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Autore: Ilune Willowleaf    23/04/2016    2 recensioni
In una puntata della serie tv viene accennato il fatto che c'è stata una "dea Coccinella" nell'Antico Egitto.
E poi una fanart mi fa accendere la miccia.
Asenmut è il figlio di uno de generali del Faraone. Mefrure la sorella del Faraone e di sua moglie, e anche essa futura sposa regale. Legati ai loro doveri e ai loro destini, possono essere sé stessi solo quando i poteri divini fanno di loro la Dea Coccinella e il Figlio della Dea Bastet, il Gatto Nero, per proteggere la città e l'Egitto intero da un misterioso evocatore di demoni. Forse i sogni di una adolescente possono diventare realtà. Forse i sogni di un ragazzo investito del potere di Bastet possono avverarsi. Forse. Se l'Egitto non sprofonderà in un incubo senza fine.
Dedicata agli utenti della pagina FB Amour chassé-croisé che pubblicano sempre fanart che mi fan salire il fangirlismo =)
Genere: Avventura, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6 – a un passo dall'apocalisse

-Possiamo riportare Nefertari in vita. -
L'enormità dell'affermazione per un attimo lasciò Mefrure senza parole.
-Cosa?- fu l'unica parola che riuscì a boccheggiare.
-Certamente! Non siamo forse noi stirpe degli dei? Non siamo i supremi sacerdoti d'Egitto? Offrendo un sacrificio adeguato, la vita tornerà a scorrere in lei. -
-Fratello, come ti è venuta in mente questa idea?- Mefrure si trattenne all'ultimo dall'aggiungere "folle" all'idea.
-E' stato il visir a propormela. Ha detto che lo strazio del mio cuore avrebbe commosso anche una pietra, e che io, e io solo in tutto l'Egitto, avrei potuto riportarla in vita. Oh, il nostro caro amico! Il nostro più fedele servo! Ha organizzato tutto lui, nella sua infinita saggezza, e ora ci attende. Vieni, mia cara, vieni: dobbiamo affrettarci. E' tutto organizzato, e i servi ci attendono per prepararci alla cerimonia!-
La stretta di Tutankamon era forte, la stretta di un pazzo. Mefrure dovette seguirlo nelle stanze adiacenti, dove le ancelle che erano state di sua sorella la vestirono di altri abiti e le posero sul capo e sul corpo gioielli pesanti. Per fortuna, Tikki riuscì a sgusciare tra i tessuti, nascondendosi alla vista, e infilandosi nel pesante copricapo, tenendo stretto con sé il simulacro per Mefrure.
Una ancella le porse una coppa di liquido ma, sebbene avesse sete, Mefrure finse solo di berne qualche sorso, facendosi poi "casualmente" scivolare la coppa di mano.

-Che diamine starà succedendo lì dentro?- mormorò Asenmut, tentando di nascondere il nervosismo. Lo stesso nervosismo era rispecchiato negli occhi di Nyunya e di Sepsuth. I tre ragazzi attendevano da quasi un'ora fuori dalla prima delle porte degli appartamenti del Faraone, e ancora Mefrure non era tornata, né loro avevano ricevuto istruzioni o chiamate.
-Ho una pessima sensazione. - concordò Nyunya, accostandosi a una finestra. Uno strano spettacolo si aprì ai suoi occhi. Diverse decine di ragazze, tutte vestite di semplici tuniche di lino, stavano venendo scortate da soldati di palazzo verso il tempio di Ra. Le ragazze camminavano barcollando, come se fossero state drogate, mentre i soldati erano rigidi come burattini.
Due soldati vestiti delle identiche divise comparvero nel corridoio.
-Sepsuth, devi venire con noi. - disse uno dei due, in tono inespressivo. La ragazza sentì salirsi addosso, di colpo, un panico apparentemente immotivato.
-Perché? Sto attendendo la mia signora, la principessa. Non sarà contenta di non trovarmi qui. -
-Seguici. - rispose il soldato, come se non avesse udito l'obiezione della ragazza.
Nyunya fece un passo in avanti, a protestare, a proteggere la sua ragazza, ma l'altro soldato snudò la spada, mettendosi tra Sepsuth e Nyunya, mentre il primo afferrava la ragazza per un braccio trascinandola via.
-Nyunya, seguili, ma senza farti notare. - disse deciso Asenmut.
-Va bene. Ma tu cosa farai?- il ragazzo era interdetto, incerto e spaventato, e le parole decise dell'amico erano ciò di cui aveva bisogno: ordini sensati da seguire.
-Io andò a cercare Mefrure. -
-Ma le guardie- tentò di obiettare Nyunya.
-Ho i miei metodi. Vai, ora. Tieni d'occhio la tua ragazza, e ricorda: abbiamo a che fare con i piani di uno stregone. -
Nyunya annuì, secco, prima di voltarsi e correre lungo il corridoio per cui era stata portata via Sepsuth.
Era facile seguirla, le sue proteste eccheggiavano per il corridoio di pietra, e quando Nyunya la raggiunse, e lei lo vide, aumetò il volume delle sue rimostranze, per coprire il rumore dei passi del ragazzo.

Asenmut si guardò attorno, infilandosi in un corridoio vuoto. Nascosto dietro a una sporgenza del muro, scostò la tunica. -Plagg, dobbiamo sbrigarci. -
Lo spirito uscì dalla veste, gli occhi felini socchiusi e attenti. Normalmente appariva pigro e disinteressato, ma ora ogni pelo del suo corpo era fremente e dritto.
-C'è qualcosa di magico di molto grosso, nell'aria. Cerca di non usare il Cataclisma finché possibile, perché potremmo non avere il tempo che io mi riposi, quando le cose si faranno brutte. -
Asenmut annuì. -Plagg, trasformami!- ordinò, lasciandosi avvolgere nello scintillio nero e oro della trasformazione.
Gatto Nero flettè le dita delle mani, per sgranchirsele. Con un solo, agile balzo, percorse metà corridoio, poi si infilò in una stretta finestra, risalendo il muro come un'ombra, nell'abbacinante sole della tarda mattina, e raggiungedo il tetto.
Si guardò attorno, e dopo pochi minuti vide la piccola processione che lasciava i giardini adiacenti agli appartamenti dei Faraone.
Circondati da soldati dal passo rigido, il Faraone camminava come immerso in un sogno, mentre Mefrure appariva tesa e, si, spaventata.
Saltando e arrampicandosi di edificio in edificio, Gatto Nero riuscì a portarsi avanti, assistendo al momento in cui la processione del faraone se ne accodò un'altra, in cui dei servi sempre biancovestiti portavano su una elaborata portantina il sarcofago ligneo più piccolo, ove era stato posato il corpo di Nefertari, pronto per la sepoltura.


Nota dell'autrice: si, abituatevi ai miei intermezzi storici di metà capitolo. Gli Egizi hanno mummificato gente per 5000 anni, e quindi andiamo dalle mummificazioni più rozze di 6-7 millenni fa (in semplici sarcofagi rettangolari di legno, con postura fetale) a quelle più elaborate dell'epoca di massimo splendore, prima della decadenza e la conquista romana. A un certo punto, il corpo di un nobile defunto poteva essere inserito in tre o anche quattro sarcofagi, a matrioska. I più interni erano in legno scolpito e/o dipinto, i più esterni, lavorati in loco nelle tombe, di pietra.
Fatevi un giretto al museo egizio di Torino per una overdose di Egitto, riti funebri, mummie e corredi funebri! (Io ci voglio tornare e piantarci le tende per una giornata finché non mi cacciano fuori a calci perché è orario di chiusura =) )


Le due processioni proseguirono, tra litanie che Gatto Nero non aveva mai sentito, fino al grande cortile del tempio di Ra, dove era stato innalzato un altare in cima a una struttura piramidale.
Finalmente Mefrure vide Gatto Nero, appollaiato sulla cima dell'obelisco che si stagliava dinnanzi al tempio, e per un attimo il sollievo le allargò il petto. Nessun'altro oltre a lei lo aveva notato, parevano tutti immersi in una specie di trance, o forse sotto l'effetto di qualche droga.
Il sarcofago venne deposto in cima alla piramide, e l'aria pesante divenne di colpo silenziosa come l'interno di una tomba, quando il visir (quando diamine era arrivato?) levò il bastone d'oro al cielo.
Tutankamon salì lentamente i gradini della piccola piramide, levando al sole un pugnale nero, che scintillava come vetro. Una lama di ossidiana, lunga palmo, affilata come il dente di una vipera.
Due sacerdoti, camminando rigidi, spingevano avanti una figuretta che sbandava, come stordita.
Mefrure riconobbe con orrore la sua migliore amica, che veniva condotta in cima alla piramide, e costretta a inginocchiarsi, come un agnello al sacrificio.
-No! Fermo, fratello!- tentò di slanciarsi, salire le scale, fermare il sacrificio, ma due paia di salde mani le bloccarono le braccia: due soldati lavevano afferrata, con gli occhi vacui. -Lasciatemi! Lasciatemi, ve lo ordino!- la voce di Mefrure era l'unico ruomre nel piazzare.
-Non preoccuparti, dopo verrà anche il tuo turno. - fece una voce femminile alle sue spalle. Tuat-e-nab, la figlia del visir -Adesso, ammira pure la scena della tua leccapiedi che viene sgozzata come una capra da sacrificare!- le afferrò il volto, voltandolo per costringerla a guardare la scena.
Fu questione di un attimo: Mefrure morsicò con tutta la sua forza le dita della ragazza, che si ritrasse con un urlo di dolore e sorpresa, sollevò una gamba in una mossa poco elegante ma molto efficace, colpendo con precisione tra le gambe di un soldato, che mollò la presa. Con la mano libera, sferrò un pugno sul naso dell'altro soldato, riuscendo a liberarsi. Si slanciò verso la piramide, afferrando il braccio del faraone un attimo prima che questi vibrasse il colpo fatale.
In quei pochi secondi, dall'alto, Mefrure vide la scena, ma solo molto tempo sarebbe riuscita a richiamare ogni particolare nella sua mente: Nyunya che lottava contro i soldati, ragazzino contro uomini grandi e grossi, urlando e scalciando, per tentare di raggiungere Sepsuth; Gatto Nero che schivava i soldati, che si muovevano all'unisono per tentare di infilzarlo; Tuat-e-nab che la fissava con un odio senza precedenti, mentre si reggeva la mano sanguinante; e il visir... il visir che alzava il suo scettro, pronunciando una singola, blasfema parola.
Un fulmine di tenebra, un colpo che prese Mefrure nello stomaco, scagliandola lontano.
-NOOO!- Gatto Nero abbandonò ogni tentativo di raggiungere il Visir, correndo con balzi disperati verso la figuretta accasciata a terra, scagliata nella polvere.
-Il momento è giunto. Versa il sangue della prima vergine pura sull'altare, e che il sangue delle altre novantanove bagni il terreno! - comandò il Visir, levando ancora lo scettro. Magrado le urla disperate di Nyunya, la lama di ossidiana ferì la pelle di Sepsuth. Non una ferita letale: il sangue gocciolò, bagnando il legno del sarcofago e la pietra della struttura. I soldati sguainarono le spade, e tagliarono la pelle delle fanciulle stordite. Rivoli di sangue iniziarono a macchiare il terreno, mentre il Visir innalzava un canto rituale in una lingua che da secoli nessun orecchio umano udiva più.
Accanto al corpo inerte di Mefrure, Gatto Nero era come paralizzato. Mefrure morta! Senza la Dea Coccinella, il visir non poteva essere più fermato! Ma cosa gli importava del mondo, senza la sua amata? Gli occhi verdi del ragazzo erano pieni di lacrime, tanto da non vedere il lungo tremito che percorse il corpo della ragazza. Ma si accorse che era viva, quando riprese a respirare, dopo un lungo colpo di tosse.
-Oddei... cosa... cosa...- rantolò la ragazza, stordita.
-Sei viva! Mia dea, mio amore, sei viva!-
Tikki emerse dalle pieghe della veste, con l'aria parecchio stordita. Tra le manine reggeva frammenti di pietra blu. -Il Simulacro ti ha protetta dalla maledizione di morte. - disse, mentre i frammenti diventavano irrimediabilmente polvere.
-Sei viva!- Gatto Nero abbraciò Mefrure -Grazie agli dei!-
-Non c'è tempo da perdere, Gatto! Dobbiamo fermare il visir!- Mefrure si tirò su in piedi, ancora stordita per il colpo -Tikki, trasformami!-
Rigidamente, come se non fosse sua la volontà che lo animava, il faraone levò ancora il pugnale di ossidiana, piantandoselo senza un tremito nello stomaco.
Stavolta, il sangue scese copioso, mentre l'umo si accasciava sul sarcofago.
E scesero le tenebre.
Il fulgido sole del mezzogiorno parve spegnersi di colpo, mentre il suo posto veniva preso da un buco di pura tenebra, da cui si irragiava una sorta di macabra luminosità rossastra. Le pietre candide del palazzo reale parvero tingersi di sangue, mentre le pozze di sangue che si formavano ai peidi delle ragazze assumevano il colore del vino nero.
Uno dopo l'altro, in cerchi concentrici a partire dall'altare, tutti i presenti si accasciarono, come morti. Coccinella e Gatto Nero sentirono il fiato mancare loro, come se qualcosa stesse tentando di strappare loro il respiro. L'anima.
La mano del ragazzo corse a cercare quella di lei, ma, boccheggiando, riuscirono a reggersi in piedi: il potere del miraculous li aveva protetti.
-Dobbiamo fermarlo. A costo di ucciderlo. - ansimò Coccinella. Gatto Nero annuì.
-Andiamo!-
Si lanciò in corsa verso il Visir, ma questi, con riflessi inumani, levò lo scettro, facendo sorgere un vento infuocato che strinò i capelli del ragazzo, ricacciandolo indietro.
-Non sono ammesse interruzioni alla mia offerta agli Antichi Dei!- gridò irato. Poi si voltò verso la figlia -Mia creatura, difendi tuo padre!- comandò, puntandole contro lo scettro. Con un grido di orrore, la ragazza tentò di ritrarsi, ma inutilmente: l'incantesimo l'aveva colpita, e crollò a terra, scossa da orrendi spasmi.
Le vesti le si tesero sul corpo, stracciandosi, incapaci di tendersi sul gigantesco corpo che si controceva per terra. Le gambe si coprirono di scaglie, fondendosi in una forma allungata, e quella che dopo alcuni interminabili istanti si levò, non era più la graziosa e maliarda figlia del visir, ma una naga, una gigantesca creatura dal torace femminile piantato su una coda di serpente.
Il volto si era appiattito e la bocca allargata, le belle labbra sparite, e negli occhi da rettile si poteva ora solo leggere una cosa: odio.
Sibilò verso il visir, scuotendo la lunga coda sul cui fondo c'era un sonaglio, poi si voltò verso Gatto Nero, che era rimasto paralizzato dalla sorpresa e, si, anche dalla paura.
-Ommerda. - imprecò sottovoce.
Il disco metallico di Coccinella gli passò accanto, scagliato con forza dalla proprietaria. Il cavo infinito si avvolse attorno alla naga, bloccandone i movimenti. Gatto Nero fu lesto a saltarle addosso, schivando i guizzi della coda, evitando per un soffio l'aculeo nascosto nella coda, ma non gli artigli dell'essere, fino ad arrivarle al collo e alla testa, grossa la metà di lui.
-Non è mia abitudine zittire una donna, ma per te farò un'eccezione!- disse, stringendo le braccia attorno al collo mostruoso, da dietro, finché la naga, legata e ora soffocata, non iniziò a barcollare, per poi cadere priva di sensi a terra.
-Sei ferito!- esclamò Coccinella, richiamando lo yo-yo con uno scatto del braccio.
-Non è niente. - la rassicurò Gatto Nero, tentando di ignorare il dolore che i graffi pulsanti gli stavano irradiando lungo il braccio sinistro -Occupiamoci del Visir, ora!-
Nei frenetici minuti in cui avevano lottato contro la naga, lo stregone non era stato con le mani in mano, e aveva proseguito col rito. Il varco al posto del sole era più vasto, e un turbine roteava attorno, un turbine in cui si potevano distinguere volti terrorizzati, grida di paura e di orrore, mentre tutte le persone della città giacevano prive di anima per le strade e nei cortili, nei campi e nei palazzi.
-Sciocchi ragazzini! Siete arrivati tardi, e ora nulla fermerà la mia ascesa a dio!- il visir pareva più alto, più grande. Stava fluttuando! Come sollevato da una forza mistica, l'uomo si librava a diversi metri sopra l'altare, guardandoli come si guarderebbero dei fastidiosi insetti.
-Morite, strisciando da vermi quali siete!- proseguì, scagliando dalla mano delle saette abbacinanti.
Schivata, balzo, corsa. Non c'era tempo per pensare, non c'era tempo per un piano di battaglia: l'unica cosa da fare era schivare e tentare di non essere uccisi, e avvicinarsi, tentando di portare un colpo. Una saetta colpì una delle ragazze, svenuta e sanguinante, trasformandola in una statua di pietra, dopo essere rimbalzata sulla spada di un soldato
Ecco! Forse Coccinella aveva avuto un'idea! Afferrò il suo disco, facendolo roteare -Miracolo della Coccinella!- invocò, e tra le mani le comparve un lucido specchio metallico.
-Grandioso, vuoi mostrargli quanto è folle?- chiese gatto nero, afferrando la ragazza al volo e portandola in salvo un attimo prima che una saetta pietrificante la colpisse.
-Più o meno. - Coccinella si piantò saldamente, riparandosi dietro la lastra, e il colpo non si fece attendere. L'urto quasi la fece cadere, e sentì le dita intorpidirsi e irrigidirsi, ma era fatta: l'incantesimo, respinto dallo specchio magico, tornò al mittente, pietrificando le braccia e parte del corpo dello stregone.
-Sarà una cosa molto brutta, temo. - mormorò Gatto Nero. -Cataclisma!- invocò, alzando gli artigli al cielo, sentendosi come sempre investito del terribile potere della distruzione.
Chiuse gli occhi, tentando di non pensare a quello che stava per fare: uccidere un uomo.
Gli attimi parvero cristallizzarsi, mentre a lunghi balzi chiudeva lo spazio tra lui e il visir. Il potere della distruzione gli crepitava tra le dita, potente come non mai. Un solo colpo, in pieno petto all'uomo, il cui viso inorridito rivelava l'orrore della caduta, dall'apice del potere, al nulla.
Un graffio.
Un solo graffio.
La pelle iniziò a seccarsi, e a sgretolarsi, e le vesti a polverizzarsi. I lembi di carne simili a pergamenta si arricciavano, rivelando organi interni che si essiccavano sotto lo sguardo morbosamente inorridito di Gatto nero. Le braccia e le gambe, pietrificati, semplicemente divennero polvere grigia.
-No! NO!!! NOOOOOOooooo... . . .-
L'urlo dell'uomo si spense in un rantolo, quando la distruzione raggiunse i polmoni e la gola, e dopo pochi istanti lunghi come l'eternità, solo cenere nera e polvere grigia si spargevano attorno, sopra Gatto Nero, caduto sopra l'altare.
Una mano si posò sulla spalla di Gatto Nero. Coccinella-
-Hai fatto quello che dovevi. Ma non è finita. - disse.
Lo sguardo dei due salì al cielo, dove lo squarcio nel cielo non accennava a chiudersi. Cose che in seguito i due non avrebbero saputo descrivere, tanto erano orribili, si allungavano tentando di ghermire le anime che ancora turbinavano attorno.
Coccinella prese tra le mani il suo yoyo e lo specchio da esso generato.
-Questo sarà il Miracolo più grande. Che gli dei guidino la mia mano. - disse. Poi inspirò profondamente.
-Miracolo della Coccinella!- invocò, lanciando lo specchio in aria.
Il disco metallico roteò, salì nell'aria, molto più in alto di quanto ci si sarebbe potuto aspettare.
Poi, s'infranse. Miliardi di scheggie nell'aria, che esplosero in una luce abbagliante, una luce così forte da cacciare le ombre più profonde, come la luce del primo sole del mondo.
E poi, la luce del sole tornò a inondare le strade, mentre le anime scendevano come pioggia e si riunivano ai propri corpi, e le persone si rialzavano, stordite e disorientate, guardandosi attorno come dopo il più orribile degli incubi.
Sull'altare, la Dea Coccinella si inginocchiò accanto al faraone morente. In uno scintillio d'oro e di rosso, la veste scomparve, così come la maschera metallica dal volto.
Nyunya e Sepsuth, scampati al risucchio dell'anima grazie ai Simulacri, avevano tentato di tamponare la ferita, riuscendo solo a prolungare la vita dell'uomo per pochi minuti.
Per la seconda volta in due mesi, Mefrure si trovò a guardare un volto amato morente.
-Ben... fatto... sorella. - rantolò Tutankamon -Mi spiace... ho sbagliato... tutto.-
Mefrure scosse il capo, ammutolita dal groppo alla gola che aveva. Le lacrime scendevano copiose sul suo volto.
-No, non morire. Non lasciarmi anche tu. Non morire, fratello!-
Tutankamon chiuse gli occhi.
-Arrivo... mia... amata... Ne...fer...ta...-
L'ultima parola morì sulle labbra del faraone, l'ultimo respiro per il nome della donna adorata.


Note dell'autrice: e ancora non finiamo qui! C'è l'epilogo dopo!
Capitolo piuttosto impegnativo, anche perché oggi non ho avuto molto tempo per scrivere. Giornataccia no, tra studenti irritabili, io stanca, cena quasi bruciata, l'ispirazione stava per levare le tende.
Poi ho trovato la musica giusta, incalzante e inquietante, e sono riuscita a scrivere 'ste benedette scene di azione che mi rimuginavo da ieri notte!
Solo DOPO aver scritto, mi sono resa conto che c'è una cucchiaiata di capitolo finale di Full Metal Alchemist, una spolveratina di Indiana Jones e l'ultima crociata (con la scena del graal sbagliato e dei suoi effetti nefasti), e alcune cose che forse non saranno chiarissime.
Per la cronaca, il visir ha posto sotto un incantesimo di controllo e/o fatto drogare tutti i partecipanti al rito, in caso non fosse leggibile tra le righe =)



 
  
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