Fanfic su attori > Cast Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: cin75    29/04/2016    4 recensioni
Jared è un artista molto particolare e unico nel suo genere.
Jensen è un critico molto apprezzato e unico nel suo genere.
Entrambi hanno un passato alle spalle. Entrambi capiranno che devono vivere il presente. Entrambi faranno di tutto per avere un futuro insieme!!!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Richard Speight Jr.
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I giorni successivi furono abbastanza estenuanti per Jared. Dovette sottoporsi a numerosi esami dovuti, date le sue condizioni precedenti e attuali. Benedict voleva essere sicuro al cento per cento che tutto fosse in ordine e che il post operatorio procedeva al meglio.
Solo una settimana dopo aver avuto tutti i risultati clinici, decise di dimettere Jared.
Rich portò la roba del giovane in macchina mentre Rob chiedeva a Jensen di seguirlo per gli ultimi accorgimenti.
Jared dalla sua stanza, mentre finiva di prepararsi, vedeva l’amico dottore parlare con il compagno, ma quello che non si spiegava era l’espressione che vedeva sul volto di Jensen.
 
Jensen sembrava deluso e non preoccupato. Preoccupato di cosa, poi? Rob gli aveva garantito che tutto era a posto.
Quindi perché era deluso?
 
Ma quando il compagno tornò da lui e gli posò un bacio dolce sulle labbra, Jared mise da parte ogni stupida domanda e si lasciò cullare dalla dolcezza di quel momento.
“Ti riporto a casa, piccolo!” fece Jensen mentre con le mani incorniciava il viso del più giovane.
“Resti con me?!” chiese Jared.
“Non vado da nessuna parte!” e si avviarono.
 

I primi giorni di convalescenza domestica di Jared andarono avanti tranquilli. Benedict si era raccomandato di farlo riposare tanto, di non fargli stancare la vista e che per almeno qualche altro giorno , anche in casa, sarebbe stato opportuno che Jared portasse occhiali da sole. Naturalmente Rich non si lasciava sfuggire di chiamarlo Ray Charles quando lo vedeva girare in casa in quelle condizioni.
“Ehi!!, Ray è un grande!!” si difendeva Jared sorridendo alla presa in giro dell’amico.
Un pomeriggio però, Jensen,  chiese a Rich di restare con Jared, che stava riposando. Aveva un casino di lavoro da consegnare e per quanto Misha era stato paziente e comprensivo, non se la sentiva di approfittare ancora così  della tolleranza dell’amico editore.
“Se resto qui, non combinerò niente. Tornerò domani verso ora di pranzo, ok?!” fece.
“Tranquillo, Jens. Resto io con il bambinone!” lo rassicurò Rich
 

Quando tornò al suo appartamento, Jensen, si concentrò sul lavoro, anche se ogni tanto si sentiva in colpa per aver lasciato Jared. Ma aveva solo bisogno di rimettersi in pari e poi tutto sarebbe tornato alla normalità. Finalmente!!
Verso le undici di sera, la recensione in cui si era immerso, fu disturbata dal rombo di un tuono molto vicino. Jensen adorava i temporali. Violenti, appassionati, liberi, incapaci di essere fermati o fermarsi. Tutto finiva solo quando ogni energia era stata consumata.
Un po’ come il fare l’amore!!

Poi quel pensiero a sua volta fu infastidito da qualcuno che bussava alla sua porta.
“Chi diavolo è a quest’ora!?” sibilò seccato. Andò ad aprire e rimase sorpreso nel vedere Jared alla sua porta di casa , bagnato fradicio dalla testa ai piedi.
“Ma che diavolo ci fai tu qui??!” fece tirandolo in casa.
“Mi mancavi!” rispose con tono innocente.
“E non potevi chiamarmi invece di farti tutta la strada sotto il temporale?!” sembrò rimproverarlo dopo aver visto in che condizioni era.
“Hai idea da quando non vedo un temporale, Jensen?!”
“Lo so, lo so….ma tu non dovresti ancora….”. Jensen capì la domanda retorica di Jared. La luce dei lampi, le ombre dei palazzi che si muovevano insieme allo scrosciare della pioggia. Gli alberi che danzavano frenetici sferzati dal vento. Era più che naturale che Jared volesse riappropriarsi anche di queste immagini, ma Benedict si era raccomandato di tenerlo sotto controllo e mentre stava per farglielo notare…
“Per favore, per favore …puoi solo essere felice che io sia qui?!” se ne uscì Jared.

Jensen cedette. Come non farlo??!!

“Dio!!, quanto sei stupido. Certo che sono felice che tu sia qui. Ora , vieni con me. Lì c’è il bagno, levati questi abiti bagnati, ti porto qualcosa di mio prima che ti venga un  accidente. Nel frattempo ti cambi, io ti preparo qualcosa di caldo!” disse mentre lo portava verso il bagno.
“Non trattarmi come un bambino!” lo ammonì l’altro, con tono offeso.
“Jared, sei scappato da casa tua. Hai disobbedito agli ordini del dottore e Rich , quando ti avrà di nuovo tra le mani, te le suonerà di santa ragione. Sei un bambino e anche in guai grossi!” fece spingendolo verso la stanza da bagno.
Poi tornò verso il soggiorno e mandò un messaggio a Rich.
 
“Ehi, Kostner! Il tuo sorvegliato speciale è qui da me. Te lo riporto domani mattina!”
  • Quel piccolo figlio di buona donna mi ha fregato. Deve essere uscito dal laboratorio!!
“A quanto pare il Dr. Rob ha ragione.”
  • Divertente!
“Stai diventando vecchio, amico!!”
  • Fottiti!
“Spiacente, ma per quello dovrò aspettare. Ordine del dottore!!”
  • Vengo a prenderlo!
“No, ok! Tranquillo per stanotte. Ci penso io a lui. Ci vediamo domani!”
  • Fate i bravi e non provate posizioni strane!! Le mie mani non metteranno pomate lenitive in posti in cui non batta il sole!!
 
Jensen sorrise, mise via il cellulare e portò i vestiti a Jared.
 

“Ok! Ora tu te ne vai a letto e riposi un altro po’. Io ho ancora del lavoro da finire, poi ti raggiungo.” si raccomandò il maggiore.
“Mi piace quando fai il prepotente!” ammiccò Jared facendosi più vicino.
“Non farti illusioni. Sei ancora in convalescenza, quindi tutto ciò che succederà stanotte sarà: io, tu e un caldo letto per…”
“Magnifico!” lo fermò Jared, strusciandosi appena contro Jensen.
“… per dormire. Solo dormire, intesi?” provò a calmare le provocazioni del giovane compagno
“Peccato!” si rammaricò Jared, facendo il broncio.
“Ci rifaremo!” disse sorridendogli dolcemente e posandogli un bacio sulle labbra.
 
Quando il mattino arrivò, fu Jared a svegliarsi per primo e la prima cosa che vide fu il volto di Jensen, addormentato al suo fianco. Il compagno era a pancia sotto, il volto girato verso di lui e le braccia nascoste sotto il cuscino.
Ed era di una bellezza unica. I lineamenti decisi ma delicati. Le timide lentiggini che ne coloravano il viso e che poi si disperdevano lungo tutto il corpo.
L’espressione tranquilla e serena che aveva anche nel sonno e più Jared lo guardava e più quel qualcosa alla bocca dello stomaco che non lo aveva abbandonato da quando aveva visto Jensen parlare con il dottore il giorno delle sue dimissioni, tornava a bruciare.
E mentre il giovane “farneticava” in mille pensieri su quell’espressione di Jensen, il compagno, nel sonno , si passò la lingua sulle labbra.
Un gesto involontario , ma comunque sia, molto accattivante.
Jared non resistette. Mise a tacere il suo cervello e suoi pensieri e agì. Con un movimento agile ma delicato, si sdraiò sulla schiena di Jensen, che sobbalzò, preso alla sprovvista.
Il maggiore aprì gli occhi, ancora però, assonnati.
“Jared, ma che…”
“Ssshh! Basta convalescenza. Voglio darti il buongiorno. Il mio buongiorno!” fece con tono malizioso.
“Jared, tu…” ma una mano calda e pressante di Jared che  si insinuò tra il morbido del materasso e quello del suo ventre, tolse a Jensen ogni parola di replica.
Le dita del giovane accarezzarono lentamente ma con decisione l’intimità dell’altro, facendolo gemere di compiacimento. Istintivamente, Jensen, spinse indietro il bacino per dare più spazio alla mano di Jared e al suo tocco.
“A quanto pare, qualcuno….è…più sveglio di te!” lo provocò Jared , sussurrandoglielo  sul collo, rinsaldando la presa che aveva su di lui.
Jensen ansimò. “Traditori! Tutti e due!” replicò sorridendo affannato mentre con le mani cercava i fianchi del giovane amante.

La sensuale tortura di Jared continuò, alternata dalla richiesta di baci quasi esigenti da parte di Jensen che , di tanto in tanto, quando non nascondeva la faccia  nel cuscino per attutire i suoi gemiti, si voltava alla ricerca delle labbra del compagno. Con pochi ma urgenti movimenti, Jared sfilò i pantaloni di Jensen e subito dopo anche i suoi e ansioso, si fiondò di nuovo sulla schiena del compagno, per riprendere a baciarlo.
In uno di quei baci languidi , Jared si fece spazio tra le gambe del suo amante e la mano che prima massaggiava e carezzava lascivamente la virilità ormai più che esposta di Jensen, scivolava lenta verso il calore più intimo del maggiore.
Le sue dita lavorarono sapientemente, delicatamente, seguendo i sospiri e le incitazioni di Jensen che assecondando quella invasione , si muoveva seguendone gli affondi.
E quando tutto sembrò aver raggiunto il giusto punto, Jared andò via da lui, sorridendo della leggera esclamazione di disappunto del compagno. Disappunto che durò poco quando Jared , sistemandosi meglio contro di Jensen, lo penetrò lentamente, lasciando che l’esclamazione di puro godimento da parte di entrambi, facesse da colonna sonora all’affondo completo.

Da lì in poi, l’eccitazione raggiunse il punto di non ritorno. Jensen era completamente conquistato da quella virile prepotenza che gli stava dimostrando Jared. Un predominio sensuale che il giovane compagno non gli aveva mai mostrato, non in quel modo e questo lo affascinava ancora di più di quanto Jared già non lo affascinasse.
Jared, da parte sua, sentiva di dover amare Jensen anche in quel modo.
Di averlo, conquistarlo, possederlo  anche in quel modo.
E la sola idea di aver pensato a Jensen in termini di “possedimento”, lo eccitò oltremodo e spinto da quella eccitazione e dai pensieri che aveva acceso quel momento, il giovane lasciò che la più mera passionalità avesse il sopravvento.
 
“Dimmi che mi vuoi Jensen!” ansimò Jared, muovendosi con passione nel corpo del compagno che lo accoglieva calorosamente tanto da inarcarsi sotto di lui così da rendere i suoi affondi più concreti.
“Sì…sì…”
“Dimmelo!”
“Ti voglio…ti voglio….”
“Dimmi che sei solo mio!”
“Lo sono. E lo sarò per sempre.”
“Dimmi che mi ami, Jensen. Dimmi che mi ami!”
“Lo sai che…”
“Voglio che tu me lo dica. Voglio sentirtelo dire!!” e in questa richiesta più specifica, il suo ritmo aumentò, traendo piacere dai gemiti affannati di Jensen. Il giovane sentiva che il compagno era ormai vicino al culmine e quindi cadenzò con più insistenza i suoi  movimenti e le sue appassionate pretese . “Devi dirmelo. Devi dirmelo.”
“Ti amo…ti amo…ti amo…ti…..oddio!!!”
E tutto il resto venne inghiottito da un sospiro rauco fatto di puro piacere. Le mani di Jensen scattarono e si strinsero frenetiche contro la testiera del letto, nel tentativo disperato di sostenere il piacere di quell’amplesso. Di assecondare le appassionate spinte del corpo di Jared contro il suo. Dentro il suo.
Jared , sopraffatto invece dal suo appagamento, continuava a muoversi sensualmente contro il corpo del compagno, nel corpo del compagno, fin quando gli ultimi tremiti non divennero che impercettibili sussulti.
Fin quando, poi, non crollò esausto sulla schiena di Jensen per poi scivolargli lentamente, pigramente, accanto.
 
“Mio Dio!!” esclamò Jensen che teneva ancora la testa schiacciata beatamente contro il cuscino. “Ma che ti è successo?..dove è finito il ragazzo dolce che arrossiva subito dopo aver fatto l’amore? O quello che si nascondeva sul mio petto quando…”
“Ti dispiace?” lo fermò Jared passandogli una mano lungo tutta la schiena.
“No…ma, oddio!, non fraintendere , ma non sembravi tu. Non che non mi sia piaciuto, anzi….ma tu sei sempre stato uno magnificamente ed esasperatamente lento, tanto da farmi impazzire e quindi  adesso…il modo in cui ti muovevi, quello che dicevi…era quasi…insomma …sembrava quasi come se….” fece, sdraiandosi su un fianco per stare più comodo.
“Come se, cosa?” sussurrò Jared come se si sentisse scoperto.
“Come se volessi delle conferme…su di me….su di noi!” disse certo che Jared lo avrebbe smentito e forse anche rimproverato per un simile dubbio.

Ma Jared non lo fece. Anzi, l’espressione che si palesò sul suo viso, sembrò confermare  a Jensen che aveva fatto centro.

“Jared?...è…è così?!” chiese confuso.
Jared per un attimo andò nel panico. Si disse che doveva lasciar perdere, che quello che lo stava tormentando non poteva essere, che quello che pensava di Jensen non poteva essere.
Ma una vocina più insistente e malevole delle altre, ebbe la meglio su quel suo stato d’animo.
“E’ che io…io ora ci vedo, Jensen!” sembrò essere l’incipit di quella che sarebbe stata una delle spiegazioni più assurde.
“Ok! Ed è magnifico, ma questo cosa c’entra con il fatto che non mi hai risposto?!” fece mettendosi seduto e coprendosi con il lenzuolo.
Assurdo!, Jensen si sentiva a disagio, in quel momento.
“Da quando ci siamo conosciuti e poi ci siamo messi insieme, tu…tu ti sei sempre preso cura di me. Mi sei sempre stato vicino!”continuò.
“L’ho fatto perchè ti amo, lo sai!”
“Mi ….ami…sul serio, Jensen?!” si ritrovò ad un tratto a chiedere Jared. E Jensen non era certo di aver inteso sul serio quella domanda.
“Cosa?!”
“O te lo dici e me lo dici perché è quello che pensi di provare ancora anche se adesso non…dipendo più da te!?”

Jensen non poteva crederci. Non poteva credere che Jared gli avesse chiesto una cosa del genere. Che Jared provasse una cosa del genere.
Il biondo si alzò velocemente dal letto e si infilò il pantalone della tuta. Poi si fermò, immobile vicino ad una poltroncina della camera e Jared vedeva che le mani del ragazzo si stringevano convulsamente sul bordo dello schienale, quasi come se Jensen stesse cercando di mantenere la calma.
“Parlami Jensen. Parla con me. Dimmi perché eri deluso il giorno delle mie dimissioni. Dimmi perché quando non vedevo sapevo che ti avrei avuto sempre accanto e da quando vedo invece, a volte sparisci senza nemmeno dirmi dove vai.” chiese , ora, con più decisione, Jared , vedendo la reazione del compagno a quelle sue asserzioni.
Quello che non aveva messo in conto, fu il modo in cui Jensen gli rispose.
“Vattene!” fece Jensen, senza nemmeno guardarlo.
“Cosa?!”
“Vestiti e vattene via , Jared. Vattene prima che le cose peggiorino più di quanto già non siano peggiorate.” ribadì con più rancore.
“Io voglio sapere…” disse mentre si alzava e si rivestiva anche lui. “Io devo sapere cosa…”
“Tu sentivi questo….tu provavi questo nei miei confronti, avevi dei tali dubbi sulla nostra relazione eppure ….eppure qualche minuto fa non mi sembravi così confuso.” ironizzò indicando il letto in cui aveva appena fatto l’amore.
“Jensen, non dire cose che non…” provò a ragionare, anche se sul volto del compagno vedeva solo rancore e confusione.
“Oh!! Scusami se ti offeso!!” enfatizzò sarcastico Jensen. “Ma sai essermi fatto scopare da te e poi sentirmi dire che hai il dubbio che io non ti ami e che fino ad oggi io sia stato una sorta di…. benefattore invece che un compagno, mi fa pensare davvero che quello che è successo poco fa sia stata solo una scopata mattiniera e niente altro!!” disse con rabbia a stento trattenuta.
“Jensen, per favore…parliamo. Io non voglio che ci siano dubbi tra di noi.”
“Beh! lascia che ti dica che i dubbi sono solo da parte tua, Jared. Quindi è un tuo problema capire come disfartene. Ora, se non ti dispiace, vorrei che te ne andassi e che evitassi di cercarmi nei prossimi giorni.” concluse Jensen, infilandosi una maglietta e uscendo dalla camera da letto.
“Jensen , ti prego.” proseguiva Jared, mentre lo seguiva per il corridoio.
“Va’ via, Jared!” insistette Jensen andando verso la porta di ingresso.
“Jensen, ascoltami…” provò ancora Jared.
“VATTENE!!!” gridò alla fine , esasperato Jensen, mentre apriva la porta  e gli faceva cenno di uscire.
 
Jared guardò basito quel gesto. La porta aperta solo per lui. Il volto stravolto dal dispiacere di Jensen. Le sue labbra che tremavano dalla rabbia e dal dolore. Si sentì confuso. Maledì il momento in cui aveva dato ascolto a quella dannata vocina.
Comprese il male che aveva fatto e tremò all’idea di aver fatto un tremendo passo falso.

“Io non voglio perderti!” sussurrò in cerca di scuse mentre , mestamente , guadagnava l’uscita della casa di Jensen.
“Troppo tardi, Jared!....troppo tardi.” fece l’altro sbattendogli letteralmente la porta in faccia.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: cin75