Anime & Manga > HunterxHunter
Segui la storia  |       
Autore: Tessie_chan    25/04/2016    3 recensioni
Mi chiamo Aithusa Duchannes Kuruta, e non sono una ragazza come le altre. Sono una Maga, una Guardiana, e il mio unico scopo è proteggere gli umani,o come li chiamamo noi, i Mortali, dai demoni, dai Rinnegati e da tutto ciò che di oscuro e malvagio ci sia a questo mondo. Oggi ormai ho quasi vent'anni, sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui ho perso quasi tutta la mia famiglia nell'attacco al popolo dei Kuruta, e sono sul punto di realizzare il mio destino: affrontare la Brigata dell'Illusione, e fare finalmente giustizia.
E' quasi come una roulette russa. Sto per giocarmi il tutto per tutto, potrei vincere e essere finalmente una donna libera, oppure potrei perdere e morire, abbandonando così tutte le persone che amo al loro destino.
La mia storia comincia cinque anni fa, dal mio esame per diventare Hunter. Perchè è in quell'occasione che ho incontrato le persone che hanno stravolto la mia vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
<< Ragazzi, dobbiamo trovare un modo per salvarci la pelle. Non possiamo più aspettare >> dichiarò Hanzo.
"Sì, facile a dirsi" pensò Aithusa. Erano sopravvissuti in ventiquattro alla prima mareggiata, e adesso erano di nuovo tutti riuniti nella sala dei comandi per decidere il da farsi.
Be', quasi  tutti. Hisoka era da qualche parte in giro per la nave infischiandosene bellamente del pericolo incombente, e non si era visto neanche il tizio ricoperto di aghi, che a quanto pareva si chiamava Ghitarakuru. Be', in ogni caso nessuno sentiva la loro mancanza.
Invece Hanzo e Kurapika era stati nominati capi dell'operazione di sopravvivenza, perchè erano i più razionali e svegli del gruppo.
<< Senti Aithusa, tu non potresti usare i tuoi poteri di Maga per fermare la tempesta? >> continuò Hanzo.
Aithusa gli lanciò un'occhiata al vetriolo << E' vero che sono una Maga, e quindi so fare incantesimi, non miracoli. Inoltre io possiedo il potere del fuoco, non ho alcuna influenza sugli agenti atmosferici >> Aithusa si massaggiò una tempia << No, l'unico modo per sopravvivere alla seconda mareggiata è lasciare questo tratto di mare >>
<< La vedo dura. Qui intorno ci sono solo relitti. Non c'è neanche una nave adatta allo scopo >> affermò Leorio.
<< Sì che c'è! >> saltò su Gon << Quella su cui ci troviamo! E' abbastanza grande e resistente! >>
<< Stai scherzando?! Forse non l'hai notato, ma questa nave è completamente incastrata nell'isola! >> protestò Leorio.
<< Be', forse Gon non ha avuto una cattiva idea >> disse Kurapika << Se trovassimo il modo di liberare la nave, e di riattivare i motori... >>
<< Ascoltate, propongo di fare dei controlli sulla nave. Ci rivediamo qui tra un'ora >> disse Hanzo, e tutti si misero al lavoro.
Un'ora dopo si ritrovarono, e stabilirono quali fossero i problemi più gravi da affrontare: i due più importanti erano senza dubbio il dover staccare la nave dall'isola, e il dover trovare il modo di riavviare il motore della nave. Inoltre era necessario liberare le eliche dalle alghe e drenare l'acqua da alcuni locali della nave.
Si decise che Kurapika e Hanzo avrebbero coordinato le operazioni, Killua Gon e Leorio avrebbero liberato le pale delle eliche dalle alghe, cinque persone si sarebbero occupate di aggiustare il motore, e altre dodici si sarebbero occupate dei locali della nave.
<< Ma rimane il problema della scogliera! Come facciamo a liberare la nave? >> 
<< A questo posso pensare io. >> dichiarò Aithusa.
Tutti si voltarono allibiti verso di lei. Cosa aveva in mente la giovane Maga?
Kurapika era l'unico a non essere sorpreso. Si avvicinò alla sorella << Qual è il tuo piano, imouto? >> .
Aithusa tirò fuori dalla borsa un vecchio libro rilegato in cuoio, e dopo averlo sfogliato per qualche istante, mostrò agli altri una pagina << Incantesimo distruttivo di Fusione. E' molto complesso da eseguire, e richiederà tutti i miei poteri, ma credo di potercela fare. Richiede sei ore di concentrazione e preparazione: una volta pronta, dalle mie mani si libererà una grande quantità di magma ad altissima temperatura, che indirizzerò verso la parete rocciosa, fondendola, e liberando così la nave >> Aithusa sorrise sardonica << Dovremo cercare dei superalcolici, però. >>
Tutti la guardavano a bocca aperta, stavolta anche Kurapika. Quando sua sorella era diventata così potente da riuscire a fare una cosa simile?
<< Tess, sicura di volerlo fare? Usare tutti i propri poteri è pericoloso per un Mago. >> chiese Kurapika, turbato. 
<< Se non lo faccio, qua moriremo tutti. Devo rischiare. >> rispose Aithusa seria << Abbiate fiducia in me. Prometto che non vi deluderò. >> Guardò i due capi dell'operazione << Hanzo, Kurapika? >>
I due si guardarono. Per quanto fosse terribile mettere sulle spalle di quella ragazzina una simile responsabilità, non avevano scelta.
<< Va bene. Permesso accordato >> disse Hanzo << Geretta, hai sentito cos'ha detto la ragazza? Vai a cercare qualcosa di forte da bere, ne avrà bisogno >>
Geretta annuì e si precipitò fuori, seguito da tutti gli altri che si apprestavano a svolgere il loro compito.
Aithusa volò fino alla scogliera, e si sedette a gambe incrociate, in posizione di meditazione. Sarebbe stata una giornata molto lunga.
***
Il tempo perse di significato, mentre Aithusa raccoglieva tutti i suoi poteri. Poco dopo l'inizio della sua meditazione, Geretta l'aveva raggiunta, portando con sè cinque bottiglie di scotch e perfino un piccolo fiasco di vodka polacca, il più forte alcolico del mondo.
Aithusa, senza aprire gli occhi, ringraziò Geretta con un cenno del capo, e lui stappò la prima bottiglia e gliela mise in mano. 
Aithusa continuò a concentrarsi e a raccogliere i propri poteri, e ogni tanto beveva un lungo sorso direttamente dalla bottiglia. Ben presto la bottiglia finì, e Geretta la sostituì una, due, cinque volte, sempre più sconcertato. Aithusa continuava a ingollare liquore con la naturalezza di un alcolizzato incallito, senza dare il minimo sintomo di ebbrezza.
Nel frattempo anche gli altri si davano da fare. Kurapika e Hanzo dirigevano le operazioni, il motore, sotto le mani degli esaminandi, riprendeva lentamente vita, l'acqua lentamente lasciava i locali della nave, grazie ad altri esaminandi che si servivano di alcune pompe.
Anche Gon, Leorio e Killua stavano lavorando sodo sott'acqua, liberando le pale dalle alghe.
Gon e Leorio procedevano sempre più angosciati, percependo il lento ma costante cambiamento del mare che si preparava alla tempesta. L'unico che sembrava non preoccuparsi dell'imminente catastrofe era Killua.
Infatti, l'unica cosa a cui il ragazzo riusciva a pensare era Aithusa, e le parole di Kurapika.
Che cosa intendeva il Kuruta quando diceva che era pericoloso per la sorella usare tutti i suoi poteri? E se l'incantesimo l'avesse ferita in qualche modo?
Killua non era mai stato così in pensiero per qualcuno in vita sua. Era sempre stato abituato a infischiarsene di tutto e tutti, a preoccuparsi solo della famiglia. Era questo che gli avevano insegnato. Gli altri con contavano nulla, non meritavano rispetto, figuriamoci preoccupazione, lealtà o affetto.
O amore.
Killua non aveva mai saputo cosa fosse l'amore. Secondo la sua famiglia, l'amore era una solo una debolezza, qualcosa da evitare e disprezzare; qualcosa che un mercenario non avrebbe mai dovuto conoscere.
Eppure Killua aveva sempre saputo che in realtà quelle erano tutte menzogne. Lo aveva capito guardando suo padre Silva, il quale, a dispetto di quello che diceva, a modo suo amava sua moglie Kykyo, e, anche se non l'avrebbe mai ammesso davanti ai figli, aveva rispetto della vita umana.
Killua aveva sempre saputo che i familiari gli avevano mentito su cosa fosse l'amore; ma non aveva mai capito cosa volesse dire davvero amare.
Ora invece sentiva di averlo capito. I sentimenti che provava verso Aithusa... non li aveva mai provati prima, per nessuno. Provava un'attrazione così intensa e totalizzante da fare quasi paura, ed un così intenso desiderio di starle vicino che ogni minuto trascorso lontano da lei era come una pugnalata al cuore; il solo pensiero che potesse accaderle qualcosa era insopportabile.
Una parte di lui si chiedeva se quei sentimenti fossero causati solo dal fatto che Aithusa era stata forse l'unica a vederlo per ciò che era davvero, e accettarlo e perdonarlo; ma Killua sapeva che c'era sotto qualcos'altro, qualcosa che lui non poteva ancora capire.
Killua sospirò, rimettendosi all'opera. Non era il momento di pensare a queste cose. Dovevano darsi da fare, se volevano vedere il sole un'altra volta.
***
La tempesta incombeva. Ormai il tempo era quasi esaurito.
Aithusa tremava per lo sforzo. Aveva accumulato una quantità di energia spaventosa che, unita all'effetto dell'alcool che aveva ingerito, stava mettendo a dura prova il suo organismo.
Il vento soffiava impetuoso, e le onde diventavano sempre più alte. Dovevano sbrigarsi.
<< Geretta, torna sulla nave e vai nella sala dei comandi. Quando arriva il mio momento, usa dei segnali luminosi >>
Geretta obbedì e si precipitò sul ponte. Aithusa cominciò ad trasferire tutta la sua magia nelle mani.
Non poteva fallire. Tutte quelle persone contavano su di lei! Se non fosse riuscita a distruggere la scogliera, sarebbero morti tutti lì. 
Ripensò a tutte le volte che era stata in battaglia, tutte le volte che, insieme ad altri Maghi, si era lanciata con la sua spada in pugno contro uno schieramento di demoni. Aveva avuto paura, era ovvio che aveva avuto paura, ma non era niente rispetto a quello che stava provando in quel momento.
Pensò a Killua, a Kurapika, a Gon, a Leorio... che se sarebbe stato di loro, se non fosse stata all'altezza della situazione?
Non poteva fallire. C'era troppo in gioco.
Dalla sala comandi giunsero i segnali luminosi, e Aithusa intravide Kurapika che le faceva dei segni.
Ti prego, stai attenta.
Aithusa annuì e guardò in basso, verso il ponte. Erano tutti quanti lì, a guardare con il fiato sospeso. 
"Bene allora. Diamo il via alla festa!" pensò Aithusa.
***
Killua era con gli altri, e non distoglieva lo sguardo da Aithusa, terrorizzato.
La ragazza era in piedi sulla scogliera, e l'aria intorno a lei era rareffatta, influenzata dall'aura di fuoco che la circondava. Aveva gli occhi serrati e il viso contratto in una smorfia che esprimeva un misto di dolore  e concentrazione; i pugni erano sollevati e tremavano visibilmente.
Killua vide partire dalla sala dei comandi alcuni segnali luminosi. Vide la Maga aprire appena gli occhi, e annuire. Dopodichè aprì lentamente i pugni e poggiò lentamente le mani sul terreno. 
<< FUSIONE! >> gridò la ragazza con tutto il fiato che aveva.
La nave e l'isola cominciarono a tremare con forza. La gente non riusciva neanche a stare in piedi, ruzzolavano tutti sul ponte, cercando di aggrapparsi a qualsiasi cosa. Killua si sentì tirare indietro, erano Gon e Leorio che gli gridavano che dovevano allontanarsi.
Killua cercò di resistere, ma alla fine fu trascinato dentro alla nave insieme a tutti gli altri.
Imitato dagli altri esaminandi, schiacciò il viso sulla finestra, e gridò per lo sconcerto.
La roccia che bloccava la nave era diventata rossa per il magma, e si stava lentamente fondendo, come un gelato lasciato al sole. La pietra incandescente colava in mare, emettendo enormi nuvole di vapore.
<< PRESTO, AVVIATE IL MOTORE! DOBBIAMO STACCARCI PRIMA DI ESSERE SEPPELLITI DAL MAGMA! >> urlava Kurapika, in preda al panico.
I motori presero vita con un rombo, e la nave, senza smettere di tremare, cominciò faticosamente a staccarsi dall'isola. 
La scogliera era ormai quasi completamente fusa, ma a causa della grande quantità di vapore, Aithusa non si vedeva più.
<< Kurapika! Dobbiamo allontanarci! Il vapore è troppo denso, ormai non la vediamo più! >>
<< Aspettate! >> gridò il Kuruta in preda al panico << Aspettate ancora un momento! >>.
Passarono alcuni secondi, che a Killua sembrarono lunghi un secolo.
All'improvviso si sentì un tonfo sul ponte. Aithusa aveva volato in mezzo al vapore bollente fino a raggiungere la nave, ed era crollata priva di forze sul ponte.
Killua si precipitò fuori, seguito da Kurapika, Gon e Leorio, e si inginocchiò vicino alla ragazza. La Maga aveva la pelle chiazzata di rosso a causa del vapore, e tremava violentemente per il dolore.
<< Cosa state aspettando? >> rantolò Aithusa con un filo di voce << Dobbiamo allontanarci da qui, in fretta! Spingete al massimo i motori! >>
Detto questo, si accasciò, svenuta per la fatica e il dolore. Killua la prese in braccio e corsero tutti di nuovo dentro; Kurapika tornò a dare ordini agli altri, e Gon e Leorio lo seguirono.
Killua accarezzò la guancia bollente di Aithusa, con gli occhi pieni di lacrime.
<< Sei stata incredibile, straordinaria. Sono così fiero di te! >> sussurrò, stringendola forte a sè.
La nave nel frattempo si allontanava dall'isola. Grazie a Dio erano salvi.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > HunterxHunter / Vai alla pagina dell'autore: Tessie_chan