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Autore: Rory Drakon    25/04/2016    3 recensioni
Alucard ha alle sue spalle un passato oscuro e doloroso, che l'ha profondamente segnato nel cuore e nell'animo, per tutti gli anni che ha passato al servizio dell'Organizzazione Hellsing.
Che cosa accadrebbe se nella sua vita entrasse qualcuno in grado di penetrare la corazza che ha costruito tra sé e la sua umanità perduta, i suoi sentimenti più profondi?
Anche i mostri hanno un cuore e sono capaci di amare.
Anche il Re Immortale, il Conte.
(ST0RIA SOSPESA)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Alucard, Nuovo Personaggio, Seras Victoria
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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L’indomani mattina Alucard, assieme a Rory, presentò Luke agli altri.
«No, scusate, non ho capito molto bene… voi due sarete amici di vecchia data?» domandò Christ, confusa, fissando Alucard e Luke.
«Eccome!» esclamò Luke, dando un’amichevole gomitata ad Alucard, che aveva un volto a metà tra il disgustato e lo scocciato. «Ne abbiamo passate così tante insieme, che ho smesso di contarle! Tu te lo ricordi, Ally, quante volte mi hai salvato la vita?»
«Io mi domanderei piuttosto perché te l’ho salvata, in quelle occasioni» sbuffò Alucard. «E smettila di chiamarmi con quel nomignolo indegno».
«Ma dai! È carino!» protestò Luke. «E poi scusa, perché Rory può chiamarti “Alu” ed io no?»
«“Alu” e “Ally” non sono la medesima cosa, moccioso, e comunque può farlo per una serie di motivi che non devo spiegare proprio a te».
Rory, Seras, Alyssa e Christ si coprirono la bocca con le mani, sforzandosi di non scoppiare a ridere a crepapelle, Joshua si morse le labbra e Sebastian sogghignò. Subaru, invece, sembrava visibilmente scocciato più di quanto lo fosse Alucard.
«Ehi! Non sono un moccioso! Eddai Ally, non far così! Ci divertiremo un mondo, vedrai, proprio come ai vecchi tempi!» continuò Luke, sempre più allegro e sorridente. «Ti ricordi come ci chiamavamo, all’epoca?»
Alucard diventò più pallido del normale. «Ti prego, non dirlo, non di fronte a loro!»
«Il Dinamico Duo!»
Alucard bestemmiò fra i denti, mentre Christ e Alyssa si piegavano in due dalle risate, reggendosi la pancia.
Rory invece continuò a coprirsi la bocca, nel vano tentativo di dominare l’attacco di ridarella assurdo. «Il Dinamico Duo?»
«Nananananà Ally! Nananananà Ally! Ally! Ally… eddai su! Batman e Robin…» esclamò Luke.
«Vi prego, non ascoltate» sospirò Alucard. Rory non l’aveva mai visto così imbarazzato, era troppo esilarante.
«Ma se ti piaceva!» protestò Luke. «Io mi ricordo quando, in missione, dicevi “Presto, Luke! Alla Alu-Mobile!”».
«Che vergogna…»
A quel punto tutti quanti risero di gusto, tranne Subaru, che si beccò una gomitata da Christ per questo.
«Quando avrete finito di ridere come delle iene in calore, avvisatemi» sbuffò Alucard, girando i tacchi e allontanandosi.
«Ally! Eddai, ma non ti sarai mica offeso? Era per scherzare! Dai torna qui!» lo richiamò Luke, ma il vampiro non diede segno di averlo nemmeno sentito.
«Alu!» Rory gli corse dietro, lasciando indietro gli altri, un po’ basiti.
«Accidenti, però, con lui non si può mai ridere un po’!» sbuffò Joshua.
«E vabbé, dai, Josh, è fatto così, cercate di capirlo» fece Seras.
«Siete solo dei mocciosi, non dovevate permettervi di offendere così il nobile Alucard!» sbottò Subaru.
«Oh, andiamo, Suba! Non l’abbiamo offeso, l’abbiamo solo preso un po’ in giro, così, per scherzare! E che pizza!» sbottò Christ.
«E adesso dove saranno andati quei due?» chiese Sebastian.
«Non preoccuparti per loro, Seby» gli sussurrò Alyssa. «Lasciamoli un po’ da soli».
La bocca di Sebastian si distese in un sorriso furbesco.


***


«Alu! Aspettami… dai, su, Alu!»
Rory aveva il fiatone mentre correva dietro ad Alucard che si stava dirigendo nei sotterranei, dove era stato rinchiuso e sopito per venti anni, fin quando Integra non lo aveva risvegliato nel 1989 col proprio sangue.
«Cavolo!» sbottò Rory, non appena si ritrovarono insieme soli nel sotterraneo. «Grazie mille per avermi aspettato, eh! Perché sei venuto nel tuo sotterraneo?»
«È pieno giorno, vorrei andare a dormire. Ho sonno» sbuffò Alucard.
«Uff, potevi aspettarmi un attimo però!»
«Impara a correre…» Alucard entrò e fece per chiuderle in faccia la porta dello stanzino.
«Ehi!!!» Rory fece un balzo in avanti e la bloccò, insediandosi nella stanza. «Ma non ti sarai mica offeso perché abbiamo riso di quello che ci ha detto Luke su di te? Era per scherzare!!!»
«Pff, certo…» sbuffò il Conte.
«Oh, insomma!» sbottò Rory. «Possibile che non si può mai scherzare e ridere con te, Vlad l’Impalatore!»
Alucard ridacchiò.
«E adesso perché ridi!?» esclamò Rory.
«È che… il nome che mi hai dato è semplicemente ridicolo… è come se qualcuno chiamasse te Rory la Mortale» rise il vampiro.
«Ma che scemenze dici…» fece la ragazza. «Non era uno degli appellativi che ti hanno dato?»
Alucard s’incupì. «Non ho mai detto che mi piacesse…»
Rory lo fissò, cauta. «No?»
«Lo dicono come se fosse una cosa meschina… io invece volevo solo giocare all’impiccato» sogghignò il Conte, mostrando i canini lucenti.
«Ma…. Ma… Alu!!!» Rory gli diede un pugno sul petto, stizzita.
Alucard le bloccò il polso con le mano, senza smettere di ridacchiare.
«Sei proprio fuori di testa» sbuffò Rory.
«Forse sì, forse no, chi può dirlo…» disse Alucard, con un sorriso ambiguo.
«Io!»
«Nah, se fossi davvero fuori di testa saresti già scappata…». Gli occhi del vampiro si accesero di rosso. «E io ti avrei raggiunto lo stesso…»
«Scherzi? Scappare da te?» Rory era incredula.
«Be’, è quello che tutti i mortali con un po’ di cervello farebbero…»
«Già, fai un bell’effetto, eh?» lo prese in giro la giovane.
«Dipende. Se stai dicendo che sono inquietante, l’ho sempre saputo. Se stai dicendo che sono bello…». Sorrise malizioso. «…Non posso darti torto neanche su quello».
Le guance di Rory diventarono rosse come due peperoni.
Alucard sogghignò e le si avvicinò al un centimetro dal suo viso, si inginocchiò di fronte a lei, arrivando alla sua altezza, e le cinse le spalle con le mani.

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«Perché sei arrossita?» le chiese con un sorrisetto.
«Be’… diciamo che… che… pensavo entrambe le cose… che sei inquietante e… e bello… eh?...» balbettò Rory.
Alucard rise. «E non hai paura di come potrei ferirti o rapirti?»
«No». Rory lo guardò, seria. «Non lo faresti mai».
«Questo è vero…» annuì Alucard.
«Non potrei mai avere paura di te» affermò Rory.
«Dovresti… ma perché invece non lo fai?»
«Non ci riesco. Perché io provo qualcosa per te» rivelò la giovane, distogliendo gli occhi dallo sguardo di rubino dell’altro; sapeva benissimo che in esso avrebbe solo trovato derisione ed indifferenza.
Alucard le prese il mento tra il pollice e l’indice e la costrinse a guardarlo. Sul suo volto era disegnato un sorriso dolcissimo, che Rory non gli aveva mai visto.
«Credevo di essere l’unico…» mormorò il vampiro, chinandosi e baciandole il lato del collo e la gola.
Quando le labbra di Alucard le toccarono la pelle la fecero rabbrividire. Erano gelide, ma il loro tocco sembrava brucarle la pelle e aumentare nettamente la sua temperatura corporea, lasciandola senza fiato.
«C-Cioè?» riuscì ad articolare.
«Non avrei mai immaginato che ci saresti riuscita…». Parlava così vicino alla sua gola da toccarla con le labbra ad ogni parola. «Ma mi hai fatto innamorare».
«Davvero?». Dire che Rory era stupefatta era poco.
«Davvero davvero» sogghignò Alucard. Si avvicinò tanto che i loro nasi si sfiorarono, e posò una mano sulla guancia di Rory.
«Alucard?»
Il vampiro sentì il suo stomaco stringersi ed il suo cuore fare una capriola. Com’era possibile che si sentisse così solo perché Rory lo aveva chiamato per nome?
Le loro labbra ora erano ad un soffio le une dalle altre e lui non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle perle azzurre. Non ragionava più, le domande erano scomparse dalla sua mente e i suoi pensieri erano stati scambiati con le sensazioni che provava in quel momento.
Rory si sporse in avanti, dischiuse le labbra e le affondò in quelle del vampiro, che le cinse il corpo con le braccia e la trascinò giù con sé, mollando un calcio alla porta che si chiuse con un colpo secco.

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Alucard si ritrovò seduto sull’imponente trono dal lunghissimo schienale che si trovava nel sotterraneo. Rory era sopra di lui, con le gambe in mezzo alla sua, le loro labbra che si muovevano all’unisono cercando l’una quell’altro, le braccia del vampiro stringevano la vita della ragazza con una smania possessiva e lei gli cingeva il collo alla stessa maniera.
Alucard stava perdendo il controllo, ne era consapevole, ma non riusciva a fermarsi comunque. I mugugni soffocati di Rory, il suo soave profumo e il calore della sua pelle lo facevano andare su di giri come mai gli era capitato prima.
Rory non riusciva a crederci, eppure quel bacio era vero ed Alucard era lì con lei. Era il più bello che si fossero mai dati, perché non sembrava voler finire mai, subito era seguito da un altro, trasformandosi in qualcosa di intenso e passionale.
Dopo un po’ fu costretta a ritrarsi, ansimando, tentando di riprendere fiato e di placare solo per un attimo la bollente eccitazione che le fremeva in corpo. Alucard la osservava sorridendo sghembo.
«Lo trovi divertente?» si stizzì la ragazza.
L’uomo rise e si avvicinò a lei quel tanto che bastava per sussurrarle suadente in un orecchio. «Perché? Cosa vorresti che facessi?»
«Lo sai benissimo, idiota». Rory gli afferrò il viso con le mani e riprese a cercare avida le sue labbra con le proprie.
Alucard rispose con una foga tale che la afferrò di peso e la spinse all’interno della sua tomba scoperta, mentre quel turbine di baci riprendeva ad incatenare le loro bocche congiunte.
L’uomo si stancò quasi subito di quella situazione, così appoggiò i palmi delle mani ai lati della testa della ragazza e Rory allora infilò le mani tra i folti e morbidi capelli corvini di Alucard.
Il vampiro sembrava incapace di rimanere fermo e in poco tempo le sue mani scivolarono sui bottoni della maglia di lana bianco candido della ragazza. La ragazza spalancò gli occhi, e quell’attimo di esitazione venne sfruttato dal compagno per sfilarle via la maglia.
«Non si può dire che tu non sia cresciuta in questi sedici anni» ridacchiò Alucard, e Rory non poté fare a meno di dargli una sonora spinta che non lo smosse di un millimetro.
«Oh… ma sta’ zitto» sbottò, e ricominciò a baciarlo. Quasi con violenza affondò le mani nella camicia bianca di Alucard strappando i bottoni e sfilando la mantella rossa. La giovane rimase senza fiato davanti dai muscoli scultorei del petto, dal ventre tonico e dalle spalle definite.
«Come siamo impazienti». Alucard rise di nuovo e la baciò di nuovo, quasi con urgenza; le sue mani si presero la licenza di poter toccare ogni centimetro di pelle disponibile della ragazza. «Eppure qui manca qualcosa…»
La ragazza non dovette aspettare molto per capire che intendeva dire il vampiro, perché il “clic” prodotto dalla chiusura del suo reggiseno di pizzo nero che si apriva fu una risposta piuttosto esaustiva.
Rory si coprì d’istinto con le braccia e distolse lo sguardo. Quel suo atteggiamento sembrò provocare l’ilarità dell’uomo.
«Che fai, sciocca? Non ti devi vergognare, sei bellissima».
«Ma per favore, Alu, non mi prendere in giro! Sembro un facocero e poi sono piatta come una tavoletta!» obiettò la ragazza.
«A me non importa…»
«Ma non posso essere bella…» mugugnò la giovane.
«Sì che lo sei, invece…»
«Veramente?»
«Certo che sì, ragazzina sciocca, incantevole e ipersensibile…» sussurrò Alucard, baciandole la spalla salendo lungo il collo.
L’uomo fece appena in tempo a finire di compiere quell’azione che la porta si spalancò e Joshua entrò solo con la testa. «Ragazzi, dove venire assolutamente, all’entrata dell’Hellsing c’è… OH SANTA MADRE TERESA DI CALCUTTA VERGINE DI SANTA GERUSALEMME!!!»
Ci fu un momento di stallo dove nessuno dei tre riuscì a fare nulla e solo lo strillo acuto di Rory riuscì a far smuovere la situazione.
La ragazza abbracciò istintivamente il vampiro sopra di lei, tentando di coprirsi, mentre Joshua la guardava scioccato. «Ma che diavolo state fa…»
«SPARISCI SUBITO DA QUI, STUPIDO FOTTUTO!!!» abbaiò Alucard, e la voce che gli uscì fu qualcosa di molto simile ad un tuono e ad un ruggito messi insieme, gli occhi erano due fiamme ardenti e sembravano pronti a schizzare fuori dalle orbite per incenerire il giovane Apostolo.
Una morsa gelida di terrore indicibile artigliò il cuore di Joshua, facendolo tremare da capo a piedi. Senza neanche emettere un suono il ragazzo si voltò di scatto e corse via accorgendosi con orrore che i suoi pantaloni erano irrimediabilmente bagnati.
La porta si richiuse con un tonfo e il colorito di Rory raggiunse una tonalità di rosso che mai si sarebbe immaginata.
La ragazza allontanò velocemente il suo corpo da quello del vampiro, buttandosi nella tomba in modo da dargli le spalle.
«Dove eravamo rimasti?» chiese noncurante il vampiro.
«A nulla. Io adesso mi rivesto. È stata l’esperienza più imbarazzante della mia vita» ribatté Rory con la testa affondata nel cuscino.
«Così vuoi provare a scappare...»
Le parole di Alucard arrivarono alle sue orecchie come un sussurro gelido e la ragazza seppe con certezza che lui stesse sorridendo con quel suo modo sghembo e adorabile.
Non fece in tempo a rispondergli però, che il Conte cominciò a mordicchiarle piano l’incavo del collo e a infiltrare le mani sotto il suo torace per poi abbracciarla.
«Non cercherò di trattenermi questa volta, e non ti lascerò andare via, piccola preda...»
L’ennesimo brivido di piacere attraversò la schiena di Rory…


***


Joshua si allontanò di corsa tenendosi la testa tra le mani, mentre il suo viso, inevitabilmente, si arrossava.
«L-Loro erano...» L’Apostolo scosse la testa, cercando di cancellare l’immagine appena vista, ma questa ritornava ogni volta. In breve tempo lo sfortunato ragazzo si ritrovò a borbottare da solo, nel tentativo di sfogare quell’imbarazzo mutato in rabbia.
«Com’è possibile che li lasciamo soli una mezz’ora e loro... e Rory era...»
Il ricordo dei due seminudi tornò ad infestare il suo cervello, e per un istante gli baluginò nello sguardo un’immagine di lui e Seras, abbracciati allo stesso modo.
“Joshua!” si richiamò nella sua testa. Esasperato dai suoi pensieri si mise a dare testate alla parete del corridoio, sperando così di poter dimenticare.
«Joshua, sei tu? Che stai facendo?»
La voce dolce e preoccupata di Seras lo fece avvampare di brutto e il ragazzo si sbrigò ad appoggiarsi al muro con noncuranza, sorridendo come meglio poté, anche se sentiva chiaramente le guance calde come due carboni ardenti.
«Oh… ciao Seras. Non stavo facendo niente. Come mai sei qui?»
«Be’, ti abbiamo mandato a chiamare Rory e il mio Signore e ci hai messo praticamente mezz’ora, così mi sono preoccupata e sono venuta anch’io… ti senti bene?»
«S-Sì, sto benissimo!»
«E allora? Dove sono Rory e Alucard?» domandò Seras. «Perché non sono con te?»
«Ehm… ecco… loro sono…»
“Dio santo e adesso che le dico!?” pensò Joshua, disperato.
«Josh, sei sicuro di stare bene?» chiese ancora Seras, preoccupata. «Rory ed Alucard sono lì dentro, vero?»
«Be’, sì, ma…»
«E allora perché non li hai chiamati! Dobbiamo sbrigarci!»
Seras si diresse verso la porta senza esitazione.
«Seras, no…» gemette Joshua. «Non aprire quella porta!»
La vampira sembrò non averlo neanche sentito, sbatté il pugno sulla porta e bussò per tre volte.
«CHI DIAMINE È!?» si sentì la voce di Alucard tuonare dall’altra parte.
«M-Mio Signore, sono io, Seras!» balbettò la draculina, folgorata dal tono alterato del Conte. «Rory è con voi?»
«Sì!» rispose la voce della ragazza, stranamente più acuta del normale.
«Dovete venire all’istante, c’è… c’è qualcuno all’ingresso della magione, che dovete assolutamente vedere, abbiamo chiamato persino Lady Integra!»
«Okay, Seras, dacci un minuto ed arriviamo!» si sentì rispondere la voce di Rory.
«Col cazzo» protestò la voce di Alucard. «Chi se ne importa, andate senza di noi!»
«Sta’ zitto, cretino!!!» sbottò Rory. «Cinque minuti ed arriviamo, Seras! Cinque minuti!»
«O… Okay» balbettò Seras, più confusa che mai.
Joshua si teneva incessantemente le mani nei capelli come se volesse strapparseli, mentre il suo viso sembrava non voler abbandonare la sfumatura pomodoro.
Passarono cinque minuti e finalmente la porta si aprì, e Rory ed Alucard apparvero sulla soglia. La prima aveva le guance più rosse del vestito di Alucard, il quale sembrava non desiderare altro che ammazzare qualcuno a mani nude.
“Grazie a Dio stavolta sono vestiti” pensò Joshua.
«Che cosa è successo di così importante, per Dio!?» sbottò Alucard.
«Venite, presto!»
Seras si allontanò in tutta fretta, seguita da Alucard, Rory e Joshua, che cercava in tutti i modi di non incrociare lo sguardo del vampiro e della ragazza.


   
 
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