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Autore: Tessie_chan    24/04/2016    4 recensioni
Mi chiamo Aithusa Duchannes Kuruta, e non sono una ragazza come le altre. Sono una Maga, una Guardiana, e il mio unico scopo è proteggere gli umani,o come li chiamamo noi, i Mortali, dai demoni, dai Rinnegati e da tutto ciò che di oscuro e malvagio ci sia a questo mondo. Oggi ormai ho quasi vent'anni, sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui ho perso quasi tutta la mia famiglia nell'attacco al popolo dei Kuruta, e sono sul punto di realizzare il mio destino: affrontare la Brigata dell'Illusione, e fare finalmente giustizia.
E' quasi come una roulette russa. Sto per giocarmi il tutto per tutto, potrei vincere e essere finalmente una donna libera, oppure potrei perdere e morire, abbandonando così tutte le persone che amo al loro destino.
La mia storia comincia cinque anni fa, dal mio esame per diventare Hunter. Perchè è in quell'occasione che ho incontrato le persone che hanno stravolto la mia vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Aithusa fissava il soffitto, turbata, ripensando agli avvenimenti delle ultime ore.
Aveva cercato Kurapika ovunque per ore senza trovarlo, fino a quando Leorio non le aveva detto che il fratello aveva deciso di dividere la camera con lui.
<< Aithusa, sei sicura di stare bene? Sembra che tu abbia pianto! >>
<< Tranquillo Leorio, è tutto a posto. >> aveva risposto Aithusa con voce flebile << ora scusami, ma sono stanca, vado a dormire. >>
A quanto pareva Kurapika aveva deciso di evitarla.
Aithusa sospirò. Come se dover sfuggire a Killua non fosse abbastanza.
Mentre si dirigeva nella sua stanza aveva incontrato Gon e Killua che pescavano insieme parlando del più e del meno. Aveva cercato di tirare dritto senza farsi notare, ma Killua se n'era accorto.
<< Tess, dove vai? Perchè non rimani con noi, è una serata bellissima! >>
<< No, Killua, ti ringrazio. Preferisco ritirarmi >> ed era corsa via. Aveva fatto appena qualche metro, quando si sentì afferare per la spalla.
<< Tess, ma che ti è preso? Perchè sei corsa via così? >> poi, dopo averla guardata negli occhi, disse << Hai pianto? >>
<< No, non ho pianto. Per favore, ora lasciami. >>
<< Perchè menti?! Hai il viso macchiato di lacrime >> Killua la fissava, sconcertato << Perchè non vuoi parlarne con me? >>
<< Perchè non sono affari tuoi! Lasciami andare subito! >> gridò Aithusa, liberandosi con uno strattone e allontanandosi in fretta.
Nell'andare via non si era voltata indietro. Non voleva vedere l'espressione dispiaciuta che doveva essere comparsa sul volto di Killua.
E adesso stava sdraiata sul letto a fissare il vuoto, incapace di dormire, con il cuore stretto in una morsa. Come si era cacciata in una situazione simile? Suo fratello non voleva vederla, e lei non voleva vedere Killua, che però le stava addosso perchè era preoccupato per lei. 
La solita vocina nella sua testa le diceva che forse doveva dire la verità a Killua sul loro Legame. Ma Aithusa non poteva farlo. Aveva capito che Killua aveva già cominciato a provare un sentimento per lei, o almeno era sulla buona strada per cominciare a provarlo, e fargli sapere la verità avrebbe solo peggiorato le cose.
No, non poteva dirgli la verità, nè sul loro Legame, nè riguardo al rapporto che Aithusa aveva da sempre con la famiglia Zaoldyeck. Le conseguenza sarebbero state troppo gravi.
Si rigirò nel letto. Accidenti, si sentiva soffocare là dentro! Si alzò di scatto, afferrò il foulard e uscì sul balcone.
Inspirò la fresca aria salmastra a pieni polmoni, e arricciò il naso. Il mare non le era mai piaciuto, in parte per il suo odio per l'acqua, in parte per il semplice fatto che era così grande e sconfinato. L'aveva sempre trovato spaventoso, perchè vicino ad esso si sentiva vulnerabile.
Aithusa percepì un cambiamento nell'aria. Uno spostamento quasi impercettibile, ma che lei notò comunque. Sorrise sardonica.
<< Adesso cominci anche a spiarmi, Killua? >>
Un'ombra atterrò leggera al suo fianco, e Killua la fissò con aria quasi colpevole.
<< Come hai fatto a capire che ero io? >>
<< Non mi lascio sorprendere così facilmente. Ora mi dici cosa ci fai qui? >> chiese Aithusa, ostentando indifferenza. Aveva capito che tentare di sfuggirgli e basta non sarebbe servito a niente. Doveva stroncarlo con la freddezza, era l'unico modo.
Peccato che lei non fosse mai stata una brava bugiarda.
Eppure Killua sembrava crederle, quando mentiva. 
Il ragazzo indietreggiò, come se Aithusa lo avesse spinto via << Be', io... ero preoccupato per te. Il modo in cui ti sei comportata prima... >>
<< Ti ho chiesto di farti gli affari tuoi. Ti sembra così strano? >>
<< Sì! So che ti è capitato qualcosa di grave, ma non vuoi parlarne. Perchè non vuoi farlo? Forse posso esserti d'aiuto... >>
<< Non mi serve il tuo aiuto. Ora ti prego di andartene. Mi stai disturbando. >>
Colpito. Killua fece un passo indietro, con espressione ferita. Aithusa lo squadrò con aria sprezzante; in realtà avrebbe solo voluto confortarlo, dire che non diceva sul serio. Non lo fece: stava agendo così per il bene di entrambi.
<< Stai mentendo. >>
Aithusa rimase a bocca aperta << Come scusa? >>
<< So che mi stai mentendo. Lo vedo da come mi guardi >> Killua fece un passo avanti << Non riesci a guardarmi direttamente negli occhi. E' un errore da principianti questo, lo sai vero? >> Allungò una mano verso di lei, ma Aithusa indietreggiò per non farsi toccare. Non avrebbe potuto sopportarlo in quel momento.
Killua lasciò ricadere la mano, dispiaciuto << Stai cercando di allontanarti da me, l'ho capito. Non pensi di dovermi almeno una spiegazione? >>
La Maga scosse la testa << Io non... >> si interruppe quando Killua le afferrò il polso, attirandola verso di sè.
Aithusa trattenne il fiato. Riusciva a sentire l'odore del ragazzo: Killua profumava di ferro e aghi di pino.
Era un profumo molto gradevole.
Alzò gli occhi verso di lui, con le guance il fiamme << Killua, tu quanti anni hai? >>
Il ragazzo la fissò allibito << Da dove ti viene adesso questa domanda?! >>
<< Non lo so. Mi sono resa conto di non avertelo mai chiesto. >>
Killua la guardò come se fosse pazza << Quattordici. Tu invece? >>
<< Anch'io ne ho quattordici. >> Aithusa abbozzò un sorriso << Chissà perchè avevo immaginato che avessimo la stessa età. >>
<< Tess... dimmi la verità. Io so che tra noi c'è... qualcosa. Lo percepisco chiaramente, e so che anche tu lo senti. Allora perchè cerchi di allontanarmi? Ho fatto qualcosa che non dovevo? >>
Aithusa sgranò gli occhi << No, non è questo! Dio, io non so come fare a... tu non puoi capire. Tra noi le cose non possono funzionare. Non sai quanto mi dispiaccia per questo, ma io non penso che... >>
<< Non è vero! Tu stessa hai detto che siamo simili! Perchè ora non ci credi più? >>
<< Mi sbagliavo, Killua. C'è un abisso che ci separa. Io sono una Maga, e tu... >>
<< A me non importa se sei una Maga! Ti giuro che non mi importa! Devi credermi! >>
<< Non sai di cosa parli. Non sai cosa significa avere a che fare con una come me. Non passerebbe molto tempo prima che tu ti penta di aver detto questo. >> 
<< Se dici così forse è perchè non hai capito cosa provo per te. >> affermò Killua << Se solo tu mi dessi una possibilità per dimostrartelo...>>
Killua le stava accarezzando delicatamente una guancia. Aithusa non si scostò, non ne ebbe la forza. Non ricordava più un solo motivo per cui avrebbe dovuto stargli lontana. 
Erano Legati, erano l'uno la metà dell'altra. Non poteva opporsi a questo. Cercare di evitarlo non sarebbe servito a nulla.
Killua cominciò ad abbassarsi lentamente verso il suo viso. Aithusa chiuse gli occhi, incapace di resistergli. Sentì il suo respiro tiepido sulle labbra...
Qualcuno urlò. Aithusa e Killua si allontanarono di colpo, spaventati.
<< Che diavolo... >> mormorò Aithusa e corse verso il ponte, seguita da Killua.
Sul ponte si erano radunati tutti gli esaminandi. Raggiunsero insieme Gon, Leorio e Kurapika.
<< Che succede? >> chiese Aithusa concitata.
<< I due vecchi se ne sono andati con un dirigibile, abbandonandoci qui >> rispose Leorio << Siamo bloccati, non abbiamo modo di lasciare l'isola. >>
***
Rimasero sul quel ponte diverse ore, fino a quando non venne l'alba. I due vecchi non tornarono.
<< Non credo proprio che ritorneranno.. >> sospirò Hanzo.
<< Temo tu abbia ragione. Siamo bloccati qui. >> rispose Kurapika.
<< Ma perchè ci hanno lasciato qui, secondo voi? Potrebbe essere un'altra prova d'esame? >> chiese Gon. 
<< Non è da escludere. >> disse Aithusa.
<< Ho appena controllato. Le scorte di acqua e cibo sono scarse, dureranno al massimo tre giorni. >> annunciò Leorio, che li aveva appena raggiunti << Inoltre, la radio di bordo non funziona. Non possiamo contattare nessuno. >>.
<< Io dico di esplorare la nave alla ricerca di indizi. Non ha senso stare qui senza fare niente. >> propose Hanzo, e si divisero per andare a dare un'occhiata. Non andarono tutti però: alcuni degli esaminandi decisero di provare a lasciare l'isola rimettendo a posto alcune piccole imbarcazioni che si trovavano vicino alla nave. Provarono a dissuaderli, ma quegli idioti non vollero saperne.
Qualche ora dopo si ritrovarono nella sala dei comandi e fecero il punto della situazione: l'unica cosa che avevano trovato era il diario di bordo. Era stato Gon a portarlo, e Aithusa gli arruffò i capelli << Sei davvero un bambino in gamba tu! >> e Gon rise, imbarazzato.
Kurapika esaminò il diario di bordo, e quello che scoprì fece spaventare tutti: ogni dieci anni in quella zona si scatenava una tempesta di proporzioni spaventose, che nel corso del tempo aveva causato diversi naufragi, come dimostravano i relitti che circondavano l'isola. La tempesta si sarebbe scatenata in due fasi: la prima era la meno distruttiva, e si poteva sopravvivere solo nascondendosi all'interno della grande nave; la seconda fase invece avrebbe spazzato via qualunque cosa si fosse in quel tratto di mare, compresa l'isola stessa. 
<< MA E' TERRIBILE! GLI ALTRI NOSTRI COMPAGNI SONO GIA' USCITI IN MARE! >>
Corsero subito sul ponte: ormai era troppo tardi, circa una dozzina di persone si era già calata in mare ed era ormai lontana.
<< Mio Dio... >> mormorò Aithusa coprendosi la bocca con le mani, e Leorio le posò una mano sulla spalla.
All'orizzonte intanto il cielo si era rapidamente oscurato e comiciava a formarsi una tromba d'aria. Il mare si era rapidamente ingrossato, e la corrente trascinava le barche. In particolare un uomo, che Aithusa aveva sentito chiamare Geretta, era in balia delle onde con la sua scialuppa, e gridava disperato.
<< DOBBIAMO FARE QUALCOSA! >> gridò Gon, e si lanciò in acqua.
<< GON! >>  urlarono disperati i quattro amici rimasti, mentre l'acqua superava il parapetto.
<< Dobbiamo metterci in salvo! >> gridò Hanzo, trascinando Killua e Kurapika per i polsi.
Aithusa guardava il mare con gli occhi spiritati. Gon non poteva tornare sulla nave da solo, figuriamoci con un uomo sulle spalle. Doveva fare qualcosa...
Come se fosse in trance, Aithusa si sollevò in volo e si avventurò in mare per cercare l'amico.
Sentì Kurapika, Killua e Leorio che le gridavano terrorizzati di tornare indietro. Aithusa non si voltò nemmeno. Era come se non li sentisse....
Ad un certo punto lo vide. Gon sosteneva Geretta con un braccio, e al tempo stesso cercava affannosamente di mantenersi a galla, lottando contro le onde.
Fu come se Aithusa avesse ricevuto uno schiaffo. Si riscosse dal torpore e volò in picchiata verso i due << Gon, allunga la mano! >>. 
Gon alzò lo sguardo e le tese il braccio. Aithusa lo afferrò al volo, trascinandoli entrambi in alto con sè, mentre le onde si abbattevano anche su di lei.
Volò veloce come il vento, e qualche secondo dopo i tre crollarono sul ponte << DANNAZIONE A TE, GON! IO ODIO IL MAREEEEE!!!!! >> strillava Aithusa con voce isterica.
I loro amici accorsero ad aiutarli, trascinandoli dentro la nave.
<< VOI DUE SIETE PAZZI! AVETE IDEA DI COSA AVETE RISCHIATO? >>  urlava Kurapika furibondo, mentre Aithusa e Gon si abbracciavano forte, cercando disperatamente di riprendere fiato.
<< Grazie, Aithusa >> mormorò Gon.
Aithusa fece un gesto per dirgli di non preoccuparsi, perchè non riusciva neanche a parlare. Provate voi a trascinare in volo 150 chili in mezzo a una tempesta!
<< Non è finita >> disse Hanzo, turbato << Tra ventiquattr'ore ci sara la seconda mareggiata... e saremo tutti spazzati via >>
Cadde un silenzio terribile. Dovevano trovare una soluzione.. o per loro sarebbe stata la fine.

   
 
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