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Autore: nelli chan    24/03/2005    5 recensioni
ciò che non unisce, divide
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La sala dei Serpeverde era come al solito deserta, quella notte Draco non era tornato troppo tardi, al contrario, guardando l’orologio si accorse che erano appena le dieci di sera; non aveva voglia di dormire, né tanto meno di studiare gli appunti di pozioni per il giorno dopo, d’altronde che gli importava? Snape gli avrebbe dato un ottimo voto comunque.
Si lasciò andare su una poltrona lontana dalle fiammelle verdi del caminetto e si prese la fronte con due dita; non immaginava che sarebbe stato tanto facile, sicuramente la mattina dopo sarebbero sorti altri problemi, ma era riuscito a fare il passo più doloroso, senza tatto e senza delicatezza… aveva lasciato Harry bruscamente, senza attutire il colpo; scotendo la testa si convinse che in quel modo il ragazzo avrebbe sofferto meno, ma era solo l’ennesimo tentativo di nascondere l’evidenza e non appena se ne rese conto si sentì un vigliacco.
Ebbe la tentazione di sgattaiolare di nuovo fuori dal dormitorio Serpeverde, ma la represse con sdegno; non doveva ripensarci, aveva deciso che sarebbe stato inamovibile su quella decisione, aveva deciso che non sarebbe tornato indietro e che avrebbe ignorato i piagnucolii di Potter…

La lettera spiegazzata giaceva ancora sul comodino, era arrivata due giorni prima e in quel breve lasso di tempo Draco era riuscito a maturare molto più che nei due anni trascorsi nell’incantesimo della cecità di chi non vuol vedere; la calligrafia era, come al solito, quella di suo padre, raccontava schematicamente quello che succedeva al Malfoy Manor e portava i saluti della madre a Draco il quale aveva letto il foglio senza troppo peso nostalgia… il riassunto di ogni lettera che arrivava da parte dei genitori era lo stesso “non deluderci”
Era evidente, era gridato in ogni riga… e Draco, quell’ultima volta, si era reso perfettamente conto che non avrebbe voluto deluderli.
Ci erano voluti due giorni soltanto per rompere la campana di vetro sotto la quale si era chiuso e capire che quello non era il modo giusto, che quello non era il ciò che avrebbero desiderato per lui.
Harry Potter era soltanto un maghetto più famoso di altri fino a quando non si erano innamorati, e da quella sera avrebbe ricominciato ad esserlo; Harry Potter era solo un ragazzino al quale probabilmente aveva spezzato il cuore, e non doveva importargli.
Ricominciava a trattarlo male, a pensare a lui con freddezza e scherno, e questo era, secondo Draco, un ottimo segno; pian piano anche l’ombra di rimorso che gli attanagliava il petto sarebbe scomparsa… quella situazione avrebbe avuto l’unico devastante risultato di fortificarlo e renderlo ancora una volta impermeabile ai sentimenti; era questo che gli dava coraggio, dopo quella notte Draco sarebbe stato quello che tutti gli chiedevano di essere, quello che lui stesso desiderava essere, l’esemplare perfetto della famiglia.
I suoi piani di notorietà ingloriosa si sarebbero realizzati, Draco Malfoy sarebbe stato il figlio prediletto, avrebbe continuato la pantomima dell’erede senza difetti e avrebbe continuato a deludere suo padre nelle piccole cose perdonabili. Non si sarebbe fatto ripudiare perché ciò che voleva era solo e semplicemente la vita che aveva sempre fatto e l’ombra di Harry dietro il campo da Quidditch sarebbe rimasta l’unico ricordo sincero
  
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