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Autore: Ghillyam    23/04/2016    6 recensioni
Se una terrestre portata finalmente a far parte del mondo da lei tanto amato può sembrare un inizio banale per una storia, non lo saranno una profezia misteriosa, il ritorno delle tre streghe più temibili della Dimensione Magica, storie d'amore appassionanti e una minaccia così terribile da ribaltare ogni equilibrio finora conosciuto... ma questo forse dovreste deciderlo voi.
[Dall'ultimo capitolo]
«C’è qualcosa di strano, ragazze, lo sento.»
«Già, comincio a pensarlo anche io. Prima Timmy, adesso Bloom e gli altri sono ancora là dentro. E del mio anello nessuna traccia.»
«Senza contare che Darcy non si è ancora fatta vedere.» concluse Musa.
Sentendosi chiamata in causa la strega delle Illusioni non poté più trattenersi e finalmente rivelò la sua presenza. Avrebbe voluto guadagnare più tempo per permettere alla maggiore di riprendersi, ma le tre bamboline si stavano rivelando più perspicaci del previsto ed era meglio mettere a tacere i loro dubbi prima che riuscissero a mettere insieme i pezzi e capire che ad aiutarle c’era qualcun altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Musa, Nuovo personaggio, Trix, Winx
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prime scoperte



Era notte fonda e le ombre proiettate dagli alberi, grazie alla luce della luna, rendevano decisamente inquietante la foresta di Selvafosca, avvolta da un sinistro silenzio.
Le Trix se ne stavano immobili accanto ad un grosso faggio, che con i suoi lunghi rami faceva loro da scudo contro le grosse gocce di pioggia che avevano iniziato a cadere; Darcy, appoggiata al tronco, stava giocando distrattamente con una delle due ciocche bionde che le ricadevano sul viso e lungo le spalle, mentre Icy controllava con attenzione la situazione, come per assicurarsi che nessuno spuntasse all'improvviso dal folto della foresta. Stormy, invece, seduta su uno dei rami più alti, si stava godendo le gocce di pioggia che le bagnavano la pelle, sbavandole il trucco, ma lei non se ne curava.
«Non dovrebbe essere già qui?» chiese ad un certo punto la strega delle illusioni, rompendo il silenzio.
«Arriverà tra poco.» rispose secca Icy.
«Comunque non c'è fretta, finalmente piove.» aggiunse Stormy, guardando verso il basso in direzione della sorella di mezzo.
«Parla per te -replicò l'altra- Ho i capelli già abbastanza crespi, se l'umidità dovesse aumentare ancora mi ci vorrà un miracolo per lisciarli di nuovo.»
«Ma sentiti: sembri quella smorfiosa di Stella.» rise la Trix delle tempeste, ottenendo una sucessione di insulti da parte della sorella maggiore.
«Smettetela, tutte e due -si intromise bruscamente Icy, zittendole- Abbiamo altro di cui preoccuparci.»
«Si può sapere che cosa ti prende stasera?»
«Già, sorellina, che hai? Non hai smesso di agitarti da quando siamo arrivate.»
La strega del ghiaccio non rispose e fece come se non le avesse sentite, continuando nella sua nervosa camminata.
«Ehi, si può sapere che cavolo c'è che non va?» esclamò Darcy, richiamando l'attenzione della sorella.
«Inizio a pensare che questa sia stata davvero una pessima idea.»
«Spero che tu stia scherzando -sbottò Stormy- Hai tartassato me per giorni e adesso hai dei ripensamenti?»
«Non si tratta di Erin.» chiarì Icy.
«E allora qual è il problema?»
La maggiore delle Trix sembrò riflettere intensamente sulla risposta da dare, ma non riusciva a trovarla neppure lei: non sapeva cosa fosse, ma qualcosa la tormentava e non riusciva a darsi pace per questo. Tutti i suoi sensi erano costantemente in allerta e anche provando a non farci caso, dicendosi che era solo una sua impressione, la sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato non l'abbandonava.
«Niente, lasciate stare.» rispose alla fine senza però smettere di rimanere sull'attenti, alla ricerca di ogni possibile e strano rumore.
Stormy e Darcy si scambiarono uno sguardo stranito, ma non dissero una parola e fecero come se quella conversazione non ci fosse stata, riprendendo a stuzzicarsi l'un l'altra.
All'improvviso lo scricchiolare di alcuni rami le fece scattare tutte e tre e per poco Erin non si ritrovò rinchiusa in un blocco di ghiaccio.
Rialzondosi da terra, dove si era buttata per evitare l'incantesimo di Icy, disse sarcasticamente «Ti manderò il conto della lavanderia.»
«Cosa hai scoperto?» chiese subito Stormy, tornando a terra, mentre Darcy sussurrava all'orecchio della strega del ghiaccio «Mi dici che accidenti hai?»
«Ho qualche nuova informazione riguardo l'anello, ma tutti i libri che riguardano profezie e predizioni sono nella cripta del castello; nell'archivio magico ci sono più libri di storia della magia e biografie di streghe che altro.» le informò Irene con un tono di voce grave.
«Come inizio può andare, ma devi sbrigarti se vogliamo dare inizio al piano.» disse Darcy.
«Lo so, ho fatto quello che ho potuto -affermò Erin, prima di far comparire un grosso libro dalla copertina scura e porgerlo alle tre- Intanto date un'occhiata a quello che è scritto qui.»
Le Trix aprirono il tomo alla pagina indicata e iniziarono a leggere.

 

Sono molti e misteriosi i manufatti incantati presenti nell'intera Dimensione Magica, difficili da trovare e complicati da controllare sono estremamente pericolosi (soprattutto per quanto si attiene a quelli oscuri); molte sono le streghe e le fate che nel corso della storia hanno provato a sfruttarli, spesso portando a disastrose conseguenze (basti pensare alla tragedia che nel 1543 colpì il pianeta Zorax a causa del tentativo dello stregone Moraster di incanalare l'energia del famoso ciondolo della fata Lydia).
Tra i più famosi e certamente tra i più potenti ricordiamo la Gemma Azzurra: un anello la cui montatura fu ricavata da un frammento di roccia lunare, nella quale si trova incastonata tuttora la lacrima congelata della prima regina del pianeta Lunaris (ormai disabitato). Creato da potenti maghi oscuri allo scopo di aumentare i loro poteri e di evocare spaventose e terribili creature, il potere di quest'anello è opposto a quello del pianeta Solaria (noto per essere tramandato alla primogenita della famiglia reale) che, di conseguenza, può essere utilizzato per rafforzare i poteri delle fate e dare vita a creature benevole, sebbene tutto ciò non sia mai stato verificato; essendo di natura imprevedibile, la Gemma Azzurra è sempre stata custodita con sapienza dai regnanti di Lunaris (unici in grado di controllarlo) fino alla scomparsa degli ultimi sovrani; ad oggi l'ubicazione dell'anello è sconosciuta e le idee su dove possa trovarsi sono diminuite drasticamente, portando ad un lento disinteressamento riguardo questo antico manufatto, che sembra non preoccupare più la popolazione della Dimensione Magica nè i suoi governanti sebbene circolino ancora numerose leggende intorno ad esso, prima tra tutte quella che lo vedrebbe maledetto dal fantasma di un potente stregone.

 

Le streghe terminarono la lettura e restituirono il volume ad Erin, che, così come era comparso, lo fece svanire.
«Può rivelarsi più utile di quel che pensiamo.» disse Icy, la mente che viaggiava a mille per capire come poter sfruttare al meglio quelle notizie.
«Giusto -concordò la Trix delle illusioni, portando una mano a stringersi il mento e iniziando a collegare le varie informazioni tra di loro- Adesso che sappiamo che l'anello di Stella potrebbe contrastare il tuo dobbiamo solo sottrarglielo così saremo in vantaggio e non appena avremo decifrato appieno la profezia niente potrà coglierci impreparate.»
«Tranne il fatto che abbiamo appena scoperto di avere qui con noi l'ultima principessa di Lunaris.» aggiunse la strega dai capelli argentei, guardando Erin intensamente che per tutta risposta abbassò lo sguardo senza proferir parola.
«Come scusa?» domandò Stormy.
«Ma certo, è ovvio!» esclamò la mezzana, che aveva capito il ragionamento di Icy e della stessa Erin.
«Darcy ha detto che la Gemma Azzurra può essere portata solo da una strega prescelta, che sappia controllarla e su quel libro c'è scritto che le uniche persone che possono farlo sono i sovrani di Lunaris e, dato che possiedo l'anello da quando sono piccola, significa che faccio parte della famiglia reale del pianeta.» spiegò Irene piuttosto abbattuta: scoprire di essere una strega era un conto, ma sapere che sarebbe potuta crescere circondata da magia e incantesimi al posto che in una barbosa città italiana assolutamente comune le provocava un senso di rabbia indescrivibile, velato però dalla tristezza per aver scoperto di non aver vissuto circondata dalla sua vera famiglia e da tutto ciò che aveva desiderato.
Probabilmente -pensava- il mio potere deriva proprio da questo e non è ereditario; devo averlo sviluppato nel corso degli anni.
Se nel corso di quei sedici anni avesse sentito di appartenere al luogo dove era vissuta o, comunque, fosse riuscita a stringere buoni e solidi rapporti (fatta eccezione per Anna e i suoi due migliori amici Giuseppe e Riccardo, che aveva conosciuto un paio di anni prima e che a differenza di altri l'avevano sostenuta nelle sue fantasie e che, quindi, se avessero saputo cosa le era capitato sarebbero stati al settimo cielo) quella scoperta non sarebbe stata così sconvolgente, ma ripensando alle prese in giro e agli scherzi subiti per anni, che la sua conversazione con Stormy aveva riportato a galla, tutto ciò che sentiva era di essere stata privata di qualcosa; il lato positivo della situazione era che adesso poteva riprenderselo e finalmente aveva un vero motivo per essere lì.
«In ogni caso -disse la ragazza- Questo non cambia niente, almeno per voi; la profezia resta il punto principale della ricerca e continuerò in quella direzione anche se cercherò qualcosa riguardo Lunaris e ciò che è successo.»
Le Trix annuirono, non sapendo cos'altro aggiungere: sapevano che Erin doveva avere un qualche legame con quel pianeta, ma non ne erano certe e la conferma dei loro sospetti aggiungeva solo altro mistero a tutto quello che riguardava la profezia, che ancora non sapevano per quale motivo fosse stata pronunciata.
«Domani sera ci sarà il ballo di apertura dell'anno scolastico -riprese Erin- Quest'anno per la prima volta anche le streghe di Torrenuvola sono state invitate e pensavo che potesse essere una buona occasione per curiosare nella Sala degli Incanti di Alfea; sarei rimasta al castello per entrare nella cripta, ma sarebbe sospetto se fossi l'unica a non esserci.»
«Noi intanto prenderemo l'anello di Stella, lei e le sue amiche saranno sicuramente lì, e nessuno si accorgerà di niente.» aggiunse Icy, che vedeva nell'intrusione ad Alfea un ottimo modo per scaricare la tensione e liberarsi da quella fastidiosa sensazione che l'attanagliava.
«Sempre che questa volta Bloom non abbia problemi con il suo vestito.» sussurrò tra sè e sè Irene.
«Che vuoi dire?» domandò Darcy.
«Bhe, l'ultima volta che vi siete intrufolate ad Alfea durante il ballo siete state scoperte da Bloom solo perchè stava cercando un paio di forbici per accorciarsi il vestito.»
«Non posso crederci! -esclamò Stormy- Sul serio solo per colpa di un paio di forbici quella fatina si è messa in mezzo?»
«Purtroppo ha la fortuna dalla sua parte, anche se ancora non capisco il perchè.»
«Questa volta non sarà così -affermò con sicurezza la strega del ghiaccio- Con il tuo potere non avremo problemi con le Winx.»
«Sempre che rubare lo scettro non comporti grandi cambiamenti.» puntualizzò Darcy.
«Vedrò cosa posso fare.» assicurò Erin.
«Direi che qui abbiamo finito, ti contatteremo telepaticamente non appena sarà iniziata la festa.» concluse Icy.
«Perfetto, allora io torno a Torrenuvola.»
Con queste parole Irene, incurante della pioggia, si alzò in volo e si diresse verso il college, mentre le Trix si smaterializzarono a casa loro, fatta eccezione per Stormy che decise di raggiungerla volando, data la scarsità di temporali che si verificavano a Magix.

 

*


Che sia qui o sulla Terra, il suono della sveglia sarà sempre una tortura.
Questo fu il primo pensiero di Irene la mattina dopo, mentre una fastidiosa serie di bip interrompeva la sua gita nel mondo dei sogni.
Svogliatamente si girò dalla parte del comodino per spegnere quell'aggeggio infernale, ma non fece in tempo ad allungare il braccio che un raggio di luce bianco-azzurra mandò in frantumi la sveglia, facendo volare frammenti di plastica e metallo ovunque; Erin ritirò il braccio velocemente e si riparò sotto le coperte per evitare di essere colpita in pieno da uno di quei pezzi volanti. Dopo un paio di minuti riemerse da sotto il piumone e rivolse lo sguardo verso il letto occupato da Arya, che aveva la testa appggiata al materasso e il cuscino premuto sopra la faccia.
«Davvero ogni mattina farai così?» esclamò Irene infastidita: era già la seconda mattina di fila che Acquamarina, come ormai l'avevano soprannominata lei e Fanny, le distruggeva la sveglia.
«Sei tu che vuoi svegliarti all'alba non io.» bofonchiò l'altra, la voce ovattata a causa del cuscino.
«E oggi non c'è nemmeno lezione quindi perchè cavolo non l'hai spenta ieri sera?» aggiunse subito dopo, rigirandosi sotto le coperte.
«Tanto ti saresti dovuta svegliare prima o poi.»
«Poi.!»
Durante i pochi giorni che aveva passato a Torrenuvola, Erin aveva capito in fretta quanto fosse facile far cambiare umore ad Arya e stava ancora cercando di trovare il modo migliore per evitarlo; la mattina, però, non c'era verso perchè la compagna stesse allegra e per almeno un paio d'ore era assolutamente intrattabile. Aveva una personalità che si accordava benissimo all'elemento che controllava: un attimo prima era cordiale e tranquilla come il mare caraibico e subito dopo sembrava che dentro di lei si muovessero onde di burrasca. In poche parole assolutamente imprevedibile.
«La smettete voi due? -le rimbeccò Fanny, che si mise a sedere, stropicciandosi gli occhi- Non ho intenzione di svegliarmi ogni mattina con voi due che discutete.»
«È con lei che devi lamentarti; la sua cavolo di sveglia è insopportabile.»
«Senza la mia cavolo di sveglia ieri avresti saltato la lezione di Zarathustra e non credo che tu voglia finire sulla sua lista nera. E poi sono le nove, ieri ho spostato apposta l'orario dato che oggi non c'è scuola.» puntualizzò Irene.
«Resta il fatto che non mi va di essere svegliata ogni giorno da quella cosa maledetta.» ribattè Arya, che finalmente aveva buttato il cuscino da parte e si era seduta con la schiena appoggiata al muro.
«A questo c'è rimedio. Passami la sveglia, Erin.» disse Fanny.
Vorrei che la mia sveglia fosse di nuovo integra pensò la ragazza per poi lanciare l'oggetto alla strega di colore, che l'avvolse in una sfera violacea per alcuni secondi e poi la fece scattare.
«Sentito?» chiese.
«No.» risposero in coro Erin ed Arya.
«Allora ha funzionato; adesso sarà possibile sentirne il suono solo nel raggio di un metro di distanza.» spiegò Fanny.
«Grande.!» esclamò Arya.
«Bene, e adesso direi che possiamo alzarci.» disse Erin, scendendo dal letto.
«Oh, ma non è possibile! Non la smetti mai tu.» sospirò Acquamarina, lasciandosi scivolare sul materasso.
«Non so tu, ma io stasera non ho intenzione di sfigurare davanti a quelle fate da quattro soldi quindi, per quanto possa sembrare banale, ho bisogno di un vestito e mi servirà tempo per sceglierlo.»
«Okay, allora è proprio ora di darsi da fare.» concordò Fanny, alzandosi dal letto e stiracchiandosi.
«Eh va bene, ma non aspettatevi di vedermi girare come una pazza per tutti i negozi di Magix.» le avvisò la strega dai capelli blu, mettendosi in piedi.
«Scherzi? Io ho un metodo molto più divertente.» la rassicurò Irene, che, con un gesto della mano, sostituì alla maglietta larga e ai pantaloncini che indossava come pigiama i soliti abiti che portava durante il giorno con un sorriso soddisfatto in volto.
«Che dici può andare?» domandò ironicamente Fanny alla compagna.
«Non male.» rispose semplicemente Arya con un'alzata di spalle, che fece sorridere le altre due.
Erin inziava davvero ad apprezzare quei piccoli momenti quotidiani che riempivano le sue giornate e la facevano sentire sempre più parte di quel mondo, cosa che non le era mai capitata prima; con le Trix poteva dare sfogo al suo lato più oscuro, ma anche divertirsi con quelle che stavano diventando sue amiche non era male e poi quella sera avrebbe potuto dare prova a sufficienza delle sue capacità come strega perciò non vedeva perchè non lasciare da parte pensieri su anelli, profezie e origini misteriose, che la facevano sentire un po' troppo come una certa fata dai capelli rossi per i suoi gusti, e svagarsi un po'.

 

*


Il college di Alfea era incredibilemente affollato: fate, streghe e specialisti occupavano cortile, corridoi e salone principale, dove i professori vigilavano con attenzione sulla situazione. Era la prima volta che per il ballo di benvenuto la scuola ospitava anche le streghe di Torrenuvola e questo provocava un po' di agitazione nell'animo degli insegnanti, che, visti i trascorsi, non erano propriamente tranquilli; soprattutto tre nuove professoresse erano particolarmente preoccupate e non perdevano di vista un solo secondo le studentesse della scuola per streghe.
«Secondo voi c'è da fidarsi?» chiese Tecna, mentre osservava con cipiglio dubbioso un gruppetto di ragazze passare davanti a lei.
«Non penso che ci procureranno problemi.» disse Flora, che come suo solito riusciva a vedere del buono in tutti.
«Meglio stare attente in ogni caso.» suggerì Aisha, non troppo convinta che quella di invitare le streghe fosse stata una buona idea.
«Almeno stavolta non rischiamo un'invasione di serperatti.» aggiunse la fata dei fiori, iniziando a ridere, accompagnata da Tecna.
«Serpe che?»
«Dimenticavo che non eri ancora con noi, Aisha -disse la fata dai capelli fucsia- Al nostro primo anno le Trix trasformarono i regali dei ragazzi di Fonterossa in uova di serperatto, come esercitazione ideata dalla Griffin, e fu solo grazie a Bloom che riuscimmo ad evitare il panico generale.»
«Certo che quelle tre hanno sempre saputo come divertirsi.» commentò la fata dei fluidi.
«Puoi dirlo forte.»
Le tre Winx risero insieme, ripensando ai loro primi giorni da studentesse e guardando a che punto erano arrivate: dopo essere tornate dalla missione sulla Terra le ragazze del Winx Club avevano preso strade diverse, seppur fossero ancora in stretto contatto, e avevano cominciato la loro vita da adulte su Magix. Tecna, Flora e Aisha avevano fatto domanda per insegnare ad Alfea e Faragonda era stata ben lieta di accoglierle come professoresse. Rispettivamente si occupavano del simulatore, a cui la fata della tecnologia aveva apportato numerose modifiche e miglioramenti con l'approvazione di Palladium, della classe di Erbologia, che come materia aveva sempre appassionato Flora, e del corso di autodifesa, il cui svolgimento era adesso coordinato dalla principessa di Andros, che aveva trovato conforto nell'insegnamento di fronte alla perdita di Nabu, nonostante essa fosse ancora una ferita aperta e sanguinante dentro di lei.
Stella e Musa, invece, si erano trasferite a Magix dove adesso vivevano, dedicandosi alle loro passioni: la fata del sole e della luna condivideva un appartamento (adiacente a quello occupato da Musa) con il suo amato Brandon, il quale aveva chiesto il permesso al preside Saladin di potersi trasferire lì e contemporaneamente frequentare le lezioni a Fonterossa, e aveva iniziato a progettare una propria linea di moda che la teneva occupata gran parte del tempo e che ogni giorno le regalava nuove emozioni. La fata di Melody si era concentrata su come migliorare la sua musica ed erano molti i produttori che aveva incontrato, sia a Magix che sulla Terra (dove era rimasta in contatto con Jason Queen, che la stava aiutando enormemente), ed era sulla buona strada per incidere il suo primo disco.
Bloom, infine, era tornata su Domino per recuperare il tempo perduto con i suoi veri genitori e pian piano stava imparando a conoscerli.
Per quanto riguardava Roxy, invece, l'ultima fata terrestre aveva acconsentito a diventare un'allieva di Alfea ed aveva appena cominciato il suo primo anno, dopo aver trascorso alcuni mesi, passando dalla Terra all'isola di Tir Nan Og, insieme a sua madre Morgana e suo padre Klaus.
Per quell'occasione tutte le Winx, ad eccezione di Bloom, che non aveva potuto raggiungerle, si sarebbero ritrovate in memoria dei vecchi tempi e a fine serata le aspettava uno dei loro tanto amati pigiama-party.
«Dove saranno Musa e Stella?» chiese a un certo punto Flora, guardandosi intorno.
«Probabilmente Stella starà ancora scegliendo il vestito da mettere.»
«Niente di più facile.»
Le parole di Tecna furono seguite da un nuovo coro di risate, che questa volta, però, fu interrotto da una voce a loro molto familiare.
«Se avete finito di prendermi in giro noi saremmo arrivate.»
«Stella, Musa, ciao!»
Le cinque ragazze si abbracciarono e per un po' ci furono solo esclamazioni e gridolini di gioia a riempire l'aria, come se fossero secoli che non si incontravano.
«Dai raggiungiamo i ragazzi.!» esclamò Stella, non appena si fu separata dall'abbraccio con Flora.
«Io resto qui, c'è bisogno di qualcuno che tenga sotto controllo le ragazze.» disse Aisha, i cui occhi si erano immediatamente incupiti.
«Vorrai dire le streghe.» specificò Tecna.
«Aisha ha ragione, io resto con lei.» si accodò subito Musa, che non voleva lasciare sola la sua migliore amica e non aveva alcuna voglia di incontrare Riven.

 

*


Nello stesso momento Erin stava varcando la porta del salone di Alfea insieme ad Arya e Fanny, guardando con malcelata curiosità quello che la circondava: come Torrenuvola anche il college per fate era decisamente più suggestivo dal vivo, nonostante la predominanza di colori chiari come rosa e giallo.
Sapeva di doversi muovere a raggiungere la Sala degli Incanti, ma la sua curiosità stava avendo la meglio e poi non sarebbe cambiato niente se avesse tardato qualche minuto; lei e le sue amiche si misero ai lati della sala, squadrando con occhio critico i gruppetti di fate intorno a loro.
Dopo ore di prove tutte e tre erano riuscite a trovare l'abito adatto ed erano molto soddisfatte: avevano optato tutte per un abito lungo, che arrivava fino a coprirgli i piedi. Quello di Erin era un monospalla color verde chiaro e con una fascia nera sulla parte superiore, le scarpe che portava erano nere col tacco e a differenza di quel che pensava non erano poi così scomode; Fanny invece indossava un semplice vestito senza maniche dalle sfumature viola che le ricadeva morbido lungo i fianchi, mentre l'abito di Arya era blu scuro, punteggiato da brillantini azzurri che si intonavano ai guanti chiari che le arrivano fin sotto il gomito.
«Okay, ragazze, che ne dite di darci una mossa e di trovare qualche specialista carino prima che i migliori siano andati?» propose Irene, bisognosa di una scusa per allontanarsi dalle altre due.
«Sono d'accordo e mi sembra di averne appena visto uno decisamente più che carino.» disse Fanny, andando in direzione di un giovane dai capelli biondi e dal fisico muscoloso.
«Vedi di non fargli il terzo grado prima di invitarlo a ballare.» le consigliò Acquamarina.
«Non assicuro niente.» rispose la ragazza dalla carnagione scura.
Erin scosse leggermente la testa, divertita: da quello che aveva potuto vedere Fanny era una persona assai diffidente, almeno all'inizio, e non concedeva a nessuno la sua fiducia prima di averlo esaminato attentamente, risultando scorbutica agli occhi della gente. Se però scopriva di avere una buona affinità con la persona in questione diventava decisamente più amichevole. Arya scherzava, dicendo che il suo potere di Metamorfamagus le era utile solo come copertura per indagare su coloro che frequentava, ma in realtà credeva che cambiare forma a piacimento potesse rivelarsi molto utile.
«Bhe, direi che posso buttarmi anche io.» disse Arya, guardando verso uno specialista moro e con gli occhi del medesimo colore decisamente affascinante.
Irene strabuzzò gli occhi nel capire a chi si stesse riferendo l'amica: il ragazzo era Brandon e proprio in quel momento stava raggiungendo un'allegra fata dai capelli color del sole. Erin non riuscì a distogliere lo sguardo per alcuni secondi dalla scena di Winx e specialisti che si stavano scambiando baci e carezze in mezzo alla sala; era la prima volta che li vedeva di persona e faceva uno strano effetto. Erano assolutamente uguali a come li aveva visti per anni con la differenza che sembravano essere più adulti e responsabili, almeno a vederli così.
«Meglio se scegli qualcun altro.» suggerì Irene, bloccando Arya per un polso.
«E perchè scusa?» chiese quella, liberandosi dalla presa.
«Non vedi che ha già compagnia? E poi non credo che tu voglia iniziare la serata litigando con una Winx.»
«Una Winx? Ma cosa dici, non è possib...oh mio dio! Quelle sono le Winx.» esclamò la strega.
«Ti sembra tanto strano che siano ad un ballo organizzato dalla scuola che hanno salvato e in cui hanno studiato per anni?» chiese retoricamente Erin, che mentre parlavano stava cercando di capire se al dito di Stella ci fosse l'anello di Solaria.
«In effetti...In ogni caso io continuo a cercare.» disse Acquamarina prima di dileguarsi in mezzo al resto degli studenti.
Erin si avvicinò senza farsi notare troppo al gruppo composto da Stella, Brandon, Tecna, Timmy, Flora, Helia e Riven, continuando a lanciargli sguardi curiosi; si muoveva con discrezione tra i vari ragazzi e non perdeva di vista i movimenti della fata del Sole e della Luna, che, a quanto pareva, non era in grado di restare ferma per più di trenta secondi. Finalmente vide un luccichio provenire dalla sua mano sinistra e, spostandosi leggermente per evitare il riflesso della luce, ebbe la conferma che si trattava dello scettro.
Senza perdere tempo contattò le Trix telepaticamente, che, da quello che le avevano riferito, si trovavano già nel giardino della scuola.
-Mi sentite? domandò Erin.
-Si. risposero le tre contemporaneamente.
-Stella è qui e ha l'anello, vedo se riesco a farlo materializzare direttamente da voi altrimenti cercherò un altro modo.
-Fai in fretta, ci sono insegnanti ovunque qui fuori. la informò Darcy.
-Dall'ultima volta sono diventati più scrupolosi. aggiunse Icy con una nota di scherno nella voce.
-Io non posso credere che dopo quattro anni ci ritroviamo al punto di partenza: nascoste in mezzo a dei cespugli per rubare l'anello di quella supida fatina. disse invece Stormy, esasperata.
-In effetti è abbastanza frustrante. concordò la strega delle illusioni.
-Questa volta sarà tutto molto più facile e non ci saranno strani scherzi. le interruppe la maggiore.
-Intendi dire paperi rosa che escono da uova incantate?* chiese Irene, trattenendo una risata. Non aveva proprio resistito alla tentazione di lanciare una frecciatina riguardo quell'imbrazzante argomento.
-Non un'altra parola -la zittì Icy- E adesso chiudiamo il contatto prima che ci sentano tutti quanti.
Detto questo le Trix interruppero la comunicazione e Irene iniziò a pensare a quale fosse il modo migliore per far sparire lo scettro senza che la principessa di Solaria se ne accorgesse troppo in fretta e gli desse il tempo di andarsene indisturbate. Come prima cosa provò la strada più semplice: desiderò che l'oggetto comparisse nelle mani delle streghe e che Stella non se ne rendesse conto per tutta la sera, ma non funzionò. Evidentemente sarebbe stato troppo facile, quindi provò qualcosa di più complicato e rischioso.
Vorrei che l'anello scivolasse dal dito di Stella e cadesse sul pavimento.
A quel punto Erin si concentrò sulla fata e vide chiaramente la sua mano impigliarsi nel mantello di Brandon; mentre la fata tentava di disincastrare il braccialetto che aveva al polso dal filo che lo teneva attaccato al mantello dello specialista, l'anello cadde in terra e rotolò in mezzo ai piedi delle persone presenti fino a fermarsi a pochi passi da lei. Subito la ragazza si chinò a raccoglierlo e lo tenne stretto nel palmo della mano, soddisfatta. Per poco però non lo lasciò quando avvertì una scossa percorrerle il braccio.
Ma che cavolo...
La ragazza aprì leggermente la mano e notò che tra il suo anello e lo scettro di Stella scaturivano scintille.
Mi sembra ovvio pensò, affrettandosi a spostarlo nella mano destra.
Poi si diresse verso l'uscita, cercando di non dare troppo nell'occhio, ma il suo tentativo fallì miseramente.
«Ciao.»
«Ciao.»
«Perchè così di fretta?»
«Non sono di fretta.» rispose Irene, cercando di superare il ragazzo che le si era appena parato davanti.
«A me sembra di si.»
«Perchè non vai a provarci con qualche fatina e mi lasci passare?»
«Preferisco rimanere qui.»
«Senti, vedi di spostarti. Non ho tempo da perdere.» esclamò Erin, con un tono più brusco del necessario, sollevando lo sguardo e incontrando un paio di occhi verdi, che la fissavano divertiti.
«Ma le streghe mi piacciono di più.» replicò l'altro.
La ragazza sbuffò, lanciando una rapida occhiata in direzione delle Winx, che non sembravano ancora essersi accorte di nulla e continuavano a chiacchierare amabilmente.
«Fammi passare.» ripetè Erin con tono fermo.
«Io sono Aaron, tu invece sei...?» continuò lo specialista come se non l'avesse sentita.
«Erin -rispose lei a denti stretti- Ma questa non sarà una di quelle situazioni in cui uno dei due non ne vuole sapere di parlare e l'altro in qualche modo riesce ad essere super convincente e a ottenere una conversazione.»
«Ma quanto siamo scorbutici, volevo solo invitarti a ballare.»
Irene alzò gli occhi al cielo, ma guardandolo meglio si accorse che dopotutto non era così male e che probabilmente se non avesse avuto cose più importanti da fare la compagnia di Aaron non le sarebbe dispiaciuta: capelli scuri e occhi verdi avevano sempre avuto un forte ascendente su di lei.
«Facciamo così: tu mi fai passare e appena torno potrei concederti un ballo.» concluse alla fine Erin.
«Potrei?»
«Eh va bene, ballerò con te.» cedette lei.
«Passate pure, madame.» disse allora il ragazzo, abbozzando un piccolo inchino.
Irene sorrise e poi finalmente uscì dal salone e non senza qualche difficoltà raggiunse il cortile; appena fu fuori si guardò velocemente intorno, individuando subito il luogo dove si trovavano le Trix e con noncuranza vi si avvicinò.
«Ho l'anello.» sussurrò, nascondendosi dietro ad un cespuglio per evitare di essere vista dal professor Wizgiz, che si stava avvicinando a quel punto sempre con la sua solita aria baldanzosa.
Una mano dalle lunghe unghie viola, seguita dal resto del corpo di Darcy, spuntò da dietro delle canne di legno e afferrò l'anello che Erin le porgeva.
«Ottimo. Ora vedi di sbrigarti a raggiungere la biblioteca, ti abbiamo già detto dove si trova.» la incitò la strega.
«D'accordo, ma prima una domanda.»
«Cosa c'è?»
«Perchè non vi siete camuffate per venire qui?»
«Perchè così è più divertente.» le rispose la voce di Stormy, ancora nascosta.
«Se lo dite voi. -disse Irene, scuotendo leggermente la testa- Io devo rientrare, poi vi sarò sapere.»
«Cerca di fare in fretta.»
Detto questo le Trix scomparirono e Erin, sempre con fare indifferente e quanto più tranquillo possibile rientrò, ma invece di dirigersi verso la sala da ballo prese la direzione opposta e, scendendo scale e attraversando corridoi, raggiunse la biblioteca.
«Caspita, è bellissima.» disse tra sè, ammirando gli scaffali pieni di libri che occupavano le pareti e annusando l'aria, impregnata dell'odore delle pagine dei vecchi volumi.
Riscuotendosi dallo stato contemplativo in cui era caduta, iniziò ad aggirarsi tra le varie librerie, sperando di trovare qualche informazione utile anche tra i libri più comuni che si trovavano lì. Purtroppo peró non scovò un solo volume che parlasse di profezie o di pianeti disabitati perciò andò verso la Sala degli Incanti, dove tutte le più preziose magie e i migliori incantesimi erano custoditi; cominció a sfogliare numerosi tomi tra quelli che sembravano fare più al caso suo, ma ogni volta era una delusione e dopo quelle che le parvero ore, durante le queli non aveva smesso un solo secondo di giocherellare con il suo anello, sbottó «Possibile che non ci sia niente che possa aiutarmi?!»
«Ci sono io.»
Erin si girò lentamente, sentendo quella voce profonda dietro di lei e rimase decisamente stupita nel vedere chi si trovava nella stanza con lei.

 




*la frase di Erin fa riferimento al comunemente detto “papero di Icy”, ossia Pepe, che compare per la prima volta alla fine dell'episodio “L'anello di Stella” nella prima stagione, a seguito di uno scherzo di Flora e le altre Winx dopo che le Trix avevano tentato di rubare l'anello di Stella.


NdA: eccomi tornata con un nuovo capitolo! Finora è stato forse quello che ho preferito scrivere e penso si noti dal fatto che è il più lungo che ho pubblicato; spero che i riferimenti alla serie non siano eccessivi e che li appreziate, sto cercando di restare fedele al fatto che Irene conosca questo mondo proprio come lo conosciamo noi e che quindi per lei sia inevitabile associare quello che succede o si dice ai fatti accaduti.
Fatemi sapere cosa pensate e se avete suggerimenti sono tutta orecchie (ho sempre paura che ci sia qualcosa che a livello di scrittura e narrazione possa non andare). Al prossimo aggiornamento!
Ringrazio
-DarcyRocks99 per aver aggiunto la storia alle preferite e alle seguite
E ovviamente tutti i lettori silenziosi e coloro già nominati precedentemente.

   
 
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