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Autore: Sennar28    24/04/2016    1 recensioni
Una storia impossibile, un mondo intrigante, un'aurea magica e misteriosa, fatta di paure e incomprensioni. Per un amore, per un grave dolore, che porterà alla rovina del Mondo Magico e del rapporto tra i due. Per il bene superiore, e per una folle idea.
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Silente, Ariana Silente, Bathilda Bath, Elphias Doge, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Una figura si aggirava di notte, in mezzo alla nebbia. Camminava a passo svelto, sebbene si vedesse che compiendolo faceva molta fatica. Il giaccone nero sembrava coprirla dal freddo, e il cappellino grigio isolarle i capelli dall’aria gelida.
Un nastro scendeva dal collo, molto simile a una sciarpa, ma molto più sottile, e di colore rosso e giallo. La signora camminava sulla strada di ciottoli  neri, per poi alzare lo sguardo.
Non mancava molto. Sarebbe arrivata subito. I suoi destinatari erano stati appena travolti dalla scomparsa della madre, un male terribile per una famiglia sola, senza amici, priva anche della presenza paterna. Da quando si erano trasferiti lì a Godric’s Hollow, lei non aveva mai visto il padre; poi, con il tempo, e il passare dei mesi, seppe tutto quello che c’era da sapere su Percival Silente e la questione dei tre giovani babbani.
Da poco tempo la madre dei Silente era venuta a mancare. Da come l’aveva potuta vedere, era una bella donna, certo, stanca, sulla cinquantina, dai lunghi capelli neri con alcuni riccioli grigi, e da un gentile viso a mandorla; negli ultimi mesi la si poteva intravedere seduta sul patio della casetta di legno, intenta a cucire, o a fissare un verde cipresso nel giardino, con lo sguardo perso nel vuoto, in un vacuo simulacro di verità. L’alone di mistero che celava i segreti e la vita familiare dei Silente si infittiva sempre di più, e nemmeno lei, l’unica vicina con cui mai abbiano familiarizzato, ne sapeva niente. Si poteva immaginare cosa pensasse la società magica del quartiere.
La signora, che intanto aveva scorto la casa alla fine del viale, aveva trovato soprattutto nei giovani un rapporto di amicizia proficuo, soprattutto con il più grande. Dopo essere uscito da Hogwarts gloriato di ogni fama in campo accademico, era dovuto tornare a casa, costretto a badare ai fratelli, e a porre fine ai suoi grandi sogni.
Il secondo figlio, certo, era più sospettoso nei suoi confronti, e in pratica verso ogni relazione esterna al nucleo familiare. Il ragazzo frequentava ancora Hogwarts, ma era tornato a casa in anticipo, per la disastrosa scomparsa della madre. Il ragazzo da allora, come aveva potuto constatare, si era chiuso ancora di più in se stesso.
Aveva poi sentito delle voci sul fatto che ci fosse a casa Silente una terza figlia, una strega orrenda, una deviata mentale che avrebbe ucciso sua madre e costretto i propri fratelli a badare a lei. Ma di sicuro i Silente, come riteneva vero, erano solo due figli: nessuna famiglia sarebbe stata così malvagia da rinchiudere la propria figlia in uno sgabuzzino, reclusa in casa. No, erano solo due.
La signora si scoprì la testa. I folti capelli neri racchiusi in una cipolla in cima alla testa rendevano il viso più grosso, e facevano sembrare la donna ancor più anziana. Si scorgeva perfino qualche capello bianco. Da poco tempo, da quando si era sparsa la voce della morte di Kendra e della sofferenza dei ragazzi. Quella sofferenza, evidentemente, non è stata provata solo da loro.
Fece un profondo respiro e bussò alla porta.
TONF TONF TONF
I tre battiti, sonori, diffusero un sordo tonfo che si riversò nella casa, producendo un cupo e inquietante rimbombo, una strana eco all’interno della residenza.
Dopo poco tempo si sentirono dei cupi passi all’interno della residenza,, mentre si avvicinavano pian piano alla porta d’ingresso. La porta si aprì lentamente. Un giovane ragazzo dai capelli rossi guardò con occhi spenti la donna, non riconoscendola. Ci fu uno strano silenzio tra i due: il giovane aspettava solo che si presentasse, lei che la riconoscesse.
-Cosa posso fare per lei?- iniziò il giovane, squadrando la donna in piedi sull’uscio.
-Aberforth, non mi riconosci?-
-Mmmhh… ah, certo… adesso dovrei andare ad avvisare mio fratello- 
Il ragazzo entrò in casa e richiuse lentamente la porta. La donna, rimasta chiusa fuori, con il pallido freddo che le insidiava le ginocchia, cominciò a bussare violentemente.
-Scusate! Sono qui fuori!- Disse con una voce gracchiante e diversa dalla calda voce con cui aveva salutato Aberforth Silente.
-Arrivo, arrivo!- Si sentì dire da dentro. Qualcuno scese di corsa le scale e spalancò la porta. Un giovane dai capelli rossi e un accenno di barbetta sulla faccia, con accecanti occhi azzurri e una casacca marrone bordata d’oro, si presentò alla donna.
-Bathilda, slave-
-Salve, Albus. Mi dispiace per tua madre-
-Si… siamo tutti distrutti-
-Non ti preoccupare, la famiglia ora ha una nuova guida-, disse ammiccando Bathilda Bath, la storica della magia più famosa della storia, dandogli una pacca sulle spalle. –Vedrai, andrà tutto bene!-
-Grazie Bathilda, spero solo sia così-
Poi il giovane guardò a terra, e Bathilda si accorse che aveva iniziato a piangere.
-Albus, tesoro no!- I due si abbracciarono. Lui continuava a far scendere clade le lacrime sulle sue guance, mentre la donna continuava a stringerlo forte. Forse era l’unico rapporto vero che la signora Bath avesse mai avuto, sembrava che avesse colmato la mancanza di un figlio.
Dopo un po’, Silente si staccò, e chiese a Bathilda se voleva accomodarsi in casa; entrarono e si sedettero sulle comode poltrone imbottite. La donna lo guardò in faccia, mentre ancora guardava per terra. Prese un profondo respiro e disse:
-Cosa farai ora, Albus?-
Il giovane alzò lo sguardo e osservò la donna. Cercò di rimetterseli bene, ma i suoi capelli scarmigliati non gli obbedivano.
-Beh, Bathilda, penso che dovrò badare alla mia famiglia-
-Ad Aberforth? Adesso non dovresti essere libero di fare quello che vuoi, quando lui rimane ad Hogwarts? Tu potresti viaggiare, andare in giro per il mondo, scoprirlo!-
-Bathilda… lei deve sapere una cosa-
Ad Albus era passato per la testa di raccontarle tutto, della sua vita interiore, e soprattutto, della sorella. Non poteva lasciarla a casa, mentre si godeva la vita e la fama. No, decise allora di non raccontarle niente, per custodire il segreto che la madre e il padre avevano protetto con la vita.
Però, invece di parlare, Albus rimase in silenzio.
-No, niente Bathilda, mi scusi-
-Non devi scusarti, Albus! Sei vittima di una tristezza orrenda, di una sofferenza immane, non è colpa tua!-
Albus chiuse la bocca. Meglio non dire niente all’anziana amica. Tutto il Mondo Magico doveva ancora sapere che Kendra era morta. E il bello era che due giorni dopo sarebbe dovuto partire con Elphias Doge, in giro per il mondo, per festeggiare i diciassette anni e la fine della scuola. Per coronare i successi di Albus Percival Wulfric Brian Silente. E ora la morte della madre aveva rovinato la sua vita. Niente poteva renderla ancora bella, o almeno come prima.
Niente.

 

   
 
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