Salve a tutti miei carissimi lettori. L’ultimo
aggiornamento risale a davvero un’infinità di tempo addietro e me ne
dispiaccio, ma non avevo proprio idea di cosa scrivere, non riuscivo a trovare né
il soggetto adatto (anche se in verità ne avrei decine e decine) né riuscivo a
tirar fuori le parole… in mio aiuto è accorso, come al solito, il Professore,
così ecco qui la poesia che aspettavo, dedicata ad un momento che è, secondo me,
il più magico di tutto il Signore degli Anelli: quando Frodo, Sam e Pipino
incontrano, nei boschi della Contea, gli Elfi di Gildor.
Giltoniel! O Elbereth!
Tranquilla la notte. Nulla si ode
Se non un placido grillo,
rassicurante mormorio, che della
torrida Estate annuncia la fine.
Allegri i passi. Le voci squillanti.
Finché degli zoccoli aspri, stridenti,
rimbomba il terreno, trema la terra,
e di ansia fa storcere il sangue.
La nera figura si china, si stende,
annusa nell’aria, li guarda nascosti
piccoli uomini tremanti e impauriti.
La Morte è vicina.
Poi come aria di mare
Frizzante, sottile luce di stelle
Illumina il bosco.
Riporti alla mente cose lontane,
o gentile ricordo,
echi nascosti di misteri arcani.