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Autore: Elenim    24/03/2005    1 recensioni
Perchè? una sola domanda mi risuona nella testa, una sola parola che precede altre che specificano le mie domande su di te... su di me... su di noi... ma una sola domanda mi pongo da quando mi hai baciata: perchè ti piaccio? è la mia prima storia che pubblico dopo le mie poesie che stanno lentamente occupando una piccola e remota sezione del sito. spero solo che vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il resto della giornata cercai di evitare il più possibile Jim e Anna, non avevo voglia di sentirmi gli occhi addosso o di con

Per il resto della giornata cercai di evitare il più possibile Jim e Anna, non avevo voglia di sentirmi gli occhi addosso o di consigli filosofici su come risolvere la situazione. Mi sentivo uno straccio nel rimanere a scuola, volevo darmi per malata, ma ci ripensai ricordando che non ero molto portata per la recitazione e che non avrei fatto altro che rovinare la mia condotta. Alla fine delle lezioni scappai il più lontano possibile dall’edificio e da Jim, non volevo più parlargli di quella storia e pensavo che se avessi lasciato perdere prima o poi tutto sarebbe tornato come prima. Non tornai subito a casa, avevo bisogno di una bella boccata d’aria fresca e il parco situato lì vicino faceva al caso mio.

Gli alberi autunnali del parco erano veramente maestosi e quel colore giallo oro delle foglie per qualche strano motivo mi mettevano allegria. Sentii delle grida, erano dei bambini che giocavano nella sezione apposita, li guardavo e mi vennero in mente vecchi ricordi di un passato ormai lontano. Mi veniva in mente di quando io, Jim e Anna frequentavamo ancora le elementari, eravamo sempre assieme come adesso, solo che a quel tempo io ero molto più allegra e vivace e il rapporto che avevo con Jim e Anna era di pura e semplice amicizia, chissà se già a quel tempo Jim era cotto di me? Ma che pensavo, era solo un bambino allora, non poteva capire cosa significasse essere innamorati, però era sempre molto dolce e gentile anche a quel tempo. Me lo ricordo ancora come se fosse ieri.

A pensarci bene, forse Jim è stato il mio primo amore infantile, se magari quel sentimento col tempo non si fosse affievolito, molto probabilmente ora la situazione sarebbe molto diversa, forse io sarei rimasta la vivace bambina combina guai di un tempo e forse avrei reagito alla dichiarazione di Jim più seneramente.

È inutile rimpiangere il passato, pensavo tra me e me, ormai quel che è fatto è fatto e non si può tornare indietro; mentre pensavo a questo mi domandavo se quell’affermazione era vera: davvero non si poteva tornare indietro? Non sapevo il perché, ma quella frase mi fece sentire male, non poter tornare a essere la bambina spensierata di un tempo… forse sarebbe stato un bene, ma era proprio la me stessa del passato che forse poteva meglio comprendere i miei sentimenti di quel momento.

Ormai era giunto il momento di tornare a casa, ma inconsciamente stavo per scontrarmi con il mio peggior incubo in assoluto, senza saperlo stavo per dare il via alla peggior tragedia della mia vita.

-Giuly, sei proprio tu? – mi voltai verso la direzione da cui proveniva la voce che mi aveva chiamato, mi sorpresi nel vedere che si trattava del fratello maggiore di Jim, Alex. La differenza tra di loro è assolutamente minima, infatti le loro uniche differenze sono la pettinatura (Jim, forse non ve lo avevo detto, ma ha i capelli leggermente più lunghi rispetto alla maggior parte dei ragazzi, tanto che li deve portare legati con un codino) e l’altezza. Alex è più grande di me e di Jim di appena due anni, eppure dimostra una certa maturità nei lineamenti che sembrerebbe più grande di almeno cinque.

-Ciao Alex, da quanto tempo non ci si vede!

-Già, non ti ricordavo così carina, si vede proprio che sei cresciuta! – era proprio senza ritegno… non mi stupivo se Jim si comportasse sempre con un atteggiamento molto obliquo con un fratello del genere.

-Che cosa ci fai qui, se mi è concesso saperlo?

-Questo dovrei dirlo io! Io vengo sempre qua dopo scuola e da quello che mi ha raccontato Jim tu torni subito a casa a quest’ora. È successo qualcosa di grave? – all’inizio fui in dubbio se raccontare o no quello che stava succedendo in quei giorni tra me e Jim, poi pensai che dopotutto poteva farmi bene avere un parere maschile, senza contare che Alex è più grande e più “esperto” su cose di questo genere e quindi avrebbe di sicuro saputo consigliarmi meglio.

-Beh… diciamo che le cose tra me e lui si stanno leggermente sfasando… ha detto di essere innamorato di me e mi ha pure baciata, ma io non so se contraccambio i suoi sentimenti e ho come l’impressione che lui voglia una risposta in fretta… ho la testa che mi scoppia da ieri e non so cosa fare… - tra di noi cadde un silenzio di riflessione, interrotto poi solo da Alex.

-Io potrei anche provare a parlare a Jim e sapere cosa succede, ma tu devi provare a capire i tuoi sentimenti e cosa provi per lui… - quelle parole non furono molto rassicuranti, voleva dire quindi che ero al punto di partenza… - credo poi che Jim non stia affatto scherzando riguardo ai suoi sentimenti e non sarebbe giusto se tu non gli rispondessi con la stessa serietà. Cerca di capire presto il tuo cuore.

Più facile a dirsi che a farsi, Mi conoscevo troppo bene per capire che il mio carattere molto razionale e calcolatore non mi avrebbe mai permesso di ascoltare il mio cuore, un cuore che da molto tempo probabilmente avevo abbandonato.

Dopo aver salutato e ringraziato Alex per la sua disponibilità, mi incamminai verso casa, però, quando mi girai nella direzione in cui dovevo andare, mi parve quasi che ci fosse qualcosa che non andava in Alex, sembrava quasi che mi nascondesse qualcosa. Lui e Jim erano fratelli ed erano sempre in ottimi rapporti, di sicuro Alex sapeva qualcosa! Era impossibile che Jim non ne avesse parlatocon lui!

-Alex! – lo chiamai a gran voce voltandomi nuovamente verso di lui. – Non mi stai nascondendo niente vero? Non c’è nulla che io non debba sapere?

-Perché me lo chiedi Giuly? – mi rispose con un tono indifferente.

-Perché mi pare quasi che tu mi stia nascondendo qualche cosa. – vidi il suo volto contorcersi in una specie di smorfia di terrore. Allora veramente mi stava nascondendo qualcosa! E magari qualche cosa di importante! – Avanti Alex, parla!

-Non so se sono io la persona giusta a dirtelo… - non ebbe neanche il tempo di finire la frase che gli urlai contro.

-Dimmi immediatamente cosa succede! Se è una cosa che potrebbe in qualche modo riguardare Jim allora lo devo sapere!

-… - rimase in silenzio per qualche secondo, sembrava quasi che non mi volesse dire niente, poi infine parlò. – Devi sapere… che presto io, Jim e i nostri genitori dovremo partire, ma non sarà per una vacanza… - avevo paura di sapere quali sarebbero state le prossime parole di Alex, ma non osavo crederci. – Ci trasferiremo in un’altra città… e molto probabilmente ci stabiliremo lì definitivamente… non torneremo più…

L’aveva detto! Aveva detto la frase che mai nella mia vita avrei voluto sentire riguardante Jim. Si stava per trasferire e non mi aveva detto niente. Per qualche strano motivo sentii il mondo crollarmi addosso.

-E… - balbettai a bassa voce. – per quando sarebbe prevista la partenza?

-Tra una settimana… - un tonfo al cuore. Uno strano tonfo nel mio cuore si fece sentire rumoroso e doloroso nel mio petto. Senza rendermene conto scappai lontana da Alex verso casa mia. Quasi non riuscivo a vedere la strada per via delle lacrime che stranamente si erano raggruppate davanti ai miei occhi e che mi offuscavano la vista. Mi sentivo male all’idea che Jim mi lasciasse sola, lui era sempre stato con me fin da quando eravamo all’asilo e anche se mi prendeva spesso in giro, lo faceva amichevolmente, per scherzare di tanto in tanto con me e tirarmi su il morale quando ero triste. Ma dalla prossima settimana in poi le cosa sarebbero state diverse: lui sarebbe partito e mi avrebbe lasciata sola, senza nessuno che mi rincuorasse con quella sua stessa dolcezza e simpatia, senza qualcuno che mi facesse sentire come se fossi una ragazza qualunque e non la secchiona della classe. Proprio in quel momento mi resi conto che non potevo proprio fare a meno di Jim. Capii che il mio cuore non era ancora del tutto prigioniero delle mura della ragione.

Il sole era già alto quando mi sveglia i quella mattina, la sveglia non aveva suonato e per la prima volta i tutta la mia carriera scolastica ero in ritardo, in un ritardo mostruoso se ora ci ripenso, ma in quel momento non me ne importava nulla, molto probabilmente non ci sarei neanche andata quel giorno a scuola, pensai. Mi sentivo terribilmente male, il giorno prima, quando tornai a casa piangendo, mia madre si preoccupò come se stesse per succedere la fine del mondo, e in effetti per me era la fine del mondo, era la fine del mio mondo! Jim se ne sarebbe andato e io non avevo ancora messo completamente a posto i miei sentimenti… sapevo di provare qualche cosa per lui, ma non avevo idea se fosse solo una semplice ma intensa, amicizia oppure qualche cosa di più. Era snervante, sotto tutti i punti di vista. Mi alzai dal letto tanto per non rimanere in letto, quella sensazione di calore artificiale non mi piaceva proprio per niente, non mi dava molta sicurezza. Guarda i il calendario appeso sul muro della mia camera e ripensai nuovamente a quello che presto sarebbe accaduto e mi domandai perché doveva succedere…

Driin… Driiin…

Il telefono stava squillando al piano di sotto, era strano a quell’ora del mattino, chi poteva essere? Fu mia madre a rispondere, si trattava di Anna, si era preoccupata per me perché non ero a scuola. Forse è il caso di parlare con lei, pensai mentre scendevo per le scale pre raggiungere il salotto, magari mi può aiutare…

-Pronto Anna…

-Giuly! Si può sapere perché sei a casa? – stava letteralmente urlando.

-Non mi sento molto bene, ce ti devo dire…

-Centra per caso Jim? – in un primo momento stetti zittà, poi risposi con voce sottile.

-Si…

-Ma si può sapere allora perché non sei qui a parlarne con lui?

-Anna! Non è una situazione delicata! Non posso parlargli dei miei sentimenti in questo momento! Non li capisco io, figuriamoci se li capirebbe lui!

-Vuoi dire che c’è una mezza possibilità che tu lo ricambi?

-Si…

-Ma allora prendi tutto il tempo che vuoi! Ha detto anche lui che aspetterà tutto il tempo necessario per la tua risposta… - voleva finire di parlare, ma io la interruppi.

-LUI NON MI ASPETTERà! LUI NON Può ASPETTARMI! LUI… LUI LA PROSSIMA SETTIMANA SI TRASFERIRà IN UN’ALTRA CITTà E MI LASCERà SOLA! – cominciai a piangere per la disperazione. Delle calde lacrime mi rigarono le guance mentre alla cornetta Anna rimaneva in silenzio non sapendo cosa dire.

-Giuly… i-io non…

-Ti prego Anna… aiutami… non riesco più a sopportare questa situazione…

Mi promise di venire a casa mia non appena finita la scuola, insieme sicuramente avremmo trovato una soluzione.

Le 14,10. Per tutta la mattina mi occupai delle faccende di casa per tenermi occupata e tra un po’ Anna sarebbe arrivata. Mia madre aveva preparato un buon risotto allo zafferano, il preferito di Anna e attendeva solo il momento di farglielo mangiare. Io per l’occasione mi ero vestita con una maglia a collo alto verde e la gonna del giorno prima; mia madre mi aveva detto che stavo molto ben vestita in quel modo e che sarei stata meglio con i capelli legati a treccia, ma io preferii rimanere con i capelli sciolti. Ad un certo punto il citofono squillò, Anna era appena arrivata! Filai di corsa alla porta per accoglierla, ma il sorriso che avevo sulle labbra sparì di colpo quando vidi che alla porta non c’era Anna, ma bensì Jim.

-Ciao Gin…

  
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