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Autore: RodenJaymes    27/04/2016    7 recensioni
Bankotsu e Jakotsu non sono morti sul monte Hakurei e adesso viaggiano con Inuyasha e compagni.
Quanto scompiglio porterà la loro presenza? Quanto cambierà la vita dopo l'unione al gruppo dei due mercenari?
Dal testo:
"« Bel monaco! Sei così grazioso quando usi quel tono burbero! », disse languido Jakotsu portandosi le mani al viso.
Bankotsu sospirò mentre Miroku rabbrividiva impercettibilmente.
« Fratello, per favore... », disse Bankotsu a denti stretti. Poi si volse verso i compagni di Inuyasha; erano tutti pronti a scattare come molle.
« Calmatevi ed abbassate le armi. Non siamo qui per farvi del male. Siamo soltanto... fuggiti. », disse Bankotsu guardando un punto indefinito alle spalle di Kagome e degli altri. "
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bankotsu, Inuyasha, Jakotsu, Kagome, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Regali e conseguenze 


I didn't mean to hurt you
I'm sorry that I made you cry
Oh, no, I didn't want to hurt you
I'm just a jealous boy

I was feeling insicure
You might not love me anymore
I was shivering inside
I was shivering inside.

- John Lennon, Jealous Boy

 

 

Non appena Kirara poggiò le zampe sul terreno del villaggio di Kaede, Kagome e Sango scesero velocemente, sorridendosi a vicenda.
Kagome aveva scelto lei per affrontare quel breve viaggio perché le piaceva la sua compagnia, più di quanto non le fosse mai piaciuta quella delle sue amiche del presente. Sango l'aveva appoggiata nella sua follia, era stata d'accordo ad accompagnarla e si fidava di lei. Camminavano, adesso, fianco a fianco, Sango era stranamente in silenzio e Kagome capì che avrebbe ricominciato con il discorso.

«Inuyasha non sarà contento.», disse distrattamente Sango mentre Hiraikotsu ondeggiava lentamente alle sue spalle, seguendo il ritmo del suo cammino.

Kagome strinse ancora di più quel fardello che si portava in braccio mentre guardava l'altro involto, il più pesante, posto sulla schiena di Kirara. Era davvero difficile da trasportare, tanto che Sango lo reggeva con una mano, in modo che il fardello non pesasse tutto sulla schiena di Kirara. Non sapeva neanche come avessero resistito per quel breve viaggio.
Sospirò. I lenzuoli vecchi che aveva portato per creare quei due fagotti non riuscivano a coprire quasi per niente quei due oggetti.
Si volse verso Sango e la guardò, tra l'afflitto e lo stizzito.

«Beh, cosa posso farci? Mi ha risposto con un “fhé”. Dalle mie parti, chi tace acconsente.», disse, tornando a guardare dritto davanti a sé.

Sango sbuffò rumorosamente, guardandola bieco. Era da tre giorni che quei due non facevano altro che punzecchiarsi a vicenda, Inuyasha, poi, aveva un comportamento così strano. Perché non riuscivano a trovare un compromesso, perché non si facevano avanti? Semplicemente... poi trasalì e si bloccò. Lei era la persona meno adatta per occuparsi o dare consigli su queste cose. Lei che era persa per quella specie di bonzo da strapazzo!

«Non era propriamente il tono di uno che tace, quello.», le fece notare comunque, gettando occhiate fugaci a destra e sinistra.

Oh, non ce la faceva. Era più forte di lei.

«Si comporta in modo strano, Sango, non fa che darmi fastidio. Quella è stata la sua unica risposta e io posso fare di testa mia!», sbottò la sacerdotessa stringendo i pugni e socchiudendo gli occhi.

Sango sbuffò ancora, spazientita. É possibile essere così ciechi? Era circondata da ciechi. Quei due e quell'idiota di Miroku.

«Oh, Kami. É geloso, Kagome! Praticamente tu e Banko non fate altro che chiacchierare come due vecchi compagni!»

Kagome si bloccò e prese a guardare l'amica. Gonfiò le guance per poi lasciare andare l'aria in uno sbuffo stizzito. Il fardello stretto al petto.
Sango si arrestò e si lasciò andare ad un sorriso accondiscendente, grattandosi la testa con un dito.

«Dai, Kagome, non fare così...», disse continuando a sorridere.

Com'è che dice sempre Miroku? Divina Kagome arrabbiata, giornata funesta e sfortunata.

«Lo sai, quello che penso.», esordì poi Kagome tranquillamente, tornando a camminare.

Sango l'affiancò nuovamente, con Kirara accanto. Kagome si volse verso di lei, le diede una pacca sulla spalla e le dedicò un sorriso sincero, una sorta di “grazie sempre, per tutto” che l'amica seppe ben interpretare. Sango annuì e ricambiò il sorriso mentre si dirigevano sempre più velocemente alla capanna di Kaede.

* * *

Appollaiato sul ramo dell'albero più alto, Inuyasha venne destato da un odore alquanto familiare, l'odore di Kagome. Velocemente, balzò giù e di corsa si diresse alla capanna di Kaede. Lì fuori vi erano già Miroku, Bankotsu e Jakotsu, seduti in terra, che giocavano con un gioco strano che Kagome aveva loro lasciato, per non annoiarsi.

«Ho cinque 2, bel monaco. Ho vinto.», disse Jakotsu muovendo davanti il naso del povero Miroku quelle strane miniature, le carte, ecco, mentre Bankotsu lo guardava perplesso.

«Io non credo che fossero queste le regole...», provò a dire il bonzo grattandosi la testa con un'espressione desolata.

«Monaco, è inutile. Non ti ascolterà.», disse Bankotsu, mentre lasciava andare le carte. Si alzò, osservando divertito Jakotsu che si ostinava ripetere “ho vintoo” in una cantilena infinita.

Inuyasha distolse lo sguardo da loro e osservò dritto davanti a sé, in attesa, le orecchie che si muovevano ritmicamente.
Come potevano essere così tranquilli e rilassati, lasciarsi andare a quei futili giochi?

Non l'ho seguita, non me lo ha chiesto.

Finalmente, intravide Kagome, Sango e Kirara che, man mano, si facevano sempre più vicine. Notò gli involti che le due ragazze portavano con loro e si ritrovò a stringere i pugni. Si voltò repentinamente dall'altra parte ed incrociò le braccia.

Maledizione! L'ha fatto sul serio!

«Sango, Divina Kagome. Bentornate.», disse Miroku alzandosi in piedi e lisciandosi la veste. Recuperò anche il suo bastone sacro e i cerchietti tintinnarono. Le due sorrisero in segno di saluto.

Bankotsu si volse verso di loro e fece un sorriso sornione mentre Jakotsu rimaneva seduto, continuando a contare le carte.

«Ce l'hai fatta, a tornare, ragazzina. Hai fatto fare tutto a Sango?», disse Bankotsu provocatorio.

Kagome sorrise e sfoderò la sua migliore aria di sfida.
Inuyasha si voltò nuovamente ed incenerì Bankotsu con lo sguardo anche se lui non si accorse di niente. Troppa confidenza.

«Non ti conviene parlarmi così, mercenario. O tu e quell'esaltato non avrete quello che vi spetta.», disse tranquilla, incrociando le braccia. Poi fece l'occhiolino a Sango. Perfino Miroku sorrise sotto i baffi. Jakotsu, sentendosi chiamato in causa, sollevò lo sguardo dalle sue carte, si alzò e si posizionò accanto al fratello.

«Sei già tornata? Così presto?», chiese retoricamente, imbronciato.

«Se non la smetti, ti pianto una freccia sacra proprio...», fu interrotta dal solito bastone di Miroku sulla spalla. «Umpf. Giusto perché sono una persona cordiale....»

A quel “cordiale” quasi tutti i compagni, Inuyasha per primo, aggrottarono le sopracciglia ma fu per una frazione di secondo.
Kagome posizionò accuratamente a terra l'involto che portava ed aiutò poi Sango a far lo stesso con quello più grosso. Quanto era pesante, maledizione!
Il lenzuolo lasciava il secondo involto molto scoperto e mostrava quasi palesemente cosa celasse.
Inuyasha drizzò le orecchie velocemente, osservando Bankotsu che, con espressione incredula, si gettava in ginocchio davanti l'involto più grosso, il suo viso totalmente sorpreso.

«Banryu...», sussurrò scostando delicatamente un lembo del lenzuolo. «É Banryu...»

Bankotsu accarezzò l'arma a lungo, incredulo. La impugnò, senza fatica la sollevò, la soppesò. Non poteva crederci.
Jakotsu rimase a bocca aperta e si buttò sul secondo fagotto, decisamente più piccolo. Proruppe in un gridolino estasiato quando tirò fuori la sua spada a più lame.

«Jakotsuto! Fratello, guarda!», disse cominciando a guardare l'arma con orgoglio, quanto gli era mancata. «Ahh, Inuyasha, sei stato tu, non è vero? Non mi hai detto niente!», disse poi avvicinandosi ad Inuyasha con fare languido. Tutti si voltarono verso di lui e l'espressione di Kagome era quella che lo infastidiva di più: sfida.

«Tsk. Io non ho neanche dato il mio consenso.», disse Inuyasha sgarbatamente, volgendosi dalla parte opposta. «Non lo avrei mai dato. Sono stati gli altri a dire sì e quella stupida di Kagome ha fatto tutto da sola!», aggiunse e le parole corsero veloci, senza che se ne resendesse conto, con tono più tagliente di quanto avrebbe voluto.

«Inuyasha! Va' a cuccia!», esordì lei stringendo i pugni, infuriata.

Perché doveva darle della stupida? Doveva smetterla di parlarle in quel modo! Lei era libera di comportarsi come voleva, di proporre e prendere decisioni, anche cose alle quali lui non avrebbe mai acconsentito.
Inuyasha rimpianse di aver parlato e si schiantò a terra con un rumore sordo. Questo accrebbe ancor di più la sua rabbia e gelosia nei confronti di Bankotsu.

Dannato..., fu l'unico pensiero coerente che riuscì a formulare.

«Mi piace, è come la ricordavo. Cioè... insomma... grazie.», disse infine Bankotsu guardando altrove.

«L'idea è stata della Divina Kagome, lei ci ha chiesto se poteva andare da Totosai il fabbro. Noi abbiamo acconsentito.», spiegò Miroku sorridendo.

Inuyasha riuscì a sollevarsi e fece mostra del suo grugno migliore.

«Parla per te, bonzo!», sputò con astio, i pugni stretti.

Kagome lo ignorò volutamente per evitare di farsi rovinare la giornata già in parte compromessa e mandarlo nuovamente a cuccia. Non sapeva neanche quale Kami esattamente la stesse trattenendo.

«Allora grazie, ragazzina. Non sei poi così scarsa.», disse Bankotsu serio poi pose una mano sul capo di Jakotsu e lo costrinse ad abbassare la testa. «Avanti, fratello.»

Jakotsu s'imbronciò e sbuffò sonoramente, lo sguardo fisso sulla spada.

«....'azie», biascicò senza troppa convinzione.

Kagome sorrise e si poté giudicare abbastanza soddisfatta.

* * *

«Kagome, dannata, fermati!», disse Inuyasha standole a fianco mentre lei continuava a camminare, furibonda, i pugni stretti, l'espressione contrita.

Si arrestò di colpo, parandosi davanti a lui, quasi faccia a faccia. Inuyasha indietreggiò leggermente. Assunse anche lui il solito broncio marcato e si portò le mani ai fianchi.

«Inuyasha, smettila di comportarti da bambino!», proruppe lei, colpendolo ripetutamente al petto con l'indice.

«Fhé! Non è colpa mia se fai sempre favori a quei due. Prima le spade poi il cibo ninja. Hai dato a quello lì le mie patate secche!»

Kagome si portò una mano alla testa, il cipiglio stizzito che sembrava non volerla abbandonare. Doveva per forza comportarsi in quel modo?
Proprio lui che non ne aveva il diritto?

«Ce n'erano altri tre pacchi uguali, Inuyasha. Identici. Se avessi dato a Bankotsu quello o l'altro non avrebbe fatto differenza!»

«Quello era il mio!», sbottò lui incrociando le braccia al petto, come un bambino in vena di capricci.
Odiava che Kagome fosse gentile con quel tipo. Lo era anche con Miroku ma con quello, proprio con quello, non riusciva a digerirlo. Peggio di quel lupastro di Koga! «Quelle spade, non avevo detto che potevi!»

«Da quando ho bisogno del tuo permesso, Inuyasha?!», urlò dandogli ancora più addosso.

Inuyasha divenne paonazzo e la sovrastò con la sua altezza.

«Tu, dannata, hai detto che dobbiamo essere tutti d'accordo nel prendere una decisione che riguardi quei due!»

«Brutto idiota, non mi hai neanche risposto! Hai solo detto “fhé”!», disse esasperata, mettendosi le mani fra i capelli.
Che nervi, che nervi, che nervi.

Datemi la forza, pensò. Sono sempre una sacerdotessa...

«Sei una stupida! Quello era un no!», sbraitò Inuyasha sollevando i pugni al cielo.

Kagome si lasciò sfuggire un gridolino soffocato che non prometteva niente di buono tanto che Inuyasha si trovò ad indietreggiare di due passi.
Non lo capiva che la faceva innervosire, che la faceva stare male con quel suo comportamento idiota?

«Ahhh, tu, impara a parlare invece di fare quei versi! Va' a cuccia! Mi hai stancato, me ne torno a casa!», urlò, correndo direttamente verso il pozzo.

«Dannata, tu! Torna... qui.», biascicò Inuyasha mentre tentava di sollevarsi a fatica. Maledizione, ma perché? Non voleva farla scappare, farla arrabbiare in quel modo! Voleva solo che... non fosse così in confidenza con quel tipo. Perché....

Tsk, io non sono geloso..., pensò poco convinto. Forse non è più come prima... forse lei e io... non mi vuole più bene?

Inuyasha strinse i pugni a quel pensiero dicendo più volte a se stesso che non poteva essere e che, anche se fosse, non poteva farci niente, che sarebbe andato bene comunque, perché lui non sapeva cosa dirle. Non sapeva mai cosa dirle. Abbassò il capo, sentendosi un po' colpevole, e, spiccando un balzo, si diresse dalla parte opposta rispetto a dov'era andata Kagome. 

«Bene, Sango, mi sa che abbiamo vinto la scommessa», disse Miroku da dietro un cespuglio.

Sango sospirò, rassegnata, insieme a Shippo posizionato sulla sua spalla.

«Potevamo davvero sperare che andasse diversamente?»

 

 

Angolo autrice.
Questa mi sembra proprio una one-shot di passaggio, ad essere sincera. É lecito definirla così? Beh, sì dal momento che dovranno succedere altre cose. Inutile dire che mi sono divertita, come al solito. Kagome mi trascina nei meandri della sua esuberanza ed io non posso che starle dietro...
Inuyasha mi ucciderà, sicuramente si trova più in difficoltà. Credo.
Era necessario il dono delle armi;

  1. Perché mi piaceva l'idea che i due venissero accettati nel gruppo interamente, il dono dell'arma è un atto di fiducia.

  2. Per far stizzire ulteriormente Inuyasha perché... perché sì.

Bene, io mi ritiro. Sappiate che la prossima è già quasi finita.
Sono grata a coloro che hanno aggiunto la storia alle seguite! Grazie. ^^ 
Ed anche a coloro che mi lasciano qualche commento, io leggo sempre volentieri.
A presto! :)

RodenJaymes.

  
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