Il pensiero di rivederlo mi provocava sempre emozioni contrastanti. Non riuscivo a credere di provare emozioni tanto forti per una persona appena incontrata. Volevo davvero vederlo, ma la mia coscienza non era ancora del tutto pulita per quello che avevo fatto a Jack.
Entrai insieme alle mie amiche e non ebbi il coraggio di guardare verso i pizzaioli. Sentii il mio nome e mi girai: era Cameron, la madre di Jess, con al suo fianco lui, Jess. Di nuovo quella sensazione sconvolgente! Sorrisi leggermente ma non riuscii a guardarlo ancora.
Andammo in sala e ordinammo. Durante la cena cercavo sempre il suo sguardo, ma non lo trovavo. A fine serata, mentre stavamo parlando tra di noi, quando ormai ero convinta che la serata non avrebbe portato niente di più di un mezzo sorriso, si avvicinò Jess e mi diede un biglietto da dare a mio padre. Mi stava così vicino... Troppo vicino! Mi sorrise, Stavo per sentirmi male. Ad un tratto si fece improvvisamente serio, credevo che avesse capito qualcosa quando stava per allontanarsi e mi venne il panico: non volevo assolutamente che si allontanasse! Infatti non si allontanò ma si avvicinò ancora di più. Okay, non voglio neanche un bacio! Non riuscivo a seguire le sue espressioni e non capivo cosa stesse pensando. Si fermò a 10 cm dal mio viso. Sembrava che mi potesse leggere nella mente e che facesse tutto quello che volessi io. Mi tese la mano e disse:
- Vieni un attimo con me?-
- Dimmi -
- C'è qualcosa che non va? –
- Ehm no. Volevo solo dirti di dare quel biglietto a tuo padre. –
- Ah. Sì, già me lo hai detto, non preoccuparti. –
- Sì è vero... –
- Già... -
- Ti ho trovata su facebook... –
- Sì, ho visto. - Devo ammettere che anche io non davo materia su cui parlare!
- Giusto... Senti... Ora vado a lavorare, mi aspettano. Ci vediamo dopo, ok?-
- Ok... –
Le mie amiche mi chiesero cosa fosse successo ma non sapevo che rispondere... Non c'era niente da rispondere! Era così strano...
La serata finì ma pensai tutto il tempo a quello che era accaduto. Quando ci alzammo dal tavolo sentii Cameron urlare il nome di Jess e dopo nemmeno 5 secondi era di nuovo accanto a me.
- Ciao –
- Ciao! - Sì, forse un po' troppo esagerato!
- Te ne vai? –
- Eh sì, la festa è finita! - Sembravo una cretina!
- Vai a casa, vero? - Sembrava agitato.
- Sì, è tardi e se non vado a casa subito mia madre mi ammazza! –
- Bene... - E distratto...
- Bene?! Che mi ammazza?! –
- No no! Che non ti ammazza! Vai a casa, no? - Già chiesto!
- Sì! -
- Come torni a casa? –
- Ho il motorino. –
- NO! - Reazione trooooooppo esagerata!
- JEEEEEEESS!! - La madre lo chiamò dall'interno della sala ma lui, senza battere ciglio,fece come se niente fosse e continuò a fissarmi. Fu una cosa strana, all'inizio credetti che la mamma ci avesse sentito, ma era impossibile che da una lontananza tale ci potesse ascoltare!
- Come?? Jess, non vorrei essere scortese, ma che ti prende?? E’ tutta la sera che ti comporti in modo strano! –
- No... No niente... E' pericoloso il motorino a quest’ ora! –
- Non preoccuparti, non è la prima volta! –
- Va beh, sicuramente, ma oggi no... Ho sentito in giro che ci sono strani animali per quella strada! –
- Senti Jess non ti preoccupare, non ho 10 anni, so cosa faccio e poi non sono sola: devo accompagnare anche la mia amica a casa e la strada la conosco! Non mi perderò e andando sul motorino non credo che qualche animale possa azzannarmi! –
- Non sei sola? –
- No! Te l'ho detto: devo accompagnare la mia amica! –
- E da casa di questa tua amica a casa tua quanto tempo impieghi? –
- Jess, basta! Devo andare, ciao. –
Mentre accompagnavo Giusy sentii degli strani... Ringhi?! Provenivano dagli alberi che si trovavano ai lati della strada ma non ci pensai più di tanto e non avrei mai immaginato che si collegassero a quello che aveva detto Jess. Andai a dormire con un groppo in gola, pensando a come avevo trattato Jess e chiedendomi quando lo avrei rivisto. Ovviamente i suoi occhi erano presenze fisse nel sogno di quella notte.
Il giorno dopo mi svegliai presto avendo appuntamento con Giusy per andare a comprare le cose per la scuola. Presi il motorino ma non riuscii ad accenderlo: forse qualcosa si era bruciato! Decisi, così, di chiamare Giusy:
- Giusy mi dispiace ma il motorino non parte. Non so cosa gli sia preso sinceramente! Comunque se vuoi possiamo muoverci con il pullman... –
- Sì, dai, andiamo perché poi le cose belle finiscono! Facciamo tra 10 minuti nella piazzetta, ok? –
- Ok. Io adesso scendo a piedi! –
- Va bene. Adesso scendo anche io! Ciao. -
- Basta con questo stupido scherzo! Uscite e fatela finita! –
- Ci scusi signorina. Non volevamo farle uno scherzo, stavamo ridendo fra noi. –
- Sì, ma mi avevate sentito e qualcuno stava ringhiando! Non stavate mica uccidendo qualche animale? -
- Oh no ragazza! Noi questo facciamo per intimidire qualcuno! - La prima voce.
- Ma cosa state facendo? Uscite! –
- NO! Ferma signorina... Ehm... Siamo... Nudi! O almeno, io sono nudo! Non si affacci per favore! La finiamo e mi scusi ancora! - La seconda voce.