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Autore: Drinny_forever    01/05/2016    0 recensioni
in questa storia il nostro Derek scoprirà che è più facile sopravvivere ad una bomba nucleare che tornare a Beacon Hills
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Ci volle tutto il pomeriggio per spiegare al branco come fosse possibile che una Hale fosse figlia di Ermes, perché non fosse un licantropo e perché fossero tornati proprio a Beacon Hills invece di rimanere in prossimità del campo mezzosangue con Braeden. Visto che Derek non era per niente bravo con le parole lasciò che fosse Lucinda a raccontare la loro storia.
-mia madre iniziò a portarmi al campo mezzosangue tutte le estati per l’addestramento, mi veniva sempre a riprendere a Settembre. Quattro anni fa invece venne a prendermi zio Peter, mi disse che la mamma era morta, ma che in compenso aveva capito cosa ci fosse di strano nel mio DNA-
la ragazzina fece un espressione corrucciata al ricordo dello zio, come se non capisse il perché di una mossa tanto stupida. Parlare di Peter le faceva male ma era brava a non mostrarlo, col tempo avevo imparato a costruirsi una maschera tutta black humor e combattimento contro i mostri.
-mi disse che il mio gene di lupo non era stato cancellato da quello divino- Continuò poi  -Ma che era stato soppresso, come se fossi portatrice sana di una malattia. Per farvela breve, lui voleva prendersi i miei poteri da semidea innescando la licantropia che mi avrebbe permesso di guarire, poi lui è morto prima di capire come fare e Derek mi ha salvato. Tutto okay per un po’, poi sono capitati questi- disse Lucinda tirando fuori dal suo zainetto dei fascicoli della polizia, dentro c’erano foto di  cinque cadaveri eviscerati, uccisi allo stesso modo e abbandonati tutti nei pressi di Beacon Hills.
 Allison dovette trattenere i conati di vomito quando azzardò un occhiata alle fotografie.
- oh mio dio, chi è stato?- chiese Scott disgustato da tutto quell’orrore
-Benevole, non sappiamo perché l’abbiano fatto- rispose secco Derek
-benevole? Quelle cose infernali orrende con ali e artigli- chiese Lydia preoccupata. Lucinda annui pensando che quella definizione fosse piuttosto azzeccata.
Dopo il chiarimento sugli omicidi fu tutto un susseguirsi di domande assurde sul mondo dell’antica Grecia. Della serie:
“è vero che Patroclo e Achille stavano insieme?”
“sul serio esistono i pegaso?”
“come farà Chirone ad andare in bagno?”
Derek intanto osservava il branco accettare silenziosamente la piccola come nuovo membro. Era felice che avesse trovato qualcun altro che gli voleva bene, anche se in fondo in fondo era un po’ geloso della sua piccolina. Intanto i suoi occhi si posarono involontariamente su Stiles che stava ridendo a una delle solite battute “è- black- humor -non- vi-offendete” di Lucinda, non lo sopportava quel moccioso, ma allora perché gli piaceva tanto il suono della sua risata? Scosse la testa a quel pensiero, in quel momento non era importante. No, in quel momento era importante i fatto che il coprifuoco di Lucinda fosse passato da mezz’ora.
Si salutarono con uno strana senso di Déjà-vu, come se fossero ancora il solito vecchio branco che cercava di salvare il mondo. Si lasciarono con la promessa di vedersi l’indomani , dopo che Stiles avesse carpito informazioni sulle vittime da suo padre.
 Derek guardò il figlio dello sceriffo abbracciare sua nipote chiedendosi se tornare fosse stata la scelta giusta
                                                
                                                         ***
-ti prego papà-
-no-
-ti supplico-
-no-
-ma…-
-Stiles, ho detto di no- rispose brusco lo sceriffo all’ennesima supplica del figlio
-la prego sceriffo Stilinski- intervenne Lucinda sfoderando la sua migliore espressione da cucciolo bastonato. Per la ragazzina non era un problema che lo sceriffo le dicesse di no, poteva sempre fare irruzione di notte e rubare ciò che le serviva (era pur sempre figlia di Ermes) ma a quando pareva a Stiles quel genere di cose non piacevano.
Stilinski esitò di fronte alla sua espressione tenera e Lucinda ne approfittò per sfoderare la sua arma vincente: il labbro tremolante. Lo sceriffo sospirò sconfitto e consegno le chiavi del suo ufficio al figlio –se scopro che avete combinato qualche guaio, scordati di arrivare vivo al college-  e con quest’ultima minaccia Stilinski uscì di scena borbottando su adolescenti che dovrebbero trovarsi hobby migliori.
I due ragazzi entrarono e si misero a frugare alla ricerca dei documenti riguardanti le cinque povere vittime. Li trovarono nell’ultimo cassetto e li…ehm… presero in prestito. 
L’analisi che fecero più tardi nel loft di Derek rivelò che le uniche cose che avevano in comune le vittime erano l’essere comuni mortali e abitare tutti a Beacon Hills. Il branco non era gran che motivato.  Isaac abbandonò i documenti che stava leggendo per la terza volta –è inutile continuare, non troveremo niente- disse con un sospiro
-ma tu hai qualche utilità a parte demoralizzarci tutti?- commentò Stiles facendo scoppiare un battibecco che Lucinda avrebbe trovato molto divertente se avesse ascoltato i discorsi che stavano facendo gli altri. In realtà stava ripensando a una cosa che le aveva detto Chirone anni prima
-non trovare indizi è esso stesso un indizio-  decretò sovrappensiero per poi prendere a camminare avanti e indietro. Stiles smise di litigare con Isaac e una scintilla di comprensione gli si accese negli occhi –quindi o le benevole sono impazzite e uccidono completamente a caso…- ipotizzò Lucinda
-…o la cosa che hanno in comune le vittime non può trovarsi scritto nei verbali della polizia- completò la deduzione Stiles. I due si guardarono con aria complice, sarebbero diventanti due grandi detective un giorno.
Gli altri ragazzi non fecero nemmeno in tempo a realizzare cosa era appena stato detto che qualcosa- o meglio, qualcuno - sfondò l’enorme finestra del loft, entrando in casa come un proiettile e mancando Scott di pochi centimetri.  Derek prese Stiles per li colletto della camicia e gli si mise davanti per fargli scudo dai vetri affilati che attraversavano il loft .
Una benevola particolarmente orrenda sghignazzava divertita da dietro la finestra rotta, contemplando per un attimo il bel disastro che aveva combinato. Svolazzò via tutta soddisfatta senza aspettare che gli altri rispondessero all’attacco.
-Perseus Jackson, Nico Di Angelo, cosa diavolo ci fate qui?- strillò Lucinda come una madre che sgrida il figlio. Due ragazzi (ovvero il “qualcuno” che era stato lanciato sulla finestra) cercarono di alzarsi, un po’ storditi dalla botta. Uno sembrava avere l’età di Lucinda e aveva una gamba ferita, l’altro sembrava più grande ed era stranamente illeso. –stiamo indagando sugli omicidi- disse il più piccolo mentre cercava di riprendere fiato. Gli occhi della piccola Hale si illuminarono e fu una fortuna che la sua attenzione fosse stata completamente rapita dai due semidei: non si rese conto così che Derek, dall’altra parte della stanza, si accasciava addosso a Stiles con la schiena infilzata da una miriade di vetri rotti.
-Annabeth sta inseguendo la benevola, dobbiamo andare ad aiutarla- disse frettoloso Percy aggiustandosi l’armatura. Lucinda si girò verso Derek per avvisarlo che sarebbe andata, che lui volesse o no.
Rimase senza fiato e con la salivazione ridotta a zero quando vide suo zio, l’unico padre che avesse mai conosciuto, accasciato su Stiles che quasi non riusciva a sorreggerlo.
-Lucinda, và- disse Scott, anch’esso  con gli occhi fissi sull’ex alpha. Lydia raccolse la spada della ragazza da terra e gliela porse, Stiles annuì in cenno d’assenso. Lucinda prese un bel respiro, si legò in vita la spada e si lascò scorrere addosso le emozioni. Adesso non doveva più essere una ragazzina in pena per la sua famiglia, adesso doveva essere una semidea pronta a fare il suo dovere. Si avvicinò alla finestra rotta e si arrampicò sul davanzale, sentiva Percy e Nico dietro di lei. Visualizzò il punto sul tetto della casa di fronte, dove sarebbe atterrata. E saltò.
 

   
 
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