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Autore: Sylvie91    29/04/2016    3 recensioni
Sorride triste al pensiero di sua madre che sicuramente la starà maledicendo per la sua testardaggine e intraprendenza, che sicuramente le avrebbe fatto un sermone senza fine vedendola così armata, ritenendola in effetti poco femminile.
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Dìs, Frèrin, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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Dwalin aspetta che la schiena di Dis scompaia dalla sua vista prima di prendere a calci i pochi e già rotti utensili che sono nella grotta dei troll, lei non doveva partecipare a questa missione, il viaggio è pericoloso e sarà una distrazione per tutta la compagnia, oltre che per lui.
Deve ammettere che i due anni passati senza vederla non l’hanno per niente cambiata sia fisicamente sia caratterialmente, e proprio questa caratteristica può rendere il viaggio ancor più difficile dato che sicuramente lei vorrà mettere becco alle decisioni di Thorin.
Sospira frustrato passandosi una mano sulla testa e aspettando ancora un poco prima di uscire dalla grotta e raggiungere gli altri senza dar troppo nell’occhio, anche se sicuramente Balin avrà notato sia l’assenza sua che quella della principessa, quindi probabilmente vorrà parlargli.
Anche se c’è davvero poco da dire in verità, almeno per quanto riguarda il breve colloquio avuto poco prima; per tutto il resto ci vorrebbe una vita oltre al fatto che Dis non vuole che si sappia niente sul loro passato.
Toglie da un taschino interno la vecchia e consunta lettera, guarda come incantato i bordi frastagliati e rovinati dalla usura; quanto avrebbe voluto bruciarla quella volta in cui l’ha ricevuta e le volte seguenti quando l’ha letta, ma qualcosa lo ha sempre bloccato.
Non c’era speranza in quelle parole, ma lui ha comunque cercato di trovarla.
Inutilmente, a vedere come sono andate le cose oggi e per come lo ha trattato, non che poteva aspettarsi di meglio dato il suo silenzio protratto per quasi due anni.
Tristemente nasconde nuovamente la lettera, non vuole far sapere alla nana che la conserva, come non deve sapere altre cose che la riguardano; si guarda un’ultima volta intorno cercando qualcosa che potrebbe essere interessante anche per lui.
Un piccolo luccichio attira la sua attenzione, si china per terra scostando un poco di terra da quella che sembra un antica spilla d’argento, trova strano che Gloin non l’abbia notata e chiusa nel suo deposito a lungo termine.
Sarebbe quasi tentato di lasciarla nel luogo in cui l’ha trovata, ma invece Dwalin se la infila in tasca ed esce nuovamente dalla caverna; fortunatamente i suoi compagni non hanno notato la sua assenza, troppo presi a riposarsi dalle fatiche della notte.
Come previsto Balin gli si avvicina con passo lento e lo prende per un braccio allontanandolo un poco dal resto del gruppo –Che cosa le hai detto?-
-Di tornare agli Ered Luin.- borbotta Dwalin –E’ una donna dovrebbe rimanere a casa.-
Balin sospira alla risposta del fratello che nasconde molto più di quello che effettivamente vorrebbe dire –Sai bene che Dis non è mai stata una donna da chiudere in casa. Se gli dici di tornare negli Ered Luin, lei farà il contrario solo per dispetto a te e a Thorin.- lo sgrida Balin –Ma c’è altro, vero Dwalin?-
Il guerriero guarda un attimo il fratello maggiore senza far trasparire alcuna debolezza, nessuno deve sapere niente del loro segreto, a parte la persona che lo stesso segreto nasconde.
-Niente Balin, sono solo delle tue paranoie dettate dalla vecchiaia.- ribatte Dwalin allontanandosi, volendo mettere fine alla discussione il prima possibile.
 
Seduto sopra uno dei tronchi usati dai troll come sedia Bilbo guarda come incantato la sua piccola e leggera spada, si chiede come fa una cosa così bella ad essere mortale al giusto tocco; più che un arma gli sembra un oggetto da mettere sopra il camino per bellezza.
Come può lui, un misero hobbit, usarla correttamente, non sa neanche tenerla in mano che il pensiero di ferire qualcuno gliela fa cadere per terra.
Il vero coraggio si basa non su quando prendere una vita, ma quando risparmiarla.”
Le parole di Gandalf gli rimbalzano in testa, non vuole avere questo onere, non vuole decidere il destino di un altro essere; lui non è un guerriero e non potrà mai diventarlo, non è un nano robusto e forte, ma è semplicemente un hobbit abituato alle dolci colline e al fluire lento del Brandivino.
È abituato a vedere le stagioni accavallarsi l’una dietro l’altra lentamente; gioendo per il sole estivo che accarezza le lunghe spine di grano, ascoltando la pioggia autunnale dentro casa seduto sulla poltrona e bevendo del caldo tea, ridendo dei piccoli hobbit che giocano con la neve invernale o che fanno delle ghirlande di fiori quando la primavera lo permette.
Butta per terra la spada quasi scottato da essa e nasconde il volto tra le mani, non vuole farsi vedere debole agli occhi dei compagni che già lo considerano come un peso, vuole solo raccogliere i pensieri e i ricordi della sua Contea in modo da sentirsi almeno un poco a casa.
-E’ una bella spada.- gli fa alzare lo sguardo una voce di donna.
Bilbo non ha mai visto una nana e deve ammettere che la sua immaginazione non le dava proprio giustizia, la sorella di Thorin, Dis, si può dire che è fin troppo bella; quegli occhi azzurri e indagatori sono dei laghi da quanto sono grandi e emanano uno strano calore, le labbra socchiuse e carnose mentre esamina la spada la rendono intrigante in qualche modo e i capelli lunghi e mossi danno il colpo di grazia.
Sicuramente avrà avuto davvero tanti pretendenti in passato pensa Bilbo guardando la nana che mima qualche fendente con la sua spada; ormai, dopo cinquant’anni di vita conosce la sua sessualità, ma se non fosse interessato ad altro sicuramente Dis avrebbe attirato in maniera diversa la sua attenzione.
-Non vi piace?- domanda la nana rimettendola nel fodero con un gesto secco.
-E’ inutile per me. Non la so usare.- ammette Bilbo riprendendo la spada dalle mani della nana.
-Nessuno nasce imparato, mastro Baggins.- ribatte Dis sedendosi vicino allo hobbit –Vi volevo ringraziare.-
-I-io non ho fatto niente.- afferma lo hobbit velocemente muovendo la mani davanti alla nana –N-non sono riuscito a liberarvi, anzi poi mi sono fatto anche catturare.-
Dis accenna un sorriso, quel piccolo uomo le ispira molta tenerezza e anche un senso di protezione, sembra così delicato e fragile come se stesse per rompersi da un momento all’altro.
-Ma dopo ci avete salvato.- lo rincuora dolcemente Dis, passandogli delicatamente la mano sulla guancia per una leggera carezza –Se volete vi posso insegnare io come usare la spada.- propone poi la nana –Non sono tra i migliori guerrieri, ma qualcosa so.-
-I-io non so cosa dire…- balbetta Bilbo visibilmente confuso.
-Credo che basti un grazie, anche se non so quanto mi ringrazierete quando cominceremo gli allenamenti.- ridacchia la nana, dando una pacca sulla schiena di Bilbo tanto forte da farlo quasi squilibrare in avanti –Scusami, le mie pacche di solito fanno il solletico ai nani.-
-S-sì, posso immaginarlo.- tossisce Bilbo.
Dis ridacchia nel vedere il piccolo hobbit continuare a tossire, può solo immaginare quanto sia stato difficile per lui questo viaggio sino ad adesso; spera solo che qualche nano gli abbia dato man forte, sa quanto possono essere riservati e scontrosi.
Un forte rumore tra le fronde degli alberi attira l’attenzione della compagnia che si sposta agitata verso l’origine del suono ovviamente già armati, Dis prende velocemente la mano di Bilbo tirandolo verso gli altri riunitisi in un cerchio difensivo aspettando con ansia un possibile attacco.
Thorin guarda stranito Dis che tiene ancora per mano lo hobbit che non sembra aver intenzione di staccarsi, il nano fissa il mezz’uomo insistemente finchè non è lui ad accorgersi e si libera velocemente dalla presa della nana.
Dopo pochi istanti delle urla sconnesse mettono in guardia i nani, finchè non vengono  raggiunti da uno strano tizio vestito in maniera davvero particolare, tralasciando il fatto che guida una specie di slitta trainata da conigli.
-Radagast!- esclama Gandalf rifoderando la spada –E’ Radagast il Bruno. Che cosa diavolo ci fai qui?- chiede lo stregone grigio avvicinandosi all’ultimo venuto.
-Ti stavo cercando Gandalf, c’è qualcosa di sbagliato, terribilmente sbagliato.- risponde Radagast, per poi fermarsi un attimo perdendo il filo del discorso e cercando di ricominciarlo –Avevo un pensiero, ma ora l’ho perso. Era proprio qui! Sulla punta della lingua.- afferma tirando fuori la lingua da dove sbuca un insetto.
-Devo parlare da solo con Radagast.- dice Gandalf rivolgendosi verso Thorin che rifodera la spada e fa un gesto di assenso allo stregone, ordinando alla compagnia di ritirarsi con un gesto della mano.
 
Frerin guarda i suoi nipoti parlare sottovoce lontano dagli altri, sembrano entrambi preoccupati e leggermente nervosi e qualcosa gli dice che la causa di questo trambusto è sua e di Dis; si avvicina fischiettando dandogli il  tempo di finire la conversazione.
-Allora nipoti, non salutate il vostro zio preferito?- chiede Frerin con un sorriso contagioso che viene pienamente ricambiato da Kili, mentre Fili si limita ad un cenno della testa.
-Diciamo che siete stati una sorpresa piuttosto inaspettata.- risponde il biondo, abbracciando il proprio zio e poi coinvolgendo anche Kili.
-Lo immaginavo, tuttavia non siete felici di vederci.- afferma Frerin dando una pacca ai nipoti –Immaginavo che non avreste salti di gioia…-
-Siamo solo un po’ preoccupati, indad.- ammette Kili abbassando lo sguardo davanti gli occhi scuri dello zio così simili ai propri –Temiamo che possa capitare qualcosa ad amad.- completa Fili.
Frerin ride apertamente –Vostra madre sa difendersi quasi meglio di Thorin.- ribatte il nano –Ha avuto il vostro stesso maestro dopotutto.-
-Solo che… non abbiamo mai visto amad combattere… e quindi…- balbetta Kili –Abbiamo paura che le possa capitare qualcosa…-
-E anche lei crede che vi possa succedere qualcosa ed è per questo che siamo partiti, per assicurarci che tutti voi stiate bene; ma ora non torneremo indietro.- spiega Frerin tranquillamente cercando di infondere un po’ della sua sicurezza anche ai nipoti.
-Voi siete ancora giovani per capire quanto possa essere doloroso  per una madre essere staccata dai suoi figli, lei non vuole mettervi i bastoni tra le ruote. Credo che invece vi tratterrà come compagni più che figli, a parte in rari casi e cioè quando farete una buffonata.-
Fili sospira passandosi una mano sulla faccia, movenza che a Frerin gli ricorda stranamente Thorin –Indad non possiamo fare finta di non preoccuparci, se amad fosse rimasta a casa noi ora saremo più tranquilli.-
Frerin accenna un dolce sorriso –Ragazzi voi avete deciso di partire liberamente, vero?-
I due si guardano un attimo e annuiscono seri, poi Kili aggiunge –E’ un nostro dovere.-
-E non è un dovere di una madre badare ai propri figli e non è suo diritto scegliere liberamente di seguirvi?- domanda lo zio mentre i nipoti abbassano lo sguardo senza avere delle repliche valide –Andrà tutto bene.- sussurra Frerin stringendo nuovamente i nipoti che ricambiano, trovando in lui una sicurezza diversa da quella solida e seria di Thorin.
Degli ululati e ringhi in lontananza fanno nuovamente irrigidire la compagnia e fanno sciogliere quel momento di tranquillità che si stavano godendo.
-Ci sono dei lupi qui intorno?- chiede Bilbo visibilmente agitato.
-No, quello non è un lupo.- risponde Bofur, per poi venir interrotto da un ringhio proveniente da dietro le sue spalle ed ecco dietro di lui un enorme mannaro pronto ad attaccare e infatti si slancia con forza contro Dis che pone la sua nuova ascia contro il collo del mannaro, finchè quest’ultimo non viene ucciso velocemente da Thorin.
-Un mannaro ricognitore! Un gruppo di orchi non deve essere molto distante.- sentenza Thorin.
-O-orchi hai detto?- balbetta Bilbo tremante.
-A chi hai parlato della tua impresa?- tuona Gandalf contro Thorin –Oltre che alla tua famiglia.-
-A nessuno.- risponde il nano.
-A chi glielo hai detto?- insiste lo stregone.
-L’ha detto solo a me e Frerin, Gandalf.- risponde Dis alzandosi da terra aiutata da Dwalin e Gloin –Nessun altro sapeva niente.-
-In nome di Durin che succede.- continua Thorin, mentre Gandalf si guarda attorno agitato –Ti stanno dando la caccia.-
-Dobbiamo andarcene da qui.- interviene Dwalin.
-Non possiamo!- esclama Ori –Non abbiamo i pony.
-Li depisto io.- afferma sicuro Radagast, dando un minimo di speranza alla compagnia.
-Sono mannari di Gundabad, ti raggiungeranno!- esclama Gandalf contro Radagast che con un certa sicurezza indica i suoi conigli –E questi sono conigli di Roshgobel. Vorrei che quelli ci provassero.-
   
 
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