso anni per avere in mano le prove schiaccianti sul coinvolgimento di Orochimaru e la morte dei suoi genitori e finalmente le
aveva a portata di mano.
Ancora però non riusciva a comprendere
il nesso tra Luna Rossa ed Orochimaru e, da quanto
scoperto, qualcuno all’interno di essa stava facendo il doppio gioco.
Spionaggio interno? Ma perché a quale scopo? Cos’era Luna Rossa e cosa aveva a
che fare con Orochimaru.
I pezzi del puzzle sembravano combaciare
ma c’era sempre un elemento che continuava a mancare. Ad un tratto Naruto richiamò la sua attenzione, aveva notato qualcosa
che forse poteva essere di vitale importanza.
“Ci sono una serie di numeri qui, ma ce ne uno che termina
con delle lettere OTO. Sei in grado di determinare a cosa si riferisce?”
“Aspettavo che me lo chiedessi; è il nome di un molo privato
che si trova al porto, più precisamente nell’area mercantile. Ed attualmente,
collegandoci direttamente con le videocamere di sorveglianza del luogo, vi è
ormeggiata la “Sannin”, lo yacht privato di Orochimaru”
“Sta per partire?”
“Non ancora, ma se proprio vuoi saperlo il passeggero che ha
prenotato il biglietto non è Orochimaru. Ho
ingrandito il fermo immagine della targa di una delle auto parcheggiate al
magazzino davanti al molo e il proprietario è, niente di meno che il rampollo Reale…”
“Kabuto?”
Naruto
e Sakura si scambiarono una rapida occhiata; il club privato di Kabuto era appena diventata il luogo di una strage e, come
da copione, il paparino gli stava regalando un viaggio, molto probabilmente di
sola andata, verso destinazione ignota.
Tutta quella serie di delitti forse
avevano un unico obiettivo e Kabuto era sicuramente a
conoscenza di chi e perché.
“Dobbiamo interrogare Kabuto prima
che la nave prenda il largo.”
“Sarà meglio che avvisi Kakashi e
che vi mandi dei rinforzi. Vorrà dire che oggi farò un po’ di straordinario… vi farò avere anche l’indirizzo di dove si
trova quel maledetto computer”
Shikamaru
si rimise al lavoro e Naruto seguì Sakura che a gran
corsa si diresse verso l’ascensore; questa si trovò completamente d’accordo con
lei, dovevano impedire allo yacht di partire, anche se era certo che non
sarebbero stati gli unici a recarsi lì per Kabuto.