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Autore: gatta nera    30/04/2016    0 recensioni
Perla è da sola da anni ormai e nessuno sembra poterla aiutare.
Questa storia parla di tematiche delicate sulla solitudine e su come questa ragazza la affronta.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Perla era da sola, come sempre, in camera sua. Cuffie nelle orecchie e musica a tutto volume, per la precisione Melanie Martinez, che la isolava ancor di più di come fosse già ma ci aveva fatto l'abitudine.

Quant'era che era stata isolata? Ah, sì, da quando suo padre aveva cominciato a bere e a picchiare a morte la moglie, fino a che non la uccise davvero... e poi? Perla prelevata dagli assistenti sociali e venne portata via da quel padre tanto instabile quanto crudele per poi andare nello squallido orfanotrofio in cui aveva vissuto fino ai suoi quindici anni.

Poteva essere strano ma lei, nonostante tutto, era molto educata e spesso si chiedeva il perchè di questo trattamento, perchè proprio a lei. Non lo avrebbe mai capito, aveva fatto delle ipotesi ma quasi nessuna aveva un filo di logica, solo una aveva senso: Lei era misantropa, che vuol dire? Un misantropo è una persona che odia e disprezza il genere umano. Se vi state ancora chiedendo il perchè non so che altro dirvi se non che non ha una famiglia e che viene trattata male da tutti per questo, il perchè era semplicemente che tutti erano crudeli e dei veri e propri pezzi di merda.

Oltre questo c'era gente che si lamentava di 'essere sola perché ha solo due amiche e blah, blah, blah...', le vorrebbe trucidare a morte quelle Ochette che sanno solo lamentarsi, sapevano cos'è la solitudine?! Bè, da quel che vedeva Perla, no. Allora perché lamentarsi di ciò di cui non si dovrebbe? Perla si era arresa di saperne il perché e si era limitata a trovare una risposta del tipo che cercassero attenzioni e, per farlo, cadevano nel vittimismo.

Era stufa di tutto e tutti ormai, di gente stupida, intelligente, belli o brutti non le interessava più nulla. Contava solo lei oramai e nessuno le avrebbe mai più detto cosa deve o non deve fare, cosa può o non può fare e cosa dire o non dire.

Che quegli stupidi vadano all'inferno nell'intento di aiutarla ad uscire dalla sua solitudine perché ciò la rendeva felice adesso. Tempo fa pensava che fosse brutto sentirsi soli ma esserlo era ancora peggio, Bè, si sbagliava di grosso.

Perla si alzò, togliendosi le cuffiette bianche dalle orecchie e mettendole in tasca assieme al cellulare e si diresse verso la cucina dell'orfanotrofio dove trovò il cibo pronto e i ragazzi che mangiavano e chiacchieravano. Stupidi...

Prese un piatto di pasta al Ragù, si mise in un punto isolato e comincio a mangiare. Non appena ebbe finito posò i piatti sul bancone e corse in camera sua stendendosi sul letto.

Si addormentò.

Sogno quel giorno. Quello in cui, tornando da scuola, trovò il corpo senza vita della madre e il padre con un coltello in mano. Aveva superato il limite e ne avrebbe dovuto pagare le conseguenze, avrebbe tanto voluto che le fosse data la pena di morte ma in Italia non era concessa. La ragazza si svegliò dopo aver udito le parole del padre che, più che per rassicurarla, sembravano una minaccia ' verro a cercarti e ti riprenderò, lo giuro! '.

Si svegliò sudata sul letto. Non riusciva a scordare, non poteva scordare. Voleva piangere ma una parte di se le diceva che era tutto apposto e che le cose si sarebbero sistemate, ma quando? Non voleva aspettare.

Perla si alzò ed uscì di soppiatto da camera sua, diretta verso la cucina. Entrò nella grande mensa dove trovò un coltello, lo impugnò e pronunciò le sue ultime parole: " Arrivo mamma! ". Conficcò il coltello nello stomaco per poi far fuoriuscire dalla bocca un gemito strozzato, cadendo in terra sanguinante.

Il giorno dopo i ragazzi, andando a fare colazione trovarono il corpo di lei in terra e senza vita.

Chiamarono la Polizia e l'ambulanza ma non ci fu più nulla da fare.

E fu questo ciò che accadde a Perla...

angolo autrice:
Vi
è piaciuto? Spero di , ci vediamo alla prossima, miao!

 

   
 
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