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Autore: _ThisIsOverdose_    25/04/2016    4 recensioni
[HunHan]
Luhan sorrise, e nei suoi occhi si poteva leggere un velo di tristezza.
-Lo so bene che succederà ancora, ma è una cosa che non posso evitare- il suo sorriso era costruito, consapevole e malinconico.
Ne era già al corrente, più tempo passava lì, più sarebbe diventato debole e più sarebbe stato male. Ma non voleva pensarci, in quel momento l'unica cosa che poteva fare era godersi quei giorni, incerto su quello che ne sarebbe stato di lui in futuro.
Sehun capì che qualcosa non andava. Che fosse affetto da una grave malattia? Da come ne parlava, dedusse che quel ragazzo nascondeva qualcosa.
-Perché non la puoi evitare? Sei forse malato?- si rivolse in modo schietto e diretto. Il moro scosse la testa in segno di diniego.
-Io... lascia stare, non capiresti comunque...- lasciò la frase in sospeso, entrando in quel luogo a lui ormai familiare e aspettando che entrasse anche l'altro ragazzo, che al momento appariva stralunato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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*Nota: le frasi in corsivo sulla destra fanno parte della canzone degli UKISS- Come Back To Me, per chiunque la conoscesse o volesse ascoltarla! ^^

 

Capitolo 24

 

Grazie a te ho imparato cos'è l'amore,

non posso vivere perché il mio cuore sta soffrendo troppo.

Voglio vederti, voglio vederti, voglio vederti,

anche se solo per una volta nei miei sogni, ti prego”

 

 


Era lì.
Dopo tanto tempo era ritornato nel suo luogo di appartenenza, sul suo pianeta d'origine. Sentiva le forze iniziare a ristabilirsi, nonostante il processo di guarigione da quel grande prosciugamento di energie fosse lento e richiedesse tempo. Respirava aria pulita, i suoi occhi non dovevano più essere infastiditi da raggi solari, dalla chiarezza del cielo; non c'erano centinaia di odori pronti a colpire il suo olfatto, o suoni e rumori a perforare il suo udito, non c'era più quella vitalità, quella vivacità nelle persone che animava i posti in cui metteva piede.
Ritornare in quel luogo avrebbe dovuto rappresentare qualcosa di positivo, di “felice” secondo la terminologia umana. Significava riprendersi la propria vita, con i propri ritmi e i propri compiti e doveri. Significava ricaricarsi, non rischiare più la morte. Significava poter usufruire del proprio potere. Significava mandare avanti ciò per cui innanzitutto era stato creato.
C'erano così tanti motivi per avvertire dentro di sé un senso di soddisfazione e di familiarità, eppure sul volto di Luhan non compariva altro che un cipiglio. In fondo, chi voleva prendere in giro?
All'apparenza, di fronte agli altri, poteva sembrare “normale”, ma era tutto tranne che questo. La sua specie non poteva capire di certo tutto ciò che nascondevano i suoi occhi, costantemente inumiditi da piccole gocce d'acqua salata che a volte, ribelli, scendevano senza permesso, come se fossero state loro a prendere il comando e a decidere cosa fare e cosa non fare. Le persone di quel posto non avrebbero mai potuto guardare bene dentro quegli occhi tristi, spenti e sofferenti, non avrebbero mai potuto leggere e capire il suo stato d'animo, sentire ciò che ogni debole e misero battito del suo cuore voleva trasmettere, tutto quel tumulto di pensieri che appannava la sua mente, che lo distraeva continuamente, che lo rendeva in quel posto solo fisicamente, perché con la testa era completamente altrove, in un altro mondo, per essere precisi. Ed era una tortura, un peso insostenibile.
Soltanto Lay, che gli stava accanto, poteva capirlo e condividere le sue emozioni e i suoi sentimenti in quel momento. Adesso si sentivano due estranei nel loro stesso pianeta. Dopo aver liberato quella parte sensibile dentro la propria persona non era possibile ritornare indietro, rinchiuderla nuovamente. E nessuno dei due sarebbe stato accondiscendente a ritornare ciò che era prima, tanto meno ad avanzare la proposta di cancellare quei preziosi ricordi che avevano costruito durante la loro permanenza in un mondo diverso. Era strano, preferire la sofferenza e il dolore, preferire vivere e agire secondo cuore in un posto portato avanti dalla ragione e dalla forza, ma questa era la loro scelta, la loro volontà a voler proseguire un cammino diverso rispetto a quello dei loro simili, a voler essere guidati da entità astratte come la speranza, perché nonostante tutto, questo poneva un senso, uno scopo nelle loro confuse e sconvolte esistenze.
Luhan quasi avvertiva un senso di pietà per tutti quegli esseri incapaci di provare le emozioni nel modo in cui le aveva provate e le continuava a provare lui. Che ne sapevano della felicità, del dolore, dell'odio, dell'amore...
Sentiva come se quella sua realtà fin'ora considerata normale, adesso invece fosse diventata insostenibile, insopportabile. Provare emozioni, vivere per davvero, questo aveva cambiato ogni sua prospettiva. Non riusciva più a identificarsi con quelle persone, anzi le guardava come da spettatore esterno, notando come quei loro movimenti, gli stessi che anche lui in passato aveva fatto, fossero solo qualcosa di meccanico, privo di vita. In quelle persone rivedeva chi era in precedenza, il vecchio Luhan, perché adesso ne era stato creato uno completamente nuovo e diverso, un terrestre.
Avrebbe tanto voluto riuscire a seguire le parole di Kris, capire cosa stesse dicendo in quel momento riguardo la struttura alle sue spalle, riguardo diversi progetti da completare, ma l'unica cosa che i suoi occhi erano in grado di percepire di fronte a lui era un'immagine creata dalla sua mente, l'immagine di due persone per cui il suo cuore pulsava solo un senso di mancanza assurda, una voglia matta di rivederle.
Si chiedeva se il signor Kim si trovasse bene di nuovo da solo, se riuscisse a mandare avanti quel piccolo negozio di Bubble Tea senza il suo aiuto, se ricordasse di prendere le sue medicine prima di andare a dormire, se ancora la sua anima fosse torturata da ricordi di un passato doloroso.
E poi... poi c'era lui... la sua parte mancante, quel pezzo di cuore lasciato indietro, la sua vita.
Hai pianto quando hai scoperto della mia assenza?
Mi stai odiando?
I tuoi amici si stanno prendendo cura di te?
Continuerai a sorridere per me?
Questi e mille altri interrogativi aleggiavano nella sua testa. Voleva rivederlo. Voleva riabbracciarlo. Voleva essergli accanto, prenderlo per mano e incrociare le loro dita insieme, incoraggiarlo, fargli sentire la sua presenza, guardarlo negli occhi e fargli capire che il suo amore per lui non aveva subìto alcun danno, che non si era spento, ma che continuava a crescere, che il suo cuore, il suo corpo, prudevano dalla voglia di tornare da lui e non lasciarlo mai più.
Senza accorgersene una nuova ondata di lacrime lo investì. Era davvero troppo da sopportare, si sentiva così vuoto...
Subito sentì una mano stringere la sua spalla, producendo una lieve pressione, in modo confortante. Voltandosi incontrò gli occhi di Lay, velati da una leggera scia di preoccupazione. Solo in quel momento si accorse che gli altri erano andati via. Sospirò, strofinando lievemente una mano sugli occhi, eliminando qualche lacrima che impertinente gli ostruiva la vista.
-C-ci riusciremo Lay, vero?- chiese debolmente all'altro, che annuì convinto.
-Basta piangere, dobbiamo metterci a lavoro. Ci vorrà del tempo, ma unendo le nostre forze possiamo farcela- la risposta di Lay fu incoraggiante, Luhan aveva proprio bisogno di sentirsi dire delle parole così, aveva bisogno di sostegno. Iniziò ad incamminarsi verso il tavolo posto di fronte a loro, determinato, seguito a ruota dall'altro. I suoi occhi vagarono sui vari fogli sparsi su quella superficie metallica, esaminandoli, cercando di trovare ciò che gli sarebbe stato utile.
-Credi che Kris o gli altri ci fermeranno?- chiese ad un tratto pensieroso, cercando di mettere in ordine alcuni pezzi di carta in cui vi erano appuntate delle note importanti sopra.
L'altro alzò le spalle, finendo di scrivere qualcosa in un'agenda.
-Finché non mettiamo in pericolo l'equilibrio del nostro pianeta, credo non avrà nulla da ridire. In fondo trovare un modo fisso e stabile per essere in comunicazione col pianeta Terra rientrerebbe anche nei suoi interessi, anzi, negli interessi di tutti- affermò Lay con sicurezza, conoscendo bene il modo di lavorare di Kris. E Luhan annuì sollevato a quelle parole.
-Mi mancano così tanto...- sussurrò con occhi nostalgici e malinconici, passando inconsapevolmente una mano sul ciondolo a forma di stella che aveva legato al collo.

Tu sei per me un punto di riferimento, una stella. La mia preziosa e brillante stella”.

Ricordava le parole di Sehun, quelle parole che gli avevano riempito il cuore di felicità. E pregava solamente che Sehun potesse continuare a considerarlo la sua stella.
Ti prego amore mio, aspettami.


-Ti capisco Luhan, credimi...- le parole di Lay lo riportarono alla realtà. Erano parole sincere e partecipi del dolore dell'altro, ma allo stesso tempo marcavano qualcos'altro, un qualcosa di misterioso e nascosto, qualcosa che fino ad ora era sfuggito agli occhi degli altri, ma che dopo il sospiro appena emesso, aveva concentrato su di lui tutta l'attenzione di Luhan, che lo guardava con occhi inquisitori.
-Anche io ho ancora qualcosa da fare lì...- continuò incontrando un po' imbarazzato il viso curioso di Luhan.
-Che intendi?- chiese quest'ultimo inclinando leggermente il capo, aspettandosi risposte. Il comportamento di Lay era un tantino strano in quel momento, si doveva per forza essere perso qualcosa. Colpa dell'altro, che era davvero bravo a nascondere le sue cose. O forse era stato lui a non farci caso, visto tutto quello che aveva dovuto affrontare negli ultimi tempi.
Lo vide mordersi il labbro incerto, gli occhi rivolti verso il basso, poi spostati verso altre direzioni, quasi a meditare attentamente sulle prossime parole che sarebbero uscite di lì a poco dalla sua bocca.
-Q-quel ragazzo con cui mi ero scontrato quel giorno in ospedale... s-si insomma... c-ci siamo rivisti...- confessò Lay timidamente, avendo ancora difficoltà ad aprirsi e raccontare cose del genere ad altre persone, pur sapendo che di Luhan poteva fidarsi.
E il cerbiatto rimase stupefatto a quelle parole. Questa si che era una grande novità.
-Intendi Suho vero? L'amico di Sehun!- esclamò rivolgendogli un sorriso, curioso di saperne di più.
-Il punto è che... c-credo mi piaccia- affermò pacatamente, con un lieve rossore sulle guance, che di certo non sfuggì a Luhan.
-Voglio sapere tutto! Come hai potuto tenermi nascosta una cosa del genere?- l'entusiasmo di Luhan era evidente nella sua voce, e il sorriso che gli rivolgeva gentile, mentre lo incitava a raccontargli di quel loro fatidico incontro. E Lay decise di confidare all'altro quel piccolo frammento della sua vita che aveva sicuramente cambiato tante cose.


Erano a corto di un farmaco importante, ma che serviva loro con una certa urgenza, per cui decise di recarsi in una farmacia lì vicina per acquistarlo. I rifornimenti di medicine sarebbero arrivati nel tardo pomeriggio. Aveva ancora con sé il camice bianco, mentre camminava velocemente verso la direzione prestabilita. Varcò la porta, non facendo inizialmente caso al gruppetto di ragazze accostate accanto alla struttura. La signora dietro il bancone lo salutò, accennando un lieve inchino, prontamente ricambiato dal ragazzo, e si rivolse a lui gentilmente, chiedendogli di cosa avesse bisogno. Lay espose subito il nome del farmaco di cui necessitava, rimanendo poi lì ad attendere che la signora andasse a prenderlo.
Fu guardando distrattamente i suoi dintorni che notò una testa bionda fare la sua comparsa vicino ad uno degli scaffali situati a qualche metro di distanza da lui. Considerando la capigliatura e la statura, quella figura gli apparve subito familiare, e se gli fosse rimasto qualche dubbio, esso svanì non appena il ragazzo si voltò dalla sua parte, distratto com'era a leggere l'etichetta di un qualche farmaco. Gli occhi di Lay si allargarono leggermente dalla sorpresa, non pensando proprio di imbattersi di nuovo nel ragazzo con cui si era scontrato poco tempo fa in ospedale.
Il suo nome era Suho. Anzi, per precisare, il suo vero nome era Kim Junmyeon, ma era conosciuto al pubblico come Suho. Lay lo aveva scoperto perché dopo quello scontro si era messo a cercare informazioni su di lui, avendo il presentimento di averlo già visto da qualche parte insieme ai suoi amici. E così ora sapeva che quel ragazzo faceva parte di un noto gruppo di idols, e per il moro possedeva una bellissima voce. Forse usava la sua curiosità per giustificare quello strano interesse, un interesse di come non ne aveva mai provati prima. Sapeva soltanto che da quel fatidico giorno, il giorno in cui lo aveva visto per la prima volta, l'immagine di quel volto sereno e gentile era rimasta impressa dentro la sua mente, e non lo aveva più abbandonato. C'era qualcosa in quel ragazzo che lo attirava, che spingeva quei limiti dentro il suo cuore e che cercava di innestarne un ritmo completamente diverso. Lay cercava sempre di trovare una qualche giustificazione per ignorare quella sensazione così sconosciuta, ma non sarebbe mai riuscito a farlo pienamente, non quando la sera si addormentava avendo come sottofondo il suono di quella voce così dolce, e non quando sfogliando svogliatamente le pagine di un giornale si soffermava un po' troppo davanti al suo viso quando compariva una sua immagine. Lay non voleva credere che se ne fosse innamorato, ma i segnali che lo indirizzavano verso quell'opzione erano tanti.
Per esempio adesso i suoi piedi si erano mossi da soli verso la sua direzione, facendolo avvicinare a lui. L'altro parve non fare caso alla sua presenza, sempre intento a cercare quasi di decifrare il composto di quella piccola bottiglietta che teneva fra le mani. E lui non riusciva a smettere di guardarlo, di perdersi nei lineamenti gentili di quel volto, su cui vi era dipinta un'espressione confusa. E più si avvicinava, più si perdeva, più tutto ciò intorno a loro era qualcosa da mettere in secondo piano. Il suo cuore sapeva di felicità, di serenità, di qualcosa di nuovo e incomprensibile.
-E' un composto a base di vitamine A, C ed E, indicato in caso di carenza di potassio e magnesio- affermò tranquillo, rispondendo in un attimo a tutti gli interrogativi dell'altro, che alzò subito il viso sorpreso verso la sua direzione. Sembrò ricordare subito del loro precedente incontro-scontro.
-O-oh... grazie mille- rispose rivolgendogli un sorriso gentile per poi ritornare a guardare la bottiglietta che aveva tra le mani.
-Non capisco perché debbano scrivere nomi così difficili nelle etichette quando si tratta di semplici vitamine- disse ancora con un cipiglio in volto, cosa che fece sorridere Lay. Poi Suho si voltò di nuovo verso lo scaffale che conteneva in buona parte integratori e composti vitaminici di vario genere. La sua mano afferrò un'altra scatola colorata.
-E questa? Mi stavo chiedendo cosa fosse questa...- chiese pensieroso, guardando prima la scatola, e poi il moro di fronte a lui.
-Beh... si tratta sempre di vitamine, ma solitamente questo tipo viene consigliato più per bambini che per adulti- rispose Lay puntando un dito verso una scritta in particolare. E questo gesto lo portò a fare un passo in più verso l'altro, le cui guance iniziarono ad accaldarsi.
-Vedi? C'è scritta la parola inglese “kids”- affermò, incontrando nuovamente gli occhi un po' imbarazzati di Suho, sia per la vicinanza che per il fatto di non essersi reso conto prima di quella parola e del piccolo orsetto disegnato nel retro del pacco. Lasciò scappare dalle sue piccole labbra una risatina impacciata, per poi riporre la scatola al suo posto, ma lasciandosi andare ad una riflessione che aveva tutta l'impressione di essere seria.
-Effettivamente non è che loro siano tanto lontani dalla definizione di bambini...- sussurrò posando le dita sotto il mento, pensieroso.
-Cosa?- chiese confuso il moro.
-Oh n-no... nulla. Ero venuto qui per comprare roba vitaminica, dal momento che tra qualche giorno io e i miei amici dovremo affrontare un viaggio e molti impegni, per cui abbiamo bisogno di energie. Adesso che ho trovato ciò che cercavo posso andare a pagare. Grazie mille per l'aiuto- rispose felice, ringraziandolo formalmente, e ricevendo un “di nulla” in cambio, prima di dirigersi verso il bancone, seguito a ruota dall'altro.
Lay non voleva finisse così. Non voleva lasciarlo andare e rimanere con la speranza di rivederlo ancora. In fondo Suho era una persona famosa, una celebrità, dopo due coincidenze non significava necessariamente che ci sarebbe stata la terza. Ma cosa poteva fare? Sarebbe stata un'azione insensata costringerlo a rimanere. Per cui i suoi occhi lo seguirono un'ultima volta mentre pagava i suoi acquisti, per poi voltarsi verso di lui ancora una volta e salutarlo con un “arrivederci” e con un bellissimo e sincero sorriso che certamente Lay non avrebbe mai rimosso dalla sua mente. Lay ricambiò il saluto, finendo di pagare il farmaco che aveva appena comprato, e pensando di vederlo scomparire oltre la porta, ma rimase sorpreso quando lo vide arrestarsi nei suoi passi ed emettere un'esclamazione di sorpresa.
-Cosa succede?- chiese preoccupato avvicinandosi al ragazzo.
-I-il fatto è che devo raggiungere la macchina, che si trova a un isolato da qui... ho detto al mio manager di aspettare lì perché i parcheggi erano tutti occupati, ma adesso ci sono tanti gruppi di fans fuori, mi piacerebbe potermi fermare, ma purtroppo non posso, sono già in ritardo e ho un impegno importante col gruppo... come posso fare?- lo stress e la preoccupazione erano evidenti nella sua voce, e la cosa lasciava dentro Lay dispiacere nel vederlo così. Doveva essere difficile essere seguito dappertutto, non osava immaginare che tipo di vita lui e i suoi amici dovessero condurre.
Prontamente cercò un modo possibile per aiutarlo, e sembrò avere un'idea. Sotto lo sguardo confuso di Suho si tolse il camice bianco, porgendolo all'altro, che lo afferrò cautamente, guardandolo.
-Indossa questo, e vedi che dentro una delle tasche c'è un berretto di lana, così potrai coprire i tuoi capelli- e nonostante l'incertezza, il biondo ubbidì alle sue parole.
-S-sei sicuro che questo funzionerà? E poi... queste cose sono tue... non vorrei privarti di oggetti che potrebbero servirti...- rispose Suho un po' imbarazzato, non sapendo cosa fare, non sapendo se accettare quell'aiuto o no. Questo finché non avvertì la mano dell'altro posarsi leggermente sulla sua spalla, incoraggiandolo e guardandolo serenamente e tranquillamente.
-Adesso credo possano servire di più a te, per cui non preoccuparti e indossali, intanto chiederò alla signora al bancone se c'è un'altra uscita, d'accordo?- il tono rassicurante e gentile con cui affermò quelle parole, insieme alla morbidezza e alla dolcezza di quello sguardo convinsero definitivamente Suho ad eseguire i suoi comandi. E mentre lo vide dargli le spalle per andare a parlare con la donna, Suho provò un forte senso di fiducia nei confronti di quel ragazzo, come se seguendo i suoi consigli e le sue parole tutto sarebbe andato bene e per il meglio.
Lo vide ritornare e indicargli un'uscita secondaria. Annuì assente mentre si dirigeva con lui verso la porta, ancora perso a contemplare tanta gentilezza e bontà.
Prima di andare via, incontrò ancora una volta il suo sguardo.
-Qual è il tuo nome?- chiese, rendendosi conto di non sapere neanche l'informazione più basilare riguardo il suo aiutante.
-Lay, il mio nome è Lay- rispose il moro pacatamente, sentendosi poi afferrare una mano dall'altro, che gli rivolse un nuovo e gentile sorriso.
-Grazie mille Lay, ti prometto che ripagherò la tua gentilezza, e che ti restituirò i vestiti. A presto!- lo salutò prima di andare via, scomparendo sempre di più dalla sua visuale.
Lay guardò a lungo il punto in cui la sua figura si ritrasse, con la mano ancora sospesa a mezz'aria. Poteva chiaramente avvertirlo, poteva chiaramente sentire quella strana sensazione espandersi sempre di più dentro di lui e portare tanto calore al suo cuore. E a questo seguiva la felicità nel sapere che quello non era stato un addio, bensì un arrivederci. Perché in cuor suo era sicuro che prima o poi l'avrebbe rivisto.

 

 

Luhan era rimasto a bocca aperta di seguito a quel racconto. Era stupefatto, ora capiva appieno che Lay, come lui, aveva tanto da perdere. Perché era sicuro che entrambi quei ragazzi fossero destinati a incontrarsi ancora una volta e stare insieme. Ora che ci pensava più a fondo e più attentamente, avrebbero potuto formare proprio una bella coppia. Da come lo aveva conosciuto, Suho era una persona matura e gentile, sempre disponibile e presente per gli altri. A volte forse si metteva in imbarazzo da solo con le sue battute o con un qualche suo strano modo di fare, ma era altamente compatibile con Lay ai suoi occhi. Lay era una persona leale, sincera e tranquilla, ma allo stesso tempo forte, determinata e testarda.
-A quanto pare hai trovato anche tu la tua persona speciale...- affermò Luhan sorridendogli contento, mentre l'altro annuiva convinto.
-Dobbiamo farcela Luhan, dobbiamo metterci tutte le nostre forze e il nostro impegno. Tu devi tornare da Sehun, e io devo rincontrare quel ragazzo, in modo che possa rispettare la sua promessa- esclamò con un sorriso determinato in volto.
-Già, dobbiamo farcela!- ed entrambi si motivarono ancora di più per superare ciò che sembrava impossibile agli occhi di tutti, ma che per due cuori riempiti di speranze e desideri era solo un nuovo ostacolo da superare, insieme, unendo le forze.

Sehun...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando Baekhyun si ritrovò quel pezzo di carta sul comodino, in camera sua, inizialmente non seppe cosa pensare.

Vorrei tanto rimanere con lui, ma non posso.
Gli farò del male, nonostante sia l'ultima cosa che voglio,credetemi. Quindi vi prego, prendetevi cura di lui, stategli accanto e riempite quel vuoto che lascerò. Fatelo sorridere ancora. Perché per me non esiste cosa più preziosa del suo sorriso”

Ma poi una lampadina si accese dentro la sua testa, e il ragazzo lasciò cadere quel foglio dalle mani, correndo preoccupato verso la camera del suo maknae.
E ciò che lo accolse fu la visione più triste e più dolorosa della sua vita. Vedere uno dei suoi più cari amici piangere, singhiozzare e stringersi in se stesso in preda al dolore era qualcosa di insopportabile. Non riusciva a reggere la vista di quel ragazzo con cui aveva passato così tanto tempo insieme rannicchiato lì per terra, con le ginocchia al petto e la testa nascosta dalle braccia. Gli occhi di Baekhyun si intristirono subito, mentre si avvicinava al più piccolo, abbracciandolo, cercando di dargli conforto, di non lasciarlo solo nella sua sofferenza. Non sapeva cosa fosse successo, perché Luhan fosse andato via lasciandolo nella miseria più totale, ma in quel momento non poteva fare altro che odiare la persona che aveva osato ferire il suo amico. Non se lo sarebbe mai aspettato. Non da Luhan.
Fino a poco tempo prima Sehun gli aveva parlato felice del loro appuntamento, di “voler passare una giornata insieme al suo cerbiatto”. Era la felicità fatta persona, sorrideva, scherzava, quello sguardo così innamorato trasmetteva a tutti così tanta serenità e dolcezza. Era sempre carico di energia e non si fermava neanche un attimo. E adesso... che ne era stato di tutto ciò? Perché il suo Sehunnie era spento, debole e così sofferente?
-Ehi... cosa è successo Sehun?- sussurrò al suo orecchio, stringendolo ancora fra le sue braccia. Intravide Kai affacciarsi alla porta con gli occhi spalancati, ma prima che potesse anche solo dire una sola parola, Baekhyun lo zittì immediatamente con lo sguardo, facendogli capire la gravità della situazione, cosa che rattristò anche l'altro ragazzo.
-L-lui m-mi ha l-lasciato...- fu la debole e accennata risposta di Sehun, che deglutì amaramente, non riuscendo a pronunciare tali parole senza tremare ed essere scosso da una nuova ondata di lacrime.
-L-lui è a-andato v-via...m-mi aveva promesso che... che... e-e i-invece senza dirmi n-nulla...- tra quelle frasi sconnesse la rabbia prese ancora una volta il sopravvento, perché dentro di sé sapeva fin troppo bene cosa intendeva. Tirò un pugno contro il mobile di fianco a lui, e poi un altro ancora, e la cosa allarmò Kai, che si precipitò subito al suo fianco per impedirgli di continuare a farsi del male. E bloccando il suo braccio si accorse che il mobile non era l'unica cosa con cui se l'era presa. Ora si spiegava tutti quei frammenti di vetro sparsi nel salotto...
-Sehun smettila, ti prego! Hai bisogno di calmarti! Se ti ha lasciato vuol dire che è soltanto uno stupido! Era interessato solo alla tua fama, è meglio perdere una persona così, non lo pensi anche tu?- esclamò Kai, inconsapevole però di aver detto qualcosa di davvero molto sbagliato, nonostante il suo intento fosse stato solo quello di consolarlo.
Ma lui non sapeva, non poteva sapere.
Per cui quando Sehun si alzò ancora barcollante, gli occhi infiammati dalla rabbia dopo quelle parole, lo spinse, facendolo cadere a terra e tirandogli un pugno in viso, la perplessità nei volti di Kai e Baekhyun raggiunse livelli incredibili. Perché si stava comportando così adesso?
-Non osare dirlo mai più! Non osare mai più dire una cosa simile di lui! Luhan non è questo, lui mi ha amato davvero, lui ha sempre voluto la mia felicità, quindi non osare parlare male di lui!- sbottò inviperito contro il suo amico, gli occhi arrossati e lucidi, ancora coperti dalle lacrime, puntati contro le iridi confuse dell'altro.
Quello non era il loro maknae. Sehun non era in sé.

Ma Kai reagì ancora, spazientito, non riuscendo a credere ai gesti del suo amico.
-Se ti amava così tanto come dici, allora per quale motivo ti ha lasciato?! Per quale motivo è andato via?!- gli chiese a sua volta arrabbiato, dopo essersi alzato da terra.
Sehun stava per attaccarlo di nuovo, ma per fortuna intervenne Chanyeol, che lo bloccò, aiutando Baekhyun che da solo era troppo debole per farlo.
-Adesso basta! Kai, è meglio se esci da questa stanza per adesso, Sehun ha bisogno di calmarsi- affermò, conoscendo il poco temperamento di Kai, e cercando di fermare questo litigio.
Quest'ultimo seguì le parole di Chanyeol, uscendo, non prima di aver rivolto un'ultima occhiata a Sehun, facendo trapelare più che la rabbia, la sua preoccupazione verso l'amico. Era la prima volta che lo vedeva stare così, in questo stato pietoso. Ma non capiva tante cose. Non capiva il perché di quella reazione assurda. Nonostante Luhan lo avesse abbandonato, lui ancora lo difendeva con tutte le sue forze, e si scagliava come una belva contro chi parlava male di lui.
Che diamine stava succedendo?
Venne raggiunto da Kyungsoo e Suho, anche loro preoccupati come non mai.
-Sehun è impazzito- fu la risposta amara che diede ai suoi amici, gettandosi malamente sul divano, facendo una leggera pressione sulle labbra con le sue dita per avvertire un po' di dolore nel punto in cui le nocche dell'altro avevano incontrato la sua pelle. Ma quel dolore non gli importava, non era niente in confronto al dolore che provava nel vedere il suo migliore amico in quello stato.


E più i giorni passavano, più le cose peggioravano.
Sehun si chiudeva sempre di più in se stesso, aveva perso la sua vitalità, la sua felicità. Non voleva mangiare, non voleva uscire dalla sua camera, non voleva rimanere neanche in compagnia dei suoi amici. Voleva rimanere da solo. Sapeva di avere impegni con il gruppo, ma come poteva alzarsi da quel letto, prepararsi di tutto punto e andare di fronte ad una telecamera a cantare, ballare o parlare quando non riusciva neanche a reggersi in piedi da solo, quando si sentiva così debole, distrutto, consumato?
Gli altri avevano dovuto fare a meno della sua presenza più volte, avevano dovuto rifiutare inviti o impegni, ma capivano che Sehun aveva bisogno di tempo in quel momento, aveva bisogno di affrontare la realtà, passarci sopra, e ricominciare a vivere, a sorridere.
Ma era difficile, troppo difficile. Non riusciva a guardare avanti, non quando davanti ai suoi occhi continuava ad apparirgli il suo cerbiatto.
Luhan, Luhan e ancora Luhan. E quando credeva di essere arrivato al limite, di aver pronunciato e pensato a quel nome così tante volte da sentirsi stanco, e provava a rialzarsi, ad andare oltre, ecco che la consapevolezza di uscire e non trovarlo più da nessuna parte crollava completamente su di lui, facendogli avvertire quel senso di mancanza in grado di perforargli l'anima. Perché lui non riusciva più a stare in un mondo in cui non c'era Luhan.
I suoi amici avevano ragione, doveva smetterla di farsi del male, doveva riprendere l'obiettivo che aveva perso, doveva riprendersi la sua vita e focalizzarsi su di essa, doveva smettere di vivere come un cadavere ambulante. Era ancora giovane, era ben voluto da così tante persone. Ma era così difficile da capire che senza quella persona tutto il resto per lui non aveva senso?
Quando Kai aveva detto quella frase, anche se lo aveva fatto in fin di bene, non ci aveva visto più. Non capiva neanche lui cosa doveva provare per Luhan. Lo amava, ma allo stesso tempo lo odiava per avergli fatto così tanto male, lasciandolo senza una parola, non permettendogli di andare oltre quelle barriere. Eppure ancora continuava a sperare, continuava stupidamente a sperare che una notte, per caso, riapparisse davanti a lui sorridendogli e dicendogli “Sono tornato”. Continuava a chiedersi dove fosse, cosa stesse facendo, se riuscisse a sentire quel matto bisogno che il suo cuore aveva di lui. La sua mente era appannata da quei pensieri, e in balia di essi trascorreva giorno dopo giorno.


Più di due mesi erano trascorsi quando improvvisamente Kai perse la pazienza, dirigendosi determinato verso la stanza in cui si trovava l'altro, seguito a ruota da tutti gli altri, che lo guardavano preoccupati.
Fino ad ora aveva cercato di comportarsi bene, di lasciargli tempo e spazio, ma la situazione iniziava a diventare insostenibile. Doveva dargli una svegliata, doveva fargli capire che il mondo ancora girava, che la vita continuava, che niente si era fermato solo perché Luhan era andato via.
Spalancò la porta senza curarsi minimamente di bussare. Sehun gli lanciò un'occhiata confusa, per poi riportare l'attenzione sulla playlist nel suo cellulare, cercando di scegliere accuratamente una canzone da ascoltare.
La verità era che dopo averlo colpito si sentiva ancora in colpa nei suoi confronti. Non si era scusato, preferendo raffreddare il suo rapporto con lui, quando invece gli mancava tanto. E non sapeva neanche lui il motivo di quel comportamento. Si distaccava perché forse sapeva che i suoi amici non potevano capirlo fino in fondo. Loro sapevano solo una misera parte della verità.
Si sentì afferrare per un braccio e sollevare in modo non del tutto gentile.
-Vieni con me, Chanyeol ha creato una nuova base, e ho bisogno di aiuto per lavorarci sopra con i passi- gli disse serio, cercando si farlo alzare dal letto, ma Sehun fece resistenza. Non voleva ballare, non voleva fare proprio nulla.
-Kai lasciami- disse debolmente, non ricambiando neanche lo sguardo.
Ciò che non si aspettò fu l'arrivo di uno schiaffo così forte da fargli rimanere l'impronta di tutte e cinque le dita sulla guancia.
Sehun rimase sorpreso, gli occhi spalancati lo guardarono senza il coraggio di dire nulla, mentre si portava una mano nella parte ferita.
-Mi stai seriamente deludendo adesso, lo sai?! Ho cercato di aspettare, di capirti, ma adesso stai superando il limite! Luhan qui, Luhan lì... e noi chi siamo?? Siamo estranei, conoscenti? Dimmelo tu, perché fino ad ora ho sempre pensato che fossimo amici!- Kai gli urlò contro, sfogando tutta la sua frustrazione, mentre qualche lacrima iniziava a fare capolinea dai suoi occhi.
-Non vedi quante persone hai intorno che ti vogliono bene e si preoccupano per te? Non vedi come ogni giorno cerchiamo di farti sorridere, di farti star bene? Pensi sia facile? Pensi sia facile vedere come una delle persone più importanti della tua vita si comporti in modo così egoista, sentendosi l'unico ad essere stato ferito? Beh, non sei l'unico credimi!- si scagliò ancora il ragazzo, emettendo un profondo respiro per calmare i suoi nervi.
-Per favore, se ti capita di incontrare il mio migliore amico digli che mi manca, che lo rivoglio indietro, che ho bisogno di lui- disse con tono più calmo queste ultime parole, guardandolo dritto negli occhi, cercando di trasmettergli quanto si sentisse ferito dal suo comportamento, quanto si sentisse solo. Poi gli voltò le spalle, uscendo da quella stanza seguito a ruota da Kyungsoo.
Anche Baekhyun e Chanyeol uscirono dalla camera, dal momento che il leader affermò di voler parlare da solo con Sehun, ancora notevolmente sotto shock dopo quel gesto e quelle parole, che lo colpirono profondamente, mettendolo seriamente in crisi.

-Kai ha fatto bene a dirgli quelle parole, ma forse ha esagerato a tirargli quello schiaffo così forte- commentò tristemente Baekhyun, non per nulla felice dell'atmosfera tesa che si respirava ormai da un po' di tempo a questa parte.
-Secondo me Sehun se lo merita, forse riuscirà a svegliarsi davvero e a capire che deve smetterla di comportarsi così- ribatté invece Chanyeol, più che convinto delle sue parole. Anche lui era stanco di quella situazione.
-Non dire così Chan! Sehun ha sofferto così tanto in questo periodo, io posso capirlo...- intervenne il più basso in difesa del maknae.
-Ma questo non vuol dire che deve segregarsi in quella camera e continuare a passare la sua vita come un cadavere!- rispose nuovamente il più alto alzando leggermente la voce, ma pentendosi subito non appena incontrò gli occhi tristi del suo compagno, che lo guardavano sorpresi.
Baekhyun percorse a passi veloci il breve tratto che li separava, per poi abbracciarlo, nascondendo il volto stressato contro il suo petto.
-Ti prego Channie, non litighiamo anche noi, non voglio litigare con te per questo- sussurrò debolmente il ragazzo, chiudendo gli occhi e rilassandosi nel momento in cui avvertì le braccia di Chanyeol circondargli la vita e stringerlo a sé.
-No Baek, litigare con te è l'ultima cosa che voglio- rispose calmo, sorridendo felice nell'avere quel piccolo essere che tanto adorava tra le sue braccia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Sono d'accordo con quello che ha detto Kai, Sehun- iniziò il leader prendendo posto di fronte a lui.
-Lo sappiamo che per te non è facile, che stai soffrendo, che ti manca e che vorresti che le cose fossero in modo diverso, ma purtroppo la vita è così, non possiamo farci nulla- iniziò dolcemente, portando una mano sulla guancia dell'altro, cercando con il pollice di scacciare via quelle lacrime che iniziavano a impossessarsi degli occhi di Sehun.
-Però noi siamo qui per te, siamo qui perché ti vogliamo bene e vogliamo aiutarti. Lo sai quanto ci fa male ogni giorno vederti così? Noi rivogliamo il nostro maknae, quello che sorride, quello che ce la mette tutta, quello che si prende cura di noi ed è sempre pronto a darci una mano, quello che rompe le scatole quando vuole qualcosa, quello che adora la vita e vuole viverla appieno. Piano piano Sehun, puoi iniziare a piccoli passi a ritornare in te? Noi aspetteremo ancora se sarà necessario, ma tu ci proverai? Lo farai per noi? Mh?- Suho gli rivolse quegli interrogativi con tono gentile e paziente, prendendo le mani del più piccolo tra le sue, aspettando con altrettanta pazienza una risposta dall'altro.
Sehun sembrò rifletterci su, ancora scosso dalle parole di Kai, che in fondo lo sapeva bene che rappresentavano la verità.
I suoi amici c'erano sempre stati per lui, e continuavano a esserci, a sostenerlo, ad aiutarlo. Troppo focalizzato su qualcosa, aveva dimenticato cosa significava avere amici, ma adesso erano loro stessi che glielo stavano ricordando, che gli stavano ricordando che non era solo, che forse poteva rialzarsi da quel colpo se aveva il loro aiuto. Lo doveva loro. Doveva rialzarsi per loro, perché avevano bisogno di lui, perché erano una famiglia, ne avevano passate tante insieme, e perdere anche loro significava perdere tutto, ogni speranza e ogni motivo per continuare a vivere. Per cui annuì, e la cosa riempì di gioia Suho.
-C-ci proverò hyung- disse debolmente, ma determinato, per poi essere avvolto completamente nell'abbraccio dell'altro.
A Sehun era mancato quel calore, per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva di nuovo vivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Kai sentì due leggeri colpi alla porta.
Si alzò svogliatamente dal letto, mettendosi seduto e rispondendo con un “Avanti”.
Rimase sorpreso quando la porta si aprì e si ritrovò davanti l'ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere in quel momento. Sehun.
Si guardarono per qualche secondo, prima che il più piccolo interrompesse quella gara di sguardi.
-P-posso entrare?- chiese inciampando un po' imbarazzato sulle sue stesse parole. Ancora si sentiva in colpa a sostenere gli occhi del suo amico.
-Se sei ritornato in te si, puoi entrare- rispose Kai, incrociando le braccia al petto, quasi con fare altezzoso.
Sehun accennò un sorriso. Kai gli era mancato davvero tanto.

Percorse la breve distanza che li separava, sedendosi di fianco a lui.
Seguì qualche minuto di silenzio fra i due, poi Sehun iniziò a parlare.
-Mi dispiace per quella volta che ti ho tirato un pugno, io- le sue parole furono interrotte subito dall'altro.
-Lo so che non volevi farlo, lo so che non eri in te, è acqua passata, non importa davvero. Mi sono comunque rifatto con quello schiaffo- disse scherzosamente, accennando un sorriso, che venne ricambiato.
-Sono qui per dirti che il tuo migliore amico è ritornato, che manchi anche a lui e che ha bisogno di te- continuò Sehun, un po' imbarazzato mentre confessava quelle parole, che però stavano dicendo tutto ciò che aveva tenuto dentro fino ad ora.
-E che è anche uno stupido- aggiunse poi a voce più bassa, cercando di trattenere le emozioni, di smetterla di piangere ed essere di nuovo felice.
Di sorridere.
-Digli che per avere il mio perdono ha tanto da recuperare in quella sala prove. Mentre io sgobbavo lui se ne stava sdraiato in un letto a piangersi addosso, per cui è molto indietro rispetto a me- Kai fece l'occhiolino, e poi entrambi si abbandonarono in una risata.
-Sono felice che tu sia finalmente tornato- questa volta Kai disse quelle parole senza nessuna traccia di scherzo, serio, ma felice di poter riavere indietro il suo migliore amico.
-Grazie- gli occhi di Sehun incontrarono quelli di Kai, e quest'ultimo poté leggere in loro quanto l'altro lo stava ringraziando, si stava scusando e quanto era felice di essere di nuovo accanto a lui. Per cui sorrise, dimostrando attraverso quel piccolo gesto che le incomprensioni, i litigi, le parole di troppo non avrebbero mai potuto mettere a rischio la loro amicizia, anzi, la stavano rafforzando.
Sehun si sentiva più leggero adesso. Sentiva un enorme peso sgretolarsi e abbandonare il suo cuore. Doveva riprendersi in mano la sua vita. Proprio così, doveva continuare, sopportare il dolore, stringere i denti e lottare, abbattere gli ostacoli, superarli, insistere nei momenti più difficili, e uscirne vincitore. Iniziava a vedere le cose in modo più positivo, e non voleva assolutamente perdere quel filo di ottimismo che era riuscito a recuperare.
Tuttavia, rimaneva ancora una cosa da fare.


Il giorno dopo si recò nel familiare negozio di Bubble Tea del signor Kim.
Era da quella indimenticabile mattina, quando aveva urlato contro all'uomo, che non ci era più andato. Adesso era più calmo e più tranquillo, e si sentiva in dovere di scusarsi, di chiedere perdono per essersi comportato in modo così irrispettoso nei confronti di un uomo che probabilmente aveva sofferto e stava soffrendo tanto quanto lui.
Tirò un pesante sospiro. Non poteva comunque ignorare la malinconia che aleggiava dentro di lui nel rivedere quel posto, il posto in cui aprendo la porta avrebbe dovuto ritrovarsi Luhan a sorridere felice e a correre verso di lui nel vederlo arrivare. Faceva male, ancora faceva tanto male. Ma inghiottì quell'ennesimo nodo che aveva in gola, armandosi di tutta la determinazione possibile ed entrando.
L'uomo alzò lo sguardo, e sorrise.
-Lo sapevo che saresti venuto prima o poi- affermò, indicandogli di prendere posto di fronte a lui. Sehun obbedì.
-Mi dispiace per il mio comportamento l'ultima volta che ci siamo visti, la prego di perdonarmi. Ero così perso, così arrabbiato, così sotto shock da non considerare i suoi sentimenti- abbassò la testa, dimostrandogli quanto fosse dispiaciuto e serio riguardo le sue parole. L'altro gli accarezzò dolcemente i capelli, invitandolo ad alzare il capo, e sorrise dolcemente.
-Non preoccuparti ragazzo, non l'ho affatto presa a cuore. Adesso come stai?- il giovane idol sospirò, con uno sguardo instabile.
-Non sto bene, ma sto cercando di accettare che lui non è qui con me, con noi. Però allo stesso tempo la consapevolezza che sia vivo da qualche altra parte dell'universo, per quanto assurda, mi... consola. Però voglio sapere tutto, la prego, mi dica la verità, lei lo sapeva che Luhan stava per andare via, vero? Per quale motivo non mi ha detto nulla? Per quale motivo fino alla fine mi ha sorriso e ha nascosto le lacrime, soffrendo in silenzio?- dai suoi occhi stanchi e spenti traspariva la disperazione di voler sapere qualcosa, qualunque cosa, in grado di dare un senso a quei comportamenti e a tutte le sue domande e congetture, a tutte le notti insonni passate a chiedersi perché.
Il signor Kim non si risparmiò di spiegargli le cose.
-Luhan l'ha saputo fin dall'inizio che la sua vita su questo posto era una vita precaria. Ti ha raccontato del suo potere vero? Lui aveva superato il limite, era come una batteria pronta a scaricarsi. Quando ha usato il suo potere con te, è andato oltre ciò che poteva effettivamente fare. In parole semplici Sehun, stava per morire- gli occhi di Sehun si allargarono. No, non poteva credere che il suo cerbiatto stesse così male.
-Ogni giorno speso in questo posto rappresentava per lui l'accorciarsi della sua vita. Volente o nolente, questo non è il suo pianeta d'appartenenza, e lo sai. Ma nonostante tutto, nonostante la sofferenza, nonostante le incertezze e le preoccupazioni, tu hai rappresentato per lui una fonte di salvezza, la sua speranza, la sua ancora. Ha continuato a sopportare perché aveva te, perché aveva qualcuno in grado di fargli dimenticare tutto, qualcuno in grado di consentirgli di vivere una vita normale, di farlo sentire normale. Si sentiva egoista, credendo sempre di non meritarti, perché sapeva bene che il giorno in cui ti avrebbe lasciato sarebbe arrivato prima o poi, ma non poteva staccarsi da te, perché ormai tu per lui rappresentavi il suo tutto. E l'ultima cosa che voleva era vedere triste l'unica persona in grado di donargli la vera felicità. Per questo ha deciso fino alla fine di tenerti nascoste queste cose. Ha deciso di andare via senza dirti nulla perché dicendotelo non ce l'avrebbe fatta a lasciarti. E forse a quest'ora non ci sarebbe più, se non avesse fatto così a quest'ora sarebbe morto probabilmente- Sehun non riuscì a trattenere le lacrime. Il suo piccolo Luhan aveva dovuto sopportare così tanto da solo, come aveva potuto solamente pensare di odiarlo?
-Mentre si trovava qui, l'unica possibilità di salvarsi era rappresentata dal poter riuscire a tornare sul suo pianeta. E questa possibilità si è avverata- e il signor Kim gli raccontò dell'arrivo di quegli esseri, simili di Luhan e Lay, della loro conversazione, del poco tempo a disposizione e della scelta, tutto sotto lo sguardo sbalordito di Sehun. Sembrava un film di fantascienza.
-Non pensare sia stato facile per lui prendere una decisione. Ha pianto, ha buttato via tutta la sua disperazione, il suo pensiero fisso eri tu, perché se fosse dipeso da lui, Luhan non avrebbe mai voluto lasciarti. Però rifletti... rimanendo qui sarebbe andato incontro a morte sicura, mentre ritornando lì... c'è ancora possibilità Sehun, abbiamo ancora una misera speranza di rivederlo un giorno- a quelle parole Sehun scattò, gli occhi trepidanti, il cuore pronto a battere di nuovo forte dopo tanto tempo. Nei suoi occhi tutto il bisogno di continuare a sentire quelle parole. Rivederlo.
-Intende... che potrebbe t-tornare?- trovò la forza per dare voce a quell'interrogativo, che gli stava dando una nuova ondata di speranza e di forza. Dio se voleva rivederlo, riabbracciarlo, stringerlo e non lasciarlo più andare via.
-Potrebbe, si. Ma attenzione! Questo non significa che devi vivere ogni giorno della tua vita ad aspettare qualcosa che potrebbe accadere come non potrebbe accadere. Non posso assicurarti al cento per cento che succederà, ti sto dicendo solo di riservare una piccola speranza si, ma di vivere la tua vita, di non spendere i tuoi anni più belli in attesa di qualcuno che non sai se ritornerà. Hai i tuoi amici, esci, divertiti, vivi la tua vita al massimo e sorridi, perché lui così ti vuole, è questo il Sehun di cui si è innamorato. Non lasciare che il tempo ti sottragga tutto. Non lasciare che l'attesa ti consumi- Sehun trovò questo avvertimento una cosa davvero ironica, e un'espressione tale non poté che farsi largo nel suo viso.
-E' strano... non può darmi questa speranza e poi dirmi di non aspettare, non crede? Perché pur non volendo, io lo farò lo stesso, io lo aspetterò, lei non lo farà?- chiese all'uomo, puntando uno sguardo serio dritto contro l'altro.
Il signor Kim sospirò sconfitto.
-Io lo sto già facendo. Ma io non ho niente da perdere, Sehun, io ho ormai una certa età. Tu no, tu hai tante cose ancora da perdere, perché sei giovane. Quindi ti prego di accettare i miei consigli- il ragazzo sospirò a sua volta, annuendo.
Quell'uomo in fondo non aveva tutti i torti. Era vero che non poteva passare la sua intera esistenza ad aspettare una persona, ma allo stesso tempo non poteva lasciar scorrere la sua vita senza sperare. Doveva solo imparare a bilanciare le due cose, e nel frattempo vivere.
E sentiva in cuor suo che forse l'avrebbe rivisto prima o poi.
Ti prego ritorna da me, cerbiatto.


Con questa nuova speranza il tempo continuava a scorrere, e già più di un anno era passato.

 

 

Grazie a te ho imparato cos'è l'amore,

non posso vivere perché il mio cuore sta soffrendo troppo,

ti amo, ti amo, ti amo, sto impazzendo,

ritorna da me, ritorna da me”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^

Sono un po' in ritardo, ma finalmente sono riuscita a completare il capitolo! E' venuto fuori più lungo del previsto, ma spero non sia un problema.

La parte difficile sta passando lentamente, e siamo quasi alla fine :)

Cosa succederà? Lo scopriremo nel prossimo capitolo! XD

Fin qui spero sia stato tutto chiaro, altrimenti sono pronta a rispondere a qualsiasi domanda!

Mi scuso in anticipo per eventuali errori, l'ho ricontrollato più volte, e ora ho mal di testa, quindi non so cosa ne potrà venire fuori durante la lettura!

Ringrazio _Beautiful_Nightmare_ e Wonderland__x per avermi lasciato i loro pareri, e tutti quelli che sono arrivati fin qui a leggere! :)

Alla prossima!

 

  
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