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Autore: Beks00    24/04/2016    1 recensioni
Non serve parlare e non serve neppure capire.La vita ha la stessa logica di un sogno. A volte di un incubo.Un sogno o un incubo che prima o poi finirà,e sarai libero....la cosa difficile è avere il coraggio di finirla.
Nicole era in macchina per andare a lavorare, come ogni giorno ormai da anni. Non la faceva impazzire l'idea di gestire la vita di un'altra persona, ma lo stipendio gli permetteva una vita decente e poteva stare tranquilla. O così pensava.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Non capisco che ci sia di strano Nicole…-
-Come?? Mi ha fatto il terzo grado!- Inveì  quasi contro il telefono.
Uscita da lì, dopo quell’imbarazzante pranzo con Alex, era tornata a casa e si era addormentata sul divano, senza prestare ascolto al telefono che vibrava sul divano con lei. Eulalia gli aveva lasciato duecento messaggi, tutti uguali, voleva sapere come era andato il primo giorno.
-Che esagerata. Per due domandine, sarà stato curioso no?-
Nicole sospirò sonoramente, strofinandosi la mano sulla fronte. Certo che era curioso, era ovvio, ma Nicole aveva l’impressione ci fosse altro, una sciocca convinzione ingiustificata.
–Non lo so… E se me lo ha chiesto perché è un riccone del cavolo che prende in giro le vite misere di noi poveri esseri comuni??- Drastica. Decisamente, ma che poteva farci? Era fatta così, sempre a pensare al peggio delle cose e mai ad un eventuale riscontro positivo.
Sgranocchiò un altro biscotto, tenendo il telefono tra capo e collo pulendosi  le mani dalle briciole.
-Oh dio…. Smettila avanti. E’ solo una tua fissazione-
Il tono dell’amica la rassicurò un po’, Effettivamente il fatto che questa impressione fosse frutto del suo cervellino malato non la stupiva.
–Ok… Si lo so esagero sempre è che… - Un respiro a pieni polmoni. Stese le gambe, leggermente indolenzite. Doveva smettere di tenerle ripiegate su loro stesse.
Dal telefono Nicole sentì una voce maschile, gentile e calma. Sapeva chi era e cosa significava. La telefonata doveva terminare per il momento.
-Si Gerard arrivo. Scusa Nicole ora devo andare, Duncan si stava strozzando con le noccioline… Vado a fargli superare lo shock della quasi morte e a tranquillizzarlo sul fatto che non troverò nessun’altro dopo la sua morte-

Una leggera risata, quel ragazzone la faceva morire dalle risate, qualunque cosa facesse. Voleva sempre apparire come un impenetrabile maschera di tenebrosità, con scarsi risultati tuttavia, si vedeva da lontano che era un tipo più o meno apposto.
-Ricevuto a dopo- Buttò il telefono da l’altra parte del divano e si stese.
Non poteva proprio fare a meno di Eulalia, delle loro chiacchierate al telefono la sera o i loro sondaggi  sui bei ragazzi dei film e delle loro serie TV preferite, con un bicchiere di vino sul suo divano.
Probabilmente sarebbe morta da tempo senza Eulalia, oppure per non esagerare sarebbe diventata sola e triste, avrebbe vissuto in un piccolo appartamento  con tanti gatti, un criceto e un pesce rosso.
Rise della sua capacità di abbassare sotto terra il morale delle persone e il suo.

“Ok basta. Basta depressione basta basta.”

I suoi occhi si puntarono sul soffitto. Cosa poteva fare ora? Ovviamente si mise a pensare all’affermazione che ieri le aveva quasi fatto salire il sangue al cervello.
Perché Alex l’aveva definita interessante? Cosa aveva di interessante? Era solo una donna che si allontana dagli anni della gioventù fiorente, non si vestita più perché voleva piacersi, lo faceva solo per coprirsi.
Non si piaceva effettivamente, riteneva di essere abbastanza mediocre, i suoi occhi erano marroni, i suoi capelli biondo scuro, quindi un colore inutile, quanto insignificante. Non aveva un fisico magro, neanche eccessivamente pieno, sicuramente era meno rotonda da ragazza, ma non poteva fare a meno di riempirsi la testa di quelle che agli altri sembravano sciocchezze, ma che per lei bastavano a rovinargli la giornata.
Sbuffo sonoramente, abbandonata sul divano. Doveva riflettere su cosa fare quella sera, no, troppo impegno, l’avrebbe passata a rintontirsi di vino davanti la tv.

“ OH mio dio la cena!”

Scatto in piedi talmente veloce da girargli la testa. Si era completamente dimenticata di Gregory, si sarebbero dovuti vedere per cena alle otto. Girò lo sguardo sull’orologio, otto e quarantacinque.
– Ma è una tragedia! Oh dio!- Corse in camera a vestirsi, avrebbe messo il vestito che sua sorella gli aveva comprato l’anno scorso per il suo compleanno, abbastanza soft, non molto elegante ma per una cena andava più che bene. Era bianco, con del pizzo blu sul bordo dello scollo e delle maniche, decorato con delle rose blu ricamate. Quando aveva aperto la busta e aveva trovato quella meraviglia di abito, si era buttata sulla sorella ringraziandola mille volte.
Sorrise al ricordo delle risate, era stata una cena bellissima, adorava sua sorella Susan.
Guardò nuovamente l’orologio, doveva sbrigarsi, sempre se Gregory non se ne fosse già andato.
Mise le scarpe con il tacco bianche, le piacevano perché la slanciavano molto, si pettinò e truccò adeguatamente poi afferrò la giacchetta blu ed uscì di corsa.
Erano le nove e Nicole si fermò davanti il ristorante, si girò verso il vetro che separava l’interno dalla strada, sperando per un secondo che Gregory non ci fosse, ormai andava a braccetto con le delusioni d’amore, Meglio prevenire che curare gli diceva sempre la madre quindi ogni volta sperava di non doversi ritrovare alle prese con un’altra inutile storia, perché tanto lo sapeva di non essere in grado di prendersi cura di se in questo ambito.
Si buttava a capofitto in ogni spiraglio di qualcosa che gli sembrava una potenziale relazione duratura.
Sperava Gregory non ci fosse, per evitarsi la delusione più forte dopo, quando si sarebbe innamorata della sua ombra. E sarebbe finita, come sempre.

Lui era lì, seduto al tavolo da solo, guardava l’orologio ogni cinque secondi e non aveva ancora ordinato niente,
Nicole si sentì in colpa, lo aveva fatto aspettare così tanto per poi andarsene senza entrare? Si morse il labbro leggermente, forse un tentativo poteva farlo dopotutto non sembrava tanto male, anzi lo trovava molto tenero lì seduto con la camicia e le scarpe lucide. Si rese conto di essere entrata, e il panico la invase, domande gli frullavano nella testa.
Se non gli interessa quello che dico? Se non gli piace come sono vestita? Dopotutto lui è così elegante.
Se mi lascio prendere troppo e poi soffro?


-Nicole…- Alzò lo sguardo per vedere Gregory che si alzava dalla sedia. Era senz’altro un bel uomo, i capelli neri e tagliati corti  gli davano un aria di semplicità, quello che mancava nella sua vita. Aveva gli occhi scuri , quasi neri ed erano molto affascinanti, gli davano la classica aria di mistero, grazie anche ai lineamenti abbastanza marcati del viso e la leggera barbetta nera.
Lei dischiuse appena le labbra come per dire qualcosa, ma rimase immobile a guardarlo mentre gli si avvicinava.
– Mi stavo preoccupando… Pensavo mi avessi dato buca – Sorrise, e Nicole non poté fare a meno di pensare alla tenerezza di quelle parole.

“ Povero Gregory… Bhe, una possibilità posso dargliela “

-Lo so scusami Gregory io stavo… aam… mi sono addormentata sul divano- Sorrise colpevole.
Lui scosse la testa e alzò una mano.
–Non importa, ora sei qui- Le guance di Nicole si imporporarono leggermente e un sorriso gli si dipinse sul viso.
Si poteva provarci.


-Bhe… Io sono arrivata- Nicole si girò a guardare il suo accompagnatore. Era stata una serata fantastica e si era divertita moltissimo con lui, non si ricordava di aver mai riso così tanto, bhe come se non si potesse ridere davanti a uomo che si mette a giocare per strada a “ non passiamo sulle righe “ , soprattutto se sono le undici di sera e un vecchietto lo rincorre con il treppiedi e in vestaglia, gridando “ Basta!! Voglio dormire!!”.
-Mi sono divertita da matti stasera grazie- Sorrise davanti il portone del palazzo, giocando leggermente con le chiavi di casa. Gregory mise le mani nelle tasche dei pantaloni, sorrise alzo appena le spalle.
–Aaaah lo dici solo perché sennò mi offendo vero?- Nicole sorrise ampiamente, era davvero divertente.
–Bhe… Allora sono contento. Di averti fatto divertire, mi fa… Molto piacere- Si passo piano una mano tra i capelli e sorrise, poi guardandola si avvicinò, e con leggerezza gli diede un piccolo bacio al lato della bocca.
Poi la guardò sorridendo.
–Buonanotte Nicole-

Quando si fu allontanato, Nicole corse dentro casa, buttando il giacchetto e le scarpe per aria e afferrando il telefono. Doveva svegliare Eulalia e dirglielo e…
Oh no… Lo stava rifacendo, ci stava cadendo. Posò piano il telefono sul comodino, e si buttò sul letto.                     Si diede della ragazzina, era stupido da parte sua eccitarsi per una singola uscita in cui si, si era divertita, ma non voleva ingigantire le cose, era stata una bella serata ma niente di più.
Prima regola della sua vita. Mai aspettarsi troppo.
 

Aveva trovato un po’ di traffico quella mattina, sicuramente tutte persone che tornavano da un week end chissà dove. E lei? Doveva fare la baby sitter anche la domenica.
Erano ore ormai che se ne stava seduta nel solottino della villa, a organizzare la miriade di impegni che Alex avrebbe avuto il giorno dopo.

“ Dio mio… Ma come si fa?? Cos’è si sdoppia per fare tutto?”

Emise un profondo respiro e sprofondò nella sedia. Era stanca, non aveva dormito molto quella notte. Il suo piccolo momento di relax fu interrotto dall’aprirsi delle porte, qualcuno era entrato nel salotto.
–Ciao- Alex alzò la mano in cenno di saluto per poi avvicinarsi al tavolo. Nicole aprì gli occhi e si ricompose leggermente.
–Ciao…- Lo guardò, e per un secondo la testa tornò alla mattina prima e alla loro conversazione.
–Domani ho un intervista vero?- Tornò sulla terra, e guardò il ragazzo, che aspettava una risposta.
–Si… e tante altre cose. Ovvio.- Sospirò. Alex la guardò e annuì leggermente. Schioccò le dita e alzo l’indice, come se avesse avuto un illuminazione.

-Ho voglia di gelato- Si girò e semplicemente uscì. Nicole rimase interdetta un secondo.

“ Devo seguirlo?”

Senza troppe cerimonie si alzò e lo seguì, dopotutto era la sua baby sitter personale. Lo affiancò mentre apriva il frigo dell’enorme cucina. Incrociò le braccia e posò gli occhi su Alex, che aveva preso un ghiacciolo.
–Senti ma, di solito cosa ti chiedono alle interviste? Sulle riviste si leggono molte cose imbarazzanti sui personaggi famosi- Era curiosa di saperlo, ogni volta che gli capitava di leggere quelle riviste a casa della madre rimaneva scioccata, dalle miriadi di informazioni personali che i giornalisti avevano di attori, modelli e tutti gli altri.
-Chiedono sempre le stesse cose. Sei felice? Sei sfruttato? Perché i tuoi zii e non i genitori? Che mutande porti? Quante ore ti alleni? Ecc…- La sua risposta fece sorridere divertita Nicole, soprattutto per il tono di voce che usò a “ che mutande porti? ”, nettamente non curante.
Se qualcuno lo avesse chiesto a lei sarebbe stata capace di arrossire come un peperone, e avrebbe fermato l’intervista con tanto di “ no comment “.
–Ma a me non interessa, tanto a ogni intervista risponde sempre mio zio- Ora Nicole corrucciò la fronte, perché mai suo zio doveva rispondere al suo posto? Le domande non sono certo per lui. Rimase confusa da ciò, e chiese per saperne di più e avere forse un chiarimento, ma l’unica cosa che ebbe in cambiò fu una scrollata di spalle.

“ E’ molto strano… Mi pare di capire che tutto quello che riguarda Alex se ne occupi lo zio“

Ma effettivamente non erano cose che la riguardavano, lei doveva solo tenergli compagnia fino al ritorno dello zio.
–Se a te sta bene così… Okay- Seguì il ragazzo fino al giardino.
–Evito di fare domande, non chiedo perché mio zio ha già fatto abbastanza per me…- Nicole percepì un leggero cambiamento di tono nella sua voce, ma non fece in tempo a chiedere altro che rimase a bocca quasi aperta.
Alex era arrivato al bordo di una piscina enorme, e si stava spogliando.

“ …Sono sicuri abbia diciassette anni?”

Era decisamente un bel vedere,  il fisico asciutto e slanciato, certo metà del suo corpo era ricoperto da massa muscolare, non eccessiva anzi, era in equilibrio con il resto.

“ Torno a confermare quello già detto. Dimostra molto di più dell’età che ha “

-Oooh bello- Si immerse nella piscina, questo diede la possibilità a Nicole di spostare lo sguardo altrove.
–Che bella… Magari avere una piscina così – Guardò con occhi sognanti la piscina. Poche volte era stata in piscina, e solo da piccola, poi da ragazza andava spesso al mare con gli amici, ma la piscina è tua, ed è sempre pulita.
Poi è una di quelle cose che tutti almeno una volta nella vita si ritrovano a desiderare.
Si sedette su una sdraia li vicino il bordo, e si mise a guardare Alex che nuotava tranquillo e faceva il morto a galla, e sorrise appena.

-Alex… Esci mi contamini l’acqua- Una voce sconosciuta raggiunse le orecchie di Nicole, che si voltò.
Era un ragazzo, a tratti gli parve di rivedere il signor Brown in lui.
–Oh allora aspetta..- Alex cominciò a rotolarsi nell’acqua e a sfregarsi addosso come per pulirsi.
–Ormai è completamente contaminata… Vattene- La risposta causò una leggera risata a Nicole. Si stava lavando nella piscina solo per non far entrare l’altro, doveva stargli molto antipatico. Infatti il ragazzo scoccò un’occhiataccia a Alex e schioccò la lingua sul palato, per poi guardare serio la donna che cancello subito il sorriso.
- Lei chi è?- Chiese tranquilla Nicole, mostrando un sorriso cordiale. Non sapeva bene il perché, ma quel ragazzo non gli piaceva. Forse perché gli ricordava quello sgradevole uomo del suo capo.

–Sono Peter Brown, il figlio del padrone di casa- Una sonora pernacchia squarciò l’altezzosità con cui Peter stava parlando, che con uno sguardo carico di odio si girò verso Alex, che stava poggiato al bordo, facendo finta di niente. La reazione di Nicole fu più che plausibile. Scoppiò a ridere, portandosi la mano sulla bocca per controllarsi.
-Ah si?... Adesso ti sistemo io stronzetto- Disse con una vena d’ira il cugino, sfilandosi con un gesto la maglietta e saltando in acqua.
-Viecce- Alex prontamente si scostò dal bordo, incitandolo a farsi avanti e i due presero a girare piano in tondo, guardandosi in cagnesco.
Nicole si alzò dalla sdraia guardandoli, mise i pugni sui fianchi.
–Alex! Non ti conviene fare a botte. Ti faresti dei lividi in viso e dubito che la cosa piacerebbe a tuo zio- Lo richiamò fermamente, anche perché se fosse successo qualcosa al nipote lo zio se la sarebbe presa con lei.
-Naaa mio zio non c’è ora- Fece un gesto non curante della mano, mantenendo il contatto visivo col cugino, che aveva l’aria di essere arrabbiato. Nicole rimase parecchio contrariata dalla risposta di Alex.

“ Che ragazzino! “

-Tu ti prendi troppe libertà mentre tuo zio non c’è! Ma si fate pure. Cercate ALMENO di non farvi troppo male- Disse incrociando le braccia e assumendo un tono molto contrariato, dopotutto pensò, sono cugini e i cugini scherzano sempre. Alex roteò gli occhi e li alzò su di lei, guardandola annoiato.
–Pff… Smettila di fare la maestrina mica stiam- Nicole non sentì mai la fine della frase.
Un pugno ben assestato sullo zigomo aveva chiuso la bocca ad Alex. La donna spalancò gli occhi e apri leggermente la bocca.
–Stai zitto imbecille ahahah- Alzò i pugni Peter, ridendo di gusto per aver colpito il cugino che ora si copriva il viso con le mani.
Ma smise di ridere quasi subito, o meglio Alex gli tirò una gomitata che lo fece stare zitto, dritta sul naso.
Con un ringhio Peter tentò ancora una volta di colpire il cugino che non era per niente intimorito, ma l’unica cosa che colpì fu l’aria, per ben tre volte. Nicole era immobile a guardarli.

“ Peter sembra un po’ idiota in confronto ad Alex… Oh mio dio! E’ sangue quello??”

Alex perdeva sangue dal naso adesso, il cugino doveva averlo colpito di nuovo.
–Hey! Finitela voi due! State esagerando!!- Nicole si avvicinò al bordo cercando di farli smettere. Ma uscirono dalla piscina solo per continuare a picchiarsi più liberamente, in acqua doveva essere più difficile.
Allora Nicole prontamente si intrappose fra i due, era stufa di questi ragazzini e aveva intenzione di fermarli.
Si stava arrabbiando.
–Levati! Sei solo un’assistente!- Gli gridò Peter in faccia. Nicole stava cercando di restare calma, e lo guardò seria.
–Si l’assistente del signor Brown! E di conseguenza non devo fare quello che dite voi- Peter tornò a guadare il cugino, ignorando la donna completamente.
Addirittura alzò la mano, allontanandola malamente, facendola quasi cadere.
–Come ti!- La sua furia non raggiunse mai Peter. Si senti prendere il polso e tirare via.

Era Alex, che raccattati i suoi vestiti l’aveva afferrata, e ora la stava portando chissà dove nel giardino, dopo aver dato una spallata al cugino. Nicole continuava a inveire contro quel dannato ragazzino.

“ Dannato... Ragazzino. Forse lo odio di più del cugino “

Era talmente impegnata a mandare col pensiero maledizioni a Peter, che non si rese conto dove Alex la stava portando. Quando quasi inciampò su un legnetto, schiarì la mente dai pensieri e si guardò intorno, cercando di seguire il passo del ragazzo. Si trovavano nel labirinto di cespugli che Nicole aveva visto la prima volta sul retro della casa. Era rimasta affascinata dalla sua grandezza, ma ora ne era leggermente intimorita.
–Ma dove stiamo andando scusa?- Chiese corrucciando la fronte e guardando la schiena di Alex, che girava ad ogni curva gli capitasse davanti.

“ Non sa dove sta andando…”

Pensò infastidita Nicole sbuffando, si guardò dietro tentando in qualche modo di capire la loro posizione.
Era una situazione ridicola, stava seguendo un ragazzino che chiaramente, si era perso e che la stava anche trascinando neanche fosse un cane. Dovevano fermarsi invece di peggiorare le cose camminando a cavolo nel tranello della morte, questo era in quel momento il labirinto per Nicole. Pessimista e drastica.
Mentre cercava di capire cosa fare, non si accorse effettivamente che il ragazzino aveva arrestato la sua corsa, infatti continuò a camminare e sbatté con il viso sulla schiena di Alex.
-Ma che fai?- Alzò lo sguardo sulla figura del ragazzo, che era fermo immobile e guardava a destra e sinistra.
Nicole ebbe per un secondo paura della risposta che gli avrebbe dato Alex.
E infatti dove averne.
–Mi sono perso…- Non era possibile. Si era perso lo sapeva, se lo sentiva che non sarebbe finita bene quella scampagnata nel labirinto. Strattonò leggermente il braccio dalla presa di Alex e si liberò, guardandolo male.
–E perché non me l’hai detto prima?? Spostati- Lo scansò con un braccio, e prese a camminare. Avrebbe trovato lei l’uscita, sperava.
–Se ci riesci…- Disse tranquillamente lui, mentre si rinfilava i pantaloni sul costume e la maglietta.
Certo che ci sarebbe riuscita, bastava solo un po’ di impegno e con un po’ di fortuna lo avrebbe fatto. Non sarebbe rimasta l’intera giornata lì dentro, Alex  poteva scommetterci.


Gira e gira, svolta a destra e sinistra. Era da un po’ che girava a vuoto, ma non poteva perdere la speranza e non lo avrebbe fatto. La sua calma cominciò a vacillare quando, per la decima volta si ritrovò davanti quel dannato ragazzino, beatamente seduto a terra e si rilassava mentre lei sgobbava per non farli morire lì dentro.
Poi, una fessura tra i cespugli. Non ci era mai passata ne era sicura.

“ Deve essere l’uscita per forza “

Non ci credeva tanto anche lei, ma sperava vivamente di sbagliare.
–Già di ritorno?- Non era possibile non ci credeva era di nuovo lì! Si stava arrabbiando molto, dopotutto era colpa di Alex se si erano persi e lui? Sdraiato tranquillo su l’erba che la rimbeccava con commenti poco carini sul suo senso dell’orientamento scarso. Gli si piazzò davanti, dandogli un calcetto sul piede.
Invece di commentare perché non mi aiuti mh?- Dove mantenere la calma, sennò sarebbe finita.
Già immaginava i titoli dei giornali “ Ritrovati due corpi senza vita in un labirinto. Erano lì da tre anni! “.
Se non avesse trovato una soluzione sarebbe impazzita.
-Na…-

Calma. Si ripeteva nella testa. Doveva stare calma o lo avrebbe ucciso e non poteva farlo, anche se dopotutto sarebbero morti lì, quindi nessuno avrebbe mai capito com’era trapassato lui. Inconsciamente la sua mente viaggiò su come ucciderlo senza lasciare tracce. Un sasso? No troppo sangue. Strangolarlo? Si forse.
Emise un respiro profondo. No, non poteva ucciderlo non ne era capace, anche perché era più grosso di lei.

“ Ok sono calma… “

-Sei un ragazzino viziato come tuo cugino- Incrociò le braccia seria. Alex alzò lo sguardo su di lei e sbuffo, facendo un gesto con la mano.
–Non credo proprio lui è da omicidio- Richiuse gli occhi. Nicole gli tirò un altro calcio alla gamba.
–Anche tu credimi. Alzati e aiutami forza- Ripeté perentoria, lo avrebbe fatto alzare. Ma le sue convinzioni sparirono non appena Alex gli rispose. Quel ragazzo era più pessimista di lei, oppure solo onesto con se stesso
–Lascia stare, è un labirinto. Siediti forza- Gli fece un cenno di mettersi vicino a lui.
Nicole sospirò sonoramente si lasciò cadere seduta vicino a lui.
–E allora come torniamo?- Dannate scarpe con il tacco, gli stavano facendo male ai piedi e dicesi di levarle per poi raccogliere le gambe piegate di lato.

–Aspettiamo che arrivi qualcuno- Non sembrava neanche lui molto convinto di quello che aveva appena detto, ma anche lei non vedeva effettivamente altre alternative. Un giardiniere sarebbe venuto a curare il giardino.
–E intanto che facciamo?..- Disse sconsolata. Alex girò gli occhi verso di lei, per un secondo la guardò e basta, finché anche lei non si girò. Si guardarono senza dire niente per qualche secondo, e la cosa cominciava a durare troppo per Nicole, che si rigirò e si mise a giocherellare con le scarpe.
–Bho…- Illuminante, ma effettivamente non si aspettava un’altra risposta. Neanche lei sapeva cosa fare.
Si stava annoiando, e stava perdendo le speranze. Era quasi passata un ora, e niente non era venuto nessuno.

“ La vedo brutta. Facciamo notte qui “

Un sibilio, la fece girare verso Alex.
–Che c’è ?- Lui girò lo sguardo verso di lei, poi dietro di se come per assicurarsi stesse parlando con lui.
La guardò con un leggero cipiglio in viso.
–Niente… Tu che vuoi?- Nicole rispose alzando il sopracciglio. La stava prendendo in giro? Perché se era così doveva finirla subito, per non rischiare la vita. Si rigirò alzando gli occhi al cielo.
Un altro sibilio.
–Non lo fare più- Perentoria
-Non ho fatto niente!- Rispose lui contrariato. Si guardarono negli occhi e Nicole gli punto contro l’indice, intenta nel cominciare una minaccia,

Sssssss

Stava per urlare contro a Alex e dirgli di piantarla, ma lei lo stava guardando, e non aveva fatto niente anzi, sembrava sorpreso anche lui del rumore. Qualcosa di liscio gli strusciò sulla mano che teneva poggiata a terra.
Alex spalancò gradualmente gli occhi, stava guardando giù. Nicole ebbe un sussulto al cuore.

“ Oh mio dio cos’è?.....”

Abbassò piano lo sguardo. I suoi occhi aumentarono di taglia per quanto li spalancò, e la sua pelle divenne quasi trasparente dall’orrore. Cominciò a boccheggiare senza emanare suono.
–AAAH!! Un serpente!!!!- Sgrullò la mano energicamente e si alzò con uno scatto. Alex non aveva fatto in tempo ad alzarsi, così indietreggiò da seduto spingendosi con le mani e i piedi. Nicole avrebbe riso in altre circostanze alla scena, ma ora era schifata e terrorizzata.
Era verde, dall’aria viscida e rugosa e si confuse con l’erba. Alex era seduto e si guardava intorno e Nicole era gelata sul posto, dritta e faceva giuzzare gli occhi ovunque come una pazza.
-E’ andato via…- Ingenuità giovanile pensò Nicole.

“ Voglio uscire voglio uscire voglio uscire di qui “

Un sibilio, poi un leggerissimo sussulto più che un gemito.
–Oddio!!- Stava vicino ad Alex, che con un calcio lo tirò lontano in mezzo alle fratte. Nicole lo guardò con occhi spalancati, aveva il leggero fiatone dovuto al panico e i capelli biondi e riccioluti leggermente scompigliati, la maglietta un po’ sporca di terra. Lo trovò molto carino, così con quell’aria un po’ selvaggia, bhe con qualunque aria sarebbe stato carino, non per niente era un modello famoso che aveva una voce meravigliosa e un fisico altrettanto meraviglioso.

“ Oh smettila Nicole. E’ un ragazzo “

Scosse leggermente la testa, per scacciare quei pensieri. Basto poco a farla tornare alla realtà.
–Ti ha morso!! E’ velenoso!!- Puntò l’indice contro  Alex, che corrucciò la fronte e alzò il braccio. Spalancò gli occhi.
–Cosa?! Oddio morirò!!- Cominciò a girare in tondo completamente in panico e si prese il braccio morso con la mano, come fosse morto.
–No no sopravvivi!! Fammi pensare a un modo!- Cominciò a spremersi le meningi
–Rifletti!! Se muoio daranno la colpa a te!- La indico con l’indice del braccio ferito, poi guardò la mano, e imprecò sonoramente. Assurdo.

Ora si che Nicole sarebbe impazzita. Se fosse stato velenoso davvero quel serpente sarebbe finita male.
Con la memoria cercò nella testa degli sprazzi di sapienza che aveva appreso dai documentari che guardava da piccola. Solo alcuni serpenti erano velenosi, ma non ricordava quali, non riusciva a ragionare con il panico dovuto ad un imminente ritorno della creatura, ad Alex che imprecava come un pazzo, tenendosi il braccio neanche fosse un neonato e al suo panico che cresceva, al fatto che sarebbero morti lì perché non c’era via d’uscita.
Stava per perdere la testa poi, illuminazione.
-C’è l’ho! Si, si può fare!!- Guardò Alex allargando le braccia, avendo in cambio uno sguardo confuso e leggermente inquietato.
–Però mi fa un po’ schifo e…- Guardò il morso con una smorfia.
-Fallo! Qualunque cosa sia fallo!! Sono troppo giovane e bello per morire!- La guardò drastico, scuotendola per le braccia e inginocchiandosi teatralmente.
–Okay!! – Si inginocchiò e prese il braccio di Alex, poso la bocca sul morso, e inizio a succhiare via il veleno combattendo il disgusto.

La guardava, molto sorpreso dal gesto. Stava facendo questo per lui, per non farlo morire.
E lui ? Si stava comportando come uno stupido ragazzino pauroso, per qualcosa che non sarà poi neanche tanto grave come sembra.

“Idiota… “

La sua autocommiserazione fu interrotta da altri pensieri, di altro genere.

“ Certo però che è bella. Non diresti mai che ha ventisette anni… Sembra molto più giovane “

Era completamente imbambolato a fissarla, mentre poggiava le labbra sul suo braccio. Notò quanto fossero carnose, le sentiva morbide sulla pelle. Le guardò i capelli, mossi e così particolari, le persone si vantano di avere i capelli biondo platino o neri corvino, ma lei, i suoi sono “interessanti”. Senza farlo apposta, o almeno non del tutto, posò lo sguardo sulle sue curve, evidenziate dalla sua posizione leggermente accovacciata per arrivare meglio al braccio ferito.
Deglutì leggermente a vuoto, sperava vivamente che non lo stesse guardando. Fece passare lo sguardo sulla schiena, la curva del fianco e si soffermò un po’ di più sul fondoschiena.

“ E’ particolare anche in questo…  Adesso vanno di moda i grissini che di femminile non hanno nulla, sembrano tante scope. “

Stava ancora guardando lì, e gli si imporporarono un po’ le guance e distolse lo sguardo quando la senti muoversi.
–Okay… Fatto, sopravvivrai- Si mise in ginocchio davanti a lui, sospirando lievemente di sollievo.
-… Sicura? Controlla- Gli porse nuovamente il braccio, e Nicole si accigliò leggermente. Stava scherzando? Era almeno mezz’ora che stava là a succhiare via del veleno che non era neanche sicura ci fosse.
–Ma basta. Mi hai preso per un vampiro?-

-E se muoio?...- La guardò alzando il sopracciglio.
-… Muori - Incrociò le braccia. Non si sarebbe rimessa in quella posizione scomoda a fare quella cosa schifosa solo perché il bimbo aveva paura. Mai.
Alex la guardò, contrariato. Poi la smorfia fu sostituita da una leggermente dolorante e si portò una mano sul petto, all’altezza del petto. Un leggero lamento e si lasciò scivolare sdraiato a pancia in su, il corpo scosso da spasmi. Nicole spalancò gli occhi e scrociò le braccia.
–Noonono- Velocemente gli riafferò il braccio, e riprese a succhiare il veleno, che neanche c’era più, da un bel po. Questo bastò a far calmare la “crisi” di Alex, che si mise un braccio dietro la testa, per stare più comodo.
Gli piaceva il fatto che, facesse quello che diceva lui. Così almeno credeva nella sua ingenuità di giovane.
-Ok. Ora sono sicura sia pulito- Si pulì le mani dalla terra e poi le passò sulla gonna, alzandosi.
Cosa che fece Alex subito dopo di lei.

Lo sguardo di lui cadde sulle labbra di lei, leggermente sporche di sangue. Alzò una mano e la avvicinò al viso di lei, che lo guardava con la fronte leggermente corrucciata.
Fece scorrere piano il pollice sul suo labbro inferiore, pulendola, spostando poi gli occhi su quelli di Nicole, che lo guardava a sua volta, leggermente sorpresa, ma restò ferma come bloccata da quei due zaffiri che la fissavano.
Dischiuse le labbra, il pollice di Alex si spostò leggermente sulla guancia.

“ C’è qualcosa di sbagliato… Molto sbagliato “

Arrossì leggermente e distolse lo sguardo, allontanandosi appena. Era a disagio in quel momento, non che Alex avesse fatto qualcosa di male, ma sentiva che non era quello che doveva succedere tra loro, ed era così.
Non doveva succedere.
Percepì nello sguardo di Alex un cipiglio leggermente confuso, che svanì quasi subito.
–Aspetta… Forse- Il suo sguardo vagava intorno, come se riflettesse. Nicole, scacciando dalla mente quello che era appena successo, lo guardò curiosa. Che stava facendo?

Senza dire niente Alex la prese per la mano, e cominciò spedito a camminare. Nicole guardava le loro mani, strette. Aveva delle mani così piccole in confronto a quelle di lui, che erano anche calde. Lei non sapeva perché ma aveva sempre avuto le mani fredde fin da piccola, anche l’estate, la madre era addirittura arrivata a pensare fosse una malattia. Invece le sue, erano cosi calde, come un abbraccio stretto, rassicurante, protettivo eppure, sempre sbagliato. Non il gesto in sé, ma il fatto che la mano che la faceva sentire al sicuro fosse sua.
-Aaah ah! – Erano usciti, si trovavano dietro la villa. Non erano morti lì dentro, era andata bene e questo fu un peso in meno sul cuore di Nicole, che sospirò sollevata, passandosi la mano tra i capelli mossi,
-Alla fine l’uscita la conoscevi… Doveva morderti un serpente per fartelo capire- Disse con leggera ironia, che fece sbuffare Alex, infastidito dalla poca fede nelle sue capacità. Non era stato merito del serpente!

In tutto questo, le loro mani erano ancora legate, così, Nicole sfilo piano la mano da quella di Alex.
Evitando di guardarlo in viso. Si sistemò la camicia e guardò verso la villa.
–Aaam… Ok dai entriamo. Devi disinfettare quel morso- Disse tranquilla, anche se nascondeva un certo nervosismo. Si diede della stupida, non stavano facendo niente di male, perché doveva sempre ingigantire le cose. Si girò e si diresse verso la porta a vetro che si affacciava sul giardino.
Alex appena aveva sentito la a mano di Nicole lasciare la propria, si era sentito molto contrariato inizialmente.
Non voleva lasciarla. Alzò la mano,la guardò e un pensiero gli balenò nella testa.
Qualcosa che sicuramente non avrebbe dovuto fare, ma si sa che lui fa quello che vuole e se ne sbatte delle conseguenze.

“ Deve succedere di nuovo… farò in modo che succeda “

Un barlume di un sorriso si formò sul suo viso, mentre guardava l’elegante figura di Nicole attraversare il giardino verso la villa. Si sarebbe risuccesso, avrebbe fatto in modo di sentire ancora quella pelle morbida contro la sua. L’avrebbe fatta arrossire di nuovo e magari, la prossima volta avrebbe potuto fare anche di più.
Con una specie di sorrisino, si mosse verso la porta, dove Nicole si era fermata. Ci avrebbe pensato dopo a lei, ora non voleva morire davvero, doveva assolutamente disinfettare quel morso.
Non sapeva come definire l’accaduto. Positivo o negativo.

Negativo sicuramente per il dolore pulsante nelle vene.
Positivo perché aveva avuto la possibilità di avvicinarsi a lei.

E la cosa gli piaceva.
   
 
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