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Autore: EuphemiaMorrigan    30/04/2016    5 recensioni
AU. Comica/Romantica/Drammatica.
SasuNaru.
-Dall'ultimo capitolo-
Questa è la segreteria telefonica di Uzumaki Naruto e Uchiha Sasuke, lasciate un messaggio e vi richiameremo. Se ne avremo voglia.
Se sei Sai: Visto le vendite? Ti ho battuto ancora.
Muori.
Se sei Ino: Nee-chan, non vorrei che tuo marito si suicidasse.
Ammazzalo e raggiungilo.
Se sei Nagato: Sono in perfetto orario con la scadenza.
Non è assolutamente vero.
Se siete Sakura, Hinata o Tenten: Tranquille, ho tutto sotto controllo.
E voi che ancora ci credete...
Se sei Gaara: Amico, mi devi un caffè.
Ed io ti devo un pugno.
Se sei Hidan: Lode a Jashin!
Non riesco a capire chi è più cretino tra te e Naruto.
***
***
Gensaku-sha ripercorre, a modo proprio, alcune vicende del manga.
Con personaggi casinisti, pazzi ed eccessivamente rumorosi.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Capitolo 44-

Angolo autrice: Hello, di nuovo.
Che stregoneria è mai questa? Il mondo finirà? Probabilmente.
No, vabbe'... Lo avevo detto che mi sarei impegnata, sono stata brava, merito un dolcetto?
Mi scuso per i non-titoli, ma ho sempre fatto schifo a trovarne e... Nulla.
Direi ciao, buona lettura.
Un bacino e basta ^^

 

-Zia Sakura!- La richiamò Daisuke, districandosi rapido dalle braccia di Sasuke che cercava, in vano, di sistemare quel cespuglio disordinato che aveva al posto dei capelli, trotterellando verso la giovane donna.
Teneva in braccio Sora, con disegnato sul viso quel sorriso gentile di chi ancora provava un immenso dolore, ma tentava in ogni modo di farsi forza e rialzarsi. Carezzò materna i capelli corvini del nipote, sistemando qualche ciuffo con la punta delle dita, e sussurrò cordiale -Come stai cucciolo?-
Lui fece una smorfia a quel nomignolo, non adorava i soprannomi affettuosi, ma a lei poteva concederlo. Solo a lei però!
-Papà mi infastidisce -Disse infantile riferendosi a Sasuke, poi si sollevò un poco sulle punte, mentre lei si chinava piano in sua direzione, e scoccò un bacio sulla fronte della cuginetta tranquillamente addormentata tra le braccia della madre- Ciao mostriciattolo! Ma dorme sempre?- Concluse con un pizzico di delusione.
Sakura accennò una risata -I bambini piccoli hanno bisogno di riposare spesso-
Naruto e Sasuke li raggiunsero qualche secondo dopo, e quest'ultimo abbracciò delicatamente la cognata, approfittando della vicinanza per mormorare piano al suo orecchio -Ti trovo bene...-
Non che si ritrovasse dinanzi la vecchia Sakura, quella che ricordava e conosceva dai tempi del liceo. Ancora troppo magra, ancora troppo provata; ma almeno non era più il fantasma pallido e privo di vitalità di molte settimane addietro.
Questo un poco lo rassicurava.
Il non essersi occupato minimamente di lei e della nipote, preso solo ed esclusivamente dal proprio di dolore, lo faceva sentire terribilmente in colpa, però, anche da sola, era riuscita a risollevarsi mostrandosi ancora una volta come la donna combattiva che era sempre stata.
Quella donna che lui, troppo egoista e pregiudizievole, non era mai riuscito a vedere prima di quella terribile disgrazia e che, ironicamente, solo adesso riusciva ad apprezzare appieno.
-Meglio- Rispose lei con lo stesso tono lieve, accennando un sorriso affettuoso in direzione di Naruto, avvicinandosi di più a lui e circondandolo con il braccio libero in un abbraccio più caloroso del precedente. Non che non volesse bene a Sasuke, ma quei gesti d'affetto che compiva verso di lei ancora la stupivano un poco e si trovava più a suo agio con l'Uzumaki, da sempre eccessivamente amorevole con tutti.
Si guardò attorno ammirata per qualche istante da quel nuovo locale in cui prima di quel giorno non aveva avuto il coraggio di mettere piede, un velo di tristezza adombrò il suo sguardo, ma riuscì a scacciare quella sensazione velocemente così come era arrivata prima che i due potessero rendersene conto. In seguito constatò con ilare scetticismo -Avrei creduto che voi due, assieme, avreste finito per dar fuoco al locale-
-Li ho controllati io- S'intromise Daisuke fieramente.
Lei inclinò il viso in sua direzione e sorrise nuovamente -Sei stato bravo, grazie-
-Malfidata -Borbottò Naruto vagamente offeso. Felice però di vederla più serena, più se stessa di quanto lo era stata prima. Avevano trascorso settimane terribili, tutti quanti, ma con il tempo stavano superando anche quel tormento. Ed ogni giorno appariva migliore del precedente, almeno un poco.
Sospirò poi, leggermente intristito alla vista delle due valigie ai piedi della donna, e domandò- Quindi hai proprio deciso?-
Sakura sistemò meglio Sora tra le braccia, cullandola con delicatezza per non svegliarla, ed annuì con sicurezza -Sì, per un po' andrò a vivere dai miei genitori. Il tempo necessario per... -Si fermò, non volendo dire altro in presenza di quel bambino che già troppo aveva dovuto subire e vedere a quella giovane età, accennò uno sguardo verso Sasuke e si limitò a dire sincera- Ne ho bisogno-
L'Uchiha si limitò a muovere il capo in un gesto affermativo, comprendendola pienamente. Probabilmente, se lui non avesse avuto un figlio e un marito che amava e che gli erano stati vicini in quel momento orribile della sua vita, anche lui se ne sarebbe andato da Konoha per un po' di tempo.
O forse per sempre.
-Ma ci verrai a trovare, vero zia?-
-Certamente -Rispose senza nessun velo d'incertezza- Magari riesco a convincere anche mia madre, così la farai impazzire un poco- Finì con un occhiolino complice in sua direzione.
-Sakura-chan -Sussurrò Naruto, posandole dolcemente una mano sulla spalla e sfiorando poi con una carezza la guancia paffuta della bambina, che stava cominciando a svegliarsi in quel momento- ...Sei... Sei stata la mia migliore assistente ed una preziosa amica, lo sei ancora e lo sarai sempre. So che è impossibile, ma se mai vorrai tornare a lavorare con me, in futuro, ti accoglierò a braccia aperte in qualsiasi momento-
Lei strinse le labbra, commossa da quelle semplici parole -Lo so, grazie davvero Naruto. -Lo strinse ancora tra le braccia per qualche secondo, poi salutò con affetto anche Daisuke ed, infine, abbracciò nuovamente Sasuke, mettendoci più forza di quanto potesse immaginare in quel gesto e sfiorando la sua guancia pallida con un bacio- Ora devo andare, il taxi mi starà già aspettando-
Il ragazzo dai capelli neri arcuò un sopracciglio e domandò, sgridandola quasi -Sei venuta fin qui a piedi?-
-Oh, no, no. Mi hanno accompagnato Kiba e Hinata, ma sono fuggiti al lavoro, altrimenti il capo schiavista della mia povera amica le avrebbe fatto la ramanzina- Disse ironicamente rivolgendosi al più grande, che alzò gli occhi al cielo ed accennò una risata.
Da quel non troppo lontano giorno Sakura, nel dolore della perdita, aveva guadagnato un'amica. Forse la più preziosa che potesse mai desiderare, ed era certa che nonostante la lontananza non si sarebbero mai perse di vista. Così come le altre.
Le faceva male il pensiero di dover lasciare i suoi affetti, soprattutto Konan e Tayuya, proprio quando avevano più bisogno d'aiuto con i piccoli appena nati; abbandonare Mikoto e Fugaku e privarli della vicinanza di Sora; allontanarsi da Sasuke e la sua famiglia, ma sarebbe tornata a Konoha prima o poi.
Quella era l'unica promessa che avrebbe mantenuto ad ogni costo.
-Ti accompagno- Si offrì Uchiha, sollevando le due valigie ed attendendo che il figlio si staccasse dalle braccia della ragazza, anche se era poco intenzionato a farlo. Le poggiò nel portabagagli dell'automobile, assieme al passeggino ed aiutandola poi a sistemare bene Sora sul seggiolone, in silenzio.
Avrebbe dovuto dire qualcosa? Sicuramente sì, ma era sempre stato un uomo di poche parole e gli addii, seppur momentanei, non gli piacevano.
Ci pensò lei a parlare, come sempre, stringendo piano il polso del ragazzo e mormorando accorata -Stammi bene, Sasuke. Prenditi cura dei tuoi genitori e dei due bambini che si stanno disperando lì dentro-
-Lo farò -La rassicurò, cercando ancora qualcosa da dire, o meglio il coraggio di farlo. La vide allontanarsi leggermente, salire sul taxi e chiudere la portiera. In quel momento, prima che potesse partire e andarsene davvero, bussò con le nocche sul finestrino e sbuffò autoritario -Chiamami. Anche quando non avrai nulla da dire, fallo comunque-
Lei sgranò gli occhi, sorpresa e commossa da quella gentilezza, poi sorrise, sincera e serena come da tempo non era più -Smettila di fare il bravo ragazzo, mi farai piangere altrimenti-
E se andò così.
Intristita dal dover abbandonare chi amava, ma con un peso in meno sul cuore.

Quando il tassista la lasciò a cinquanta metri da casa dei suoi genitori, con l'assurda scusa che in quella stradina la macchina non sarebbe riuscita ad entrarci, per poco, molto poco, non gli tirò una scarpa in testa.
Possibile che tutte le sfortune dovevano capitare a lei?
Ansimò con stanchezza, ancora tremendamente irritata, spingendo il passeggino e trascinandosi dietro a fatica i due bagagli; e grazie al cielo non erano troppo pesanti, dato che sua madre e suo padre l'avevano aiutata, giorni prima, a portare via la maggior parte delle sue cose. Altrimenti averebbe seriamente preso a pugni quel maleducato.
Suna era rovente, come ricordava, avvertiva il sudore appiccicarsi alla pelle ed agognava farsi una doccia il prima possibile; ma avrebbe dovuto abituarsi presto a quel clima o si sarebbe sciolta da lì a pochissimo.
Si ricordò improvvisamente dell'appuntamento al Comune per il giorno successivo, ed il fatto che s'era ripromessa di cercare un nuovo lavoro il prima possibile, non volendo rimanere a carico dei suoi genitori senza far nulla. In più doveva ancora iscrivere Sora al nido, sistemare le sue cose per bene...
Il solo pensiero di tutti quegli impegni imminenti le fece venire il mal di testa e la nausea; dopo la morte di Itachi, infatti, aveva passato settimane a vegetare nel proprio letto, a piangere e non fare altro, per questo non si sentiva più in grado di tornare a vivere, ma... Doveva farlo. Non c'era altra scelta.
Proprio per quel motivo se ne era andata da Konoha, per ritrovare la voglia e la motivazione necessaria per tornare ad occuparsi di se stessa e della figlia. Ringraziando per la prima volta da quando era nata la fortuna, o sfortuna, di avere una madre così dura che le aveva, da sempre, insegnato a cavarsela da sola in ogni situazione.
Ed un padre così infantile da seguire la moglie nel trasferimento in una nuova città, senza pensare minimamente alla figlia diciannovenne lasciata sola, appena diplomata e senza lavoro in una casa dove ancora dovevano finire di pagare il mutuo, costringendola a rimboccarsi le maniche fin da subito.
La vicinanza con loro le avrebbe fatto bene, lo sapeva. I suoi genitori, per quanto alle volte sbagliassero nei loro comportamenti, erano le persone migliori con cui stare in quel momento. Mai le avrebbero dato il tempo di piangersi addosso.
Sentì una pressione contro la sua spalla, quasi uno strattone, e ringhiò inacidita verso il povero malcapitato che s'era scontrato con lei -Fa' più attenzione-
L'uomo arrestò il suo passo veloce, irritato la osservò dall'altro verso il basso, concentrandosi però un attimo dopo sul passeggino ed addolcendo vagamente i lineamenti duri. Non era il caso di litigare con una giovane mamma.
-Scusami, non ti avevo vista-
-Lo avevo notato- Borbottò Sakura, ma si ritrovò ad assottigliare gli occhi all'istante e concentrarsi meglio sul proprio interlocutore. Le pareva una figura vagamente famigliare, non che lo avesse mai visto, ma non pareva un completo estraneo.
Improvvisamente ricordò qualche assurdo discorso di Nagato, Hidan e Itachi su... Come lo avevano chiamato? Non le veniva in mente ed il pensiero dell'uomo che amava la fece adombrare in volto, quelle risate e quella felicità che riempivano le sue giornate molto tempo prima. Un tempo che non sarebbe più tornato...
Scosse il capo con convinzione, scacciando quei pensieri deleteri. Probabilmente appariva una pazza agli occhi di quell'estraneo.
-Per caso sei Sabaku?- Domandò con incertezza, Naruto le aveva parlato di qualcuno di simile, ma era lui? O stava solo facendo una figuraccia?
-Gaara No Sabaku, sì- Rispose atono lui, chiedendosi dove l'avesse incontrata prima. Forse al lavoro? Ma era impossibile, ricordava ogni bambino di cui si occupava. Magari era una madre che aveva incontrato mesi prima per l'iscrizione? Una di quelle che alla fine non aveva trovato posto? Possibile. Gli adulti non gli interessavano minimamente.
-Emmh... -Tossicchiò Sakura a disagio. Le pareva scortese non dire nulla, o almeno presentarsi, dato che era un 'amico' di Naruto. E poi aveva già fatto un'orribile figura quando gli aveva praticamente sbraitato contro- Io sono Sakura Haruno, la cognata di Naruto Uzumaki, mi spiace per prima, io...-
-Tranquilla. -Bloccò le sue scuse, tornando a prestarle attenzione e affermando in modo piatto- La moglie di Itachi Uchiha, immagino-
Per un secondo smise di respirare, si morse il labbro a disagio, provando nuovamente quella terribile voglia di scappare via, rinchiudersi in casa e scoppiare a piangere per sempre. Ad un tratto stare per strada la faceva sentire a disagio, fuori posto.
Deglutì, cercando di farsi coraggio. Non poteva crollare dinanzi alla prima difficoltà, s'era fatta una promessa, la aveva fatta a Sora e all'uomo che ancora amava incondizionatamente.
-Ero la compagna. Disgraziatamente è venuto a mancare tempo fa. -Specificò con finta calma. Prima o poi lo avrebbe saputo da Naruto, omettere o mentire sarebbe stato inutile.
E poi perché farlo?
Comunque cambiò immediatamente argomento, non voleva parlarne. Soprattutto non con un estraneo- Sono contenta di averti incontrato Gaara, Naruto mi ha sempre parlato bene di te. Perdonami ancora per prima e arrivederci- Fece un sorriso di circostanza, ricordare di Itachi le aveva aggravato il mal di testa; spinse nuovamente il passeggino in avanti, desiderando arrivare a casa dei suoi genitori il prima possibile.
Lui rimase spiazzato da quell'informazione, non era a conoscenza di nulla, l'ultima volta che aveva parlato con Uzumaki era poco dopo il viaggio di nozze.
E all'epoca pareva così felice ed appagato della sua nuova vita...
La affiancò, comprendendo il desiderio della ragazza di non essere compatita non diede le sue condoglianze, ma non poteva di certo farla stancare a quel modo con una bambina piccola a cui badare. Lo avrebbe fatto per chiunque.
-Ti accompagno, sarebbe maleducato non farlo -Spiegò prima che potesse controbattere, prendendo le valigie dalle sue mani e domandando- Ti sei trasferita qui? Hai trovato già un asilo per... Lei?-Concluse continuando a camminare e guardare dinanzi a sé, non era bravo nella conversazione, non lo era mai stato.
-Non dovevi disturbarti. -Disse più calma e rilassata, grata di quella gentilezza- Sora. Sì, è una bambina e no, sinceramente non ho avuto tempo per pensarci, domani inizierò a cercare qualcosa- Lo informò poi, sospirando alla vista della figlia, impegnata a mordere un piccolo peluche e cercando di toglierglielo dalla bocca.
-Lasciala fare, quando cominciano a mettere i denti fanno tutti così- Parlò spicciolo.
Sakura s'imbronciò un momento, poi però ascoltò le sue parole e lasciò che la bambina continuasse a giocare con quel pupazzetto -Scusami, credo di essere diventata una madre ipocondrica-
-Tutte le madri lo sono -Si voltò verso di lei e continuò a parlare- Anche se ad anno già iniziato è difficile, se vuoi, posso trovarle un posto nel nido in cui lavoro-
Sembrava abbastanza a disagio mentre parlava, manteneva costantemente un tono freddo e distante, nonostante si sforzasse di essere gentile.
Non era mai stato un tipo semplice, parlare con altre persone lo considerava superfluo, per questo aveva scelto di lavorare con i bambini. Chiunque lo conoscesse non lo credeva possibile, dato il suo carattere arcigno, ma con loro si trovava bene, più sereno, più paziente.
-Sei un educatore?- Chiese infatti lei stupida.
Gaara si strinse nelle spalle incurante e fece un gesto affermativo con il capo -Trovo i bambini molto più interessanti degli uomini-
Lei sbatté le palpebre. Sì, Naruto gli aveva parlato di lui, ma non così tanto da credere anche solo di conoscerlo, si ritrovò a sorridere di quel tono così annoiato con cui rispondeva alle sue domande e capì perché il suo amico ne parlasse sempre così bene. Sembrava scontroso ed inavvicinabile ad una prima impressione, ma in verità era un uomo immensamente buono e disponibile, con chi voleva.
-Ci penserò e... Se mi dai il tuo numero appena mi sistemo ti faccio sapere, va bene?- Si fermò, erano appena arrivati dinanzi a casa dei suoi genitori; per fortuna la strada era davvero breve e non ci avevano messo molto.
-Va bene -Rispose lui, posando i bagagli nell'ingresso di quella piccola villetta circondata da un grande e ben tenuto giardino e prendendo poi il cellulare che la ragazza gentilmente gli porgeva per fargli scrivere il suo numero. Lo memorizzò velocemente in rubrica ed aggiunse seppur in modo restio- Quando contatterai Sasuke e Naruto digli che...-
Sakura lo fermò prima che potesse dire altro -Lo farò, ma forse sarebbe meglio li chiamassi tu, a Naruto farebbe piacere-
-Ci penserò-
Non aggiunse altro, le rivolse un gesto di saluto e si allontanò lentamente da casa della ragazza con le mani affondante nelle tasche dei pantaloni, camminando quasi con andatura svogliata.
Sakura si piegò sulle ginocchia, vicino al passeggino, vezzeggiando dolcemente una guancia della bambina, che pareva stesse per scoppiare a piangere -Hai fame, vero? Tranquilla, siamo arrivate. E poi devi essere contenta, ci siamo già fatte un amico-
Le scoccò un bacino sulla fronte, tornando nuovamente in piedi e suonando il campanello di casa, venne letteralmente travolta dalle braccia di suo padre, che più che abbracciarla con affetto sembrava la stesse per stritolare.
Quando finalmente riuscì a liberarsi di lui ed entrare in casa accadde qualcosa di completamente inaspettato, perfino quella donna scontrosa e autoritaria che era sua madre la strinse dolcemente tra le braccia, con un affetto che poche volte, per via del suo carattere, le aveva riservato.
In quel momento la ragazza si lasciò andare del tutto, ricambiando quel calore di cui sentiva un estremo bisogno rendendosi conto che, senza nemmeno accorgersene, quel mal di testa lancinante era completamente passato.

Naruto abbassò la cornetta del telefono, sospirando, si passò una mano tra i capelli, sentendosi terribilmente stanco e riferì -È arrivata a Suna-
Stavano cambiando così tante cose, così in fretta...
-Bene- Rispose Sasuke tranquillamente, seduto al tavolo del salone e cercando di sistemare i bilanci di quella settimana lavorativa con ben poca voglia di lavorare anche a quell'ora.
-Mmh- Lo sentì mugolare, ed allora rivolse lo sguardo al marito:trovandolo imbronciato ancora vicino al telefono.
Ad occhi esterni Naruto era sembrato il più forte in quella situazione, in fondo era solo grazie a lui se Sasuke poteva dirsi di essere tornato in sé, ma quell'ennesimo cambiamento. Quell'ennesima perdita, seppur non definita e grave come la precedente, lo aveva nuovamente intristito molto di più di quello che mostrava agli altri.
Il più giovane si alzò dal tavolo, gettò sgraziato quelle scartoffie in un cassetto e poi disse ad alta voce, rivolto al figlio che se ne stava sul divano a guardare i cartoni animati completamente concentrato -Mettiti il cappotto, andiamo a cena dai nonni-
-Ma non li abbiamo avvisati- Si lamentò un poco, non che non fosse contento di vederli, però in quel momento era estremamente impegnato, ma all'occhiata del padre non poté fare altro che assecondarlo.
Sasuke si avvicinò al marito, circondando la sua vita con un braccio e sollevandogli il mento con due dita -Vai a vestirti anche tu, cretino-
Il più grande, sentendo il calore dell'uomo che amava così vicino s'appoggiò al suo torace, stringendolo piano e annuendo docilmente, per poi gonfiare una guancia e dire con stizza -Non sono un cretino, stronzo-
-Lo so, sei un completo idiota-
Sorrise divertito alla sua espressione offesa, catturando le sue labbra e coinvolgendolo in bacio profondamente sentito, carezzando delicatamente la sua guancia e sentendolo rilassarti visibilmente tra le sue braccia.
A Naruto serviva serenità e il calore di una famiglia per riuscire a mantenere la sua forza d'animo ed i suoi genitori avevano bisogno di qualcuno che non gli facesse avvertire il silenzio di quelle quattro pareti distruggerli. E per lui... Per lui era necessario come l'aria riuscire a far sentire ognuno di loro amato, vivo, nuovamente felice... 
-Non vi posso lasciare soli un secondo che vi sbaciucchiate, basta!- Gracchiò il bambino, aggrappandosi alla gamba di Sasuke e cercando di staccarlo da Naruto. Erano troppo appiccicosi i suoi papà, decisamente in modo eccessivo per i suoi gusti.
L'Uzumaki scoppiò a ridere improvvisamente, vedendo come suo figlio e suo marito si stessero guardando in cagnesco, strinse la mano di entrambi con la propria e affermò squillante -Forza, litigate a casa della nonna, così si divertirà a sgridarvi-
E sì, il tempo pareva correre ad una velocità folle in quel periodo, però... Pensandoci bene, non sembrava poi così male. 

   
 
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