Anime & Manga > Alice Academy/Gakuen Alice
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Autore: DarkDevil9700    25/04/2016    3 recensioni
{Storia temporaneamente sospesa}
E se Mikan non avesse vissuto la vita che tutti conosciamo? Se la sua storia fosse ben diversa?
Cosa succederebbe se una ragazza che per quindici anni ha vissuto nel terrore incontrasse un ragazzo deciso a liberarla dalle tenebre che la circondano?
Nessuno lo sa perché tutto può succedere...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mikan Sakura, Natsume Hyuuga, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10
Chi sei realmente?

(Aya)

Uno schema comportamentale, era su quello che si era basata tutta la mia vita. Esso mi diceva come dovevo approcciarmi con determinate persone e il carattere che dovevo mostrare con queste ultime, indicava la persona che sarei dovuta essere per un dato tempo.
Avevo sempre avuto uno schema da seguire poiché, grazie ad esso, le missioni che ero incaricata di svolgere andavano sempre a buon fine, portando moltissimi risultati. Eppure nel caso di Mikan mi era stata data carta bianca, con lei mi sarei potuta comportare come preferivo.
"Ma perché? Perché farsi in quattro per proteggere una persona che, oramai, sta annegando nella paura?" mi chiesi mentre voltavo il mio sguardo verso di lei.
Stava picchiettando le dita sul banco e si mordeva nervosamente il labbro inferiore, mentre fissava ansiosa le lancette dell'orologio appeso infondo all'aula. Infine mi soffermai sui suoi occhi: le sue iridi nocciola erano di un colore spento e triste, era come se la luce non potesse farsi spazio in quello sguardo così perso nel vuoto.
"Forse perché il potere che si cela dentro di lei può diventare una sorta di arma nelle mani sbagliate..." pensai.
Ad un tratto avvertii un dolore lancinante attraversarmi tutto il corpo, quasi come se fosse stato una scarica elettrica. Sentii i polmoni bruciare e il cuore accelerare il suo battito.
"No" mi dissi "non ora..."
Mi portai una mano davanti alla bocca ed iniziai a tossire. All'inizio sembrava una tosse normalissima, poi però sentii un sapore amaro in bocca e un liquido denso andò a bagnarmi la mano, inoltre non riuscivo a smettere e il dolore stava diventando insopportabile.
Sentivo la testa girarmi e mi si stava appannando la vista.
"Non credevo che tenere attivo il mio Alice potesse arrecarmi danni così gravi..." pensai mentre allontanavo la mano dal viso.
La appoggiai sul banco e subito ai miei occhi giunse il contrasto fra la mia pelle diafana e il rosso scuro del sangue.
_____________________________________________________

(Mikan)

Stavo osservando le lancette dell'orologio muoversi ritmicamente seguendo lo scorrere del tempo che, quel giorno, sembrava non volesse passare.
Volevo andarmene dalla classe, volevo allontanarmi da tutto e da tutti restando sola con le mie paure, paure che dovevo sconfiggere.
Ad un tratto sentii Aya tossire di fianco a me. All'inizio non mi voltai nemmeno poi però capii che in quella tosse non c'era nulla di normale.
Guardai la nuova arrivata e subito un brivido di paura mi trapassò: aveva appoggiato la mano sul banco ed essa era tinta di rosso. I suoi occhi sembrava stessero fissando il vuoto...
Volevo urlare ma ero paralizzata e avevo la gola secca, l'unica cosa che riuscivo a fare era restare lì ferma a guardare.
Poi, improvvisamente, la corvina si voltò verso di me e mi fissò con sguardo disperato. Fu allora che vidi una cosa che, in quel momento, mi risultò agghiacciante: i suoi occhi non avevano più i loro colori, ovvero il verde e l'azzurro, ma erano diventati grigi.
-M-Mikan...- disse Aya con un fil di voce per poi svenire sul banco.
Non ricordo di preciso cosa successe, ricordo solo gli sguardi terrorizzati dei miei compagni di classe e il mio shock mentre, assieme a Ruka, portavo Aya nell'ospedale dell'Accademia.
 

  {Qualche ora dopo}

(Mikan)

"Perché sono rimasta qui con lei?" mi chiesi mentre osservavo Aya dormire nel letto della stanza d'ospedale. Il suo sonno era tutt'altro che tranquillo: la vedevo agitarsi nel sonno e, ogni tanto, la sentivo gemere dal dolore.
"Forse perché ti ricorda te stessa quando hai i tuoi incubi..." mi disse una voce nella mia testa alla quale dovetti dare ragione.
Ad un tratto sentii la porta della stanza aprirsi con un cigolio quasi impercettibile che mi fece sussultare.
-Sai ero quasi sicuro che ti avrei trovata qui...Sakura- disse una voce fredda e impassibile alle mie spalle.
D'istinto strinsi la stoffa del bianco lenzuolo per poi voltarsi verso il mio interlocutore. Persona era sulla soglia della porta con la maschera bianca nella mano destra. I suoi occhi neri come l'oscurità più profonda mi fissavano inespressivi mentre sul suo volto era apparso un ghigno malefico che, già più di una volta, gli avevo visto fare in mia presenza.
-Una gattina dall'animo puro come il tuo non avrebbe mai abbandonato una povera ragazza sofferente- mi fece lui avanzando pericolosamente nella mia direzione e voltando lo sguardo verso Aya.
-Comunque non capisco proprio- iniziò lui -se non stava usando il suo Alice per quale ragione ha avuto questo attacco?-
"È un 'Alice Illimitato'?!" pensai più che sorpresa. Sapevo bene quanto fosse difficile appartenere alla quarta categoria di Alice per questo motivo fui a dir poco impressionata da quella scoperta.
-Comunque...- disse Persona voltando i suoi occhi neri su di me -sono venuto qui per ordine del preside. Sai, non dovresti fare amicizia con altri micetti, Sakura, Natsume incluso-
Sentii la paura invadermi completamente per poi assalire tutti i miei pensieri. Avevo di nuovo quell'orribile presentimento, la sensazione che, nel giro di pochissimi istanti, avrei potuto perdere tutto ciò che stavo conquistando con immensa fatica. La nuova vite che volevo intraprendere, la mia lotta contro la paura, la mia amicizia con Natsume...stava davvero andando tutto in frantumi?
Doveva essere quella la mia esistenza? Uno specchio che continuava a rompersi perdendo, di volta in volta, un piccolo pezzo?
-Aya, se ancora non lo avessi capito, è una spia dell'Accademia. Il suo compito è sorvegliarti negli ambienti "pubblici" per così dire. Deve semplicemente assicurarsi che tu non abbia desiderio di ribellarti a tutti noi, capisci?- mi disse avvicinandosi sempre più a me.
Lo vidi togliere dalla tasca del cappotto nero la mano sinistra e allungare le sue lunghe dita ingioiellate verso il mio viso.
"È questa la punizione che devo ricevere? La punizione che devo ricevere per la mia ingenuità? Devo davvero soffrire solo perché ho sperato di poter vivere? È così sbagliato cercare una luce?" mi chiesi mentre serravo gli occhi.
Il mio cuore aveva un battito veloce, ma il suo suono era impercettibile da un orecchio umano. La mia mente era affollata da migliaia di punti interrogativi, piena di tutte quelle domande che necessitavano una risposta, mentre i miei muscoli si irrigidivano dalla paura.
Ad un tratto, però, avvertii l'aria essere squarciata da un oggetto che andò a colpire qualcosa...anzi, qualcuno...
Sentii Persona lanciare un gemito di dolore ed imprecare e, quando aprii gli occhi, vidi quello che mai mi sarei aspettata...
_____________________________________________________

(Aya)

Sentivo un dolore allucinante attraversarmi tutto il corpo, ma, nonostante tutto, trovai la forza di aprire gli occhi. Le luci a led della stanza mi accecarono e la mia visuale era decisamente sfocata, non riuscivo a mettere a fuoco nulla. Mi misi a sedere sul letto lentamente, senza emettere il minimo suono, e la vista iniziò, pian piano, a tornarmi.
Quando riuscii a distinguere con chiarezza ogni corpo attorno a me, vidi una sola cosa al centro del mio campo visivo: la mano di Persona avvicinarsi pericolosamente al viso di Mikan. Lei, dal canto suo, era immobile, pietrificata dalla paura, con dei ciuffi che sfuggivano alla presa dell'elastico ad accarezzarle il viso.
"CAZZO, NO!" pensai e subito, senza ragionare neppure un secondo, afferrai un posacenere di vetro appoggiato sul comodino accanto a me e lo tirai sulla mano di Persona. L'oggetto, probabilmente molto fragile, si ruppe sulla mano del generale delle abilità Pericolose conficcando i suoi frammenti nella pelle diafana di lui. Vidi il sangue scivolare lentamente per poi andare a bagnare il lenzuolo bianco dal quale ero coperta.
Persona strinse i denti e gemette a causa del dolore, mentre gettava la sua maschera bianca a terra e afferrava con la mano libera quella che gli avevo appena ferito.
-COSA DIAVOLO FAI?!- mi gridò lui lanciandomi uno sguardo carico di rabbia e di odio.
"Devo stare calma e devo ragionare. Se mi faccio assalire dall'agitazione non otterrò nulla di buono..." mi dissi per poi fare un bel respiro.
-Cosa fai tu piuttosto- gli dissi con un tono inespressivo mentre  cercavo di ignorare il dolore che ancora non era passato.
-Non capisci che così non otterrai nulla, Serio?- continuai io con assoluta  disinvoltura -Se tu avessi usato il tuo Alice su di lei, mandandola in ospedale magari, avresti fatto capire a tutti gli studenti dell'Accademia, che fanno parte delle abilità a Pericolose si intende, che questa ragazza è tenuta "sott'occhio" dall'Accademia. Successivamente avrebbero iniziato a girare delle voci sul suo conto e, infine, la segretezza riguardo alla sua esistenza sarebbe andata in fumo. Non volevate forse "proteggere" il suo potere?-
Vidi Mikan fissarmi, evidentemente sorpresa, mentre Persona cercava di calmarsi. Aveva capito anche lui che avevo ragione io.
-Forse hai ragione- mi fece lui alzandosi -Però questa me la paghi piccola bastarda- disse infine mostrandomi la mano dalla quale gocciolava quel sangue.
Quando uscì, sbattendo la porta, mi alzai dal letto e mi sistemai alla meglio i capelli. 
"Speriamo solamente che durante la crisi il mio Alice non si sia annullato temporaneamente. Ho bisogno che resti attivo se voglio la riuscita della missione" mi dissi mentre volta o lo sguardo verso Mikan.
-Andiamo Sakura, sono stufa di stare qui- le dissi e subito mi diressi verso la porta della stanza seguita da lei.
 

***

(Mikan)

Mi trovavo con Aya nel cortile dell'Accademia, tinto d'arancione a causa del sole che stava lentamente calando all'orizzonte. 
Eravamo rimaste in silenzio per tutto il tragitto, non ci eravamo rivolte neppure un cenno.
Arrivammo poco distanti dal cancello dell'Alice Academy e Aya mi rivolse il suo sguardo freddo ed inespressivo che, però, non mi incuteva più alcuna paura o timore, anzi, mi rassicurava.
"Ma perché mi ha aiutata? Non lo capisco...le spie dell'Accademia vengono addestrate affinché non provino compassione per niente e per nessuno, perché allora mi ha difesa rischiando di subire gravi punizioni da parte dell'istituto?" mi chiesi.
-Chi sei realmente, Aya?- le domandai e lei subito voltò lo sguardo verso il cancello di ferro.
Vidi esso aprirsi e, sulla sua soglia, comparvero un gruppo di ragazzi che, compresi, essere quelli delle abilità Pericolose.
"S-sono tornati?!" pensai mentre un sorriso mi si formava sul volto.
-Tsz...sono in anticipo...- commentò Aya mentre si avvicinava al mio orecchio.
-Per il momento non importa chi sono io, Mikan, l'unica cosa che voglio dirti è questa: tieniti stretta gli amici, Sakura- mi disse per poi superarmi e dirigersi verso una meta che non mi era concesso conoscere.
"Che intendeva?" mi dissi mentre una debole brezza mi scansava dal viso alcuni ciuffi di capelli color nocciola.
_____________________________________________________

(Natsume)

Dire che ero stanco era un eufemismo. Se non avessi avuto un minimo di autocontrollo sarei svenuto lì, sulla soglia di quel maledetto cancello.
-Bene ragazzi io vado a fare rapporto al preside, voi potete andare nelle vostre stanze per riposarvi. Arrivederci- disse Amane per poi dileguarsi lasciandoci da soli.
Uno per uno iniziammo ad avviarci verso i dormitori quando, ad un tratto, mi accorsi della figura di una ragazza che se ne stava in piedi poco distante da noi.
-Mikan? Cosa ci fai qui?- le chiesi avvicinandomi a lei.
Il suo sguardo fissava il vuoto ed era davvero pensieroso.
-È una lunga storia te la spiegherò, ma non qui- mi disse tenendo gli occhi puntati verso il basso. -Comunque- riprese -Bentornato!- mi fece alzando lo sguardo e facendomi un piccolo sorriso.
"Che stupida!" pensai mentre le mettevo una mano sulla testa.



  
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