Eleonora
Leggeva tanto, Castiel. I libri erano sempre stati suoi compagni di viaggio, di avventure, di sorprese. A volte, considerava più compagni loro che le persone. I libri raramente lo deludevano. E anche se lo facevano, bastava una loro frase per cambiargli la vita. Le persone, invece, deludevano e basta. Oppure lo abbandonavano. E a quel punto, non bastava una vita per colmare il vuoto che lasciavano dentro.
Castiel leggeva sempre. Lo faceva per diversi motivi, anche se era fermamente convinto che non ci fosse bisogno di un motivo per perdersi nelle parole di un libro. Nell'ultimo anno, però, aveva sempre un motivo. Non un motivo qualunque, ma lo stesso: non sentirsi solo. Ogni momento era un buon momento per non sentire il silenzio assordante che dimorava nella sua vita.
Stava leggendo in autobus, quella volta, diretto a casa di un'amica. Aprì il libro e lesse il titolo del racconto sulla pagina beige:
Eleonora
di Edgar Allan Poe
Sotto, una citazione:
'Sub conservatione formae specificae salva anima'
“L'anima rimane intatta fintanto che la sua forma specifica è conservata”, lesse tra sé e sé. Alzò lo sguardo e si accorse che alcune persone lo stavano fissando con diffidenza. Castiel si schiarì la gola, e tornò al libro:
'[…] Ma il vuoto che avevo nel cuore non poteva, neanche così, essere colmato. Io agognavo l'amore che lo aveva riempito un volta sino a renderlo traboccante. E la valle divenne, a lungo andare, penosa, coi suoi ricordi di Eleonora, e la lasciai, per non rimettervi più piede, attirato dalla vanità e dai chiassosi trionfi del mondo.'
Qualcosa lo destò dalla sua lettura e lo spinse a guardarsi i piedi. Una mela lo aveva sfiorato. La raccolse e quando alzò gli occhi, si vide davanti una bambina. Aveva i riccioli biondi, gli occhi azzurri come il mare, e per un millesimo di secondo non era più lì ma seduto sulla spiaggia, con Claire davanti e quel suo sorriso più raggiante del sole estivo. Poi sbatté le palpebre, e si ritrovò di nuovo in quell'autobus stracolmo di persone. E quello che respirava non era più il vento fresco dell'oceano, ma aria viziata. La bambina lo fissò incerta. Allora lui le porse la mela, e lei di rimando la prese ed accennò ad un sorriso, prima di scomparire.
L'autobus si fermò e Castiel scese alla fermata. Entrò all'interno del palazzo e salì le scale. Arrivato all'appartamento, bussò alla porta e un ragazzo a petto nudo lo fece entrare. Aveva i capelli biondo cenere e degli occhi verdi da far invidia allo smeraldo. Non parlarono molto, ma quando il ragazzo se ne andò, a Castiel tornò in mente la frase in latino, e si chiese se l'essenza della sua anima fosse rimasta intatta, o se potesse ancora ancora essere salvata.
Poi si guardò intorno e si accorse di essere solo. Ripensò a quegli occhi verdi e un sorriso leggero lo colse sulle labbra. Era la prima volta dopo tanto tempo che non sentiva il bisogno di leggere.
Angolino <3
Rieccomi con la seconda flashfic puntuale come un orologio svizzero. Lo so che la stavate aspettando con ansia (lasciatemi sognare xD). Su questa non ho molto da dire. Finalmente la storia si sviluppa e troviamo un Cas che cerca di andare avanti come meglio può. Ma non sta a me parlare della mia fic (potrei farlo per ore, quindi ve lo risparmio xD) ma mi farebbe piacere sapere che ne pensate voi :) Ringrazio tanto tantissimo e di più Lynary e Naralyn che hanno dedicato un attimo del loro tempo a dirmi la loro opinione sul primo capitolo. E' sempre una grande gioia leggervi <3
Alla prossima,
Momoko