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Autore: Calya_16    27/04/2016    2 recensioni
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai Captainswan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: neve,camino, pattini
Febbraio: maschera, san Valentino, Super Bowl
Marzo: donne , risveglio, altalena
Aprile: scherzo, Cioccolato, pigiama
Maggio: fiori, pick nick, barca
Giugno:Estate, ciliegie, doccia
Luglio : spiaggia,temporale, gelato
Agosto: stelle, calore, mare
Settembre:vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno ( Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Emma stiracchiò le membra, sbadigliando rumorosamente.
Cercò di aprire gli occhi ma la troppa luce glieli fece chiudere subito.
‘Chi avrà tirato su le tapparelle?’ si chiese sbuffando. Certo, una leggera luce soffusa le piaceva di mattina, ma così era troppo.
“Buongiorno Swan”
Uncino entrò in camera con un bicchiere in mano. Emma sbucò da sotto le coperte, il suo rifugio dal sole.
“Umm luce” fu l’unica cosa che riuscì a dire.
Sentì Uncino tirare le tende: la luce si fece più ragionevole e lei si scoprì.
“Dormito bene?”
Sentì il peso di lui sul letto, voltando poi lo sguardo e osservandolo bere.
“Pensavo quello fosse per me”
“Oh no! Il tuo ti aspetta di sotto”
Uncino sembrava stranamente assorto. Emma cercò di parlare ma lui continuava a fissare un punto sul muro, annuendo di tanto in tanto.
“Che cos’hai?” Emma si arrampicò sul letto e lo raggiunse, abbracciandolo.
Non riusciva a capire questo suo comportamento: solitamente la mattina la riempiva di baci e le dava sempre il buongiorno con il sorriso, a volte un po’ addormentato.
“Io non ho un pigiama”
Emma lo guardò, le braccia avvolte attorno al suo collo e la faccia stranita.
“Scusa?” non trovava il senso di quello che lui aveva appena detto.
“Devo ancora abituarmi ai vostri vestiti, ma non ho un pigiama. Diciamo che il resto l’ho preso”
“E perché mai avresti bisogno di un pigiama? Mi piace come dormi”
Un sorriso malizioso salì alle labbra di Emma, sapendo che il pirata dormiva a petto scoperto con un semplice paio di pantaloni morbidi che gli aveva regalato lei. A volte però anche quelli gli davano fastidio.
“Oh, lo so che quello per te non è un problema!” la stuzzicò lui, mentre si sporgeva a baciarla, buttandola con la schiena sul materasso.
“Mi aiuteresti a comprarne uno?” tornò però all’attacco dopo un paio di minuti.
Emma sbuffò, non capendo.
“Ok, perché questa mattina sei così fissato con il volere un pigiama? Vuoi per caso andarci in giro?”
“Esatto!”
Uncino si tirò su dal letto e iniziò a camminare per la stanza.
“Ma non so come dovrei prenderlo, anche se nero penso sia la cosa migliore. Insomma, mi fa risaltare gli occhi quel colore”
Anche Emma si alzò, cercando di andare verso l’armadio per cambiarsi. Scosse la testa e dopo essersi sfilata il proprio pigiama corto glielo lanciò.
“Prova questo, Capitan Pigiama!”
“Ehi, non mi prendi sul serio!” disse lui prendendo al volo il pigiama di lei e passandovi sopra il pollice, pensando a quanto era bello toglierglielo.
Ancora in biancheria, Emma si girò a parlargli, mentre cercava di mettersi i pantaloni e una maglia.
“Ora: spiegami il perché di questa fissa improvvisa”
“Non te ne ricordi proprio, vero?”
Emma scosse il capo, guardandolo confusa.
“La festa di paese, data così a caso: il Pigiama Party, mi sembra di aver capito”
Emma saltò sul posto, iniziando a vestirsi più velocemente.
“Oddio, è vero! Come farei se tu non mi ricordassi certe cose?! Oggi devo controllare che tutto sia sicuro”
Qualche settimana precedente si era sparsa per Storybrooke quell’idea, e tutti si erano organizzati per allestire una festa in piazza dove bisognava presentarsi in pigiama.
All’inizio Emma ne era rimasta un poco sconvolta e aveva scosso il capo con gli occhi spalancati, non ancora abituata alle idee di quella strana gente. Però sempre di più stava imparando a conoscerli, a capire che in questo mondo per loro ogni cosa era motivo di festa e che una cosa simile non era mai stata fatta e allora le sembrò un’idea carina. Fino a che non se ne dimenticò.
“Allora, questa mattina lavoro, ma ti prometto che oggi pomeriggio ti accompagnerò a prendere un pigiama”
Emma si avvicinò ad Uncino e lo baciò. Questo la strinse a sé, sussurrandole poi qualcosa nell’orecchio.
“Lo sai vero che una volta arrivati a casa i nostri pigiami finiranno sul pavimento?”
“Non vedo l’ora”
Detto questo Emma lo salutò ed uscì.
 
          °°°°°°°°°°
 
La mattina era stata una corsa continua: tutto era pronto per la festa, che si sarebbe tenuta la sera stessa.
Ora Emma stava aspettando che Uncino uscisse dal camerino con il primo pigiama che avevano scelto.
“Come fate a dormire con queste cose?”
Emma ridacchiò, sapendo bene quante volte durante la notte i suoi pantaloni finivano fuori dal letto, ma poi veniva ripresi per un leggero freddo, a volte.
“Forza, esci” lo incitò Emma, curiosa.
Sentì uno sbuffo provenire dal camerino e cercò di trattenere un risolino. Quando Uncino aprì la porta Emma scoppiò in una risata incontrollata.
Lui la guardo male e fece per tornare dentro quando lei lo fermò, prendendolo per un braccio.
“Vieni con questo, tutti ti noteranno!”
Osservò il pigiama e continuò a ridere: era blu scuro pieno di ancore bianche sopra, ma addosso al pirata sembrava solo un bambino troppo cresciuto che voleva giocare a navigare.
“Sei una pessima consigliera, Swan. Prendiamone uno nero, sarò molto più a mio agio”
Così Emma lo accontentò, sapendo che alla fine avrebbe comunque ceduto. Gliene portò uno nero con dei lacci morbidi all’altezza del petto, al posto dei bottoni.
Quando Uncino si fece vedere con quel pigiama Emma esultò.
“E’ perfetto. Speriamo la festa finisca in fretta” gli fece l’occhiolino.
 
          °°°°°°°°°°
 
La piazza era piena di luci e musica, bancarelle con tisane e tea, dolci e qualunque cosa potesse ricordare un pigiama party.
“E’ tutto così strano”
Uncino le stava vicino, non sentendosi propriamente a suo agio. Eppure si divertirono, ballarono con gli altri e tutto andò per il meglio.
Quando rientrarono in casa erano stanchi, ma almeno non dovevano cambiarsi.
“Devo ammettere che avete tuti fatto un buon lavoro”
Uncino si chiuse la porta principale alle spalle e volò a prendere Emma in braccio. Questa rise contenta.
“Ed ora, capitano, ha qualcosa in mente?”
Lui annuì, sfilandosi la maglia del pigiama e lasciandola cadere a terra.
“Continuo a pensare che i pigiami non facciano troppo al caso mio”
Emma lo seguì, pensando la stessa cosa.
E che quella feste poteva ripetersi, come quel finale di giornata.





Nota dell'autrice: scusate il ritardo nella pubblicazione ma questo mese, devo ammetterlo, mi mancava l'ispirazione. So che magari non è un'idea molto originale, ma ci tenevo a rispettare l'impegno e a non scrivere così tanto per, quindi mi son messa sotto e ho cercato di farmi venire un'idea.
Spero che anche un piccolo sorriso vi sia venuto, vi sate passati un po' di minuti in compagnia di questa coppia.
Mi piace scriver delle loro azioni quotidiane, me li fa sentire più vicini.
Ricordatevi di passare sulla pagina autrice per rimanere sempre aggiornati sulle storie e su quando le pubblicherò, e rimanere in contatto!

Al mese prossimo!!
   
 
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