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Autore: Angel TR    01/05/2016    2 recensioni
She saw my silver spurs and said let's pass some time
And I will give to you summer wine

Lana del Rey - Summer Wine.
{Avvertimenti e note all'interno | Raccolta disomogenea | LilixAsuka}
{Storie partecipanti alla "Le situazioni di lei&lei" indetta da starhunter Challenge indetta su EFP}
{Partecipa alla challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Sou_Shine su EFP}
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Bondage, Gender Bender
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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Canzone: Vinicio Capossela - Che cos'è l'amor
Nickname: Angel Texas Ranger
Rating: Giallo
Genere: Malinconico, Slice of life
Avvertimenti: AU
Titolo: Ciao bella

Che cos'è l'amor
è un indirizzo sul comò
di un posto d'oltremare
che è lontano
solo prima d'arrivare
partita sei partita
e mi trovo ricacciato
mio malgrado
nel girone antico
qui dannato
tra gli inferi dei bar

Quella sera il bar era pieno di gente: ai tavoli in legno scuro erano seduti giovani e vecchi, coppie e single, donne e uomini; tutti con un boccale in plastica scadente traboccante di birra doppio malto.

Piatti fumanti di salsicce e wurstel tedeschi accompagnati da patatine grosse quanto fette di pane e ricoperte da uno spesso strato di salsa viaggiavano dalle mani dei camerieri stanchi a quelle dei clienti affamati.

Il cibo era ottimo e a buon costo, la compagnia la trovavi e il posto era caldo.

Ecco perché Asuka Kazama si ritrovava anche quella sera seduta ad un tavolo, insieme a gente sconosciuta.
Aveva accettato la richiesta lacrimevole del cameriere «Signorina, non possiamo riservare un intero tavolo solo per lei, cerchi di capire!»

Tanto, alla fine, meglio occupare il cervello con le chiacchiere di persone dalla vita sconosciuta che restare a pensare all'evento tragico successo appena una settimana fa.

Solo una settimana, pensò Asuka. Eppure parevano anni.

Correva l'anno 1930, anno particolare in un periodo particolare in cui tutti decidevano che restare nel proprio Paese significava morire di fame e, se proprio dovevano morire, tanto valeva farlo oltremare.

Molte persone che frequentavano quel bar o avevano qualche caro oltreoceano o ci stavano per andare loro stessi.
Si fermavano, tracannavano un boccale di birra, addentavano un wurstel, e vomitavano il loro desiderio di partire, di scoprire nuove terre, di fare fortuna, di scappare dalla miseria.

Erano entusiasti, gli occhi scintillanti di chi sa che quello che troverà non potrà essere peggio di quello che si è lasciato.

Esorcizzavano la paura di morire in nave con ciò che c'è di più vitale: il cibo e le risate in compagnia.

Anche Lili era stata una di loro, elegante presenza di una borghesia decaduta in un posto per braccianti, solo che, invece della birra e dei wurstel, chiedeva dello champagne e delle escargot.

Lili.

Si era imbarcata una settimana fa, a bordo di una nave per la Martinica, dipartimento d'oltremare della Francia, perché il fallimento della ditta paterna, avvenuto due anni addietro, era un fardello troppo pesante da sopportare.

Restare in Europa significava sentire su di sé I'umiliazione e le risatine soddisfatte della gente, contenta di non scorgerla più con i vestiti di taglio sartoriale che valevano più di tutti i loro averi messi assieme.

Per un attimo, Asuka odiò tutte quelle persone sedute accanto a lei: erano la ragione per cui Lili se n'era andata.
Ma poi, ricordò che non era certo colpa loro, bensì di Lili stessa.

Avrebbe dovuto essere più forte.

Avrebbe dovuto essere meno snob e comprendere che l'epoca della ricchezza che si autocompiace era ormai finita.

Avrebbe dovuto capire che non c'era niente di male ad appartenere alla classe medio-bassa — o forse bassa e basta.

Lili.

Lili che, con i suoi capelli biondi riparati da uno chiccoso cappello corredato da un foulard legato sotto il mento, da vera dama, ma la valigia di cartone alla mano guantata, l'aveva salutata con due baci lievi sulle guance, l'aria altera e gli occhi pieni di lacrime, prima di salire la scaletta.
Qualcuno l'aveva pure complimentata con un fischio e Asuka aveva sentito una morsa al cuore.

Chi l'avrebbe protetta, ora che era andata lontana da lei?

Chi le avrebbe fatto da scudo?

Chi avrebbe sopportato i suoi capricci e sostenuto il suo passo?

Ricordava ancora il dolore e la rabbia che le divoravano il petto mentre la nave si staccava dal molo, traballante e insicura, traboccante di gente vestita di stracci che agitava le braccia.
Quelli rimasti sul porto sventolavano fazzoletti bianchi, asciugandosi le lacrime con le mani spellate.

Asuka era rimasta a guardare fin quando la nave non era diventata altro che un puntino nel mare azzurro.

Una settimana era passata e il ricordo era ancora vivido nella sua mente.

Si riscosse. Ritornò al presente, al bar, alla birra e al piatto fumante di salsiccia e wurstel tedeschi accompagnati da patatine grosse quanto fette di pane e ricoperte da uno spesso strato di salsa, alla gente riunita attorno al tavolo per parlare del mare, del lavoro pesante e del salario da fame.

Cose che Asuka conosceva bene ma che riteneva di non voler affrontare, almeno per quella sera.

Si rifuggiò nel ruolo dell'ascoltatrice, un ruolo che con Lili aveva assunto parecchie volte perché alla bionda piaceva parlare e Asuka gliela dava vinta ogni tanto.

Lo strascicare delle sedie sul pavimento e il vociare della gente aiutò a distrarre la ragazza dal maremoto dei suoi pensieri, almeno per quella sera.

Sapeva bene che, una volta tornata a casa, il ricordo e la solitudine l'avrebbero assalita di nuovo, provocandole la nausea non appena si fosse coricata a letto, vicino al comodino distrutto dove aveva trovato per la prima volta il biglietto per la partenza di Lili.

Che cos'è l'amor
è quello che rimane da spartirsi e litigarsi nel setaccio
della penultima ora
Vinicio Capossela - Che cos'è l'amor

  
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