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Autore: Tessie_chan    27/04/2016    2 recensioni
Mi chiamo Aithusa Duchannes Kuruta, e non sono una ragazza come le altre. Sono una Maga, una Guardiana, e il mio unico scopo è proteggere gli umani,o come li chiamamo noi, i Mortali, dai demoni, dai Rinnegati e da tutto ciò che di oscuro e malvagio ci sia a questo mondo. Oggi ormai ho quasi vent'anni, sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui ho perso quasi tutta la mia famiglia nell'attacco al popolo dei Kuruta, e sono sul punto di realizzare il mio destino: affrontare la Brigata dell'Illusione, e fare finalmente giustizia.
E' quasi come una roulette russa. Sto per giocarmi il tutto per tutto, potrei vincere e essere finalmente una donna libera, oppure potrei perdere e morire, abbandonando così tutte le persone che amo al loro destino.
La mia storia comincia cinque anni fa, dal mio esame per diventare Hunter. Perchè è in quell'occasione che ho incontrato le persone che hanno stravolto la mia vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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<< Tess, sbrigati! Non possiamo rimanere indietro! >>
<< Arrivo, Nex! >> rispose la Maga, strappando la spada viscida di sangue dal cadavere di un grosso demone.
Aithusa in quel momento si trovava in quella che sua madre aveva sempre definito "modalità battaglia": non provava orrore, nè paura, nè disgusto, era solo invasa da una fredda lucidità che le permetteva di vedere tutto a rallentatore,  e di decapitare demoni senza il minimo rimorso; in pratica le emozioni negative l'avevano momentaneamente abbandonata mentre faceva strage di demoni, ricoperta di sangue (non suo) dalla testa ai piedi.
Concorda diceva sempre che il segreto era non uscire mai da quella modalità: fin quando ci sei dentro, nessuno potrà mai coglierti di sorpresa. Se permetti ai brutti pensieri di sopraffarti, sei morta, le ripeteva sempre.
Aithusa raggiunse Nex correndo. Ormai era da tre giorni che combattevano senza sosta, cercando di ricacciare indietro l'esercito di demoni. Stavano vincendo: un po' alla volta, metro dopo metro, i demoni cominciavano a ritirarsi, allontanandosi sempre di più dai confini. 
Tuttavia la situazione non era così buona come poteva sembrare: i demoni erano in notevole vantaggio numerico, e continuavano ad arrivare rinforzi. I Maghi in ogni caso, pur essendo stanchi, non erano disposti ad arrendersi, nè tanto meno a cedere terreno. In quel momento lo scontro si stava consumando in una foresta appena fuori le mura di Avalon.
Aithusa corse dal cugino << Com'è la situazione? >> 
<< Abbiamo sedici morti e venti feriti >> rispose cupo Nex << Siamo rimasti circa in cinquanta. Gli esploratori dicono che ci sono ancora almeno duecentocinquanta demoni, là fuori. >>
Sedici morti. Aithusa serrò i denti. Sedici Maghi caduti in battaglia...
La ragazza scosse la testa. Non poteva piangerli in quel momento. Ci sarebbe stato tempo per le lacrime.
<< Andiamo avanti! >> disse con voce decisa e ricominciò ad avanzare, seguita da Nex, che le copriva le spalle. Seguendo il suono delle grida, giunsero in un campo.
Stava avendo luogo una battaglia spaventosa: una quindicina di maghi stavano affrontando circa un centinaio di demoni: ogni guerriero era circondato da una decina di demoni e lottava per non farsi sopraffare. Una donna menava colpi d'ascia a destra e a manca, mentre poco lontano da lei un vecchio teneva a bada i demoni agitando una lunga lancia; un giovane arciere in equilibrio su un ramo scagliava frecce in ogni direzione, mentre i demoni cercavano di abbattere l'albero su cui si trovava.
Nex lanciò due chakhram d'argento nella loro direzione: questi, descrivendo un arco perfetto, volarono verso i demoni e ne decapitarono quattro, mentre gli altri si abbassavano per evitare il colpo.
<< Forza! >> gridò Aithusa e si lanciò nella mischia, scagliando subito una sfera di fuoco contro un demone ricoperto di punte. Il mostro lanciò un gridò di dolore e si accasciò, circondato dalle fiamme, mentre la Maga gli piombava addosso e lo finiva piantandogli un pugnale nel cuore.
Nex intanto si era precipitato ad aiutare il vecchio, e stava combattendo con un demone a sei braccia, che si muoveva velocissimo nel tentativo di afferrarlo. Aithusa piombò tra i due e, roteando la spada, gli tagliò tutte le braccia. Il demone indietreggiò urlando e Aithusa concluse il lavoro arroventando la spada e tagliandogli la testa.
<< Grazie cugina! >> gridò Nex, mentre si mettevano schiena contro schiena e continuavano ad attaccare muovendosi in cerchio; combattevano così da quando erano bambini, e insieme erano davvero micidiali.
<< Guarda di là! >> la richiamò il cugino, indicando un punto ai margini del campo: una bambina di appena dodici anni indietreggiava terrorizzata di fronte a due demoni alti due metri con artigli lunghissimi e affilati.
I due ragazzi corsero nella loro direzione; Nex si gettò su uno dei due, e usò i suoi poteri per pietrificarlo: i poteri del ragazzo infatti erano legati alla roccia. Aithusa isolò l'altro imprigionandolo in una cupola di fuoco, e cominciò a stringere, fino a quando il demone non fu completamente carbonizzato.
<< Allontanati da qui! >> gridò alla bambina << Presta soccorso ai feriti! >>
La bambina annuì spaventata e si allontanò.
<< Tess, attenta! >> gridò Nex, e Aithusa si voltò : un demone simile a un grosso leone si era lanciato contro di lei. Aithusa urlò e cadde all'indietro per non farsi colpire, mollando la presa sulla spada; Nex la raccolse e tagliò di netto la testa del demone. Il sangue schizzò sul viso di Aithusa, che gridò per il disgusto, mentre il cugino la aiutava ad alzarsi.
 I due amici si scambiarono un'occhiata eloquente e ricominciarono ad attaccare. Sarebbe stata una lunga notte per loro.
***
Nel frattempo sulla Terra si stava svolgendo la quarta prova d'esame; gli esaminandi si davano la caccia l'un l'altro, mentre il comitato d'esame si godeva il divertimento.
L'unico che non seguiva la prova era il presidente Netero, che se ne stava per i fatti suoi, preoccupato.
Era in pensiero per quella giovane Maga, Aithusa: Netero aveva sempre trovato disumano il fatto che i Maghi cominciassero a combattere all'età di appena dodici anni, e sebbene quella ragazzina fosse un po' più grande, non era comunque un'adulta.
Il presidente sapeva che quella ragazza era molto potente e pericolosa per la sua età: si era scontrata con quel Rinnegato, Hisoka, e non solo non era rimasta ferita, ma era riuscita addirittura a ferire lui. Ovviamente quel tipo doveva essersi trattenuto, ma Aithusa aveva un potenziale straordinario, non solo come Maga, ma anche come Hunter.
Potenziale che sarebbe andato perduto, se fosse morta in guerra.
Netero ripensò a Concorda Duchannes. Era una donna straordinariamente forte, sia nel corpo sia nello spirito, che aveva superato difficoltà che avrebbero messo in ginocchio uomini molto più grandi e considerati di lei, fino a quando non si era scontrata con un nemico più temibile di lei, e aveva perso. La figlia sembrava avere il suo stesso coraggio e la sua stessa imprudenza, ed era per questo che era così preoccupato. 
Sapeva che un giorno Aithusa si sarebbe scontrata con lo stesso nemico che aveva distrutto la madre, e che quel nemico non si sarebbe trattenuto con lei. Poteva solo pregare che Aithusa Duchannes, una volta arrivato quel giorno, fosse più grande, più potente e più forte di quanto non fosse mai stata la madre.
***
Mentre Nex le fasciava le mani, Aithusa si guardava intorno.
La battaglia si era conclusa con la loro vittoria; erano trascorsi sei giorni da quando era giunta ai confini di Avalon, e lo scenario era ai limiti della riconoscibilità. Il campo era disseminato di cadaveri di demoni, squartati, mutilati e decapitati, e l'erba era completamente rossa per il sangue . Fortunatamente i corpi dei Maghi morti erano già stati portati via per essere cremati. I due ragazzi avevano contribuito a cercare i dispersi e a fare la conta dei feriti e dei morti, e Aithusa aveva avuto una crisi isterica quando, ai piedi di un grande albero, aveva trovato i resti della bambina che avevano salvato: i demoni dovevano averla seguita, approfittando del fatto che fosse sola e disarmata, e l'avevano uccisa, per poi cibarsene.
Aithusa si guardò le mani: era stata lei stessa a farsi quei tagli, stringendo forte la spada sguainata tra le mani, nel tentativo di combattere il dolore dell'anima con il dolore fisico.
Nex non l'aveva fermata: aveva capito quanto stesse soffrendo, e non si era intromesso nel suo dolore; però le aveva pulito le ferite e fasciato le mani, mormorandole che capiva il suo dolore, che sarebbe andato tutto bene, che sarebbe stata meglio.
Ma Aithusa non sarebbe mai stata meglio, e nemmeno Nex: era quella la loro condanna, e lo sarebbe stata sempre. Il dolore non li avrebbe mai lasciati del tutto.
A parte le ferite sulle mani, Aithusa era rimasta quasi completamente illesa, e così anche l'amico. Avevano alcuni graffi superficiali sul viso e sulle braccia, diversi lividi sparsi per tutto il corpo, e Nex era stato colpito di striscio al braccio dall'aculeo di un demone; per il resto, erano stati decisamente fortunati.
<< Forse dovresti andare, adesso. >> suggerì con delicatezza Nex.
Aithusa alzò stancamente lo sguardo << Dove dovrei andare? >>
<< Dai tuoi amici e da tuo fratello. A sostenere l'esame. >>
<< Sinceramente non più ho nessuna voglia di sostenere quello stupido esame, nè tanto meno di tornare in mezzo a Mortali che non potranno mai comprendermi, e che saranno capaci di provare solo pietà per me. >> rispose cruda Aithusa.
Nex sospirò. I sentimenti negativi che aveva represso durante la guerra le si erano manifestati tutti in una volta, e ora ce l'aveva con il mondo intero, soprattutto con sé stessa. Non c'era modo di confortarla in quel momento, il ragazzo lo sapeva bene.
<< Be', non hai scelta. Ti ricordo che lo hai promesso a tuo fratello. >> disse Nex, ostentando indifferenza.
Aithusa lo guardò negli occhi, con un'aria da assassina che metteva i brividi. Nex sostenne il suo sguardo senza abbassare il proprio, sempre con aria indifferente.
Aithusa sbuffò << Sul serio, amico. A volte sai essere una persona straordinariamente fastidiosa. >> e si alzò, dirigendosi verso il cavallo di Nex << Prendo in prestito il tuo destriero, cugino. Stammi bene. >>
Nex si avvicinò alla ragazza, che nel frattempo era salita in groppa all'animale, e le baciò una mano, sorridendole con affetto << Buona fortuna con il tuo esame, cugina. E sii prudente. >>
Aithusa sbuffò di nuovo, poi accennò un sorriso << Anche tu, amico mio. >> e partì al galoppo, diventando ben presto un puntino in lontananza.
***
La quarta prova d'esame stava per terminare. Mancavano solo dieci minuti.
I quattro amici erano già nel luogo d'incontro stabilito, insieme agli esaminatori.
Aithusa non era ancora tornata.
Kurapika continuava a camminare avanti e indietro, sempre più preoccupato. Leorio e Gon stavano seduti in silenzio, guardando a terra con gli occhi tristi, e Killua...
Killua serrava i pugni così forte che dalle mani cadevano goccioline di sangue, e gli tremavano le spalle.
Lei doveva tornare. Aveva promesso.
<< Ragazzi, guardate! >> gridò Hanzo, indicando il cielo. Il destriero di Nex stava scendendo in picchiata verso di loro.
<< Tess! E' tornata! >>  esclamò Gon entusiasta, correndo incontro alla ragazza, che era scesa dal cavallo ancora in volo, e aveva volato da sola fino a terra. Gon non le dette nemmeno il tempo di atterrare, e la abbracciò forte.
 << Per fortuna sei tornata! Non sei ferita vero? >> Gon le afferrò i polsi << Cosa è successo alle tue mani? >>
<< Non è niente, tesoro >> mormorò Aithusa. 
<< Imouto! >> gridò Kurapika, stringendo a sè la sorella << Tesoro, meno male, non sai che paura ho avuto! >> continuò, baciandole la fronte << Grazie al cielo stai bene! >>
<< Tutto a posto, Kurai. >> disse Aithusa, con voce spenta, lasciandosi abbracciare anche da Leorio, che esaminò i tagli che aveva sulle mani << Cavolo! Chi ti ha fatto queste ferite? >>
<< Non ha importanza. Ora scusatemi, ho bisogno di stare da sola. >> mormorò Aithusa, e fece per allontanarsi, ma Killua le si parò davanti. 
Per quella che sembrò un'eternità i due ragazzi si guardarono, non parlando con la bocca, ma con gli occhi. Killua comunicava alla ragazza il suo sollievo nel vederla sana e salva, e tutti i sentimenti che aveva provato nell'ultima settimana, mentre Aithusa...
Aithusa sembrava dire con gli occhi Ti prego, ho bisogno di tempo, adesso.
Alla fine Killua si fece da parte.
Aithusa, senza dire una parola, salì sul dirigibile, lasciando cadere la sua spada sporca di sangue.
   
 
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