Quando le donne hanno problemi
riguardanti al mal di pancia, mal di testa, nausea e vertigini, quello è
l’unico momento in cui un uomo dovrebbe avere realmente paura di lei.
E le conseguenze sono pericolosamente
due.
You’ll never Tell that you’re the Fool
[Comico/Romantico,
spero non troppo OOC]
Naruto non
aveva mai assunto un’espressione così concentrata in vita sua.
Forse alla
selezione dei chunin vi si era avvicinato, ed il suo massimo splendore lo aveva
raggiunto nella prova per divenire jonin. Ma mai come quella volta si sentiva
così assorto fra i suoi pensieri.
Le sopracciglia bionde erano crucciate, il blu dei suoi occhi veniva nascosto dalle palpebre socchiuse, le ciglia adombravano appena gli zigomi arrotondati.
«Che hai da guardare?» sbottò poco interessato Sasuke Uchiha, seduto proprio di fronte a lui, al lato opposto del tavolo. Probabilmente Sasuke aveva la sua stessa, identica espressione, peccato che a lui – notò con stizza Naruto – quello sguardo lo rendeva più intelligente di quanto non fosse.
E Sasuke
non era per nulla intelligente, l’Uzumaki lo sapeva più che bene.
«Hai una faccia orribile. Orribile» sibilò il biondo assottigliando gli occhi in due piccole fessure, le iridi a malapena visibili all’interno di essi.
Sasuke lo
squadrò dall’alto in basso con aria di sufficienza, scrollando le spalle.
«Evidentemente
non ti sei mai visto allo specchio» ribatté con assoluta calma mista ad apatia,
rendendo quel tono un mormorio neutro.
Naruto
sbuffò rumorosamente, distogliendo lo sguardo e puntandolo altrove.
«Dì la
verità, bastardo. Hai già tolto la verginità a Sakura-chan, vero?» masticò a
fatica, senza degnarlo di una singola occhiata.
Era
difficile rivedere Sasuke a Konoha, soprattutto da quando aveva maturato quel
suo carattere già antipatico di suo, in qualcosa di peggio. Molto peggio.
Se prima
si limitava a battute poco divertenti sull’intelligenza e/o qualsiasi altra
capacità dello stesso Naruto, a quella sua assurda abitudine si era aggiunto un
tono da automa che faceva innervosire chiunque; anche Kakashi aveva dovuto
immergersi completamente nella sua lettura per evitare di ascoltare i soliloqui
di assoluta superiorità di Sasuke.
Era
terribile, soprattutto quando posava il suo sguardo da “Io sono migliore di te,
e adesso venerami pure” su qualsiasi essere vivente. Sasuke era da sopprimere.
E al più presto.
Ed infatti
tutto quello sopra elencato si era riunito in una sola azione, in quel preciso
istante.
«Non penso
siano affari tuoi. Anzi, credo proprio che non t’interessi per nulla».
Il biondo
si voltò con ferocia verso il suo pseudo migliore amico (o nemico, era sempre
difficile distinguere questi due concetti quando si trattava dell’Uchiha),
fissandolo con aria truce.
«Teme.
M’interessa eccome! Voglio dire, Sakura-chan non è tua. Mi dispiace, non lo è
mai stata. Nel senso che non è un oggetto e devi imparare a non trattarla come
tale, perché io…» lo sproloquio sicuramente interessante – non per Sasuke – in
cui si stava lanciando Naruto, venne prontamente interrotto da un urlo preoccupato
da parte di Ino.
Sia Naruto
che Sasuke si girarono, perplessi, adocchiando la Yamanaka che sventolava con
fervore un fazzoletto di stoffa davanti al viso di Sakura. Quest’ultima sedeva
tranquillamente al suo posto, sebbene il colorito non fosse dei più vivi e gli
occhi erano fin troppo lucidi.
«Si è
ubriacata?» intervenne prontamente Kiba, volatilizzandosi seduta stante di
fianco alla bionda, osservando con interesse l’Haruno poggiare le mani sul
tavolo.
«Sparisci!»
strillarono in contemporanea Ino e Naruto, quest’ultimo che, come Kiba, era
improvvisamente comparso accanto alla kunoichi e, senza troppa gentilezza,
aveva spinto l’Inuzuka il più lontano possibile.
«cafone»
ridacchiò Tenten dal suo posto, osservando Kiba adombrarsi e allontanarsi senza
proferire altra parola, sotto lo sguardo autoritario di Sasuke.
«Non ci
provare nemmeno, Kiba».
Nessuno,
oltre al diretto interessato, udì quel sibilo.
«Ha avuto
un malore. Giramento di testa, vertigini…» cominciò a spiegare Ino con fare
pratico, gesticolando animatamente davanti al viso assolutamente interessato di
Naruto.
La bionda
lasciò trapelare un sospiro dalle labbra morbide e sottili, sbattendo le
palpebre più di una volta. Infine alzò lo sguardo ceruleo sui due ragazzi che
aveva di fronte.
«Io e
Shikamaru l’abbiamo riaccompagnata a casa, l’abbiamo aiutata a disfare il letto
e a stendersi un po’. Probabilmente è molto stanca, anche se dai sintomi che ha
avuto…».
La mano
appoggiata sotto al mento di Naruto scivolò clamorosamente, facendo sbattere la
mandibola di quest’ultimo contro il tavolo, in una scena che aveva a dir poco
dell’epico.
Fortunatamente quasi tutti i loro amici erano espatriati fuori dall’area feste non appena Tenten aveva proposto di ballare, cosicché nessuno poté vedere Naruto e quindi ricattarlo fino a quando la morte non sarebbe sopraggiunta ad uno dei due.
Chiaramente,
escludendo Sasuke e Ino.
La Yamanaka fece finta di non aver visto nulla, contraendo però le labbra in una smorfia seccata e che aveva del rassegnato, mentre Sasuke non batté ciglio, mantenendo quella sua faccia di bronzo.
«Che sintomi?! Cosa stai cercando di dire, Ino?» domandò pieno di furore l’Uzumaki, puntellandosi sui palmi delle mani e avvicinandosi pericolosamente alla ragazza.
«Beh… voglio dire… sono questioni femminili» arrossì appena Ino, senza perdere però l’arroganza che era solita caratterizzarla. Naruto sembrò piombare in un baratro senza fine.
«TEME! COSA HAI COMBINATO!?» urlò fuori di sé,
afferrando l’amico per il lazo della maglietta, trascinandolo a pochi
millimetri dal suo naso.
Non era una novità che Sasuke Uchiha e Sakura Haruno si
frequentassero.
E non era una novità neanche il fatto che Sasuke rimanesse
a dormire troppe volte a casa di Sakura. Naruto aveva imparato ad
accettare questo.
… ma non quello.
Anche lo stesso Sasuke a quell’affermazione, aveva perso
quel poco di colorito che aveva, divenendo più pallido del solito. Chiaramente
senza scomporsi, allontanò con finta gentilezza la mano del biondo che stava
cercando un modo per strangolarlo, schiarendosi la voce.
«Io non ho combinato proprio nulla. Devo andare» …a
controllare che non stia sparando una cazzata.
Naruto lo guardò volgergli le spalle e allontanarsi con
un’espressione che diceva più di mille parole.
Ino li fissò sbalordita, le labbra appena socchiuse.
“Ma che cosa hanno capito?”
Sasuke fissava senza realmente guardare la porta di casa Haruno.
Il dito era incerto, a metà fra la tasca ed il campanello.
Quando il colpo di genio gli ricordò che era da un bel po’ di
tempo che possedeva le chiavi di quella casa, si degnò di cercarle quasi con
foga nelle tasche dei pantaloni, afferrandole.
«Sakura» chiamò perentorio, sbattendo senza volerlo la
porta, rimanendo al buio.
Superò senza difficoltà i mobili che avrebbero potuto
causare una sua rovinosa caduta, passando da una stanza all’altra che lo
divideva dalla ragazza.
Sentendo un lieve gemito provenire dalla camera da letto,
Sasuke si diresse ancora più velocemente verso la stanza in questione, per la
prima volta sentendo una sensazione molto simile all’angoscia attanagliare il
suo cuore.
Quando aprì la porta trovò Sakura stesa a letto, i capelli
chiari sparsi sul cuscino latteo. La stoffa bianca richiamava il colore della
pelle della ragazza, sulla quale spiccava il verde lucido degli occhi.
La giovane represse l’istinto di alzarsi, rimanendo
sdraiata e tenendosi la pancia da sotto le coperte.
«Devi dirmi qualcosa?» domandò l’Uchiha avanzando imponente
fino ad accostarsi alle lenzuola, scrutando dall’alto in basso l’esile figura
della kunoichi.
Sakura alzò lo sguardo verso di lui, battendo ciglio,
debole. Infine, come se le costasse la vita, alzò le braccia come per
richiamarlo fra queste, aspettando che egli vi si tuffasse.
Trattenendo uno sbuffo seccato, Sasuke si piegò a malapena
verso di lei, accontentando per chissà quale ennesima volta un suo capriccio.
Le regalò un’ombra di bacio sulle labbra scarne,
assaporandone, nonostante tutto, il dolce sentore di ciliegia. Sentì le mani
della ragazza scorrere fra i suoi capelli, carezzargli la nuca dolcemente,
spingere la sua testa verso la bocca.
«Beh… questa notte niente sesso. Sono fisicamente
impossibilitata» sussurrò a poca distanza dalle labbra di lui, prima di fare
aderire il viso al suo, e stringerlo come meglio poteva.
Fra un sospiro di sollievo e l’altro, Sasuke si rese
improvvisamente conto della gravità della cosa.
… sarebbe stato arduo resistere.
Ino si guardava intorno alla
ricerca di aiuto, sconsolata.
Naruto tratteneva fra le mani una
bottiglia di vodka, pericolosamente piena a metà.
«No…» singhiozzò Naruto fra un
sorso e l’altro.
«Non sono pronto ad essere chiamato
Zio Naruto. Non ancora!»
Cinque minuti dopo, la vodka era
finita.
Sì, beh. È stupida, e non so neanche da dove sia spuntata fuori.
Ad ogni modo, è da quasi una vita che non aggiorno questa raccolta, ma non la voglio concludere qui. Devo solo trovare quella maledetta ispirazione ç_ç. Ho dei problemi riguardo ad EFP, e parlo di stimoli che ormai non ricevo più per scrivere. Ma non parliamo di questo, infondo spero che quello che scrivo vi piaccia ancora e che non sia banale e/o scontato.
Qui non si parla di un diretto rapporto fra Sasuke e Sakura, lo so bene, ma non saprei approfondire meglio riguardo a loro due questo argomento. Intendo che la shot è nata con Naruto come pseudo protagonista, che vive in terza persona la vicenda che ha scosso Sasuke (e lui stesso xD).
Love you.
Special thanks to: Vorrei ringraziare innanzi tutto Kaho, che è riuscita a trovare un senso alla shot precedente, qualcosa che neanche io avrei saputo scovare nella mia stessa fic.
Sakura Haruno, Hila92, Kimi, terra-chan, miss England, Sae, Delia-sama, Mimi18 (che aspetta ancora il mio regalo di compleanno, arriverà… ç_ç), Santra-chan (*lovelove mode*) e muppello.
Grazie per esservi ricordate di questa raccolta, grazie per aver letto, grazie per aver recensito.
Grazie <3.